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Autore: Cassidy_Redwyne    07/05/2021    0 recensioni
Le uniche cose che mandano avanti Sarah con i cavalli, dopo dieci anni, sono la grinta e la voglia di non arrendersi.
Il suo maneggio è un ricovero per cavalli problematici, dove il suo istruttore Michele prova a dare un'altra chance ad animali maltrattati e destinati al macello. Dire che i cavalli che montano gli allievi sono difficili, insomma, è un eufemismo.
Amiche in maneggio? Neanche l'ombra. Tutte le ragazze lì hanno un loro beniamino, un cavallo al quale sono più affezionate e con cui hanno uno splendido rapporto di fiducia. Questo genere di cavallo manca a Sarah: vorrebbe un vero amico, uno su cui poter contare e con cui creare un vero legame... possibile che in un cavallo "assassino", esuberante, difficilissimo da gestire, considerato pazzo e poco affidabile si nasconda il tanto atteso candidato?!
[note: un bel po' di gergo equestre!]
Genere: Avventura, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«E così vuoi cambiargli nome» mormorò Michele, incuriosito.

«Esatto.»

Eravamo adagiati sulla panca del Club House, durante una discreta mattina di sole.

Erano passati diversi giorni dall'incidente di Benedetta e il maneggio sembrava aver riacquistato un po' di vita, anche se la tensione era palpabile. Le condizioni di Benny erano stazionarie, forse in lieve miglioramento, ma doveva essere costantemente seguita in ospedale.

Quella mattina stavamo aspettando le altre ragazze, in attesa di organizzare qualcosa.

«Posso chiederti perché?» La voce di Michele interruppe le mie riflessioni.

«Ci ho riflettuto molto» spiegai, sorridendo. «Glory diventerà un altro... o almeno, il mio obiettivo è quello di farlo diventare un altro cavallo. E, per cominciare, non c'è niente di di più semplice ma importante del nome. È ovvio che sui documenti rimarrà "Glory Von Schwarz"... io pensavo a una specie di soprannome.»

Michele ascoltava, interessato. «E, sentiamo, che soprannome avresti in mente?» chiese, quando ebbi finito.

«Killer» dissi senza esitazioni.

Il mio istruttore trasalì, chinando il capo. 

«D'impatto» disse infine, abbozzando un sorriso.

Capivo il suo iniziale sconcerto. Non era un nome facile né con un bel significato, ma lo sentivo stranamente adatto a Glory e, finché il cavallo fosse rimasto in mano mia, si sarebbe chiamato Killer. Immaginavo già Benedetta, al suo ritorno in maneggio, inorridire per il nuovo nome di Glory e urlare e protestare, facendomi sentire una completa idiota. Non potevo certo dire che mi mancasse la sua insopportabile presenza, lì con noi, ma senza di lei, positivamente o negativamente che fosse, il maneggio non era lo stesso.

Il mio pensiero su Benny venne interrotto da uno scalpiccio sullo sterrato, dietro il Club House e, poco dopo, comparvero Alessia, Deborah, Monica – la ragazza del giorno prima – e un altro gruppo di ragazze. Si accomodarono sulla panchina del Club House e quindi lasciammo la parola a Michele.

«Ragazze, so che l'incidente della nostra Benny è un episodio che ci ha lasciato molto scossi, ma è giusto, anche per lei, che affrontiamo la cosa e che questo maneggio torni più forte di prima. Così, quando Benny tornerà, si sentirà nuovamente a casa e sarà più semplice per lei tornare a relazionarsi ai cavalli con la spontaneità che aveva.»

Sorrisi alla conclusione del suo breve discorso. Il mio istruttore era sempre stato un mago con le parole: infondeva sempre il giusto coraggio e la speranza necessaria per non arrendersi mai. Era grazie a lui e ai suoi insegnamenti se avevo un carattere così tenace e determinato. Anche le ragazze sembravano del mio stesso parere, e acclamarono Michele per un bel po'. 

Quindi la conversazione passò al programma di quella mattina. Cosa avremmo potuto fare?

Monica propose una passeggiata ma, nonostante le parole di Michele ci avessero un po' rincuorato, eravamo ancora piuttosto scosse all'idea di tornare in passeggiata a cavallo. Una delle altre ragazze invece propose di fare un lavoro di manutenzione al maneggio, Michele una lezione nel campo ostacoli, Alessia dei giochi da fare con i cavalli senza montare, e io mi limitavo ad ascoltare.

Facevo ancora fatica a rendermi conto del peso che adesso mi gravava sulle spalle e non mi veniva in mente niente di particolarmente entusiasmante da proporre.

Alla fine si decise per alzata di mano e la lezione di salto proposta da Michele ebbe la meglio. L'istruttore ci assegnò i cavalli e, per un attimo, credetti sollevata che quel giorno non avrei dovuto fare niente con Gl...Killer. Dovevo ammettere però che, dopo qualche giorno presa la decisione di occuparmi di lui, riuscivo ad avvicinarmi con il secchio senza ricevere alcuna azione scortese, anche se avevo ancora molta paura.

Mentre mi avviavo verso il box di Honey, però, Michele mi raggiunse correndo.

«Vedrai che cosa ho in mente dopo, per te e Killer!» mi disse sorridendo, per niente sorpreso dall'espressione scettica che gli rivolsi in risposta.

***

Honey osservava incuriosita i cavalli vicini, con un misto di timore ed emozione nel vedere che quel giorno non eravamo sole nel campo. 

Era da molto che non facevo una lezione con le altre ragazze, poiché solitamente Michele per noi preferiva lavorare singolarmente, ma non ero poi così preoccupata: il mio disastroso lavoro con Honey era già noto a tutti, al maneggio.

Dopo un breve tratto al passo, per far abituare i cavalli all'ordine in cui erano stati disposti, ci riscaldammo con un buon trotto di lavoro che a Honey sembrò non piacere per niente. 

Stare in fila significava abituarsi alla velocità del cavallo davanti e alla sfrontatezza di quello dietro, che spesso avvicinava il muso pericolosamente vicino alla coda della bionda. Il calcio che lei gli voleva riservare era prossimo, lo sentivo dai movimenti sempre più calcolati di Honey sotto di me. 

Dopo vari estenuanti giri di trotto, in cui trattenere la cavallina fu una vera impresa, Michele ci fece fare un giro completo del campo al galoppo, in cui Honey poté finalmente sfogarsi. 

Dopo che ognuna di noi ebbe fatto almeno un giro del campo al piccolo galoppo, il nostro istruttore stabilì un breve percorso ad ostacoli e ce lo illustrò brevemente: gli ostacoli, composti da un verticale, una gabbia e un oxer, erano molto bassi, ma l'ordine in cui erano disposti era piuttosto complicato e mi fece pensare che non sarebbe stato così semplice come sembrava.

Michele sembrò graziarmi e lasciò me e Honey per ultime, così ebbi tutto il tempo di studiare bene il percorso e vedere come se la cavavano le altre. Notai con un certo stupore che anche Alessia e Falco ebbero non poche difficoltà ma, nonostante tutto, riuscii a manifestare una calma ostentata che stupì persino me stessa. 

Quando toccò a me, spronai con dolcezza Honey e pensai che avevo finalmente modo di mettermi alla prova con quella cavalla con un vero percorso e un pubblico: la cavallina era piuttosto tesa, ma cercai di non darle peso e di concentrarmi sugli ostacoli. 

Superammo senza difficoltà il verticale e i due ostacoli della gabbia. Honey però anticipò il salto sull'oxer e io non la seguii adeguatamente, facendo cadere le barriere sulla sabbia con un tonfo. Ci riprendemmo subito e concludemmo il percorso senza ulteriori  intoppi. 

Tornai dal gruppo con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto. Dovevo aver tramortito il collo di Honey dalle pacche che le avevo dato, ma quasi non riuscivo a crederci. Finalmente qualcosa stava andando per il verso giusto!

«Fare lezione in gruppo le fa proprio bene, eh?» scherzò Alessia, per poi complimentarsi con me.

Diverse ragazze mi sorrisero ammirate, e io feci per voltarmi verso il centro del campo. Com'era possibile che Michele non avesse ancora commentato? 

Fissai il centro campo deserto, perplessa. Michele non c'era.

Monica mi si avvicinò, in groppa alla pony che montava di solito, una piccola araba grigia di cui non ricordavo il nome.

«Michele mi ha detto di dirti che, finito il percorso, ti aspetta con Honey al paddock di Gl... Killer» spiegò, e la fissai stupita. «Non ho idea del perché, mi ha solo detto di riferirti questo» aggiunse, notando la mia espressione.  «Comunque ottimo percorso, brave!»

«Grazie!» risposi con stupore e sincerità, mentre mi avviavo all'uscita del campo.

***

Procedemmo al piccolo trotto, lungo il sentiero che costeggiava i paddock.

Mentre cercavo Michele e Killer con lo sguardo, riflettevo. 

Dopo anni che frequentavo quel maneggio, qualcosa tra me e un cavallo cominciava a funzionare.

Dopo anni che frequentavo quel maneggio, cominciavo a relazionarmi con le altre ragazze del maneggio, senza più essere l'ombra di Alessia. Forse dipendeva dal fatto che non eravamo più sotto il giogo di Benedetta, non lo sapevo.

Sapevo soltanto che rimaneva solo uno scoglio da superare... e quello scoglio comparve davanti a me all'improvviso, strappando un urlo a me e uno scarto alla povera Honey.

«Sarah, cerca di stare calma!» protestò Michele, mentre tratteneva Killer per la longhina. Il baio respirava affannosamente, spaventato dal mio urlo.

«Scusa, stavo pensando e non lo avevo visto» spiegai, sentendomi una sciocca, mentre rassicuravo Honey.

Il mio istruttore sospirò con rassegnazione, ma aveva un'aria divertita. Lo osservai meglio e vidi che era in groppa ad Harvard, mentre teneva saldamente l'altro baio con la longhina. 

La domanda che mi sorse spontanea fu il perché di tutto questo, ma quella che mi uscì di bocca fu un'altra.

«Lasci le ragazze da sole nel campo?»

«Le ragazze disselleranno i cavalli e rimarranno al Club House con Azzurra, non continueranno la lezione da sole... non sono mica così scellerato!» replicò lui, fingendosi offeso.

Risi vedendo la sua espressione, e finalmente ebbi modo di correggermi.

«...Cioè, dove stiamo andando?»

«Conosci quel piccolo lago seminascosto, non lontano da qui?»

Annuii. Ci ero stata anche diverse volte con i miei, l'inverno prima.

«Voglio portare Killer lì.»
 

 

Le cose senza la perfida Benedetta iniziano a cambiare, ma non sarà tutto semplice come sembra tra le nostre ragazze! Come si nota da questo capitolo, tra Sarah e il suo istruttore c'è un grande legame e il loro rapporto è più stretto che fra lui e le altre ragazze del suo maneggio :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Un bacio,

Cassidy.

  
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