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Autore: eddiefrancesco    08/05/2021    0 recensioni
La Gran Bretagna vive un periodo di relativa pace.
Cosa c'è di peggio che stringere un patto col diavolo?
Forse accettare un compromesso con un impenitente libertino...La bella Rosalin, pur di salvare il patrimonio di famiglia perso al gioco dal fratello, acconsente di fingersi la fidanzata di lord Michael Stamford, famoso dongiovanni della capitale inglese.
Cosa ci ricava lui?
Trascrizione dell'opera di Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Michael, circondato dagli invitati, attendeva Rosalin in uno stato di concentrazione spasmodica. Il tempo scorreva inesorabile e lei non si era ancora affacciata a quella porta. Forse era riuscita davvero a far perdere le proprie tracce, pensò assalito dalla disperazione. Finalmente le porte del salotto si aprirono: gli parve di assistere a un'apparizione soprannaturale tanto era lo splendore che emanava Rosalin. Lei avanzò verso l'altare come in uno stato di trance e gli tese la mano, fredda come il marmo. Michael avrebbe voluto prenderla tra le braccia e consolarla, assicurarle che quella scelta era giusta per entrambi, ma si rese conto suo malgrado che avrebbe dovuto rimandare a dopo la cerimonia. Per lei, il matrimonio ebbe luogo come in un sogno. L'unica realtà era Michael, in piedi accanto a lei, pallido e con il braccio ferito appeso alla spalla. Quando li dichiararono marito e moglie, lui si chino' a darle un bacio delicato e rassicurante. Durante il piccolo rinfresco, Rosalin notò che Michael diventava sempre più pallido. Non le aveva quasi rivolto la parola e appariva stralunato quasi quanto lei. Il pensiero che il duca lo avesse costretto a quel passo approfittando dello stato confusionale in cui versava dopo il ferimento tornò ad assalirla. - Vedo che non state toccando cibo - le sussurro' Michael. - Neanche voi, se è per questo.- - A dire il vero, non ho molto appetito. È difficile mangiare quando si è al centro dell'attenzione. Saremmo dovuti fuggire insieme per evitare tutti questi sguardi.- - Molto romantico. Dubito però che avreste eluso la sorveglianza di vostro padre e vostra zia, per non parlare di quella della mia battagliera nonna.- - Voglio proporre un brindisi alla felice coppia! - Tuonò allegramente il cugino Charles. Seguirono altri discorsi, auguri, applausi e congratulazioni, poi lady Spence prese per mano la novella sposa. - Vi accompagno di sopra.- Rivolgendosi a Michael aggiunse: - Faresti meglio a salire a coricarti in camera tua. Non vedi che sei lì lì per svenire? Non sforzarti più del necessario.- - Non ho alcuna intenzione di perdere i sensi. Vorrei parlare con mia moglie in privato, se non vi dispiace.- Protesto' lui. - Più tardi, dopo che ti sarai riposato. Stai tranquillo, non abbiamo intenzione di farla sparire come per magia. Anche lei ha bisogno di un attimo di tregua.- - Naturalmente - si arrese lui. Non le staccava gli occhi di dosso, notò lei sorpresa, come se davvero temesse che potesse svanire nel nulla. Non poté fare a meno di tranquillizzarlo con un radioso sorriso. Poi si voltò e seguì obbediente lady Spence al piano di sopra. - Spero che la stanza sia di vostro gradimento, signora.- Durante il pomeriggio i bagagli di Rosalin erano stati trasferiti da quella occupata in precedenza all'altra comunicante con la camera da letto di Michael. - È una delizia, grazie - rispose lei alla governante che stava congedandosi. Lasciò che la cameriera l'aiutasse a indossare la camicia da notte color avorio che sua nonna le aveva regalato espressamente per la prima notte di nozze. Stremata dal concitato susseguirsi degli eventi, si sdraio' sul letto a baldacchino con decorazione rosa e crema intonate alla tappezzeria della stanza. Avvertì una strana sorta di solitudine tra quelle pareti che non conosceva ancora. Il suo sguardo corse al tramonto che s'intravedeva dalla finestra. Cosa doveva fare? Non si era mai sentita tanto sola in vita sua. E Michael, così pallido ed emaciato... Perché non era ancora salito a trovarla? Forse stava male oppure non desiderava vederla. Doveva appurare una volta per tutte i sentimenti che lui provava nei suoi confronti, non poteva più reggere a quell'incertezza. Prese uno scialle dall'armadio e se lo drappeggio' sulla camicia da notte. Poi aprì la porta comunicante. - Volevate per caso vedermi? - chiese Michael trovandosela davanti sulla soglia. Portava una morbida vestaglia in velluto rosso rubino. I capelli corvini riflettevano la luce delle candele donandogli un aspetto misterioso. - Devo parlarvi, ma forse siete troppo stanco. Posso senz'altro rimandare a domani.- - Venite qua - la invitò lui facendola sedere accanto a sé sulla sponda del letto. - Anch'io penso che dobbiamo parlare e non me la sento più di rimandare oltre.- - Michael, stento ancora a capire tutto quello che è successo. Il matrimonio non era certo nei nostri piani.- - La spiegazione c'è: mio padre ha deciso che dovevamo convolare a nozze e così è stato.- - Non solo vostro padre. Vostra zia non è stata affatto da meno, non mi ha dato certo modo di discutere.- Ribatte' lei abbozzando un sorriso. Lui prese ad accarezzarle il polso. - Io direi piuttosto che sono rimasto preso nella mia stessa trappola. Una trappola fin troppo piacevole, se devo dividerla con voi.- Le sfilò dolcemente lo scialle di dosso. - C'è proprio bisogno di portarlo? Se avete freddo conosco ben altri modi per scaldarvi.- A dire il vero, lei non sentiva alcun freddo. Il calore che l'avvolgeva era quasi soffocante, la faceva sentire indifesa e temeraria al tempo stesso. - È davvero un destino terribile e ingiusto avermi come marito? Sappiate che ho pronunciato i voti nuziali e intendo mantenerli. Voglio amarvi, onorarvi e restarvi fedele per il resto dei miei giorni.- - Dunque volevate sposarmi.- - Si Rosalin. Non ho mai desiderato altro, forse dal primo momento in cui vi ho visto. Conosco i vostri dubbi sul matrimonio. Giuro sul mio onore che non vi lascerò mai sola, se è questo che vi fa paura. Mi riprometto di vivere molto, ma molto a lungo. Né vi abbandonero' in nessun modo. Siete mia moglie, parte di me, come io sono parte di voi.- - Oh, Michael - sussurro' lei con gli occhi pieni di lacrime. - Ti amo. Pensi che potrai imparare a ricambiarmi almeno un poco, Rosalin? - Lei lasciò che l'adagiasse sui cuscini stendendosi accanto. Vide che gli era caduta la vestaglia rivelando la scura peluria che gli ombreggiava il torace possente. Arrossi' quando si accorse che sotto non portava alcun indumento. Con un sorriso sensuale, lui la attirò a sé e le divoro' le labbra con un bacio fremente di passione. Rosalin chiuse gli occhi e gli passò le mani sul petto e poi sul braccio. Improvvisamente ricordò che era ferito e ancora troppo debole. - Michael, cosa stai facendo? Nel tuo stato...- - Ti seduco, amore mio. Insomma, siamo sposati. Devo assolvere i miei doveri coniugali per renderti felice e pensavo proprio di cominciare da stasera.- - Capisco.- Gli sorrise con aria complice. - Però non ti sei ancora rimesso. Potresti farti male... Tua zia ha detto che... non devi sforzarti.- Il tocco di quelle mani forti le faceva l'effetto di una droga, eppure non poteva lasciarlo continuare. - Non esattamente. Ha precisato che dovevi tenermi confinato a letto il più possibile. Per te sarà più facile se resterai qui con me. Altrimenti mi costringerai a inseguirti per tutta la casa.- obietto' lui. - È per la tua ferita. Non voglio che si aggravi. - - Non mi farai male. Voglio stare con te stanotte... voglio che tu sia mia per sempre. Dimmi che lo vuoi anche tu, dimmi che mi ami quanto io amo te.- - Ti amo, Michael - gli rispose singhiozzando. A quel punto non ci furono più barriere a dividerli.
   
 
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