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Autore: LarcheeX    08/05/2021    8 recensioni
Storie di momenti brevi e forse imprevedibili di variopinti affari sicuramente immaginabili. Satura lanx.
Tales of
1. Ending pages
2. Broken cages
3. Wind of changes
4. Moving pictures
5. Other hues
6. Rotten cakes
7. Fatal crazes
8. Lost purposes
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve salve, aggiorno le flash qui abbandonate in onore del nuovo del contest “Gara di Flash” indetto dal gruppo Facebook “Takahashi Fanfiction Italia”. Il fulcro di questo nuova prova è darsi prompt a vicenda e sfidarsi, quindi ecco a voi il prodotto delle mie follie. Aspettatevi una storiella leggera e senza pretese.
Ah, volete sapere una cosetta buffa? Questa storia parla di un compleanno, ebbene, oggi è il mio :D e pensare che non l'ho fatto apposta!
Buona lettura, io vado a magnarmi una fetta di torta :P



Titolo: Rotten cakes
Personaggi: Sesshomaru, Rin
Genere: Slice of life, romantico, commedia
Coppia: Sesshomaru/Rin
Note: AU
Rating: verde


 
Rotten cakes
 Prompt: Si avvicina il compleanno di Y e X ha intenzione di preparare una gustosissima torta.Ma le continue interferenze di Y rovinano accidentalmente la torta. X arrabbiata e delusa lascia Y da sola/o. Riuscirà Y a farsi perdonare da X con un improbabile sorpresa?

 
Silenzio.
Finalmente, quel maledetto gremlin era uscito. Non ne poteva più di scansarla. Doveva. Concentrarsi.
Si chinò per ispezionare il libro, aperto sul tavolo della cucina: “In una ciotola, rompete tre uova”.
Uova. Perché gli umani si ostinassero a consumare ciò che usciva dal posteriore di un pennuto rimaneva un mistero, ma decise di accantonare il ribrezzo per rompere il primo uovo, il cui guscio esplose in una poltiglia gialla non appena collise con i suoi artigli.
Sospirando, si impose di provare ancora. L’uovo centrò la ciotola, ma anche tutti i frammenti della scorza. Per la frustrazione, il terzo impattò col muro.
Decise di lasciar perdere le cose umide, dedicandosi alle polveri. Dovette coprirsi il delicatissimo naso con un tovagliolo per evitare che quei corpuscoli infingardi lo disturbassero.
«Che stai facendo?» la voce di Rin lo punse alla schiena con un risolino canzonatorio e incredulo. Faticò a voltarsi, impietrito tra indignazione e rabbia.
Come il peggiore degli assilli, lei era riapparsa: non bastava che curiosasse nella spesa e che provasse a hackerare il suo telefono per scoprire le sue intenzioni, doveva persino coglierlo in flagrante!
Con uno scatto che sollevò la farina e lo zucchero svolazzati fuori dalla ciotola, Rin lo raggiunse per strattonarlo: «Maddai! Fai una torta?! Il grande Sesshomaru?»
Istintivamente, si ritrasse, ma Rin tirò il suo braccio al punto che la mistura che aveva faticosamente amalgamato rovinò a terra.
Silenzio, di nuovo.
L’uovo che aveva lanciato sul muro cadde a terra con uno sploch.
Ne aveva abbastanza.

Era sparito, lasciandola con le spoglie del suo dolce tentativo di festeggiarla. Mortificata, osservò la ciotola abbandonata a terra, il libro ancora aperto sul tavolo, finché non si riscosse.
Le uova e il burro incontrarono la farina, lo zucchero il cioccolato, danzando sotto le fruste elettriche fino a unirsi e scivolare, ormai densi e compatti, nella teglia e poi nel forno.
Appena fu pronta la torta, uscì.
Lo ritrovò sul bordo del fiume cittadino, uno stizzito cane randagio che osservava con astio l’acqua, in attesa che evaporasse per effetto della sua furia. La sua figura bianca spiccava nel pomeriggio che svaniva nel buio.
Si sedette vicino a lui. Senza dire nulla, gli depose in grembo la torta profumata.
«Cos’è?»
«Dimmelo tu,» replicò con un sorrisetto: «ho seguito la tua ricetta.»
«L’ho trovata su internet.»
«Apprezzo lo sforzo.»
«Non mi pare.»
Chinò il capo: «Scusami se ti ho preso in giro. Ti vergognavi, volevo stemperare la tensione.»
Sesshomaru si voltò: «Non mi vergognavo, era per te.»
La commozione le punse gli angoli degli occhi. Non disse nulla, ancora lusingata da quel gesto piccolo seppur grande. Indicò la torta: «Assaggiala.»
Lui storse la bocca. Stava ripensando alle uova.
«Dai.»
Con violenta lentezza, le mani pallide di Sesshomaru strapparono un pezzo di torta e lo portarono alla bocca.
«Quindi?»
«Non so cosa ci trovi.»
Fece spallucce: «Perché uova, farina e zucchero sono diversi e fanno schifo, ma insieme sono un’armonia,» mormorò, prendendogli la mano con fare significativo.
Lui borbottò, contrito: «Buon compleanno, scema.»
  
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