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Autore: eleCorti    08/05/2021    6 recensioni
E se al posto di Freezer sul pianeta Namek ci fosse stato Cooler?
“Interessanti, queste sfere del drago…” di solito lui non origliava mai le conversazioni dei membri del suo piccolo esercito di élite, ma non fidandosi particolarmente dei sayan per quella volta aveva deciso di fare un’eccezione. Ed aveva fatto bene ad immischiarsi negli affari dei sayan. Aveva scoperto un piccolo dettaglio che avrebbe potuto fargli molto, molto comodo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cooler, Crilin, Goku, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cooler, il nuovo nemico
 
Non appena si erano sbarazzati di quei due brutti ceffi, Crilin aveva deciso che era meglio nascondersi in un luogo sicuro e informare subito Goku che non erano i soli a cercare le sfere del drago. Dicendo a Gohan di azzerare la sua aura – così quei nemici, i quali avevano non solo lo stesso abbigliamento dei sayan, ma persino il dispositivo con cui rilevavano le loro presenza – decisero di camminare a piedi, certi che nessuno li avrebbe scoperti.
“Ehi, manca ancora molto!” esclamò Bulma. Lei di certo non era abituata a tutto quello sforzo e non capendo il perché dovessero camminare invece che volare, aveva passato tutto il tragitto a lamentarsi.
“Coraggio, Bulma un altro piccolo sforzo. Quella grotta laggiù può andare bene!” rispose il piccolo Gohan, mentre puntava con il dito una piccola grotta proprio di fonte a loro. A Bulma spuntò sul volto un sorriso per la troppa sollevazione.
Quando arrivarono davanti alla caverna, in cielo notarono una navicella a loro nota: Vegeta. Di male in peggio, si ritrovò a pensare Crilin. Non solo si erano ritrovati degli individui inaspettati su quel pianeta, ma ora persino Vegeta si metteva tra loro e le sfere. Se Goku non arrivava in fretta avrebbero avuto scarse probabilità non solo di recuperare tutte e sette le sfere del drago, ma anche di sopravvivere.
Quando entrarono nella grotta, Bulma estrasse una capsula dalla sua tasca e quando la aprì spuntò una casa con tutti i confort che si potessero desiderare. Non appena vi furono entrati, Bulma ne approfittò per chiamare il maestro Muten, dicendogli tutto ciò che era capitato loro e di avvisare subito Son Goku.
“Certo, ho capito. Lo avviso subito!” aveva risposto il vecchio maestro. E Bulma riagganciò. Ora tutto quello che restava loro da fare era attendere.
 
*****
 
Non appena era atterrato sul pianeta Namek la prima cosa che fece fu accendere il suo scouter per rilevare la presenza di Cooler. Ci aveva pensato bene: aveva scoperto dai terrestri che per usare le sfere del drago bisognava averle tutte, quindi per sventare i piani di Cooler a lui bastava prendere una sfera del drago. Poi avrebbe aspettato il momento propizio per appropriarsi di quelle che aveva raccolto Cooler. Sì, il suo piano avrebbe certamente funzionato. E con l’immortalità avrebbe vendicato il suo nome e il suo orgoglio e, una volta fatti fuori Cooler e Freezer, sarebbe stato lui il padrone dell’universo.
Doveva, però, sbrigarsi, Cooler sicuramente già sapeva non solo del suo arrivo, ma anche del suo tradimento. E se voleva battere i suoi seguaci doveva aspettare che fossero da soli. Fortuna che dai terrestri aveva imparato anche a percepire le auree e anche a nasconderla. Avrebbe aspettato il momento giusto e poi avrebbe attaccato. Riaccese lo scouter in cerca di qualche abitante di Namek, avrebbe chiesto a loro delle sfere del drago.
 
****
 
“Possente Cooler, Vegeta è arrivato sul pianeta Namek.” Sauzer che aveva rilevato una potenza combattiva fuori dalla norma per un semplice namekkiano, aveva avvisato subito il suo signore.
“Quel Vegeta! Mi ero fatto troppe illusioni… d’altronde è difficile addomesticare una scimmia!” esclamò. Aveva accettato di prendere il principe dei sayan offertogli da suo fratello, perché pensava che lui, a differenza di Freezer che prendeva tutto con troppa leggerezza, avrebbe saputo tenere in riga quella scimmia. E invece, dopo tutti quegli anni gli si rivoltava contro.
“Che facciamo?” domandò Sauzer, in attesa di ordini da parte di Cooler.
“è un pesce piccolo. Pensiamo ad andare al prossimo villaggio…” avevano appena distrutto un villaggio. Nessuno, né anziani né bambini, era sopravvissuto a quello sterminio.
“Neize!” un alieno dalla pelle color mattone si inginocchiò al cospetto del suo padrone.
“Occupati di Vegeta. Mi raccomando non voglio che rimanga nemmeno un piccolo pezzetto di quella lurida scimmia!” ordinò Cooler. Il guerriero annuì e, acceso lo scouter, partì alla ricerca del suo avversario.
 
****
 
Aveva girato in lungo e in largo, ma di Vegeta non v’era nessuna traccia. Anzi lo scouter, a dire la verità, non segnalava la presenza di Vegeta. Ma come era stato possibile? Nessuno poteva sparire da un momento all’altro, in pochi secondi. Sicuramente il suo strumento non funzionava bene, e se non si decideva a svolgere correttamente il suo compito, lui non avrebbe mai trovato quel sayan e Cooler si sarebbe infuriato. E lui non voleva fare incollerire il suo padrone. Questi erano i pensieri di Neize quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo colpì da dietro con un calcio, facendogli perdere l’equilibrio per un attimo.
“Ma guarda, guarda. Neize!” era Vegeta. Stava sogghignando. Lui sapeva che se voleva battere l’armata di Cooler doveva affrontarli uno alla volta e non tutti insieme. Solo così avrebbe potuto vincere. E aveva avuto un enorme colpo di fortuna nel trovare proprio Neize davanti a sé.
“Vegeta!” tuonò l’alieno. Ma come aveva fatto il suo scouter a non percepire la sua presenza? Non aveva importanza, aveva finalmente trovato il suo avversario, ed ora poteva compiere il suo dovere.
“Cosa ci fai tutto da solo?” domandò, aveva ancora un ghigno stampato sul volto.
“Sono venuto ad ucciderti. È il grande Cooler che lo ordina!” rispose l’alieno. Bene, come ci si sarebbe aspettato da Cooler. Se anche una piccola mosca lo infastidiva, lui lo ammazzava subito. E dato che lui per il grande imperatore rappresentava solo un misero insetto, era logico che avrebbe mandato solo un membro della sua squadra d’élite.
“Non cantare vittoria. Dopo la mia missione sulla Terra, sono diventato ancora più forte!” esclamò. Neize rise. Lui che si affidava troppo allo scouter stentava a credere alle parole del sayan.
Tuttavia non ebbe il tempo di mettersi sulla difensiva che con un colpo Vegeta lo fece precipitare e, senza nemmeno dargli il tempo di rimettersi in piedi, lo annientò con un attacco di ki. 
“Fuori uno. Mancano solo Dore e Sauzer…” rifletté Vegeta. Ma prima doveva pensare alle sfere del drago. Riaccese lo scouter in cerca di qualche abitante di Namek.
 
****
 
Il maestro Muten non aveva perso tempo ad informarlo. E non appena Goku apprese ciò che era successo ai suoi amici, desiderò di poter mangiare un senzu e partire verso il pianeta Namek. Se solo non fosse stato costretto a letto, in quell’ospedale. Si annoiava a morte ed ogni volta che provava ad alzarsi per tenersi in esercizio, quello strano dottore, accompagnato dall’infermiera, non mancava mai di fargli la ramanzina. Ma se lui non teneva allenato il proprio fisico, rischiava di rimanere indolenzito.
“Ehilà”” Yajirobei era appena entrato nella stanza. A Goku si illuminò il volto.
“Mi manda Karin. Mi ha dato i senzu per te.” E allungò al sayan un piccolo sacchetto, da cui ne estrasse un piccolo fagiolo che lanciò direttamente nella bocca di Goku.
Non appena il sayan lo ingoiò, subito riacquistò le forze e le sue ossa si ricomposero. Ruppe il gesso, aumentando la sua forza combattiva e si infilò la sua tuta, ripiegata su una sedia, non mancando di agganciare alla cintura il sacchetto con i senzu. Il tutto davanti agli occhi sgomenti del dottore e dell’infermiera.
“Bene, io vado. Ho fatto costruire dal padre di Bulma una navicella spaziale. Sa, maestro Muten, mi sono ricordato che c’era ancora la navicella di mio fratello e quella con la quale sono venuto da bambino. Quella di mio fratello è andata distrutta, ma la mia era ancora lì. Il padre di Bulma l’ha presa e la sta modificando.” Spiegò Goku, il quale era salito sul davanzale della finestra. Poi balzò giù, atterrando sulla nuvola Kinto, che partì subito diretta verso la Capsule Corporation. Il tutto sotto gli occhi attoniti del dottore, dell’infermiera e dei pazienti delle altre stanze che, sentendo tutto quel trambusto, si erano affacciati alle loro finestre. 
Non appena atterò nel giardino della casa di Bulma, Goku fu accolto dalla signora Brief, la quale non solo si mostrò felice di vederlo, ma voleva invitarlo a prendere il thè. Goku rifiutò, garbatamente, non aveva tempo per pensare a certe cose.
“Dove il dottor Brief?” domandò, la mamma di Bulma lo accompagnò nel giardino laterale, dove suo marito era alle prese con l’astronave.
“Ehilà, Goku!” lo salutò allegramente il dottore. Poi lo guidò all’interno della navicella per fargliela vedere.
“è pronta?” domandò Goku. Vedendo che il padre di Bulma scuoteva la testa in segno negativo, Goku si sentì sconsolato. Lui non vedeva l’ora di partire per il pianeta Namek!
“Non so dove posizionare l’impianto stereo.” Spiegò il dottor Brief Goku per poco non cascò per terra. E lui che pensava che ancora mancasse tanto lavoro da fare! E poi che se ne faceva lui di un impianto stereo?
“Non ne ho bisogno! E poi se è già pronta posso partire subito! Devo salvare Crilin e gli altri!” esclamò Goku, non riuscendo a trattenere l’euforia.
Così, fatto scendere il dottore, Goku fece decollare l’astronave. In testa aveva un solo pensiero: quello che si suoi amici fossero ancora vivi e che lo sarebbero stati fino al suo arrivo, tra cinque giorni.
 
****
 
Non appena si erano sistemati all’interno di quella caverna e costatando che fossero al sicuro, Crilin aveva deciso di azionare il dragon radar. E Quando lo strumento si accese, subito segnalò la presenza di cinque sfere riunite, e una poco distante dal luogo in cui si trovavano. Le cinque sfere riunite dovevano essere nelle mani del misterioso nemico che era giunto prima di loro, ma la sfera che lampeggiava nel display no, doveva essere ancora al suo posto.
“Crilin, guarda! Non è lontano da dove ci troviamo noi!” il piccolo Gohan aveva detto esattamente ciò che lui stava pensando.
“Bene! Possiamo andare a prenderla! Basta che né Vegeta né questo misterioso nemico prendano tutte le sfere. Noi possiamo nasconderla fino all’arrivo di Goku!” sia Bulma sia Gohan esultarono a quel piano. L’idea, se agivano bene, poteva funzionare.
E stavano per spiccare il volo, quando d’un tratto i due si arrestarono. Avevano avvertito un’aura potentissima, fuori dal comune. Molto, molto minacciosa. E si stava dirigendo verso di loro. Si appiattirono contro le pareti dell’entrata della caverna. Entrambi trattennero il respiro, come se stessero aspettando inesorabilmente che giungesse la loro ora. Per loro fortuna, il gruppo di persone che stava avanzando verso di loro, non si fermò, anzi proseguì. Crilin tirò un sospiro di sollievo, ma la paura, no il terrore non era svanito. L’individuo che volava al centro della formazione emanava un’aura terrificante. Mai Crilin aveva percepito una presenza così minacciosa.
“Ehi, Gohan! Hai notato l’aura di quello che stava al centro?” il bambino era ancora appiattito sulla parete e tremava ancora dalla paura. Ma sentendo le parole dell’amico, uscì dalla trance.
“Sì… e sta andando verso la sfera!” esclamò il bambino. E le loro speranze svanirono di nuovo.
“Ormai siamo spacciati…” disse Crilin più a sé stesso che al piccolo sayan.
“Dobbiamo andare ad aiutare i namekkiani!” esclamò Gohan. Era proprio come suo padre, pensò Crilin.
“Non saremo d’aiuto! Fermo Gohan!” Crilin bloccò il bambino, prima che potesse spiccare il volo.
“Andremo nascondendo il più possibile la nostra aura. Seguimi!” e balzando per le varie rocce, si diressero verso il punto dove avevano localizzato la sfera.
Quando intravidero le costruzioni del piccolo villaggio, si nascosero in cima a una piccola rupe, appiattendosi al suolo, per non farsi vedere ma soprattutto scoprire con quell’aggeggio per rilevare le presenze. Quello che videro per poco non gli scioccò. Le case – dalla forma strana, quasi geometrica – erano andate distrutte, al suolo giacevano dei namekkiani, ormai defunti. In piedi si ergevano due energumeni.
“Gohan, calmati! Non possiamo fare niente! Sono troppo forti per noi!” Crilin cercò di calmare l’amico, il quale cercava in tutti i modi di trattenere la rabbia.
“Possente Cooler, era proprio come pensavamo. Anche questa sfera come le altre era custodita da questo villaggio!” un alieno dalla pelle viola e i capelli biondi uscì da una abitazione, in mano reggeva una sfera del drago.
“Ben fatto, Sauzer!” Cooler ghignò, altre due sfere e avrebbe esaudito il suo desiderio. L’imperatore, però, non sapeva che in quel momento era origliato da Vegeta, che attraverso lo scouter, scoprì come individuare le sfere.
I tre, poi, spiccarono il volo lasciandosi alle spalle una scia di distruzione e desolazione. Appurato che non erano più a portata di vista, Crilin scese giù per quella rupe, Gohan lo seguì. Cercavano qualcuno che fosse sopravvissuto. Ma ciò che videro fu solo un ammasso di corpi immobili e straziati, segno della loro violenta morte. Poi sentirono un rumore, proveniente da una casa. Si diressero verso l’abitazione, entrandovi. Dentro vi trovarono un bambino, un namekkiano sopravvissuto.
 
 
 
Note dell’autrice: eccomi tornata! Wow, sono fiera di me perché era tipo da anni che non mi capitava di aggiornare una storia così in fetta! Ma comunque tornando a noi, il capitolo è venuto più lungo rispetto all’altro, quasi nei miei standard, quasi. E se avete notato ho cambiato un po’ di cose rispetto al canon, per esempio il fatto che quando Crilin e Gohan arrivano al villaggio trovano tutto distrutto, perché secondo me Cooler è una persona che agisce subito senza perdere tempo in inutili chiacchiere. Bene, detto ciò io ringrazio tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo e ci vediamo alla prossima!
   
 
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