DETTAGLI
Questo
è l’ultimo capitolo di “Realizza il tuo
sogno!”.
Il finale
è aperto: non mi sono sentita di completare la storia
in modo diverso questa volta, proprio perché questa storia
nasce dall’ascolto
di canzoni un po’ tristi, da cui ho "rubato e in
alcuni casi riadattato" alcuni versi.
Ringrazio tutti
coloro che si sono affezionati alla lettura e
soprattutto chi commentando, ha condiviso con me il proprio pensiero.
Ah, ultima cosa:
in questo capitolo, a differenza di quelli
precedenti, i pensieri sono spiegati dal punto di vista di Holly.
Grazie
davvero di cuore
a tutti!
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Quanto ho
sofferto in questi anni, ho tentato di realizzare
il mio sogno, mi sono dedicato giorno dopo giorno per farlo, con
allenamenti
intensivi, partite interminabili, non curante della fatica o del
dolore.
Sorrido,
è vero, però ho avuto pure tante soddisfazioni:
oltre che
a vincere e a ricevere opportunità importanti prima in
Giappone, poi in Brasile
e presto anche in Europa, lo sport mi ha aiutato a farmi degli amici,
amici
veri che, con il loro incoraggiamento, sono con me durante i momenti di
difficoltà in campo. E poi, non
posso dimenticare che anche con i miei avversari sono riuscito a
stabilire
rapporti di profondo rispetto: primo fra tutti Benji, poi Julian,
Philip, Mark,
Pepe… queste sono le mie vittorie più grandi.
Sono nella mia
camera, mi guardo intorno; mia madre ha
lasciate ancora esposte le foto di quando giocavo con la New Team. Tre vittorie
consecutive
nel campionato nazionale, sempre con i miei più cari amici
accanto e con lei
sempre presente.
Sospiro, che
rabbia, non ho potuto neppure preannunciarle che
presto deciderò in quale squadra europea andare a giocare,
non sa niente, ma non
credevo che a seguito della mia dichiarazione potesse reagire negandosi
a me.
Guardo fuori
dalla finestra, Patty, anche se ormai è
diventata una bellissima donna, resterà sempre quella
bambina un po’
maschiaccio che scuote una bandiera enorme sugli stadi urlando il mio
nome,
combattente come pochi altri e pronta sempre a difendere tutti i suoi
amici.
Sapevo che pungerla sulla nostra amata squadra, l’avrebbe
fatta scattare come
una molla, ma non credevo potesse decidere di scappare, piuttosto che
ammettere
i suoi sentimenti per me. Perché io lo so che mi ama e che
mi ha sempre amato e
che non c’è mai stato nessuno per lei come per me
non c’è mai stata nessuna
ragazza che mi abbia fatto venire i brividi anche solo con un semplice
tocco.
Forse ho
sbagliato l’approccio, dovevo essere più dolce
come mi
ero prefissato, ma quando mi ha risposto fraintendendo il mio interesse
per lei
a un interesse generale, mi è salita una rabbia
incontrollabile.
L’ho
portata sul campo da calcio, perché è qui che
è nato il
nostro amore, ed è qui che volevo dichiararmi…
l’ho fatto ma senza il successo
sperato…
“HOLLY,
HOLLY, STO USCENDO!”, sento mia madre che mi avvisa
“OK
MAMMA!”.
Mia madre mi
ridesta dai miei pensieri.
Basta! Devo
uscire da questa camera, non posso rintanarmi qui
ancora a lungo, altrimenti impazzirò.
Scendo in cucina
a bere un bicchiere d’acqua, metto le
scarpe, voglio andare a passeggiare.
Non corro, non
ne ho molta voglia. Cammino e senza rendermene
conto arrivo davanti la scuola media. Bei tempi quelli! Quanti pensieri
sereni
affollano la mia mente.
Mi siedo su una
panca, il sole mi acceca e mi copro gli occhi
con il braccio. Noto un’ombra e dopo pochi istanti una voce:
“Capitano,
ti dà fastidio il sole?”.
È la
voce di una donna che mi parla alle spalle. Che
meraviglia, è cambiata tanto in questi anni; i capelli sono
più lunghi, i
lineamenti del viso sono perfetti e il suo corpo mi attira come un orso
che
desidera a tutti i costi gustare il miele.
Si siede di
fianco a me e il suo profumo mi stordisce.
“Che
ci fai qui?”, mi chiede sorridendo, non sembra più
arrabbiata, le sorrido di rimando:
“Volevo
godermi il sole e i profumi del Giappone, sono anni
che sogno questi momenti!”, cerco di mantenere il mio sguardo
fisso al suo,
voglio capire quali sono le sue intenzioni.
Arrossisce,
è così bella: “Credi che godrai ancora
per molto
tempo del sole e dei profumi del Giappone?”, mi chiede
distogliendo lo sguardo
e fissando l’edificio scolastico.
“Presto
partirò per i campionati e poi io…”,
voglio dirle che
andrò a giocare in Europa, voglio chiederle di venire con
me, ma mi blocca:
“Anche
io verrò in Francia”
Spalanco gli
occhi: “Puoi ripetere?”
“Sono
stata convocata come manager e pertanto farò anche io
parte del team della Nazionale giapponese”, mi guarda negli
occhi e io non
posso che regalarle il mio sorriso più bello:
“Patty sono molto felice!”.
“Anche
io”, mi risponde con gli occhi lucidi, come se si
trattenesse dal piangere.
“Credi
che…”, vorrei chiederle se ci potrà
essere qualche
possibilità tra noi, vorrei sapere se ha pensato alla mia
proposta, ma mi
avvicina un dito sulle labbra:
“Shhh
capitano… so cosa vuoi dire, andiamo in Francia e
poi…
poi si vedrà!”.
La fisso,
è cambiata, è una donna ora. Non basta una
semplice
dichiarazione per farle capire i miei sentimenti; credo che
dovrò impegnarmi
molto per farle finalmente dire di sì!
Annuisco e le
sorrido, rivolgo il mio sguardo verso il cielo,
sta tramontando e ci regala dei colori stupendi; torno a cercare i suoi
occhi: no, non
finirà mia piccola Patty, ciò che provo per te
è durato tanti anni senza averti
accanto e ora che sei con me, quel sentimento si è
rafforzato.
In Francia
dovrò lottare per farti capire quanto ti amo, ma quando
mi metto qualcosa in testa, sono tenace e tu questo lo sai molto bene!
“Ora
vado a casa, ci vediamo domani Holly!”, si alza
e con molta calma inizia il suo percorso. Resto a guardarla mentre si
allontana da me e non posso fare a meno che dirle:
“Aspetta,
ti accompagno!”.
Fianco a fianco
ci avviamo verso casa sua… nessuno dei due
parla, ma poco prima di arrivare alla nostra meta, la sua mano si
stringe nella
mia. Fissa la strada, non osa cercare il mio volto, ma noto il suo
profilo arrossito e le
labbra curvate come a sorridere.
Davanti al
cancello di casa sua, mi rivolge finalmente lo sguardo e un
bellissimo sorriso che io ricambio immediatamente.
Leggo nei suoi
occhi quello che io sto pensando, ne ho la
certezza: nessun vento o temporale potrà allontanarci; no,
non finirà mai tra
noi, è questa l'unica cosa di cui sono veramente sicuro!
Ora
sì, ora ho davvero realizzato il mio sogno!