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Autore: sallythecountess    09/05/2021    0 recensioni
In questo capitolo finale della saga della famiglia Jimenez tutti i nodi verranno al pettine. Juan ritroverà la sua natura oscura e darà inizio ad una guerra che incendierà Los Angeles solo ed esclusivamente per amore di Mina. John dovrà affrontare non solo la fine della sua relazione con il suo amato Ethan, ma un enorme dolore che lo manderà totalmente in crisi e lo costringerà a crescere. I tre ragazzi Jimenez, infatti, si troveranno da soli a combattere con la paura di diventare orfani e inevitabilmente diventeranno adulti.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
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Capitolo: i figli
“Mis hijas…” sussurrò Juan dolcemente, perché aveva riconosciuto immediatamente la voce. Johanna gli sorrise con molta tenerezza, accarezzandogli i capelli e gli chiese piano “come stai?” senza avere risposta, se non un sorriso, come sempre. Suo padre si stava totalmente annullando per stare accanto alla madre, e lei e Jane erano costrette a provare ogni cosa per dargli un po’ di tregua, ma lui era incredibilmente distante. Ogni sera si offrivano di dargli il cambio, di dormire loro con la madre, ma Juan sorrideva e scuoteva la testa, ma approfittava della loro presenza per andare a fumare. Non ce la faceva a lasciarla sola, voleva proteggerla e trasmetterle forza, e addirittura fumava solo quando c’era qualcuno in stanza con lei: un medico, Johanna o le sue figlie. Era passato dalle venti sigarette al giorno a circa quattro o cinque, ma non gli importava. Juan ignorava totalmente qualsiasi necessità del suo corpo, perché aveva come unico e solo obiettivo quello di controllare che Mina restasse in vita. Mangiava e beveva solo quello che trovava ai distributori dell’ospedale, dormiva pochissimo e teneva le riunioni del clan nel parcheggio dell’ospedale, perché non riusciva fisicamente a staccarsi dalla sua donna. Non si occupava molto dei suoi figli, e a stento riusciva a guardare quelle due ragazze, perché assomigliavano troppo alla madre. Passava a casa solo per cambiarsi e fare la doccia di tanto in tanto, ma i suoi figli non lo incontravano mai. Jemie era incredibilmente confuso, perché non sapeva cosa stesse succedendo alla sua famiglia, John era furioso con quel pazzo del padre che li aveva abbandonati, ma le ragazze erano semplicemente addolorate.
Jane aveva provato a prendere il posto di sua madre, occupandosi di Joey e di Jamie a tempo pieno e dei suoi fratelli, ma aveva scoperto che non era affatto semplice. Preparava la cena, accarezzava John quando lo trovava troppo avvilito, provava a consolare suo padre e a giocare con i bambini, ma non sempre riusciva a calmarli e più di una volta era scoppiata in lacrime sentendogli dire che volevano soltanto Mina. Aveva iniziato a capire quanto male avesse fatto a Joey la sua assenza, e mai come in quel momento si era sentita un mostro.
 La nostra piccola Jane, in realtà aveva un segreto che sapeva soltanto mamma Mina, e che la stava letteralmente uccidendo. Stava per sposare Chris, finalmente, ed era quasi tutto pronto, ma alla prova dell’abito, Mina le aveva chiesto come mai fosse ingrassata e Jane aveva tirato fuori i suoi sospetti. La madre si era mostruosamente infuriata, perché Jane non era una madre presente con Joey e non sarebbe stata in grado di gestire anche un altro. Avevano litigato furiosamente, e Mina le aveva gridato che doveva pensarci su parecchie volte se aveva intenzione di mettere al mondo un altro bambino che avrebbe dovuto crescere lei. Jane le aveva messo il muso e non si erano più parlate, ma poi era morto lo zio Carlos. Non avevano avuto modo di chiarirsi durante il funerale, si erano scambiate un sorriso a distanza e poi l’aveva vista cadere. Non riusciva a perdonarsi per quella lite, moriva di dolore per quel litigio, ma ancora di più perché aveva capito che sua madre aveva ragione. Aveva provato a chiederle scusa, ma non era la stessa cosa senza poter avere una risposta.
 Johanna, invece, era quella che aveva reagito in modo più normale tra tutti. Malgrado il suo carattere introverso, cercava di essere di supporto a tutti e di mostrarsi sempre tranquilla. Provava ad andare avanti con la sua vita, occupandosi anche del fratello e degli altri e faceva la spola tra New York e Los Angeles. Aveva una grossa parte in un musical a Broadway con una piccolissima compagnia, ma tutti erano entusiasti perché pensavano fosse il suo grande inizio.
Quando la madre era stata colpita, aveva detto al padre di voler abbandonare per potersi dedicare alla famiglia, ma Juan con un sorriso le aveva detto soltanto “fai come ti senti, noi siamo sempre al tuo fianco. Però devo confessarti che a tua madre sarebbe piaciuto un sacco vederti cantare…” e poi aveva condiviso con lei un ricordo dolcissimo.
Mina era andata spessissimo ad applaudirla alle prove, portandosi dietro anche Joey, nella speranza che lui potesse aiutarla a lanciare la sua carriera. La piccola Jimenez, sebbene fosse quella che esteticamente assomigliava più al padre, era quella che più di tutti aveva ereditato i talenti della madre. Cantava come un angelo ed era un’attrice formidabile. Mina era orgogliosissima di lei, e aveva speso un sacco di soldi per il regalo della sua prima. Juan non lo aveva neanche visto, ma lei lo aveva preso il giorno in cui l’aveva vista sul palco la prima volta, e aveva raccontato al marito di essersi commossa come mai prima.
“Avevo i brividi, giuro. Ho pianto tantissimo. Sarà meravigliosa Juanito! E noi le porteremo i fiori, mille regali e poi la porteremo a cena da Alfredo…” aveva concluso, con occhi lucidi, mettendo in cassaforte un pacchettino prezioso e lui aveva solo sorriso perché non l’aveva mai vista così orgogliosa.
Era stato davvero molto duro sentire quelle parole del padre, e Johanna si era sciolta in un migliaio di lacrime una volta da sola. Così aveva deciso di continuare per lei, malgrado non fosse affatto semplice, e aveva imparato anche a gestire le sue emozioni in modo tale da non mostrare a nessuno le sue lacrime, e si sfogava soltanto con il regista dell’opera, perché era l’unico esterno alla famiglia che le aveva porto una spalla. Lavorava duramente, perché voleva più di tutto renderli orgogliosi di lei, ma era ovviamente a pezzi.
Sembrava la più serena degli Jimenez, ma in realtà proprio come sua madre, era quella che recitava meglio. Era molto preoccupata per John, che faceva finta di niente costantemente, e più di una volta aveva scritto a Rafa per chiedergli aiuto per quei due pazzi uomini Jimenez.
John e Juan avevano reagito in modo esattamente opposto: il padre controllava ogni battito del cuore di lei, mentre il figlio fingeva che lei non ci fosse, che fosse tutto ok. Johanna aveva più volte provato a coinvolgerlo, a chiedergli cosa dovessero portare in ospedale alla madre, ma John scuotendo la testa rispondeva sempre e solo che era tutto inutile. L’ultima volta, la sera prima dell’arrivo di Johanna in ospedale, ne era nata una scena parecchio penosa.
“Porta a casa tuo padre, cerca di fargli capire che anche se lei non c’è, lui ha comunque dei figli. E va bene fottersene di noi, non mi importa, ma deve comunque occuparsi di un bambino che non ha neanche quattro anni e che non capisce nulla di quello che sta succedendo e si sente perso senza i suoi genitori…”le aveva ringhiato severo quella sera. Parlare della madre gli fece venire le lacrime agli occhi, ma Johanna rispose soltanto “Lei c’è John, e faresti bene a venire a parlare con lei, invece che con le sue foto, perché…non sappiamo per quanto potrebbe ancora sentirci…”
Era vero, purtroppo. John era rimasto più di un’ora a piangere accarezzando una sua foto nel corridoio la notte prima, ma pensava che nessuno l’avesse visto. Era andato a cercare da bere dopo la chiamata con Rafa, e come sempre cercava di pensare a qualsiasi cosa che non fosse lei. E poi, rientrando in camera, aveva notato la foto nel corridoio. Felipa aveva voluto le foto di tutti i suoi nipoti, ma teneva le loro lontane dalla sua stanza perché non voleva dover vedere Mina ogni volta. John aveva ignorato mille volte quelle foto, ma quella sera gli era caduto l’occhio sulla sua foto mentre bacia sua madre e aveva solo sorriso all’inizio, ma poi la sua mancanza lo aveva travolto.
“Lei non c’è Joy…inutile illudersi. Che senso ha passare ore in processione davanti a un corpo, quando non ha la minima idea di cosa lo circondi? Ha molto più senso investire quel tempo con Jemie, che è sconvolto…”
John aveva esagerato, e adesso si vergognava di quello che aveva detto, ma qualcun altro era morto di dolore sentendogli dire quelle due parole.
Juan era rientrato per fare una doccia e vedere al volo i capi del clan. Aveva lasciato Mina con Johanna e Joey per due ore e voleva salutare anche i figli, ma era rimasto gelato da quelle parole. “quel corpo, come dici tu, è la donna che ti ama più di qualunque cosa al mondo…” ruggì addolorato, e John si infuriò. Johanna cercò di mettere pace, ma quei due erano entrambi a pezzi.
“No, no…” rispose agitatissimo, e mostrando il cellulare aggiunse “questa è mia madre, non quello…”
“Allora se io mi addormentassi sul divano diventerei ‘un corpo’ per te? E mi volteresti le spalle così allegramente?” rispose serio, ma era troppo addolorato per alzare la voce e questo fece terribilmente pena a entrambi i suoi figli. La delusione che gli stava dando John in quel momento era troppo forte.
Lo stesso John in quel momento era in uno stato emotivo pietoso. Furioso contro di lui, voleva vomitargli contro qualsiasi cosa, ma allo stesso tempo era terribilmente ferito e non riuscì a dire nulla, così fece per andarsene quando lui chiese piano “lo sai perché il tuo nome è John?”
“Perché dovevo essere come te, immagino…” ruggì sarcastico e sua sorella scosse solo la testa, ma suo padre disse pianissimo “…no affatto. Se vuoi fare lo stronzo con lei, te lo dico io a chi stai voltando le spalle, se hai il cuore di sentire questa storia. Era da sola durante la gravidanza di Jane, ed era convinta di aspettare un maschietto. Io le avevo fatto troppo male, lei si vergognava di farsi vedere in giro incinta perché pensava che la stampa l’avrebbe distrutta e le avrebbe sbattuto sotto al naso le mie foto con la donna che avevo detto di amare per allontanarla…”
Johanna e John lo fissarono immensamente stupiti. Sapevano che avevano litigato in quel periodo, ma non avevano mai saputo i dettagli.
“…perciò si nascondeva dal mondo, e una notte ha avuto dei crampi. Era molto spaventata e non sapeva cosa fare, non aveva neanche molti soldi con sé o l’assicurazione sanitaria, così ha iniziato a parlare con la sua piccola pancia e quel nome le era scivolato fuori senza pensarci troppo, e i dolori le erano passati. Da quel momento aveva deciso che il suo uomo, l’unico che non le avrebbe mai fatto del male, l’unico che l’avrebbe sempre protetta, avrebbe avuto il mio nome. Sarebbe stato simile a me, ma migliore, e a differenza mia l’avrebbe sempre amata…”  
  Johanna e John scoppiarono in lacrime in quel momento e Juan mise una mano sulla spalla a entrambi, ma disse piano “io non lo so che ti sta succedendo, capisco che sia terribile quello che state vivendo, ma vorrei chiederti solo una cosa: se, come dicono i medici, fosse consapevole di quello che ha intorno, come pensi si sentirebbe sapendo che  il suo amato Johnny non è mai passato neanche a farle una carezza, eh? Perché io me la immagino lì ad aspettarti tutte le volte, spaventata e confusa dalla tua assenza…”
“E’ un colpo basso, terribile…” gli aveva ruggito in preda ad un pianto fortissimo, e poi era andato via, lasciando Juan a stringere forte Johanna che solo dopo un po’ gli chiese piano “…ma perché vi eravate lasciati?” facendolo sorridere.
 
Capitolo: un ritorno di fiamma
“Ok, adesso calmati, però perché non è una situazione semplicissima…” aveva detto serio Joey Stanley al telefono.
Per anni non aveva sentito il suo migliore amico, ma dopo l’incidente di Mina erano costantemente in comunicazione. Il suo cuore fin troppo buono lo aveva spinto a chiamarlo per raccontargli l’accaduto prima che lo venisse a sapere dai media e il caro Greg aveva iniziato a starci malissimo. Si era risposato con una ragazzina di diciannove anni, e aveva iniziato la carriera da solista e scritto un libro, che aveva fatto infuriare Mina, perché era una specie di versione fiabesca della loro storia in cui i quattro figli di Juan erano in realtà figli suoi. Lei, John e Joey lo avevano letto con molta attenzione e usavano alcuni passaggi per provocare Juan.
John in particolare lo tormentava in tutti i modi, e una sera aveva chiesto al padre “ma io sono il figlio di un amore troppo forte per essere contenuto in due corpi soltanto?”
Il padre era sovrappensiero e non aveva capito immediatamente, anche perché tra John e Mina era un continuo di citazioni di Ethan, di Greg e delle serie tv che guardavano insieme e che lei provava costantemente a propinargli nel tentativo di fargli imparare qualcosa sul romanticismo. Mina, però, aveva trovato molto fastidioso quel pezzo del libro, e quindi aveva dato uno schiaffetto alla nuca del figlio per farlo smettere e Juan aveva capito, e ridacchiando aveva risposto “…sei semplicemente il figlio di una delle tante notti in cui ho dimenticato il preservativo…” facendo infuriare la moglie.
Mina voleva fargli causa per quel libro, perché conteneva un sacco di suoi dettagli personali che la rendevano abbastanza identificabile, ma Juan aveva semplicemente detto di lasciar perdere, perché era solo una masturbazione mentale di un pazzo, e così era finita.
Il pazzo, però, ora tormentava Joey perché voleva rivederla per l’ultima volta. Lui aveva preso tempo, perché non sapeva cosa fare, ma quel pazzo era volato a Los Angeles e tutte le sere lo aspettava nel parcheggio dell’ospedale per sapere come stesse.
“Non me la vuole far vedere neanche per un attimo?” chiese sconvolto e Joey mentì. Non voleva chiedere a Juan di fargli vedere Mina e, a onor del vero, neanche lui voleva che la vedesse. Era nato qualcosa tra loro in quei mesi, erano diventati molto legati e quando Mina gli aveva raccontato di quello che le aveva fatto sulle scale anni prima, Joey si era sentito mortalmente in colpa.
“no, non vuole…” concluse serio, e poi si affrettò a chiudere la chiamata, perché Juan stava uscendo dalla stanza insieme alle sue figlie.
“Le accompagno al parcheggio, fumo una cosa e prendo il caffè…resti dieci minuti con lei?” chiese serio, a quello che ormai era diventato un membro della sua famiglia e Joey annuì soltanto.
Occupò quella poltrona, quella del marito, e per un attimo i pensieri lo sommersero. Non era mai stato solo con lei in ospedale, c’era sempre Johanna. Eppure forse in quel momento, totalmente soli, con lei addormentata, poteva ammettere quello che aveva pensato mille volte di confessarle in quei mesi, ma che non avrebbe mai osato dire a voce alta.
Quando sua moglie Sarah era andata via, Joey aveva totalmente perso la testa, ma solo per poche settimane. Una mattina si era svegliato, e cercando di smaltire i postumi della sbornia mangiando cereali, aveva avuto un’epifania: si era reso conto di essere stato da solo in quel rapporto negli ultimi dieci anni, almeno, e quindi di aver già affrontato la morte di quell’amore. Si era rimesso in piedi. Mina gli era stata vicina, l’aveva accompagnato a iscriversi in palestra e aveva persino rimodernato il suo guardaroba, gettando tutti i vecchi abiti da rockstar che neanche gli entravano. Lo aveva spinto a riprendere a suonare con una scalcagnata band di ex rockstar, a sentire altre donne, ma piano piano Joey si era accorto di essere molto preso da lei. Mina era bellissima, ancora più di quando l’aveva incontrata la prima volta, e purtroppo era terribilmente dolce. Era l’esatto opposto della donna che aveva avuto accanto negli ultimi anni: premurosa, affettuosa ed estremamente materna. I giorni passarono, e il povero Joey iniziò a rendersi conto di essersi legato troppo a lei, ben sapendo che sarebbe stata una cosa assolutamente a senso unico. Mina parlava sempre di Juan, anche quando lui non c’era, e si occupava di lui anche a distanza, inviandogli sempre regali e coccole.
“Mi chiedo cosa si provi a stare nei panni di tuo marito…” gli era sfuggito una sera, mentre Mina sceglieva un orologio che sapeva che Juan avrebbe adorato, solo perché aveva avuto una settimana difficile, e lei lo fissò un attimo perplessa e poi rispose ridendo “…a te starebbero stretti e lunghi, ma tra un paio di mesi di palestra potrebbero entrarti…” e lui le mostrò soltanto il terzo dito, ma lei accarezzandogli il braccio disse piano “…troverai una donna che sappia amarti e prendersi cura di te, Mary…” e il cuore gli saltò letteralmente in gola.
“Dai Lucy…non è giusto tutto questo. Va bene mandarmi in bianco, ma almeno potresti avere la decenza di non fingerti semimorta …” le disse con infinita dolcezza, prendendole le dita piano. Evitò volutamente quella con il nome del marito, e disse solo “…sei stupenda, brutta stronza. Tenera, dolce, divertente, sexy da impazzire, intelligente e sai amare come nessuna. Devo proprio averti sbavato dietro parecchio, ultimamente, che povero stronzo…”
Si portò le mani al viso e aggiunse piano “Sì, Mina, lo ammetto: mi sono innamorato e ora puoi svegliarti per prendermi in giro, dai. E faccio anche schifo, perché il tuo uomo si fida di me. Non lo so perché, non gli piace nessuno e non si fida mai, ma di me sì. E io? Io sognavo di portarmi a letto la moglie, di sposarla e farle fare un altro figlio. Anche se, diciamocelo Lucy, ormai nessuno di noi due è di primo pelo, quindi probabilmente era solo un’utopia, ma anche separarti dal tuo Juanito lo è, perché tu non ameresti mai qualcuno come hai amato lui. Non so neanche se avrei voluto separarvi, in realtà, perché mi piacete davvero un sacco insieme. Io vorrei soltanto essere lui, essere guardato in quel modo e... sentirmi amato.”
Fece una pausa e ricordò per un attimo la sera in cui si era ritrovato Juan a casa in piena notte e aveva davvero temuto per la sua vita. La sera in cui era tornato da Berlino definitivamente,un mese e mezzo dopo la dichiarazione d’amore che John aveva fatto sui social ai suoi genitori. Era uscito un altro scandalo, questa volta su Mina e Joey, che erano stati beccati ad abbracciarsi sul balcone. La foto, in realtà, era stata scattata la sera in cui Mina aveva letto l’articolo sulla presunta infedeltà di Juan, e Joey la stava consolando.  Juan Jimenez era a un pranzo di lavoro, e si stava annoiando a morte, quando gli girarono il super scoop. Aprì la foto quel tanto che basta da vedere che la moglie era in lacrime, e mollò tutto. Decise che quel lavoro gli stava costando troppo, che voleva solo stare con la sua famiglia, e che sarebbe tornato a casa. Non le fece neanche un colpo di telefono, scrisse due righe a John, infilò le sue cose in una valigia e tornò a New York. Non andò da lei, però, appena arrivato, bensì da Joey.  Era notte fonda e lui stava bevendo con Johanna e altri amici, ma gli prese un colpo nel vedersi davanti Juan. Si sentiva oggettivamente in colpa, ma l’ispanico si sedette di fronte a lui e chiese serio “perché piangeva?” lasciandolo totalmente senza parole. Pensava che volesse ucciderlo per averla toccata, accusarlo di aver fatto qualcosa con lei, ma Juan era solo preoccupato per sua moglie. Non ce la faceva a saperla infelice e così lontana, e voleva che Joey gli confermasse i suoi dubbi.
“…secondo te? Perché era preoccupata che tu potessi innamorarti di un’altra, che potessi tradirla sentendoti solo…” rispose con un sorriso e Juan sorrise solo in risposta, ma con infinita dolcezza.
“E’ una maledetta orgogliosa, quindi ha dovuto fingere di essere sicura e tranquilla al telefono con te, ma lo sai quanto è gelosa…” aggiunse Joey, e Juan annuì soltanto e si alzò per andarsene.
 “Grazie, comunque…” gli disse a bruciapelo uscendo, lasciandolo totalmente senza parole.
“…sei stato un buon amico ed è stato sicuramente importante il tuo supporto per Mina in questi mesi, e anche per me. Grazie Joey…” concluse serio, lasciandolo interdetto.
Lo aveva salutato con un sorriso, e senza neanche spogliarsi, si era andato a sdraiare a letto con lei, che aveva avuto un infarto trovandoselo accanto la mattina dopo. Non si erano detti nulla, non servivano spiegazioni, ed era bastato un abbraccio per farle capire che lui non era arrabbiato e non aveva sospetti, ma quando Juan aveva detto a Jemie “…papà rimane per sempre” lei aveva solo sorriso.
“E chissà, forse come dice Greg, abbiamo tutti avuto una chance di avere quello che tu hai con lui, ma non ce ne siamo accorti. Ad ogni modo…” concluse Joey serio, perché in quel momento tornò Juan, che accorgendosi di averlo interrotto gli disse piano “…se disturbo aspetto fuori” ma Joey scosse solo la testa e ridendo rispose “mi conosci, le dicevo stronzate per farla arrabbiare…”
Juan sorrise soltanto, e le prese di nuovo la mano, ma Joey uscendo chiese “…quanto ti incazzeresti se ti chiedessi di farla vedere a Greg?” e lui sbuffò soltanto.
Nota:
Ciao a tutte, e come ogni weekend eccomi di ritorno. Allora siete arrabbiati per il capitolo su John e Juan? So che è volutamente molto tosto, (è stato molto impegnativo per me scriverlo) ma sto cercando di rendere lo stato emotivo di John, che non è proprio dei più semplici. Se non avete apprezzato, ditemelo chiaramente. E...che ne pensate della dichiarazione di Jeoy? E' stata una sorpresa o lo avevate capito? Nei prossimi due capitoli (spoiler!) vi regalerò qualche info in più sulla giovane Mina con Greg e Joey, curiosi? Grazie, come sempre, per aver letto questa storia che ormai è abbastanza prossima alla fine e buona domenica
   
 
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