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Autore: paoletta76    09/05/2021    0 recensioni
Un istante, soltanto un istante. Una specie di scricchiolio sinistro, poi un boato. La strada che si apriva, sotto il peso del camion, inghiottendolo, e con lui l’autista e l’uomo in divisa.
Il cuore di Jess andò a rimbalzarle all’altezza delle tempie.
- Chiamate la Squad 3, presto!
Polvere e confusione, Matt che agitava le braccia e qualcuno che correva a bordo strada, mano e labbra alla radio.
Jess raccolse il respiro e smise totalmente di pensare.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tre mesi fa.

L’auto accostava al marciapiede, dopo un viaggio di una sola manciata di miglia, che a lei sembrava durato un’eternità.
Un sospiro, lento e profondo; uno sguardo al sedile dietro, invaso di tutto ciò che possedeva raccolto in scatole e pacchetti, prima di sollevarsi verso le mura color mattone della caserma in cui avrebbe passato l’ennesimo breve periodo di transizione, a sostituire una collega in congedo temporaneo per infortunio.

Floating, era il termine con cui indicavano quelli come lei, all’interno del CFD. Quelli in movimento per periodi brevi, limitati, spostati dove necessario per sostituire colleghi in infortunio, in vacanza, o per riempire i buchi. Quelli che non avevano ancora trovato un posto in cui potersi fermare, un porto sicuro. 
E che forse erano destinati a non trovarlo mai.

Esattamente come lei.

Impulsiva, insubordinata. Dotata di una spiccata propensione al disprezzo della propria incolumità e del rispetto degli ordini.
Quelle due righe a margine erano sufficienti a siglare in via definitiva un curriculum pieno di grinze. 
Perché non bastava che il disprezzo per la propria incolumità le avesse consentito di salvare un bambino, meritando quella medaglia sul petto della divisa che indossava nelle grandi occasioni. Non bastava, che le sue azioni sconsiderate e quel non attendere ordini finisse quasi sempre per risolverle, le situazioni.
Non bastava, non sarebbe bastato mai.

Jessica Collins. Trent’anni appena compiuti, un punteggio altissimo all’accademia ed una testa matta grazie alla quale non avrebbe mai fatto carriera. Tre specializzazioni rimaste su carta, ed una bella serie di note di demerito che le avevano fatto guadagnare, in quattro anni e mezzo di servizio, una delle ultime posizioni in graduatoria. 
Non lo sarebbe mai nemmeno diventato, un vigile del fuoco. 
Vai, Jess. Brava, continua così.

Un altro sospiro, chiudendosi dietro la portiera dell’auto e trascinandosi a passi stanchi col borsone calato in spalla.

Oltre la linea d’ombra delle saracinesche aperte, i mezzi della caserma 51 riposavano, in attesa della prossima chiamata, circondati dal rumore di qualche opera di manutenzione e controllo, più quello di un leggero vociare in sottofondo.

Le avevano descritto quel posto come uno dei più difficili di Chicago.
E no, non perché fosse una caserma in cui rimaneva difficile ambientarsi. Anzi, in giro la descrivevano tutti come una piccola famiglia, una piccola sgangherata squadra di fratelli.
La caserma 51 era da sempre la più difficile da imbrigliare e da sottomettere, quella che fin dall’inizio dell’Era Boden dava del filo da torcere a burocrati e dirigenti. 
Quella di cui molti avevano provato a chiudere le saracinesche, senza riuscirci mai.

Sarebbe la tua casa perfetta, Jess.

L’ennesimo sospiro, caricare un sorriso, o almeno provarci, ignorando il resto dei rumori e presentandosi direttamente alla donna che, con aria afflitta e pesante, saliva e scendeva dall’ambulanza ricaricando il materiale.

- Serve una mano?
Una voce maschile la precedette, seguita da una figura vestita di blu e spuntata dal nulla.

- Oh, no, grazie.. ho finito.- la ragazza sorrideva, voltandosi verso l’uomo che le era comparso davanti, mani in tasca ed espressione luminosa.
- Allora sei libera per un caffè.
- Greg.- l’espressione della biondina si caricava di un filo di rimprovero.
- Lo so, lo so che non è proprio il massimo, ma.. è l’unico lusso che ci possiamo permettere, fino a domattina.- quello sollevò le mani, lasciandola scuotere la testa divertita e tendendole una mano per aiutarla a scendere, come fosse stata una principessa pronta a smontare dalla carrozza e seguirlo al ballo.
- Va bè, dai. E caffè sia.

Fu in quell’istante, che entrambi si accorsero di una presenza in eccesso.
- Ehi! Ciao! – la biondina si scosse appena, spostando l’attenzione dal giovane che le stava a fianco – tu devi essere- 
- Collins. Jessica.
- Che rimpiazza Violet sulla 61. Ah.. Brett, Sylvie. Io sarò il tuo caposquadra per i prossimi tre mesi, allora.
Stretta di mano, leggera e veloce. Il sorriso della biondina che si velava appena, nel recitare quelle poche parole.
- Già. Mi dispiace, che-
- Non è successo niente di grave, tranquilla. Ma nell’ultimo intervento ci ha lasciato una caviglia, il medico le ha raccomandato non meno di dieci settimane! - Sylvie tornò a sorridere, scimmiottando un po’ il tono con cui la collega aveva recitato la voce del dottore ed i suoi occhi a roteare verso il cielo – e quindi..
Le mani ad indicarla, percorrendo il suo perimetro. 
- Spero di non deluderti.
- Oh, non mi deluderai. L’ho letto, il tuo curriculum, sai. E ne ho dovuti leggere almeno una decina, fra quelli delle colleghe in mobilità..
- E se il tuo l’ha accontentata, vedrai che potrai reggerli, i prossimi tre mesi. La qui presente Lady Brett è appena appena un pochino esigente, nello scegliere il suo secondo in pattuglia..- il giovane ora prendeva la parola, rivolgendo all’interessata un sorriso che voleva dire più di molte parole, in cambio della sua smorfietta. Jess si limitò ad un’alzata di spalle.
- Dai, andiamo che ti presento la squadra, prima che ci chiamino per uscire.- Sylvie mosse i propri passi, precedendola verso una porta a vetri. Un cenno del viso, ed anche il giovane si mosse, concedendole di precederlo, per poi oltrepassare la porta dietro di lei.
- Ehi.- dita tese contro la sua spalla, e la sua espressione cambiava, arrivandole accanto e percorrendo con lo sguardo la sala ricreativa, con la sua cucina in fondo ed il divano in basso a destra – vai tranquilla. Sono come li descrivono, nessun segreto. Anch’io sono provvisorio, sai. Andrà tutto bene.
Jess annuì, allontanandosi verso Sylvie ed un paio di visi maschili pronti al sorriso.

Il tempo di una veloce presentazione, di nascondere il borsone in quello stipetto privo di nome sull’anta.
Ed i suoi pensieri furono interrotti dalla campanella di una chiamata in arrivo.
  
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