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Autore: VigilanzaCostante    13/05/2021    2 recensioni
Dopo lo scherzo finito male a Severus Piton, il primo a soffrirne è Remus. Mentre Sirius è incapace di farsi perdonare, James fa di tutto per essere la colonna portante del suo gruppo di amici.
E forse era proprio quello il guaio, che dei tre Felpato era quello in cui aveva riposto più speranza: speranza di essere visto, di essere capito – d’altra parte Sirius sapeva cosa voleva dire sentirsi fuori posto.
|Storia scritta per PensieriLeggeri
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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A Carlotta, che negli anni non ha mai smesso di essere una vera amica. Buon compleanno.

Vero amico


La prima volta che Remus si è sentito tradito aveva quindici anni e tre amici.
Peter gli piaceva perché si trovavano nel non sentire bisogno di brillare. James gli piaceva perché con quel calore, con quella sicurezza, lo faceva sentire accettato. Sirius gli piaceva, semplicemente, perché era Sirius.
La prima volta che Remus si è sentito tradito forse di amici ne aveva due, perché il terzo era qualcosa di più.
Sirius lo faceva ridere, Sirius gli parlava della vita come se valesse la pena di essere vissuta, Sirius gli insegnava tutto sul mondo magico che sentiva di conoscere a metà, Sirius lo spingeva a sgattaiolare in cucina e infrangere le regole. Sirius era al centro e Remus gli gravitava intorno senza nemmeno rendersene conto. Si fidava di Sirius, perché quando di notte aveva incubi ricorrenti, s’infilava nel suo letto e lo scuoteva forte per svegliarlo. Poi lo stringeva e s’addormentavano così, spazzando via la paura e facendo subentrare la calma.
E forse era proprio quello il guaio, che dei tre Felpato era quello in cui aveva riposto più speranza: speranza di essere visto, di essere capito – d’altra parte Sirius sapeva cosa voleva dire sentirsi fuori posto.

Eppure, era stato Sirius a umiliarlo, a usarlo, ad aizzarlo. A prendere il suo essere un lupo mannaro e usarlo come arma. Sirius avrebbe dovuto proteggerlo, invece l’ha fatto sentire un fenomeno da baraccone, come tutti gli altri.
Dopo l’incidente con Severus Piton, Remus s’era chiuso in un mutismo sofferto. Non parlava con nessuno, di niente, si limitava a frequentare le lezioni e svolgere svogliatamente i suoi doveri da Prefetto. Niente più scherzi, niente più scorribande, aveva bisogno di una pausa. Una pausa per placare il suo senso di colpa (“Avresti potuto ucciderlo”, si ripeteva continuamente) e una pausa per deporre la sua rabbia (“E Sirius te l’avrebbe lasciato fare”, era una litania costante).
Sirius aveva provato a farsi perdonare, in un modo tutto suo. Gli si era avvicinato, aveva tentato di scusarsi, ma quando non aveva ricevuto una risposta affermativa aveva indossato una maschera di strafottenza e aveva asserito che, in fin dei conti, non aveva fatto nulla di male.
Era stato James il primo a incazzarsi, «Felpato, ma cosa stai dicendo?», lui si era limitato ad alzare le spalle e allontanarsi. Peter l’aveva seguito, non si sa se per affetto o per paura di venire coinvolto in quello scontro tra titani.

Fu in quel frangente che si rese conto di quanto valesse la sua amicizia con James, di quanto fosse puro d’animo. Remus cercava di schivarlo, di ignorarlo, perché si sentiva un mostro, e non voleva ferirlo con la sua vera essenza. Gli erano stati amici, era stato un sogno lungo cinque anni, ma destinato a finire: l’aveva sempre saputo, che sarebbe rimasto solo prima o poi.
«Remus, parlaci, parlami. Mi dispiace per quello che ha fatto Sirius, ma io ti sono amico» e lo inseguiva ovunque, anche nelle classi che non avevano in comune, anche nelle ronde con Lily Evans.
«Potter, lascialo in pace, non vedi che non vuole parlarti?» e a quella risposta velenosa della ragazza, se ne andava sconsolato e con la testa bassa. Remus se ne dispiaceva, ma James non capiva che lo faceva per il suo bene, avere un amico lupo mannaro gli avrebbe procurato solo guai.
Però, il fatto che James Potter fosse estremamente snervante – come asseriva Lily ogni qual volta ne avesse l’occasione – sapeva essere un pregio, più che un difetto. Perché con quell’insistenza bonaria, con quegli agguati in Sala Comune, alla fine Remus mise da parte i sensi di colpa e si lasciò aiutare.
E quando si avvicinò a James per parlargli, lui lo stritolò in un abbraccio serrato, che Remus preso alla sprovvista non riuscì nemmeno a ricambiare, tenendo molli le braccia lungo i fianchi.
«Sei una bella persona Remus, la migliore che io abbia mai conosciuto. Sirius è stato un emerito imbecille, e sa benissimo che lo penso. Si farà perdonare».
James promise che avrebbe risolto tutto, e in qualche modo ci riuscì.

Una notte, Remus fece un incubo estenuante: un loop continuo in cui inseguiva Severus Piton e lui mentre scappava continuava a ribadire che l’aveva sempre saputo, che era un mostro, che non si meritava di stare a Hogwarts.
Remus sentiva crescere la voglia di sbranarlo, di ucciderlo – perché era questo: nient’altro che un assassino. Fu riportato alla realtà da due braccia che lo scuotevano e da due occhi grigi che lo scrutavano preoccupati.
«Rem, va tutto bene, ci sono io».
E quando si ricordò della calma in cui piombava tra le braccia di Sirius, quanto a casa si sentisse nonostante tutto ciò che era successo, decise di perdonarlo.



 
La seconda volta che Remus si è sentito tradito aveva ventun anni e non gli era rimasto nessuno.
Se lo meritava, d’esser rimasto solo, il momento era arrivato solo con leggero ritardo.
Ma mentre la rabbia contro Sirius Black lo accecava, mentre i sensi di colpa per non aver fatto nulla per evitarlo lo pervadevano, si rese conto quanto gli sarebbe mancato James.
Sorrise, al ricordo di Lily che lo definiva snervante.
Avrebbe sopportato miliardi di lune piene, a condizione di poter essere accompagnato dal suo unico, vero, amico.









 

NDA:
Io e Carlotta siamo amiche da molti anni, ma solo nell’ultimo anno sono riuscita a convincerla a leggere Harry Potter. Nel mentre, lei si è innamorata della Vecchia Generazione, dei Malandrini e in particolare di Remus Lupin. Quindi, per il suo compleanno, non potevo non parlare di amicizia, della loro e della nostra.
Spero che questa storia sia piaciuta anche a chi è capitato qui casualmente!
Un bacio, Mati
   
 
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