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Autore: Whatliesintheend    13/05/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Con un sorriso tirato Theodore chiuse il cassetto mentre una particolare tensione che si poteva tagliare con un coltello ammorbava l'ambiente.

"Ero solo curioso, mi chiedevo se avessi più scritto altre di quelle tue belle poesie"

"Non ti riguarda più in ogni caso, di cosa mi volevi parlare?"

La voce di Blaise era perentoria, minacciosa, ma Theo, almeno esteriormente, non si scomponeva e continuava a muoversi nello spazio circostante perfettamente a suo agio.
Fingersi sicuro di sè era sempre stata una delle cose che gli venivano meglio fin dai tempi della scuola, ma era un trucchetto che con Blaise non aveva mai funzionato.
Il mulatto sapeva che, per qualche ragione, Nott era spaventato, non credeva di esserne la causa, ma se le circostanze fossero state diverse Zabini l'avrebbe abbracciato in silenzio, mentre ora si limitava a seguirlo con lo sguardo verso la figura di Cassandra, addormentata sulla poltrona.

"È per una cosa... l'ho sentita dire a mio padre questa sera, parlava con Dolohov e-"

"Lucius Malfoy"

Dapprima Theodore si bloccò, poi annuì lentamente, ma non riuscì a reggere lo sguardo severo di Blaise un attimo di più e dovette deviarlo sulle dita di sua sorella, immobili sulla pagina rischiarata dal lume fioco della candela.
Stava per riprendere la parola e, nel mentre, sfilava il volume dalle mani della ragazza, che ricaddero rigide sul suo grembo, tanto innaturalmente rigide che Theo si drizzò all'improvviso, scosso da un'idea spaventosa.

"Che ti prende ora? Quanto tempo intendi farmi sta-"

"Lumos Maxima!"

La voce di Nott tremò con decisione nel buio quasi completo della tenda e, subito dopo, un lampo di luce azzurra scaturì dalla sua bacchetta e rischiarò il posto in un lampo, in primo piano di fronte ai due ragazzi il volto di Cassandra Zabini era bluastro e rigido, pietrificato in una mostruosa smorfia di orrore.

Blaise balzò indietro, il suo grido squarciò l'aria nella tenda mentre non poteva staccare gli occhi da quella vista, restandovi inchiodato con le gambe molli che minacciavano di smettere, da un momento all'altro, di sostenere il suo peso.
Solo dopo si accorse che delle braccia lo stavano stringendo con forza e del viso tremante che era premuto contro il suo petto.

Riconobbe il profumo di Theo e trovò la forza di chiudere gli occhi mentre si arrendeva a quel sostegno, tradendo il rancore e l'orgoglio per un moto profonda necessità.
Portò una mano tra i capelli castani del ragazzo e sospirò arrendevolmente mentre le meningi pulsanti non gli davano tregua e la realtà e la paura gli gelavano il respiro.

"Dobbiamo avvertire gli altri"

Mormorò Theo, poi un urlò stridulo e disumano proveniente dall'esterno lo fece riscuotere completamente e si scostò dalla stretta di Blaise.
Il mulatto era ancora completamente assente, aveva riaperto gli occhi, ma erano vuoti, come se fosse entrato in trance.

"Blaise!"

Gridò Nott, afferrando il più alto per gli avambracci e scuotendolo con forza mentre fuori dalla loro tenda una serie di scoppi e altre grida si diffondevano per il campo.

"Blaise non c'è più tempo, riprenditi dobbiamo andarcene!"

Zabini sbattè le palpebre debolmente, poi si liberò dalla presa di Theodore per portarsi le mani sul viso, ancora incapace di reagire.
Di fronte alla sua debolezza, l'altro Serpeverde fu costretto ad addolcirsi, gli prese le mani e gliele scostò dal volto.

"So che non ci stai capendo niente, ma ti spiegherò tutto appena avremo avvertito Draco e saremo scappati di qui, te lo prometto."

Ma quella spiegazione non arrivò mai, non ce ne fu bisogno.
Il mulatto fu scosso da un brivido, provocato dal suono di quelle parole, si accorse che le odiava, che non si fidava di quelle promesse, ma non era importante che venissero mantenute o meno, Theodore aveva ragione, dovevano andarsene in fretta.
Annuì debolmente e indietreggiò di un passo.
Nel momento esattamente successivo entrambi i ragazzi udirono distintamente un rumore di passi che si avvicinavano all'ingresso della loro tenda e si scambiarono uno sguardo consapevole, ricolmo di paura.

"Nott Theodore, e Zabini, l'unico rimasto"

Elencò Dolohov, entrando nella tenda e squadrando i due ragazzi con un ghigno.
Dietro di lui fece il suo ingresso un uomo alto e paurosamente magro, ingobbito e con gli occhi bassi.

"Padre"

Lo salutò Theodore freddamente, mentre stringeva la presa sulla sua bacchetta magica.
L'uomo non rispose, anzi sembrò rimpicciolirsi di vergogna mentre Dolohov dominava la scena.

"Vi conviene seguirci in silenzio, si preannuncia una nottata impegnativa e vorrei tenermi in forze per il gran finale."

Grugnì cupo, mentre i suoi occhi liquidi e iniettati di sangue passavano languidamente dall'uno all'altro ragazzo.
Nello stesso istante, senza nemmeno doversi accordare, Theodore si lanciò di corsa verso la libreria mentre Blaise alzava la bacchetta e lanciava uno schiantesimo contro il Mangiamorte che venne scagliato oltre l'ingresso della tenda.
Subito dopo Blaise venne disarmato da Gerard Nott ed entrambi i ragazzi non poterono che scagliarsi verso l'uscita, Blaise per primo, mentre Theo gli copriva le spalle.

Poi Zabini si bloccò di colpo, come pietrificato e l'altro gli andò a finire contro, rendendosi conto che in effetti il mulatto era stato pietrificato e infatti cadde a peso morto al suo fianco.
Dolohov, di nuovo in piedi davanti ai due ora si avvicinava a lui con la bacchetta alta davanti al suo sorriso marcito.
Theo attaccò per primo, cercando di schiantare l'avversario, ma venne disarmato e la sua bacchetta volò via mentre il getto rosso che ne scaturiva si fletteva nel cielo nero, assottigliandosi fino ad esaurirsi.

"Stupeficium!"

Ringhiò Dolohov e Theo fu scagliato violentemente all'indietro dall'eruzione di luce rossa.

❄❄❄

Nella tenda di Draco regnava un silenzio pesante, carico delle rivelazioni reciproche che i due ragazzi avevano appena smesso di pronunciare.

"Quindi... l'uomo a cui si riferiva Lyell è tuo padre"

Ragionò cautamente Harry, mentre troppi punti di quella questione restavano ancora da chiarire.

"Ma non ha senso, lui odia i Mangiamorte, come potrebbe arrivare a scendere a patti con uno di loro? E poi... Lucius era ad Azkaban."

Draco sospirò, sedendosi sul divano mollemente mentre Harry gli dava il mal di testa, continuando ad andare avanti e indietro sul tappeto persiano.

"Potter stai fermo e cerca piuttosto di far andare i neuroni. Non tutti sono santi ed eroici come te. Lyell cercava un uomo senza scrupoli e chi meglio di mio padre? Con gli agganci di cui dispone il Viceministro non dev'essere stato difficile liberarlo e far passare il tutto sotto silenzio. E se ci pensi anche Dolohov è evaso misteriosamente, senza che facesse scalpore. Mi chiedo se non fosse una talpa di Lyell a questo punto."

"Sì!"

Esclamò Harry, indicando Draco con gli occhi brillanti di esaltazione.
Il biondo sollevò un sopracciglio, nel profondo, affascinato dall'impeto di Harry e chiedendosi se fosse quella l'espressione che assumeva ogni volta che sventava un complotto, ma mostrando esteriormente solo seccata indifferenza.

"Dev'essere così. Insomma spiegherebbe anche la morte della Yaxley e di nonna Carrow, Dolohov attaccava dall'interno senza destare sospetti! Questo è grave, dannazione abbiamo poco tempo... non abbastanza per avvertire Kingsley di certo. Dobbiamo occuparci di un problema alla volta..."

Ora il moro si era chiuso in un silenzio ostinato, immobile al centro della stanza si grattava la nuca con aria concentrata.

"Tutto questo parlare mi ha messo sete, lo sai fare il tè, Potter?"

Harry si riscosse per guardare male il biondino, che rispose con una smorfia e un'alzata di spalle prima di incrociare le braccia al petto.

"Scusa, tendo a sopravvalutarti"

Fu Malfoy allora a zittirsi all'improvviso, incupendosi a causa di una serie di pensieri sgradevoli, ma rivolti ad azioni che si facevano in ogni momento più inevitabili.
Si trattava solo di prendere il coraggio a due mani dopotutto, per il bene di entrambi.

"Potter"

Lo chiamò, timidamente, prima di potersene pentire.
Con quel richiamo ottenne la sua attenzione e, con il tono di voce, la sua curiosità.

"Che cosa c'è?"

Domandò cautamente il moro e vide Malfoy irrigidirsi appena, allora fece un passo in direzione del divano e si sedette al suo fianco.

"Cosa c'è..."

Gli fece eco Draco con aria assorta, si mordeva il labbro inferiore e non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi.

"C'è che qualunque cosa stiamo facendo è un disastro e possiamo farne a meno."

"Ma, che dici? Ci sono delle vite in ballo, quella di Blaise per giunta, il tuo migliore amico!"

Draco scosse la testa, girandosi finalmente verso Harry con aria di rimprovero.

"Non parlo di loro, scollegati un attimo dai tuoi piani e dai tuoi complotti e concentrati su di me. Ti sto lasciando, Potter, mi merito la tua attenzione."

Fu come ricevere un pugno nello stomaco, Harry ci rimase semplicemente malissimo.
Abbassò gli occhi e aggrottò la fronte, sistemandosi gli occhiali sul naso con un gesto imbarazzato, si sentiva ripugnante come un insetto messo sotto una lente d'ingrandimento.

"Io... non capisco, perchè?"

Soffiò, alzando gli occhi sul viso di Draco e trovandolo austero e lontano, riconoscendo nei suoi occhi tristi il ragazzino Purosangue e spocchioso al quale era stato insegnato che l'amore rende deboli.

"Te l'ho detto, è un'idiozia, una cosa irresponsabile, audace e molto da te, questo lo capisco, ma non è da me."

Harry si appoggió allo schienale del divano arrendevolmente mentre cercava di capire il punto di vista di Draco, ma senza successo.

"Vuoi dire che, per tutto questo tempo, ero solo io a volerlo? Perchè non mi sembra fosse così."

Ora Malfoy stava zitto, cercando per la prima volta il coraggio di mentire. Si alzò in piedi e si allontanò dal divano di un paio di passi, rimuginando tra sè e sè.
Si chiedeva come mai scappare gli sembrasse stupido e inutile, semplice masochismo, ma finì con il dare la colpa alla sua debolezza: dopotutto aveva vissuto la sua vita senza Harry e avrebbe continuato a farlo, non era cambiato niente, giusto?

"Sì Potter, la mia era solo curiosità, tutto qui."

La compostezza con cui Draco aveva prounciato quella frase fece saltare al moro i nervi a fior di pelle e lui scattò in piedi al seguito del ragazzo, piazzandoglisi di fronte e imponendogli di guardarlo negli occhi.

"Curiosità?"

Esclamò furente e, avanzando di un passo, lo fece indietreggiare.

"Non ti crederei nemmeno sotto Imperio, Malfoy. Abbiamo già superato questo scoglio, mi pare, o almeno io l'ho fatto. Quando ti deciderai a crescere e accettare i tuoi fottutissimi sentimenti per me?"

Draco era rosso in viso, profondamente sconvolto dalla diretta semplicità del modo di pensare di Harry.
Per lui era tutto possibile e amarsi era un motivo sufficiente per stare insieme.
Potter non si rendeva conto di quante cose ci fossero in gioco e solo a Draco veniva in mente che, tra le altre cose, se mai suo padre fosse venuto a conoscienza di quella storia, sarebbe stato un disastro, una catastrofe fuori dalla portata di due piccioncini innamorati.

"Lo vedi? Non ci credi nemmeno tu. Tu mi ami, ammettilo, per Godric!"

Ringhiò Harry con impeto, interrompendo il filo dei suoi pensieri, ma non ebbe il tempo di continuare perchè fuori dalla tenda era scoppiato il pandemonio tutto all'improvviso.
I due si scambiarono uno sguardo confuso, ma ancora macchiato dall'intensità della discussione che stavano affrontando fino a poco prima.

A seguito del suono secco di un incantesimo, il tessuto che copriva l'ingresso della tenda si strappò e fu scagliato all'interno come un proiettile di stoffa, rovesciò un paio di candele che, cadendo sul tappeto di fianco ai due ragazzi, vi appiccarono il fuoco.
Entrambi scattarono indietro mentre Draco, prontamente, lanciava un Aguamenti per spegnere il fuoco e Harry puntava la bacchetta verso l'ingresso dal quale fece ben presto capolino Lucius Malfoy.
Nel momento in cui riconobbe il ragazzo in compagnia di suo figlio, sul suo volto di cera, scavato dal tempo trascorso ad Azkaban, si aprì un sorriso meschino.

"Potter, quanto tempo è passato dall'ultima volta."

Il Mangiamorte avanzò nella tenda e il suo sguardo cadde sul gesto automatico e innocente con cui Draco si era aggrappato alla manica della felpa del Prescelto.

"E quante cose sono cambiate"

Sibilò, puntando i suoi occhi di ghiaccio in quelli tormentati del figlio, lui abbassò lo sguardo, remissivo e colpevole, terrorizzato fino al midollo.
Lasciò la presa, ma la mano non fece in tempo a cadergli lungo il fianco perchè il Grifondoro la strinse saldamente nella propria, calda e forte, facendolo sussultare.

Draco capì che ormai erano in gioco e non aveva modo di tornare indietro.
No affatto, quella non era nemmeno una possibilità quando si combatteva fianco a fianco con Harry Potter.
Sorrise sotto i baffi senza che il suo cervello gli avesse dato il permesso di farlo, ma era stupidamente felice contro ogni previsione perchè, senza esserne nemmeno pienamente consapevole, aveva aspettato quel momento per tutta la vita.

   
 
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