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Autore: Angie_Dreyar    14/05/2021    2 recensioni
Mirajane si sta per sposare con Laxus, mentre Natsu ha appena proposto a Lisanna. Questo è il motivo per cui Fried ha chiuso i suoi sentimenti attorno a rune magiche diventando insensibile a ogni emozione. Quando Lucy lo scoprirà dovrà decidere se aiutarlo o se farsi trascinare dalle sue idee.
«Tu… non provi più affetto né amicizia per nessuno della gilda?» domandò lei un po’ incerta.
«Esatto» fece Fried.

[OOC, Mini-long, Nalu, Fraxus]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Lucy Heartphilia, Luxus Dreher, Natsu/Lucy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Senza cuore

 
 
Lucy cominciava ad essere scocciata. Aveva appena richiamato Loki per farsi aiutare in un combattimento contro una gilda oscura e quello ancora provava a parlarle, come ogni volta che usciva dalla sua chiave. Non poteva capire che era solo un suo sottoposto e non un suo amico, come invece continuava a definirsi?
 
«Lucy, possiamo parlare con calma?» le chiese cauto, ben sapendo che altrimenti la maga avrebbe forzato la chiusura del portale, come aveva già fatto in quell’ultimo mese. Lucy lo guardò impassibile.
 
«Basta che non mi fai sprecare troppo tempo» fece fredda.
 
«So che… non puoi più provare emozioni ma… non pensi che potresti togliere quella barriera dalla tua mente? La tua magia si basa sul legame che hai con gli spiriti stellari, sulla fiducia che riponi in loro e…».
 
«Mi hai stancata» lo interruppe Lucy. Loki strinse i pugni nervoso. Ci aveva provato con tutto sé stesso più e più volte, si era incazzato, le aveva urlato su di tutto, l’aveva pregata, ma sembrava che niente la scalfisse. E ora aveva provato con un approccio più calmo, sperando che convincerla in modo “razionale” come si ostinava a ripetere lei potesse funzionare.
«La mia magia si basa sui contratti e da contratto tu devi fare quello che chiedo. Ora torna al tuo mondo prima di farmi sprecare altra magia» gli disse seccata.
 
«Ascoltami soltanto» provò ancora Loki.
 
«Loki, chiusura forzata del portale» pronunciò atona la ragazza. Lo spirito stellare sparì e Lucy osservò i corpi a terra privi di forze dei maghi che lei e Fried avevano appena sconfitto. Si avviò lungo il corridoio per raggiungere il mago. Fosse per lei avrebbe preferito viaggiare da sola, ma almeno Fried non era seccante. Inoltre, sapeva che con lui le probabilità di sopravvivere e vivere meglio erano maggiori. Quello era l’unico motivo per cui viaggiava con lui e supponeva che per il ragazzo fosse lo stesso. Non che la cosa le interessasse, anzi, andava bene così. Da quando non aveva più attorno a sé quei ragazzini della gilda tanto caotici e incasinati stava molto meglio. Superò diverse stanze fino a raggiungere la sala in cui stava Fried.
«Trovato qualcosa di interessante?» chiese. Il mago delle rune annuì e le mostrò delle pietre.
 
«Non riesco a ricordare di che scrittura si tratti» le disse. Lucy si avvicinò e osservò i segni incisi sulle pietre. Da quando avevano cominciato a viaggiare insieme il loro obiettivo era stato quello di apprendere più cose possibile, oltre che ovviamente nascondersi dai compagni di gilda. Avevano scoperto che li stavano cercando e, anche se ogni tanto si dimenticavano quanto potessero essere determinati i compagni di gilda, riuscivano a tenersi lontani da loro. Non era difficile con le rune del teletrasporto di Fried. In effetti lavoravano bene assieme, erano sulla stessa lunghezza d’onda e avevano gli stessi obiettivi. A un tratto sentirono un boato fuori dalla gilda. Si voltarono entrambi verso la fonte del rumore, ma non riuscirono a fare niente che un fulmine cadde in mezzo a loro. Un attimo dopo Fried si ritrovò ingabbiato tra le braccia di Laxus, mentre Lucy si ritrovò ad essere abbracciata da Natsu. Mest, i Raijinshuu e la squadra di Natsu erano tutti lì.
 
***
 
Natsu si ritrovò spiazzato quando Lucy sciolse l’abbraccio e lo spinse bruscamente lontano da sé.
 
«Lu, posso spiegarti tutto» le disse subito. La ragazza lo guardò impassibile.
 
«Non so cosa dovresti spiegarmi» ribatté atona.
 
«Non sono innamorato di Lisanna, amo te Lucy. È… successo un casino, Lisanna ha giocato con le nostre memorie e…» cercò di raccontare in fretta, in modo che capisse prima di scappare di nuovo. Non voleva perderla, la sola idea che avesse sofferto per ciò che aveva visto gli faceva sentire un dolore assurdo al petto. Poteva accettare che fosse furiosa, ma non voleva che scappasse ancora da lui.
 
«Non so di che parli» lo interruppe fredda Lucy e si voltò verso Fried. Natsu si voltò a propria volta, anche lui era ingabbiato tra le braccia di Laxus che non sembrava intenzionato a lasciarlo andare, gli stava sussurrando qualcosa all’orecchio stringendoselo addosso. Dato il suo udito Natsu poteva sentire che si stava scusando e che gli stava chiedendo di perdonarlo. Fosse stato un altro momento avrebbe sorriso leggermente a vederlo così tenero con qualcuno, ma in quel momento sentiva che c’era qualcosa di strano.
 
«Gradirei che mi levassi le mani di dosso» disse il mago delle rune a un tratto. Evergreen e Bickslow corrugarono la fronte a quel tono e Laxus stesso si allontanò spiazzato.
 
«Fried?» lo chiamò incerto il Dragon Slayer.
 
«Né io né Lucy siamo interessati ai vostri problemi amorosi, o qualunque cosa sia successa» disse Fried freddo come il ghiaccio.
 
«Dobbiamo solo ridarvi la memoria, poi capirete tutto» disse Natsu convinto.
«Mest, ridai loro la memoria subito» sbottò verso il mago, che obbedì all’istante. Natsu osservò il volto di Lucy farsi leggermente confuso per un attimo mentre i ricordi riaffioravano, per poi però tornare una maschera priva di emozioni poco dopo. Stranamente non era rimasta scossa come i loro compagni di gilda. Neanche Fried reagì in alcun modo, tranne una piccola smorfia che sparì subito dal suo volto.
 
«Capisco, quindi stavamo effettivamente assieme» disse Lucy come se stesse ricordando qualcosa.
 
«Si!» esclamò Natsu.
«E… sai, tutto quello che è successo, ci era stata eliminata la memoria da Lisanna e ci erano stati impiantati nuovi ricordi. Poi però abbiamo ricordato tutto di nuovo. Mi dispiace Lu, mi dispiace averti fatto soffrire così tanto, averti dimenticata ma…» cominciò lui ma venne interrotto di nuovo.
 
«Non hai nulla di cui dispiacerti. Vi ringrazio per avermi ridato la memoria, ma questo non cambierà le cose. Non ho intenzione di tornare a Fairy Tail» disse la ragazza seria in volto. Natsu la guardò perplesso, poi corrugò la fronte e poi cominciò a irritarsi.
 
«Di che stai parlando?» sbottò.
 
«Non ho più motivo di stare alla gilda. Divertitevi e lasciatemi in pace. Ah, non c’è nulla tra di noi Natsu. Vorrei dirti che ne sono dispiaciuta, ma effettivamente non lo sono» disse atona. Natsu non capiva cosa cazzo stesse succedendo. Tutto ciò che sapeva era che quella non era la sua Lucy. Lei non gli avrebbe mai parlato in quel modo, non gli avrebbe mai detto cose del genere. Capiva che era triste e arrabbiata e delusa da lui, ma perfino non tornare a Fairy Tail? Perché mai? Non era da lei, la sua Lucy piuttosto avrebbe pianto e gli avrebbe urlato su di tutto, invece sembrava che non gliene importasse nulla.
 
«Che ti è successo, eh?» sbottò e si avvicinò a lei strattonandola per le spalle per farla tornare in sé, come se potesse funzionare. Lucy fece una leggera smorfia, ma per il resto il suo volto rimase impassibile.
 
«Non sono affari tuoi. Fareste meglio ad andarvene» disse.
 
«Tu verrai in gilda con noi e risolveremo qualunque cosa ti sia successa» ringhiò Natsu. Lucy se lo scrollò malamente di dosso.
 
«No» fece secca. Un attimo dopo Aries comparve davanti a loro, nuvole di lana rosa riempirono tutta la stanza e Natsu ci mise un paio di secondi prima di reagire, come anche i suoi compagni. Quando però liberarono la stanza dalle nuvole, l’unica cosa che videro furono i due ragazzi spezzarsi in mille rune. Si erano teletrasportati via.
 
***
 
«Che cazzo è successo? Che le è preso? Quella non era Lucy!» urlò Natsu fuori di sé.
 
«E quello non era Fried» disse Bickslow convinto. Laxus si voltò verso il Dragon Slayer di fuoco.
 
«Non possono essere troppo lontani da qui. Dividiamoci, se li trovate legateli e fate un segno in aria. Non ce li lasceremo sfuggire un’altra volta» decise.
 
«Dobbiamo… attaccarli?» chiese Wendy sorpresa e incerta.
 
«Sì» disse Laxus
«C’è qualcosa che non va in loro» detto ciò uscì dalla gilda oscura deciso a trovare i due ragazzi. In un attimo tutti corsero fuori dividendosi a cercarli, decisi a riportarli a casa e a capire cosa fosse successo loro. Fortunatamente fu Erza a trovarli, riuscì a ingabbiare entrambi e richiamò i compagni. Li avrebbero portati in gilda e poi avrebbero parlato con loro e cercato di capire cosa fosse successo.
 
***
 
Nessuno sapeva più che pesci pigliare con i due ragazzi. Da quando li avevano riportati in gilda erano stati costretti a prendere le chiavi di Lucy e legare le mani di Fried in modo che non potesse disegnare alcuna runa. Sembravano completamente altre persone. Avevano capito che non era questione di memoria, Lisanna non centrava nulla questa volta ma non riuscivano a comprendere cosa passasse per la mente dei due ragazzi. Non sembravano più loro. Soprattutto Lucy non sembrava più sé stessa, non aveva nulla della ragazza solare e amichevole che era sempre stata. Sembrava disinteressata a tutto quello che le dicevano e tutti li descrivevano come due robot senza emozioni. Juvia aveva provato a parlarci, come anche Levy, ma avevano ottenuto solo risposte secche e brevi. Fried si comportava nello stesso modo.
 
«Sei sicuro che non abbiano ricordi impiantati?» sbottò Natsu verso Mest, che però annuì.
 
«Ne sono certo, le loro menti sono completamente sane» rispose convinto.
 
«Lucy era strana già prima che se ne andasse» fece a un tratto Gray. Tutti si voltarono verso di lui, confusi e perplessi. Natsu immediatamente fece due passi verso di lui.
 
«Che diavolo intendi? E perché non ce lo hai detto?» sbottò.
 
«Perché eri troppo occupato da Lisanna» sputò Gray.
 
«Come se fosse colpa mia!» esclamò di rimando Natsu.
 
«Zitti» tuonò Laxus riportando il silenzio e poi si voltò verso Gray.
«Che intendi?» chiese irritato da tutta quella situazione.
 
«Intendo che era già… distante, fredda, come se non le importasse di nulla. Pensavo cercasse solo di non mostrarsi triste per Natsu ma… era già così» spiegò quindi. Non sapeva bene spiegarsi, ma Levy e Juvia capirono subito perché anche loro avevano avvertito lo stesso dall’amica.
 
«Hai ragione. Ogni volta che le parlavo era così fredda e distaccata» concordò Levy.
 
«Sì, era come se non le importasse niente» concordò Juvia. Laxus si voltò verso Bickslow ed Evergreen, voleva sapere se anche Fried si fosse comportato in modo strano.
 
«Beh, è Fried, è sempre distaccato. Però sì, forse lo era più del solito» disse il mago Seith facendo le spallucce. In quel momento Polyushka uscì dall’infermeria dove Lucy e Fried erano chiusi e tutti si zittirono voltandosi verso di lei in attesa di spiegazioni, sperando potesse risolvere il problema dei due maghi.
 
«Stanno bene, non hanno alcun danno» disse la donna.
«Né visibile, né non visibile. I sintomi sono simili a quelli di un trauma, ma dubito possa essere successo qualcosa del genere a loro due, mi sembrano entrambi forti mentalmente. Ho paura siano vittima di un incantesimo non visibile» spiegò. I ragazzi rimasero per un po’ in silenzio.
«Dovrò fare altri studi, per ora potete provare a parlarci, ma non vi consiglio di farlo. Sembra che non possano più provare alcuna emozione».
 
***
 
Laxus osservò il mago seduto davanti a sé, Fried aveva chiesto se poteva avere un libro da leggere e glielo avevano portato, ma aveva ancora i polsi legati, per evitare che potesse disegnare una qualunque runa. Sapeva che Polyushka aveva consigliato di non parlarci ma voleva provarci, voleva capire cosa gli fosse preso e sperava che ricordargli i momenti passati assieme potesse aiutarlo a recuperare l’uso delle emozioni, qualunque cosa gli fosse successa.
 
«Quindi non vuoi più far parte di Fairy Tail?» chiese a braccia incrociate con la schiena poggiata al muro, fissando il ragazzo. Quello non si degnò nemmeno di staccare gli occhi dal libro.
 
«No» rispose secco.
 
«Perché?».
 
«Fairy Tail ha un concetto alla base, profondo amore e profonda amicizia verso tutti coloro che ne fanno parte, come fosse una famiglia. Non posso più provare amore né amicizia, né alcun tipo di sentimento verso nessuno, ergo, non ha più senso per me far parte di questa gilda» rispose Fried tranquillo voltando una pagina continuando a leggere. Laxus lo guardò perplesso.
 
«Risolveremo il tuo problema» disse convinto. Lo avrebbe riportato da lui, non importava a che costo.
 
«No, non lo farete» ribatté Fried sempre con lo stesso tono tranquillo e inespressivo. Laxus corrugò la fronte.
 
«Perché?» domandò.
 
«Perché non potete» fu la semplice risposta.
 
«Tu sai cosa vi è successo?» chiese Laxus, che cominciava a irritarsi perché Fried lo trattava con sufficienza e sembrava non essere molto preso dalla conversazione. Dato che però era sotto controllo di un incantesimo mantenne la calma. Doveva cercare di scoprire qualcosa in più che potesse aiutarli.
 
«Sì» disse Fried.
«E prima che tu me lo domandi, no. Non te lo dirò. Ti basti sapere che anche se lo scoprirete non ci sarà modo per voi di risolvere il “problema” come lo definite voi» fece. Laxus prese un profondo respiro e si sistemò seduto di fronte a lui, sfilandogli il libro dalle mani in modo da avere la sua completa attenzione. Quando però Fried alzò lo sguardo su di lui si sentì ancora peggio, perché non c’era alcuna emozione nel suo volto, nessun minimo barlume di amore nei suoi occhi. Erano solo vuoti.
 
«Fried, vogliamo aiutarti, hai sempre fatto parte di questa famiglia, se ci dici cos’è successo ti aiuteremo» provò a dire con gentilezza. Perché lo voleva di nuovo con sé, voleva il suo ragazzo indietro, la persona che amava indietro, con sé. Voleva Fried che arrossiva davanti a lui, Fried che lo prendeva in giro quando faceva qualcosa di socialmente imbarazzante, Fried che lo confortava e che era sempre accanto a lui. Quello davanti a lui non era Fried, era solo il suo corpo.
 
«Non ho bisogno di aiuto. Sembra che quelli che ne abbiano bisogno siate voi» ribatté lui atono.
«Prima o dopo vi stancherete di stare dietro a due persone come noi, spero che accada il prima possibile, perché mi sto seccando a stare qua dentro. Anche se, devo dirlo, questo libro allieta il mio pomeriggio altrimenti noioso» disse. Laxus prese un profondo respiro, non sapeva nemmeno come prenderlo da quanto si comportava in modo… strano.
 
«Per favore, fallo per noi, per Ever, Bickslow e… per me» disse Laxus.
 
«Non mi interessa di voi» disse Fried tagliente. Laxus lo guardò cercando di non farsi toccare da quelle parole, anche se era difficile. Perché quelle parole sentite da lui erano come tagli nella carne,
 
«Manchi a tutti noi, manchi a me. Fried, volevamo… sposarci, tu stesso hai scritto la lettera alla principessa Hisui spiegando tutti i motivi per cui doveva renderlo legale. Non ti ricordi?» chiese.
 
«Ricordo tutto» fece Fried.
«Ogni momento passato assieme» disse e la sua espressione cambiò, facendosi pensieroso. Laxus alzò lo sguardo con la speranza nel cuore. Forse aveva toccato il tasto giusto. Fried rimase in silenzio qualche secondo prima di parlare.
«Le persone si comportano in modo stupido quando sono innamorate. E dire che sono uno dei maghi più intelligenti di Fairy Tail, eppure questo non mi ha permesso di essere immune alle conseguenze dell’amore. Già di per sé amare una persona è qualcosa di fondamentalmente stupido e privo di senso, non aggiunge nulla alla tua esistenza e ti complica solo la vita stressandoti e aggiungendo doveri, dolore e sofferenza che potresti tranquillamente evitare. Però amare una persona come te piena di problemi e di insicurezze è ancora più stupido. Non capisco come potessi farlo, dato come mi hai trattato in passato e come mi hai usato per i tuoi comodi, approfittando della mia benevolenza e costringendomi a uccidere». Il tono non era accusatorio, era freddo, ma questo non lo rendeva più facile da affrontare. Laxus lo fissò esterrefatto e sofferente, perché tutto quello che Fried aveva detto era vero e lo aveva colpito più duramente di quanto avesse mai potuto fare qualsiasi attacco nemico.
 
La porta si spalancò di colpo ed entrò Natsu furioso.
 
«Tu! Bastardo!» urlò e si fiondò su Fried, tirandogli un pugno in pieno volto.
«Stronzo, come cazzo puoi parlare così alla persona che ti ama? Alla persona che ti ha salvato la vita innumerevoli volte? Sei uno stronzo!» sbraitò e gli avrebbe tirato anche un altro pugno, se Gray e Bickslow non lo avessero fermato afferrandolo per le braccia. Fried si passò il polso sul naso, pulendoselo dal sangue che era appena uscito.
 
«Più che stronzo mi ritengo onesto, se questo vi fa male sono fatti vostri. Potete liberarmi, così me ne vado e non vi do alcun fastidio» disse Fried.
 
«Ma che è successo? Natsu, calmati» fece Gray confuso.
 
«Non mi calmo, ha solo sparato stronzate fino ad adesso!» urlò Natsu. Laxus si alzò dalla sedia, ancora ferito da quelle parole.
 
«Basta Natsu, usciamo di qua» disse duro.
 
«Laxus, lui non…».
 
«Fuori di qua» ripeté Laxus con un tono che non ammetteva repliche. I ragazzi uscirono dalla stanza. Bickslow e Gray cercavano di capire cosa fosse successo ma Laxus non rispose, si allontanò con il cuore sofferente, non potendo credere di aver sentito quelle parole così vere e taglienti dalla persona che più amava nella sua vita.
 
***
 
«Lucy, cosa ti è successo? Tu non sei così, e nemmeno Fried è così» sbottò Natsu. Aveva ormai l’irritazione alle stelle. Dopo quello che aveva sentito dire da Fried si era sentito male per Laxus stesso. Tutti sapevano quanto il Dragon Slayer ci soffriva ancora per ciò che aveva fatto, quanto ancora si sforzasse per rimediare ai suoi errori, quanto ora ci tenesse alla gilda proteggendola perfino a costo della sua stessa vita, e Fried senza alcuna pietà gli aveva rivoltato tutto addosso. Non si era nemmeno scusato, non si era nemmeno sentito in colpa, probabilmente nemmeno aveva capito quanto le sue parole avessero ferito Laxus.
 
«Dovrai fartene una ragione» fece lei atona.
 
«No. Non me la farò mai, sai che non mi arrenderò finché non ti avrò riportata da me» sbottò Natsu stringendo i pugni. Non la riconosceva più, tutta la sua vitalità era sparita. I suoi occhi sempre pieni di vita erano vuoti. Del suo sorriso contagioso non c’era nemmeno l’ombra. Non c’era niente, solo una maschera fredda e vuota.
 
«Allora suppongo che dovrò sopportare i tuoi piagnistei ancora a lungo» disse la ragazza inespressiva.
 
«Sì, li sopporterai finché non tornerai da me!» esclamò Natsu.
 
«Sai, sono diventata molto paziente. Riesco a estraniarmi completamente dalla realtà, essere privi di emozioni porta a molti vantaggi» disse la ragazza incrociando le gambe e stendendosi sul lettino dell’infermeria, disinteressata dal Dragon Slayer di fuoco. Natsu digrignò i denti irritato da quel suo modo di fare.
 
«Essere privi di emozioni porta a vantaggi?» sbottò.
«Non puoi più essere felice, né provare amore, non sai di cosa parli!» esclamò furioso.
 
«Lo so meglio di te invece, ma non importa. Sei troppo stupido per capire» disse Lucy disinteressata.
 
«Allora spiegamelo» ringhiò Natsu ignorando il suo ultimo commento.
 
«Le emozioni sono solo qualcosa di superfluo, portano per lo più a distrazioni. Vero, ce ne sono alcune utili, ad esempio la paura ti permette di sopravvivere, ritengo però di essere abbastanza intelligente da capire quando una situazione è pericolosa anche senza provare la paura. Per quanto riguarda la felicità, la rabbia, la tristezza… sono tutte inutili. Ti fanno solo perdere tempo ed energie preziose che potresti dedicare a cose molto più importanti» spiegò lei. Il tono atono con cui parlava la rendeva irriconoscibile, più simile a un robot che a una persona umana.
 
«Stai dicendo una marea di stronzate!» esclamò Natsu.
«Le emozioni sono quelle che ci permettono di essere vivi! Sono parte di noi!» urlò fuori di sé.
 
«Come vedi sono viva anche se non provo emozioni, perciò la tua affermazione non ha alcun fondamento» replicò Lucy affatto presa da quello scatto di rabbia, sembrava più annoiata da quella conversazione e non aveva avuto alcuna reazione quando il ragazzo era sbottato.
«Dovresti fartene una ragione, non tornerò da te, farai meglio a capirlo in fretta» gli disse. Natsu prese un profondo respiro per non gridarle addosso. Era furioso, non voleva però uscire dalla stanza, voleva stare con lei anche se non era in sé. Voleva fare qualcosa che la facesse tornare normale. Che la facesse tornare da lui. Perché non poteva sopportare l’idea di aver perso la sua ragazza.
 
«Quindi non mi ami più?» le chiese senza guardarla, ben sapendo che non avrebbe retto alla sua espressione indifferente, come se tutto quello che avessero passato non significasse niente. Perché nulla la toccava, nulla la interessava. Tutto quello che avevano passato per lei era… inutile. Non era nemmeno sicuro di voler ascoltare la risposta.
 
«No» rispose lei atona senza alcuna esitazione. Fece male, ma Natsu cercò di non farsi toccare, dicendosi che era solo l’effetto dell’incantesimo, che poteva ancora cambiare qualcosa, che semplicemente non era in sé.
 
«Non provi niente per me? Per Happy? Per… qualunque altra persona al di fuori di te stessa?» chiese. Sperava in una risposta diversa, in un accenno di qualcosa che gli dicesse che Lucy era lì, ma lei non c’era.
 
«No» la risposta arrivò immediata. Natsu si portò le mani sulle tempie.
 
«Tua madre? Tuo padre?» provò.
 
«Sono entrambi morti, e la risposta è sempre la stessa: no». Natsu non riusciva a crederci. Non aveva avuto nemmeno un cenno di esitazione, nemmeno al nominarle la sua vera famiglia, il padre per cui aveva pianto sulla tomba, la madre che aveva tanto amato.
 
«I… tuoi spiriti stellari? La tua stessa magia Lucy si basa sulla fiducia con loro» provò l’ultima carta.
 
«No, la mia magia si basa sui contratti» replicò lei subito. Era come parlare con un muro.
 
«Lucy… ci sarà qualcosa che ti interessa, qualunque cosa» disse lui.
 
«Sì, la conoscenza» fece lei secca.
 
«Fanculo!» urlò Natsu tirando un pugno alla parete creando un buco. Cercò di calmarsi, stava sbottando e non voleva attaccare proprio Lucy. Ma ormai tutto il suo controllo stava vacillando, voleva solo prendere a pugni qualcosa. Forse anche la stessa ragazza, per vedere un’espressione diversa da quella maschera fredda. Ma non lo avrebbe fatto, perché tra tutti non voleva fare del male a Lucy.
 
«Vedi, la rabbia ti fa fare cose stupide. Hai appena distrutto il muro, ci vorranno sforzi e soldi per aggiustarlo» gli fece notare lei impassibile. Natsu chiuse gli occhi, gli veniva solo ancora più voglia di spaccare la faccia a qualcuno. A chiunque avesse fatto quello alla sua Lucy.
   
 
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