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Autore: Kagome    14/05/2021    8 recensioni
La festa della mamma colpisce duramente Adrien. Ma quando Marinette fa del suo meglio per tirargli su il morale, la reazione impulsiva del ragazzo provoca un'escalation di eventi molto inaspettata. Riuscirà Chat Noir a sopravvivere a una sessione di 'Obbligo o Verità' con Marinette e Alya? Senza avere un infarto o mettere a repentaglio la sua identità segreta? Leggete e scopritelo ;) Adrienette/Marichat, angst, fluff e bel reveal!
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3 — … e gli Obblighi possono… far piacere?

"Allora, continuiamo?" Alya sembrò divertita quando notò che sia lui che Marinette erano quasi in un mondo tutto loro.

"Oh sì." Marinette tossicchiò. "Alya. Obbligo o verità?"

Alya lanciò a Marinette uno sguardo sornione. "Obbligo!" Sorrise quando vide che alla sua amica si illuminava il viso.

"Bene! Ti obbligo a cancellare la foto di noi che ci abbracciamo dal tuo telefono."

Ma che bella idea, Marinette! Chat Noir provò un improvviso desiderio di correre da lei e abbracciarla di nuovo, ma si vide bene dal farlo: no, sarebbe stato inappropriato.

Alya finse di essere oltraggiata. "Che cosa? Assolutamente no!" sibilò e iniziò a sbottonarsi la camicia. Chat Noir inarcò un sopracciglio mentre la ragazza si toglieva la maglietta e la lasciava cadere al centro del loro triangolo, sopra la bottiglia di plastica. Era rimasta solo la canotta bianca a coprirle la parte di sopra.

"Ecco. Ora, chiedimi una verità". Incrociò le braccia sul petto e sorrise per la sorpresa di Marinette. "E' la nuova versione del gioco che faccio sempre con Nino."

"È così che gli estrapoli la verità, Alya?" Marinette le lanciò uno sguardo interrogativo.

Alya ridacchiò. "Sì. Era questa la tua domanda?"

Marinette finse di essere scioccata. "Ma no, Alya! Non te la caverai così facilmente!" Alya rise alle sue parole. “Ok... verità. Hai mai baciato un altro ragazzo prima di Nino?"

Questo gioco inizia a piacermi, rifletté Chat Noir tra sé e sé.

"NO! Marinette, ma per chi mi hai presa, scusa?" Entrambe le ragazze si misero a ridere. Anche lui tentò di sorridere, ma poi notò che Alya si era voltata verso di lui e lo guardava con aria determinata. Ecco. il momento in cui il gioco non gli sarebbe piaciuto più.

"Chat Noir... obbligo o verità?"

"Uh ..." iniziò improvvisamente a sudare. "V-verità?" Se ne pentì immediatamente quando vide il sorrisone che apparve sul viso di Alya e il cipiglio che si diffuse su quello di Marinette.

Alya si strofinò le mani. "Bene bene... sei un supereroe, dopotutto, dovevi essere coraggioso!" Gli lanciò uno sguardo furbo che gli fece correre i brividi lungo la schiena. Non si sentiva affatto coraggioso. "Allora... dimmi Chat Noir, qual è stato il tuo momento più imbarazzante con Ladybug?" Lo guardò deglutire nervosamente e gli fece un sorrisetto arguto. "Stai certo che QUESTA conversazione finirà sul Ladyblog, Gattino."

"Ma..." provò a dire lui.

"Ma per favore! Non ha niente a che fare con la tua identità, giusto? Quindi posso fare quello che voglio dell'informazione. Ora fai il bravo gattino e rispondi. Oppure inizia a spogliarti!" Gli lanciò un ALTRO sguardo malizioso.

Chat Noir arrossì e si portò nuovamente una mano alla nuca. Quando Alya notò il dettaglio, lo sguardo obliquo che gli aveva lanciato si trasformò in un cipiglio confuso. Era come se… sospettasse qualcosa?

"Uh, allora, non so quale scegliere," ammise infine lui, "ce ne sono così tanti!" Detto ciò, lanciò un'occhiata a Marinette e rimpianse di averlo fatto perché la ragazza lo stava guardando con uno sguardo così dolce che la sensazione di calore che gli diede avrebbe fatto sciogliere il ghiaccio perenne sulla cima dell'Everest.

"Come ho già detto", spiegò di nuovo Alya, "quello che ritieni sia il più imbarazzante." Si mise a digitare sul telefono e poi lo mise sul pavimento davanti alle sue gambe. "Ho messo in registrazione, così non me lo dimentico!"

Chat Noir si mise una mano sulla fronte. Alya era entrata completamente in modalità reporter. Grandioso. Spostò la mano sul mento e iniziò a pensare seriamente alla domanda che gli aveva fatto Alya. Sì, ce n'erano state tante di occasioni in cui si era sentito imbarazzato davanti a Ladybug. A volte perfino davanti a Marinette (tipo quando lei gli aveva fatto vedere come usare il suo bastone, contro Evillustrator!). Ma quale poteva essere quella più imbarazzante?

All'improvviso un ricordo gli balenò in mente, ma a dire la verità si sentiva un bel po' a disagio a parlarne… Però in fondo Marinette gli aveva appena rivelato di amare Adrien per rispondere a una sua domanda quindi… beh forse avrebbe dovuto essere onesto pure lui no?

"Allora, dunque… vi ricordate il giorno in cui Nadja Chamack fu akumizzata in Prime Queen?" Alya e Marinette fecero cenno di sì col capo. "Beh, eravamo sulla metropolitana e Ladybug mi è caduta addosso perchè Prime Queen ha fatto fermare il treno all'improvviso. E io…" Si grattò nervosamente la nuca e guardò in basso. "Io… ho fatto le fusa."

Non gli piacque affatto il bagliore divertito negli occhi di Alya. Per niente. Quindi spostò lo sguardo verso Marinette e notò quanta tenerezza ci fosse nei suoi occhi mentre lo fissava. Distolse di nuovo lo sguardo e arrossì. Perché gli batteva così forte il cuore?

"Cos'hai fatto? Non l'ho sentito bene!" Alya si portò una mano all'orecchio.

"HO FATTO LE FUSA!" Chat Noir fece il broncio e incrociò le braccia sul petto. "E Ladybug l'ha sentito e me l'ha fatto notare."

Alya spense il registratore sul telefono. “Non avevo idea che le tue tendenze feline fossero più di una semplice facciata, Gattino. È molto interessante questa notizia, vero Marinette?"

"Eh?" Marinette le lanciò uno sguardo interrogativo.

“È così tenero quando i gatti fanno le fusa. Proviamo a fargliele fare di nuovo? Che ne dici?"

Dì no, dì no, dì no, dì no… ti prego! Non gli piaceva affatto il sorrisetto che incurvò le labbra di Marinette.

"Perchè no?"

Chat Noir spalancò gli occhi e saltellò via a quattro zampe per la stanza, ma le due ragazze non ci misero molto ad acciuffarlo. E tra Alya che gli faceva il solletico sotto il mento e Marinette che gli accarezzava i capelli, pensò che sarebbe presto esploso.

"Per favore smettetela!" le pregò lui, ma la sua protesta provocò solo altre risatine. Poi Marinette mise le mani dietro le sue orecchie e iniziò a grattarlo proprio lì, e lui non ce la fece più a trattenersi. Dovette dichiarare la propria sconfitta. Le fusa gli uscirono forti e chiare, e per quanto facesse finta di non esserne contento, si rese conto di star solo mentendo a se stesso. Sì, perché in realtà stava iniziando a godersi davvero la sensazione di Marinette che gli grattava dietro le orecchie. Se la stava godendo fin troppo per i suoi gusti.

Perdonami Ladybug!

"Oh, ma che tenero!" disse Alya. La ragazza mise la mano nello stesso punto dove stava grattando Marinette, ma dietro l'altro orecchio, e iniziò a grattarlo anche lei. Le fusa di Chat Noir in qualche modo raddoppiarono, per la gioia di entrambe le ragazze. Il ragazzo si ritrovò con la testa appoggiata sulle ginocchia di Marinette, un sorrisetto beato sulle labbra mentre la sua coda sembrava aver assunto vita indipendente; la punta della coda quasi si muoveva seguendo il ritmo delle fusa.

Pur sentendosi davvero imbarazzato, Chat Noir ci rimase quasi male quando le ragazze lo lasciarono andare e ripresero la loro posizione a triangolo, facendogli segno di tornare al suo posto. Sospirò e fece come gli era stato detto, ma le sue orecchie erano ormai piatte sulla testa.

"E' il tuo turno, Gattino!" annunciò Alya. La sua espressione triste si trasformò in una di soddisfazione e le sue orecchie si rizzarono in allerta. Si strofinò le mani, pregustando il momento della sua vendetta. Avrebbe chiesto ad Alya. Di sicuro avrebbe saputo trovare qualcosa da chiedere per imbarazzarla!

"Alya ... obbligo o verità?" disse con un sorriso astuto.

"Verità, Micetto." Lei gli sorrise di rimando.

Si strofinò di nuovo le mani. "Fantastico... dunque... quanto ti sei spinta con... Nino?" Finse di non ricordare il nome del suo migliore amico ed lo sguardo inorridito di Alya gli diede tanta soddisfazione.

"Ma guarda te che..." mormorò la ragazza e lui ridacchiò. "Non te lo dico." Prese il bordo della sua canotta bianca e se la tirò con decisione sopra la testa, e poi la lasciò cadere sopra la sua camicia, al centro del triangolo. Chat Noir si sentì nuovamente imbarazzato, perché questo gesto aveva rivelato un grazioso reggiseno di pizzo arancione che sosteneva il seno florido della ragazza bruna. Deglutì a vuoto—Nino l'avrebbe fatto a pezzi se l'avesse saputo!

"Ora Micetto, dimmi, cosa mi obblighi a fare?" Incrociò le braccia sul petto e lo fissò. Chat Noir impiegò un attimo a riprendersi dallo shock, e sbuffò perché Alya era riuscita in qualche modo a cambiare le carte in tavola e a far imbarazzare lui. Ci pensò su seriamente e poi sorrise e la guardò.

"Ti obbligo a farti un selfie con miao, e inviarlo a Nino." Fece un sorriso a 32 denti quando vide la sorpresa e lo shock negli occhi delle due ragazze.

Ma lo stupore di Alya non durò a lungo. Lo guardò in modo strano, sorrise maliziosamente, si mosse a quattro zampe verso di lui e accese la fotocamera anteriore del suo telefono. "Dì 'cheese', Gattino!" disse divertita e scattò la foto con una mano, mentre con l'altra faceva un segno di vittoria vicino alla sua testa.

Gli diede un'altra occhiatina furba non appena inviò la foto al numero di Nino. "Sai che anche questa foto andrà sul Ladyblog, vero?" Gli sorrise quando notò il terrore negli occhi di lui. "Ho sempre voluto pubblicare un'intervista con Chat Noir... i miei lettori scuseranno il mio reggiseno in bella mostra nell'immagine di copertina."

Chat Noir voleva ribattere qualcosa, ma prima che potesse aprire bocca, si sentì lo squillo della suoneria che Alya aveva assegnato a Nino e la ragazza prese il telefono in mano con una risatina, rispose e lo mise in vivavoce.

"Che significa quella foto, Babe?" chiese la voce di Nino.

"Niente, tesoro. Sto solo facendo un pigiama party con Marinette, e ci è capitato un ospite inaspettato." Alya sorrise a Chat Noir, fin troppo divertita per i suoi gusti e facendolo sentire davvero a disagio mentre gli occhi protetti dagli occhiali le scintillavano di malizia.

"Als, non è quello che mi preoccupa e tu lo sai. Perché sei in reggiseno?"

Alya sorrise di nuovo. "Stiamo facendo un paio di giri di obbligo o verità. Io ho perso. Niente di cui preoccuparsi."

"Oh..." la voce di Nino suonò sorpresa. "Chat Noir ha davvero accettato di giocare a obbligo o verità con te?"

"Ci scommetti che l'ha fatto!" ridacchiò Alya.

"Wow. È un tipo coraggioso..." Nino sembrava davvero impressionato. Chat Noir si sentiva più incosciente che coraggioso, ma non obiettò.

"Non hai idea!" Alya sorrise di nuovo. "Stai tranquillo, Nino, mi sto divertendo un mondo. E ti racconterò fin nel minimo dettaglio quando ti vedo domani." Questo sembrò calmare un po' Nino, e i due fidanzatini si salutarono con un bacio a distanza.

"Ecco fatto. Ora... "Alya si strofinò le mani e fece l'occhiolino a Chat Noir, che iniziò a sudare e ricambiò con un sorriso nervoso. "Ora è il mio turno!" Continuò a fissarlo con un sorriso forzato sul viso.

"Uh... mi stai scegliendo?" disse lui timidamente. Quando lei annuì, senza perdere il sorriso forzato, lui deglutì. "O-obbligo..."

Il sorriso di Alya si allargò. "Sei davvero un tipo coraggioso, micetto!" ripeté il commento di Nino. Chat Noir deglutì di nuovo. Onestamente non sapeva cosa fosse peggio quando era coinvolta Alya.

"Forse non vuole rispondere più a domande imbarazzanti che andrebbero diritte sul tuo blog, Alya!" disse Marinette con un velo di sarcasmo.

"Chissà!" disse Alya in tono salace. A Chat Noir non piaceva lo sguardo che gli stava dando la ragazza bruna. Sapeva che Alya non fosse per niente contenta di quello che l'aveva obbligata a fare prima e sapeva che stesse pianificando la sua vendetta. Ma non si sarebbe mai aspettato quello che la ragazza disse subito dopo. "Ti obbligo a dare un bacio appassionato a Marinette. Sulle labbra."

"COSA?" dissero sia lui che Marinette all'unisono.

"Hai sentito bene, micetto. Fai quello che ho chiesto o, come ti ho già detto, inizia a mostrare gli addominali." La ragazza gli lanciò uno sguardo di puro trionfo da dietro la montatura degli occhiali.

Neppure Marinette sembrava molto contenta dell'obbligo richiesto dalla sua amica. "ALYA!! NON PUOI CHIEDERE A CHAT NOIR DI BACIARMI!"

Alya finse di sgranare gli occhi. "Perché no? Non posso certo chiedergli di baciare me, o Nino avrebbe davvero di che preoccuparsi." Scrollò le spalle e continuò con aria di sufficienza. "C'è solo un'altra persona in questa stanza!"

Il viso di Chat Noir aveva probabilmente assunto il colore della tuta di Ladybug. Sentiva le guance in fiamme e il cuore gli batteva all'impazzata. No, non poteva succedere così. Non doveva succedere così. Sapeva che tipo di bacio intendesse Alya e… beh, lui aveva sempre voluto che il suo primo bacio di quel tipo fosse con Ladybug.

Fino a quel momento, di baci di cui lui si ricordasse, aveva solo strofinato labbra con Katami una volta e quello era di sicuro stato un bacio che avrebbe preferito dimenticare. Non aveva sentito nulla di ciò che aveva letto in libri o fumetti. Aveva fatto del suo meglio per nascondere la sua delusione, ma Katami l'aveva notato, ne era certo. Da quel giorno era venuta a trovarlo molto meno spesso. Ma lui non poteva farci niente; non amava Katami, ma Ladybug. Non voleva fare un'esperienza simile oggi con Marinette. Per quanto si fosse sentito molto imbarazzato quella sera, gli era piaciuta molto la compagnia delle ragazze. Non voleva rovinare tutto.

C'era solo una cosa da fare. Ma nel momento in cui lo pensò, sentì una sensazione di tensione al collo della sua tuta. PLAGG? MA DAVVERO? Stai cercando di farmi venire un infarto o che? Chat Noir mise una mano sulla campanella e cercò di abbassare la zip. Ma la lampo non si mosse di un millimetro. Quindi il ragazzo mise una mano sul bordo del colletto e uno sulla campanella e tirò con più forza, ma il suo tentativo fu accolto con una resistenza ancora più strenua.

"Cosa c'è, Gattino? Hai caldo?" lo prese in giro Alya.

"La zip non funziona!" Il ragazzo iniziò a tirare la campanella così forte che pensò stesse per staccarsi. "Plagg, giuro che me la paghi quando ti becco!"

"Chi è Plagg?" chiese Marinette, mentre si avvicinava e iniziava ad aiutarlo a tirar giù la campanella; in base all'espressione corrucciata della ragazza, Chat Noir ebbe la certezza che pure lei si fosse messa in fila per ammazzare Plagg.

Alya osservava la scena che si svolgeva davanti a lei con grande divertimento. Accese la macchinetta fotografica del suo telefono e iniziò a filmare e a scattare foto. "Sì, micetto, dicci. Chi è Plagg?"

"PLAGG! SE MI SENTI, E SO CHE MI SENTI, TI PUOI DIMENTICARE IL TUO CAMEMBERT QUANDO TORNIAMO A CASA. TI BUTTO TUTTO NELL'IMMONDIZIA, CATTIVO DI UN KWAMI!" Chat Noir avrebbe infierito di più, ma Marinette gli mise una mano sulla bocca per zittirlo e lo guardò malissimo. Ah sì, certo. I suoi genitori, che scemo!

"Allora Plagg è il tuo... kwami?" Alya era in piena modalità reporter. "È la creatura che ti dà poteri? Gli piace il formaggio Camembert? È un gatto?"

Chat Noir annuì. "Sì. E oggi sarà un kwami ​​morto!" Provò a togliersi le coperture dai guanti, ma pure quelle non venivano via. Pure i suoi stivali erano bloccati. Provò di nuovo ad abbassare la campanella, ma sentì la zip muoversi da sola in direzione opposta e chiudersi tutta fino al mento facendo risuonare la campanella nel silenzio della stanza. Alya stava letteralmente piangendo dalle risate e Chat Noir sospettò che pure Plagg stesse rotolandosi per terra, dovunque si trovasse quando era trasformato.

"Beh ... dato che il tuo kwami ​​tiene prigionieri i tuoi addominali... penso che ti sia rimasta solo una cosa da fare," gli fece notare Alya. "Non abbiamo mica tutta la notte!"

Le orecchie da gatto di Chat Noir gli si appiattirono in testa. Si voltò verso Marinette e le diede una rapida occhiata, e l'agitazione nello sguardo di lei gli diede il batticuore. Si sentiva malissimo. La ragazza era chiaramente angosciata e Chat Noir ora sapeva il perché. Le piaceva Adrien. L'aveva detto chiaramente poco prima. Ma ovviamente non sapeva che lui fosse Adrien e non voleva baciare, soprattutto in quel modo, un altro ragazzo. Mi dispiace tanto, Marinette!

"Non c'è modo di uscirne?" chiese a Marinette. Lei scosse lentamente la testa. Forse avrebbe potuto giusto sfiorarle le labbra come aveva fatto quella volta con Katami e Alya sarebbe stata soddisfatta? Sospirò mentre il suo batticuore aumentava. "Allora con il tuo permesso, Marinette..."

Le labbra del ragazzo premettero su quelle di Marinette, e niente avrebbe potuto prepararlo per il flusso di emozioni che questo piccolo contatto avrebbe scatenato. Sentì come se un fulmine lo avesse colpito dritto in testa. La sua decisione iniziale di "sfiorarle solo le labbra" fu buttata immediatamente nel dimenticatoio, così come il resto del mondo intorno a lui. Si ritrovò ad avvolgerle le mani intorno al collo e passarle le dita tra i capelli, facendole cadere accidentalmente i lacci che le reggevano i codini. Iniziò a carezzare i suoi morbidi capelli corvini con gli artigli e respirò profondamente, riempiendosi i polmoni del suo profumo. Profumava di gelsomino e fiori di campo come l'asciugamano che gli aveva dato poco prima. E di biscotti. Che buoni i biscotti! Non ce n'erano mai abbastanza, di biscotti.

Con una piccola parte del suo cervello si rese conto che erano caduti entrambi a terra, e quella parte del suo cervello si ritrovò a considerare quanto il corpo della ragazza fosse piacevole e morbido sotto il suo. Gli passarono davanti agli occhi come lampi ricordi di Marinette che gli sorrideva, Marinette che balbettava davanti a lui, Marinette che cercava di baciarlo il giorno in cui aveva finto di essere una statua, Marinette che riappariva sotto l'ombrello che le si era chiuso in testa, Marinette che guardava la sorpresa che lui aveva preparato per Ladybug con occhi sgranati, Marinette che lo abbracciava e gli diceva che lo amava. I macarons e il biglietto di Marinette che gli avevano riscaldato il cuore solo poche ore prima. Quindi... quelle farfalle esistevano davvero? E prendevano davvero dimora nello stomaco? Non sapeva perché, ma il suo stomaco sembrava pieno di farfalle. Piccole farfalline...

Si appoggiò su di lei, senza fiato, e tentò di approfondire il bacio. Voleva assaporarla completamente, non lasciare un solo centimetro inesplorato. Spalancò gli occhi per lo shock quando tentò di spingere con la lingua... e lei glielo permise. Oh Marinette ... mi vuoi davvero far impazzire! Aveva un sapore dolce e... non sapeva nemmeno lui che cos'altro... e i suoi denti erano lisci e... si rese conto che il suo ultimo pensiero coerente era appena morto nella sua testa mentre le farfalle nello stomaco sembravano esplodere e una sensazione di bruciore le sostituì, aumentando fino a infiammare ogni parte del suo essere, a partire dal basso ventre.

Con riluttanza strappò le labbra dalle sue, solo perché aveva un bisogno disperato di respirare, e si puntellò sui gomiti in modo da poterla guardare dritto negli occhi. Quei bellissimi occhi azzurri che sembravano nascondere le profondità dell'oceano. Quegli occhi che erano così dolorosamente simili a quelli di Ladybug. Sentì distintamente il suo cervello prendere la parola Ladybug e scaricarla nella sua parte più remota, chiamata "cose da dimenticare", e si sentì in colpa per un piccolissimo istante.

Ma chi stava prendendo in giro? Non si sentiva affatto in colpa.

Oddio, gli girava la testa.

"Wow..." fu tutto ciò che riuscì a dire. Marinette lo stava guardando sconvolta e non riuscì nemmeno a dire quello.

"Ahem!" Il suono di Alya che si schiariva la gola li riportò alla realtà, come una doccia fredda. Chat Noir si voltò verso Alya e vide che la ragazza stava puntando il telefono verso di loro e li guardava con aria sognante. "Quel bacio era… una cosa dell'altro mondo, ragazzi. Wow!"

Chat Noir si costrinse a spostarsi da sopra di Marinette, anche se tutto il suo essere protestava per essersi semplicemente mosso dal calore della ragazza. Sentiva un senso di appagamento a restarle vicino, come se fosse stato giusto così, e quando si separarono non poté evitare di farsi scappare un piccolo gemito. Non si fidava della sua capacità di deambulazione, visto che le sue gambe sembravano fatte di gelatina, quindi si limitò a muoversi di sedere per tornare al suo posto. Marinette si alzò per rimettersi in posizione, e anche lei sembrava piuttosto traballante. Si sedette con cautela e iniziò a rifarsi i codini con le mani.

Rimasero entrambi in silenzio per un lungo istante, fissando il nulla.

"Dunque..." La voce di Alya riportò Chat Noir alla realtà dal suo piccolo rifugio nel mondo dei sogni. "Tocca a te."

"Uh..." Il ragazzo scosse la testa cercando di ritornare alla realtà. Non riusciva a togliersi Marinette dalla testa. La stava fissando con quello che era sicuro fosse un'espressione da completo beota. "Marinette..." riuscì a malapena a dire. Non sapeva nemmeno se voleva chiederle una verità o un obbligo, semplicemente non poteva dire nient'altro.

"Si?" fu la risposta di lei, con lo stesso identico tono di voce sognante.

"Mi baci di nuovo?" Non poteva togliersi quel bacio dalla mente.

"Te lo scordi, Gattino..." fu la sua risposta. La sua voce era ancora sognante e dolce, ma Chat Noir ebbe una strana sensazione di déjà vu. Ricordava fin troppo bene un'altra volta che aveva provato a baciare qualcuno, questa volta Ladybug... e lei si era rifiutata usando le stesse identiche parole. Guardò Marinette con aria confusa.

"Sul serio ragazzi... qui si rasenta il ridicolo." Alya si mosse verso Chat Noir e agitò una mano davanti ai suoi occhi. "Ehi? Chat Noir? C'è nessuno?" Quando anche questo non funzionò, gli mise una mano sulla guancia e gli diede un bel pizzico.

"Miahio!" Finalmente Chat Noir riprese consapevolezza e notò che anche Marinette era ritornata in sé. "Perchè l'hai fatto?"

Alya sospirò. "È il tuo turno. Hai chiamato Marinette. Devi chiederle, 'Obbligo o Verità'?"

"O sì. Scusa…" Lanciò un'occhiata colpevole al pavimento. "Obbligo o Verità, Marinette?"

Alya tornò al suo posto.

"Obbligo!" Anche Marinette sembrava aver riacquistato consapevolezza. L'unico problema era che la sua mente era vuota e non sapeva cosa chiedere. Aspetta un attimo. Magari poteva ritorcerle contro la domanda di Alya.

"Allora, dunque... ti obbligo... ti obbligo a farmi vedere il tuo segreto più imbarazzante." Non sapeva come fosse riuscito a dire una frase così lunga. La sua lingua sembrava ancora incollata alla gola.

Lei lo fissò con un cipiglio frustrato. "Sei peggio di Alya, Gattino!" lo rimproverò. Lui le fece una linguaccia.

"Okay, ora sono nei guai," mormorò Marinette. "Indosso solo il pigiama e non porto il reggiseno, quindi puoi scordarti che mi spogli!" Solo in quel momento Chat Noir si accorse che Marinette indossava davvero il pigiama. Lo stesso che indossava quando erano stati costretti a scappare per tutta Parigi per colpa dei suoi fan.

"Beh, dai, magari puoi mostrarci il contenuto del tuo cassetto della biancheria intima!" Stava scherzando, ma Marinette diventò cremisi e gli lanciò uno sguardo assassino. "Potrei accettarlo come segreto imbarazzante!" Inarcò un sopracciglio e si guardò le dita delle mani con fare compiaciuto. Poi le fece un sorriso a 32 denti, in risposta alla sua occhiataccia.

"E va bene!" sbottò Marinette sbuffando e dandosi uno schiaffo sulle cosce.

Cosa? Gli voleva davvero far vedere il cassetto della biancheria intima? Ma lui stava scherzando!

"Ti faccio vedere..."

No no no Marinette... la guardò incredulo mentre Marinette si alzava e marciava verso il bordo del soppalco che ospitava il suo letto. Alzò una mano e tirò giù qualcosa che lui non aveva mai notato prima. Sembrava... una specie di diario? Si portò una mano al mento e aggrottò la fronte.

"Ma che roba è?" chiese dubbioso.

Marinette sospirò. "Ricordi che ti ho detto prima del r-ragazzo che mi p-piace."

Chat Noir annuì, mentre iniziava a annotare nel cervello quanto fosse scritto su quel diario prensile. Poteva leggere scherma, pianoforte e cinese. Cosa...

"Sì, e quindi?"

"Beh, io sono un po ' ossess-ehm-affezionata a lui e... v-voglio tenermi informata," ammise. Quando lui annuì, lei continuò, "quindi ho... fatto questo programma: sono le sue attività mensili". Lo sguardo sognante sul suo viso lo colse di sorpresa. "Così so dov'è e cosa fa."

Chat Noir giunse a una conclusione: Marinette era pazza. Completamente pazza. Aveva riscritto tutte le sue attività mensili. Sapeva perfino quando doveva fare i servizi fotografici. Come diavolo faceva a saperlo? Quei dettagli erano memorizzati solo sul... tablet di Nathalie?

"D-dove hai preso tutte queste informazioni?" Impallidì quando vide che la ragazza era a conoscenza anche di un servizio fotografico improvvisato di cui Nathalie gli aveva parlato venerdì sera. L'altroieri! Si alzò e si diresse verso il tabellone.

Marinette guardò il soffitto fingendosi innocente. "Uh, sai, una ragazza ha i suoi metodi..."

"I suoi metodi? È pazzesco, Marinette! Capisco che ti piaccia, ma questa è un'ossessione." Continuava a fissare il servizio fotografico di cui gli era stato detto solo venerdì. Dubitava che qualcuno ne fosse a conoscenza tranne suo padre, Nathalie e lui. Quando però lo sguardo gli passò da quel servizio fotografico alla data odierna, il suo cuore si riscaldò di nuovo. La ragazza aveva fatto un cerchietto rosso sulla giornata odierna e vi aveva scritto "festa della mamma", adornandolo con un paio di cuoricini. Ci mise una mano sopra e fece un sorrisetto.

"Come ho detto prima," iniziò a dire lei.

Lui annuì. "Si, mi ricordo. Scusa Marinette, non avrei dovuto chiedertelo. Sono senza parole. Questo è più di quanto pensassi una persona potrebbe fare per il ragazzo che le piace." La sua mano era ancora appoggiata alla data odierna mentre parlava. "Sono davvero curioso di sapere come hai ottenuto tutte queste informazioni; non pensavo che fosse così facile hackerare..." stava quasi per dire 'Il tablet di Nathalie', ma riuscì a ricordarsi di essere Chat Noir e a tenere la bocca chiusa all'ultimo secondo. Cavolo, si era quasi tradito! Guardò Marinette e notò che era diventata cremisi alla sola menzione della parola "hackerare".

"Uh, uno dei ragazzi della mia classe, Max. Penso che tu l'abbia incontrato." Chat Noir annuì — in fondo era diventato Pegaso quando avevano affrontato Startrain. "È un genio del computer. Mi ha chiesto un favore un paio di mesi fa, voleva che gli disegnassi un nuovo stile per Markov. Io l'ho aiutato, e lui mi ha aiutato, ehm, a hackerare il tablet di Nathalie…" Si coprì il viso con le mani quando Chat Noir strabuzzò gli occhi. Quindi era vero! Aveva hackerato il tablet di Nathalie!! Quella ragazza era fuori del mondo!

Ma non sapeva perché, le farfalle che aveva sentito nel momento in cui l'aveva baciata erano tornate a prendere residenza nel suo stomaco. Gli dava una sensazione di calore il pensiero che lei avesse passato così tanto tempo e avesse fatto così tanti sforzi solo per tener traccia di quello che stesse facendo lui. Era un po' ossessivo magari, ma anche estremamente dolce.

Okay, va bene, era dolce. Dolcissimo. Raccapricciante, ma dolce.

"Ma che buffo, Chat Noir," disse Alya con sorpresa. "Come mai ti dà tanto fastidio che Marinette abbia hackerato il tablet di quella *ehm* brava donna e stia tenendo d'occhio le attività di Splendore?"

Chat Noir impallidì. "Uh. No, non mi dà fastidio..."

Pericolo! Pericolo! Abbandonare la nave! Alya lo stava guardando con uno sguardo così intenso e un cipiglio così dubbioso che Chat Noir ebbe la netta sensazione che gli ingranaggi nel cervello della ragazza stessero andando a mille all'ora. La mano gli raggiunse la nuca, mentre lo sguardo gli correva al soffitto. Alya sembrava essere in grado di leggerlo come un libro aperto.

"È solo... un po' ossessivo, ecco." Vide gli occhi di Marinette spalancarsi e le guance della ragazza spolverarsi di rosa e il suo cuore sprofondò. Oh no! Non voleva metterla a disagio! Ma lo sguardo di Alya era diventato molto serio, e Chat Noir deglutì, cercando di capire dove stesse sbagliando. "Non è normale che ci si sorprenda di vedere tutto questo?" Indicò il diario.

“Sorprendersi, sì. Forse trovarlo un po' strano, sì. Ma entrare totalmente in crisi come stai facendo tu... per favore permettimi di avere i miei dubbi!" disse la bruna. Poi la ragazza aggiunse, in un sussurro che solo le sue orecchie di gatto potevano udire, "A meno che... a meno che non ci sia qualcosa sotto, Splendore..." Le labbra di Alya si incurvarono in un sorriso malizioso, lo sguardo fisso nel suo.

Chat Noir si sentì sprofondare. Ladybug lo avrebbe spellato vivo!


Nota dell'autrice


Salve! Eccoci con il capitolo 3. Cosa ne pensate? :)

Insomma, vi avevo detto che l'imbarazzo di Chat era appena all'inizio, no? :D Grazie mille per le recensioni, fanno bene al cuore! Quando vedo una notifica da questo sito web mi fiondo sempre a leggere, e mi tira su il morale. Quindi per favore continuate a recensire! Voglio davvero sapere cosa ne pensate!

E grazie ancora a Genxha e Sherry per il loro immenso aiuto; soprattutto al mio amico Matteo (genxha), per avermi dato la sua opinione, da un punto di vista maschile, sui sentimenti di Chat in questo capitolo, e un paio di idee per ravvivare le cose. :)

   
 
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