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Autore: May Jeevas    14/05/2021    2 recensioni
Bucky precipita.
Il suo sguardo cerca ancora quello di Steve che si allontana come a rallentatore, portato via dal treno.
Non lasciarmi. È il primo pensiero egoista e infantile che forma la sua mente mente l’urlo riecheggia tra le Alpi.
Non saltare! È il secondo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mani si stanno per raggiungere. Solo un ultimo sforzo.
Bucky cerca di non guardare il vuoto sotto i suoi piedi. Il treno in corsa, l’aria gelida, la paura che tenta di paralizzarlo non possono distrarlo. Si concentra sul volto di Steve, contratto dallo sforzo. Gli occhi azzurri si incastrano nei suoi. Un ultimo sforzo, solo uno.
Poi, il mondo precipita.
Bucky precipita.
Il suo sguardo cerca ancora quello di Steve che si allontana come a rallentatore, portato via dal treno.
Non lasciarmi. È il primo pensiero egoista e infantile che forma la sua mente mente l’urlo riecheggia tra le Alpi.
Non saltare! È il secondo.
Il suo corpo collide con il suolo, uno schianto forte e spietato. Un dolore cieco al braccio sinistro. Continua a cadere, sempre cozzando con forza sul terreno. Roccia. Neve. Fango. Ghiaccio.
Quando si ferma in un buco pieno di ghiaia ghiacciata, ogni cellula del corpo pulsa, rinchiudendolo in un universo di dolore.
Non sa come può essere ancora vivo, ma è sicuro che la sua ora è vicina. Nessun essere umano può sopravvivere a una caduta del genere.
Sta per morire.
Sta per morire e l’ultimo pensiero va a Steve. Il suo volto gli aleggia nella mente debole e confusa: era così concentrato e preoccupato poco prima che lui cadesse. Bucky tiene gli occhi chiusi, abbandonandosi al freddo che lo circonda, e prega, supplica con tutto sé stesso che l’amico non sia così folle, così imbecille da saltare.
Dio, ti prego. Prendi questa vita e lascia vivere lui. Perdona i miei peccati e se devi prendi la mia anima, gettala all’inferno, ma la sua accoglila al tuo fianco in Paradiso. Steve, non saltare, ti prego, non saltare, per una volta, una sola, ascoltami…
Con questi pensieri vorrebbe abbandonarsi all’oblio. Che la falce compisse il suo dovere, e che si sbrigasse, perché il dolore sta diventando accecante e lo sta trascinando verso pensieri bui che non vuole fare.
Forse Steve ha saltato davvero. Forse sta venendo a salvarlo. Forse non sta morendo.
Freddo e dolore lo stanno privando della razionalità
Che la morte si sbrighi, che tutto finisca presto, per favore, per favore…
“Steve… ti prego…” mormora al vento senza sapere neppure più per che cosa stia pregando.

Tra le Alpi, un’anima perduta nella neve aspetta e prega.
Su un treno in corsa ormai lontano, un ragazzo piange accucciato alla parete squarciata.
Un pianto e una preghiera che si perdono nel vento, forse incontrandosi e intrecciandosi in pensieri di speranza e illusione.

God on high, hear my prayer. He is young, he is afraid.
Let him rest, Heaven blessed.
Bring him peace, bring him joy. He is young. He is only a boy.
Let him be, let him live.
Bring him home.

 

 

 

Angolino di May.
Non ho particolari scuse, ma incolpo il mio suggeritrama, che da quando l’ho battezzato James (nome assolutamente preso a caso) continua a farmi venire idee su Bucky. Spero non vi faccia troppo schifo e che possa strapparvi un po’ di feels.
Per chi non lo sapesse, la canzone da cui è nata questa idea è Bring Him Home dal musical Les Misérables. No, giuro, non mi sono immaginata Steve e Bucky cantarsela mentre erano lontani.
Vi lascio! Se volete lasciarmi qualche suggerimento o critica sono sempre pronta a migliorare!

   
 
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