Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    17/05/2021    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Assalto
 
Lo stregone atterrò a pochi passi da loro sollevando una nuvola di polvere. “Lasciano il campo” disse. “Due gruppi in direzioni opposte. C’è un terzo gruppo con i carri al centro delle baracche.”
“Dividono le forze per dividere noi” disse Lydo. Guardò Aramil, che fissava l’orizzonte accigliato. “Che facciamo?”
“Seguiamo il piano.”
Il piano, pensò Valya.
Ne avevano discusso mentre preparavano l’assalto al campo, prima di prendere i cavalli e partire. Cog era stato legato a un albero.
“I nodi non sono stretti” aveva assicurato Lydo. “Ti libererai da solo e potrai tornare a casa.”
“Io non ce l’ho una casa” aveva risposto il ragazzo.
“Allora vai dove nessuno ti conosce e non sa che ti eri unito ai rinnegati.”
Aramil li aveva riuniti attorno al focolare e aveva indicato Hadena. “Formeremo tre squadre. Una la comanderai tu. Prendi Owain, Roclus e Bafon con te.”
La donna aveva annuito.
“Lydo” aveva proseguito Aramil. “Tu prendi Konnor e la figlia di Keltel.”
Stava per dire che si chiamava Valya ma decise di tenere la bocca chiusa.
“Io andrò con Nykka e Yuldra.”
“Siamo nello stesso gruppo” aveva detto Nykka entusiasta rivolgendosi a Yuldra. “E con il comandante. È un grande onore.”
Yuldra aveva scosso la testa.
“Io non sono d’accordo” aveva detto Konnor. “Avere la ragazzina nel gruppo ci rende deboli.”
“È per questo che voi due sarete con lei” aveva replicato Aramil.
Konnor aveva stretto i pugni e aveva aperto la bocca per dire qualcosa, ma aveva esitato prima di parlare.
Lydo aveva fatto un cenno con la testa allo stregone. “Ti sta facendo un complimento, sciocco.”
Konnor era arrossito.
“Attaccheremo su tre lati” aveva detto Aramil. “Hadena da oriente, Lydo da occidente e io da meridione.”
“Resta la parte a settentrione scoperta” aveva osservato Valya.
“Vadano pure da quella parte se decidono di scappare” aveva detto Lydo. “Ci sono le montagne e non faranno troppa strada.”
“Io spero proprio che non scappino via” aveva detto Bafon. “Ho voglia di lanciare qualche incantesimo contro i rinnegati.”
Aramil aveva guardato di nuovo Hadena. “Secondo Cog la maggior parte del campo è occupata da donne e ragazzi. Ignorateli se non vi attaccano.”
“Sono rinnegati” aveva protestato Konnor.
“Tu concentrati su soldati e mantelli. Agli altri penseremo dopo.”
“Come con Cog?”
“Basta” aveva detto Lydo con tono perentorio. “O ti lascerò qui a guardia delle tende.”
Konnor aveva stretto le labbra.
“Il resto lo decideremo quando saremo in vista del campo” aveva detto Aramil. “Ai cavalli.”
“Yuldra?” domandò Aramil destandola dai suoi ricordi.
Gli occhi della strega luccicarono. “Vedo un gruppo di sei andare verso oriente e un altro gruppo di otto verso occidente. Ci sono due carri fermi in mezzo al campo e qualche decina di persone che li stanno caricando.”
“Hadena, tu insegui il gruppo da otto. Io inseguirò quello più piccolo. È probabile che abbiano messo la divinatrice in un gruppo e Zane nell’altro, ma non lo sapremo finché non li raggiungeremo. Lydo, tu e il tuo gruppo andate al campo e interrogate quelli che trovate. Cercate di scoprire dove li porteranno, nel caso l’inseguimento dovesse fallire.”
“Lasciami venire con te” disse Konnor. “Posso esserti più utile contro i mantelli grigi che contro quei servi.”
“Ti ho dato un ordine” disse Aramil perentorio. “Non farmi pentire di averti dato la mia fiducia.”
Konnor strinse i denti.
Aramil le rivolse un’occhiata. “Se non ti senti pronta, puoi restare qui. Ci serve qualcuno che copra la retroguardia.”
“Voglio andare” disse Valya decisa.
Lo stregone annuì. “Ricorda quello che ti abbiamo detto e segui gli ordini di Lydo e Konnor. Sono più esperti di te.”
“Lo farò.”
“Ognuno per la sua strada allora” disse Aramil. “Ci ritroveremo al campo, ma se siete seguiti andate a Charis per ricongiungervi con l’armata principale.”
Lydo attese che i due gruppi si fossero allontanati prima di far schioccare le redini e partire al galoppo verso il campo.
“Resta dietro di noi” gridò per sovrastare il frastuono degli zoccoli. “Quando te lo dirò io ci separeremo.”
“Credevo che avremmo attaccato tutti insieme” disse Valya.
“È per non offrire un bersaglio troppo facile ai loro tiratori” disse Konnor. “Torna indietro, non sei pronta per tutto questo.”
“Ho già combattuto in una vera battaglia” replicò.
E sono quasi morta, si disse.
Konnor scosse la testa. “Non mi importa quello che dicono Lydo e Aramil. Io non baderò a te se dovremo combattere, hai capito?”
“Nemmeno io baderò a te” rispose.
Lydo sogghignò. “Avete finito? Dal campo dovrebbero averci già visti. Peccato non avere gli occhi di Yuldra per vedere le loro facce.”
“Non mi importa delle loro facce” gridò Konnor spronando il cavallo a superarli.
Valya lo vide galoppare a testa bassa verso il campo.
“Kon” gridò Lydo. “Non ho ancora dato l’ordine.”
Lo stregone non si voltò né rallentò. In pochi attimi li distanziò di una cinquantina di passi.
“Dannazione” esclamò Lydo. “Andiamo anche noi.”
Valya fece schioccare le redini e si abbassò fino a sentire il calore del cavallo contro il suo corpo. Per un attimo ebbe la sensazione di essere sospesa sopra una nuvola e di volare sopra un mare di erba gialla che sfilava sotto di lei a velocità folle.
La voce di Lydo la destò dal suo torpore. “Dardi” gridò indicando un punto davanti a sé.
Davanti al campo, ora così vicino da distinguere sia le baracche che le figure umane, si era formata una fila di sei soldati che imbracciavano qualcosa.
Balestre, pensò Valya. Ferg gliene aveva mostrata una a Ferrador, insegnandole come doveva essere caricata e usata, ma lei aveva sempre faticato a maneggiare quell’arma, preferendo la spada.
Notò che Konnor e Lydo avevano disteso il braccio davanti a loro.
Stanno evocando lo scudo, si disse.
Estrasse la spada e sentì il potere scorrerle dentro. I muscoli ebbero uno spasmo e il campo sembrò più vicino. Anche il cavallo sembrò procedere più lento, quasi che avanzasse a fatica dove prima sembrava volare sopra quel mare di erba.
Vide i balestrieri scoccare i dardi, le punte che luccicavano sotto il sole. Un proiettile coprì in un battito di ciglia la distanza che lo separava da Lydo, ma lo scudo magico lo respinse deviandone la traiettoria. Seguì il dardo finché non si perse alle loro spalle.
Quando tornò a guardare in avanti, si accorse che uno dei proiettili puntava verso di lei. Era piccolo e dalla testa divisa in quattro parti con dei rampini curvi verso l’esterno. Ruotava su sé stesso fendendo l’aria.
Valya calò la spada con un gesto sicuro e lo tagliò in due, mentre nello stesso momento si chinava di lato per evitare un secondo proiettile.
“Mirano a te perché non hai lo scudo” le gridò Lydo, la voce ovattata.
“Starò attenta” rispose.
Un terzo dardo le sfiorò la testa costringendola a chinarsi di scatto. Dopo quell’ultimo lancio, i balestrieri gettarono via le armi e sollevarono le lance indietreggiando di un paio di passi.
Konnor si gettò verso di loro mulinando la spada sopra la testa. Lydo invece concentrò tra le mani una sfera infuocata e la lasciò partire in direzione della fila.
I soldati alzarono i loro scudi di legno e metallo. La sfera esplose davanti a loro e il bagliore li nascose per qualche istante.
Quando il fuoco si disperse, due soldati erano a terra, le lance e gli scudi sparpagliati.
Konnor si infilò nel vuoto lasciato dai soldati e diede un fendente al collo di uno soldato che si stava girando verso di lui con la lancia alzata.
Il soldato lasciò scudo e lancia e portò le mani alla gola per cercare di fermare il sangue che zampillava come da una fontana.
Valya spronò il cavallo e si gettò nella voragine aperta dai due stregoni. Una lancia le sfiorò la gamba ma lei la intercettò con il piatto della spada e la respinse.
Un soldato affondò la punta della sua lancia nel collo del cavallo e questi impennò. Valya strinse le redini cercando di riprenderne il controllo, ma l’animale ruotò su sé stesso arcuando la schiena e scalciando.
Con un balzo saltò giù e rotolò via. Il soldato che l’aveva attaccata estrasse la lancia dal collo dell’animale e la puntò verso di lei.
“Era il cavallo di Zane” ringhiò Valya gettandosi contro di lui.
Il soldato arretrò di un passo, ma in maniera lenta e goffa.
No, si disse Valya. Non è lui a essere lento e goffo. Sono io a essere veloce e agile.
Balzò in avanti e intercettò la lancia, tagliandola in due. Il soldato alzò lo scudo ma Valya ne spezzò la parte superiore con un colpo di spada. A quel punto il soldato arretrò e fece per voltarsi.
Lei lo raggiunse e lo colpì alla schiena, aprendo un solco profondo nella cotta di maglia e poi nella carne sottostante.
La sensazione di tagliare la carne e spezzare le ossa la colpì con intensità, mozzandole il fiato
Il soldato gridò e cadde in avanti, contorcendosi per il dolore mentre il sangue gorgogliava dalla ferita. Attraverso l’armatura e la carne dilaniata poteva vedere il bianco delle ossa e più in profondità…
“Svegliati” le gridò Konnor. “Non è ancora finita.”
Valya trasse un profondo respiro e distolse lo sguardo dal soldato abbattuto. Attorno a lei si muovevano ombre, ma solo due le erano note. Una era quella di Konnor e l’altra quella di Lydo.
I due mantelli bianchi sembravano danzare tra i soldati. Gli scudi e le lance si stavano ammassando attorno a loro due, ignorandola per qualche motivo.
Attaccano prima gli stregoni, si disse. Perché li ritengono più pericolosi.
Strinse i pugni.
Anche io sono pericolosa, si disse.
Due soldati puntarono verso Konnor, in quel momento girato di spalle per affrontarne un altro che parava i suoi attacchi con lo scudo.
Valya corse verso di loro saltando e gridando mentre mulinava la spada sopra la testa. Nello slancio il fendente colpì la spalla di uno dei soldati e affondò fino all’osso sottostante, tagliandolo di netto.
Il soldato grifò e perse la presa sulla lancia, che cadde al suolo. L’altro soldato si girò verso di lei e puntò la lancia verso il suo addome
Valya parò il colpo deviandolo con il piatto della lama e afferrò la lancia con la mano libera, attirando il soldato verso di lei con uno strattone deciso.
Lui frappose lo scudo tra loro e Valya se lo ritrovò addosso, lottando per non essere scaraventata a terra. Strappò di mano la lancia al soldato e la gettò via, sollevò la spada e colpì lo scudo al centro, piegandolo verso l’interno.
La forza del colpo scaraventò a terra il soldato che annaspò per rialzarsi. Valya balzò sopra di lui e calò la punta della spada verso il suo petto, trafiggendolo.
Alzò la testa e colse un movimento alla sua sinistra. Un soldato si stava infilando in uno dei carri.
Zane, pensò Valya. Potrebbe essere lì dentro. Forse volevano portarlo via e ora quel soldato sta cercando di ucciderlo.
Sentì la rabbia crescere dentro di lei e il sangue martellarle nelle tempie. Era così forte che il ronzio si trasformò in un frastuono che coprì tutti gli altri rumori della battaglia.
Corse verso il carro a testa bassa e scostò il velo che chiudeva l’entrata con un gesto deciso. Era certa che avrebbe trovato Zane che lottava con il nemico per non farsi giustiziare.
Il soldato che aveva visto infilarsi nel carro era inginocchiato davanti a una cassa piena di vasi di terracotta messi uno di fianco all’altro. In mano ne aveva uno col quale stava armeggiando.
Valya ringhiò e si tirò su balzando sul pianale del carro che scricchiolò appena sotto il suo peso.
Il rumore fece trasalire il soldato che si voltò di scatto e perse la presa sul vasetto di terracotta. Valya notò lo sgomento dell’uomo mentre il vasetto compiva una stretta parabola e finiva sulle assi di legno del carro. La superficie si riempì di crepe e fessure prima di aprirsi in mille frammenti.
Qualcosa brillò al suo centro, espandendosi con velocità impensabile. Valya sentì un’ondata violenta di calore contro la pelle del viso e delle braccia, seguita da un boato assordante. D’istinto alzò la spada per proteggersi un attimo prima che una forza irresistibile la spingesse indietro.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor