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Autore: Alchimista    29/08/2009    9 recensioni
Mi sono sempre chiesta dove fosse la maledetta notte del 31 ottobre 1981 Remus J. Lupin... Beh ecco la mia modesta e personale spiegazione della sua assenza...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo un maledetto Egoismo…

 

 

Si stese sul letto. Ogni luna piena era sempre la stessa storia: il dolore era tremendo, quasi insopportabile e lo tormentava anche da alcuni giorni di distanza dalla luna, prima e dopo. Quella sera Remus era sfinito: era il peggior Halloween mai passato, almeno da una decina di anni.

Potrebbe andare peggio di così? si chiese mentre si massaggiava una spalla.

In quel momento avrebbe detto di no, ma ancora non sapeva

Crack.

Lupin sobbalzò: davanti a lui si era improvvisamente materializzato il suo vecchio amico Sirius Black, il solito sorriso malandrino sulle labbra e i lunghi capelli  neri che gli scendevano sul collo dandogli l’aria da “macho” della situazione.

«Salve mio lupesco amico» salutò «Come vanno le cose?»

«Potrebbero andare meglio…» rispose lui stanco.

Sirius rimase a guardarlo mentre si ristendeva sul letto e chiudeva gli occhi provando a rilassarsi: quante volte era stato male per la sorte del suo amico! Quante volte aveva maledetto qual lupo mannaro che lo aveva morso; c’erano stati persino dei giorni in cui aveva pianto di rabbia osservando la vita che Remus era costretto a fare e da un po’ non riusciva a non guardare il suo amico con occhi tristi: si era ormai accorto – lo avevano fatto tutti – che Lupin si stava lasciando andare sempre di più e avrebbe voluto trovare una soluzione per rivedere il giovane e sorridente Remus di un tempo e che ora era solo un pallido ricordo.

Ad un tratto gli venne un’idea che definì, modestamente parlando, geniale.

«Ehi Rem? Che ne dici di andare da James? Lui e Lily avranno sicuramente preparato  qualcosa per festeggiare il primo Halloween di Harry. Forse viene anche Pete… non ne era sicuro. Sarà una bella rimpatriata: è da tempo che non passiamo una serata tutti insieme come hai vecchi tempi!» lo incoraggiò sperando che, se non la vista degli altri Malandrini, almeno quella del piccolo Harry avrebbe riportato un po’ di sorriso sul volto bianco come la luna del mannaro.

Remus sussultò: rivedere i Potter era proprio l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Si voltò di lato provando a fare la faccia più stanca che aveva.

«Non oggi Sir, non stasera: sono troppo stanco. Maledette trasformazioni: sembra che più si susseguano più facciamo male!»

Sirius lo guardò un po’ scettico.

«Sì… certo…» commentò atono.

«Oh Sirius… scusami, ma davvero non ce la faccio! Dai non prendertela: sai come sono queste cose, no? Ti prometto che alla prossima rimpatriata ci sarò, d’accordo?» provò a convincerlo.

«Uff… e va bene; ma ricorda: hai promesso!»

«Sì e manterrò la promessa. Porta le mie scuse anche a James, Lily e Peter per favore»

«Come vuoi. Ci si vede. Ciao!» e con un lieve movimento rotatorio ed il classico crack sparì.

Remus sospirò stendendosi per la terza volta sul letto. Quella sera non se la sentiva proprio di vedere i Potter ed Harry: c’era fin troppo allegria lì per lui. Non che non gliel’augurasse tutta – anzi anche di più – era solo che lui non era proprio dell’umore giusto per viverla con loro. Era ormai da qualche mese che lui si sentiva più giù del solito ed ogni volta che faceva visita a James e Lily doveva ridere e scherzare per tutto il tempo cercando di nascondere le lacrime e il viso stanco perché in caso contrario Lily se ne sarebbe accorta e allora sarebbero cominciate le domande e le classiche frasi tipo “Remus non preoccuparti” o “Remus andrà tutto bene” o ancora “Remus supereremo tutto questo insieme”. Era falso! Tutto estremamente falso! Non avrebbe superato un bel nulla, avrebbe continuato a trascinarsi così per tutta la vita; che poi, quella vita, valeva la pena di essere vissuta? Ormai non lo sapeva più.

Si era accorto che forse li odiava, o meglio li invidiava per la loro felicità ed odiava se stesso perché provava qual sentimento che lo stava allontanando dal resto dei Malandrini. Con quei pensieri chiuse gli occhi e cadde in un profondo sonno.

 

Il fuoco del piccolo camino della stanza si era spento quando qualcosa svegliò Remus. Si strofinò ancora assonnato gli occhi, poi si guardò intorno cercando la causa dell’interruzione di quel sonno che, per la prima volta da tanto tempo, non gli aveva portato incubi. Poi scorse sul comodino una grossa civetta bianca come la neve che aveva una lettera legata alla zampa. Remus sentì scendere il gelo dentro di se quando aprì la busta e lesse le poche righe che lo convocavano con la massima urgenza a Godric’s Hollow. Cos’era successo? Perché quella lettera partiva dal ministero?

In realtà però lui già sapeva.

Si smaterializzò in un attimo e ricomparve poco distante dalla casa dei Potter. Si sporse per vedere se ci fosse gente e scorse un vero caos. Babbani e maghi si agitavano davanti all’abitazione ad alzando lo sguardo scorse un enorme buco che aveva mangiato metà del piano superiore. Capì tutto e prima di rendersene conto stava correndo verso la casa.

«James! Lily!» urlò prima che un Auror lo bloccasse e lo portasse in un posto più isolato dove c’erano altri Auror ed il Ministro della magia.

«Signor Lupin, signor Lupin si calmi!» gli urlò in mago che lo aveva bloccato.

Remus continuava a divincolarsi e ad urlare i nomi dei suoi migliori amici senza ascoltare quello che gli veniva detto. Ormai nulla aveva senso per lui.

«Perché?! Perché?! Come è potuto succedere?! Chi…?!» gridò mentre anche le ultime forze lo abbandonavano e si lasciava cadere a terra stanco.

Le lacrime bagnavano ormai il suo viso.

«A quest’ultima domanda posso rispondere» disse freddo un altro Auror «È stato Sirius Black»

Quel nome fu un colto al cuore e Remus si sentì mancare.

«Si…Si…Sirius… Ma come… No: è assurdo!»

«Eppure è l’unico che sapeva: il Custode Segreto…» disse una voce calma e triste.

Remus alzò la testa e vide Silente, con il suo solito mantello azzurro. Gli mancò il fiato.

«Non ci sono dubbi» continuò l’Auror «Sirius Black li ha traditi: ha ucciso ancora non sappiamo quanti babbani ed un mago prima di essere catturato e condotto via» lo informò «Ci sono voluti venti maghi per fermarlo»

Remus sussultò ancora una volta: Sirius, il suo Sirius aveva tradito Lily e James ed ucciso dei babbani ed un mago? Lui? Eppure era sempre stato una persona buona, una delle migliori che aveva mai conosciuto. Era tutto così assurdo! Più ascoltava il racconto degli Auror più faticava a credere che stessero parlando della stessa persona.

«Chi… chi… è morto?» chiese con un filo di voce.

«Peter Minus» disse, sempre con gelida calma, l’Auror.

Il resto del mondo, quello che ancora, miracolosamente, si reggeva in piedi crollò nell’istante in cui Remus sentì quel nome. Peter Minus, il suo Pete? Morto?! Ricordò le parole di Sirius quando gli aveva proposto di andare a casa dei Potter.

«Forse viene anche Pete… non ne era sicuro»

Allora era andato e se fosse andato anche lui… ora…

Sirius aveva tradito James e Lily ed ucciso Peter? E… ed… Harry?! Voldemort aveva ucciso anche lui? O Sirius?

«Harry?» chiese quasi meccanicamente.

«È salvo, anche se non sappiamo come…. Ora è al sicuro….» Spiegò il Ministro.

Harry era salvo? Possibile? In quel momento, però, Harry era l’ultima delle sue preoccupazioni. Lily e James erano morti, uccisi da Voldemort; Sirius li aveva traditi ed aveva ucciso Peter. Ora lui era solo e la sua vita non valeva la pena di essere vissuta.

Non poteva non odiare Sirius per quello che aveva fatto: gli aveva portato via ogni cosa.

«Ed ora?! Come manterrò la promessa? Come farò? Eh Sirius? Rispondi!» urlò irrazionalmente «È solo colpa mia! Mia e del mio maledetto egoismo! Perché… perché non sono andato anch’io…?»

«Ssshh… no: non è colpa sua…» gli disse qualcuno che non riconobbe mentre lo aiutava ad alzarsi e lo portava via.

Per molte notti, dopo quella notte, Remus tornò di fronte alla casa dei Potter. Non aveva più parole da urlare o lacrime da versare, ma le ultime parole di quella notte sarebbero rimaste assordanti e spietate nel suo cuore per molto tempo.

 

                   

 

                     

                                               “È Solo colpa mia… mia e del mio maledetto egoismo…”

 

 

 

                                                                                                                                       ***

Lo spazio dell’autrice

 

Allora? Cosa ne pensate? So che questa è la mia ennesima One-shot triste… ma cosa posso farci se mi vengono solo così? Intanto voglio spiegare un errore che ho fatto durante la stesura di questa One-shot: quando l’ho scritta non ricordavo che sia la morte di Minus che la cattura di >Sirius avvenivano un giorno dopo la morte dei Potter (Qui infatti è accaduto tutto la stessa sera). Quando me ne sono accorta il guaio era fatto e non me la sentivo di cambiare. Quindi vi prego di scusarmi per questa piccola licenza che mi sono presa… Grazie per aver letto ed eventualmente recensito.

Alla prossima. Baci.

Alchimista.

 

 

   
 
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