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Autore: Fiore del deserto    18/05/2021    2 recensioni
Re Algol e la regina Lavandula hanno una seconda figlia, Lavernia, da sempre tenuta nascosta dai genitori in quanto ritenuta la figlia di Laduguer, dio della guerra e patrono di Dullahan. Dopo aver visto che fine ha fatto la primogenita di Algol, il dio obbliga il re di Dullahan a scegliere Lavernia come futura regina per riparare l’oltraggio del regno di cui è protettore, minacciandolo di togliergli tutta la sua potenza in battaglia e di maledire lui e il regno stesso con innumerevoli guerre con esito negativo. Messo alle strette, re Algol è costretto a chiedere a Jareth di sposare Lavernia per placare l’ira del dio, ma il re di Goblin ha appena chiesto la mano di Sarah. Ritrovatosi in un bivio tra i sentimenti e i doveri di re, Jareth deve fare una scelta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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UNDERGROUND
 
Il giorno dopo
 
Per Lavernia non potrebbe esistere giorno migliore e continua a ripeterlo a sé stessa mentre ammira il proprio riflesso sullo specchio, orchestrata dagli osanni di Lizarda, Cordula, Pevla e Amada. La stanno aiutando ad essere la sposa più bella di tutta Goblin, benché Lavernia sia stata molto chiara con il suo ordine: non si accontenterebbe né ora né mai di essere la sposa più bella di Goblin, o di Dullahan, ma di tutti i regni messi insieme. “Ci vorrebbe un miracolo” penserebbe il lettore – e farebbe bene – ma questo pensiero non si sa se è condiviso anche dalle dame che stanno facendo di tutto per ingraziarsi la futura regina. Che siano veri o meno i loro fiumi in piena di commenti carichi di incensamenti e sviolinate adulazioni, poco importa.
«Lizarda, dov’è l’umana?» chiede Lavernia ma non ottiene risposte e, vedendo la confusione nei volti delle altre dame, Lavernia emette un ghigno divertito «Oh, giusto, le nostre amiche non lo sanno. Da oggi ho una nuova cameriera personale.» ottiene una risata collettiva.
«Mia principessa Lavernia,» interviene Cordula finendo bruscamente di ridere «è la stessa umana elogiata dal nostro re? La Campionessa che...»
«Non è più nulla di tutto questo.» afferma Lavernia soddisfatta «E per quanto mi riguarda, per me non lo è mai stata. Dico bene?» fulmina tutte con gli occhiacci, riuscendo ad ottenere da loro la risposta che vuole sentirsi ricevere.
“Sì, principessa Lavernia” è ciò che dicono. Poco importa alle dame dell’importanza di Sarah, quando c’è di mezzo la parola della futura regina.
Lavernia sbatte i palmi delle mani per richiamare l’attenzione di Lizarda, che puntualmente si fa avanti come una cagnolina in attesa di ricevere una crocchetta.
«Lizarda, porta l’umana da me. Ho bisogno che mi aiuti a prepararmi.»
«Ma, principessa Lavernia,» si permette Lizarda «non credi che sia oltraggioso farti preparare dalle mani di una lurida umana? Penso che questo onore debba spettare a delle nobildonne come...»
«Ed io credo che le sue luride mani siano adatte a prepararmi, quanto tu non sia adatta per pensare con quel cervellaccio di gallina che ti ritrovi in quella testa vuota.» è la cordiale osservazione di Lavernia, orchestrata da un unisono sussulto delle dame – per lo più sprezzanti verso Lizarda, per essersi permessa di andare contro il volere della futura regina.
«Domando scusa.» Lizarda abbassa la testa.
«Beh?» gracchia Lavernia, battendo alternativamente le mani «Cosa ci fai ancora qui? Su, vai a chiamare l’umana. Subito!»
Lizarda fa un inchino ed esce dalla stanza, alla ricerca di Sarah.
Lavernia butta giù un sospiro di frustrazione.
«È proprio un’incapace.»
 
Nel frattempo
 
Le ore si erano come letteralmente fermate. Lavare per terra, spazzare, lucidare, spolverare, pulire, pulire e solo pulire. Sarah si era resa conto da subito che non era come vivere nella storia di Cenerentola e non di certo avrebbe voluto prendere il suo posto nel mondo delle fiabe. Specialmente se non c’era uno spiraglio di speranza in tutto questo. Aveva le mani legate e nemmeno Jareth poteva fare più nulla per lei.
In questo momento, Sarah si sta occupando di mettere bene in ordine la stanza che dovrà ospitare i genitori di Lavernia, che a loro volta giungeranno tra non molto per assistere al matrimonio. Con addosso un lugubre abito nero, spaccato dal contrastante bianco del grembiule legato alla vita, Sarah sta lucidando uno dei piatti in porcellana da esposizione adagiati su di una mensola, ma il piatto sembra essere ricoperto di scivoloso sapone dato che le sguscia via dalle mani, finendo rovinosamente per terra.
«Oh, no...» che guaio, sta pensando la povera Sarah.
Proprio in quel momento, Lizarda fa il suo ingresso nella stanza e la coglie con le mani nel sacco.
«Brutta stupida!» le urla contro, facendola sobbalzare «Guarda cos’hai combinato! Lo dirò alla regina Lavernia e oggi puoi scordarti la zuppa!»
Potrebbe anche supplicarle di non farle saltare i pasti dopo tanto lavoro, ma Sarah non ha ancora sotterrato la propria dignità.
«Forse volevi dire “la principessa”.» dice Sarah, raccogliendo i cocci da terra «Non mi pare che sia già stata incoronata.»
«Tu morditi la lingua quando parlo!» le ringhia contro Lizarda con la sua voce nasale, afferrandola malamente per un braccio «Ci penserà qualcun altro a rimediare al disastro che hai combinato: Lavernia ti sta aspettando. Muoviti!»
Senza lasciarle il braccio, Lizarda la conduce fuori dalla stanza dandole uno spintone, ma Sarah sa come farsi valere.
«Conosco la strada senza essere spinta da nessuno.»
«Come osi? Guarda che dirò a Lavernia...» Lizarda viene interrotta subitaneamente da Sarah.
«Mi sono sempre chiesta cosa ci trovi di tanto gratificante nel godere della compagnia di Lavernia o di cercare di piacerle.»
«Come ti permetti?» le lancia uno schiaffo e le ordina di camminare «Quando saremo nella stanza di Lavernia, vedrai come ti farò passare la voglia di non frenare la lingua.»
Sarah, però, non si dà per vinta e non ha usato a caso quelle parole contro Lizarda. Si è accorta, infatti, sin dall’inizio dell’indole lecchina di Lizarda e tutti sappiamo quali siano le considerazioni del mondo riguardo certe personalità. Sarah è sicura che questa “legge” valga anche per un mondo magico come l’Underground.
Infatti, appena sono davanti alla porta della stanza di Lavernia, Sarah non apre subito la porta dato che è riuscita a captare delle voci mescolate a delle risatine che le hanno fatto germogliare un’idea adatta a stuzzicare quella nasona di Lizarda.
«Allora?» gracida Lizarda, chiedendole perché non stia entrando.
«Perché tanta fretta?» Sarah le sorride con sfida e, prima che la dama di compagnia della principessa possa proferire altre parole, aggiunge «Credo che la tua principessa stia parlando di te. Non sei curiosa?»
Cascando nella sua trappola, Lizarda appoggia l’orecchio sulla porta e realizza la veridicità dell’umana. In effetti, Lavernia sta parlando di lei... peccato che quanto stia sentendo non sia così piacevole per le sue orecchie e per la sua autostima di per sé sepolta sotto i tacchi delle costose scarpe.
“Sembra una cagnolina ai miei ordini”, “È sempre stata convinta di avere notorietà, ma tutto il regno di Dullahan l’ha presa in ridicolo perché brilla di luce riflessa”, sono le prime due frasi che sente da Lavernia.
«E il bello è che mi crede sua amica.» è la voce di Lavernia compromessa dalle soffocanti risate «E che pena mi fa, ogni volta che si crede importante solo perché è sempre stata mia dama di compagnia. Ah, se non ci fossi io, quella nasona scimunita non sarebbe nessuno. Anzi, non sarebbe proprio niente.» altre risate collettive «Sapete, mie care, stavo pensando cosa farne di lei non appena diventerò regina.» ride ancora, già divertita al pensiero della propria idea riguardo il destino di Lizarda e si esalta non appena Cordula, Pevla e Amada la pregano di non tenerle sulle spine «Credete che solo lo zio del re di Goblin perderà il suo titolo non appena sarà regina?» la rivelazione e la risata raggelante di Lavernia, accompagnata dalle dame, è una fitta al cuore di Lizarda «Ho già parlato con il re di Goblin ed è già tutto deciso. Non vedo l’ora di vedere la faccia di quella stupida nasona non appena annuncerò il suo allontanamento dalla corte.» ride a crepapelle e quando le chiedono cosa ne sarà di Lizarda, Lavernia a stento trattiene altre risate «Sarà un vero piacere vederla sgobbare insieme a quella lurida umana, se vuole guadagnarsi il pane.» ride, ride e ride fino a che non ha più fiato.
Se il lettore stia provando o meno un senso di compassione nei confronti di Lizarda, questo non lo sappiamo. La certezza ruota intorno al fatto che Sarah abbia visto molto dolore negli occhi di Lizarda ed è come se la dama si sia trasformata di colpo. I suoi occhi scuri diventano lucidi, la faccia, le orecchie e il naso si arrossano e la povera Lizarda scappa via coprendosi il volto, mentre sfoga un triste pianto. Immediatamente, spinta da un sentimento di empatia nei suoi confronti, Sarah mette da parte l’ostilità provata contro Lizarda e si lascia guidare dall’istinto di umanità che non ha mai lasciato il suo buon cuore.
La segue e la trova fuori dal castello, a pochi passi dai giardini che piange per terra. Inginocchiata e con il viso nascosto dalle mani coperte da grigi guanti, Lizarda piange tutta la sua delusione.
«Lizarda?» la chiama Sarah, dietro di lei, con voce amichevole.
«Vattene via!» Lizarda prova a scacciarla, mantenendo la propria arroganza nonostante abbia il cuore a pezzi «Hai avuto la tua soddisfazione, cos’altro vuoi ancora da me?» piange ancora, coprendosi il volto.
Sarah si siede per terra, accanto a lei e comincia a provare pietà nei riguardi di Lizarda. Non è bello vedere qualcuno in questo stato, soprattutto se tradito così. Certo, Lizarda meritava una lezione, ma per Sarah non è gradevole vederla così abbattuta.
Benevolmente, le appoggia una mano sulla spalla e Lizarda smette per un attimo di piangere. Di sicuro non si sarebbe mai aspettata un simile gesto ed è ulteriormente confusa.
«Non fare così,» le dice Sarah dimenticando tutti i risentimenti «vedrai che si aggiusterà tutto.»
«Perché perdi il tuo tempo per me?» chiede Lizarda, ma questa volta senza arroganza «Dopo tutto quello che ti ho fatto?»
«Lo so, ma ora credo che le cose siano diverse, non credi?» solo chi ha sofferto capisce la sofferenza altrui, per questo Sarah è disposta a rincuorare Lizarda. La dama di Dullahan si getta tra le braccia di Sarah, piangendo a dirotto. Sarah non se lo sarebbe mai aspettato, specialmente dopo che Lizarda – insieme a Lavernia – non aveva mai mancato di mostrare il suo disprezzo verso gli esseri umani. Ed ora è lì, tra le sue braccia che cerca conforto. Sarah accetta l’abbraccio e cerca di tirarle su il morale.
Quando Lizarda smette di piangere, le due si alzano da terra. Come se le sorprese non fossero finite, Lizarda le chiede persino perdono per tutto e Sarah, naturalmente, accetta le sue scuse.
«Sarah, ti ho giudicata male.» ammette Lizarda «Ma ora voglio rimediare.» non da il tempo a Sarah di formulare una domanda «Ed io so perfettamente cosa fare. Oh, se lo so...»
  
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