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Autore: EleWar    18/05/2021    10 recensioni
Una voce femminile fuori campo:
“Eccoli lì, quei due idioti! Si vede lontano un miglio che sono innamorati, ma io voglio Ryo Saeba, e sarà mio ad ogni costo!”
L'ennesimo caso per i nostri due amati sweeper, ma stavolta dove si nasconderà il pericolo? Riuscirà questa coppia di innamorati sgangherati e senza speranza a risolvere tutti i problemi che si troveranno ad affrontare?
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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… e siamo al 6, e anche se non sembra, ci stiamo avvicinando alla fine della storiella.
Ancora GRAZIE infinite per la vostra simpatia, grazie a chi legge e recensisce, a chi legge e va, e a chi rilegge più volte *.*
Buona lettura
Eleonora





Cap. 6 Ci scommetto!
 
 
E così Ryo, dopo essersi cambiato, uscì senza ripassare dal soggiorno, lasciando le due donne da sole.
 
Avevano così poco in comune, che Kaori non sapeva cosa avrebbero potuto fare in un lungo pomeriggio estivo, chiuse in casa.
Be’, lei di cose ne aveva, come occuparsi delle pulizie e dell’appartamento, ma non poteva di certo chiedere alla sua ospite di darle una mano, era fuori discussione, e sinceramente non sarebbe stato professionale.
Inoltre Kelly non dava l’idea che sapesse, anche solo lontanamente, come si teneva in mano una scopa; con quelle unghie lunghe, laccate, perfette, non ce la vedeva proprio a pulire, sfregare, lucidare.
Se era vero che era la fidanzata di un boss della mala, fosse stato anche di minor importanza, aveva sicuramente qualcuno che sbrigava quelle incombenze per lei, e poi bastava vedere dove abitava!
Ma a parte questi ragionamenti oziosi, Kaori in realtà non voleva restare troppo nell’orbita di quella donna particolare e ambigua, col rischio di ricevere da lei proposte strane e imbarazzanti; e poi, se la sera prima l’aveva drogata col tè, non poteva di certo fidarsi più di tanto di lei: doveva stare bene attenta.
 
Okay, in casa loro c’erano poche distrazioni, se non libri e tv, ma se Kelly aveva a cuore la sua vita, doveva pazientare e restarsene buona ad aspettare il ritorno di Ryo, volente o nolente; che si annoiasse pure, ma lei, Kaori, non aveva nessunissima voglia di farle compagnia.
Non voleva però apparire sgarbata, pertanto le disse, una volta rimaste sole:
 
“E quindi non ci resta che aspettare il ritorno di Ryo. Tu mettiti pure comoda, fai finta di essere a casa tua, magari non ci saranno tutti i comfort a cui sei abituata però…” e lo disse in tono di scusa, “…insomma puoi guardare un po’ di tv, o prendere un libro dalla nostra biblioteca … l’importante è che non esci dall’appartamento. Abbiamo un ottimo sistema di allarme anti-intrusione, e trappole per i nemici che ci terranno al sicuro, ma se ti fai vedere anche solo dalla finestra, tenteranno di entrare e potrebbe essere… come dire, spiacevole” e i suoi occhi s’illuminarono furbescamente.
 
Kelly ne rimase impressionata: allora veramente questa giovane donna non era solo colei che mandava avanti la casa, l’assistente impacciata del bel Ryo… evidentemente era all’altezza del suo ben più noto collega, sapeva il fatto suo.
Questo non fece che aumentare il suo interesse per Kaori, ma pensò bene di non metterla a disagio con approcci troppo diretti, come aveva fatto il giorno prima; la ragazza era molto timida e avrebbe rischiato di rovinare tutto un’altra volta.
Certo, era venuta lì per Ryo, ma anche Kaori aveva il suo perché, quindi per quale motivo limitarsi?
Uno o entrambi… non mica era obbligata a scegliere?
Quindi Kelly optò per un profilo basso e si fece accomodante: rispose alla sua ospite di stare pur tranquilla che si sarebbe adattata; e, risprofondando sul divano, accese la tv, decretando così conclusi, temporaneamente, gli obblighi di ospitalità.
 
Con animo più leggero, Kaori poté dedicarsi ai suoi impegni di donna di casa.
 
E mentre era lì che armeggiava con la lavatrice, canticchiando felice della piega inaspettata che stavano prendendo le cose fra lei e il suo amato socio, si ritrovò a ridere del fatto che Ryo era convinto che Kelly fosse un uomo, e solo perché… solo perché l’aveva vista in piedi davanti al water a fare, apparentemente, pipì.
Ma era mai possibile?
Magari era stato un caso, e comunque ben gli stava a fare irruzione nel bagno in quella maniera!
Che poi l’aveva vista veramente?
Cioè, era vero che era nuda, e la posa era inequivocabile, però, però…
Come faceva ad essere così sicuro che Kelly non fosse ciò che sembrava essere?
A guardarla dava l’impressione che fosse una donna fatta e finita, bella da togliere il fiato, così tanto femminile che pareva l’eterno femminino personificato, colei che poteva incarnare l’essenza stessa della donna.
Il suo corpo proporzionato e slanciato, tutte le sue forme al punto giusto… dai, non era possibile che fosse un uomo!
Non c’era nemmeno traccia del pomo di Adamo!
E se Ryo si fosse sbagliato, ma nell’altro senso?
Kaori scosse la testa ridacchiando.
A pensarci quella situazione era uno spasso, e non era nemmeno la prima volta che capitava una cosa del genere, perché in almeno altre due occasioni Ryo si era ritrovato perso di donne bellissime e fatali che… invece donne non erano.
E anche lì, che delusione!
Che strepiti, che pianti!
 
Una volta Ryo c’era rimasto talmente scioccato che aveva rischiato di mandare a monte tutta la missione.
Era andata così: Saeko, che stava seguendo già da un po’ un’organizzazione che si occupava del traffico di donne, aveva chiesto aiuto al suo fidato amico sweeper per smantellare la tratta.
E, nemmeno a farlo apposta, anche Kaori era stata rapita, per sbaglio, proprio dalla stessa organizzazione, e quindi Ryo era dovuto correre in soccorso della socia, oltre che portare a termine l’incarico.
Ma quando si era trovato di fronte il capo supremo della banda, un’affascinante donna dallo spiccato carisma, Ryo aveva subito perso la testa per lei e, visto che l’attrazione era reciproca, erano arrivati ad un passo dal consumare…
Peccato che la creatura in questione fosse un bellissimo travestito, e che Ryo, non appena scoperto, fosse caduto in una profonda crisi paralizzante, che lo aveva annichilito e annientato.
In quell’occasione, se non fosse intervenuta la stessa Saeko a rimetterlo in riga e a farlo ritornare in sé, avrebbero potuto dire addio alla soluzione del caso, oltre che fare una brutta fine tutti e tre.
 
Erano ormai passati parecchi anni, eppure a lei sembrava successo appena l’altro ieri.
 
In ogni caso, Ryo era abituato a frequentare personaggi, come dire, sopra le righe; e allora perché faceva tante storie con Kelly?
Va bene, non avrebbe potuto portarsela a letto, però non stava esagerando?
Da dopo che l’aveva sorpresa in bagno, ne aveva un terrore assurdo; cosa ci voleva a rimetterla al suo posto, farle capire che non era interessato?
Con la sua socia lo aveva fatto praticamente sempre, da che si conoscevano.
Eppure, eppure… qualcosa era cambiato anche in lui, perché proprio il terrore per Kelly l’aveva spinto a scoprirsi un po’ di più con Kaori; d’accordo che portarla in camera sua mentre era ancora sedata non era stato voluto fin dall’inizio, forse, ma che lui fosse finito per baciarla, approfittando del suo torpore, quello era un fatto: lì, Kelly, non c’entrava per niente.
Anche se, al solito, aveva rinnegato la cosa.
Okay, era tipico di Ryo, però quando stavolta era stata lei a baciarlo, lui aveva risposto senza esitazione.
No, no, quell’idiota non poteva più continuare a fingere che non fosse in qualche modo attratto da lei, magari anche un po’ innamorato; la sua mezza confessione nella radura, inoltre, era un fatto, e lei se la ricordava bene.
 
Sospirò, chiudendo l’oblò con un colpo secco, e dopo aver fatto partire il programma si appoggiò alla lavatrice, con le braccia conserte ed aria meditabonda; si fece leggermente più seria.
Ryo era così tanto convinto che Kelly fosse un uomo, che temeva che ci provasse pure con lei.
E allora, quello cos’era?
L’ennesima prova del volerla proteggere ad oltranza?
Doveva esserne lusingata?
Ma soprattutto, c’era un reale pericolo?
Tanto, nel peggiore dei casi, al massimo massimo, Kelly sarebbe finita per farle magari delle avances pesanti, ma nulla di più; e che ci avesse già provato, a Ryo glielo aveva detto proprio lei, però poteva anche essersi sbagliata… o no?
Che poi, poteva benissimo essere un uomo travestito da donna a cui piacciono entrambi i sessi, o anche una donna con gli stessi gusti…
 
Oh, insomma” si disse Kaori appena il cestello prese a girare vorticosamente,“che razza di pensieri, che razza di situazione!
 
Come caso non era nemmeno dei più strani e pericolosi, ma anche lei finì per pensare che si sarebbe sentita decisamente molto più a suo agio quando lo avrebbero risolto, in un modo o nell’altro.
 
Guardò l’orologio da polso: Ryo era via già da un paio d’ore e sperò che al ritorno avesse buone nuove; magari un po’ d’azione l’avrebbe distolta da quei pensieri bislacchi.
E avviandosi verso il piano di sotto, Kaori si convinse che no, Kelly non era un uomo, e no, non aveva mire anche su di lei.
 
 
 
 
Giunta in soggiorno, notando che la televisione era in modalità muto e le immagini si succedevano senza alcun senso, Kaori immaginò che Kelly, infine, si fosse addormentata; ma quando si avvicinò al divano si stupì di non trovarla affatto.
Ma un secondo dopo, la sua attenzione fu attirata dalla voce della cliente che proveniva dal salottino lì accanto, e dalle frasi smozzicate che captò.
A quel punto capì che Kelly stava parlando al telefono con qualcuno.
Il suo istinto di sweeper la mise subito in guardia e, anziché lasciar perdere, pensò bene di mettersi ad origliare, in barba alla discrezione; non era più una questione di educazione o privacy: il suo sesto senso le stava suggerendo di scoprire la natura di quella comunicazione, perché qualcosa non quadrava.
Infatti nessuno doveva sapere dove si nascondeva la fuggitiva, e lei non avrebbe dovuto assolutamente telefonare a chicchessia senza il loro permesso!
Era altresì fuori discussione che lei prendesse una telefonata destinata ai padroni di casa senza avvertirli!
Pertanto, guardingamente, la suddetta padrona di casa si avvicinò all’ospite il più possibile senza farsi vedere, e si mise in ascolto.
La cliente aveva cambiato tono di voce, non era più studiato e mellifluo come quanto parlava con loro, ma più duro e sprezzante, con una leggera nota di irrisione; il modo di parlare era più sboccato, diretto, e mal si accostava all’immagine di donna di gran classe che aveva sfoggiato fino a poco prima.
Stava giusto dicendo:
 
“Sì, lo so che non mi rimane troppo tempo, ma il termine non è ancora scaduto… Ma sì, certo! ... Saeba me lo faccio, è garantito, vedrai se non ci riesco! … Ahhh, è un mammalucco, te lo dico io! ... Ti dirò, secondo me è anche troppo sopravvalutato nella sua fama di stallone… Non sarà che è tutta scena? Figurati che vive con una ragazza, un vero schianto, e credo che non ci abbia fatto ancora niente!”
 
A quelle parole Kaori trasalì; fu presa da una strana agitazione, e non sapeva se essere contenta del complimento, o dispiacersi per il fatto che si stesse criticando il suo Ryo.
Era anche incredula: ma chi era Kelly veramente?
Chi era Kelly?
E questo interrogativo andava ben oltre il sesso di attribuzione.
E ciò che Kelly disse dopo, fece sobbalzare la rossa.
 
“Se non si sbriga a farsi avanti lui, ci provo io!” sbottò, infatti, la donna, per aggiungere subito dopo “Questa coppia è ben assortita e quasi quasi uno vale l’altra!…” poi però Kaori ebbe l’impressione che la persona dall’altro capo del filo dissentisse, perché Kelly fu costretta a precisare “Ma sì, ma sì, la scommessa era che io mi facessi Ryo Saeba… Cazzo, ero sicura che avrei avuto gioco facile, è un vero porcello quel tipo, e perde la testa per ogni gonna che gli passi accanto, e invece la faccenda si sta rivelando più incasinata del previsto…” e tacque un attimo, evidentemente rimanendo in ascolto, per poi rispondere “uhmmm… non so cosa gli sia preso … Sì, prima sbavava da tutte le parti quando mi vedeva, adesso fugge a gambe levate! … Immaginati che l’altra notte, per paura che gli saltassi addosso, ed ero convinta di essere arrivata a buon punto, s’è portato la socia in camera!”
 
E qui Kelly scoppiò a ridere, una risata sguaiata che fece rabbrividire la ragazza nascosta dietro l’angolo.
Quando si fu calmata un po’, riprese così:
 
“Ho capito, ho capito, uno non vale l’altra … eh, però se riesco a mettere le mani su quella bella rossina, peggio per te: sarei comunque in vantaggio io! … Sì, sì… ora devo salutarti, non vorrei che la pollastrella in questione mi beccasse a telefonare, in teoria me ne dovrei star qui buona buona ad aspettare che ritorni il Saeba… sì sì… ci sentiamo presto… baci baci!”
 
E Kelly riattaccò.
 
Kaori si defilò silenziosamente e si nascose in un angolo in ombra, nell’incavo di una porta.
Kelly le passò accanto ma non si accorse di niente; d'altronde la ragazza era diventata molto brava nel suo mestiere, ed era la degna compagna di Ryo.
 
Quella telefonata cambiava le carte in tavola.
Kelly non era chi diceva di essere, era entrata nella loro vita per un motivo molto più terra terra di quello di fuggire da un fidanzato distratto e possessivo…
Probabilmente non c’erano brutti ceffi sulle sue tracce, e a questo punto era indubbio anche l’esistenza del fidanzato stesso.
Li aveva presi bellamente in giro, e nel modo più semplice e stupido insieme!
E il fatto che si riducesse tutto ad una stupida e degradante scommessa, non migliorava di certo la situazione, anzi!
Kaori sentì nascere dentro di sé un senso di ribellione, di rabbia, e lo stomaco si contrasse in un conato di vomito: era nauseata da ciò che aveva appena sentito e da quello che rappresentava.
E così era solo una squallidissima questione di sesso?
Che poi perché stupirsi tanto, quando era innamorata di un essere che ne faceva il suo vanto e la sua bandiera?
C’era da aspettarselo che prima o poi venissero coinvolti in una situazione del genere: per una volta, Ryo era diventato la preda e non il cacciatore.
Evidentemente c’era qualcun altro che viveva inseguendo avventure che di galante avevano ben poco.
 
Fu presa da una tristezza infinita.
Quasi le venne da piangere.
Ma poi si riscosse: in qualche modo gliela dovevano far pagare!
Come lei condannava questi atteggiamenti licenziosi in Ryo, altrettanto li aborriva negli altri, e Kelly si meritava una lezione.
Tutto stava a trovare quale; e poi come avrebbe fatto a mettersi in contatto con Ryo?
Anche ammesso che fosse riuscita a parlarci senza farsi sentire da lei, dove l’avrebbe rintracciato, se era in giro per la città?
Non poteva nemmeno andarlo a cercare.
 
Niente, doveva dissimulare con lei e pazientare, e magari sperare che Ryo trovasse veramente il modo di spedirla più lontano possibile da loro!
 
 
Non appena fu sicura che Kelly non l’avrebbe vista, Kaori sgattaiolò via e pensò bene di andare giù al poligono a scaricare la rabbia e la tensione.
Da quando Ryo le aveva restituito la pistola di Hideyuki, rimessa a nuovo, la sweeper aveva avuto modo di migliorare parecchio, anche e soprattutto grazie agli insegnamenti di Miki e Mick, e, proprio come il suo socio, a volte ricorreva ad estenuanti sessioni di tiro per distendere i nervi e poter schiarirsi le idee.
Dover stare concentrata sul bersaglio, sulla posizione migliore per ammortizzare l’eventuale rinculo e non perdere l’equilibrio e il controllo, allenare la braccia a sorreggere il peso, tenere la mira, erano tutti esercizi che la costringevano a pensare a quello, e a quello soltanto.
Alla fine ci guadagnava in allenamento e precisione, e i problemi, a volte, perdevano importanza, se non addirittura si risolvevano magicamente.
Urgeva quindi una buona dose di quella terapia: aver scoperto quelle cose sul conto di Kelly l’aveva letteralmente sconvolta, e ancora una volta si diede della stupida per essere stata troppo ingenua e averle creduto, quando aveva raccontato tutta la sua storia.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
Era di sotto a sparare già da un po’, quando si ritenne sufficientemente più tranquilla per fare una pausa.
Si tolse le cuffie di protezione e le appoggiò sul piano metallico davanti alla sua postazione, e proprio in quel momento si accorse di essere osservata.
Non aveva bisogno di indovinare, né di girarsi, perché era diventata brava anche nel riconoscere le persone dalla loro aura.
Ovviamente era Kelly che, appoggiata mollemente sull’arco della porta, con le braccia conserte sul seno prominente, la stava guardando con attenzione, e se la sweeper non si era allarmata sentendola arrivare, era solo perché, nonostante tutto, sapeva che non rappresentava un pericolo.
Almeno un certo tipo di pericolo.
Quando finalmente Kaori si decise a voltarsi nella sua direzione, riuscì perfino ad abbozzare un mezzo sorriso, giusto quel tanto per non darle ad intendere che ormai sapeva tutto di lei e avrebbe voluto strozzarla.
Incoraggiata dal suo sorriso, Kelly gliene fece uno di rimando, molto più studiato e al solito molto più sensuale del dovuto, e con quell’espressione si dispose ad avanzare all’interno della stanza.
 
“Complimenti! Direi che sei molto brava” esordì la Maryu.
 
“Grazie, ma è tutto merito del duro lavoro e dei miei due ottimi insegnanti” si schernì la sweeper.
 
Ora Kelly era ad un passo da lei, e sempre con quello strano sguardo di Venere aggiunse, con voce flautata:
 
“Trovo che le donne con la pistola siano dannatamente sexy…”
 
Kaori inghiottì a fatica, e per dissimulare l’imbarazzo si voltò nuovamente verso il corridoio di tiro, dove erano infilate diverse sagome bucherellate; per darsi più sicurezza impugnò la pistola e la puntò verso il bersaglio.
Non era sua intenzione avvalorare il suo complimento, né vantarsi della sua bravura dandole un ulteriore saggio, ma non sapeva cos’altro fare.
Kelly però non si fece scappare l’occasione, e in un attimo le fu vicinissima: le si mise dietro, il corpo quasi ad aderire al suo.
Allungò una mano a toccare il freddo metallo della pistola, per poi farla scivolare sulle dita che stringevano spasmodicamente l’impugnatura e, con una lunga carezza sensuale, la fece scorrere lungo il braccio nudo della ragazza.
 
Kaori, impietrita, tratteneva il respiro, e quando Kelly le si avvicinò all’orecchio a sussurrarle: “Mi piace quando impugni la pistola…” credette di morire.
 
Poi però Kelly si strinse ancora di più a lei, posandole la mano sinistra sul fianco, mentre la destra era ancora mollemente appoggiata al braccio teso di Kaori.
La ragazza era sul punto di svenire, le sue narici erano invase dall’inebriante profumo della donna, poteva sentirne l’alito solleticarle il collo, l’odore fruttato del suo rossetto, i capelli vaporosi che esalavano fragranze esotiche.
Tutto in quella donna sprigionava cura di sé, sensualità, fascino magnetico; per una frazione di secondo Kaori si chiese se non si facesse il bagno negli ormoni, sia maschili che femminili, tanto da averne in abbondanza per attirare chiunque.
Perché, anche se appariva come una bellissima donna, e forse sotto sotto era pure un uomo, Kaori si sentiva in qualche modo attratta da lei, ma la sua testa e il suo cuore dicevano NO, che era sbagliato, che non la voleva, che non voleva cedere alla tentazione.
E tutto questo non faceva che aumentare il suo disagio.
Nonostante tutto l’imbarazzo però, quando Kelly si appiccicò di più a lei, Kaori le domandò a bruciapelo:
 
“Anche tu vai in giro armata?”
 
E la donna, per niente stupita, prontamente rispose, senza scomporsi:
 
“A volte…”
 
Boooom!
 
Una forte detonazione esplose, a rimbombare fra le pareti blindate di cemento armato, e improvvisamente quella strana tensione sessuale che intercorreva fra le due donne venne frantumata, spazzata via.
Era stata Kaori che aveva premuto il grilletto, e il rinculo in qualche modo aveva allontanato Kelly che, spaventata dallo sparo, aveva fatto un salto indietro.
A quel punto Kaori, con aria trionfante, si girò nuovamente verso la cliente e beffardamente sentenziò:
 
“Ho sempre un ultimo colpo in canna”.
 
Kelly, stupita dalla prontezza della ragazza, ed essendo stata in qualche modo disinnescata, non disse altro.
E mentre la sweeper riponeva la pistola sotto chiave nell’armeria, le disse, senza neanche guardarla:
 
“Bene, adesso salgo di sopra a farmi un bagno, che sono stanca e accaldata…” e poi, voltandosi di scatto verso l’altra, puntualizzò: “…e vado da sola, intesi?” e la guardò intensamente, con occhi minacciosi.
Che pensasse ciò che voleva, era stufa di essere educata e carina con lei… lui… o chi cavolo fosse in realtà!
 
Già doveva combattere con i più bassi istinti di Ryo e tenerlo a bada, figurarsi se doveva anche occuparsi di questa… questa creatura, che evidentemente ragionava con la stessa parte del corpo del suo socio, o di quell’altra che però risiedeva sempre .
Pertanto, girata sui tacchi, Kaori sparì dalla vista.
 
A Kelly, ormai ripresasi dalla sorpresa, non restò che sospirare, delusa.
Altra occasione persa, e fece schioccare le dita in un moto di stizza.
 
   
 
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