Libri > Grishaverse
Segui la storia  |       
Autore: BeaBia92    19/05/2021    1 recensioni
Un giorno iniziato come tanti altri e che poteva certamente concludersi come tutti gli altri, se non fosse che la storia è ambientata in un periodo in cui persone dotate di poteri e denominati Grisha, non possono considerarsi al sicuro in nessun luogo, neanche in quella che loro chiamano casa.
Questa è la storia prequel di una giovane ragazza Grisha che riesce a penetrare inesorabilmente la corazza e il cuore di un altro Grisha, che apparentemente potrebbe risultare distante, incapace di provare emozioni, insomma un Grisha che ispira reverenza e timore. Sì, avete capito bene, mi sto riferendo al noto Oscuro, o meglio a Kiril, come si faceva chiamare a quel tempo.
Altri però lo avrebbero in futuro conosciuto anche come Eretico Nero.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darkling, Sorpresa
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2 - Salvezza

La ragazza non poteva di certo immaginare che le sue preghiere sarebbero state in parte ascoltate. No, non dai Santi, ma da un Grisha che si aggirava in quella zona.

Era vestito completamente di nero, era abituato a quel colore, lo distingueva e se usava il suo potere poteva passare abilmente inosservato.

Era venuto a conoscenza che lì vicino si era stanziata una famiglia con poteri, aveva intenzione di incontrarli e far loro una proposta.

Negli ultimi mesi aveva girato per il paese con l’intento di raggruppare quanti più suoi simili possibile, voleva allo stesso tempo avere qualcuno come lui vicino, ma anche dar loro una possibilità di più protezione.

Poteva essere un rischio girare con un numero sempre più consistente di Grisha, ma non si diceva che la forza stava anche nel numero?

Questo comportava per lui maggiore responsabilità, doveva tenere la guardia sempre alzata, non poteva permettersi di vacillare, era lì altrimenti che si potevano presentare gli errori.

Per non attirare troppe attenzioni era in viaggio da solo. Sua madre e il piccolo gruppo di Grisha, che aveva radunato fino a quel momento, si trovavano al sicuro a un paio di leghe di distanza.

Aveva raggiunto quasi il limitare della foresta e percepì gli ormai troppo familiari rumori di una colluttazione.

Si avvicinò ancora di qualche passo in modo da poter assistere a quello che stava avvenendo.

I suoi occhi neri come l’ossidiana si soffermarono su una scena che gli fece contrarre le viscere per la rabbia che provava.

Sei uomini ben piazzati attorniavano una ragazza in ginocchio.

Le forze erano nettamente squilibrate.

Una parola fece capolino nella sua mente e mormorò sottovoce:

“Drüskelle..”

Se quelli erano cacciatori significava che la ragazza era una Grisha.

Non c’era tempo da perdere, doveva intervenire.

Chiamò a raccolta il suo potere, l’oscurità rispose subito al suo comando, sempre pronta ad ubbidire a un suo minimo cenno.

Le tenebre si avvolsero attorno a lui come un lungo mantello nero, che arrivò a velare i pallidi raggi di sole.

Mentre avanzava con lentezza calcolata, ogni passo abilmente misurato, il Grisha oscuro preparava con le mani la sua arma più letale.

L’oscurità eseguì senza esitazione le sue indicazioni e formò davanti a lui una sottile linea scura, affilata però come una lama.

I cacciatori erano ora diventati delle prede, le sue prede.

Il capo dei Drüskelle ebbe giusto il tempo di portare lo sguardo su quella minaccia uscita dalla foresta e sembrò capire che lui e i suoi compagni non avrebbero messo più piede fuori da quella radura, nessuno di loro aveva la minima possibilità di contrastarlo.

Le eventuali parole che stavano per uscire dalle loro bocche rimasero lì bloccate, nessuno le avrebbe ascoltate, perché fu proprio allora che il Grisha oscuro lanciò il suo attacco.

La lama nera si divise in piccoli segmenti altrettanto affilati, che raggiunsero senza pietà e con assurda velocità i loro obiettivi.

Nessun cacciatore rimase in piedi, si accasciarono tutti a terra come dei sacchi vuoti.

I loro occhi fissi erano vuoti, privi di vita e inconsapevoli di cosa esattamente li avesse colpiti.

Nella radura c’erano solo lui e la ragazza, che era rimasta inginocchiata e a capo chino.

Probabilmente non aveva neanche assistito alla scena. Dopotutto era durata giusto una manciata di secondi.

 

La ragazza teneva ancora le palpebre abbassate, consapevole di quanto la sua fine fosse prossima.

Il corpo rigido in quella scomoda posizione, cercò di calmare i brividi di freddo che la percorrevano e si impose di smettere di piangere. Se quella era la sua ora non voleva dare ai suoi carnefici altra soddisfazione.

E fu proprio in quel momento che successe l’inaspettato.

Il suo udito percepì dei tonfi sordi, in tutto le sembrò di contarne sei.

Si concesse quindi di aprire gli occhi.

La scena che le si presentò attorno a lei, le confermò quanto aveva udito: i Drüskelle, che un attimo prima la accerchiavano, erano stati annientati e sembrava anche con molta facilità.

I loro corpi giacevano immobili sul candido manto di neve e i visi contratti in una smorfia di consapevolezza e dolore.

Continuò a scrutare il terreno finché alla sua sinistra non comparve un’ombra. Si decise ad alzare lentamente gli occhi e a scoprire chi fosse il suo proprietario.

Apparteneva a una figura alta, ma snella, nonostante il grosso mantello nero.

E infine successe, i loro sguardi si incrociarono, pura ossidiana da una parte e ghiaccio fuso dall’altra.

Durò un solo lunghissimo e intenso istante.

Il tempo sembrò aver rallentato la sua corsa a livello infinitesimale, come se volesse far durare quanto più possibile quella situazione.

Era accaduto qualcosa in quel momento, ancora però entrambi non potevano sapere l’importanza di quell’iniziale e minimo contatto.

Fu lui a distogliere per primo lo sguardo, terminando quella imprevista impasse.

Con calma e gentilezza aiutò la Grisha a rialzarsi, si spostò quindi dietro di lei e le slegò i polsi, che mostravano dei segni rossi dovuti alla corda troppo stretta.

Lei se li massaggiò per riattivare la circolazione, mentre i suoi occhi tornarono a guardare la colonna di fumo nero, che si stagliava ancora dietro le alte chiome degli alberi, anche se ora risultava più sottile.

Era a conoscenza della dolorosa verità, sentiva però la necessità di vedere con i suoi occhi e non lasciare solo scorrere la sua immaginazione. Voleva inoltre porgere un ultimo saluto ai suoi cari.

Probabilmente non stava pensando con lucidità e meno che meno pensava alla sua incolumità, era dopotutto appena scampata alla morte certa.

Le sue gambe si mossero verso quella direzione familiare, ma due forti braccia la trattennero.

Il Grisha oscuro aveva compreso le intenzioni di lei e l’aveva afferrata, non allo stesso modo rude dei Drüskelle, il suo tocco era più delicato, ma al contempo potente.

“Lasciami andare..” lo pregò lei, la voce non ben salda come avrebbe voluto. Le lacrime inoltre minacciavano di nuovo di uscire dai suoi occhi chiari.

“Non posso..” replicò lui accorato, il tono gentile “E’ troppo tardi. Non c’è altro che tu possa fare..”

Lei provò a divincolarsi un paio di volte, la presa rimaneva ben salda sulle sue braccia.

“Potrebbero esserci altri Drüskelle..” cercò di farla ragionare “Dobbiamo allontanarci da qui..”

La ragazza abbassò la testa e incurvò leggermente le spalle in segno di resa, sapeva che lui aveva ragione. Si concesse di far uscire un piccolo gemito di dolore, prima di fare un cenno con la testa in modo che lui capisse che poteva lasciarla andare. Non si sarebbe mossa.

Il Grisha oscuro raccolse da terra il cestino di vimini e rimise dentro le provviste che si potevano salvare e non erano state contaminate dal sangue dei cacciatori.

Raggiunse nuovamente la ragazza e appoggiandole una mano dietro la schiena la guidò fuori da quella radura.

 

Camminarono per diverso tempo, l’intenzione del Grisha oscuro era quella di tornare al rifugio, scrutando l’altezza del sole calcolò che ci sarebbero voluti due giorni e sarebbero arrivati entro le prime ore della sera.

Lei però si fermò di punto in bianco in mezzo al sentiero.

“Dove stiamo andando?” nel tragitto era rimasta sempre in silenzio, fino a quel momento.

“In un posto sicuro..” la rassicurò lui.

“Questo sentiero non lo sarà a lungo..” la voce era più salda ora, sapeva di cosa stava parlando “Più avanti ci sarà un bivio ed è una zona frequentata, soprattutto a quest’ora. Dobbiamo cambiare strada se non dobbiamo farci notare..”

Lui soppesò con cura le parole della Grisha. Aveva presente il bivio dato che lo aveva attraversato qualche tempo prima e non lo aveva trovato affollato, tuttavia questo non voleva dire nulla. Era preferibile quindi affidarsi a chi conosceva quella zona meglio di lui.

“Fai strada..” le concesse con un breve cenno della testa.

La ragazza svoltò a destra e andò verso il fitto degli alberi, completamente fuori dal sentiero.

Il silenzio tornò nuovamente tra di loro, si sentivano solo i loro respiri e i loro passi scricchiolanti sul basso manto di neve.

Lei sapeva chiaramente dove si stava dirigendo, avrebbe potuto continuare ad occhi chiusi, conosceva quel posto come le sue tasche. Questo perché se non era in casa ad aiutare la sua famiglia o al mercato per le spese, approfittava delle belle giornate per passeggiare.

Tutto sembrava immobile sotto il biancore della neve, ma al contempo sotto quel velo la natura stava instancabilmente preparandosi per il risveglio. Di lì a poco sarebbe sbocciata riempiendo di nuovo quella zona di meravigliosi colori.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Grishaverse / Vai alla pagina dell'autore: BeaBia92