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Autore: heliodor    19/05/2021    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Quattro Lune
 
“Oggi morirai, Zane Stanner” disse la donna controllando le manette attorno ai suoi polsi. Indossava il mantello grigio sopra una cotta di maglia e una tunica di colore scuro. I capelli erano scuri e corti e la carnagione bruna. Gli occhi neri e dallo sguardo intenso lo fissarono con disprezzo. “Mi hai capito?”
Zane tirò su col naso. Era stanco per la cavalcata sotto il sole. Da mezza giornata, dopo che avevano lasciato il campo, cercavano di distanziare gli inseguitori.
Anche se erano solo in tre e la sua scorta contava sei mantelli, non sembravano intenzionati a scontrarsi. Si erano fermati solo una volta prima di allora e sempre per lasciar riposare i cavalli prima di rimettersi in marcia.
“Dannazione a loro” disse la donna tra i denti. Guardava verso l’orizzonte con occhi socchiusi. “Non demordono.”
“Non lo faranno mai” disse uno degli stregoni della scorta.
Si chiama Yules, ricordò Zane.
L’altro che li accompagnava era Vanyl, mentre degli altri non conosceva il nome.
La strega, che si chiamava Elora, sembrava avere il comando del gruppo. “Che i demoni se li prendano” disse rimontando in sella. “Ecco che cosa faremo. Yules e voi tre tornerete indietro e li affronterete.”
Yules sogghignò. “Quei tre sono Aquile come il prigioniero. Ci stai mandando al massacro.”
Elora gli rivolse un’occhiata sprezzante. “Vi sacrificherete per la causa.”
“Ai demoni la causa” sbottò Yules. “Io non voglio morire per proteggere quello lì. Abbandoniamolo qui così la smetteranno di inseguirci.”
Elora gli puntò contro il braccio e lasciò partire un dardo magico. Fu così veloce che Zane percepì appena il movimento.
Il dardo passò la gola di Yules e spuntò dall’altra parte. Lo stregone scivolò dalla sella e si abbatté a terra con un tonfo sordo.
Zane lo osservò mentre dalla sua bocca usciva un gorgoglio sommesso.
I tre stregoni rimasti lo fissarono mentre lottava per respirare.
“Abbiamo giurato di combattere per Malag” disse Elora a voce alta. “Lui vi ha accolti quando siete stati scacciati dai vostri circoli e vi ha protetti quando sono venuti per giustiziarvi o mandarvi a Krikor. È così che lo volete ringraziare?”
Uno degli stregoni chinò la testa e alzò il braccio allungandolo verso l’esterno. “Malag” disse.
Gli altri due lo imitarono. “Malag.”
Vanyl ed Elora chinarono la testa allo stesso modo. “Malag. Malag.”
Zane rise. “Voi rinnegati non finite mai di stupirmi.”
“Taci” ringhiò Elora. “O ti metterò il bavaglio.”
“Guardate la fine che ha fatto il vostro amico” disse Zane rivolgendosi ai tre stregoni. “Perché è quello che vi succederà se continuerete a combattere.”
“Zitto.”
“O saremo noi a uccidervi o saranno i vostri stessi compagni.”
Elora lo raggiunse e lo schiaffeggiò sulla guancia. “Ti ho detto di stare zitto.”
Zane sputò a terra. “Rinnegata.”
Elora sorrise. “Per me è un complimento.” Guardò i tre stregoni. “Lascio voi decidere che cosa fare. Malag chiede a tutti noi un sacrificio, qui e oggi. Questo prigioniero è importante per la vittoria finale. Forse noi moriremo tutti, ma quello che avremo fatto qui oggi servirà a liberare tanti altri nostri compagni.”
I tre stregoni si scambiarono un’occhiata. “Cercheremo di trattenerli il più a lungo possibile.”
Zane li osservò galoppare verso gli inseguitori, ora visibili vicino all’orizzonte.
Non distano più di venti o trenta miglia, pensò Zane. Un’altra sosta e ci raggiungeranno. Per allora dovrò liberarmi e aiutare i miei compagni.
Elora fece un cenno con la testa a Vanyl. “Andiamo.”
Si lanciarono al galoppo diretti a un gruppo di colline che correva da oriente a occidente. Non conosceva quella zona e non aveva idea di dove si trovassero, ma non dovevano essere lontani dal confine. Avevano viaggiato verso occidente e poi deviato verso settentrione.
Non ci stiamo muovendo a caso, pensò. Stiamo andando verso un luogo preciso. Devo scoprire qual è.
“Dovevi stare a sentire quel rinnegato di Yules” disse con tono irriverente. “E abbandonarmi per strada.”
Elora lo ignorò.
“È l’unica cosa che vi resta da fare se non volete morire.”
“Ti ho detto di tacere, Stanner” ringhiò la donna.
“Non vuoi salvarti?”
“La mia vita conta meno della nostra battaglia.”
Zane ridacchiò. “Allora fai come i tuoi compagni rinnegati. Fermati e combatti.”
“Ho altri piani.”
“La vita di Yules e degli altri valevano meno della tua?”
Elora tornò a rivolgere lo sguardo davanti a sé.
Zane cercò di girare la testa per guardarsi dietro. Con la coda dell’occhio colse un paio di bagliori accendersi sull’orizzonte e spegnersi subito dopo.
Quando tornò a guardare davanti, notò che Vanyl lo stava osservando.
“Il prossimo potresti essere tu, lo sai?”
“Io non prendo ordini da Elora, ma da Malag in persona.”
Zane si mostrò stupito. “Di persona? Stai dicendo che l’hai conosciuto?”
Vanyl annuì serio. “Fu lui ad aiutare nostro fratello. E fu grazie al suo aiuto che vennero a liberarci mentre ci portavano a Krikor.”
Questo è interessante, si disse. Devo saperne di più. Farlo parlare.
“Krikor. È davvero così terribile come dicono?”
“Non si sono mai stato, ma chi è mai tornato per raccontarne?”
“Nessuno a quanto ne so.”
“Eppure, tutti dicono che sia un posto terribile.”
“Strano, vero?”
“Anche lord Malag la pensava così.”
“Malag è interessato a Krikor?”
Vanyl lo fissò senza parlare.
“Te lo chiedo perché è lì che finirà, quando lo cattureremo.”
“Ci hanno già provato, ma hanno fallito.”
Zane si accigliò. “Non ne sapevo niente.”
“Ci sono molte cose che non sai, Zane Stanner.” Tornò a guardare davanti a sé.
Zane sospirò e cercò di riposare anche se la posizione scomoda glielo impediva.
Nella sosta successiva Elora li lasciò per salire su di un’altura. “Non perderlo di vista nemmeno per un istante.”
Zane la guardò allontanarsi e quando la strega raggiunse la cima della collina, disse: “Tua sorella è venuta da me qualche giorno fa.”
L’altro rimase in silenzio.
“Voleva sapere chi fosse il guerriero dalla testa di leone.” Sogghignò e scosse la testa. “Mi ha detto che ha ucciso vostro fratello, Dofia. Credo che voglia vendicarsi.”
“Dofia era quello meno forte” disse Vanyl. “Ma ci proteggeva quando gli altri cercavano di maltrattarci.”
“Gli altri?”
“I signori che ci avevano cresciuti.”
Zane si accigliò.
“Hai mai sentito parlare di Nessira?”
“È sul continente antico, se non sbaglio. La parte orientale.”
Vanyl annuì. “È una bella città sul mare. Non ha mura, ma solo torri di difesa e una flotta con centinaia di navi. Il circolo è piccolo e sempre alla ricerca di nuovi membri. Sono così disperatamente alla ricerca di mantelli che accolgono tutti gli orfani che possono dimostrare di avere almeno un genitore con i poteri. Noi eravamo figli di un nobile locale ma nostra madre era una serva. Nostro padre non voleva crescerci così ci affidò al circolo di Nessira convinto che ci avrebbero trattati bene, se avessimo dimostrato di avere i poteri.”
“E voi li avevate, no?”
“I circoli dell’oriente non sono come i vostri, Stanner. Lì non onorano la stregoneria come fate voi. Da molti è vista come una maledizione e chi nasce con i poteri viene educato fin dalla nascita a provare vergogna e a sentirsi in debito per ogni giorno che gli viene concesso di vivere. Hai idea di cosa si provi a essere disprezzati da chiunque noti il tuo mantello? A essere costretto a servire chi ti considera un mostro?”
Zane deglutì a vuoto. “Perché non vi ribellate e prendete il potere?”
Vanyl sorrise. “Credi che nessuno ci abbia pensato prima d’ora o che non ci abbia provato? Ci sono state sette ribellioni negli ultimi cento anni e sono tutte finite nello stesso modo. I circoli delle altre nazioni si sono coalizzati contro i ribelli e li hanno sterminati. La verità è che i mantelli che controllano i circoli più forti non hanno alcuna intenzione di cambiare le cose. Sanno di essere disprezzati e temuti e a loro non importa se i più devono giacere nella polvere per fare in modo che loro conservino il potere.”
“Così avete scelto Malag, il peggiore dei rinnegati.”
“Malag parla a tutti. Lui non fa parte di nessun circolo ed è disprezzato e temuto da tutti quelli che opprimono i deboli e gli indifesi.”
Zane sbuffò. “Quindi secondo te l’arcistregone sarebbe l’eroe che lotta contro le ingiustizie per difendere gli oppressi? Come nei romanzi d’avventura.”
“Potrà sembrarti ridicolo, ma molti la pensano così e hanno deciso di seguirlo.”
“Però non mi hai ancora detto perché lo avete fatto anche voi.”
“L’ultimo circolo ad aver tentato una ribellione fu quello di Nessira” disse Vanyl. “Noi eravamo lontani quando avvenne e non facemmo in tempo a rientrare in città prima che i mantelli delle nazioni vicine attaccassero. Quando lo fecero, rasero al suolo la maggior parte del circolo, uccidendo un quarto dei ribelli ed esiliando a Krikor un altro quarto.” Sospirò. “Tra questi c’eravamo anche mia sorella e io. Non avevamo appoggiato la ribellione, non eravamo nemmeno in città quando avvenne, ma a loro non interessava. Ci misero su una nave diretta a Krikor senza nemmeno darci la possibilità di difenderci, di spiegare. Fu allora che decidemmo che avremmo lottato perché tutto questo finisse. Il resto te l’ho già raccontato prima.”
“È una bella storia” disse Zane. “La racconti a tutti i prigionieri o l’hai inventata per me in questo momento?”
Elora tornò dalla collina. “Ci stanno ancora inseguendo” disse. “Tutti e tre. Yules e gli altri non hanno avuto successo.”
“Che facciamo?” chiese Vanyl.
“A questo punto, è inevitabile che ci raggiungano.” Guardò Zane. “Il prigioniero ci sta rallentando. Dobbiamo liberarcene.”
“È la scelta più saggia” disse Zane sorridendole. “E se lo aveste fatto prima, ora i tuoi amici sarebbero ancora vivi.”
Elora lo fissò con disprezzo. “Non gioire, Stanner. Forse noi moriremo, ma io non posso permetterti di tornare tra i Talmist a tormentarci.” Alzò il braccio e glielo puntò contro. Nel palmo brillava un dardo magico. “I tuoi amici perderanno tempo a seppellirti mentre noi scapperemo.”
Zane deglutì a vuoto ma tenne gli occhi fissi in quelli della donna. “Alla fine, ti riveli per quello che sei veramente, rinnegata. Un’assassina e una vigliacca.”
“E io non riesco a comprendere perché Hissarion ti ritenesse importante per i suoi scopi” rispose la strega. “È chiaro che deve averti sopravvalutato.”
Un bagliore accecate avvolse la testa della strega scaraventandola di lato come una bambola di pezza. Elora crollò al suolo senza emettere un gemito.
Zane alzò gli occhi verso Vanyl. Lo stregone aveva il braccio alzato e puntato in direzione di Elora. Lo sguardo era sereno.
“Questo potrebbe salvarti la vita” disse subito Zane. “Hai fatto la scelta migliore.”
Vanyl lo ignorò e fissò il corpo di Elora. “A volte ci viene chiesto di fare dei sacrifici per ottenere un bene maggiore” disse con un filo di voce. “Elora non era pronta a fare questo sacrificio e ho dovuto scegliere io per lei.” Gli rivolse un’occhiata intensa. “Devi fare in modo che le vite sacrificate oggi abbiano un senso, Zane Stanner.” Si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.
Zane avvertì il tocco e poi una sensazione di calore nello stesso punto. Sgranò gli occhi per la sorpresa. “Che stai facendo?”
“È una maledizione” rispose Vanyl allontanandosi. “Da questo momento hai quattro Lune per trovare il guerriero con la testa di leone, ucciderlo e portarmi la sua testa. Fino a quel momento, la maledizione si espanderà lentamente nel tuo corpo facendosi strada fino al tuo cuore. E quando lo avrà raggiunto, smetterà di battere.”
Zane strinse i denti. “Ti ucciderò e spezzerò la maledizione.”
“Sta a te scegliere come impiegare il tempo che ti è stato concesso.” Diede un colpo deciso alle redini e si allontanò al galoppo.
Zane lo guardò allontanarsi, la sensazione di calore alla spalla che stava scemando.
“Ti troverò e ti ucciderò, rinnegato” urlò. “Mi hai sentito?”
Vanyl non si voltò mai prima di sparire oltre l’orizzonte.

 
  
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