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Autore: Vickk36_    21/05/2021    2 recensioni
Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Soltanto mentre camminava nelle strade piene di Venezia, non facendo caso ai passanti che lei stessa urtava presa dai pensieri oscuri che dopo essere uscita da quello ufficio, dove non voleva mettere più piede, non intendevano lasciarla in pace, Gemma si ricordò di Luca, il quale stava aspettando da tempo una risposta da parte sua, risposta che tardava ad arrivare e che Gemma, se non si fosse sentita in dovere di dare, gli avrebbe risparmiato. Poi, un'idea le balenò in mente: doveva mentire. Certo, non poteva dire a Luca che Riccardo Esposito, nonché suo docente di ortopedia e traumatologia, l'aveva baciata in un modo che a Gemma, non poteva negarlo, era piaciuto. Già, era stato un bacio travolgente, passionale, carico di tutte le emozioni che Gemma aveva provato soltanto una ed una sola volta con una sola persona e che da anni non aveva provato più con nessuno. Era passato quasi un giorno da quel maledetto bacio e lei era molto inquieta poiché si era ritrovata in difficoltà, non sapeva come avrebbe dovuto fare e sopratutto quali sarebbero state le conseguenze anche all'interno del rapporto con il suo professore. Insomma, cosa le avrebbe detto lui? Una cosa era certa, però: non pensava che lui, si sarebbe stato in silenzio e l'avrebbe ignorata ansi quello, pensava Gemma, sarebbe stato il comportamento che avrebbe assunto lei al posto suo nonostante volesse dei chiarimenti su quanto avvenuto. Ormai la sua mente era stracolma di pensieri caotici, in cui tutto era un mistero, in cui c'erano domande alle quali non si poteva, o forse non era proprio possibile, darsi delle risposte. Non comprendeva perché, se prima Riccardo Esposito provava più che altro astio nei suoi confronti, in cui ogni risposta era un occasione per metterla a disagio e sopratutto in pericolo, si era calato,  in modo famelico, verso di lei. Lui era consapevole dei rischi come lo era Gemma? Con quante altre studentesse era successo? Non volle pensarci. 

 

Quel giorno doveva andare all'università e già, aveva intuito che la giornata, tra Luca ed il suo professore,  non sarebbe andata come avrebbe voluto lei. Da una parte, il fatto di dover mentire spudoratamente al suo migliore amico la faceva stare male, perché una regola che Gemma si era sempre imposta fin da piccola era essere sincera, tranne in caso di estremo bisogno, come in teoria era quella situazione. L'unica forse,  alla quale l'avrebbe  raccontato era chiaramente Chiara nonostante comunque sia, non si sentisse pronta ad affrontare un discorso così delicato. Magari quando anche Gemma,  sarebbe arrivata finalmente ad una conclusione l'avrebbe fatto. 

"Gemma! Non mi hai chiamato alla fine...raccontami tutto!" Esclamò Luca, spuntando dietro Gemma, la quale si arrestò di colpo.

"Buongiorno anche a te Luca!" Disse Gemma. Il nervosismo si stava facendo sentire,  nonostante cercasse di reprimerlo e di metterlo a tacere.

"Vedo che siamo nervose oggi! Allora...che ha fatto di nuovo quel bastardo?" Iniziò Luca, mettendosi sulla difensiva. Gemma percepiva la gelosia di Luca perfino da lontano ed il suo fare protettivo, benché da un lato fosse un bene, era...opprimente, alcune volte.

"Niente! Cosa mi doveva dire? Le solite cose, insomma sai che quello c'è l'ha a morte con me!"  

Gemma si sentì morire, ma sapeva che era necessario e che non c'era un'altra alternativa. Cercò di essere il più convincente possibile e sopratutto, doveva apparire neutrale, nel suo viso non dovevano esserci tracce che potessero far venire dei dubbi a Luca.

"Mhh...non mi convinci, però farò finta di crederci!" Disse Luca. Gemma si girò verso di lui e lo guardò negli occhi: per non far vedere che stesse mentendo, questo era il principale metodo per assicurarsi la vittoria.

"È così Luca! Fidati di me, non avrei motivo di mentirti".

 

"Ok, va bene, ti credo veramente però sappi Gemma che qualsiasi cosa succeda,  io ci sono capito?" 

Gemma si sforzava di non scoppiare a piangere, si sentiva tremendamente in colpa. Luca era uno dei pochi che c'era sempre stato, nonostante si conoscessero da poco tempo, ed ella temeva che comportandosi in quel modo, l'avrebbe solamente allontanato da lei.

Perciò,  quasi involontariamente, si buttò tra le sue braccia, nella speranza che tutte le paranoie che si era fatta fossero frutto della sua immaginazione.

"Forza! Andiamo ad affrontare l'ennesima lezione"

Disse Luca e Gemma annuì mentre insieme, si incamminarono verso l'aula delle lezioni.

***

"Allora...hai qualche idea riguardo alla tesi di laurea? Chi scegli come relatore?" Chiese Luca, al termine della lezione, mentre raccoglievano i portatili ed i vari quaderni che erano soliti a portare per prendere appunti.

"Non lo so...avrei in mente di fare una tesi sperimentale su ortopedia ma ho ancora molti dubbi..." affermò Gemma distratta e molto vaga nella risposta, aveva ben altri pensieri in testa nonostante quello era il periodo in cui avrebbe dovuto prendere una decisione riguardo alla sua tesi in quanto prossima alla laurea.

"Beh...il più bravo in questo caso sappiamo entrambi chi sia..." Luca inarcò un sopracciglio mentre, con una punta di amarezza sulla lingua, sussurrava incerto quelle parole. Gemma si bloccò e lo guardò, stranita dal suo atteggiamento esagerato ed infrequente, ma non rispose poiché non sapeva cosa dire. Certo, se avesse voluto fare la sua tesi sull'ortopedia, materia tanto difficile quanto affascinate, quello in cui poteva contare a farle una rappresentazione brillante di quest'ultima, era proprio Riccardo Esposito. Ma non poteva prenderlo in considerazione, dopo quello che era successo tra loro due tutte le ipotesi al riguardo erano da scartare, anche perché Gemma aveva iniziato a vederlo sotto una prospettiva diversa: nonostante cercasse di evitare quella voce che le diceva che pian piano Riccardo Esposito stava iniziando a attrarla e la sua mente immaginava cosa che non riusciva a controllare, il pensiero tornava involontario ed imperterrito su di lui. Impulsi. Ecco la risposta a tutto e a niente.

 

"Senti Gemma, io devo andare...ci sentiamo d'accordo?" Chiese Luca e Gemma annuì, sorridendo debolente e salutandolo di rimando. Appena Luca era già ben lontano da lei, si fece scappare un sospiro pesante, presa dall'angoscia e dall'emozione.

Con la testa rivolta verso il pavimento e le gambe che quasi camminavano da sole in quanto ormai avevano imparato a conoscere bene ogni piccola sfaccettatura dell'Università, uscì dall'aula ma nel farlo incrociò qualcuno, sbattendo violentemente contro esso. L'impatto fu talmente brusco che la spalla sinistra iniziò a farle male, cosicché involontariamente si appoggiò una mano su di essa, massaggiandola accuratamente.

 

"Sta bene?" Chiese, una voce che lei ormai sapeva perfettamente riconoscere. Chiaramente poteva  appartenere ad una sola persona quel suono così roco e autoritario che da tempo la stuzzicava e quel qualcuno era il suo professore, proprio l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare quel giorno. 

Alzò lo sguardo verso di esso e appena accortesi di nuovo, della vicinanza con lui, schiarendosi la voce, se ne allontanò, facendo dei  piccoli passi indietro.

"Certo, sto benissimo" disse Gemma, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi in quanto temeva il suo sguardo così intimidatorio. 

"Senta, signorina, mi piacerebbe discutere con lei su quanto accaduto lo scorso pomeriggio...mi potrebbe seguire nel mio studio, cortesemente?" Chiese Riccardo Esposito cordiale e calmo, almeno apparentemente. Gemma a quel punto, si ritrovò a schiantare le sue iridi color marrone su quelle sue azzurre e profonde e difatti, l'effetto fu quello che aveva previsto: lui, non aveva smesso invece di guardala negli occhi e naturalmente avvertiva la sua biasimabile agitazione.

 

"Io...non credo sia una buona idea, mi scusi" Gemma fece per andarsene ma il professore la bloccò prendendola con delicatezza per il polso, cosa che la fece sbigottire.

"Si tratta di pochi minuti, non le chiedo niente di più. Inoltre non è una faccenda che mi preoccupa più di tanto, considerato che quello che è successo è stato solo un momento di ‘trans’ almeno da parte mia, ma ci tengo a precisare le cose con lei lo stesso" disse Riccardo Esposito, con un tono che non ammetteva repliche. 

Gemma dall'altro canto, sapeva che non era come diceva lui. Il "trans" era soltanto una scusa che fece per farla innervosire così tanto che il suo volto era diventato rosso dalla rabbia. Stava cercando di prenderla in giro? Si era praticamente scagliato verso la sua bocca e poi, poi cercava di scappare dai problemi. 

"Appunto perché è così, professore,  non avremmo nulla di cui discutere, mi sbaglio?" Chiese Gemma al fine di provocarlo. Ella sciolse la presa della sua mano dal suo polso e lo guardò dritto negli occhi, accecata dalla rabbia.

"Invece, secondo me professore, sta mentendo. Sa, forse questa scusa banale è meglio che la vada a raccontare a qualcun altro perché a me, da ieri mi è sembrato di capire tutto il contrario di quanto lei mi abbia appena negato" continuò Gemma, con gli occhi a dir poco sconvolti ed in difficoltà del professore, il quale per mantenere ancora quella ridicola pazienza, aveva serrato la mascella ed inghiottito una grande quantità di saliva. 

"Ha frainteso,  signorina Ferrari, ed è proprio per questa ragione che desidero parlarle in un luogo più appartato" disse, Riccardo Esposito, cercando di alleggerire di più la tensione.

 

"D'accordo, prego, prima lei" acconsentì Gemma, indicando a lui di farle strada. Ella lo seguì nonostante l'esitazione fosse ben presente e nonostante la sua parte razionale le diceva di non andare da lui perché avrebbe solo peggiorato le cose ma stranamente ascoltò il suo intuito ed il suo cuore, i quali gli dicevano tutt'altro. Ancora una volta, si ritrovò di fronte alla porta dell'ufficio del professore e, rammentando quello che al suo interno fosse successo poc’anzi, le venne la pelle d'oca. Desiderava di nuovo provare quella sensazione che la portò alle stelle facendole venire mille farfalle nello stomaco, ma era consapevole che se avesse intrapreso quella strada ad dir poco proibita, le conseguenze sarebbero state a dir poco devastanti. Pertanto, non poteva lasciarsi andare, doveva silenziare quel sentimento che si stava facendo spazio dentro di lei.

"Mi scusi se vado dritto al punto: ieri ho perso il controllo signorina, non ho fatto quello che era in mio dovere fare cioè, chiaramente il mio lavoro al quale do in primis la priorità. Non per caso, la mia reputazione e anche la sua non dev'essere rovinata perciò l'unica cosa che le chiedo è di essere alquanto...discreta al riguardo. Entrambi abbiamo dei ruoli fondamentali, io professore e lei studentessa

Gemma lo ascoltò e benché si ritrovasse a voler contrastare 'gli ideali universitari perfetti', sapeva che, con molto rammarico, lui aveva ragione. 

 

"Sono d'accordo, però sa baciare una studentessa, non è una cosa di ogni giorno. Perciò mi chiedo soltanto se lei ne abbia mai baciato  un'altra nel modo in cui ha baciato me ieri sera..." 

Riccardo Esposito, all'udire quelle parole, si smosse più e più volte sulla sedia, non sapendo che risposta dare. Si allentò il nodo alla cravatta e come era suo solito fare quando si trovava in difficoltà, si slacciò i bottoni della sua camicia e si inumidì le le labbra con la lingua. Quella ragazzina non faceva che irritarlo e attrarlo sempre di più, non capiva cosa gli stesse succedendo ma una cosa era certa: avrebbe fatto di tutto per non intraprendere una relazione con una sua studentessa, era già successo una volta ed una seconda non l'avrebbe concessa il suo io più profondo. Eppure, gli pareva impossibile resistere a quella studentessa lontanamente acqua ma caratterialmente fuoco.

 

"Cosa sta insinuando? Pensa che io, docente di quest'università, ci prova con le studentesse? Dannazione, questa non è un'accusa fondata su fatti signorina Ferrari!" Egli si ritrovò improvvisamente a minacciare Gemma, la quale per poco ebbe paura della reazione del professore,  puntandole un dito contro, ormai anche lui furioso delle sue parole. In mente le ritornò Daniela e la sua storia passionale con lei che poi era in seguito fallita, questo non fece che farlo diventare un blocco di ghiaccio esageratamente gelido, come d'altronde lo erano i suoi occhi. 

 

"Bene, credo che adesso non abbiamo veramente più niente da discutere perciò esca dal mio ufficio. Mi dispiace averla trattenuta così tanto" continuò, prendendo in mano la sua penna, anch'essa come tutte le sue cose, di classe, e la pila di documenti alla sua sinistra, cominciando a concentrare tutta l'attenzione su di essi. Gemma lo scrutò, guardò i suoi lineamenti così rigidi e perseveranti, s'era ritrasformato nuovamente nel 'Riccardo Esposito, professore e medico di successo, di sempre'. 

"Io..." Gemma voleva ribattere, dire un'ultima cosa ma lui sembrava che non la stesse ascoltando e vedendo, come se ormai fosse invisibile ai suoi occhi e perciò, ella non potè far altro che andarsene, maledicendosi per tutte le sue azioni sbagliate, che riuscirono a compromettere, nuovamente,  in pochi secondi tutto il suo intero futuro.

   
 
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