Film > Labyrinth
Segui la storia  |       
Autore: Fiore del deserto    21/05/2021    2 recensioni
Re Algol e la regina Lavandula hanno una seconda figlia, Lavernia, da sempre tenuta nascosta dai genitori in quanto ritenuta la figlia di Laduguer, dio della guerra e patrono di Dullahan. Dopo aver visto che fine ha fatto la primogenita di Algol, il dio obbliga il re di Dullahan a scegliere Lavernia come futura regina per riparare l’oltraggio del regno di cui è protettore, minacciandolo di togliergli tutta la sua potenza in battaglia e di maledire lui e il regno stesso con innumerevoli guerre con esito negativo. Messo alle strette, re Algol è costretto a chiedere a Jareth di sposare Lavernia per placare l’ira del dio, ma il re di Goblin ha appena chiesto la mano di Sarah. Ritrovatosi in un bivio tra i sentimenti e i doveri di re, Jareth deve fare una scelta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UNDERGROUND
 
Non volendo prendere parte ad un evento di per sé così assurdo con un peso nel cuore, qualche momento prima delle nozze, Jareth era intenzionato quantomeno a riappacificarsi con Rastaban. È all’oscuro, tuttavia, del fatto che Lavernia – a matrimonio compiuto – lo costringerà a togliere allo zio il suo grado di duca (come Lizarda le aveva sentito dire, poco prima di aggiungere che avrebbe allontanato dalla corte anche lei). Per essere più chiari, Lavernia si era legata al dito il fatto che Rastaban fosse stato il primo a ribellarsi a lei, seguito poi da Silyn, e per questo gliel’avrebbe fatta pagare molto cara. Per sua rivincita, o come una sorta di legge del taglione, visto che lo vedeva così tanto affezionato alla sua serra, lo avrebbe declassato a giardiniere e avrebbe dovuto guadagnarsi il pane come chiunque altro servo. Silyn avrebbe fatto la stessa e identica fine, colpevole di averlo spalleggiato. Jareth, purtroppo, tutto questo non lo sa ancora.
Trova lo zio proprio dove immaginava, nella serra per curare le sue amate rose variopinte. L’unico luogo in cui il lettore sa che Rastaban si sente in piena pace. Appena sente Jareth entrare nel suo floreale santuario di pace, Rastaban non sembra essere molto lieto della sua presenza.
«Se sei venuto qui per dissuadermi, perdi il tuo tempo.» gli dice calmo, dandogli le spalle e continuando a curare delle rose gialle appena sbocciate «Io non voglio prendere parte a questa... buffonata.»
«Non è come pensi.» cerca di assicurargli.
«Jareth, io non riesco più a starti dietro.» irrompe Rastaban, lasciando perdere per un po’ le sue rose e decidendo di affrontare il nipote «Ti sono stato accanto durante la cospirazione di Laryna, non ti ho abbandonato quando sei stato costretto da re Algol a dover proseguire il matrimonio con Lavernia, ma ora basta. Io credo che tu non sappia ciò che tu voglia veramente per te. Un giorno ti vedo rassegnato all’idea di rinunciare ai tuoi sentimenti per quella povera Sarah per compiere i tuoi doveri con Lavernia, poi ti vedo annunciare pubblicamente che intendi fare di tutto per ripudiarla e il giorno dopo, come se nulla fosse, annunci che le nozze proseguiranno visto che è sufficiente che Lavernia chieda scusa? Perdonami, ma io sono veramente stanco dei tuoi continui sbalzi di decisione.»
«Per favore, ascoltami...» seppure mortificato, Jareth prova a giustificarsi. Cosa può, tuttavia, dirgli? Che Lavernia lo ha scoperto intimamente con Sarah? Dopotutto, è un dettaglio troppo imbarazzante da ammettere e ciò lo mette in seria difficoltà.
«Non c’è niente da aggiungere.» taglia corto Rastaban «Ad ogni buon conto, io non intendo partecipare alle nozze. E ho anche perduto l’interesse di chiederti di benedire il matrimonio tra me e Silyn. Quando sarà il momento, celebreremo la nostra unione in forma privata. Mi dispiace.»
L’agghiacciante rivelazione segna il momento di rottura tra zio e nipote, Jareth si augura di aver sentito male. Purtroppo, le sue orecchie hanno percepito molto bene. Rastaban, l’unico elemento della sua famiglia – dopo la madre Rosheen – che ha sempre creduto in lui, ora lo sta abbandonando.
Una fitta di dolore si espande lungo il petto del sovrano del Labirinto.
 
Uno squillo di tromba solenne annuncia l’entrata dei regali di Dullahan e tutti gli invitati presenti nella sala si voltano verso di loro. Mentre re Algol ha un portamento fiero, elegante, rigido, austero e ben posato, la regina Lavandula non perde l’occasione per mettere in mostra il suo lato più ridicolo a cominciare dal pesante e ingombrante abito. Dei sussulti invadono la sala e Lavandula comincia ad esaltarsi.
«Hai visto, caro?» sussurra al marito «Li ho lasciati tutti a bocca aperta.»
Il silenzio di re Algol illude Lavandula che stia acconsentendo, mentre in realtà è a dir poco imbarazzato per via della pessima figura a cui sta andando incontro per colpa della moglie, deducendo che quei sussulti siano di natura negativa. Infatti, la sua deduzione è esatta. I commenti riguardanti la regina vertono sulla sua ridicolezza, niente di diverso. Nessuno, naturalmente, si permette il lusso o la libertà di poter ridere. Solo le dame possono avere la possibilità di ridacchiare, coprendosi metà del volto con i grandi ventagli colorati e piumati.
Lavandula continua ad avanzare, accompagnata dal marito, con ridicola alterigia e illudendosi di essere ammirata.
«Sua Altezza Reale Lavernia, principessa di Dullahan.» annuncia il dignitario di corte, il momento che tutti stavano aspettando.
Seguita dalle sue tre dame di compagnia che le reggono il velo e lo strascico, Lavernia fa il suo ingresso con superba regalità. A giudicare dalla sua andatura, sembra che sia già una regina e Lavandula esprime il suo orgoglio verso la figlia attraverso il suo sguardo così infiammato di fierezza. Re Algol, al contrario, rimane sempre composto e aspetta che Lavernia si inchini davanti a lui e alla madre. Lavernia si inchina e Algol e Lavandula chinano di poco il capo.
«Sua Maestà Jareth, re di Goblin.» lo presenta il dignitario di corte. Tutti gli occhi dei presenti sono puntati verso l’entrata, aspettando con ansia il re di Goblin. Con loro grande sorpresa, Jareth si addentra nella sala con un elegantissimo habit à la francaise bianco. Con sentimenti contrastanti, la decisione del colore dell’abito di Jareth è molto discussa. Da un lato, alcuni sostengono che abbia scelto tale colore per onorare la cerimonia con una tonalità pura, piena di luce e che possa pronosticare un buon augurio tra le alleanze. Dall’altro lato, quello che più si avvicina alla verità, il bianco è stata una provocazione e a confermarlo è lo sguardo incattivito di re Algol, della regina Lavandula e di Lavernia. Solo in pochi a Goblin, infatti, sapevano che il bianco è il colore del lutto dei regali di Dullahan. Senza scomporsi, Jareth prosegue dinanzi ai sovrani e alla futura sposa con regale dignità e offre a Lavernia il palmo della mano per accompagnarla davanti ai troni. Al centro di essi vi è un sacerdote, incaricato per la celebrazione delle nozze. Si tratta dello stesso Lunantishee che, tempo prima, aveva unito in matrimonio Laryna e Onyx per ordine di Jareth.
Appoggiandosi sul suo lungo bastone, il sacerdote fa segno ai due sposi di avvicinarsi e inizia a recitare un’omelia, invitando Jareth e Lavernia ad inchinarsi. Li fa rialzare per benedirli con un’altra omelia e, una volta compiuta, il sacerdote esclama la fatidica e obbligatoria richiesta.
«Se qualcuno, tra i presenti, ha un motivo perché il re Jareth e la principessa Lavernia non debbano unirsi in matrimonio, parli ora... o taccia per sempre.»
Non passa nemmeno un secondo, poiché una strana nube nera spegne tutte le luci della sala, chiudendola in un’atmosfera tetra. La nube nera si moltiplica, formando una lunga serie di coltre oscure che si intrecciano tra loro, unendosi in un unico punto e formando un tornado nero come la pece, illuminato internamente da un’inquietante luce grigio bluastra come le fiamme dei fuochi fatui. Una breve scossa di terremoto scuote il pavimento e alcuni tra i presenti perde l’equilibrio – Lavandula inclusa, a causa del pesante abito.
«Ma che succede?» esclama Jareth, senza capire.
Il vortice di fumo nero continua a turbinare fino a che non viene materializzata l’oscura figura divina del dio Laduguer. Nessuno ha il tempo di inginocchiarsi dinanzi a lui, visto il giustificato sgomento.
«Chi lo ha evocato?» solo il sacerdote trova la forza di parlare, avendone comunque il diritto vista la sua posizione da chierico.
«Sono stata io.» esclama una voce femminile da lontano.
Si voltano tutti, in direzione della voce.
«Tu...» gli occhi di Lavernia esprimono tutto il suo sbigottimento misto a rancore quando vede Lizarda.
«Sono stata io ad invocare il nostro potente dio Laduguer.» afferma Lizarda senza timore.
Laduguer rimane fermo nella sua posizione, attendendo il momento esatto.
Alla richiesta perentoria di re Algol dell’esigere una spiegazione, Lizarda lo squadra come per volergli dire “non aspettavo altro”.
«Maestà,» gli dice Lizarda «ho le mie buone ragioni per impedire che la principessa si unisca in matrimonio con il re di Goblin e per darvi la prova che non ha il diritto di ricoprire il suo ruolo di principessa.»
«Come ti permetti?» le urla contro Lavandula, ripresasi dal turbamento precedente «Io ti...» sta per colpirla con un ceffone per punirle il torto che ha inflitto alla sua amata figlia, ma la sua azione viene fermata dall’urlo del sacerdote.
«Ferma, ti prego! Nessuno deve sfiorare chi ha invocato un dio.»
Lizarda sorride con soddisfazione in faccia a Lavandula, per poi lanciare la stessa occhiata di sfida verso Lavernia. Dai suoi occhi, si può leggere tutta la rivalsa che intende riversarle contro dopo tutti quegli anni. Lavernia sembra essere stata presa alla sprovvista, non avendo mai visto Lizarda così, ma non si arrende e riprende in mano la sua arroganza.
«Non fatevi ingannare da questa pezzente.» urla Lavernia che, nel frattempo, è corsa tra le braccia della madre come ogni povera figlioletta in cerca di protezione «È solo una povera pazza. Vuole solo gettarmi fango addosso perché l’ho rimpiazzata con altre dame realmente degne della mia compagnia.»
«Sì, voglio gettarti fango addosso... Lavernia.» ha mancato volontariamente di chiamarla “principessa” «Ma solo perché la prova esistente mi ha fatto aprire gli occhi. E la prova esistente, si chiama Sarah.»
L’odiato nome udito da Lavernia non le dà il tempo di realizzare – in realtà, non lo dà a nessuno tra i presenti, nemmeno a Jareth – dato che il dio Laduguer, grazie alle sue doti divine, agita le braccia e fa apparire dal nulla la citata Sarah.
Jareth la guarda confuso, spaesato e inorridito. È vestita di stracci e ha un aspetto molto stanco, ma i suoi occhi verdemare non sono affatto spenti. Al contrario sono ruggenti come quelli di una tigre pronta ad attaccare.
«Ma cosa succede?» strilla Lavernia, guardando il dio.
«Silenzio!» pronuncia finalmente Laduguer «Ne ho abbastanza di tutte queste lagne!» nessuno osa più fiatare – persino Sarah e Lizarda hanno avuto un sussulto.
Laduguer fluttua verso Lavernia e i sovrani di Dullahan.
«Sono stato evocato» la sua voce echeggia tenebrosamente «perché Lizarda e l’umana, di nome Sarah, hanno confessato un terribile delitto compiuto da Lavernia. Un delitto che nessuno dell’Underground, nemmeno un dio, deve macchiarsi.»
Re Algol guarda Lavernia, pensando dentro di sé di vedere in lei lo stesso fallimento veduto in precedenza sulla primogenita Laryna.
«Non è vero, non è vero.» piagnucola Lavernia «Quelle due sono solo delle bugiarde! Cosa mai hanno detto?»
«Hai usato violenza contro Sarah, un essere umano!» dichiara Lizarda e Laduguer la lascia parlare, mentre la sala pullula di sussulti di sbigottimento e intanto Jareth continua a chiedersi a che gioco stia giocando Lizarda «L’hai costretta a divenire una tua schiava personale, le hai negato ogni diritto, l’hai umiliata con innumerevoli prepotenze e hai anche violato il suo matrimonio.»
«Ma cosa stai dicendo?» Lavernia non si arrende «Ve l’ho detto, è solo una povera pazza.»
«Ah, sì?» sogghigna Lizarda «E dimmi una cosa, Lavernia... Perché stai indossando l’anello di fidanzamento che il re di Goblin aveva regalato a Sarah, come proposta di un futuro matrimonio?»
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Labyrinth / Vai alla pagina dell'autore: Fiore del deserto