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Autore: Khailea    21/05/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Johanna:

Ormai erano le nove passate, probabilmente Mattia aveva già finito gli allenamenti di calcio ed aveva appena finito di fare la doccia, ma pur sapendo questo Johanna titubava ancora dal chiamarlo, non voleva disturbarlo.
-Andiamo… mal che vada non risponderà.-
Si faceva sempre troppi problemi per le cose più semplici, aveva spesso paura di disturbare o infastidire qualcuno, ed anche se questo suo tratto la faceva sembrare molto dolce e tenera agli occhi degli altri poteva essere un vero fastidio per lei.
In ogni caso aveva già procrastinato la chiamata di almeno una ventina di minuti, e non voleva aspettare oltre con il rischio di trovarlo già pronto a dormire.
Il telefono squillò un paio di volte, e durante quel tempo Johanna ne approfittò per sistemarsi l’ennesima volta i capelli; era una videochiamata con il suo ragazzo, e voleva sembrare carina nonostante l’ora.
-Ehi Jojo!- la voce squillante del ragazzo rispose immediatamente, ma la ragazza spalancò gli occhi vedendo il telefono gli stava inquadrando il petto nudo, dal quale scendevano alcune gocce d’acqua. -Scusami, sono appena uscito dalla doccia.-
-N-non preoccuparti! Posso richiamarti dopo…- rispose lei rossa in viso, cercando di distogliere lo sguardo.
-Ma no figurati, possiamo parlare!- disse il ragazzo appoggiando il telefono da qualche parte, lasciandolo in equilibrio mentre prendeva una maglietta.
-A-allora… come è andato l’allenamento?- chiese intanto Johanna cercando di distogliere la propria attenzione.
-C’è stata una lite, uno dei miei compagni ha finito per avere un pugno in faccia.-
-Cosa!? Sta bene? E tu ti sei fatto coinvolgere?- per lei quel genere di cose erano la norma, visto la scuola che frequentava, e la città in generale, ma nel mondo esterno erano sempre notizie che comunque facevano scalpore tra gli studenti.
-Sì, e sì anche alla seconda.- rispose Mattia leggermente imbarazzato. -E’ successo tutto per una stupidaggine, l’altro ha dei problemi nel gestire la rabbia.-
-E l’allenatore cos’ha fatto?-
-L’ha espulso dalla squadra. L’aveva già avvertito che se una cosa simile si fosse ripetuta sarebbe successo.-
-Beh, direi se l’è meritato… tu però stai attento, non vorrei ti venisse a cercare o ce l’avesse con te visto sei intervenuto…- era un pensiero la preoccupava molto, anche se Mattia era un gran sportivo ed era in grado di difendersi aveva comunque un carattere estremamente pacifista.
-Dovrebbe prendersela con tutta la squadra allora, ma è tipo da farlo. Semplicemente lo eviterò e starò attento quando è nei dintorni.-
-Va bene…-
-E tu invece che mi racconti? Qualcosa di interessante?-
Johanna ci pensò su bene prima di rispondere; da un lato non voleva farlo preoccupare con il rischio reagisse come la sorella, ma dall’altro Mattia aveva comunque un carattere diverso, e si era confidato con lei. -In questi giorni una mia amica è infastidita da una vecchia conoscenza…-
-In che senso infastidita?- chiese subito il ragazzo, corrugando la fronte.
-E’ una cattiva compagnia, del tipo che ruba e mette in pericolo le persone.-
-Mh… le ha creato qualche problema?-
-Emotivamente, almeno per ora. Credo fossero molto amici un tempo.- non le piaceva speculare sulla vita privata di altre persone, ma Ailea era una buona amica, e le dispiaceva vederla star male a causa di un idiota.
-Mi dispiace molto, forse lei ha cercato di migliorare rispetto a lui ed ora è a disagio quando è nei dintorni?-
-E’ una possibilità, il problema è che in queste situazioni lei si agita, e crea una sorta di muro con tutti. Non voglio si allontani da noi, e mi preoccupa cosa potrebbe fare in caso si trovasse da sola con questo tizio.- ammise Johanna sospirando, la sua paura principale era che Jim portasse Ailea a far cose di cui si sarebbe pentita. -Mi preoccupa anche che lui possa farla litigare con il suo ragazzo.-
-Ne avete parlato?-
-No, proprio perché è sensibile sull’argomento e lo evita.-
-Capisco… non è una situazione semplice, ma mi sembrate un gruppo affiatato, riuscirete sicuramente a risolvere la cosa.-
L’ottimismo del ragazzo la portò a pensare lo stesso, infondo avevano già affrontato situazioni molto delicate, e ne erano sempre usciti.
-Oh! Comunque ho delle buone notizie, ho passato l’esame di fisica!- disse ad un certo punto Mattia, frugando nello zaino per trovare il compito corretto.
-Bravissimo! Sono fiera di te!- lo era veramente, ogni suo traguardo la riempiva di orgoglio. -Direi che non appena riusciremo a vederci potremmo festeggiare.-
-Assolutamente, un bel film, solo noi due, e magari una cenetta romantica.-
La sola idea le fece battere il cuore all’impazzata, ed annuì felice della proposta. -Quando pensi potrai venire?-
-Tra una decina di giorni o giù di lì. Comunque volevo chiederti… come ti stai trovando nella nostra relazione?-
Il fatto avesse usato la parola relazione le fece venire le farfalle nello stomaco. -Io… sono molto felice, anche se siamo distanti poterti sentire ogni giorno e parlare in questo modo… mi migliora la giornata. E tu?- sapeva era un argomento molto delicato, anche perché quella era la prima relazione a distanza Mattia aveva.
-Anche io sto molto bene, e non solo perché sei la mia migliore amica. Come ragazza sei dolce, e bella, e possiamo comunque vederci, anche se meno rispetto alle altre coppie.-
-Sono felice di sentirtelo dire.-
-Già, volevo rassicurarti, visto so ti preoccupi spesso per cose simili, ma da parte mia va tutto benissimo.-
Era veramente un sollievo le dicesse quelle cose, di tanto in tanto le capitava di chiedersi se lui fosse felice si stavano frequentando, ma cercava di non pensarci troppo, altrimenti si sarebbe solo fatta del male.
-Grazie, mi fa molto piacere, e se anche tu avrai bisogno di qualche rassicurazione tu dimmelo ed io volerò subito a Londra.-
-Ahaha, affare fatto allora!-
 
 
 
 
 
 
 
 
Zell-Lacie-Milton-Samantha-Ryujin:
 
-Dite che Lacie sia in pericolo?- chiese Milton mentre si precipitava con Zell, Sammy e Ryujin verso casa di Lacie, dopo aver letto sul gruppo un messaggio da parte sua che diceva di aver bisogno di qualcuno a casa sua.
-Non saprei dire… il messaggio era molto vago.- rispose Ryujin scuotendo il capo, visto non erano certi cosa fosse successo avevano deciso sarebbero andati prima loro, e poi in caso avrebbero avvertito anche gli altri.
-Probabilmente è qualcosa di stupido…- disse invece Zell, conoscendo la ragazza di cui parlavano.
Una volta arrivati davanti alla porta d’ingresso non sembrò loro di notare nulla di strano, non c’erano segni di infrazione e nemmeno di lotte oltre la finestra.
Ryujin bussò un paio di volte alla porta, prima di sentire qualcuno urlare.
-Arrivo nyaaa!-
Lacie aprì completamente stravolta, i vestiti erano strappati in più punti ed i capelli scompigliati, per non parlare dei graffi che aveva ovunque.
-Lacie! Cosa è successo?- chiese Milton preoccupata, guardando oltre la ragazza vedendo un gran disordine.
-Leo puzza nya!-
-Eh?- la reazione di tutti fu di pura confusione, ma la ragazza non diede loro tempo di capire che li trascinò dentro.
-Puzza nya! Non vuole fare il bagno nya!-
-Ma chi è Leo?- chiese Ryujin confuso, temendo di essersi ingarbugliato in una faccenda di amore nascosto, ma Sammy rispose prontamente.
-E’ il suo gatto!-
Lacie aveva mandato una sua foto sul gruppo, un piccolo e vivace gattino.
-Esatto nya! E mi sta facendo impazzire nya!-
-Fammi capire, tu ci hai chiamato qui perché il tuo gatto puzza?- chiese retoricamente Zell, pronto ad andarsene, ma non capiva comunque il senso del disordine in casa.
-Sì nya! Ve l’ho detto nya!-
-Lacie… calmati per favore, dicci perché hai bisogno di noi e ti aiuteremo come possiamo.- tentò di dire Ryujin, dando una gomitata a Zell quando questo alzò gli occhi al cielo.
-Gli devo fare un bagnetto nya. Capisco non voglia farlo, nemmeno a me piace, ma come dice Astral bisogna farlo perché altrimenti sei sporco e puzzi nya, ed è proprio il caso di Leo! Però lui continua a sfuggirmi nya!-
-Credevo andassi molto d’accordo con i gatti.- commentò Milton sorpresa.
-Sì nya, ma penso che chiunque graffierebbe il proprio migliore amico se questo lo costringesse a fare qualcosa che odia nya…- rispose la ragazza sconsolata.
-Come possiamo aiutarti?- chiese Sammy sorridendo all’amica.
-Trovandolo nya, tanto per cominciare, ma si è nascosto chissà dove nya!
-Sicura non sia uscito?- ipotizzò Milton guardandola.
-No nya, è ancora in casa, ogni tanto lo sento zampettare nya.- ad un certo punto le orecchie di Lacie si drizzarono, e lei guardò verso l’alto. -E’ al piano di sopra nya!-
-Cosa facciamo allora capitano?- chiese Ryujin sorridendo, pensando la cosa avrebbe impiegato massimo un quarto d’ora; Lacie invece sembrava essere piuttosto seria.
-Dividiamoci nya! Zell e Milton state qui dalle scale, Ryujin e Milton invece vengono con me nya!- senza aggiungere altro la ragazza si precipitò di sopra, e dopo un attimo di confusione fecero così anche gli altri due.
-Ragazzi… non posso crederci…- sbuffò Zell appoggiandosi alla ringhiera. -Quella ragazza ci farà venire un infarto un giorno.-
-L’importante è che stia bene. Poi passeremo una serata interessante così.- rispose ottimisticamente Sammy, ma un tonfo improvviso la fece sussultare.
-Sta scappando nyaaaaa!-
Pochi istanti dopo il piccolo Leo si stava fiondando giù dalle scale, e vedendo Zell gli saltò in faccia graffiandogli il viso, scappando in cucina.
-Aaah! Piccolo…-
-Dov’è andato nya?!- Lacie non lasciò al ragazzo nemmeno il tempo di lamentarsi che lo afferrò per le spalle scuotendolo, come fosse sotto interrogatorio.
-Da quella parte!- indicò subito Sammy, mentre Milton e Ryujin scesero le scale.
-Non mi aspettavo fosse così veloce!- commentò il ragazzo con alcuni graffi sul braccio.
-E’ il gatto di Lacie infondo.- scherzò l’altra mentre tutti andarono in cucina.
-Ok, Ryujin tu stai qui, se esce dalla finestrella o dalla porta prendilo nya!-
Gli altri quattro nel frattempo entrarono in cucina, ma ad una prima occhiata non trovarono nulla.
-Dove diamine…-
-Guardate nei cassetti, riesce ad entrare facilmente nya.- disse Lacie interrompendo Zell.
Sammy annuendo fece come le era stato detto, e così anche Milton, mentre il ragazzo ancora si dimostrava piuttosto scettico.
-Non può essere nei cassetti, è stato qui da solo meno di dieci secondi. Mi prendo da bere intanto se non ti spiace Lacie…- disse aprendo il frigorifero, e proprio come prima il gatto uscì saltandogli in faccia, provocandogli altri graffi.
-Ma stai scherzando!?- urlò il ragazzo furioso, mentre le ragazze gli furono addosso per catturare Leo, lui però saltando in testa a Milton riuscì ad evitarle, uscendo dalla finestrella alle loro spalle che collegava la stanza all’ingresso.
-Ryujin nya!-
-Ci sono ci sono!... NON CI SONO NON CI SONO!-
Il ragazzo in un primo momento era riuscito ad afferrare il gattino, ma questo mordendogli la mano si era liberato, salendo poi dal braccio di Ryujin fino alle spalle, e mentre questo cercava di afferrarlo scivolò lungo la schiena graffiandogli tutta la maglia.
Milton vedendo come era ridotta cercò di consolarlo.
-Lo stile punk va di moda…-
-Già… ma non è molto di mio gusto…- sospirò il ragazzo rendendosi conto di che razza di furia era quel gatto, che era risalito al piano superiore.
-Ok! Creiamo una barriera con i mobili sulle scale, così non scenderà!- urlò Zell con un diavolo per capello.
-Lo fare nya, ma poi Astral si arrabbierebbe nya.-
Già la casa era ridotta male, e nel frattempo Leo avrebbe trovato un nascondiglio dove rintanarsi per il resto della nottata.
-Andiamo tutti insieme stavolta.- disse convinta Sammy, salendo per prima.
Il resto del gruppo la seguì subito, ma si ritrovarono con praticamente tutte le porte chiuse.
-Non sa aprire le porte, vero?- chiese Ryujin quasi intimidito da quel gatto.
-E’ pieno di sorprese nya, ed ero convinta fossero aperte nya…-
-Le ha chiuse lui?- azzardò Milton quasi non credendoci.
-Se è così Lacie rassegnati ad avere un gatto che puzza.- disse Zell serio.
-Non preoccupatevi nya. Lo troveremo. Su questo piano c’è solo la camera di Astral, la mia ed il bagno nya.-
-Direi non è il caso di dividersi, dopo quello è successo prima…- propose Ryujin guardando le porte, e nessuno ebbe da ridire.
Il bagno era probabilmente l’ultimo posto in cui Leo sarebbe andato, e visto Astral aveva la tendenza a chiudere a chiave la sua camera quando non era in casa, temendo la sorella potesse giocargli qualche brutto tiro, l’unica opzione fu quella di Lacie.
Entrarono rimanendo completamente in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle per evitare brutte sorprese. Guardarono praticamente ovunque, sotto al letto, tra i vestiti, nell’armadio, nei cassetti della scrivania, ma Leo sembrava completamente sparito.
-Ma perché deve essere così difficile nya…- sospirò Lacie sedendosi per terra con aria afflitta. -Non mi vuole più bene nya?-
-Ma no, sono sicura che ti vuole tanto bene. L’hai detto tu stesso però, non vuole fare il bagno.- disse subito Milton accarezzandole la schiena.
-Nemmeno a me piace l’acqua nya… però dopo un po’ la do vinta ad Astral nya, perché gli voglio bene…- sembrava star veramente male per la fuga del gattino, ma quando sentirono un miagolio sopra le loro teste e Leo saltò direttamente dal lampadario alle le braccia della ragazza questa non ne fu sorpresa. -A-AH! Lo sapevo ci saresti cascato puzzino nya! La tua mamma sa che le vuoi tanto bene nya, sì che lo sa.-
Strofinando la faccia contro il muso del gatto Lacie corse immediatamente verso il bagno, lasciando gli altri sbigottiti dove si trovavano.
-Stava… fingendo?- chiese Ryujin indicandola, anche se ormai era svanita.
-A quanto pare è più furba di quanto sembri…- rispose Zell distrutto tanto quanto gli altri. -Direi è meglio tornare indietro… abbiamo tutti bisogno di un bagno dopo questa fatica.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Grace-Nadeshiko-Ayame:
 
Una volta tanto, tutti meritano una giornata di solo relax, o come minimo un paio d’ore per sé, per fare ciò che più si ama e che permette di rilassare il corpo e lo spirito.
Grace aveva molti modi per rilassarsi, alcuni più movimentati di altri, ma ce n’era anche uno che per quanto comune le permetteva sempre di lasciarsi scivolare qualsiasi tensione via dalle spalle, una bella doccia calda.
Un bagno sarebbe stato ancora meglio, ma visti i loro ritmi avevano solo quella, ma a prescindere Grace aveva sistemato ogni cosa ben bene; aveva spento le luci accendendo delle candele profumate, preparato uno shampoo, un balsamo ed un bagnodoccia speciali usati esclusivamente in quei momenti, e grazie alla sua cassa aveva messo una playlist delle sue musiche preferite.
Il calore dell’acqua era perfetta, e non appena entrò la ragazza si lasciò andare ad un sospiro sereno. -Ci voleva proprio…-
Da quanto non si concedeva un po’ di coccole?
Tra il lavoro, la scuola e problemi vari non ne aveva proprio avuto il tempo, e doveva ammettere le era proprio mancato.
Stava già per aprire lo shampoo, sentendo perfino dalla confezione un dolcissimo profumo, quando il campanello dell’ingresso cominciò a suonare.
-Sul serio!? Al diavolo, Hope è fuori e se avesse avuto bisogno aveva le chiavi.-
Vista l’ora poi, ben oltre la cena, non poteva essere che qualche perditempo, probabilmente erano solo dei bambini che si divertivano a suonare ed a scappare prima il padrone di casa li raggiungesse.
Un altro trillo però, più insistente del primo, continuò a disturbare la sua doccia, ma Grace non aveva minimamente intenzione di uscire. Le attraversò la mente il pensiero potesse anche trattarsi di ladri, che volevano assicurarsi la casa fosse vuota o raggirare la vecchietta ipotizzavano vivesse lì, ma anche quel caso non la spaventò molto.
Sapeva come difendersi, ed erano in casa sua, quindi avrebbe avuto un netto vantaggio su di loro.
Il trillo si ripeté, stavolta più irritante, intervallato da qualche momento di pausa in un continuo suona e risuona senza sosta, che le martellò il cervello. -ADESSO BASTA!-
Chiunque fosse stato non sarebbe tornato a casa con tutti i denti, chiudendo furiosa l’acqua e coprendosi con un accappatoio la ragazza procedette a passi pesanti e furiosi verso la porta, spalancandola pronta ad urlare in faccia a chiunque avesse davanti.
Peccato non si trattasse esattamente di chiunque, ma di Nadeshiko ed Ayame; questo comunque non le impedì di essere furiosa.
-Si può sapere perché siete qui a quest’ora?!-
-Beh, gli altri sono tutti impegnati, ed avevamo voglia di passare un po’ di tempo tra ragazze.- rispose Nadeshiko sorridendo, per niente intimorita dalla vena che pulsava sulla tempia di Grace. -Possiamo entrare?-
Per istinto avrebbe risposto di no, ma sapeva bene chi si trovava davanti, e sbuffando fu quindi costretta a lasciarle passare. -Perché non avete scritto? Anche io ho qualcosa da fare.-
-Devi uscire con qualcuno?- domandò Ayame guardandosi attorno.
-Con me stessa.-
-Quindi volevi masturbarti?-
Alla domanda della ragazza Grace avrebbe voluto tirarle uno schiaffo, ed intuendolo Ayame si allontanò sorridendo, facendole una linguaccia.
-Hope non è in casa?- chiese intanto Nadeshiko andando a curiosare in cucina.
-Ha un appuntamento con Alexander… non sono sorpresa invece che Ayame non l’abbia con Lighneers.- disse Grace facendo una frecciatina, per vendicarsi del commento.
-Le amicizie sono altrettanto importanti.- ma soprattutto il ragazzo era già fuggito chissà dove, e Nadeshiko le aveva proposto di uscire assieme quando si era lamentata con lei di non riuscire a rintracciarlo.
-Hai dei pop-corn?- chiese l’altra chiudendo i mobiletti, trovando solo cibo salutare.
-No, non mangio schifezze, ed Hope preferisce cose dolci.-
-Fa niente, ci ho pensato io.- e con un sorriso la ragazza appoggiò sul tavolo la sua borsa, rivelando barrette di cioccolata, pop-corn e quant’altro.
-Ai prodotti di bellezza invece penso io.- aggiunse allegra Ayame facendo lo stesso, e nella sua c’erano creme, maschere e cose che Grace non aveva mai visto e mai usato.
-Almeno fatemi asciugare i capelli… e mettere qualcosa su.- disse sospirando la rossa, tornando in bagno delusa.
Non le dava fastidio passare del tempo anche assieme alle altre, però avrebbe veramente preferito un minimo di avviso, e soprattutto le dava fastidio esser stata interrotta in un momento di relax.
Per fortuna almeno non aveva aperto le bottigliette nuove, altrimenti quello sì che sarebbe stata una goccia di troppo, visto avrebbero perso la fragranza iniziale.
Ci mise poco per sistemarsi, grazie al fatto soprattutto i suoi capelli fossero corti, ed infilandosi dei pantaloncini ed una canotta tornò dalle altre, vedendo che avevano completamente sistemato le loro cose per terra davanti al divano.
Nadeshiko aveva usato un vassoio per appoggiare i vari snack, impiattandoli addirittura, e per questo li stava fotografando, Ayame invece aveva diviso i prodotti in base al loro utilizzo, e non vedeva l’ora di iniziare.
-Eccoti! Vieni vieni! Stavamo guardando se c’era qualcosa su netlix o su youtube!- disse Nadeshiko saltando sul posto.
-Pensavamo di mettere una cosa che si chiama Dr. Pimple Popper. Giusto di sottofondo, non tanto da guardarlo.- spiegò Ayame dandole poi una serie di cerchietti. -Scegli quello che vuoi tesoro.-
-Pimple Popper? Non sembra il massimo da mangiarci qualcosa sopra…- commentò la rossa storcendo il naso.
-Gli snack sono per dopo. Ma non preoccuparti, a prescindere da tutto non si dice mai di no al cioccolato.- rispose Nadeshiko sorridendo, prendendo un cerchietto rosa pieno di caramelle, mentre Ayame ne prese uno nero a strisce verdi e Grace uno zebrato.
-Bene, Grace mi puoi dare una bacinella d’acqua per favore?- chiese Ayame guardandola.
-A cosa serve?-
-Per la pulizia del viso, ho portato un detergente che dovrebbe andare bene per le nostre pelli. E’ molto delicato.- spiegò la ragazza mentre la padrona di casa prese una bacinella, riempiendola.
-Se dovevo pulirmi potevate farmi finire la doccia.-
-Tranquilla, c’è sempre domani, e queste cose fanno altrettanto bene.- continuò la ragazza dandole un piccolo paid di stoffa da usare per tamponarsi il viso.
Nel frattempo il video che avevano scelto era iniziato, e Nadeshiko riusciva comunque a mangiare di tanto in tanto un piccolo cioccolatino.
-Ok, adesso dobbiamo idratare le nostre pelli.- spiegò allegramente Ayame, prendendo altre boccette.
-Ma non l’abbiamo già fatto?-
-No no. Vedi, la nostra pelle perde acqua in molte occasioni, e questi prodotti, quali gel, sieri o creme, aiutano ad assicurare un’idratazione più prolungata. Visto il lavoro che fai penso ti sarebbe molto utile.- disse la ragazza sfiorando la guancia di Grace, sembrava molto felice di poter spiegarle quelle cose. -Allora, direi potremmo metterci la crema a vicenda per evitare di perdere punti.-
-Comincio io allora!- disse subito Nadeshiko sdraiandosi ed appoggiando la testa sulle ginocchia di Grace, infilandosi in bocca un altro cioccolatino.
-Cosa dovrei fare?-
Ayame le prese una mano, mettendole sopra una piccola quantità di gel. -Spalmalo sulla faccia, e lungo il collo fino a quando non si assorbe.-
Era una cosa in fin dei conti piuttosto semplice, l’importante era solo non farle entrare nulla negli occhi. Dopo Nadeshiko fu il turno di Grace, che se lo lasciò fare da Ayame, e quest’ultima da Nadeshiko.
Questa sorta di massaggio si ripeté anche quando dovettero mettersi il siero e la crema, e nel frattempo il video era arrivato ad una parte che portò improvvisamente Nadeshiko a smettere di mangiare.
-Ed ora la parte più divertente!- urlò entusiasta l’azzurra, prendendo una serie di minuscole bustine a forma di labbra e gocce, assieme a delle maschere dai vari colori. -Adoro queste cose, ti fanno la pelle morbida morbida!-
Grace sorridendo divertita prese delle gocce dal motivo a cocomero, che a quanto pare andavano sotto gli occhi.
-Allora, non è male nemmeno rilassarsi così eh?- le picchiettò sul braccio Ayame, vedendo che sorrideva.
-Già, ma la prossima volta avvertitemi prima.-
-E dov’è il bello?-
 
 
 
 
 
 
 
 
Vladimir-Cirno-Yume:
 
Le abitudini erano dure a morire, e per quanto spesso Yume fosse stata buttata fuori da bar, ristoranti, o perfino posti come quello non riusciva mai a trattenersi quando vedeva un bel ragazzo nei dintorni, e quando soprattutto, come in quel caso,   quello sembrava una persona perfettamente sana, che aveva semplicemente voglia di divertirsi.
Invece del bagno però avevano optato per la sua macchina, e il fatto il parcheggio fosse vuoto permetteva loro una certa privacy che non sempre si riusciva ad ottenere così facilmente, e che soprattutto permettevano alla ragazza di non dover trattenere tutti i suoi gemiti.
Il viso di lui era praticamente completamente sprofondato nell’ampio seno della ragazza, che gli tirava i capelli ad ogni spinta che la portava più vicina all’orgasmo.
Quando finalmente entrambi lo raggiunsero si concessero un paio di minuti per riprendere fiato, prima che la ragazza si rivestisse ed uscisse dalla macchina.
-Ehi… allora... mi lasci il tuo numero di telefono o era solo una cosa da una volta?- chiese leggermente imbarazzato ma con un piccolo sorriso il ragazzo.
-Se ci rivedremo penso mi ricorderò di te.- rispose la ragazza facendogli un occhiolino, senza dargli altre risposte.
Il mondo è bello perché vario, e lei voleva provarlo tutto, ma soprattutto non voleva ferire le persone. All’inizio aveva lasciato il suo numero ad un paio di persone, ma queste avevano sviluppato dei sentimenti nei suoi confronti e lei purtroppo non aveva potuto contraccambiarli. Rimanendo semplicemente degli estranei era più semplice dimenticarsi a vicenda, ed in quel modo nessuno stava male, o almeno questo sperava.
Con i ragazzi della scuola poteva essere un po’ più difficile, ma lei era molto capace nel mantenere fermi i propri paletti, e non permetteva a nessuno di superarli senza il suo permesso.
Era andata in salagiochi un po’ per distrarsi un po’ per divertirsi, più che per andare a caccia, e nonostante non fosse per nulla dispiaciuta dalla piega aveva preso la serata cominciava a sentirsi un po’ stanca, e l’idea di tornare a casa non era così male.
Una piccola testa azzurra però attirò la sua attenzione, e la portò a restare più a lungo.
Il suono delle macchinette della sala-giochi riempiva le orecchie di Cirno, mentre la ragazza era impegnata a cercare di vincere l’ennesima serie di ticket ed ottenere così uno dei premi in palio per quel mese.
Si era creata una certa folla attorno a lei, cosa che alimentava il suo ego spingendola a pavoneggiarsi ancor di più.
-Ehi, anche altri vorrebbero giocare sai?-
Una voce alle sue spalle la fece voltare, e Cirno si ritrovò davanti una ragazza dai lunghi capelli castani, vestita con dei pantaloncini ed una maglia larga.
-Ehilaa… tu non sei solo una pollastrella, sei l’intero pollame. Che ne dici di venire qui a portarmi un po’ di fortuna?-
Di fronte a quello sciatto tentativo di flirtare la sconosciuta alzò gli occhi al cielo, allontanandosi immediatamente infastidita.
-Direi puoi fare di meglio, Cirno.-
Stavolta a parlare era stata Yume, che aveva visto l’intera scena.
-Il mio irresistibile fascino è talmente forte che devono scappare per non soccombere. Nessun uomo o donna che sia è in grado di resistermi!-
A quell’esclamazione ci furono un paio di risolini dal fondo della fila, ed altri si allontanarono.
-Sicuramente hai il tuo charme cara.- si limitò Yume a sorridere, notando poi la quantità di ticket di Cirno. -Caspita, da quanto sei qui?-
-Mezz’ora.-
-Ed hai già tutti questi punti?-
-Sono un talento! Che vuoi che sia.-
-Niente, effettivamente!-
Stavolta a parlare era stato Vladimir, che lanciò in mezzo alle due un mucchio altrettanto grande di punti. -Che ne dite eh? Niente male.-
Cirno, pizzicata nell’orgoglio di fronte alla sua affermazione, storse il naso. -Non è male, appunto.-
-Caspita, siete entrambi dei campioni a quanto pare.- disse invece Yume allegramente.
-Una volta che capisci il gioco è tutto nelle tue mani, scommetto che in mezz’ora riuscirei a prendere più punti di te.- affermò il ragazzo guardando Cirno, che subito raccolse la sfida.
-Ah! Folle! Va bene allora, ci rivediamo tra mezz’ora e vedremo quanti punti abbiamo!-
-Andata, su quale gioco vuoi…- prima che il ragazzo potesse finire Cirno era già volata altrove. -Oh beh, allora a preferenza. Tu Yume vuoi partecipare?-
-No grazie, ma guarderò volentieri.-
Contrariamente a quanto si sarebbe immaginata però ebbe molto poco tempo per star ferma, se da un lato infatti Vladimir si concentrò solo su un tipo di gioco che conosceva bene Cirno correva da un gioco all’altro, accumulando altrettanti punti.
Molte altre persone si erano mostrate interessate alla loro foga, ma avevano presto rinunciato a cercare di capire di più, visto entrambi erano troppo presi perfino per parlare.
Quando arrivò il momento di ritrovarsi Vladimir e Cirno tenevano tra le mani dei cumuli talmente grandi da nasconderli.
-Non hai alcuna possibilità di battermi!- disse la ragazza convinta.
-Non è ancora detta l’ultima parola.-
-Wow, quindi ora vi metterete a contare tutti quei punti?- chiese Yume indicando la macchinetta che normalmente avrebbe dovuto farlo automaticamente, che a quanto pare si era appena rotta.
I due rimasero in silenzio per qualche secondo, riflettendo sulla quantità di tempo sarebbe servito.
-La facciamo patta?- propose Vladimir, le cui occhiaie non avevano bisogno di essere altrettanto ingigantite.
-Diciamo che ho vinto.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Daimonas-Jack:
 
A sera Jack e Daimonas presero in considerazione l’idea di uscire con gli altri, di andare a divertirsi da qualche parte e di stare svegli fino a tardi, ma alla fine optarono per rimanere nella loro stanza del dormitorio a guardare un film assieme.
Avevano quindi sistemato il cellulare dal bordo del letto, sopra ad un paio di libri, in modo fosse in equilibrio, e mettendosi a cucchiaio l’avevano avviato concedendosi di tanto in tanto qualche bacio.
Jack, che stava alle spalle dell’altro, si divertiva a giocare con i suoi lunghi capelli, attorcigliandoli attorno alle corna o al dito, e quasi non prestava minimamente attenzione al film, anche se era certo gli sarebbe piaciuto molto come genere.
Non c’erano parole per descrivere quanto si sentisse bene, era come se il cuore e l’anima fossero nel loro posto perfetto, al riparo da qualsiasi altro pensiero e dubbio, semplicemente felici intrecciati a quelli di Daimonas.
I suoi sospiri addolciti attiravano l’attenzione di quest’ultimo, che si voltava a controllare stesse bene, ricevendo però ogni volta un bacio, ed era felice.
Non era mai stato amato in quel modo, e per quanto fosse una cosa nuova per lui sapeva benissimo di non poterne fare più a meno, ed addirittura sentiva di star facendo le cose per bene, perché con Jack tutto sembrava perfetto.
Qualsiasi cosa passava in secondo piano in quei momenti privati, che faceva rendere conto ad entrambi quanto quel sentimento stavano coltivando nel cuore potesse essere forte ed importante.
Proprio sotto questi pensieri Jack prese dolcemente il viso di Daimonas nelle mani, avvicinandolo per un bacio più lungo degli altri. Questa volta il ragazzo si voltò completamente, abbracciandolo ed accarezzando la guancia di Jack socchiudendo gli occhi; il tocco leggero e morbido delle sue labbra era tutto ciò che voleva sentire, e non aveva la forza di allontanarsi.
Il fatto Daimonas continuasse a baciarlo, rendendo oltretutto il bacio più intenso di quello che era stato all’inizio, portò Jack a provare un forte miscuglio di emozioni, che sommate lo portavano a sua volta a desiderare di non interrompere mai quel momento.
Facendo scorrere delicatamente la mano sulla sua schiena Jack ricordò la loro conversazione l’ultima volta una cosa simile era successa, su come entrambi si sentivano pronti a fare il passo successivo, ma per istinto gli venne quasi da chiederlo nuovamente.
Forse nonostante tutte le certezze Daimonas poteva dargli non sarebbe mai stato sicuro al cento percento, ed avrebbe sempre avuto paura di ferirlo in qualche modo, eppure l’altro sembrava completamente a suo agio tra le sue mani, e questo lo spinse ad osare, lasciando scorrere la mano dalla schiena al fianco, fino al fondoschiena.
La coda di Daimonas si rizzò involontariamente, sorpresa da quel gesto che non aveva intuito se non all’ultimo secondo, ma lo lasciò fare, dimostrandogli era completamente a suo agio schiudendo un poco la bocca, e leccando il labbro inferiore di Jack.
Di fronte alla sua intraprendenza il ragazzo emise un basso gemito, unendo la propria lingua a quella dell’altra, mentre continuava a muovere ancora la mano, spostandola stavolta sul davanti.
A loro volta anche le mani di Daimonas dalle spalle del ragazzo passarono al petto, scendendo poi alla cintura dei pantaloni, aprendola con facilità mentre entrambi si guardavano negli occhi, in un’ultima richiesta di consenso che entrambi accettarono.
Il cuore di entrambi sembrava star esplodendo nel petto dall’agitazione, in particolare quello di Daimonas che temeva di poter fare qualcosa di sbagliato e rovinare il momento, ma quando la mano sfiorò il membro di Jack il gemito che produsse gli permise di sciogliersi, e di muoversi in maniera molto più fluida.
Proprio per questo l’altro si ritrovò momentaneamente destabilizzato in quello che stava facendo, stupito dall’intraprendenza di Daimonas che nell’apparenza si dimostrava molto più quieto e timido di quanto in realtà era, ma non intendeva essere da meno, e mise altrettanto impegno sia nel dargli piacere che nel baciarlo con tutta la passione di cui era capace.
I sospiri si unirono tra loro, assieme ai gemiti di piacere ed all’insieme di emozioni che stavano provando.
-A-ah! Più… più piano Jack… non voglio ancora…-
Con non poca fatica l’altro fece come gli aveva chiesto, desiderando dargli un’esperienza completamente appagante, ma sentire la sua voce che lo supplicava in quel modo e soprattutto vedere la sua espressione piena di piacere resero molto difficile la cosa. Il loro bacio continuò fino a quando non si ritrovarono entrambi senza fiato, ed appoggiando la fronte sulla spalla di Daimonas Jack si lasciò andare al piacere, raggiungendo l’orgasmo e fermandosi per qualche istante.
Con il petto che si alzava ed abbassava rapidamente Daimonas lo baciò teneramente sulla guancia e sulla fronte, facendo per allontanarsi e dargli modo di sistemarsi, ma Jack lo fermò.
-Aspetta, non abbiamo ancora finito…-
-Va bene così, non devi preoccuparti.- rispose lui sinceramente, era felice di ciò avevano fatto, ma l’altro scosse il capo con un sorriso malizioso.
-Il mio piacere è importante quanto il tuo.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Hope-Alexander-Astral-Seraph:
 
Circa alle 19.30 Alexander era andato a prendere Hope a casa sua, con un’elegante mini-limousine nera, vestito con una camicia e degli stretti pantaloni scuri. La ragazza era altrettanto splendida nel suo abito color verde acqua, e l’aveva seguito fino all’auto procedendo verso il ristorante dove lui aveva prenotato.
Alle 20.00 erano già lì, al loro tavolo pronti ad ordinare in uno splendido ristorante dall’atmosfera pacata e le luci soffuse.
-E’ tutto così splendido qui.- sospirò Hope continuando a guardarsi attorno, perfino i tovagliolini, piegati a forma di cigno, aggiungevano un tocco in più alla sala.
-Sono felice ti piaccia, potremmo venire più spesso.-
-Mi farebbe piacere, ma sono felice anche semplicemente ordinando qualcosa a casa e mangiando assieme.- rispose lei non volendo il ragazzo spendesse troppo. L’importante erano i piccoli dettagli, potevano ad esempio mettere dei petali di rosa attorno al divano e mettersi a guardare i loro film preferiti.
In ogni caso non disdegnava certo quel genere di ristoranti, e non voleva sembrare ingrata.
Entrambi ordinarono un piccolo antipasto, ed Hope notò che dall’altra parte della stanza Seraph ed Astral erano appena entrati, anche loro ben agghindati per una cena romantica.
-Allora, niente male eh?- chiese Astral gonfiando il petto giero del proprio aspetto, se fosse stato una ragazza sarebbe caduto ai propri piedi.
-E’ molto bello. Come l’hai trovato?-
-Beh sai, qualche ricerca lì, qualche ricerca là, e soprattutto a girare molto trovi cose carine e particolari.-
-Quindi è successo per caso?- chiese lei prendendolo in giro.
-Ahaha non proprio. Ho solo pensato meritassi una cosa simile.-
Intenerita dalla sua premura Seraph lo prese per mano, mentre il cameriere li condusse fino al loro tavolo, dove la ragazza notò Hope che li stava salutando.
-Anche questo era pensato o è una coincidenza?-
-Questa è una coincidenza, ma sono sicuro che anche loro vorranno un po’ di tempo da soli, quindi godiamoci il nostro.-
Come prima cosa il ragazzo ordinò un vino rosso, assieme ad un ampio antipasto di gamberetti, mentre Seraph si limitò ad un’insalata.
-Allora, come procedono i tuoi allenamenti con la spada?- chiese Astral conoscendo i rigidi allenamenti della ragazza.
-Sto pensando di svilupparne di nuovi per incorporarli ai vecchi.-
-Sei già diventata troppo brava per quelli?- continuò lui facendole dei complimenti, accarezzando il suo ego.
-Diciamo voglio assicurarmi di avere sempre una sfida.-
-Se sapessi usare la spada ti aiuterei. Scommetto mi basterebbero sei mesi di allenamento e ti darei del filo da torcere.-
-Ahah, vorrei proprio vedere.- disse Seraph immaginandosi Astral in una situazione simile. -Forse non arriverai ai miei livelli di tecnica, però hai l’astuzia dalla tua parte.-
-Ohoh! Quindi avrei effettivamente una chance!-
-Non ho detto questo.- rise Seraph finendo la propria insalata. Intanto Astral con la coda dell’occhio aveva notato Alexander ed Hope civettare non molto lontano da loro, ed il ragazzo le aveva preso dolcemente la mano portandosela alle labbra per baciarla.
Pensando fosse un gesto molto romantico anche Astral pensò di farlo, ma si rese presto conto aveva la maschera ad impedirglielo, e quindi si limitò a tenere Seraph per mano.
-Sei… molto bella stasera.-
-Grazie, anche tu stai molto bene. Sei perfino riuscito a tenere la maggior parte dei bottoni chiusi ahah.- rispose lei scherzosamente, riferendosi al fatto normalmente al ragazzo piaceva molto mostrare il petto.
-Ahaha, menomale che tu non hai lo stesso vizio… anche se ammetto non mi dispiacerebbe quando siamo soli.-
Era più forte di lui, anche quando voleva fare il romantico aveva sempre quella vena che lo portava a fare battute simili.
Per Alexander invece sembrava molto più facile il contrario, a giudicare da tutte le smancerie diceva a Hope. Anche Seraph voleva cose simili? Le avrebbe fatto piacere?
-Sei… la ragazza più bella di tutte.-
Perché quando cercava di farle dei complimenti sembravano forzati?! Eppure ne era perfettamente in grado, almeno quando erano spontanei. Vista la sua rigidità fu naturale una risatina da parte di Seraph, ma Astral non volle comunque demordere.
-Sul serio, i tuoi capelli, i tuoi occhi. E’ tutto assolutamente perfetto in te. Hai un corpo bellissimo.-
-Grazie Astral, non devi sentirti obbligato però a dirmelo. So che lo pensi.-
Infondo più che una persona da parole lui era da fatti, glielo dimostrava quando l’abbracciava, le accarezzava il braccio durante la lezione, ed anche nel sesso e dopo, quando la teneva stretta a sé come se fosse un tesoro.
-Non mi sento obbligato, sul serio. Voglio solo che tu sia felice con me.-
-Ma lo sono, Astral. Altrimenti non saremmo qui.- disse la ragazza, stringendogli entrambe le mani. -Tu mi rendi felice, e non perché sei romantico e mi porti in posti simili, ma perché sei tu, per quello che abbiamo e che ci lega.- non era semplice per lei dire quelle cose continuando a guardarlo, ed il rossore da dietro la maschera lo provava, ma pensava veramente ogni singola parola. -Mi piace sia il tuo lato spaccone che quello dolce, quello divertente o brontolone, e quello pervertito…- disse infine in un sussurro, appoggiando il petto al tavolo in modo da mettere in risalto il seno, ed Astral lo notò subito.
-Oh, veramente?- chiese infatti facendo scivolare il piede lungo la coscia di lei. -Magari potremmo approfondire questo argomento…-
-Quando?- chiese lei con voce suadente, intrigata dal fuoco vedeva nell’occhio del ragazzo.
-Anche subito.- così dicendo Astral si alzò senza aggiungere altro, dirigendosi verso il bagno, ma entrando in quello delle donne.
Nessuno sembrò notarlo, e dopo una manciata di minuti anche Seraph lo seguì. Come aprì la porta sentì il ragazzo trascinarla dentro e bloccarle i polsi con una sola mano, mentre tenendo la maschera abbassata cominciò a morderle il collo famelicamente.
Seraph non si lasciò certo sopraffare così facilmente, e tentò di catturare le labbra del ragazzo nelle sue, conducendo il bacio mentre Astral si abbassava si pantaloni.
-Fai piano, altrimenti ci sentiranno.- disse la ragazza mordendogli il labbro, aumentando solo la foga dell’altro.
-Non posso prometterti nulla.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Ailea-Khal-Lighneers-Annabelle:
 
Era ormai l’una del mattino, ed Ailea nella sua camera da letto non faceva altro che fissare il soffitto, stringendo una mano alla coperta.
Accanto a lei Khal dormiva serenamente, o così almeno sembrava. Dopo il pomeriggio erano stati entrambi in casa, ed avevano concluso la serata facendo l’amore ed addormentandosi insieme, anche se quest’ultima parte non era così corretta.
Le parole di Jim le martellavano con ferocia nella testa, i ricordi non facevano altro che assalirla ogni volta chiudeva gli occhi, ed i dubbi riempivano le sue orecchie.
Era vero aveva fatto molto per lei, ma gli aveva causato anche un sacco di guai.
Erano stati amici, e lei c’era sempre stata per lui, cosa che non era del tutto reciproca, ed allora che bisogno c’era di dirle una cosa simile?
Solo per farle del male ovviamente, e per farla sentire in colpa e piegarla.
Gli altri non le avevano mai detto che era una pessima amica, anche se forse alcune volte lo era stata, ma non lo pensavano.
Oppure lo pensavano e non glielo dicevano? Ne parlavano alle sue spalle? La criticavano?
Se anche loro lo avessero fatto forse allora era vero non era altro che spazzatura… e che dire di Khal… forse non lo meritava veramente come credeva. Lui era praticamente la perfezione fatta a persona, ogni singola ragazza della scuola lo voleva, ed il ragazzo meritava di meglio rispetto ad una come lei, piena di complessi e di problemi.
Non sarebbe mancato molto prima che se ne rendesse conto, e la lasciasse. Sicuramente anche gli altri seguiranno il suo esempio, infondo era sempre stato così.
Il suo caratteraccio allontanava le persone, su questo Jim aveva ragione, e lui era stato il solo a starle vicino perché erano entrambi danneggiati allo stesso modo.
-No… non è vero…-
Raggomitolandosi nel letto Ailea cercò di far smettere quelle voci, pensando a Seraph, a come l’aveva avvicinata vedendo stava male, a come l’aveva aiutata.
Aveva visto quanto piccola e patetica era, e ne aveva avuto pietà, proprio come tutti.
-Basta…-
Ogni singola cosa detta da Jim si insinuava nelle sue insicurezze facendole crescere senza controllo, e così lei si alterava e non riusciva a pensare lucidamente.
Tutto in quel momento non era altro che una fonte di fastidio; le coperte, il cuscino, il materasso, la luce dei lampioni che filtrava dalla finestra, l’aria che respirava, e perfino Khal.
-… Dio… faccio schifo.-
Come poteva pensare proprio di lui una cosa simile. Questa era l’ennesima prova di quanto fosse miserabile.
La vibrazione del suo cellulare distrasse per una manciata di secondi la ragazza da quei pensieri, e visto ormai il sonno non l’avrebbe raggiunta decise di leggere.
-“Scendi quando sei pronta. Ho un lavoro”-
Era il numero di Jim, e l’intero corpo della ragazza si paralizzò per qualche secondo.
Non voleva andare, Khal era lì e non voleva svegliarlo, sicuramente non avrebbe mai approvato sapere fosse uscita con lui. Dall’altro lato però sapeva bene se non fosse andata non l’avrebbe mai lasciata in pace, e l’indomani le avrebbe reso la giornata un inferno.
Ancora una volta ripensò al modo in cui le aveva detto era una pessima amica, ed il suo orgoglio ferito accese una scintilla di rabbia e risentimento, che svanì presto sotto il peso dell’autocommiserazione e della rassegnazione.
Molto lentamente si alzò dal letto, raccattando alcuni vestiti ed uscendo a passi rapidi dalla stanza, sperando di non svegliare Khal, senza sapere però il ragazzo era già sveglio, e non appena lei chiuse la porta controllò subito il cellulare per controllare dove stava andando.
Visto il rischio di produrre troppo rumore Ailea prese solamente un coltello dalle cinture normalmente teneva alle gambe, nascondendolo nella felpa che indossava.
Scendendo le scale trovò Jim ad aspettarla oltre la soglia. -Alla buon’ora. Hai finito di compiangerti?-
Ailea non rispose, corrugando la fronte e tenendo le mani in tasca; sarebbe stato inutile in ogni caso.
-Bene, andiamo. Vedrai, sarà molto semplice.- disse quindi il ragazzo con un sorriso, cominciando a camminare. -Avremo un po’ di strada da fare, ma hai una moto, no?-
La ragazza serrò i denti, non volendo assolutamente usare la moto che Khal gli aveva regalato.
-Non ho le chiavi…-
-Valle a prendere allora. Mi sembra sei capace di fare due scale.-
-… c’è il mio ragazzo.-
Come finì di parlare seguì un silenzio imbarazzato, e Jim scoppiò a ridere. -Ahahah! Oh sì, il tuo fidanzatino ahaha. Si ne hai scelto uno buono, con tutti i soldi che ha. Evidentemente hai imparato qualcosa da me.-
Non era per questo che lo amava, ma nemmeno stavolta rispose. Almeno sembrava Jim si sarebbe accontentato di prendere l’autobus, visto riprese a muoversi, e quando furono saliti il ragazzo gli mostrò un piccolo sacchetto pieno di una polverina bianca maltaglilata. -La riconosci?-
Ad una prima occhiata chiunque avrebbe pensato fosse cocaina, ma Ailea conosceva bene Jim, e sapeva non era in grado di procurarsela, inoltre dopo gli eventi di quella mattina bastò poco a fare due più due. -L’antidolorifico che mi hai rubato?-
-Corretto! Vedi che sai renderti utile?- perfino i suoi complimenti sapevano di insulti.
-La venderai a qualcuno spacciandola per altro.-
-Esatto, quei tizi sono troppo stupidi per capirlo. Solo una montagna di muscoli, bella da guardare ma utile a niente.-
Credergli non era mai una buona idea, e l’unica cosa Ailea poteva fare era sperare avesse ragione.
Il loro viaggio durò almeno quaranta minuti, durante i quali mentre lui giocava con il cellulare lei fissava il finestrino sentendo una forte angoscia nel petto. Se Khal si fosse svegliato sicuramente si sarebbe preoccupato e l’avrebbe chiamata, ma lei aveva lasciato il telefono sul comodino. La sua unica speranza era che dormisse fino al suo ritorno, anche se non aveva idea di quando sarebbe rientrata. Era assolutamente certa l’avrebbe lasciata se l’avesse scoperta.
-Siamo arrivati, forza muoviti.-
Jim interruppe bruscamente i suoi pensieri, scendendo di corsa dall’autobus ed imboccando alcune vie laterali tra i palazzi. Presto si ritrovarono quasi completamente circondati dall’oscurità, fino a quando non si avvicinarono al retro di un locale, dentro il quale si sentivano musica ed urla concitate.
Accanto a questi c’erano un gruppo di uomini, quasi una decina circa, che corrispondevano perfettamente alla descrizione di Jim, ed Ailea si pentì di aver portato solo un coltello.
-Ehilà ragazzoni.- disse subito il ragazzo, attirando la loro attenzione.
-Fa piano… cos’è la prima volta fai queste cose?- lo rimproverò uno degli uomini, guardandosi attorno come se qualcuno potesse sentirli.
-Rilassatevi, non siamo in un film. Avremmo benissimo potuto incontrarci al centro di una piazza e non sarebbe successo nulla.- il suo modo di fare sbarazzino non servì ad allentare la tensione. -Allora… i soldi?-
-Eccoli, spero per te ne valga la pena.-
Erano veramente un grosso gruzzolo, e la ragazza sentì un brivido lungo la schiena sapendo cosa stavano comprando in realtà. Jim contò rapidamente tutte le banconote, poi passò il sacchetto agli uomini. -Tutto vostro.- così dicendo fece subito dietrofront, e la serata sembrò finita lì.
Ailea pensò che se l’unico motivo per cui l’aveva chiamata era per farsi accompagnare, allora sarebbe potuta benissimo stare in casa, ma le cose naturalmente non furono così semplici.
-Questa roba è falsa!-
Era quasi scontato l’avrebbero capito subito, ma almeno nel tempo avevano controllato i due avevano potuto allontanarsi da garantisti una fuga, se solo Jim non si fosse voltato afferrando il coperchio di un bidone dell’immondizia, lanciandosi contro uno degli uomini e tirandoglielo in faccia, ed ecco che il compito di Ailea passava da accompagnatrice a bodyguard.
Jim intanto riuscì a parare un colpo in pieno petto sempre usando il coperchio, ma la forza di quei tizi era tale che venne sbalzato contro il muro quasi fosse di carta.
Ailea si avventò sul tizio più vicino a lui, conficcandogli il coltello nella gamba, costringendolo a piegarsi in modo da tirargli un pugno dritto sul naso.
Due almeno erano stati feriti, ma gli altri non aspettarono certo il proprio turno per colpirli, ed uno di loro colpì la ragazza alla schiena facendole perdere tutta l’aria nei polmoni, mentre un altro ancora la colpì in faccia, tentando di approfittare di una sua caduta per tirarle dei calci, lei però fu abbastanza rapida da rotolare via e rialzarsi, ma non poteva farcela da sola.
-Jim!-
L’altro non era messo tanto meglio, era stato bloccato con le spalle al muro e quattro uomini lo stavano colpendo in ogni punto scoperto. L’unica cosa che Ailea poteva fare era continuare a schivare, usando il coltello per costringere quegli uomini a tenere una distanza di sicurezza, nel tentativo di raggiungere l’altro e dargli così modo di liberarsi.
L’assordante musica del locale copriva ogni segno della lotta, e nessuno all’interno si era accorto di quello stava succedendo, nemmeno Lighneers ed Annabelle, lì ormai da almeno un’ora e mezza.
In verità Lighneers era uscito di casa già molto prima, ma stavolta Annabelle aveva voluto seguirlo, preoccupandosi visto l’ora tarda qualcosa potesse succedergli.
-Sono probabilmente una delle persone più pericolose puoi incontrare la notte. In più, sei tu quella che dovrebbe stare a casa.- rispose il ragazzo serio, intuendo comunque non l’avrebbe convinta a tornare indietro.
-Non mi sembri tanto pericoloso.- disse la ragazza con un mezzo sorriso, anche se sapeva era molto forte.
-Perché non mi hai visto quando mi arrabbio.-
-Diventi tutto verde?-
La battuta di Annabelle strappò un sorriso al ragazzo, che continuò a guardarsi attorno cercando un locale dove entrare. -A parte gli scherzi, non sto andando in giro a divertirmi, lo capisci questo? Sto cercando posti dove combattere e vincere dei soldi.- spiegò cercando di convincerla a tornare al dormitorio, ma fu tutto inutile.
Anche se non le piacevano posti simili e non li frequentava Annabelle sapeva che, a parte alcune eccezioni, erano relativamente luoghi sicuri, visto c’era un alto grado di sicurezza; infondo qualsiasi incidente avrebbe potuto far chiudere il locale. -Non importa, proprio per questo non ti lascio solo. Se ti farai male potrò aiutarti.-
-Vedrai non ce ne sarà bisogno.- rispose il ragazzo scegliendo un locale che sembrava non eccessivamente esclusivo ma nemmeno per qualsiasi mentecatto.
Superata la porta di ingresso, dove non si vedeva l’ombra di un buttafuori, immediatamente i due vennero bombardati da una fracassante musica, che a giudicare dall’assenza di luci e dal fumo nella stanza doveva servire ad aggiungere un’atmosfera tipica da festa; per buona parte della stanza la gente stava ballando, mentre ad un angolo dietro ad un lungo bancone il barman distribuiva i drink ai clienti.
Lighneers ignorò qualsiasi dettaglio dirigendosi immediatamente verso una porta protetta da due omoni, intuendo facilmente cosa si facesse dall’altra parte. I buttafuori squadrarono Lighneers ed Annabelle non appena gli si pararono davanti, ma li lasciarono entrare senza chieder loro nulla.
-E’ veramente così facile entrare in questi posti?- chiese Annabelle, dubitando il suo aspetto facesse intendere era una combattente.
-No, ma chi fa questo lavoro sa bene chi ne è capace e chi no.-
-Ah, per te allora è comprensibile, ma per me allora?-
-Sei con me, possono venire accompagnatrici.-
Normalmente in quei casi gli accompagnatori si occupavano di metter su le scommesse in favore dell’amico, e bisognava far attenzione non ci fossero degli accordi con altre persone per falsificare gli incontri.
La stanza in cui erano entrati non era molto diversa dal salone precedente, anche lì non c’erano luci, se non per un faretto bianco proprio sopra al ring che andava ad intermittenza, però mancava il fumo per evitare qualcuno usasse delle armi nascoste.
Il bancone delle scommesse era protetto dietro una spessa grata, e la maggior parte delle persone erano ammassate alla base del ring dove due persone stavano finendo di combattere.
-Sei ancora in tempo ad andartene.- disse Lighneers senza guardare Annabelle, che però scosse il capo per nulla intimorita.
A quel punto il ragazzo rinunciò ad evitarle uno spettacolo violento, ed andò a mettersi in fila sotto al ring in attesa fosse il suo turno, e nel giro di mezz’ora si ritrovò davanti una ragazza poco più grande di lui, che a giudicare dalle braccia e dal fisico tonico si allenava ormai da molti anni.
Non appena la campana di inizio suonò la ragazza gli fu subito addosso con una serie di calci ben mirati ai fianchi, mentre con le braccia si manteneva in una posizione di difesa. Visto non sembrava avere punti ciechi il ragazzo decise di passare direttamente al contrattacco, e le afferrò la caviglia con l’intento di bloccarla. Naturalmente l’altra cercò subito di liberarsi, tentarlo di colpirlo al viso con dei pugni, ma nuovamente Lighneers la bloccò con l’altra mano, facendola cadere a terra e bloccandola sotto di sé.
Tenendole fermi i polsi cominciò quindi a colpirla con delle testate, impedendole di difendersi e rompendole un labbro, ma la ragazza con un gioco di gambe riuscì a colpirlo allo stomaco, facendogli perdere la presa, e rialzandosi riprese a tirargli una lunga sequenza di calci mentre era ancora a terra, restituendogli il favore del labbro rotto.
Alzarsi non fu affatto semplice per Lighneers, visto la ragazza non cessava di colpirlo, ma alla fine ci riuscì concentrando la maggior parte dei colpi nella schiena. Tornato in piedi la prima reazione del ragazzo fu quella di rincorrerla e bloccarla nuovamente, ma lei era molto più rapida del previsto ed anche quando finiva quasi all’angolo trovava il modo di allontanarsi.
Avrebbero potuto andare avanti così ancora a lungo, ma le lotte erano cronometrate in modo non superassero i dieci minuti, per una questione di guadagno del locale, ed il loro scontro finì quindi in pareggio.
Sbuffando Lighneers scese dal ring, stringendo la mano della ragazza in segno di rispetto, rimettendosi in fila mentre Annabelle correva da lui. -Wow, è stato entusiasmante, sei sicuro di non voler fare una pausa?-
-No, hai visto anche tu che abbiamo fatto poco o niente. Vai a ritirare i miei soldi e ripuntali, ho fatto anche il tuo nome.-
-Come si dice?-
Il ragazzo rimase in silenzio senza capire, corrugando la fronte mentre Annabelle aspettava una risposta precisa, poi l’illuminazione arrivò. -… per favore.-
Subito lei fece dietrofront, facendo come le aveva detto, e per l’intera ora successiva fu un susseguirsi di lotte e puntate nelle quali Lighneers cercò di accumulare quante più vittorie e soldi possibili. Era molto resistente ed il suo corpo si riprendeva rapidamente dalle botte, ma c’era anche da dire dopo un po’ la sua stamina cominciò a risentirne.
-Penso dovresti fare una pausa.- disse Annabelle passandole un fazzoletto per asciugarsi il sudore dalla fronte; alla fine Lighneers si era trattenuto molto più del previsto dal ferire gli avversari, sia perché c’era lei sia per il tipo di locale che in nessuno scontro prevedeva una simile violenza.
-Lo dici ad ogni fine incontro.-
-Già, e spero prima o poi mi ascolterai.- continuò lei con un piccolo sorriso.
Alla fine alzando gli occhi al cielo il ragazzo dovete veramente darle retta, se non altro per farla stare buona, e notò una porta sul retro dalla quale uscire.
-Andrò a fumarmi una sigaretta.-
Felice le stesse dando finalmente ascolto, anche se non approvava il fumare, Annabelle lo seguì immediatamente per raggiungere il retro dell’edificio, ma come aprirono la porta un uomo cadde ai loro piedi, tramortito da qualcosa.
Più che da qualcosa da qualcuno, visto Ailea stava combattendo come una furia per fermarli, ed a quanto pare anche Jim era con lei.
La ragazza sembrava essere quasi allo stremo delle forze, ed aveva subito anche molti danni visto il modo in cui zoppicava.
Come ciliegina sulla torta aveva addirittura perso il coltello, ora nelle mani di uno dei tizi rimasti. Inizialmente non aveva nemmeno notato l’arrivo dei due amici, ma quando se ne rese conto la ragazza si paralizzò per qualche secondo, sentendo il panico per l’esser stata scoperta, lasciando così modo ad altri due di assalirla.
Lighneers non ci pensò due volte ad attaccare, salvandola prima la situazione potesse peggiorare. Annabelle purtroppo non poteva fare molto, e rientrò immediatamente per avvertire i buttafuori. -Vado a cercare aiuto!-
Paradossalmente le sue parole furono più di aiuto della forza di Lighneers, visto gli uomini capendo avrebbero potuto venir scoperti ed arrestati fuggirono immediatamente.
Con il fiato mozzato Ailea appoggiò le mani alle ginocchia per cercare un po’ di supporto, tremando all’idea di cosa Lighneers stesse pensando, ma nella testa del ragazzo c’era solo confusione.
-Cosa cazzo sta succedendo?- chiese infatti guardando in particolare Jim, intuendo dalla reazione della ragazza non avrebbe detto nulla.
-Ahaha, buisness amico mio.-
La sua risposta era stata altrettanto inutile quanto il silenzio dell’altra, ma guardandosi attorno il ragazzo notò una piccola bustina contenente una polverina bianca. Aprendola, contrariamente a quanto si aspettasse, capì si trattava solo di farmaci finemente tritati, e capì tutto. -Questo è veramente basso.- disse in una risatina di scherno, che ferì più Ailea di Jim.
Immediatamente svuotò l’intera bustina dentro uno dei cassonetti dell’immondizia, evitando così che quando Annabelle tornò con i rinforzi potessero avere motivazioni per chiamare la polizia.
Venne semplicemente detto i due avevano subito un’aggressione, e siccome loro li conoscevano li avrebbero riportati a casa.
Ovviamente Jim venne abbandonato immediatamente al primo angolo, mentre Lighneers non smise un secondo di tenere Ailea per un braccio, come se questa dovesse scappare da un momento all’altro.
Era assolutamente umiliante per lei, sia perché erano stati costretti a salvarla che per il fatto sembrava una bambina che veniva portata via dai genitori, e sicuramente anche Jim lo pensava.
Lo sconforto era tale da impedirle quasi completamente di dire nulla, si lasciò semplicemente trascinare sull’autobus fino al ritorno al suo appartamento.
Per la maggior parte del viaggio i tre rimasero in silenzio, avvolti da un’atmosfera così tesa che era quasi possibile tagliarla col coltello. Annabelle era rimasta in silenzio principalmente perché, non essendo nel gruppo da così tanto, non si sentiva in diritto di far commenti, mentre per Lighneers i motivi erano principalmente perché non voleva farsi coinvolgere negli affari altrui, anche se gli veniva difficile evidentemente, e soprattutto perché voleva abbastanza bene ad Ailea da aver il sangue al cervello per un comportamento tanto stupido, e le sue parole avrebbero potuto venir condizionate in buona parte dalla rabbia.
Alla fine però Annabelle non ce la fece più a trattenersi. -Ailea… stai bene?-
Nessuna risposta, se non uno sbuffo di Lighneers; la vergogna le impediva di trovare le parole.
-Sai che quel tizio è un idiota, vero?-
Anche stavolta alla domanda del ragazzo lei tacque, aumentando il suo nervosismo.
-Non farai altro che farti del male e far star male le persone a cui tieni. Hai pensato a come potrebbe sentirsi Khal se ti succedesse qualcosa? O Seraph, o Sammy, Hope, e la lista va avanti ancora per molto!- disse il ragazzo, aumentando il tono della voce. -Diavolo, hai un sacco di cose per cui vale la pena essere felici, e le vuoi buttare così? Per un idiota che ti ha fatto quasi rompere l’osso del collo, e che ti ha fatto assalire da dei tizi!-
Avrebbe voluto rispondergli a tono, ma non poteva, come non poteva dargli torto ma neppure ragione; alla fin della fiera l’unica cosa certa era il fatto fosse una pessima amica per tutti.
Non appena la sua fermata arrivò Ailea scese lentamente dall’autobus, tenendo la testa bassa per nascondere gli occhi umidi, e salì le scale senza nemmeno salutare i due.
La ciliegina sulla torta sarebbe stata una discussione con Khal, ma evidentemente era la sua serata fortunata, perché come aprì l’ingresso vide che le luci erano state accese, ed il ragazzo era seduto sul divano.
La sua prima reazione fu quella di abbracciarla, preoccupato per le sue condizioni e la sua sicurezza, e non appena la strinse a sé Ailea sentì le lacrime di colpa bagnarle le guance.
-Dove sei stata?-
Come poteva rispondergli?
Sono stata fuori con Jim, a farmi pestare da dei tizi perché lo hanno pagato per della cocaina e lui gli ha dato degli antidolorifici tritati!
Era la verità, ma il silenzio le sembrava molto meglio.
-Che cosa è successo? Sei stata con Jim?-
Non lo stava nemmeno guardando negli occhi, e già questo confermò le sue ipotesi, stavolta provocando un’alterazione nella sua voce, per via della rabbia e della gelosia.
-Ailea, come posso stare se non mi dici nulla? Cosa dovrei pensare? Che mi stai tradendo con questo tizio?!-
-Non lo farei mai!- urlò stavolta lei, alzando lo sguardo.
-E allora perché non mi parli?!-
Già, perché non era in grado di parlare con nessuno, di dire cosa realmente le passava per la testa?
Del fatto che si sentiva in colpa, perché la sua vita era cambiata, migliorata, mentre quella del suo primo migliore amico faceva ancora schifo. Come poteva ammettere che voleva aiutarlo, anche se sapeva bene di non poter far nulla perché non sarebbe mai cambiato?
Si sentiva responsabile perché era più felice di quanto fosse quando erano solo loro due, e non sapeva come affrontare la situazione.
La testa le girava per via di tutti questi pensieri, e portandosi una mano alla fronte scosse il capo, tentando per l’ennesima volta di fuggire dai suoi problemi.
-Khal… per favore, vai via…-
   
 
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