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Autore: Khailea    28/05/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Alla fine Khal era rimasto a dormire da lei, anche se avevano trascorso la notte nel completo silenzio.
Erano tante le cose a cui entrambi pensavano, e nonostante Khal l’avesse tenuto abbracciata a sé per tutto il tempo si era sentito come se fosse stato da solo.
Era la prima volta Ailea creava un simile muro contro di lui, e nulla sembrava essere in grado di abbatterlo.
Al mattino il ragazzo le propose di stare in casa assieme, per potersi rilassare e passare un po’ di tempo da soli, ma Ailea preferì andare a scuola, ben sapendo lì avrebbe avuto più occasioni per non parlargli.
Ormai vedeva il loro rapporto alla fine, dopo le sue bugie le sembrava impossibile potesse andare diversamente.
Pesanti occhiaie scurivano gli occhi della ragazza, attirando così l’attenzione dei suoi amici, preoccupati.
-Ailea, tutto bene?- chiese subito Daimonas prendendole la mano per farle capire poteva contare su di lui.
-Sembri uno zombie, e detto da me vuol dire tanto.- aggiunse Jack cercando di metterla sul ridere, prima però che la ragazza potesse dire nulla Khal prese la parola, approfittando della presenza di tutti.
-Ragazzi, Ailea non sta bene, credo lo abbiamo notato tutti da quando Jim è tornato a scuola.-
Non lo potevano negare, in un paio di giorni la loro amica sembrava deperita e carica di stress, il fatto però stesse parlando di lei davanti a tutti la irritò, anche se non disse nulla.
-Penso che il modo migliore per aiutarla sia tenere quel tipo lontano da lui.-
Nemmeno a Seraph piaceva stesse parlando della sua amica come se niente fosse, però non poteva nemmeno dargli torto e capiva perché avesse iniziato quel discorso, già in passato le cose erano sfuggite di mano ed era stato pericoloso.
-Se lei non vuole il nostro aiuto non possiamo imporglielo.- commentò Lighneers, e nonostante in parte Ailea fosse felice del suo intervento dall’altra la ferì.
Hope cercò di usare un approccio più delicato. -Ailea… noi ci teniamo molto a te, capisco che questa conversazione possa darti fastidio…-
Ancora nessuna risposta se non il silenzio.
-Lighneers però ha ragione Khal. Lei è libera di fare le sue scelte.- si intromise Grace guardando il ragazzo.
Era una faccenda estremamente complicata e difficilmente c’era una soluzione perfetta per risolverla, ma imporre ad Ailea qualcosa contro la sua volontà certo non sarebbe andato bene.
Il ragazzo di fronte a queste riserve si morse il labbro, deluso dal fatto la sua convinzione gli avrebbero dato retta stava vacillando.
-Sentite, cerchiamo solo di affrontare le giornate un po’ per volta ok? Se ci ragioniamo troppo finiremo per litigare.- disse Astral cercando di chiudere la questione. Il suo approccio era più sull’agire che sul pensare, e spesso quando si discuteva troppo le cose finivano solo per complicarsi.
Non era nemmeno il luogo migliore per parlarne, e non appena il cancello si aprì il gruppo si sparse dirigendosi verso la classe.
-Pensate sia veramente la scelta migliore non parlarne? Evitare il problema non lo risolverà.- chiese Hope mentre Ailea e Khal erano ad una distanza sufficiente da impedir loro di sentire.
-Non lo stiamo evitando, però provare a controllare una persona farà ottenere solo l’effetto contrario.- rispose Grace certa di ciò, infondo vista la sua esperienza aveva abbastanza prove a supportarla.
-Ha ragione nya. Quando Astry prova a costringermi a fare qualcosa che non mi va gliela faccio sempre pagare.- annuì Lacie d’accordo con la rossa.
Alexander al contrario loro invece pensava il controllo sarebbe stata la soluzione migliore, ma non aveva il coraggio di dirlo ad alta voce, con il rischio di andare contro il pensiero di Hope. In ogni caso il fratello si era già portato avanti, tra le telecamere ed il cellulare, nel lavoro di controllo della propria ragazza, ed a prescindere l’avrebbe comunque fatto anche senza la loro approvazione.
-Forse parlare con Jim sortirebbe degli effetti migliori?- tentò di dire Milton cercando di adottare un approccio più ampio, ma nessuno fu d’accordo.
-Le persone come lui vogliono essere marce, è più sicuro tenerle ai margini della società in modo non infettino anche altri.- rispose Vladimir freddamente.
Infondo era quello faceva ad Ailea, la infettava con il suo marciume e la trascinava con sé nel fango.
-Pensiero piuttosto crudele, non trovi?- commentò Annabelle storcendo il naso.
-Sei ancora troppo innocente per capirlo, ma ogni singolo essere umano ha la piena capacità di fare schifo.- rispose cinicamente il ragazzo.
-Wow, io non credo sia vero.-
-Perché sei ancora troppo innocente e nessuno ha mai superato la tua soglia di sopportazione, ma vedrai che quando si approfitteranno di te, ti calpesteranno e ti butteranno via lo capirai.-
-Parole sante.- annuì da lontano Lighneers, ma le loro parole non bastarono a convincere la ragazza, ottimista di natura.
-Non stiamo facendo discorsi filosofici, semplicemente quel deficiente è meglio se sta per i fatti suoi, ma non abbiamo il diritto di dire ad Ailea di non frequentarlo. Ci sbatterà la testa da sola.- si intromise Zell prima il discorso potesse andare ancora avanti.
-Lasciatemi sola cinque minuti con quel tipo e vedrete si darà una calmata.- disse Cirno scrocchiandosi le nocche.
-Penso faremmo molto meglio ad ignorarlo… non trovi Ryujin?- propose Johanna cercando di trovare un appoggio nel ragazzo, confidando nel suo carattere pacifico e gentile.
-… in questo modo ignoreremmo veramente il problema. Non posso dire di essere completamente d’accordo con Khal, ma capisco le sue motivazioni. Anche io, se la ragazza che amo fosse in una situazione difficile a causa di qualcuno, tenterei di allontanarlo, soprattutto se lei non ne fosse in grado per via di un attaccamento nocivo.-
A quell’intervento tutti si voltarono sopresi, lui era l’ultima persona si sarebbero mai aspettati avrebbe detto così, eppure a quanto pare si sbagliavano.
-Wow, allora anche tu hai del fegato.- lo canzonò Ayame riprendendosi. -Anche io sono della stessa idea. Quando ho avuto bisogno mi è servita una bella scrollata da qualcun altro, perché non ero in grado di pensare lucidamente. Questa situazione non è tanto diversa.-
-Ogni situazione è diversa, ma soprattutto ogni persona è diversa. Bisogna essere sicuri prima di interferire con la vita personale di qualcuno.- rispose Yume, molto legata al concetto di libertà personale.
-Che fatica però… in questi casi si potrebbe sbagliare a prescindere!- esclamò Nadeshiko esasperata, e purtroppo aveva ragione.
Daimonas nel frattempo era stato in silenzio, tenendo un occhio su Ailea di tanto in tanto, e guardando che Jim non fosse nei dintorni.
-Che fai, la controlli veramente?- lo rimproverò Jack cercando di distrarlo.
-Non voglio obbligarla a fare nulla, ma Khal ha ragione, quel ragazzo è pericoloso per lei.-
Viste le sue capacità si sarebbe sentito in colpa se le fosse successo qualcosa quando lui poteva impedirlo, ma Jack non ne sembrò contento.
-Ricordi quel discorso che abbiamo fatto sul non caricarsi dei problemi altrui?-
In realtà non era stata una vera conversazione, era finita non appena entrambi avevano visto l’altro irritarsi, ed anche stavolta la reazione di Daimonas fu questa.
-E’ mia amica, non intendo lasciarla sola.-
-Se avrà bisogno te lo dirà lei.-
-Quando sarà troppo tardi?- il tono di Daimonas si fece più brusco, e la sua espressione severa. -Non importa, lasciamo stare…-
Non voleva litigare di prima mattina, e preferì interrompere la discussione sul nascere rimanendo in silenzio fino all’arrivo in aula.
La prima lezione della giornata era storia dell’arte e della musica, con il professor Devan che aveva preparato un interessante esercizio dove gli studenti avrebbero potuto scegliere un quadro a piacere e replicarlo sulla tela a loro disposizione.
Khal aveva fatto in modo Ailea fosse tra lui e suo fratello ed il più lontano possibile dalla porta, ovviamente lei lo aveva notato ed il suo umore non aveva fatto altro che peggiorare.
Avrebbe voluto andarsene, ma Khal l’avrebbe seguita ovunque o glielo avrebbe impedito, si sentiva come una bambina di cinque anni messa in punizione.
Eppure poteva capirlo dopo ieri sera, quantomeno non l’aveva ancora lasciata.
Ancora non aveva dipinto nemmeno un angolo della tela, e lasciò vagare lo sguardo sulla classe in attesa la lezione finisse, quando ad un certo punto notò Seraph, che girando la propria le mostrò uno scarabocchio che la ritraeva imbronciata.
Era un’immagine talmente buffa che la ragazza non poté trattenere una risata, e subito si mise a disegnare una risposta per Seraph, ritraendola mentre usava la spada su un tronco, ma questa rimaneva incastrata.
Anche l’amica si mise a ridere, e per un po’ passarono l’ora in quel modo, fino a quando non dovettero coprire i disegni con vari strati di vernice bianca per evitare il professore le vedesse.
Se la prima lezione proseguì in un tono piuttosto sereno la seconda, quella di religione, ebbe una piega completamente diversa.
Come ogni volta il professor Richardson squadrò con disgusto gli studenti nei loro atteggiamenti peccaminosi, che potevano tradursi anche semplicemente nel respirare in una maniera a lui irritante, concentrando il suo sguardo d’odio in particolare su Daimonas e su Jack, nei momenti in cui questo si parava davanti all’altro per interrompere l’occhiataccia e rispondere in ugual modo.
Come punizione, o come premio dal suo punto di vista, il professore cominciò a citare alcuni passi della Bibbia, facendo avanti ed indietro per la stanza.
-Perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondanti nella carità. Purtroppo però visto le vostre anime peccaminose ed i vostri istinti animaleschi non nutro dubbio sarà più facile vedervi bruciare all’inferno, alcuni più di altri.-
Oggi sembrava particolarmente di cattivo umore ed era difficile per alcuni non rispondere a simili provocazioni.
-Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri. Sono tante le prove della grandiosità di nostro Signore, eppure nonostante queste voi continuate a negarle ed a mancargli di rispetto, con il vostro abbigliamento osceno, i vostri luridi vizi, ed i vostri disgustosi atteggiamenti devianti e contronatura.-
Nuovamente si fissò su Daimonas, e fu molto chiaro a cosa si riferisse con atteggiamenti contronatura. Poco di mancò che Jack si alzasse e gli tirasse l’intera cattedra in testa, ma Hope accanto riuscì a trattenerlo prima fosse tardi.
-Il peccato si annida costantemente per le strade, e voi sciagurati non fate altro che invitarlo nelle vostre case! Ma gli uomini di Dio non permetteranno lo spargersi dei semi del male. Il Dio della pace stritolerà ben presto Satana sotto i vostri piedi! Lo ridurrà a brandelli, e con lui ogni peccaminoso abominio che ha osato camminare sul regno di Dio!-
Il suo sproloquio era diventato un urlo che turbò tutti gli studenti, in particolar modo Daimonas divenuto completamente pallido.
C’era qualcosa nelle velate minacce dell’uomo che lo facevano sentire in pericolo, non si stava semplicemente limitando ad esprimere il suo odio nei confronti del ragazzo, lo stava quasi avvisando presto avrebbe agito per tentare ancora una volta di eradicare il male rappresentava.
Erano passati mesi da quando la scuola era iniziata, e le sue aggressioni via via erano diminuite più il ragazzo aveva consolidato la propria amicizia con gli altri, era anche diventato più forte, eppure la paura provava nei suoi confronti non era assolutamente diminuita.
Appena la campanella suonò Daimonas si alzò di scatto, correndo verso la porta prima l’uomo potesse fermarlo, riuscendo comunque a vedere un ghigno soddisfatto sulle sue labbra.
-Daimonas!-
Preoccupato Jack lo rincorse raggiungendolo fuori dalla classe, vedendolo quasi tremare in un angolino vicino le scale.
-Daimonas, sono qui. Quel vecchio omofobo non ti farà niente.- tentò di dire accarezzandogli la guancia, ma il pallore dell’altro non diminuiva.
Finché c’era qualcun altro con lui non avrebbe fatto nulla, ma se invece avesse deciso di aggredire anche loro perché amici di un mostro? Il pensiero lo colpì dolorosamente allo stomaco ed il timore di perdere Jack lo portò a stringergli la mano per tentare di calmarsi.
-Sono qui, va tutto bene.- disse l’altro baciandolo, cercando di sorridergli. -Andrà tutto bene, non gli permetterò di fari del male.-
Daimonas non rispose, ma promise avrebbe fatto altrettanto.
Allontanandosi il più velocemente possibile il gruppo raggiunse l’aula per la lezione di conoscenza delle armi, che quel giorno si sarebbe tenuta con il professore Zero e la sua assistente Reika.
-La mia adorabile assistente, per la precisione.- disse il professore appena tutti furono seduti, ma nessuno aveva parlato e gli studenti lo fissarono confusi. Reika invece gli tirò una gomitata allo stomaco.
-Non provare a ridirlo.-
-Scusami, non ti darò più dell’assistente.-
Oltre alla gomitata arrivò anche un calcio alle ginocchia, ma l’uomo si mantenne sempre sorridente e pronto per cominciare.
-Bene! Oggi faremo qualcosa di molto particolare, come vedete ho preparato una piccola sorpresa.-
Così dicendo l’uomo sollevò da sotto la cattedra una gigantesca ruota, che per le leggi della logica non avrebbe potuto essere nascosta proprio lì sotto vista la notevole differenza di grandezza, ma nessuno dopo tutte le sue stranezze volle più farci caso, e si limitarono ad osservare.
-Scusatemi eh, se le mie stranezze, come dite, non sono più così eclatanti mi impegnerò di più!- disse offeso l’uomo mettendo il broncio, mentre Reika legava delle cinghie ai bordi della ruota. -Adesso faremo un esercizio di mira, uno di voi, o più se vogliamo fare i turni, verrà legato a questa ruota ed il resto della classe dovrà lanciargli contro delle armi.-
-Dobbiamo quindi evitare di ferirlo?- chiese Johanna alzando la mano, ma la risposta dell’uomo non la tranquillizzò.
-E chi l’ha mai detto? Ora, vediamo il primo volontario… mmmmmmmmmh… tu!- urlò poi indiando Lighneers, che incrociò le braccia al petto.
-Sa cosa significa volontario?-
-Certo, infatti ti offrirai volontariamente di alzarti e di venire fin qua a non interrompere oltre la mia lezione, sotto la mia gentile esortazione del tuo animo timido e fragile.- lo canzonò il professore suonando un minuscolo violino all’ultima parte del discorso, anche questo comparso da chissà dove.
In ogni caso c’era poco da fare, e Lighneers si vide costretto a raggiungerlo ed a sistemarsi dalla ruota mentre il professore stringeva le cinghie.
-Bene, e adesso…-
Prima l’uomo potesse terminare la frase entrambe le cinghie che reggevano i polsi di Lighneers si spezzarono, ed il ragazzo finì faccia a terra con un tonfo pesante. -Mh, mai pensato di perdere chili? Oh beh, non disperiamoci! Ho altre cinghie nel mio mobile nella sala professori. Tu ragazzina depressa, vanne a prendere un paio.- disse seccamente l’uomo indicando Ailea, che alzò la testa dal banco.
-Io?-
-No, la persona che è seduta al tuo banco ma che non sei tu. Forza ragazza, non abbiamo tutto il giorno.-
-Posso andare io professore.- ribatté Khal già in piedi, non voleva assolutamente lei rimanesse sola, nemmeno per qualche minuto, purtroppo però al professore non importava nulla di questo.
-Ho detto lei, e adesso fila, prima perda la pazienza.-
Non c’era altra scelta, se il professor Zero diceva qualcosa quella cosa era legge, e perciò Ailea ignorando Khal si alzò uscendo dalla classe.
-Speriamo almeno di non incontrarlo…- borbottò guardandosi attorno nella speranza di non vedere Jim. Era un po’ preoccupata dei colpi aveva subito, ma sapeva stava bene e gli altri non avevano torto a dirle la trascinava nei guai.
Purtroppo però il ragazzo apparì proprio davanti a lei, in attesa di incontrarla. -Ehi raggio di sole!-
Aveva un occhio nero ed una fascia alla mano, ma per il resto era intero.
-Ma cosa?! Mi stai seguendo?- si rifiutava di credere si fossero incontrati per caso, sarebbe stato troppo conveniente.
-Certo, abbiamo molto tempo da recuperare dopo la mia sospensione, e altri lavori da fare.- rispose il ragazzo sereno.
-Altri lavori!? Se non fosse stato per i miei amici…-
-I tuoi amici? Non credo lo saranno ancora per molto, da quel che ho visto cominciavano ad essere annoiati di te.- commentò Jim interrompendola, e per un’istante la sicurezza di Ailea vacillò.
-No, non è così.- tentò di dire guardandolo.
-Ailea, siamo sinceri. Loro appartengono ad una classe sociale superiore alla tua, anzi, alla nostra. Che cosa dicono di me? Che sono un reietto, che dovrei stare isolato ai margini della società, che porto solo guai. Giusto?-
La ragazza rimase in silenzio, non avendo la forza di rispondergli.
-E se noi siamo fatti della stessa pasta cosa credi penseranno di te quando la finirai di comportarti come qualcuno che non sei?-
-Cristo smettila…- sapeva che supplicarlo non sarebbe servito, ma non voleva sentire quelle cose. Era cresciuta creandosi un carattere freddo e distaccato, e solo negli ultimi mesi questo aveva cominciato a cambiare, era diventata più sensibile, più gentile e comprensiva nei confronti della gente a cui teneva, e proprio perché sapeva di non esser sempre stata così temeva un giorno avrebbe rovinato tutto.
Tutti i timori, le preoccupazioni e l’importanza che dava alle apparenze era nata da quando i suoi occhi erano cambiati, era stato come se qualcuno le avesse gettato addosso una fragilità che con il tempo era cresciuta su di lei incorporando tante altre piccole parti di sé che non le piacevano più.
Sentirsi dire costantemente che i suoi timori si sarebbero avverati non era ciò di cui aveva bisogno.
-Mi dispiace.-
-Cosa?-
Aveva sentito bene? Jim si stava scudano di qualcosa?
Il ragazzo teneva lo sguardo basso, fisso sul pavimento mentre si rigirava tra le mani una sigaretta. -Non è facile ok? Lo so che tento sempre di approfittare della nostra amicizia per farti sentire in colpa… ma solo perché non voglio mi abbandoni… l’hanno sempre fatto con noi, e non voglio scoprire sei come gli altri.-
Stava dicendo la verità?
Probabilmente no, eppure il suo tono e la sua espressione erano così sinceri da farle quasi credere potesse essere vero.
-Non ti ho abbandonato fino ad ora…-
-Già, ma se diventassi come loro allora le cose cambierebbero. Vorrei ci fosse un modo per farti capire io e te siamo uguali, così capiresti quello che voglio dire, ma senza doverti ferire.-
Sembrava imbarazzato dal suo discorso, ma era comprensibile, non si trattava certo di qualcosa di semplice da dire. Alla fine rialzando lo sguardo le passò la sigaretta teneva con sé.
-Vuoi? Possiamo smezzarla.-
Ailea lo guardò per qualche istante, sorridendogli gentilmente. -Certo, se non te la finisco tutta.-
Si sentiva un po’ come quando erano piccoli, soli contro il mondo pronti ad ideare ogni genere di truffa, e nonostante ormai le cose stessero cambiando si sentiva ancora legata a quei ricordi.
Alla prima boccata della sigaretta però qualcosa sembrò non andare, la gola cominciò a bruciarle terribilmente e la vista le si appannò arrossandosi.
Un improvviso slancio di adrenalina le riempì il corpo e presto la sua mente divenne incapace di ragionare lucidamente.
Lanciando la sigaretta lontano il suo corpo reagì prima che potesse rendersene conto, tentando di colpire Jim con uno dei suoi coltelli.
-Che cosa mi hai fatto?!-
   
 
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