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Autore: Nuage_Rose    21/05/2021    2 recensioni
Questa è una raccolta di brevi storie che partecipa alla sfida NarratoriDiStorie indetta da Christine Carter sul gruppo FB "Ritrovo scrittori anonimi (s)bloccati". Ogni capitolo avrà come spunto principale un colore, a seconda di quello che mi capiterà di mese in mese. Il tema principale sarà sicuramente l'amore ed i suoi colori, i colori delle persone della nostra vita, con tutti gli alti e bassi.
1. Verde Favola;
2. Arancione Memoria;
3. Giallo Neutro;
4. Verde Ritorno
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giallo Neutro    

 
17
Giallo
Caratteristiche:
risate/ironia
luce
ottimismo
Consegna: E alla fine andrà tutto bene, no?
Bonus: arcobaleno

#narratoridistorie
 
Il pancione ormai si faceva notare, rendendo il vestito a tema floreale molto simile ad una mongolfiera. Ma a Katie non importava più di tanto e nemmeno a suo marito, David.
I due erano appena tornati dalla ultima visita dalla ginecologa ed erano tornati a casa con una busta molto speciale, di colore giallo: dentro, c’era scritto il sesso del loro bambino in arrivo. La coppia aveva però deciso di non aprirla, avrebbero scoperto il sesso del piccolo una volta nato e sarebbe stata in ogni caso una grande sorpresa. Ma i preparativi per il suo arrivo dovevano continuare. David aveva comprato la vernice per tinteggiare le mura della stanza del bebè, ma avevano dovuto optare per un colore neutro.
Così ora stavano immergendo rulli e pennelli in una vernice gialla e dipingevano la stanza, chiacchierando. “Lì potremmo mettere la culla!” -esclamò Katie, indicando il punto in cui avrebbe dormito il piccino-Potremmo poi dipingere un arcobaleno sul muro, renderebbe l’ambiente più allegro.”
Annuì a sé stessa, reggendo in una mano il pennello intinto di giallo e accarezzandosi il pancione con l’altra, cercando di ignorare il forte odore di vernice che stava impregnando la stanza. David rispose allora: “Non saprei, cara… e se al bambino non piacesse l’arcobaleno? Non è una cosa troppo… femminile?” La moglie sbuffò, spostando così una ciocca bionda dal suo viso: “Tu e questi stereotipi di genere! Che sciocchezze, a tutti piacciono gli arcobaleni, maschi e femmine.”
David fece spallucce, per poi riprendere a dipingere il muro: “Ma non sarebbe più semplice se sapessimo il sesso? Voglio dire, potremmo dipingere la stanza di rosa o di azzurro… Non è un po’ troppo acceso questo colore?”
Si allontanò di qualche passo per vedere il muro metà giallo e metà bianco: quel colore era decisamente un pugno nell’occhio. La moglie lo imitò, mettendosi accanto a lui. Doveva ammettere che quel colore non era stata una delle sue migliori idee, ma non voleva darla vinta a David. Stava davvero iniziando a sentire il richiamo di quella busta, nascosta nel suo comodino: lì dentro c’era la risposta alla domanda che, da quando era rimasta incinta, si era posta. Maschio o femmina? Steve o Mary? Sicuramente non avrebbe dato qualche stupido nome di quelli che aveva proposto suo marito: Noodles non è un nome, solo un cibo.
“Potremmo mettere dei fiori alla base magari… forse il colore risulterebbe meno acceso così” propose allora David, mentre ancora guardavano il muro mezzo verniciato. “Non è una cosa troppo femminile…?” si lasciò sfuggire Katie, per poi tapparsi la bocca con le mani. Ma ormai sul volto del marito si era dipinta l’espressione del trionfo: “Ah, allora non sono il solo a volerlo sapere…”
Lei arrossì, colta con le mani nella marmellata. Dopo un istante di silenzio, i due si voltarono prima a guardare la porta e poi si fissarono a vicenda, come due corridori ai blocchi di partenza. Scattarono all’unisono, diretti verso la camera da letto. David, con un balzo atletico, scavalcò il letto e arrivò al comodino, prendendo la lettera nascosta nel cassetto.
La moglie cercò di strappargliela, allungandosi mentre era bloccata sul letto con il suo pancione. Alla fine, cadde addosso a David, continuando la loro lotta per la busta gialla. “Eravamo d’accordo di aspettare!” protestò lei, cercando di bloccare la mano del marito dall’aprire la lettera.
“Ma la camera fa schifo con quel colore giallo, ammettilo!” replicò David, atterrando la moglie e bloccandole i polsi con la mano libera. Erano così ad un punto di stallo, bloccati sul parquet della camera. Si guardarono e fu allora che David sentì il primo calcio del suo bambino dal pancione della moglie.
Si bloccò di colpo, alzandosi e sedendosi sulla trapunta ocra del letto matrimoniale. Katie rimase sorpresa da quella reazione, si mise vicino a lui e lo prese per mano: “Tesoro, che succede?” La busta era rimasta a terra, davanti a loro, e sembrava avere perso importanza ormai. David scosse la testa, poi si voltò a guardare la moglie: i suoi occhi blu erano increspati dalla preoccupazione. “Se è una ragazza, dovrò proteggerla da tutti quei mascalzoni che cercheranno di farle del male. Se è un maschio, sarà importante che gli insegni ad essere un uomo… E se non fossi capace di fare il genitore?”
Le labbra carnose di lei si addolcirono in un sorriso, mentre accarezzava il volto del marito, che riprese a parlare: “Forse sono io che mi sto preoccupando per nulla. Avremo un bambino, sano ed in salute. E alla fine andrà tutto bene, no?”
Gli occhi di David cercavano disperati una risposta dentro quelli verdi della sua amata, che gli prese il volto tra le mani e lo appoggiò al suo cuore, con fare dolce e tenero: “Andrà tutto bene.” Il marito prese un respiro profondo, calmandosi e ridacchiò nervoso: “Sai sempre cosa dire. Sarai una mamma fantastica… scusa per prima, mi sono fatto prendere la mano.”
Katie rispose, quasi indispettita: “Ti sei approfittato del fatto che in questo momento sono praticamente una balena! Adesso, per punizione... – si chinò, prendendo la busta- scopriremo ora se dobbiamo prendere della vernice rosa o blu. E andrai tu, signorino, a prenderla!”
Annuì decisa, facendo danzare i boccoli di color del grano. Aprì di colpo la busta. Estrasse lentamente la lettera contenuta al suo interno, mentre il marito imitava il rumore di un rullo di tamburi.
Katie sorrise mentre leggeva, poi disse in tono solenne: “Prendi la giacca, futuro papà: la camera gialla mi sta facendo venire da vomitare. Penso sia meglio darle un colore decente e non un giallo neutro.”
   
 
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