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Autore: EleWar    22/05/2021    11 recensioni
Una voce femminile fuori campo:
“Eccoli lì, quei due idioti! Si vede lontano un miglio che sono innamorati, ma io voglio Ryo Saeba, e sarà mio ad ogni costo!”
L'ennesimo caso per i nostri due amati sweeper, ma stavolta dove si nasconderà il pericolo? Riuscirà questa coppia di innamorati sgangherati e senza speranza a risolvere tutti i problemi che si troveranno ad affrontare?
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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E’ sabato e riesco ad aggiornare! Contente??? Io sì, sicuramente, e soprattutto GRATA a voi per le bellissime rec che mi avete fin qui lasciato, per la simpatia e la stima che nutrite nei miei confronti. GRAZIE *_*
Ma non perdete tempo con questa mia introduzione, correte a leggere!
Buon fine settimana,
vostra
Eleonora






Cap. 7 Un bagno da… togliere il fiato.
 
Era ormai pomeriggio inoltrato quando Ryo, sfranto e sudato, era rientrato in casa.
Temeva di incontrare Kelly – anche se questo, ovviamente, sarebbe stato inevitabile – ma più che altro aveva urgenza, e anche voglia, di vedere Kaori, perché non solo doveva aggiornarla sul caso, ma anche… insomma voleva stare con lei, in qualche modo.
 
La casa era avvolta dalla penombra, perché era stata una giornata caldissima, e Kaori, per far entrare meno luce e calore possibile, aveva schermato le finestre con le tapparelle.
Quell’atmosfera di pace e vaga frescura rinfrancarono l’animo dello sweeper, che istintivamente sorrise: era bello essere nuovamente a casa, essere qui da lei.
Ma i suoi dolci pensieri furono interrotti dall’arrivo di Kelly, sbucata chissà da dove; sembrava essere stata in agguato per tutto il tempo, come se lo avesse aspettato, perché lo accolse così:
 
“Oh, Ryo, finalmente sei arrivato!” e gli si gettò con le braccia al collo.
 
Al primissimo istinto di fuggire, Ryo cercò di opporsi con tutte le sue forze, e s’impose di aspettare che almeno la cliente gli spiegasse il motivo della sua ansietà, prima di mollarla lì dove si trovava.
Aver sentito Kelly parlare in quel modo, infatti, gli avevano fatto subito temere che le due donne, in sua assenza, avessero avuto problemi con i bravacci dell’ex-fidanzato, pertanto le chiese allarmato:
 
“Dov’è Kaori?”
 
La sua mente viaggiava velocissima e, negli infiniti scenari che aveva preso ad immaginarsi, vedeva la sua socia in pericolo, e poiché non era lì con Kelly, già si stava agitando.
 
“Oh, è di sopra, credo!” rispose quasi scocciata quella.
 
Ryo, a quel punto, tirò un impercettibile sospiro di sollievo e appoggiò le mani alle braccia della donna, con l’intenzione di toglierle dal suo collo; ma quella resisteva e, anzi, proseguì dicendo:
 
“Sapessi che noia, restare qui, chiuse in casa, tutte sole… fra donne…” e dal piagnucolio passò in modalità felina sorniona.
 
Ryo s’irrigidì, e di nuovo quel bisogno impellente di scappare fece capolino; iniziò a sentirsi estremamente turbato, ed era anche la prima volta che Kelly gli saltava addosso in quel modo.
Sapeva che Kelly era un uomo, ma appariva così tanto donna!
Con quei capelli fluenti e odorosi, quel viso da gatta ammaliatrice, e quegli occhi, santi numi, quegli occhi magnetici!
E poi come era vestita, o meglio svestita!
Indossava un baby-doll di raso rosa, a gonnellino, con delle finissime bretelline che lasciavano scoperte le bianche spalle e mettevano in risalto un decolleté da perderci la testa.
Tutto quel ben di dio in mostra, così a portata di mano, quel seno prorompente e ballonzolante che a mala pena resisteva rinchiuso nelle coppe finemente traforate, che nulla lasciavano all’immaginazione; le braccia vellutate, le gambe scoperte…
Già, le gambe!
Meglio non dimenticare cosa c’era , fra quelle morbide cosce di pesca, la stessa presenza che c’era anche in mezzo alle sue, di gambe, e che, in preda alla confusione più totale, si stava già agitando.
Combattuto fra questi due opposti desideri, e cioè di fuggire via come il vento, e di affondare il viso nello scollo della donna, lasciando libere le mani di vagare per ogni dove, si riscosse all’improvviso e con un lieve strattone, allontanò Kelly da lui.
Ma lei non era intenzionata a cedere, e non si fece sorprendere: gli si gettò nuovamente al collo, e mentre lui cercava di divincolarsi, ormai preda del terrore, lei prese a dire:
 
“Ma dai, Ryo, perché mi respingi? Io ti voglio, ti desidero, non posso stare senza di te. È tutto il giorno che ti aspetto!” e più lei gli rivolgeva queste accorate preghiere, più lui si sentiva in trappola ed emetteva frasi smozzicate come:
 
“No, non posso …” oppure “Non insistere…” “Non fare così, ti prego, lasciami andare…”
Arrivò perfino a dire: “Non posso, sto con Kaori!”
Ma Kelly non si faceva dissuadere con niente e non la fermava nulla, e quando, con una forza inaspettata, riuscì ad imprigionare la testa dello sweeper fra le mani con l’intenzione di baciarlo, Ryo fu sul punto di svenire; iniziò a voltare il capo a destra e a sinistra, mentre quelle labbra tentatrici cercavano di posarsi sulla sua bocca.
 
L’uomo avrebbe tanto voluto chiudere gli occhi per non vedere quel mostro che voleva approfittarsi di lui, ma così facendo non sarebbe riuscito a schivare i suoi assalti; e più faceva resistenza, più Kelly ci metteva forza e potenza, e a quel punto Ryo non ebbe più dubbi: la cliente era un uomo, perché solo un uomo avrebbe potuto, letteralmente, tenergli testa in quel modo!
Solo una volta Kelly riuscì a baciarlo, ma in quel caso, per fortuna, Ryo, con uno strappo deciso, era riuscito a girare il viso all’ultimo, e la bocca della Maryu era finita sulla guancia e non sulle sue labbra.
 
Con un ultimo sforzo Ryo poté finalmente liberarsi, e diede un tale spintone a Kelly che cadde riversa all’indietro sul divano; ma prima che finisse a gambe all’aria, svelando il suo segreto, Ryo era già schizzato via, verso il piano di sopra, in cerca di Kaori e della sua salvezza.
 
Fece gli scalini a due a due e irruppe nel bagno come una furia.
Kaori era ancora dentro la vasca, sprofondata in un mare di schiuma e immersa nei suoi pensieri, quando se lo vide entrare dentro la stanza, correndo e senza bussare.
Fece giusto in tempo ad urlare un “Ryoooooo!!!” che lui, appena chiusasi la porta alle spalle, le disse, implorandola:
 
“Ti prego, nascondimi!”
 
Kaori, che stentava a riprendersi dalla doppia sorpresa di trovarselo lì mentre lei era praticamente nuda, e dal terrore che leggeva nei suoi occhi, appena realizzò il senso della sua richiesta, si chiese come avrebbe potuto nasconderlo, lei che non osava nemmeno muovere un muscolo paralizzata dalla vergogna.
Ma Ryo non le diede il tempo di ragionare oltre che, con un balzo, entrò nella vasca anche lui e, un secondo prima che si spalancasse nuovamente la porta, scomparve sotto lo spesso strato di schiuma, spargendola tutto intorno.
 
Di nuovo Kaori si ritrovò a sobbalzare, stavolta vedendo Kelly, che entrava di filato:
 
“Kellyyyyyyyyy!!!” le urlò.
 
Proprio non c’era verso di farsi un bagno in santa pace, e nessuno che bussasse per giunta, pensò la padrona di casa.
 
“Oh, Kaori, sei ancora qui?” domandò leggermente stupita la sua ospite.
 
“E certo! Mi stavo giusto godendo un bagno rilassante e poi… e poi… e poi sei arrivata tu!” stava per tradirsi dicendo che anche Ryo aveva appena fatto irruzione lì dentro, ma evidentemente stava scappando proprio da lei e non aveva trovato di meglio che chiedere aiuto alla sua socia.
E se era arrivato così trafelato, significava che Kelly era tornata prepotentemente all’attacco.
Del resto, quando aveva parlato al telefono col suo misterioso interlocutore, aveva detto che era disposta a tutto, e che un certo tempo stabilito stava per scadere.
Ecco che di nuovo le saliva la rabbia.
 
In tutto questo, Ryo, immerso nell’acqua, era praticamente a ridosso del corpo, nudo, di Kaori, e passata l’urgenza e il terrore per Kelly, si ritrovò a pensare a dove e a come fosse messo.
 
Valutò la sua posizione.
 
A parte che era in apnea – e tutto sommato aveva una buona resistenza fisica – non stava nemmeno comodissimo, perché praticamente era raggomitolato fra le gambe della ragazza e aveva la testa a pochi centimetri dalla sua pancia, ma pancia voleva dire…
Ebbe una specie di vertigine, e improvvisamente iniziò a sudare freddo nonostante il caldo tepore dell’acqua profumata; un sommovimento ben noto iniziò a verificarsi dentro i suoi pantaloni, e subito pensò che se Kaori se ne fosse accorta lo avrebbe ucciso, prima di svenire dall’imbarazzo e dalla vergogna visto che ancora, evidentemente, non si era resa conto della posizione compromettente in cui erano.
 
Non poteva rimanere a lungo lì dentro, perché non era sicuro di come sarebbe andata a finire.
La tentazione di allungare una mano, o anche di poter vedere quel corpo che rappresentava il suo sogno proibito, era fortissima, ma se lo avesse fatto avrebbe decretato la sua condanna a morte; viceversa, uscire allo scoperto significava mettere in imbarazzo Kaori davanti alla cliente… cliente che lo stava cercando per sedurlo.
Non si era mai trovato in una situazione del genere, e più rimaneva in quella posizione, più il disagio aumentava…
Avere Kaori lì a portata di mano…
Ohhhh, quante volte aveva sognato di poter fare il bagno con lei, lavarsi a vicenda, accarezzare il suo morbido corpo.
 
Stop!
 
Non doveva farsi venire in testa certi pensieri, no no no, ora più che mai doveva pensare ad altro… ma era così difficile estraniarsi, quando era immerso in una calda vasca vaporosa di bagnoschiuma con la donna che più desiderava al mondo, e per giunta nuda!!!
 
Si augurò che Kelly se ne andasse al più presto e che Kaori riuscisse a scacciarla, almeno a parole, visto che dubitava che lei sarebbe uscita dalla vasca, esponendosi agli occhi cupidi di quell’essere.
Giusto!
E se Kelly avesse approfittato della situazione e ci avesse provato con la sua amata socia?
Sarebbe emerso dalle acque come Poseidone armato di tridente, e lo avrebbe infilzato nel mobile degli asciugamani!
 
Però… quanto ci metteva Kelly ad andarsene?
 
I minuti stavano inesorabilmente passando e Kaori, che non riusciva a mandar via la cliente, era preoccupata per Ryo che era immerso nell’acqua e presto avrebbe avuto bisogno di aria per respirare.
Ma Kelly, al solito suo, si era appoggiata sull’arco della porta e, con sguardo furbo, le stava giusto chiedendo:
 
“Hai per caso visto Ryo?”
 
“No-no, e da stamattina che non lo vedo”
 
“Sicura? Perché è rientrato poco fa, e aveva tanta fretta di raggiungerti… Quando gli ho detto che ti stavi facendo un bagno si è precipitato da te” e la guardò con gli occhi a fessura, ad accentuare il suo leggero strabismo di Venere.
 
Kaori deglutì a fatica; anche se sotto sotto avrebbe tanto voluto che le parole della Maryu fossero la pura verità – perché avrebbe voluto dire che Ryo era smanioso di vederla… nuda, anche se al solo pensiero si sentì avvampare violentemente – cercò in tutti i modi di convincersi che quelle non fossero altro che mere bugie, inventate da quell’intrigante.
In fondo, era da quando l’avevano incontrata che non faceva altro che dire bugie e prenderli in giro.
Questo le diede la giusta spinta per risponderle con più decisione, e mascherare il fatto che a sua volta stava per mentirle:
 
“Certo che sono sicura. Tu vedi Ryo qui per caso? No, infatti, perché non c’è!” e alzò le mani con i palmi rivolti verso l’alto in segno di rassegnazione.
 
Questo gesto inaspettato non passò inosservato a Ryo, che era quasi giunto al limite per mancanza d’aria e, soprattutto, preda di una potente eccitazione che rischiava di farlo scoprire.
Si agitò a disagio, e per un attimo spuntò il suo sedere fra le bolle della schiuma.
Non appena Kaori se ne accorse, con un rapido scatto portò le gambe a cingere i fianchi e il fondoschiena del socio per ricacciarlo giù, sott’acqua.
L’uomo, così sballottato, si ritrovò con il naso schiacciato sul ventre della donna… e fu la fine!
Già la mancanza di ossigeno, il sangue tutto concentrato in un sol punto, e prigioniero di quel corpo nudo e sublime… fu troppo per lui!
Sfiatando tutta l’aria rimastagli nei polmoni collassò, ricadendo addosso alla ragazza.
 
Kaori, già impensierita dalla pericolosa permanenza di Ryo sott’acqua e innervosita dal solito atteggiamento di Kelly, che in aggiunta si era fatta anche sospettosa, sentendo il socio gravarle addosso si agitò a sua volta, in preda alla preoccupazione e alla vergogna.
Pertanto, innervosita, si rivolse a Kelly in tono spazientito:
 
“Allora, ti ho detto che Ryo non c’è! E io vorrei finire di lavarmi, se non ti dispiace! Quindi ti pregherei di uscire!”
 
Ma Kelly, che a quel punto non voleva perdersi lo spettacolo di vederla insaponarsi e detergersi come una novella Venere nascente dalla spuma del mare, era già pronta ad avanzare all’interno della stanza da bagno.
E Kaori, che non aveva più voglia di discorrere con lei e, soprattutto, di giocare alla seduzione respinta con quella creatura vogliosa, le gridò:
 
“Ho detto di andarteneeeeeeee!!!” e le tirò dietro una saponetta, che si schiantò sulla porta repentinamente chiusa dalla cliente giusto un secondo prima.
 
Ansante e furiosa, finalmente soddisfatta di essersi liberata di quella piattola, si affrettò ad occuparsi di Ryo: l’afferrò per le braccia per tirarlo fuori dall’acqua, ma la sua innaturale resistenza le fece subito immaginare il peggio.
A prezzo di non pochi sforzi riuscì a far emergere il socio, fradicio e svenuto.
Kaori cominciò a scuoterlo leggermente:
 
“Ryo? Ryo? Ti prego rispondimi” e poi, dandogli leggeri schiaffetti, cercando al contempo di tenergli su la testa che ricadeva giù ciondoloni: “Avanti Ryo, non fare scherzi… dai rispondimi”
 
Ma l’uomo, incosciente, non rispondeva alle sollecitazioni sempre più energiche della ragazza; Kaori era sull’orlo del panico, non voleva nemmeno pensare che fosse annegato – in quella assurda circostanza, per giunta! – ma effettivamente non dava segni di vita.
 
Continuava a scuoterlo sempre con maggior forza, in preda alla disperazione; lo chiamava, invocava il suo nome: “Ryo, Ryo, ti prego… torna da me… non lasciarmi…” fino a quando non pensò di praticargli la respirazione bocca a bocca.
 
Tirarlo fuori della vasca era praticamente impossibile, e comunque non c’era più tempo, così lo adagiò seduto nella vasca e lei, in piedi sopra di lui, dimentica di essere completamente nuda, gli prese il viso fra le mani e appoggiando le labbra sulle sue, soffiò.
Soffiò, soffiò, lo chiamò ancora, lo scosse, lo schiaffeggiò, e poi soffiò nuovamente, con le lacrime agli occhi, mentre la speranza cedeva il passo alla disperazione.
Soffiò nuovamente, attardandosi il più possibile su quella bocca che aveva conosciuto così poco, ad insufflargli più aria possibile, fino a quando si sentì imprigionare da due forti braccia che la tenevano stretta, impedendole di staccarsi da lui per riprendere fiato.
 
E il bacio della salvezza si trasformò nel bacio della riconoscenza e della passione, perché non solo Ryo si era risvegliato ma, finalmente libero e vitale, rispondeva con ardore ai baci della sua socia.
Kaori allora approfondì quel contatto intimo, felice che lui fosse sano e salvo, grata al destino di averglielo ridato indietro!
Ma quando realizzò di essere nuda, praticamente sopra di lui, dentro una vasca da bagno piena d’acqua, si staccò all’improvviso e, con il viso in fiamme, fece un balzo indietro.
 
“Perché…????” mugolò lui contrariato.
 
“Ry-Ryo… non è il momento…”
 
E poi, con l’agilità di una gazzella, uscì velocemente dalla vasca e si andò a paludare nell’accappatoio, in preda alla vergogna, all’eccitazione che quel bacio favoloso le aveva messo in corpo, e alle emozioni contrastanti che aveva provato in pochi minuti, quando era passata dal terrore di star perdendo l’amore della sua vita, alla gioia più vera, al desiderio e all’amore, forse, finalmente corrisposto.
Profondamente turbata, non riusciva a guardare il suo socio negli occhi, non aveva nemmeno la forza di scagliargli un qualsiasi martello di sorta; si stringeva l’accappatoio addosso nel più completo imbarazzo.
 
Ryo, invece, se ne stava lì, con aria beata e sguardo da ebete, bellamente spaparanzato nella tinozza, con le braccia penzoloni fuori dal bordo come se si trovasse in una qualche vasca termale, anziché a casa sua, nel suo bagno, vestito di tutto punto e fradicio per giunta, dopo aver vissuto la più bella e bizzarra esperienza della sua vita, che lo aveva portato ad un soffio dalla morte, ma che gli aveva regalato quel bacio meraviglioso.
Vedendo però la ragazza in quelle condizioni, pensò bene di riscuotersi e cercare di metterla a suo agio.
 
Con un tono dolcissimo le disse:
 
“Sugar, non preoccuparti, non ti guarderò mentre ti rivesti” e si portò le mani a coprirsi gli occhi.
 
In realtà sarebbe stato lì per sempre a guardarla, perché era la donna più bella del mondo, ma di certo non a costo di farla sentire così a disagio e spaurita.
Non voleva che si vergognasse di lui: lei era una ragazza pudica e timida, e lui aveva passato anni e anni a sminuirla, a frustrare la sua femminilità.
 
Kaori, colpita dal suo tono di voce, più che dalle parole, che non era irridente o sarcastico, si voltò a guardarlo e si stupì della sua premura.
L’aveva chiamata anche Sugar, nomignolo che usava solo in quelle rare occasioni in cui si lasciava andare un po’ di più con lei.
A quel punto, profondamente commossa, gli sussurrò un grazie, prima di affrettarsi a rivestirsi, sempre con la segreta paura che lui la sbirciasse ugualmente; cosa che al contrario non fece, e lei non seppe dire se ne fosse più delusa o più contenta.
 
Appena Kaori gli disse “Fatto!” Ryo si tirò su, con l’acqua che ruscellava da tutte le parti, e stava per mettere un piede fuori dalla vasca quando lei lo bloccò dicendo:
 
“Fermo lì! Così bagnerai tutto il pavimento!” ed ecco che la pragmatica padrona di casa prendeva il sopravvento sulla timida innamorata.
 
“Ma-ma sono tutto bagnato!”
 
“Aspettami qui, che vado a prenderti dei vestiti asciutti da mettere”
 
“Va bene, ma fai presto che ho un sacco di cose da dirti!”.
 
   
 
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