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Autore: sg199885    24/05/2021    5 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6:

BROTHERHOOD – INGANNI

prima parte

 
- Che cosa ci fai tu qui? – chiese Fiore sospettosa al ragazzo sulla porta.
- non posso venire a trovare la mia sorellina preferita? – rispose innocentemente quello sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
- sono la tua unica sorella… - sospirò la rossa – e poi dovrei credere che casualmente ti sia venuta in mente quest’idea geniale e colma di amore fraterno il giorno dopo che mamma è passata di qua? – insinuò.
- lo so che mamma è venuta qui ieri, e sono venuto a controllare come stai. Dunque… come stai? – chiese Mason prendendole le mani e sfoderando il suo sorriso-brillantante-sciogli-macchia di ordinanza.
- sto bene… - si sciolse un po’ Fiore, e fu quasi convinta di abbracciarlo, ma fu interrotta da un tonfo, la porta che sbatteva e una serie di imprecazioni. Si voltò e vide la sua “compagnia” precipitata al suolo dal più grande sotto al più piccolo sopra.
- origliavate dietro la porta?! – chiese sconcertata.
- non mi presenti ai tuoi rumorosi amici? – chiese divertito il fratello.
- oddio! – imprecò esasperata, - questi sono Diego, Andrea, Davide e Luna. Ragazzi, lui è mio fratello Mason.
- Mason? Ma che cavolo avevano in mente i vostri genitori? – chiese divertito l’argentino.
- Diego! – lo richiamò scioccata Andrea.
- no tranquilla! Lo sappiamo di avere nomi un po’ particolari. – lo rassicurò il nuovo arrivato stringendo le spalle della sorella. – a papà, Hans, non piaceva la sua sigla, HM perché gli ricordava una linea di negozi troppo cheap, voleva una sigla con due lettere uguali come quella di mamma, Greta Giorgi, GG, e così mi ha chiamato con un nome che inizia per M. – spiegò.
- e a mamma piacciono i fiori, ha una serra enorme; ringrazio tutti i giorni di non chiamarmi Glicine o Orchidea. – scherzò pungente Fiore.
- aspetta un attimo… i tuoi si chiamano Hans e Greta?! – rifletté a voce alta Davide, poi pentendosi subito arrossì e ficcò il naso sotto la sciarpa.
- ahahahahahah sì, si sono conosciuti per questo, dicevano di essere predestinati, romantico no? – rispose sempre allegro Mason. – beh, non mi portate a fare baldoria? -
- baldoria prima di mezzogiorno? – ironizzò l’argentino, poi riprese: -guarda caso conosco un posticino non tanto lontano dove andare a bere qualcosa e dove questa signorina possa entrare. – scherzò scompigliando i capelli alla più piccola che rispose con un sonoro “ehi!”.
Tutti acconsentirono e si avviarono, mentre un solo pensiero si accampava nella mente della stilista:
“È la fine della mia vita.”
Perché non un solo giorno della sua vita poteva finire senza che un principio di esaurimento nervoso la colpisse dritto in fronte? Come se non bastasse il dover essere una supereroina che rischia la vita tutti i giorni capitato tra capo e collo quattro giorni prima, tutti i problemi annessi e connessi ad essere una piccola imprenditrice squattrinata e l’allegra visita di quello zuccherino di sua madre… ora ci si metteva anche quel perfettino di suo fratello ad invadere il suo spazio personale!
Come se non bastasse quei quattro deficienti dei suoi nuovi amici ridevano, scherzavano, sembravano tutti pendere dalle labbra di quel cretino di suo fratello… vedeva le guance rosse di Luna e Davide e i sorrisi sguaiati con tanto di lacrime agli occhi di Andrea e Diego, e soprattutto vedeva il fondo del suo bicchiere di Negroni sbagliato vuotato in pochi sorsi in un momento decisamente poco consono della giornata.
“Fase uno: rubarle la scena, fatto.” Pensò Mason osservando la sua cara sorellina sprofondare nell’alcolismo antimeridiano.

 
***

 Finalmente era arrivata la fine di quella giornata del cavolo, e Fiore non poté non soffermarsi sull’ilarità di quanto fosse curioso come potesse definire “del cavolo” la prima giornata in cui non aveva rischiato le chiappe da quando quel casino era cominciato.
Entrò dentro casa non facendo caso a mantenere aperta la porta al suo autoinvitato ospite, che sbottò con un “EHI” quando questa per poco non gli si chiuse sul naso.
La casa della stilista era piccola (un eufemismo per non dire minuscola): una piccola cucina con un tavolo, lavabo, fornelli, frigo e qualche pensile e mensola, un bagno microscopico nel quale la vasca da bagno e la tazza del cesso per poco non si scambiavano un tenero bacetto e una camera da letto con un letto singolo, un piccolo divano, scrivania, cassettone e la cuccia di Camilla. Qui e là per la casa erano disseminate le relle con tutti i suoi abiti, fotografie di lei con i suoi amici appiccicate con lo scotch, scatole di scarpe in cui era impossibile non inciampare e un mucchio, una caterva, un’infinità di post-it colorati in cui scriveva ciò che matematicamente si scordava.
- Puoi dormire sul divano. – gli annunciò fredda tirandogli addosso una coperta, - e il bagno lo uso prima io, sempre. – snocciolò. –
- quando eravamo piccoli mi facevi entrare nel tuo letto le notti in cui non riuscivi a dormire, e rimanevamo abbracciati fino al mattino… - ricordò Mason con un sorriso e quella sua irritante voce caramellosa.
- quando eravamo piccoli, appunto. – tagliò corto la rossa infilandosi in bagno.
- adesso mi spieghi perché ce l’hai con me? – sospirò paziente il fratello dall’altro lato della porta, ma non ricevette nessuna risposta. - senti, lo so che ultimamente il nostro rapporto non è stato dei migliori… - iniziò ma fu interrotto dalla porta che si spalancò mostrandogli due occhi azzurri e sgranati.
- non è stato dei migliori? NON E’ STATO DEI MIGLIORI?! – gli urlò in faccia la sorella, - cosa intendi esattamente, che non è stato educato da parte tua non difendermi neanche una volta tutti i giorni in cui papà mi demoliva pezzo per pezzo? Che non è stato carino sparire dalla mia vita, cancellarmi come se non fossi mai esistita da quando me ne sono andata? Beh tesoro ti informo che non è semplicemente stato poco educato o carino, è stato da bastardi! – proruppe con tanta di quella foga che quando finì si accorse di avere il fiatone.
- senti, ho sbagliato ok? Ma lo sai anche tu quanto sanno essere pressanti i nostri genitori, mi hanno imposto di stare dalla loro parte! – confessò Mason con aria afflitta.
- lo so soprattutto io, non “anche”, perché tu sei sempre stato quello perfettino… - corresse acida dandogli le spalle.
- lo so che è colpa mia e che hai ragione ad essere arrabbiata con me, ma ora sono qui ok? Quando mamma mi ha detto che era venuta da te ho capito che dovevo fare qualcosa per rimediare, starti vicino anche solo per un po’, e puoi fare la scontrosa quanto vuoi, me lo merito, ma non vado via, ti dimostrerò che non ti lascerò un’altra volta. – concluse il ragazzo sforzandosi di sembrare sincero.
- buonanotte Mason. – rispose semplicemente Fiore mettendosi a letto, ma non riuscì a trattenere un piccolo tremolio nella voce.
- buonanotte… - rispose soddisfatto il ragazzo stendendosi sul divano.
“Fase 2: fai breccia nelle sue difese, fatto” pensò e aspettò con pazienza che la sorella sprofondasse nel sonno per alzarsi alla chetichella e attuare il suo piano.

 
***
 
Intanto, nella buia e tetra cattedrale, una creatura della notte era tornata a rapporto;
- Molto bene mio piccolo Salem, hai svolto un lavoro eccellente. – si complimentò la Dama Nera. – quando quella povera sciocca cadrà addormentata cadrà anche in mio potere, e finalmente potrò attuare il mio piano. – espose malevola.
- siete sicura, mia Signora? – chiese preoccupato il Cavaliere di Rubino.
- certo mio amato, quando sarà il momento io mi stenderò all’interno della fonte magica e l’acqua incantata trasporterà il mio spirito altrove, tu resterai qui e veglierai il mio corpo affinché io non anneghi – spiegò pratica. – una delle quattro stelle malefiche è stata aperta, e io so perfettamente come fare ad avere quel gioiello tra le mie mani! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH -
 
***
 
Quella sera Matteo mise a letto i suoi fratelli e aspettò con pazienze di sentirli ronfare profondamente, li guardò dalla porta della loro camera dormire beati e si convinse che non aver detto loro nulla era stata la scelta opportuna, né del suo licenziamento, né di quell’altra assurda faccenda che certamente li avrebbe agitati non poco… avevano già avuto una vita difficile fino a quel momento, e lui li doveva proteggere ad ogni costo.
- puoi uscire adesso. – comunicò al suo Kwami che si era nascosto nello zaino.
- adesso andiamo a fare un po’ di baldoria? – chiese eccitato il rettile, - sei molto più interesssssante dei sssoliti umani, la maggior parte di loro mi recrimina ancora quella vecchia faccenda della mela, sssono così noiossssi! – si lamentò.
- vecchia faccenda della mela? Aspetta un attimo… è successo davvero? – chiese sconcertato il ragazzo.
- un mucchio di tempo fa. – chiarì scocciato il serpente.
- ma quanti cavolo di anni hai? – chiese ancora inarcando un sopracciglio.
- non è educato chedere l’età ad una sssignora! – lo rimbeccò la creaturina.
- avevo capito fossi maschio… - lo contraddisse Matteo sentendosi vagamente perculato.
- ma non erano ssssuperate queste discriminazioni sssessuali? Forza adesso, dì quello che devi dire. – lo incitò.
- e va bene. Edenn, trasformami! – disse e quello fu inghiottito dall’anello, e lui investito da una potente energia, quando la trasformazione quantica fu avvenuta, Matteo si guardò allo specchio e per poco non gli prese un colpo:  la sua pelle era completamente ricoperta di squame nere, lisce e compatte come quelle di un Serpente, si sfiorò e scoprì che erano piacevoli al tatto, e le sue pupille erano diventato lunghe come quelle di un rettile, sul suo volto già irriconoscibile non vi era nessuna maschera. Quando sorrise notò con un pizzico di orgoglio che i suoi denti erano diventati molto più lunghi ed appuntiti. Indossava una tenuta molto particolare che non lasciava nulla all'immaginazione: un completo composto da pantaloni bianchi molto attillati e degli stivali neri lunghi quasi fino a metà delle cosce, un po' rialzati sui talloni, e una maglia bianca attillata sul petto, a collo alto, che però lasciava scoperta la spalla, il pettorale e il braccio sinistri, mentre il destro era completamente coperto fino al dorso della mano.
- e adesso andiamo a scoprire che posso combinare con questi poteri… - si disse sgusciando fuori dalla finestra.
Notò elettrizzato quanto i suoi movimenti erano diventati fluidi, repentini e silenziosi proprio come quelli di un rettile, e in pochi agili balzi era lontano dalla sua dimora. Ben presto notò di essere arrivato nei pressi del Pantheon e deviò per raggiungerlo. Una volta insinuatosi nel colonnato si fermò un attimo per bearsi di tutta quell’energia e potere che sentiva scorrere dentro di se, quand’ecco che un rumore alle sue spalle lo fece mettere in allerta e si girò immediatamente, come una specie di riflesso condusse la sua mano allo stivale e notò al suo interno l’elsa di quello che sembrava un pugnale.
- Ti stavo aspettando. – si rivelò una voce di donna uscendo da dietro una delle colonne: sembrava una donna di mezza età, indossava tacchi alti e un tubino nero come la notte, un grande cappello a falda larga dotato di veletta le copriva il viso.
- e tu chi sei? – chiese Matteo sulla difensiva, un istinto primordiale gli diceva di restare all’erta.
- la tua più grande amica, o la tua peggior nemica. Sta a te scegliere. – rispose enigmatica e vagamente divertita la donna.
- io non ho amici. – la stroncò il ragazzo. – io sono Basilisco, e fidati quando ti dico che so essere molto pericoloso. – la mise in guardia sperando di essere risultato abbastanza minaccioso.
- oh, anche io – rispose melliflua la donna, mosse un passo verso di lui e immediatamente notò una moltitudine di gatti randagi sbucare da ogni angolo, erano almeno un centinaio, avevano occhi iniettati di sangue, la bocca schiumante di rabbia e non sembravano per niente amichevoli. – ora – continuò – possiamo veder chi di noi due sopravvive, e spero tu sia abbastanza intelligente da capire da solo quale sia il risultato, oppure possiamo stabilire un’alleanza. – propose.
- che tipo di alleanza? – chiese dubbioso il ragazzo.
- io posso dirti tante cose, insegnarti ad usare i tuoi poteri, aiutarti a raggiungere il tuo obbiettivo, in cambio ti chiedo solo di stare dalla mia parte e lavorare per me. – chiarì.
- che cosa dovrei fare? – chiese ancora Matteo
- vedi – iniziò a spiegare la donna passeggiando per il portico ed avvicinandosi sempre più pericolosamente, - ero venuta qui con l’intento di ucciderti e portarti via il Miraculous del serpente, ma ho cambiato idea. –
- sarà il mio giorno fortunato… - ironizzò spavaldo quello.
- ho visto in te un potenziale, un potenziale malvagio. – spiegò – sei esattamente ciò che mi serve. In giro per la città ci sono altri tre gioielli magici come il tuo, che donano il potere della protezione, guarigione e trasformazione; io li troverò e tu troverai per me tre giovani come te per diventarne i portatori, userai il tuo potere per portarli dalla mia parte e ti metterò a capo della mia squadra di antieroi ci stai? – propose la Dama Nera.
- qualcosa mi dice che questo è solo l’inizio di un piano. Non accetto niente a scatola chiusa. – rispose altezzoso.
- furbo. Molto furbo. – constatò – il vostro compitò sarà quello di sconfiggere il gruppo di eroi che sta difendendo questa città, anche loro sono in possesso di alcuni Miraculous, sette per la precisione, e a me ne serve solo uno. –
- quindi posso tenere gli altri per me? – intuì il moro improvvisamente interessato.
- esattamente, pensa al potere che senti di avere dentro di te ora e pensa a quanto ne puoi ancora accumulare! – lo adulò la donna fattasi improvvisamente vicina, tanto da poter sussurrare le ultime parole direttamente nel suo orecchio. – potrai proteggere chi ami, e distruggere chi odi… -
All’udire quelle parole una molla scattò nella testa del giovane:
- Affare fatto – disse, - conosco due persone perfette per questo compito. – la informò arricciando le labbra in un sorriso predatore.

 
***
 
Fiore si svegliò con un piacevole profumo di buono… cornetti forse? Ciambelle? Si alzò dal letto con un sonoro “umfrp” e un soave grugnito.
- Buongiorno anche a te sorellina! – la prese in giro Mason porgendogli una brioches alle fragole e un cappuccino.
- mmmm, grazie – rispose sospettosa prendendo la tazza e appoggiandola tra le gambe incrociate e fece per addentare il dolce quando fu interrotta:
- uhm ecco, prima che tu inizi a mangiare c’è una cosa che ti devo dire… - la informò a disagio grattandosi la nuca il moro, - quando prima sono sceso a prenderti la brioches ho visto beh… ecco… -
- sputa il rospo! – soffio acida la rossa.
- cisonoicarabinierineltuonegozio! – sputò tutto d’un fiato.
- CHE COSA? E tu mi svegli con la colazione a letto, ma sei scemo?! – sbraitò la riccia catapultandosi giù dal letto e giù dalle scale.
Un’ora più tardi la squadra al completo, meno Luna che non poteva continuare a saltare scuola come se nulla fosse, era radunata al Camilla’s Store per cercare di arginare l’emergenza almeno dal lato emotivo.
- È un disastro, disastro, DISASTRO! – imprecò la padrona di casa con le mani tra i folti ricci vermigli mentre camminava nervosamente avanti e indietro.
- ma come è potuto succedere?! – chiese angosciata Andrea.
- come? Quel figlio di puttana che mi ha affittato il locale ha avuto la gentilezza di non dirmi che l’allaccio alla rete elettrica era abusivo! Il bastardo fregava la corrente al palazzo qui affianco. – spiegò tuffandosi disperata su un pouff.
- chi ha chiamato la polizia? – indagò sospettoso Davide.
- segnalazione anonima! – sospirò la riccia.
- e perché questo salasso lo devi pagare anche tu? – chiese delicatamente Diego sventolando una multa salata, con decisamente più zeri di quanti Fiore si potesse permettere.
- perché hanno allegramente detto che non ci credono proprio che io non me ne fossi accorta… tra la multa e i costi per rifare l’allacciamento e il nuovo impianto è un incubo, non troverò mai tutti quei soldi! – si lamentò mentre già le lacrime le scendevano sulle guance.
- ehi… - le disse dolcemente l’argentino sedendosi affianco a lei e passandole un braccio sulle spalle esili, e trasalì un po’ quando la ragazza poggiò il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla per piangere sommessamente, - andrà tutto bene vedrai, troveremo una soluzione… - la rassicurò carezzandole la testa dolcemente.
“Fase tre: distruggile la vita, fatto.” Gongolò tra sé e sé Mason in un angolo del negozio osservando la scena e facendo danzare lo sguardo sulla figura di Diego: aveva capito quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
 
***
 
Se fino a 24 ore prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe tornato ad aggirarsi intorno ad un posto in cui aveva commesso un furto, beh Matteo si sarebbe sbellicato dalle risate per l’ingenuità di chi lo credeva tanto fesso. Beh, evidentemente era tanto fesso.
- Perché mi hai portato qui? Ho passato tutta la notte a cercare i Miraculous, questo corpo ha bisogno di dormire, non voglio ammaccarlo il primo giorno. – gli ringhiò contro la Dama Nera nascosta insieme a lui dietro un palazzo a Piazza del Popolo.
- in che senso “questo corpo”? ma cosa cavolo sei tu?! – chiese stranito Matteo.
- oh piccoletto, credimi quando ti dico che non lo vuoi sapere davvero. – lo informò quella ghignante.
- ok, lo vedi quel bar con l’insegna “Caffè Rosati”? ci lavoravo fino a ieri e…
- non ti ho chiesto la storia della tua vita. – lo stroncò quella.
- che simpatia… tranquilla che non ho intenzione di parlare con te più dello stretto necessario, sei inquietante. Come dicevo prima che mi interrompessi, conosco due persone che fanno al caso tuo e puoi trovarle proprio lì. – spiegò pragmatico il ragazzo.
- ti ascolto. – si corresse quella visibilmente interessata.
- lo vedi quello scheletro ambulante seduto lì in fondo? Quello pallido con quelle occhiaie orrende che gli contornano gli occhi sottili e dalle iridi violacee? – chiese indicando con il mento un ragazzo coi capelli abbastanza lunghi e scarmigliati, che gli raggiungevano il collo, che a prima vista sembravano neri, ma in realtà erano di un castano abbastanza scuro e tendente al mogano. La donna notò un tatuaggio vicino alla spalla destra che rappresenta un piccolo insetto simile ad uno scarabeo e dentro di se già si prefigurava un piano perverso.
- si. – rispose semplicemente.
- bene, si chiama Kenny Reyes ed è un vero idiota, crede che ci provi con la ragazza dietro cui sbava, ma secondo me ha del potenziale e sai qual è il bello? Che non devi fare assolutamente niente per convincerlo. – spiegò, poi continuò dicendo: - devi solo convincere lei, e so anche come puoi fare. – la rassicurò indicando una figura longilinea e decisamente muscolosa, dalla carnagione scura, quasi mulatta, occhi verdi e dal taglio un po' ferino, capelli lisci e tinti di un particolare colore viola, di media lunghezza, che portava legati in una coda di cavallo alta, da cui sfuggivano dei ciuffi laterali e sbarazzini, che le contornano il viso spigoloso. La Dama si soffermò ad osservare il naso lungo ed aquilino, costellato di lentiggini, e le sopracciglia folte e laminate, nonché il seno di modeste misure, che però risultava essere sodo e mascherato dai muscoli pettorali.
- è la mia ex collega, non le sto molto simpatico, anzi mi odia proprio. – snocciolò, - ma non si è mai preoccupata di mostrarsi diversa da ciò che è per cui so benissimo come puoi farla cadere in tentazione, senza neanche utilizzare i miei poteri! – si vantò guadagnandosi un verso che, curiosamente, sembrava simile al soffio di un gatto.

 
***
 
Davide mandò un SMS a Luna per informarla del fattaccio, poi decisero tutti insieme che era più che necessario provare a fare qualcosa per rimediare, quindi optarono per trovarsi tutti insieme al bar dove erano stati il giorno prima. La ragazzina era così emozionata di aver trovato finalmente dei nuovi e strepitosi amici che era carichissima e voleva con tutta se stessa aiutare Fiore a trovare i soldi per salvare il suo atelier. Era fuori dal locale quando vide la ragazza e Diego un po’ in disparte, a sorseggiare uno di quei cosi rossi con dentro la fetta d’arancia che lei era troppo piccola per assaggiare, mentre Davide, Andrea e Mason erano più vicini all’ingresso del locale, i primi due di spalle rispetto alla porta.
- sono contento che mia sorella abbia trovato amici come voi, - si confidò il ragazzo, - ma esattamente come vi siete ritrovati voi con una preadolescente in combriccola? – scherzò.
- hai, ragione, me lo chiedo anche io come sono finita a fare la baby-sitter a gratis! – scherzò la ragazza e Luna trasalì.
- già, almeno per una volta non sono io quello improbabile… - li accompagnò un po’ in imbarazzo anche il minore. Ogni singola parola arrivo alle sue orecchie come un sasso in faccia… le lacrime pizzicavano già tra le palpebre e, prima di sentirsi male, la ragazzina scappò via.
- vero, tutti insieme facciamo parecchio ridere, ma io non cambierei né rinuncerei a nessuno di questa pazza compagnia. – finì Andrea sorridente.
- sono d’accordo, Luna sarà anche un po’ insolita da frequentare... ma è speciale! – replicò anche Davide.
Mason si limitava a sorridere ed annuire. Poveri idioti, un altro minuto e la loro scenetta strappalacrime avrebbe rovinato il suo piano perfetto, e dire che si era appostato come una cazzo di civetta davanti la porta per un’ora aspettando che quella mocciosa arrivasse, ed era andato tutto liscio.
“Fase quattro: rompi la compagnia, fatto.” Pensò soddisfatto spostando l’attenzione su Diego e sua sorella, era il momento del colpo di grazia.

 
***
 
Malai osservava preoccupata sua figlia Vaen che prendeva a pugni instancabilmente il sacco da almeno due ore, ruggendo a chiunque le rivolgesse la parola o anche solo si avvicinasse.
- Ma che le prende coatch? Sembra posseduta! – le chiese un allievo intimorito.
- è frustrata – spiegò la donna – non aveva mai perso prima di quel ragazzo dell’altro giorno. –
- ma non ha perso, hanno finito in parità…
- credo che qualcosa nella sua testa l’abbia convinta che avrebbe perso, e ha capito che non è invincibile come credeva, e io sono sinceramente preoccupata per lei. – sospirò.
- io mi preoccuperei più per tutto ciò che ha intorno… - si lamentò il giovane.

 
***
 
Liberarsi del ragazzino con quel tremendo ciuffo schiacciato sull’occhio su semplice come bere un bicchier d’acqua, era bastato rivolgerli la parola una volta di troppo, sorridergli guardandolo fisso e poi il colpo di grazia: sfiorargli appena un fianco; in men che non si dica quello aveva balbettato una scusa, rosso come un peperone, ed era scappato via lasciando quell’altra sola come una babbiona.
- Voglia scusarmi – disse soavemente ad Adrea defilandosi.
A Diego a momenti prese un colpo quando si trovò Mason alle spalle che lo osservava con un ghigno predatore mentre aspettava che Fiore tornasse dal bagno.
- Ho notato che sei molto… vicino a mia sorella. – azzardò il minore avvicinandosi di un passo.
- beh si, direi che dopo un inizio un po’ accidentato stiamo andando meglio. – spiegò l’argentino notando lo sguardo allegro dell’altro scurirsi un poco. – cos’è, sei il classico fratellone geloso? -  scherzò.
- no, ma vedi… - temporeggiò Mason, la situazione era delicata e se la doveva giocare al massimo… ma quando si decideva sua sorella ad uscire da quel maledetto bagno? – tu mi sembri uno che punta sempre al top… - disse sfiorando il colletto della camicia a quadri dell’altro. Eccola finalmente! Chiuse la porta alle sue spalle e stava per girarsi… - mi chiedevo perché non punti anche al top della famiglia… - flirtò spudoratamente avvicinandosi oltre il limite consentito, ad un passo dal baciarlo.
Mason continuava a far saettare lo sguardo dal ragazzo davanti a se alla sorella alle sue spalle. Maledizione! Quella svanita si era chiusa la gonna nella porta! Ma quanto ci metteva a girarsi e vedere come le soffiava il ragazzo in due minuti?
- Beh si – disse Diego ad un soffio dalle sue labbra, - dovrei essere cieco per non vedere quanto sei bello, ma vedi, - continuò posandogli una mano sul petto per allontanarlo, - non è perché indubbiamente non sei una ragazza, ma non credo farsi rimorchiare dal fratello gemello sia il modo giusto di iniziare una storia con una Chica. –
Merda, gli aveva dato picche. Che cavolo avrebbe fatto? Mason non si fece prendere dal panico e sfoggiò il suo sorriso migliore, occhieggiò sua sorella che ancora combatteva con lo stipite per riavere integro il pizzo della sua gonna.
- Prova superata torero, - si complimentò – non ti avrei mai permesso di avvicinarti alla mia adorata sorellina se ti fossi rivelato poco serio. – mentì.
- la corrida è spagnola. Io sono argentino. – spiegò il ragazzo con un sorriso tirato di uno che non se l’era bevuta fino in fondo. Intelligente oltre che belloccio… cercò allora di fugare ogni dubbio porgendogli amichevolmente una mano che quello strinse e… eccola, si stava girando! Era il momento perfetto…
- hai un profumo meraviglioso! – si complimentò avvicinandosi un poco, ad occhi chiusi, per sentirlo meglio; sapeva benissimo che alla giusta distanza e angolazione avrebbe potuto perfettamente sembrare un bacio. Aprì gli occhi e l’espressione sconvolta sul volto della rossa alle spalle del belloccio era inequivocabile: era fatta, ora doveva solo tenerli lontani per il resto della serata.
- ora devo andare, so che in questo locale fanno anche il karaoke e io muoio dalla voglia di esibirmi. – si congedò.
- se il talento è genetico sono sicuro spaccherai. – lo incoraggiò quel fesso con una pacca sulla spalla.
Mason lo oltrepassò e si diresse da Fiore che era ancora in stato catatonico e le afferrò un polso.
- Voglio cantare una canzone ma sono così nervoso, vieni con me? – chiese con quell’irresistibile faccia da cucciolo che la faceva cedere da quando aveva cinque anni.
- si… si ti accompagno… - rispose senza tono nella voce e si fece trascinare, ancora sconvolta da ciò che aveva visto… come aveva potuto quell’infame fiondarsi su qualcun altro appena si era allontanata? Uno che tra l’altro era A) un maschio e B) suo fratello gemello.
- ehi, dove vai? – le chiese fermandola proprio l’infame in questione… Mason si pietrificò iniziando a sudare freddo.
- il più lontano possibile da te. – sibilò velenosa la rossa e si lasciò tirare via lasciando quello come un cretino in mezzo al locale, non prima di avergli sfilato il cocktail dalle mani per gettarglielo in faccia. Era perfetto! Il ragazzo benedì chiunque avesse creato le donne così irascibili.
“Fase finale: spezzale il cuore, fatto”
 
***
 
La musica iniziò a suonare le prime note e Mason iniziò timidamente a cantare dietro la rete metallica che separava le quinte dal palco:
I want to break free
I want to break free
I want to break free from your lies
You're so self satisfied I don't need you
I've got to break free
God knows, God knows I want to break free.

Salito sul palco, sentì il cuore iniziare a battere forte nel petto, e una strana frenesia, che non sentiva da tempo, invadergli il corpo.
I've fallen in love
I've fallen in love for the first time
And this time I know it's for real
I've fallen in love, yeah
God knows, God knows I've fallen in love.

Intonò sfiorandosi il petto, ma da quanto non si innamorava sul serio uno come lui? Forse da tutta la vita.
It's strange but it's true
I can't get over the way you love me like you do
But I have to be sure
When I walk out that door
Oh how I want to be free, Baby
Oh how I want to be free,
Oh how I want to break free.

Continuò a cantare sempre più sciolto, tanto che lanciò il proprio giubbotto di pelle verso Andrea e si piegò più volte sulle ginocchia per sfiorare le mani delle ragazzine impazzite che gliele tendevano.
But life still goes on
I can't get used to, living without, living without,
Living without you by my side
I don't want to live alone, hey
God knows, got to make it on my own
So baby can't you see
I've got to break free.

Dio, quanto avrebbe voluto essere libero! Libero dalle imposizioni dei suoi genitori, libero dalla spirale di bugie che lo stava lentamente stritolando, libero dal senso di colpa che gli attanagliava il cuore, libero!
I've got to break free
I want to break free, Yeah
I want, I want, I want, I want to break free.

Terminò, lasciando che l’euforia e gli applausi gli scivolassero addosso come benefica pioggia ristoratrice.
Dietro le quinte del piccolo palco Fiore osservava la luce che scintillava negli occhi di suo fratello brillante come non la vedeva da anni… in quel momento si rese conto di essersi comportata da vera stronza con lui, avrebbe dovuto mettere da parte le divergenze e vibrare insistentemente aspetta che? Si guardò intono e notò il cellulare di Mason abbandonato lì vicino che sembrava posseduto a furia di ricevere messaggi a ripetizione.
In quel momento nella testa della rossa scoppiò una guerra nucleare tra la vocina che urlava “non ti impicciare!” e quella che urlava “impicciatiimpicciatiimpicciati!”.
Indovinate un po’ chi vinse?
Si guardò intono circospetta prima di avvicinarsi all’oggetto del mistero e vedere le notifiche di almeno una decina di messaggi provenienti tutti dalla stessa persona: sua madre.
- ossessiva come sempre. – commentò a voce altra mentre si rese conto che per scoprire il testo dei messaggi avrebbe dovuto sbloccare il telefono; provò la loro data di nascita ma niente, provò con 1234 ma neanche quello funzionò… le rimaneva un solo tentativo prima che rimanesse una traccia della sua violazione.
- spiare è sbagliato! – la rimproverò una vocina petulante alle sue spalle. Aspetta, aspetta, aspetta. Si girò piano con un sorriso malvagio che le arricciava le labbra.
- Leevy… -
- non ci pensare nemm… -
- trasformami! –
Quando la piccola colomba venne risucchiata nella corona la trasformazione la avvolse; aveva poco tempo doveva far in fretta. – VENTO ARGENTEO! – disse facendo danzare un ventaglio e un piccolo vortice di scintille argentate avvolse e fece fluttuare il dispositivo elettronico; quando si riposò nelle sue mani, la rossa esultò nel vederlo sbloccato e sciolse la trasformazione. Appena sputata fuori Leevy iniziò a snocciolare rimproveri e lamentele ma Fiore non la ascoltava: ogni messaggio letto tra sua madre e suo fratello era un battito del suo cuore che si perdeva tra le viscere.

 
***

Mason scese dal palco con l’argento vivo addosso, si sentiva carico a pallettoni e felice come non mai, l’unica cosa che voleva fare in quel momento era prendere sua sorella e stritolarla in un interminabile abbraccio.
- mi hai visto? È stato stupendo, eccezionale, fantastico è stato… ehi, cos’è quel muso lungo? – chiese a Fiore che lo guardava inspiegabilmente impassibile; poi vide il proprio telefono tra le sue mani e improvvisamente il panico si impadronì di lui. – che fai con il mio cellulare?! – chiese perdendo tutta la propria allegria.
- sei stato tu. – gli rispose semplicemente quella, senza far trasparire una singola emozione dal tono della voce. – hai allontanato i miei amici, ti sei messo tra me e il ragazzo che mi piace, hai fatto quella soffiata per far chiudere il mio negozio. Sei stato tu, sei sempre stato tu. – lo accusò mentre gli occhi iniziavano a bruciare.
- io… io posso spiegare, te lo giuro io… - provò a giustificarsi il fratello ma fu interrotto:
- non ho intenzione di ascoltare un’altra singola parola uscire da quella tua boccaccia! – sbraitò la rossa. – non ti bastava essere il preferito di mamma e papà? Non ti bastava vincere qualsiasi confronto tra noi due? Sei venuto qui con il solo scopo di distruggermi la vita! E tutto per cosa? Per far felici mamma e papà? Per renderli… fieri di te?! – sputò velenosa.
- tu non i quanto sappiamo essere opprimenti quei due. – rispose sulla difensiva Mason.
- certo che lo so, è per questo che sono scappata per farmi una vita tutta mia, e tu in due giorni hai distrutto tutto quanto e sai qual è il peggio? Che questo dolore, il dolore che tu mi hai causato, mi ha prosciugato tutte le forze e non so da dove ricominciare. – rivelò mentre le lacrime le rigavano il viso.
- aspetta, parliamo… - provò ad avvicinarsi ma la giovane ex-stilista lo respinse.
- non voglio vederti mai più! – urlò scappando via in lacrime.
- per favore aspetta! – gli urlò dietro il ragazzo ma fu tutto inutile, sua sorella era ormai uscita dal locale.
Che cosa aveva fatto? Aveva rovinato ogni cosa. Avrebbe solo voluto sprofondare.
- Ah! – urlò infine prima di accasciarsi a terra sentendo il dolore di un pizzico dietro il collo, non vedendo l’insetto che lo aveva punto volare via.

 
***

Luna, anzi Owl Maiden, era “appollaiata” su un cornicione a guardare la Roma notturna, emettendo di tanto in tanto un sospiro.
Come aveva potuto essere così stupida da credere che sarebbero stati suoi amici? Era stata una sciocca, era evidente che quei quattro non avrebbero mai avuto niente da spartire con un’insulsa ragazzina come lei… si sentiva così presa in giro! Come avevano potuto illuderla e spezzarle il cuore in maniera così crudele? Si sentiva come quando era più piccola, e le sue sorelle maggiori si coalizzavano contro di lei… si sentiva come quel ragazzino che giocava a pallone in mezzo la strada illuminata poco e male dai lampioni di periferia, che proprio in quel momento stava inseguendo il suo pallone tra le corsie proprio mentre stava passando una macchina. Aspetta che??
La supereroina balzò da un tetto all’altro più veloce che poteva per raggiungere e salvare quel moccioso, ma perché White Dove poteva volare e lei no? Quando era ad un passo dal tuffarsi in strada vide un motorino sfrecciare davanti all’auto e tagliarle la strada, costringendola ad inchiodare mentre il bimbo, spaventato dal frastuono di clacson e frenate, si era pietrificato in mezzo alla via.
Immediatamente il proprietario del motorino si fermò, scese dal veicolo lasciandolo cadere incurante su un fianco e si precipitò dal moccioso.
- Ehi, ehi stai bene? Va tutto bene? – chiese il ragazzo scuotendolo per le spalle.
- ma sei impazzito ragazzino? Ti pare il modo di guidare? – gli inveì contro il guidatore del suv scendendo anche lui dalla vettura.
- il pazzo qui è lei, non ha visto che lo stava per investire?! – rispose a tono il giovane tenendo sempre il bimbetto stretto a se.
L’uomo fece per ribattere ma fu interrotto da una voce alle sue spalle:
- Ha ragione lui! –
Si voltò e vide una giovane donna con un vestito bianco, una maschera e un mantello in piedi sul cofano della sua auto.
- Chi cavolo sei tu? Scendi immediatamente dalla mia macchina! – le intimò rabbioso.
- io sono una dei supereroi che protegge Roma! E sarebbe meglio per lei che sparisca dalla mia vista prima che le faccia assaggiare uno dei miei poteri, razza di idiota! – ringhiò Owl Maiden e quello, messo al suo posto, si scusò balbettando, tanto da chiamarla “signora” e offrirsi di ripagare la fiancata del motorino prima di rimettersi in macchina e darsela a gambe.
“Evidentemente la trasformazione camuffa anche la mia età…” pensò Luna, “per gli adulti è molto più semplice!”
- grazie di essere intervenuta. – le rivolse la parola il giovane eroe per caso, trafiggendola con due stupendi occhi azzurro cielo; era alto e slanciato, aveva meravigliosi capelli biondo paglierino ed un viso gentile e minuto.
- grazie a te per avermi aiutato a salvare questo ometto. – rispose piegandosi a dare un buffetto al bimbo grassoccio. – io sono Owl Maiden, e ti devo confessare che questo è stato il mio primo salvataggio! – confidò poi imbarazzata.
- sei stata bravissima. Hai sentito piccolo? Hai avuto il grande onore di essere salvato da una supereoina! – disse al piccoletto.
- a me me pare svitata peggio de quell’artra… - sentenziò il piccolo Luca memore del suo precedente incontro con la supereroina vestita da piccione.
Luna rimase spiazzata, se avesse potuto la sua mascella sarebbe caduta al suolo: tanto sbattimento per un moccioso che se ne tornava fischiettando a casa palleggiando con il suo pallone del cavolo!
- Non ci sono più i giovani di una volta! – scherzò il salvatore rimettendosi sul proprio motorino. – io comunque mi chiamo Astreo Laventis, è stato un piacere averti conosciuto! – disse prima di sfrecciare via con il suo motorino.
- anche per me… - rispose timidamente la giovane Luna… perché all’improvviso si era anche dimenticata del perché fosse triste? Ah già, quei deficienti dei suoi “amici” …
Si stava quasi convincendo a bearsi un altro po’ di quella sensazione di adrenalina mista a batticuore quando lo smeraldo sulla sua fronte si illuminò: qualcuno di loro cinque stava di nuovo chiamandoli a raccolta.
 
***
 
La Dama Nera riemerse con un respiro profondo dalla vasca dell’acqua magica ansimando.
- Come stai, amore mio? – chiese preoccupato il Cavaliere di Rubino facendosi vicino.
- mai stata meglio… - rispose melliflua la donna. – ora so cosa far per radunare la nostra squadra di anti-eroi – lo informò – ma mi serve un po’ di tempo, devi prepararmi un diversivo. – ordinò poi.
- so perfettamente cosa fare, mia adorata. – la rassicurò l’uomo. – cedimi il tuo posto nella fonte. -

 
***

White dove stava aspettando i suoi amici nel cantiere del loro primo scontro tutti insieme.
- c’è un’emergenza o vuoi semplicemente gettarmi in faccia un altro drink? – chiese una voce alle sue spalle.
- Gladiator! – esultò saltandogli al collo, - mi dispiace così tanto ma posso spiegare giuro… - promise.
- ci sono un bel po’ di cose da spiegare. – si inserì Silver Claw che era giunta insieme a Cernuus.
- io non ho voglia di sentire nessuna spiegazione da voi, - rispose acida Owl Maiden atterrando con un salto, - quindi se non c’è un reale pericolo io vado via… - disse voltando le spalle.
- aspettate tutti! – li ammonì la rossa, - è stato mio fratello, ha messo tutti l’uno contro l’altro, l’ho letto sul suo cellulare in un messaggio che ha mandato a mia madre. – spiegò, - ha fatto in modo che Luna sentisse una conversazione in cui dicevate cose ambigue su di lei e mi ha fatto credere di aver baciato Diego, e ha anche fatto la segnalazione anonima per far chiudere il negozio. -
 - ma è terribile, perché lo avrebbe fatto? – chiese sconcertata la ragazza lupo.
- voleva distruggermi la vita per costringermi a tornare a casa dai miei. – chiarì sospirando.
- quindi… non sono solo una bambina per voi? – chiese timidamente Luna.
- ma no! Ascolta le conversazioni fino in fondo, se proprio devi origliare. – scherzò Andrea avvolgendola in un abbraccio.
- ma che bel quadretto! – rimbombò una voce cavernosa alle loro spalle.
- un soldato fantasma! – avvertì Cernuus inforcando l’arco.
- ma nessuno di quelli aveva mai parlato prima… - si rese conto White Dove. Quel nemico era diverso… era vestito della solita sfolgorante armatura da soldato rosso fuoco, ma non era mastodontico come gli altri ed aveva un aspetto… quasi vivo, familiare. Non era un fantasma, era una persona in carne ed ossa.
- indietro! – minacciò il Cervo scoccando una freccia che viaggiando in aria si moltiplicò fino a diventare una pioggia di dardi. Il nemico stette immobile sotto le frecce che lo colpivano svanendo, poi di colpo chinò il capo evitando l’unico dardo reale.
- ha aggirato la mia illusione… - si rese conto shockato il guerriero.
A quel punto il Soldato scarlatto sguainò la sua enorme spadata, curiosamente puntinata di nero, e sferzò l’aria generando un forte vento che colpì in pieno Cernuus sbalzandolo lontano, facendolo atterrare, svenuto, su un cumulo di sabbia.
- no! – urlò Fiore vedendo l’amico inerme al suolo.
- state indietro! – intimò Gladiator lanciandosi all’attacco sul nemico, iniziando uno scontro ripetuto tra la propria lancia e la spada di quello. Il soldato indietreggiò tatticamente, e poi saltò sulla gru inseguito dall’eroe, arrivati in cima tornarono a scontrarsi.
- ONDA D’URTO! – ringhiò l’argentino lanciando il suo colpo, ma quello lo evitò spiccando un salto, atterrando poi alle spalle del giovane. Diego si voltò e prima di poter fare qualsiasi cosa venne colpito duramente dall’elsa della spada dritto nello stomaco, cadde in ginocchio e lo spietato guerriero, con un calcio, lo gettò di sotto.
- Gladiator! – urlò sempre più disperata Fiore vedendo il suo amico cadere in velocità al suolo.
- resta concentrata! – sibilò la ragazza lupo. - Abbiamo bisogno di un piano –
- forse ne ho uno… - pensò rapidamente la rossa, - il tuo potere può ridarci energia quando abbiamo consumato la nostra… ma se lo usassi prima? – chiese.
- non ho idea di che possa succedere. – la mise in guardia Silver Claw.
- abbiamo altre opzioni? Non credo. – ribatté la colomba alzandosi in volo.
- e va bene, RICHIAMO DEL BRANCO! – invocò Andrea e un fascio di luce verde fuoriuscì dal suo gioiello magico e investì White Dove, e la sua corona iniziò a brillare intensamente.
- devo fare qualcosa… - disse tra sé e sé Owl Maiden – FLASH SUL FUTURO! – richiamò il suo potere e nella mente si affacciò l’immagine di Fiore inerme al suolo, appesa per un piede incastrato ad una trave.
- fermaaa!!!! – urlò impanicata ma la ragazza era ormai determinata ad affrontare il nemico, si portò dinanzi a lui librandosi, evitò alcuni dei suoi fendenti e richiamò il suo potere:
- MISTICO 
TORNADO! – invocò e un vento molto più forte si sprigionò generando una vera e propria tromba d’aria contro il soldato.
Il guerriero scarlatto impugnò più saldamente l’elsa della sua arma e calò il filo della spada tagliando a metà il tornado, salvandosi; poi spiccò un salto e si portò all’altezza dell’eroina che lo fissava tremante, la colpì con un calcio scagliandola contro la gru. Quando la polvere alzata dall’impatto svanì rivelò la figura della ragazza appesa in bilico a testa in giù come aveva predetto il potere della civetta.
Il soldato scarlatto atterrò armonioso davanti alle ultime due rimaste.
- Stai dietro di me… - si raccomandò Silver Claw roteando la sua corda pronta a difendere se stessa e l’amica, tuttavia indietreggiava ad ogni passo in avvicinamento del nemico.
Come avrebbero fatto a sopravvivere da sole? E avrebbe fatte a pezzi!
Aiutatemi!
Sentì urlare Luna e si guardò intorno cercando il proprietario di quella voce.
Ehi, qualcuno mi sente? Sono qui!
- Qui dove? Io non ti vedo… - chiese dubbiosa la ragazzina
- ma con chi cavolo parli?! – le rispose la compagna sempre più in difficoltà.
Ehi, mi senti? Chi sei? Non mi lasciare qui da solo, ho paura è tutto buio…
- Io ti sento ma non ti vedo. Prova a seguire la mia voce. – propose la giovane eroina.
Non posso, non controllo più il mio corpo…
-  che cavolo vuol dire? È il tuo corpo certo che puoi controllarlo! – sbottò incredula
E va bene, ci provo
Rispose la voce. Proprio in quel momento il nemico aveva alzato la spada sguainata per poter colpire le due eroine, ma prima di poterlo fare si bloccò, emise un rantolo e si mantenne la testa. Le due ragazze rimasero allibite a guardare il temibile soldato dolorante, incapaci di fare qualsiasi cosa finché quello, stremato ed ansimante, spiccò un salto sovraumano e sparì in lontananza.
- C… ci siamo salvate?! – notò incredula Owl Maiden.
- già. Anche se non ho capito come…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE DEL PAZZO
Buongiorno pezzettini di cuore.
Non so con che coraggio, con tre esami da dare e 0 pagine studiate, sto qui a scrivere, chiamatelo masochismo.
Sorpresa delle sorprese, un capitolo in due parti! Sto delirando malamente, è ovvio e palese ormai.
Dunque, per chi credeva che Mason fosse un angioletto, siete stati fottuti <3
Per chi non si fosse già innamorato di questo piccolo bastardo, aspettate di sentirlo cantare:
https://youtu.be/Ye034_Npofg
nel prossimo capitolo faremo meglio la conoscenza di Kenny, Maia, Vaen e Astreo e di un nuovo arrivo, Kyros!

1) Momento Ester Egg: complimenti a HARRY FINE E DRAGUN95 per aver sgamato il gatto più amato degli anni 90! Chi sa chi sarà altrettanto bravo da trovare quello di questo capitolo… a sto giro si parla di favole! Torniamo nel mondo Disney con una delle storie più “da brividi” di sempre.  Volete un altro indizio? È apparso per ben due volte. Come promesso ai due vincitori sarà comunicato quanto prima la sorpresa che si sono guadagnati; per questo capitolo, è in paio un altro spazio pubblicitario

2)È doveroso ringraziare, io in prima persona ma chiunque legga per avere l’onore di guardare queste splendide fanart, la fantastica SAPPHIR DREAM:
    https://i.postimg.cc/qMsWQrHy/miraculous-cervo.png
    https://i.postimg.cc/024KtTG5/silver-claw.png
    https://i.postimg.cc/dtRtg8sh/miraculous-civetta.png
    https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg
 
3) Ora parliamo ai partecipanti, ai magici cinque, oggi si parla della cosa più bella del mondo: l’ammmmore! potere indicarmi, per recensione, 5 ship di cui 3 potranno riguardare vostri OC e 2 devono obbligatoriamente riguardare personaggi non vostri, potete allegare anche un piccolo perché vorreste vedere proprio queste coppie, divertitevi! (da ora in poi, quando sarà possibile, chiederò esplicitamente di rispondere per recensione perché davvero, recuperare ogni volta le vaie info tra i messaggi è un incubo, facilitatemi il lavoro  )
4) Ora parliamo di sondaggi. Tristemente solo due partecipanti hanno votato, e all’atto pratico ho un SI e un NO XD quindi ho deciso di mediare la votazione includendo un piccolo highlight alla fine delle note d’autore, quindi chi non vuole spoiler può semplicemente non leggere  :-) oppure se siete troppo curiosi tentate, vi assicuro che non spoilererò troppo.Ora parliamo del sondaggio di questo capitolo: è il momento di parlare di cose serie amichi: votate uno di questi temi che vorreste che fosse trattato nella storia: VIOLENZA DOMESTICA, POLIAMORE, DISCRIMINAZIONE RAZZIALE, OMOFOBIA. Mi raccomando votate!

IN THE NEXT CHAPTER:

- Sei sicura che funzionerà? – chiese Fiore alla minore mentre accendeva una ad una tutte le candele del cerchio.
- Neanche un po’ – rispose sulle spine Luna mentre con il gesso finiva di disegnare per terra quel complicato ghirigoro che era anche sulla scatola che conteneva il suo Miraculous.
- Confortante. – sospirò la rossa, - beh, facciamolo! -
   
 
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