Film > Labyrinth
Segui la storia  |       
Autore: Fiore del deserto    24/05/2021    2 recensioni
Re Algol e la regina Lavandula hanno una seconda figlia, Lavernia, da sempre tenuta nascosta dai genitori in quanto ritenuta la figlia di Laduguer, dio della guerra e patrono di Dullahan. Dopo aver visto che fine ha fatto la primogenita di Algol, il dio obbliga il re di Dullahan a scegliere Lavernia come futura regina per riparare l’oltraggio del regno di cui è protettore, minacciandolo di togliergli tutta la sua potenza in battaglia e di maledire lui e il regno stesso con innumerevoli guerre con esito negativo. Messo alle strette, re Algol è costretto a chiedere a Jareth di sposare Lavernia per placare l’ira del dio, ma il re di Goblin ha appena chiesto la mano di Sarah. Ritrovatosi in un bivio tra i sentimenti e i doveri di re, Jareth deve fare una scelta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UNDERGROUND
 
Qualche ora prima
 
Ormai redimente, Lizarda aveva promesso a Sarah che avrebbe fatto di tutto per aiutarla e per vendicarsi di Lavernia, per tutti gli anni che le aveva fatto passare rendendola succube alle sue volontà, dilettandosi a schiacciarla come se nulla fosse. Averle sentito dire quelle frasi oltraggiose nei suoi riguardi, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Nel frattempo, la nobildonna di Dullahan aveva cominciato a spiegare a Sarah le origini di Lavernia, della scappatella della madre Lavandula con il dio Laduguer, delle malefatte sempre insabbiate, della sua natura fredda e calcolatrice e delle vulnerabilità dei sovrani di Dullahan.
«Evocheremo il dio Laduguer.» era il piano di Lizarda «Solo lui può aiutarci, ma dovrai essere tu, tra noi due, la prima a chiamarlo e a spiegargli tutto.»
«Perché io?» domandava Sarah un po’ perplessa, dopo aver ascoltato da Lizarda l’indole violenta del dio protettore di Dullahan.
«Per forza.» spiegava Lizarda «Tu sei un’umana e non potrà mai farti del male. È un dio crudele, non c’è dubbio, ma tu sei completamente protetta dalle Antiche Leggi. Anzi, non appena lo evocherai, rivendica immediatamente i Diritti Speciali
Sarah era completamente a conoscenza di tali diritti e, in un certo senso, si sentiva rincuorata. Un bel respiro, prima di prendere la decisone.
«Facciamolo.» aveva detto Sarah con sicurezza e, insieme a Lizarda, erano uscite dalle mura castello per recarsi in un angolo della foresta adiacente, in modo da poter evocare il dio Laduguer lontano da occhi indiscreti.
Nonostante all’inizio di questa storia avevamo detto che solo i Chierici del Grigio e la regina Lavandula siano a conoscenza della formula, Lizarda – a furia di frequentare Lavernia – ne era venuta a conoscenza, anche se non le era mai passato per la mente di poter mai evocare il temutissimo dio.
«Stupida, Lavernia.» commentava Lizarda, riferendosi alla formula «Almeno, tutti questi anni avvelenati con la tua presenza potranno avere un senso.»
Sotto il suggerimento della dama, Sarah aveva iniziato a ripetere la frase rituale per l’evocazione.
 
Prostrati e sguarniti
evochiamo i tuoi aiuti infiniti.
 
Eccellenza, perfezione assoluta
non render la mia preghiera muta.
 
Tu che tra tutti sei il più grande e temuto,
mio signore, abbiamo bisogno del tuo aiuto.
 
Nei primi dieci secondi, sembrava non fosse accaduto nulla. Solo quando il vento aveva cominciato a sollevarsi tra gli alberi e una coltre nera – come quella descritta in precedenza – aveva fatto la sua comparsa, Lizarda aveva detto immediatamente a Sarah di prostrarsi per terra. L’unico e solo modo che avevano per entrare da subito nelle grazie del dio. In pochi a Dullahan sapevano, infatti, che Laduguer si alimentava del terrore altrui e invocarlo con estrema umiltà, ben inginocchiati per terra e il più possibile con la faccia rivolta verso il basso, era per lui un motivo sufficiente per dare ascolto a chi lo avesse chiamato.  
«Aspetta che sia lui a parlare per prima.» sussurrava Lizarda, attendendo che il dio si materializzasse completamente.
«Chi ha osato disturbarmi?» sibila Laduguer una volta completata la sua apparizione.
Sarah non perse tempo e, ricordando le parole di Lizarda, non lo aveva fatto attendere.
«Sono stata io, sommo Laduguer e invoco i Diritti Speciali.» esclama Sarah rimanendo umilmente per terra.
Lo sguardo di Laduguer si sposta verso Sarah e si sorprende nell’averle sentito dire tali parole.
«Dunque,» stride il dio «devi essere un’umana.» le dà il diritto di alzarsi «È la prima volta in tutta la mia eterna vita che vengo evocato da un essere umano e voglio guardarti in faccia.»
Sarah obbedisce e quasi si sente svenire alla vista della divinità, il quale trasuda ogni tratto infernale descritto da Lizarda. Riesce a malapena a rimanere ben salda.
«Oh!» esclama Laduguer quasi divertito «E anche piuttosto carina.» le appoggia un dito indice sul mento, mentre Sarah lotta per non farsi intimidire «Dimmi il tuo nome, così che nel mio mondo possa vantare un evento così raro. Sai, non capita tutti i giorni che un essere umano invochi il mio nome, per giunta un trionfo di bellezza come te.»
«Sarah.»
«Bene, Sarah.» sogghigna «Ora che ti conosco, dimmi perché mi hai evocato e perché ti stai appellando ai Diritti Speciali. Per farlo, probabilmente c’è qualcosa che ti fa pensare che potrebbe farmi alterare.»
«Sì, è così.» ammette Sarah, facendo tornare serio il dio «Questa è una mia amica» indica Lizarda «ho invocato il tuo aiuto anche grazie a lei. Puoi permetterle di alzarsi e di farla parlare? Si chiama Lizarda ed è un’abitante di Dullahan.»
Laduguer acconsente e Lizarda si alza, ancora un po’ sorpresa nell’essersi sentita chiamare da Sarah “amica”. Nemmeno Lavernia per tutti quegli anni l’aveva mai chiamata in quel modo.
«Prima di spiegare ogni cosa,» aggiunge Sarah «ricorrendo ai Diritti Speciali, ti chiedo di non fare alcun male alla mia amica, secondo le Antiche Leggi del sommo Finvarra...»
«Può bastare.» la ferma Laduguer quasi offeso «Ho capito che conosci le Antiche Leggi, ebbene le conosco anche io. Non c’è bisogno che me le illustri.»
Sarah si scusa immediatamente e, a perdono ottenuto, inizia a spiegare. Come si aspettavano, non appena annunciano che l’elemento centrale di tutto è sua figlia Lavernia, Laduguer sembra esplodere.
«Osate insudiciare il nome di mia figlia?» le minaccia puntando loro il dito contro.
«Stiamo dicendo la verità.» Sarah si sente al sicuro dopo essersi appellata ai Diritti Speciali e anche se Lizarda è impaurita non la abbandona, avendo un grosso debito nei suoi riguardi «E se sei un grande dio come tutti ritengono, allora dovresti sapere riconoscere se qualcuno ti stia mentendo o no.»
Laduguer, richiamato nell’orgoglio divino, sembra calmarsi un attimo.
«Parlate.» dice.
«Sommo Laduguer,» è Lizarda ora che si fa avanti «Lavernia ha sempre nutrito un forte odio verso la mia amica Sarah a causa di una spiacevole evenienza. È vero, Lavernia doveva sposare il re di Goblin, ma lei all’ultimo istante aveva deciso di declinare le nozze e a quel punto il re di Goblin era esente da ogni impegno con lei.» si arma di altro coraggio quando vede che il dio la sta ascoltando «Il problema era che non riusciva a liberarsi dal suo odio, così ha trovato l’occasione per poter ricattare Sarah e il re di Goblin nei modi più subdoli. In altre parole, ha costretto Sarah a vivere come una sua schiava personale e ha obbligato il re di Goblin a sposarla e...» piccola pausa «più di una volta ha riservato sofferenze e umiliazioni verso Sarah. Se lei e il re di Goblin si fossero ribellati, Lavernia avrebbe distrutto l’equilibrio e la pace del regno di Goblin.» Laduguer, in effetti, nota che Sarah sta indossando degli abiti fatti di stracci e tace per un attimo.
Chiude gli occhi e sembra essere caduto in una sorta di incantamento. Lizarda e Sarah non lo sanno, ma Laduguer sta ripercorrendo quanto ha detto la dama di Dullahan, per sincerarsi che non abbia mentito. Le due attendono.
«Sembra proprio che non abbiate detto il falso.» dice Laduguer, mal nascondendo la rabbiosa delusione di dover andare contro la figlia «Tuttavia,» aggiunge guardando Lizarda «sembra che anche tu ti sia macchiata delle stesse colpe di Lavernia. Perché mai non dovrei punire anche te?»
Sarah interviene immediatamente in suo soccorso.
«Mi ha chiesto perdono.» esclama «Ed io l’ho perdonata.»
Laduguer sembra arrendersi, non trovando più nessuna via d’uscita. Stando alle Antiche Leggi, se un umano perdona chi gli ha fatto del male, costui è automaticamente liberato da ogni colpa – ovviamente se il colpevole è sinceramente pentito.
Come segno di riconoscimento nei confronti dell’amica, Lizarda ha un’altra cosa molto importante da dire.
«Sommo Laduguer,» prende fiato «Lavernia mi ha detto che ha un’ultima umiliazione da infliggere a Sarah prima di sposarsi con il re di Goblin. Lo so perché me lo aveva confidato lei stessa in questi giorni.» afferra la mano sinistra di Sarah, mostrando al dio l’anello che indossa «Questo è un dono che le aveva fatto il re di Goblin. Lavernia costringerà Sarah a regalarglielo come dono di nozze. Se oggi Lavernia, per il suo matrimonio, avrà al dito l’anello di Sarah, quella sarà la prova regina delle sue malefatte.»
Sarah è allibita tanto quanto Laduguer, non riuscendo a credere che Lavernia possa spingersi a tanto.
 
Tempo presente
 
E, invece, Lavernia si è spinta a tanto. L’ha fatto. Ha costretto Sarah a farle rinunciare al solo regalo rimastole che potesse ricordarle il suo amore verso il re di Goblin.
Mentre Lavernia guarda Lizarda con gli occhi che sembrano voler schizzare fuori dalle orbite, Jareth va su tutte le furie.
«Che significa?» domanda lui minacciosamente, avvicinandosi ai sovrani di Dullahan e a Lavernia, intimandole di fargli vedere la mano colpevole.
«Non sono affari che ti riguardano.» lo allontana Lavernia con le parole.
«Lavernia!» rintrona Laduguer «Potrai anche avere l’insolenza di sottrarti al rispetto di un re, ma non della mia divinità, quindi ti ordino di fare come ti è stato detto. Hai tu l’anello di Sarah?»
Lavernia esita, guardando la mamma come per chiederle aiuto. E Lavandula non la fa attendere.
«Mio signore,» interviene la regina «io credo che qui siamo andati troppo oltre. La mia bambina non merita simili umiliazioni e non merita che il suo matrimonio subisca un triste destino come quello di Laryna. Oh, quale maledizione! Questo regno è maledetto! Non può essere un caso che anche la mia adorata Lavernia vada incontro ad una sorte simile. Oh sommo Laduguer, maledici quindi il re di Goblin e il suo regno, maledici tutti affinché la mia adorata Lavernia abbia un destino felice.»
«Taci, somara!» Laduguer interrompe l’insopportabile valanga di parole vacue.
Se Lavandula e Lavernia emettono un sospiro di scandalo, Sarah e Lizarda si guardano negli occhi con aria complice e tentando di soffocare una risata.
«Cosa? Somara? A me?» Lavandula si mette una mano nel petto come per bloccare un improvviso infarto «Io sono la discendente della purissima Lavynia, la prima regina di Dullahan.»
Lavandula viene interrotta dalla grottesca risata di Laduguer e quando il dio si calma ha una nuova sorpresa per la regina, una nuova occasione per farla sospirare di scandalo.
«Se credi che sia un grande onore essere la discendente di una grande meretrice come la regina Lavynia, non mi sorprende che tu e tutta la tua famiglia ne abbiate ereditato delle tare come la sua stupidità e la sua scelleratezza.» questa rivelazione distrugge completamente il mito da sempre portato su di un piedistallo d’oro da tutti gli appartenenti al regno di Dullahan, in particolar modo da parte di Lavandula, colei che si è sempre vanagloriosamente vantata della sua discendenza collegata alla regina Lavynia, la madre del regno di Dullahan. Va detto che anche per Lizarda non è piacevole venire a conoscenza di una cosa simile, provando vergogna nell’apprendere di appartenere ad un regno creato da una regina viziosa e ben diversa da come era stata descritta e ricordata per diversi secoli. Sarah non può fare a meno di mostrarle vicinanza prendendole una mano.
Per mettere ancora di più il dito nella piaga, Laduguer comincia a rivelare la verità sul mito di questa figura tanto nominata.
Secondo la reale versione di Laduguer, Lavynia era la figlia di Lamont e Larah, re e regina di Lamya molto devoti al culto di Laduguer e della sua consorte Lavy, dea della gelosia famosa per le sue terribili vendette.
Sin dal primo giorno di vita, Lavynia aveva subito la manipolazione della famiglia a cominciare dal proprio nome: era chiarissimo come i genitori avessero voluto omaggiare la dea Lavy dando alla figlia un nome che ricordasse quello della dea. Inoltre, essendo una figlia cadetta, Lavynia era stata indirizzata alla vita di chierica nel Tempio Grigio: quando avrebbe raggiunto l’età adulta, secondo il volere del re Lamont e della regina Larah, Lavynia avrebbe dovuto dedicare tutta la sua vita al culto di Laduguer e di Lavy, mentre il fratello maggiore, Latar, sarebbe divenuto il prossimo re di Lamya. Sin dalla prima infanzia, Lavynia aveva maturato un fortissimo sentimento di invidia verso le sue coeve destinate ad un matrimonio felice o forzato, tuttavia – con l’andare del tempo – aveva imparato a mascherare la sua invidia vantandosi del suo futuro di Somma Chierica del Tempio Grigio. Il rancore verso le coetanee, però, continuava ad incrementare e aveva cominciato a maturare un altro sentimento più spontaneo di quello di divenire una Somma Chierica del Tempio Grigio, ovvero unirsi direttamente con lo stesso Laduguer. Ovviamente, Laduguer aveva accettato immediatamente la richiesta di Lavynia, provocando l’ira di Lavy che si vendicò uccidendo tutta la famiglia di lei. Quest’ultima, rimasta sola con un regno da governare, aveva implorato Laduguer di proteggerla dalle ire di Lavy, promettendogli in cambio sé stessa e il suo regno. Deliziato dall’idea, Laduguer non ci aveva pensato due volte a ripudiare Lavy e ad unirsi in matrimonio con Lavynia, tracciandole intorno un cerchio che l’avrebbe protetta dalla vendetta della dea. Così, salita al trono come regina protetta dal potente Laduguer, Lavynia aveva dato origine ad un nuovo regno frutto della sua unione con il dio. Tutto ciò, però, aveva un prezzo: Lavy non era rimasta ferma a guardare e, con l’andare del tempo, aveva cominciato a corrompere il carattere – di per sé invidioso e vizioso – della regina, coscienziosa del fatto che prima o poi Lavynia avrebbe fatto un notevole passo falso.
Lentamente, infatti, Lavynia era diventata così disinibita, dissoluta e scellerata che, per fare in modo che il suo comportamento fosse “normale” agli occhi del popolo, aveva promosso una legge attraverso la quale tutti i sudditi dovevano essere altrettanto lussuriosi, iniqui e orgogliosi come lei. Ormai compromessa dai vizi e dai suoi capricci, una notte Lavynia era stata sorpresa da Laduguer in compagnia di numerosi amanti e, per punirla, dapprima il dio l’aveva ripudiata e poi l’aveva maledetta facendo sì che tutti i figli di Lavynia, tutti i suoi discendenti e - di conseguenza – tutto il suo popolo fossero marchiati con i suoi stessi capelli rossi come segno di riconoscimento di una discendenza di un regno nato da una regina privilegiata all’invidia e all’infedeltà matrimoniale. Da quel momento in poi, infatti, nessuno dei regni dell’Underground voleva patteggiare con il regno di Lavynia e, fino alla sua morte, gli abitanti di Lamya stavano attraversando un lungo periodo di carestie, guerre e tante altre disgrazie. La vendetta della dea Lavy era stata compiuta.
Perduta ormai tutta la sua bellezza e tutto il rispetto verso il suo popolo, Lavynia era morta in acida vecchiaia, segnata da una vita corrosa dai vizi. Solo dopo l’ascesa al trono del figlio Laymis I – il primo della lista della discendenza di Lavandula che avevamo citato agli inizi della storia – qualcosa sembrava essere cambiato. Laymis I, infatti, per chiedere perdono a Laduguer delle malefatte di Lavynia, aveva fatto innalzare un colossale tempio in onore del dio, ovvero il Tempio Grigio. Rimasto colpito da tale dono, Laduguer si era lasciato dissuadere e aveva premiato Laymis I cambiando il nome del regno di Lamya in “Dullahan”, in modo che i suoi abitanti potessero ricominciare daccapo e cominciare una nuova vita, nonostante ormai fossero stati marchiati dal temperamento laido e dal colore dei capelli della lussuriosa Lavynia.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Labyrinth / Vai alla pagina dell'autore: Fiore del deserto