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Autore: hinata 92    24/05/2021    3 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Incubi di botte di mezza estate

 

Kaito rimase pensieroso a fissare le ultime lettere di Sheridan. Nessuno dei due, da più di un mese e mezzo, era riuscito in alcuna maniera a mettersi in contatto con Fred o George. Normalmente non ci avrebbe fatto troppo caso, dopotutto era estate e i gemelli Weasley avevano pur diritto di godersela, ma gli sembrava troppo strano che non avessero detto assolutamente nulla nemmeno dell’esame di Smaterializzazione che avrebbero dovuto sostenere settimane prima. Era stata però l’ultima lettera di Momoka, ai primi di agosto, ad allarmare definitivamente il prestigiatore:

 

Ho provato a mandare dei gufi anche a Ron e Ginny, ma nemmeno da loro ho ricevuto risposta. Persino Hermione, che mi doveva scrivere come si era accordata con la Skeeter, non mi sta più rispondendo.

E se Tu-Sai-Chi li avesse presi? Dopotutto i Weasley sono odiati dai Mangiamorte e Hermione è nata babbana… e potrebbero essere tutti usati come arma di ricatto verso Harry…

 

Normalmente Kaito si sarebbe limitato a tranquillizzare la ragazza, ma dopo la morte di Cedric cosa avrebbe potuto dirle? Tutte le ipotesi che aveva fatto erano non solo realistiche, ma anche terribilmente fondate. Voldemort aveva fatto ben di peggio con Ginny al loro primo anno, ed era solo un fantasma di lui a sedici anni, figuriamoci cosa poteva architettare da adulto con decine, se non centinaia di morti alle spalle.

Per più di due giorni rimase a rimuginare su quelle parole, seduto alla scrivania della sua cameretta, poi prese una decisione con un profondo sospiro.

«Toccata e fuga, d’accordo, Kaito? Guardi come stanno e te ne torni subito a casa, prima che Silente o… peggio… lo scoprano.»

Chiuse gli occhi e si concentrò con tutte le sue forze sui gemelli: «Uno, due… tre!»

Con un leggero schiocco si Smaterializzò dalla sua camera, ma non ebbe quasi il tempo di appoggiare i piedi a terra o aprire gli occhi che venne accolto da un acutissimo grido femminile e un violento colpo in testa.

«MANGIAMORTE! CI ATTACCANO! MALEDETTI SCHIFOSI, NON AVRETE I MIEI BAMBINI!»

Kaito fece a malapena in tempo a ripararsi dai colpi con un braccio che un paio di voci familiari gli fecero tirare un mezzo sospiro di sollievo.

«Mamma! Mamma, fermati!»

«Non è un mangiamorte! È solo Kaito

Il prestigiatore aprì gli occhi e riuscì a intravvedere un po’ dell’ambiente che lo circondava. Aveva l’aria di essere un salotto, una lunga stanza con il soffitto alto e pareti verde oliva coperte di arazzi sporchi. Non era mai stato a casa dei Weasley, ma dai loro racconti se l’era immaginata totalmente diversa. Tuttavia Kaito non poté godersi troppo il panorama, visto che la signora Weasley non aveva smesso un momento di tirargli in testa la scopa, ricoperta di ragnatele, polvere e quant’altro, con tutta la forza che aveva in corpo, e non era poca.

«È UN MANGIAMORTE PER FORZA! NON SI PUÒ ENTRARE QUA DENTRO SENZA UN CUSTODE SEGRETO! È QUALCUNO CHE HA PRESO LA POLISUCCO!»

Kaito, cercando di ripararsi dai colpi, provò a discolparsi: «Signora, le assicuro che sono io…»

Una porta sbattuta con forza fece immobilizzare tutti nell’esatta posizione in cui si trovavano, facendo ammirare a Lupin e Sirius il curioso fermo immagine di Molly Weasley, trattenuta a fatica dai suoi figli gemelli, uno per braccio, malmenare con una poco magica ma molto materna e casalinga scopa un povero Kaito. Ai due Malandrini originali bastò uno sguardo d’intesa per capire la situazione.

Sirius sospirò: «Io sistemo Kaito e tu Molly?»

«D’accordo.»

«Andata.»

E con un pigro Pietrificus Totalus Sirius immobilizzò la signora Weasley, che nel frattempo aveva ripreso a malmenare il malcapitato prestigiatore, permettendo a Kaito di sottrarsi ai colpi. Lupin lo fulminò con lo sguardo.

«Che c’è? Era il modo più veloce per fermarla! Volevi che continuasse a picchiarlo?»

L’ex professore sospirò e si rivolse al ragazzo: «Kaito…»

Il volto del prestigiatore si allargò in un sorpreso sorriso: «Professor Lupin! Sirius! Che… che succede?»

«Ora te lo spieghiamo, però dovrai avere la pazienza di rispondere a un paio di domande, prima, per quanto ti possano sembrare strane.»

Kaito li guardò perplesso: «Ehm… d’accordo…»

Lupin gli chiese con un sorriso: «In cosa si trasformava le prime volte il tuo Molliccio?»

Kaito, mantenendo la faccia da poker, rispose senza esitazione, pur non apprezzando la domanda: «In un Dissennatore fatto di pesci.»

Lupin annuì: «Sirius, a te l’onore di una contro domanda di sicurezza.»

L’uomo ci pensò su e poi rispose: «Cosa ti ho mandato in allegato nella mia ultima lettera?»

«Un ritaglio di giornale. Su cui dovremmo ampiamente discutere non appena ce ne sarà l’occasione.»

Il professor Lupin si rivolse ai gemelli: «Volete fare anche voi delle domande o ci accontentiamo di due risposte esatte su due?»

Fred e George risposero in coro: «Per noi era l’originale sin dall’inizio.»

«Bene, allora adesso spiegherò la… ehm… particolare situazione a Molly, che sono sicuro che non avrà alcun problema non appena le sarà tutto più chiaro. Giusto per conferma, Kaito, perché ti sei Smaterializzato?»

Il ragazzo, sempre più confuso, ripose: «Erano mesi che né io né Sheridan non avevamo notizie, volevo solo controllare che fosse tutto a posto…»

«Visto, Molly? È solo un buon amico dei tuoi figli, un bravo ragazzo. Sì, so bene che non dovrebbe essere qui, ma questo adesso te lo spiego io. Ora sciolgo l’incanto, prendi un bel respiro, ci sediamo e parliamo…»

Sirius mise un braccio intorno al collo di Kaito e lo trascinò verso la porta: «E io farò lo stesso col ragazzo.»

Sempre più perplesso dalla situazione, il prestigiatore venne trascinato da Sirius giù per le scale, facendogli segno di non fare alcun rumore. Attraversarono un lungo e cupo corridoio, dove un candelabro coperto di ragnatele brillava sopra di loro e ritratti anneriti dal tempo affollavano i muri dalla tappezzeria scollata e sulla moquette lisa. Sia il candelabro appeso al soffitto che quelli posati su un tavolino traballante lì vicino avevano la forma di serpenti. Passarono di fianco a una tenda tirata e poi, velocemente ma in completo silenzio, entrarono in una stanza che aveva tutta l’aria di essere una cucina. Era poco meno tetra del resto, una stanza cavernosa con le pareti di pietra viva. La luce proveniva per lo più da un gran fuoco all'altra estremità. Una cortina di fumo proveniente da un calderone sul fuoco aleggiava nell'aria come vapori di battaglia, attraverso cui affioravano indistinte le forme minacciose di pesanti pentole e padelle di ferro appese al soffitto buio. Molte sedie erano state stipate nella stanza attorno a un lungo tavolo di legno, carico di rotoli di pergamena, calici, bottiglie di vino vuote, e un mucchio di quelli che sembravano stracci. Sirius afferrò una di quelle sedie e la porse a Kaito.

«Gradisci qualcosa? Non c’è molto, ma credo che Molly non abbia ancora trovato tutte le bottiglie di Burrobirra che ho nascosto in giro.»

Kaito l’afferrò e si sedette: «Ammetto che gradirei delle spiegazioni, più che altro. Sono contento di vedere che state bene, ma… che ci fai qui? I signori Weasley sono delle persone molto gentili, ma non me li vedo molto a ospitare un ricercato… il padre di Fred e George non lavora al Ministero?»

Sirius ridacchiò: «Oh, no, c’è un equivoco, questa non è la Tana. Sono loro ad essere miei ospiti, in un certo senso… ti do il benvenuto a casa mia, Kaito. O almeno, a quella della mia famiglia, non l’ho mai considerata esattamente casa mia.»

Il ragazzo annuì. In effetti l’edificio in cui si trovavano aveva più l’aria di essere una vecchia dimora signorile in decadenza che la casa di una famiglia numerosa ma squattrinata come i Weasley.

«Quindi direi… casa Black?»

«Non ti era venuto il dubbio con tutti quei serpenti in giro che non potesse essere la casa di una famiglia di puri Grifondoro

Kaito lo guardò confuso: «Ma non eri Grifondoro pure tu?»

Sirius, annoiato, cercò qualcosa in tasca: «In ogni famiglia c’è una pecora nera… per sicurezza, già che ci siamo, datti una lettura a questo fogliettino, così completiamo tutte le formalità.»

Il prestigiatore afferrò il pezzetto di pergamena, riconoscendo la scrittura dello stesso Black:

 

Il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra

 

«Se questo doveva essermi d’aiuto, sappi che sono ancora più confuso di prima.»

«Immagino, quello è solo di aiuto alla salute mentale di Molly e di chiunque ti veda girare in questa casa. Vedi, Kaito, senza volerlo hai appena sfondato uno dei più grandi incantesimi di sicurezza esistenti.»

«Come quello che impedisce di Smaterializzarsi a Hogwarts

«Esattamente. In teoria quel bigliettino è il solo lasciapassare.»

Il ragazzo si lasciò sfuggire una smorfia: «Ops… in questo caso forse la Signora Weasley non aveva poi tutti i torti…»

Poi tornò serio: «È stato fatto per proteggerti dall’arresto?»

Sirius sorrise: «Rileggi bene quel foglietto.»

Kaito obbedì, per poi chiedere: «L’Ordine della Fenice è tornato?»

«Voldemort l’ha fatto, non vedo perché Silente non avrebbe dovuto organizzarsi di conseguenza. Ho deciso di offrire la casa dei miei genitori come sede, anche perché, purtroppo, con un mandato di cattura sulla mia testa non posso fare molto altro.»

«Certo… chi altro c’è?»

Sirius rispose con un triste sospiro: «Tutti quelli rimasti dall’ultima volta ovviamente.»

Kaito non faticò a cogliere il riferimento, tra gli altri, a suo padre.

«Ma abbiamo anche nuovi membri di tutto rispetto. Tanto per cominciare, Arthur e Molly Weasley, e la maggior parte dei loro figli più grandi, che si sono addirittura trasferiti qua con tutta la famiglia; un paio di Auror del Ministero, tra cui Kingsley Shacklebolt, che è il responsabile della caccia al “pericoloso criminale terrorista Sirius Black”, e così fa credere al Ministero che io sia in Tibet.»

Kaito sorrise, ma Sirius rimase serio, quasi triste, così il ragazzo si affrettò a cambiare argomento: «Cosa state facendo in questo momento?»

«Tutto quello che possiamo per assicurarci che Voldemort non realizzi i suoi piani. È probabile che voglia ricostruire il suo esercito. In passato aveva grossi numeri ai suoi ordini: maghi e streghe che aveva costretto a seguirlo con la prepotenza o con incantesimi, i suoi fedeli Mangiamorte, un'enorme varietà di creature Oscure, come lupi mannari e giganti. Certamente non cercherà di impossessarsi del Ministero della Magia solo con una decina di Mangiamorte.»

«Quindi state cercando di impedirgli di conquistare nuovi seguaci?»

«Ci si prova, per lo meno.»

«Come? Di sicuro non con la Gazzetta del Profeta, ho smesso di leggerlo da quanto è diventato pedissequo e leccapiedi.»

Sirius ridacchiò: «Allora ti sei perso che Silente è stato estromesso dalla Presidenza della Confederazione Internazionale dei Maghi perché “sta invecchiando e perde il controllo”… balle, è stato escluso dai maghi del Ministero dopo che ha tenuto un discorso per annunciare il ritorno di Voldemort. L'hanno retrocesso dalla carica di Stregone Capo del Wizengamot, l'Alta Corte dei Maghi, e stanno decidendo se levargli anche l'Ordine di Merlino, Prima Classe.»

Vedendo l’aria preoccupata di Kaito, Sirius si affrettò ad aggiungere con un mezzo sorriso: «Ma Silente non è preoccupato, dice che non gl'importa di quello che fanno finché non lo tolgono dalle figurine delle Cioccorane

Il ragazzo sorrise, ma l’uomo tornò serio: «Mi dispiace che tu abbia dovuto interrompere tutte le comunicazioni con i tuoi amici, gli hanno impedito di mandare gufi per motivi di sicurezza. Anche Harry è rimasto completamente isolato, ed è la cosa che mi ha fatto preoccupare di più…»

Senza preavviso sbatté un pugno sul tavolo, cosa che fece trasalire Kaito: «Oltre a quell’idiota di Mundungus che ha abbandonato Harry nei guai!»

Kaito chiese preoccupato: «Cos’è successo a Harry?»

Sirius si lasciò sfuggire un gesto di stizza: «Ah, già, non puoi saperlo… è stato attaccato dai Dissennatori a casa dei suoi zii.»

«Che cosa?»

Sirius si lasciò sfuggire per un secondo un sorrisino soddisfatto e un lampo d’orgoglio negli occhi: «Rilassati, tu dovresti sapere meglio di chiunque altro che Harry sa benissimo come cavarsela contro quei mostri, no?»

Tornando serio, però, aggiunse: «Il problema è che ha usato la magia fuori da Hogwarts, e quindi il Ministero l’ha convocato per cercare di espellerlo dalla scuola.»

«CHE COSA?»

Dalla foga Kaito si era alzato in piedi rovesciando la sedia. Sirius gli rivolse un sorriso triste: «Tranquillo, Silente tirerà fuori qualcosa dal cappello, come sempre…»

Ma aggiunse rassegnato: «Ma non sai quanto mi scoccia non poter fare nulla di utile, se potessi anche solo andare lì sotto forma di cane e mordere le caviglie a tutti… mi assicurerei di passargli la rabbia.»

Kaito cercò di calmarsi: «Ok, va bene. E io cosa posso fare per l’Ordine?»

Sirius, con la testa appoggiata a una mano, rispose tranquillo e rassegnato: «Assolutamente nulla.»

Il prestigiatore lo guardò sorpreso: «Eh? Ma come, mio padre…»

«Ho già affrontato questa discussione con Harry. L'Ordine è formato solo da maghi maggiorenni che hanno finito la scuola.»

Con uno schiocco Fred comparve alle spalle di Kaito: «Hanno fregato anche noi con questa clausola, amico.»

Il prestigiatore sorrise soddisfatto: «Vedo che avete passato il test.»

«Non potevamo certo esserti da meno. Se vuoi venire su, mamma si è calmata e vuole scusarsi per… ehm… la calorosa accoglienza.»

Kaito rise e seguì l’amico su per le scale, tornando in salotto, dove la signora Weasley, non appena lo vide, gli corse incontro per poi stringerlo in un sentito abbraccio, così sentito che il prestigiatore sentì a sua volta un paio di costole rassegnare le dimissioni.

«Oh, mi dispiace, mi dispiace, non lo sapevo… perdonami, Kaito, puoi?»

Con una voce soffocata, il ragazzo rispose: «Certo… tutto perdonato! Ora, se potesse lasciarmi andare…»

Molly lasciò finalmente la presa e Kaito poté permettersi il lusso di tornare a respirare: «Oh, scusami, certo…»

Alle sue spalle, George se la rideva sotto i baffi, mentre Lupin, con un’espressione ugualmente divertita, aggiunse: «Ho spiegato a Molly che tuo padre faceva parte dell’Ordine e della tua straordinaria capacità.»

Signora Weasley lo squadrò da capo a piedi: «Certo però che è incredibile, a pensarci…»

L’ex professore aggiunse: «E allo stesso tempo pericoloso. Se Fred o George fossero stati in pericolo, lui, raggiungendoli in questo modo, avrebbe sì potuto salvarli… ma anche mettersi in pericolo a sua volta. È una questione da non sottovalutare.»

L’uomo si lasciò sfuggire un sospiro e poi continuò: «Per questo motivo ti chiederei di non venire più qui a meno che non te lo chiediamo esplicitamente. È una situazione talmente precaria e complessa che rischiamo davvero che tu possa trovarti faccia a faccia con persone che è meglio che continuino a ignorare la tua esistenza.»

George gli sorrise facendogli l’occhiolino: «E poi fra meno di un mese ci rivedremo a scuola e rimpiangerai i mesi in cui non ci hai sentito.»

Kaito annuì: «Va bene, cercherò di calmare Sheridan… però vorrei sapere almeno come finirà con Harry!»

Sirius sorrise: «A questo penso io, sto avendo una mezza idea…»

Molly diede una spintarella ai gemelli: «Su, salutate Kaito, che qua abbiamo un sacco di lavoro da fare.»

Inaspettatamente, Fred lo abbracciò, lasciando interdetta sua madre.

«Mi mancherai, amico.»

Kaito mantenne la sua faccia da poker e ricambiò l’abbraccio: «Hai sentito George, tra poco ci rivedremo.»

Per fare l’idiota, anche George saltò addosso ai due, buttando entrambi a terra. Tutti e tre risero, mentre la signora Weasley, cercando di non farsi notare, si asciugava l’angolo di un occhio.

Quando si rialzarono, Kaito salutò con tutti con la mano e si Smaterializzò in camera sua. Solo allora mise la mano in tasca per vedere cosa Fred gli avesse lasciato con quel finto abbraccio: un pezzo di pergamena dentro cui erano avvolti biscotti viola e arancioni e pezzi di torrone. Si affrettò a leggere la nota scarabocchiata.

 

Stiamo continuando gli esperimenti per i Tiri Vispi Weasley, abbiamo anche iniziato a vendere qualcosa per corrispondenza. Ti lascio un campione, due Merendine Marinare e un Torrone Sanguinolento. I dolcetti servono per farti saltare la lezione, se mangi la metà arancione vomiti, con quella viola ti passa. Li stiamo testando su noi stessi per essere sicuri, come vi eravate raccomandati, parola di Malandrini. Vedrete quante belle cosine che i Malandrini potranno fare l’anno prossimo!

Futago

 

Kaito riguardò ancora per un momento i dolcetti e decise saggiamente di riporli in un cassetto e di non offrirli mai a nessuno.

 

 

Quattro giorni dopo, mentre era chino sulla tastiera del computer a scrivere qualcosa, Kaito trasalì sentendo un forte schiocco alle sue spalle, uno schiocco che gli era tremendamente familiare. Con un veloce movimento di polso fece comparire in mano la sua bacchetta e voltò la sua sedia girevole, pronto ad affrontare qualsiasi mago gli si parasse di fronte. Quello che invece si trovò di fronte fu una bruttissima copia di Dobby, quasi completamente nudo, a parte lo straccio sudicio legato come un gonnellino attorno alla vita. Era molto vecchio: la sua pelle pareva troppo abbondante, e anche se era calvo come tutti gli elfi domestici, una gran quantità di peli neri spuntava dalle grandi orecchie a forma di ali di pipistrello. Aveva gli occhi di un grigio acquoso e iniettato di sangue e il grosso naso carnoso, molto simile a un ghigno.

Gettò una rapida occhiata a Kaito e poi abbassò lo sguardo borbottando: «Kreacher non sa se è nel posto giusto, ma a Kreacher non piace il tizio con gli occhi a mandorla, proprio no… Oh, povero, povero Kreacher, costretto dai suoi aguzzini a fare da gufo per creature ignobili che gli puntano pure contro la bacchetta…»

Kaito decise di mantenere la sua faccia da poker e abbassare l’arma: «Deduco che il tuo nome sia Kreacher. Stai cercando me?»

L'elfo domestico rimase immobile, tacque e si esibì in un sussulto di sorpresa molto enfatico e molto poco convincente: «Il signore conosce il nome di Kreacher

«Non prima di trenta secondi fa, ammetto.»

Kreacher si inchinò e, ancora con la faccia al pavimento, aggiunse, a un livello perfettamente udibile: «Mandano Kreacher come un volgare gufo da un’inquietante uomo mandorla che gli legge nella testa.»

Kaito rimase per un momento interdetto. Non sapeva se dovesse essere più confuso dal passaggio, indubbiamente razzista, da “uomo con gli occhi a mandorla” a direttamente “uomo mandorla”, o dal fatto che evidentemente l’elfo era davvero

convinto che non potesse sentirlo.

L’elfo alla fine continuò: «Kreacher sta cercando il padron Kaito Kuroba

«Sono io.»

Con uno schiocco di dita l’elfo fece comparire un plico di buste e gliele porse, senza mai guardarlo in volto: «Il padrone…»

E qui si lasciò andare a un’espressione di profondo disgusto, come se lo avessero costretto a ingurgitare della Pozione Polisucco vecchia di qualche mese mischiata a della Burrobirra rancida.

«… ha detto a Kreacher di portare queste al padron Kaito Kuroba, l’uomo mandorla. Poteva prendere un gufo, e invece l’ha ordinato a Kreacher, che ha cose più importanti da fare, come salvare la casa della padrona. Kreacher l’ha fatto e ora torna alla nobile dimora dei Black prima che quei mostri traditori del proprio sangue o mezzosangue gli rovinino il lavoro di una vita.»

E senza neanche salutare sparì con uno schiocco, lasciando cadere a terra le buste. Kaito rimase un momento immobile, a fissare il punto dove fino a un momento prima c’era un elfo fuori di testa.

«Che tipo…»

Raccolte le lettere, tornò alla scrivania e aprì la prima.

 

Ciao Kaito, ti chiedo già scusa per il comportamento di Kreacher, l’elfo domestico della mia famiglia. Chissà come mai, non gli stiamo troppo simpatici, ma è vincolato al silenzio ed è indubbiamente più veloce e meno sorvegliabile di un gufo.

Intanto puoi stare tranquillo, come immaginavo, Silente ha risolto tutto, ma c’era da aspettarselo, quindi Harry verrà con voi a Hogwarts regolarmente. Per il resto trovi allegate lettere da gente che aveva voglia di scriverti, come hai potuto notare sono un bel po’.

Ti auguro una buona estate, appena sarà possibile scriverci con un po’ più di tranquillità riprenderemo i nostri discorsi in sospeso.

Felpato

 

Kaito sorrise vedendo i mittenti delle varie lettere che gli erano arrivate: Fred e George, ovviamente, ma anche Ginny, Harry, Ron, Hermione, Lupin e persino la signora Weasley, che ancora si scusava per le botte con la scopa e prometteva di farsi perdonare non appena ne avesse avuta l’occasione. Una ventata di nostalgia lo assalì, ma il ragazzo, con un sospiro, si impose di mantenere un minimo di autocontrollo.

Buttò un occhio al calendario e sospirò: mancavano ormai meno di due settimane al suo ritorno alla vita magica.

«E io devo ancora fare un salto a Diagon Alley a comprare il materiale e finire questa faccenda prima di andare… uffa…»

Di estrema controvoglia, si rimise al computer a digitare.

«Allora, se lo zaffiro me lo mettono in questa cella frigorifera a -15 gradi, mi toccherà pensare a come potermi muovere agilmente con quella temperatura… sperando che nessuno dei poliziotti sia un abile pattinatore su ghiaccio…»

 

 

E rieccoci, finalmente si comincia con l’Ordine della Fenice! Potete star certi che neppure quest’anno scolastico sarà molto tranquillo.
Ringrazio fenris per il commento e vi aspetto al prossimo capitolo, dove faremo la conoscenza di una certa professoressa… o forse no?
Alla prossima!

Hinata 92

  
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