Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    24/05/2021    1 recensioni
Kaede Rukawa riflette sulle relazioni e sulla propria natura apatica, che considera come un principio secondo cui vivere: dopo due anni, si ritrova su un aereo diretto a Kanagawa.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno successivo sembrò riprendere normalmente, con gran gioia di Hanamichi. Entrò nel locale, distratto e con le spalle accasciate.
“Ehi, Hanamichi” lo salutò Makoto con disinvoltura, accanto a Riku.
 
“Ehi” rispose, mettendosi il grembiule.
 
“Allora, vuoi dirci cosa diavolo è successo l'altro giorno?”

Hanamichi sospirò, li guardò e scrollò le spalle. “È solo un ragazzo con cui...”
 
“Con cui?” si animò Riku, gli occhi impazienti. Hanamichi si fermò, “Con cui andavo a scuola! Che diamine state pensando?”
 
I colleghi furono evidentemente delusi. “Stai mentendo!”
 
“Perché cavolo dovrei mentire!”
 
“Allora perché quel casino! Hai causato un bel dramma” disse Makoto oggettivamente. “Quel tipo di tensione si può spiegare solo con una sorta di odio profondo, o rimpianto, o una cosa simile...”

Hanamichi deglutì a fatica, sudando leggermente per l'assurda accusa. Non voleva dire a nessuno della sua relazione con Kaede, non in quel modo.
 
“Sai chi è lui per te?” intervenne Riku.
 
“Certo che lo so! Vi ho detto che andavamo insieme alla stessa scuola”
 
“Sì, certo” disse Riku con tono sprezzante, “quindi sai chi è davvero?”

“Come?”

“È Kaede Rukawa!” Riku si inclinò in avanti, gli occhi raggianti. “Mi sembrava familiare ma non ne ero sicuro. Lui è QUEL Kaede Rukawa”
 
Hanamichi inarcò un sopracciglio, confuso.
 
“Ho sentito storie su di lui, non l'ho mai incontrato. Ma per quanto ne so, è una leggenda del basket dello Shohoku” disse Makoto, toccandosi pensieroso il mento. Hanamichi si lasciò sfuggire un sorrisetto sarcastico. “Dovete essere grandi fan”
 
“Sì!” gridarono entrambi i ragazzi allo stesso tempo con espressione sincera negli occhi, cogliendo Hanamichi di sorpresa. “Per essere un ragazzo, è anche piuttosto bello”
 
Hanamichi rivolse la sua attenzione su Makoto, facendo del suo meglio per mantenere una faccia neutra.
 
“Sì, è molto popolare tra le donne, ma non mi sorprenderei se lo fosse anche tra gli uomini”
 
Il cuore di Hanamichi si bloccò e avvertì una sensazione di vuoto nello stomaco, sentendosi leggermente nauseato. Quelle parole erano innocue ma a lui sembrava che qualcuno gli stesse strizzando il cuore. Rimase in silenzio, non sapendo bene come reagire. Di norma avrebbe negato tutto iniziando a vantarsi di come lui fosse migliore ma, in qualche modo, in quel momento, non riusciva a scrollarsi la questione di dosso o riderci sopra. Non poteva negare perché era vero. Kaede era popolare tra le donne e gli uomini. Le donne lo trovavano bellissimo mentre gli uomini ne ammiravano la determinazione e le capacità. A detta di tutti, Kaede Rukawa era migliore di lui.
 
Hanamichi conosceva quella verità da molto tempo ed era in grato di negare e seppellire quella stessa verità ogni volta. Ma per qualche ragione oggi non ci riusciva. Si guardò le mani e ricordò la prima volta che aveva tenuto quelle di Kaede. Notando quanto fosse caloroso nonostante la sua fredda apparenza. All'inizio era stato imbarazzante, avevano titubato, ma dopo settimane e mesi di rinvio, alla fine si erano sciolti. Era stata una delle cose più inaspettate che avesse vissuto, aveva sempre pensato che Kaede sarebbe stato freddo ma, in realtà, era stato il contrario. Kaede gli aveva fornito quel calore di cui non aveva saputo di avere bisogno. Dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutto l'auto-disprezzo, la fase di negazione e di consapevolezza, Kaede era sempre stato quello più paziente. Lui non sapeva cosa fosse cambiato o a che punto tutto fosse mutato, ma rivivere quei momenti gli spezzava sempre il cuore. Dovendo essere onesto con se stesso, a volte ne avvertiva la mancanza. Certo, era uscito un paio di volte con altre persone in seguito, ma nessuno si era mai avvicinato...ancora.
 
“Ehi, stai ascoltando?” Makoto schioccò le dita davanti alla faccia di Hanamichi.
 
“Uh?” fece lui alzando lo sguardo, confuso.
 
“Ti ho chiesto, sei geloso?”

“Di cosa?”

“Di Rukawa, ovviamente!” Riku incrociò le braccia contro il petto, un sorrisetto in viso.
 
“Perché dovrei essere geloso di quella kitsune!” Hanamichi si accigliò e li guardò male.
 
“Perché è popolare con le donne, non è per questo che hai reagito così”

Hanamichi distolse lo sguardo, gli occhi ancora taglienti e le sopracciglia aggrottate.
 
-No, per niente- pensò tra sé, finalmente venendo a patti con i motivi per cui era rimasto ferito così profondamente.
 
 
 
In piedi davanti alla porta bruna, alzò la mano e bussò gentilmente.
 
“Hanamichi?”
 
“Ciao, so che è tardi, ma posso entrare?”

“Certo!”

“Grazie”, si tolse le scarpe ed entrò.
 
“Che succede, stai bene?”
 
“Non so a chi altro rivolgermi, voglio solo parlare” disse rapidamente Hanamichi, l'espressione ancora turbata. “Di qualsiasi cosa, non mi interessa”
 
Yohei lo guardò, sorpreso, poi sorrise al suo migliore amico. “Vado a prendere l'alcool”
 
Sdraiati sui cuscini in soggiorni, Hanamichi e Yohei si divertirono, bevvero e parlarono con disinvoltura di tutto ciò a cui potevano pensare.
 
“Sì, Haruko diceva che Gori era molto goffo con le ragazze, da risultare adorabile!” rise Hanamichi.
 
“E guardalo ora” ridacchiò Yohei. “L'università può seriamente cambiarti”

“Nah, a volte lo confondo ancora con un vero gorilla” sghignazzò Hanamichi, sorseggiando il suo drinl.
 
“Sei cattivo, non pensi?”

“Lui lo sa” Hanamichi bevve altri sorsi, questa volta più numerosi.
 
“Sì, sei decisamente troppo cattivo”

“Solo perché ti piace Haruko, vero?” le parole di Hanamichi uscirono sbiascicate. “Quando glielo dirai?” continuò. Yohei si fermò e spostò lo sguardo sul bicchiere che teneva in mano.
 
“Non è il momento giusto”
 
“Cosa? Certo che è il momento giusto! Hai più possibilità con lei di chiunque altro nell'intero universo. Non rovinare tutto come ho fatto io”
 
Yohei osservò il suo amico; Hanamichi mostrava i primi segni di ubriachezza. In quelle condizioni era più onesto e trasparente riguardo i suoi pensieri e sentimenti.
 
“Glielo dirò se ammetti che ci tieni ancora a Rukawa”
 
Hanamichi sbatté il pugno sul tavolo. “Non tengo a lui!”
 
“Allora perché sei venuto qui?”

“Per parlare! Volevo parlare con te! Sei il mio migliore amico!” gridò Hanamichi, l'espressione contorta e confusa.
 
“Esatto, Hanamichi, io ti conosco” gli sorrise Yohei, “volevi parlare...e volevi distrarti. Vuoi parlare di Rukawa, vero?”
 
Hanamichi sorseggiò ancora, mostrando nervosismo.
 
“Non posso aiutarti se non mi dici la verità, Hanamichi”
 
Il volto di Hanamichi era rosso per l'alcool e scosse leggermente la testa cercando di scrollarsi di dosso la sensazione di ebbrezza.
 
“Voglio solo...voglio solo sapere perché non sono stato abbastanza” la sua voce si spezzò e le lacrime si accumularono nei suoi occhi. In quel momento, davanti a quella confessione, il viso di Yohei fu sconvolto, allungandosi subito per abbracciare il suo amico.
 
 
 
Fissando il muro di fronte a sé, Kaede fissava il calendario appeso ordinatamente proprio sopra la sua scrivania. Ecco, mancavano solo tre giorni, poi sarebbe tornato in America. Onestamente, non sapeva dire come si sentiva al riguardo. Una settimana prima avrebbe senza dubbio detto di essere felice di partire. Sapeva che tornare gli avrebbe riportato un senso di nostalgia che preferiva non tirare fuori. Per quanto odiasse distrarsi perché sapeva che avrebbe potuto trascorrere il tempo allenandosi di più in America con la sua squadra, allo stesso tempo Kanagawa gli mancava. Gli mancava la semplicità, la cultura e il modo in cui tutto era e sarebbe sempre stato parte di lui. Sempre. I posti in cui era cresciuto sembravano così piccoli ora. Col passare del tempo, lui era maturato e le sue ambizioni erano diventate troppo grandi perché rimanesse lì. Aveva voluto, più di ogni altra cosa, sfidare se stesso, vivere quel sogno che aveva sempre desiderato. Tuttavia, desiderava che ci fosse qualcosa da poter portare con sé. Un ricordo, una sensazione, qualcosa di costante.
 
“Kaede! Telefono per te!”
 
-Chi mi chiama a quest'ora?- pensò Kaede uscendo.
 
“Chi è?”

“Non lo so, ma sembra ubriaco”
 
Sollevando la cornetta, Kaede rispose esitante: “Pronto?”
 
Non ci fu risposta, ma sentì qualcuno respirare dall'altra parte. Confuso, fece per mettere giù quando udì delle urla in sottofondo.
 
“Ehi, Hanamichi, fermati! Dammi il telefono!”
 
Hanamichi? Quel nome sconvolse il ragazzo: il cuore quasi gli cadde dal petto.
 
“Rukawa, bastardo! Come osi mostrare di nuovo la tua faccia qui! Perché non sei rimasto dov'eri!”
 
“Ehi, Hanamichi, sei ubriaco, no non andare-”
 
Ci fu un forte tonfo e un clic.
 
“Ti sei chiuso in una stanza, idiota?” ridacchiò Kaede.
 
“Non cambiare argomento!”
 
“Sono tornato solo per trovare i miei genitori” rispose semplicemente Kaede. “Non sapevo di dover rimanere chiuso in casa”

“Beh, non avresti dovuto mostrare la tua faccia! Perché sei venuto al locale?”

“Non sapevo che lavorassi lì, non posso nemmeno mangiare?”
 
Hanamichi rimase in silenzio, improvvisamente insicuro su cosa dire.
 
“Stai bene?” la voce di Kaede risuonò dolce, come un sussurro.
 
“Non voglio ammetterlo, ma questa è l'unica volta in cui lo farò...” la voce di Hanamichi era altrettanto morbida, più vulnerabile. Il cuore di Kaede batté forte in attesa.
 
“Dopo che te ne sei andato, ero un disastro. So che siamo stati insieme solo per pochi mesi, ma io...non mi ero mai sentito così male” Kaede lo sentì tirare su leggermente col naso e avvertì il senso di colpa gravare su di sé. Gli sembrava che qualcuno gli avesse dato un pugno nello stomaco.
 
“Non era amore, lo so” Hanamichi emise un sospiro straziante. “A prescindere da quanto cerchi di buttarmelo alle spalle, di andare avanti come hai fatto tu, forse volevo solo che fosse reale. Lo speravo”
 
A quelle parole, Kaede avvertì il proprio cuore che si spezzava. Non pianse ma non ci era mai stato così vicino.
 
“Anche se si tratta di te, non posso continuare a negare come mi sento. Forse è per questo che non riesco ad andare avanti; mi sono limitato a tenermi tutto dentro. Volevo dirtelo, volevo dirti come mi sento davvero...” la voce sommessa di Hanamichi tremò e tutto ciò che Kaede desiderava fare era correre da lui e confortarlo.
 
“Come ti senti?” suggerì Kaede. Lo spazio tra loro era assordante, poté udire Hanamichi deglutire nervosamente.
 
“Io...”
 
Il cuore di Kaede tamburellò nell'attesa, ma invece delle parole, sentì il suono soffocato provocato dal vomito seguito dal rumore di una porta che si apriva prima che la linea si interrompesse.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl