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Autore: Angie_Dreyar    25/05/2021    3 recensioni
Mirajane si sta per sposare con Laxus, mentre Natsu ha appena proposto a Lisanna. Questo è il motivo per cui Fried ha chiuso i suoi sentimenti attorno a rune magiche diventando insensibile a ogni emozione. Quando Lucy lo scoprirà dovrà decidere se aiutarlo o se farsi trascinare dalle sue idee.
«Tu… non provi più affetto né amicizia per nessuno della gilda?» domandò lei un po’ incerta.
«Esatto» fece Fried.

[OOC, Mini-long, Nalu, Fraxus]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Lucy Heartphilia, Luxus Dreher, Natsu/Lucy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rabbia e sensi di colpa

 
 
Due giorni dopo erano sempre allo stesso punto. Bickslow ed Evergreen avevano provato a parlare con Laxus e spiegargli che Fried non era in sé quando aveva detto quelle parole. Il biondo non aveva replicato ma tutti potevano vedere quanto fosse teso e come si stesse arrendendo dal riavere dietro Fried. Non perché non gli interessasse, semplicemente ripensando alle parole del ragazzo non poteva che dargli ragione. Non meritava Fried. Non meritava il suo amore. Non meritava nemmeno di avere quel ragazzo nella sua vita. Perciò non si mostrava nemmeno più in gilda.
 
Natsu al contrario era ogni giorno lì, ogni giorno che cercava di parlare con Lucy, di tirare fuori qualche parola dalla ragazza, sperando forse di far scattare qualcosa nel suo cervello. Qualcosa che, puntualmente, non scattava. Era come parlare con un automa, con un robot privo di emozioni. E la sua pazienza stava giungendo al termine, i suoi nervi erano sempre più tesi e nessuno si sarebbe sorpreso se avesse attaccato anche la stessa ragazza. Come i due giorni precedenti entrò in gilda e si fiondò diretto nella stanza in cui era rinchiusa la ragazza.
 
«Buongiorno» la salutò, sperando che quello fosse il giorno buono per scoprire qualcosa.
 
«Ti risponderei, ma non è un buon giorno, non per me che sono costretta a stare qua dentro senza aver fatto nulla di male» fece annoiata Lucy fissando il soffitto sopra di sé. Natsu cominciava a odiare quel tono, tanto che aveva preso a istigarla apposta per farla arrabbiare, ma sembrava che nulla la scalfisse. Non importava quanto impegno ci mettesse, a lei semplicemente non importava niente.
 
«Ho bruciato il tuo appartamento» le disse, sperando di ottenere una qualche reazione da lei.
 
«Questa sarebbe una novità?» chiese lei atona. Era distesa sul letto con le braccia dietro la testa, i polsi sempre legati. Natsu aveva proposto di slegarglieli, ma quando lo avevano fatto la maga ne aveva subito approfittato per cercare di scappare e se erano riusciti a fermarla era stato solo grazie alla velocità con cui si era mosso Laxus. Peccato che ora il biondo non era in gilda. Natsu stava per risponderle quando sentì qualcuno bussare alla porta. Sapeva chi era solo dall’odore, ma non voleva che Happy parlasse con Lucy, perché sapeva già quanto ci sarebbe rimasto male a vederla in quelli stati. Il gatto volante però era insistente.
 
«Natsu, voglio vedere Lucy» lo implorò sull’orlo delle lacrime. Il Dragon Slayer si arrese, dopo quei due giorni non poteva tenerlo lontano ancora a lungo. Aprì la porta e l’Exceed si fiondò dentro, volando direttamente tra le braccia della ragazza, aggrappandosi alla sua maglietta e singhiozzando.
«Torna da noi, ti prego! Lo sappiamo che non sei in te, per favore, torna da noi!» cominciò a piagnucolare. Lucy lo guardò impassibile, poi lo afferrò per la collottola e lo buttò di lato.
 
«Non tornerò» disse secca. «E smettila di aggrapparti a me, non sono un cuscino».
 
«Ma… ma… Lucy» balbettò Happy osservando la ragazza senza riconoscerla.
 
«Lascia perdere Happy, non è in sé» fece Natsu irritato per come lo aveva trattato.
 
«Lo sono invece, non capisco perché tutti vi ostiniate a dire che io non lo sia. Forse perché adesso non ho filtri e non mi interessa compiacere a delle persone che non significano nulla per me. In ogni caso, il mio cervello è sempre lo stesso, i miei pensieri sono sempre gli stessi. Anche prima pensavo che foste solo una coppia di stupidi maghi. Anzi, di un mago senza alcun cervello che sa solo fare casini e che non riesce a completare nemmeno una missione prendendo l’intera ricompensa, e un gatto che non fa mai nulla di utile e che nonostante questo si sente parte di Fairy Tail» disse fredda. Happy sgranò gli occhi e poi scosse la testa mentre le lacrime cominciavano a sgorgare. Natsu sentì l’irritazione al limite a quelle parole. Si fiondò su di lei e l’afferrò malamente per il braccio scrollandola.
 
«Ora smettila!» sbottò. «Non sei Lucy, lei non si comporterebbe mai così! E non trattare Happy in questo modo!» urlò.
 
«Allora lasciami andare e cerca la tua Lucy» replicò lei. Natsu la fissò con astio, mentre Happy si passava le zampe sugli occhi per asciugarseli dalle lacrime. «È inutile che ci proviate. La Lucy che conoscete voi non tornerà».
 
***
 
Levy stava sfogliando un libro con i suoi occhiali da lettura, accanto a lei Gray, Juvia, Gajeel, Erza, Bickslow ed Evergreen cercavano di aiutare come potevano, o leggendo libri che potessero aiutarli o cercando di proporre diverse alternative. A un certo punto Levy si bloccò e Gajeel alzò subito lo sguardo su di lei.
 
«Trovato qualcosa, gamberetto?». La ragazza però scosse la testa e sbuffò, poggiando gli occhiali in parte.
 
«Non trovo niente, tutti gli incantesimi che ho trovato sulle emozioni non agiscono in quel modo e non sono permanenti. Non… non riesco a capire» sbottò. «Qualcosa di così potente da rimanere permanente e da cambiare così tanto una persona. Potrebbero esserci molte alternative, o sono stati loro strappati, o sono stati assopiti e imprigionati, o c’è stato un cambio di personalità, o la loro anima è stata rubata».
 
«Sappiamo che l’ultima alternativa non è, le loro anime sono normali» disse Bickslow. Levy annuì.
 
«E tu hai detto che il cambio di personalità è improbabile» le ricordò Gajeel. Levy annuì di nuovo. Stava ragionando quando sentirono la porta dell’infermeria sbattere, subito dopo Natsu scese le scale con Happy in braccio che singhiozzava. Gray si alzò e fece per chiedergli qualcosa ma il rosato lo fermò sul nascere.
 
«Lasciatemi in pace» ringhiò. Subito dopo uscì dalla gilda sbattendo la porta dietro di sé. Gray si risedette al tavolo passandosi una mano tra i capelli esausto. Odiava quella situazione quanto tutti gli altri, stava diventando insopportabile avere a che fare con quei due ragazzi e cominciavano a essere tutti preoccupati per Laxus e Natsu.
 
«Doveva arrivare al limite anche lui» disse Erza. «Avere a che fare con Lucy è insopportabile, mi viene voglia di staccarle la testa» ammise. Ecco perché evitava di andare nell’infermeria. Sentire quelle frasi da lei, sentire da lei che non erano una famiglia, che non le interessava minimamente di far parte di quella gilda, la faceva infuriare. Ed era meglio che rimanesse calma almeno lei.
 
«Ho detto io a Natsu di insistere, non avrei dovuto» disse Levy. «Pensavo che innescare emozioni forti potesse portarla al limite… l’ho solo illuso» mormorò sentendosi in colpa.
 
«Ehi gamberetto, era una cosa da provare, hai fatto bene» ribatté Gajeel.
 
«Con Fried nessuna reazione?» chiese Levy a Bickslow ed Evergreen, che scossero la testa.
 
«No, è… peggio di come lo abbia mai visto in tutta la mia vita. E Laxus non vuole più parlargli» borbottò Bickslow. Gray si stava innervosendo sempre di più, tutta quella situazione lo stava portando al limite perché non vedeva alcuna soluzione. «È come… non lo so, già di solito aveva queste regole ferree da seguire per le sue rune e il suo potere, e ora sembra, boh, molto peggio» sbuffò il mago Seith. Levy corrugò la fronte.
 
«Fanculo, non troveremo un cazzo qua!» sbottò Gray alzandosi in piedi.
«Non abbiamo fatto nemmeno un passo avanti. Non… fanculo, cazzo» sbottò.
 
«Forse è stata usata qualche pozione» disse Juvia.
 
«Polyushka ha detto di no» fece Evergreen portandosi le mani ai capelli altrettanto esausta.
 
«Che hai detto?» chiese Levy.
 
«Juvia ha detto che…».
 
«No. Che hai detto, Bickslow?» chiese Levy al mago Seith, che corrugò la fronte.
 
«Che intendi?».
 
«Ma certo!» esclamò Levy. Si alzò in piedi e corse su per le scale in infermeria. I ragazzi guardarono la piccoletta salire entusiasta al piano di sopra spalancando la porta.
 
«Ma che le è preso?» chiese Bickslow confuso.
 
«Ihih, penso che il gamberetto abbia trovato qualcosa» ghignò Gajeel, fiero della sua compagna.
 
***
 
Dovettero aspettare parecchio prima che Levy, dopo aver passato mezz’ora con Lucy e mezz’ora con Fried, uscisse dall’infermeria con un sorriso soddisfatto sul volto. Tutti la osservarono in attesa che parlasse e non dovettero aspettare molto.
 
«Ho capito cos’è successo, si tratta di un incantesimo, per la precisione un incantesimo di Fried, in sostanza ha disegnato una runa attorno alle emozioni, in modo da non poterle più provare. Ecco perché né Polyushka né Fried potevano vedere niente, ed ecco perché non c’è niente che li scalfisca, le regole di Fried sono invalicabili, non importa cosa» spiegò. Gray corrugò la fronte.
 
«Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?» sbottò. Tutto l’entusiasmo di Levy svanì, lasciando un’espressione amara e triste sul suo volto.
 
«Penso che non sopportassero più il dolore a vedere Natsu e Laxus sposarsi con qualcun altro» spiegò. I ragazzi la osservarono in silenzio, ripensando alle sue parole e rimuginandoci su. A un tratto Gray sbatté un pugno su un tavolo spaccandolo in due e si voltò verso Lisanna.
 
«Insomma, è tutta colpa tua!» sbottò. Elfman immediatamente si spostò davanti alla ragazza fissando rabbioso il mago del ghiaccio.
 
«Non prendertela con lei» gli ringhiò addosso.
 
«Non prendertela con lei? Ma hai visto che casino è successo? Fried e Lucy sono diventati due automi e due stronzi, Laxus è fuori da giorni mezzo depresso, Happy sta piangendo e Natsu è incazzato nero, e la colpa è tutta sua!» urlò.
 
«Non è colpa di Lisanna se Fried ha messo quella runa» sbottò Elfman.
 
«Se lei non avesse modificato i loro ricordi tutto questo non sarebbe successo!» sbraitò il moro.
 
«Gray, smettila» intervenne Erza. Gray cercò di calmarsi, ma era ancora furioso.
 
«Lei voleva solo aiutarmi» la difese Mirajane affiancandosi a Elfman. «E di certo non voleva creare tutto questo casino».
 
«No» ringhiò Gray senza alzare la voce. «Lei voleva Natsu a ogni costo. Ha rovinato due relazioni perfette e ha manipolato tutti, in modo da avere una relazione finta e costretta basata su tutto tranne che sull’amore. Ti ha messo in mezzo per poter essere perdonata e capita, ma la verità è che l’unica cosa che voleva era stare con Natsu, senza preoccuparsi minimamente dei suoi sentimenti o di quelli di Lucy. È la cosa più spregevole che potesse fare» sibilò. Mirajane tese le labbra.
«Dai, dimmi che sbaglio, sappiamo tutti che ho ragione» la sfidò.
 
«Non osare mai più parlare così di mia sorella, stava soffrendo e…».
 
«E allora?» sbottò Gray. «Allora poverina, perdoniamola perché era triste, ma intanto ha rovinato tutto!».
 
«Gray…» provò a interromperlo Juvia.
 
«No! Qualcuno dovrebbe farle capire che è solo una stronza invece di difenderla continuamente». Mirajane fece per ribattere ma Lisanna si alzò posandole una mano sulla spalla.
 
«Ha ragione» disse. «Merito tutto quello che ha detto, io… sono stata egoista, ho pensato solo a me» ammise. Mirajane ed Elfman si voltarono verso di lei, mentre Gray la fissava con astio.
 
«Sei stata molto peggio che egoista, so che Natsu e Lucy ti perdoneranno ma non te lo meriteresti affatto dopo tutto quello che hai fatto loro passare» sibilò velenoso.
 
«Ora smettila» sbottò Bickslow.
 
«No, non la smetto, e proprio tu dovresti capirmi. C’è il tuo amico là dentro, senza alcun sentimento che ha detto parole orribili a Laxus, e sappiamo tutti quanto ci sta male ora, e se Lisanna non avesse combinato due matrimoni in quel modo orrendo tutto questo non…»
 
«Quella è la colpa di Fried. È lui che ha deciso di mettersi la runa in testa, non Lisanna» sbottò Bickslow.
 
«Ma se lei non si fosse messa in mezzo non sarebbe successo!» esclamò Gray.
 
«E allora? È comunque una loro responsabilità, di Fried e Lucy, Lisanna non centra niente con la runa che si sono ficcati in testa! Secondo il tuo ragionamento allora sarebbe tutta colpa di Lucy e Natsu che hanno fatto star male Lisanna, è la stessa cosa, non lo vedi?».
 
«No, non lo vedo! Perché Lucy e Natsu si amano davvero!» sbraitò Gray. Juvia poggiò una mano sulla spalla del ragazzo.
 
«Basta» gli disse. Gray prese un profondo respiro, mentre osservava Lisanna scoppiare in lacrime e uscire dalla gilda silenziosa. Il moro scoccò un’occhiataccia a Bickslow, poi però decise che era meglio pensare a un modo per risolvere la questione piuttosto che incazzarsi.
 
***
 
Era stata una stupida. Gray aveva ragione e lo sapeva, ora Lucy e Fried non erano più in sé per colpa sua e del suo egoismo. Lisanna non poteva fare altro che piangere accovacciata sotto a un albero lontano dalla gilda. Non meritava la protezione dei suoi fratelli. Aveva perfino fatto passare il peggio a sua sorella, dandole Laxus per poi toglierglielo a un passo dal matrimonio. Farle vivere il sogno e poi farla ripiombare di colpo alla realtà, con il dolore triplicato. Sentì qualcuno avvicinarsi ed era già pronta a dire a Mirajane di andarsene, ma quando alzò lo sguardo vide che era Bickslow. Il ragazzo le si sedette accanto.
 
«Non dovevi proteggermi» gli disse con le lacrime che le rigavano il volto.
 
«Le persone fanno cose stupide quando sono innamorate» replicò lui. Le sue bamboline si poggiarono accanto a lui sull’erba, tranquille tanto da sembrare senz’anima.
 
«Gray ha ragione, è tutta colpa mia» disse Lisanna. «E mi dispiace, perché non volevo si arrivasse a questo. Io ci tengo davvero a Natsu, Lucy, Fried e Laxus ma… ma sono stata una stupida. Una stupida, un’egoista e una stronza» sputò contro sé stessa. Si odiava. Si era comportata come una bambina infantile, aveva fatto davvero la cosa peggiore che potesse fare ed ora ne pagava le conseguenze. Era giusto, non era invece giusto che le pagassero Natsu e Laxus.
 
«Baby, non prenderti più colpe di quante ne hai». Lisanna alzò la mano per interromperlo. Non voleva essere scusata, Gray aveva ragione, non meritava di essere difesa solo perché era stata triste. Era una sua responsabilità e se la sarebbe presa.
 
«No, fermati» gli disse. «Sono stata davvero egoista, ero triste e non pensavo ma ho comunque sbagliato. Non avrei mai dovuto mettermi in mezzo alle loro relazioni, ho fatto anche del male a Mirajane in questo modo, l’ultima persona che se lo merita» disse seria in volto. Bickslow la ascoltò in silenzio. «Non merito il perdono di nessuno, ho… ho messo delle persone assieme contro la loro volontà, è stato spregevole e se ora sono tutti fuori di sé è colpa mia».
 
«Baby, come ho già detto non prenderti più colpe di quante ne hai» ripeté Bickslow.
 
«Ma…».
 
«Hai sbagliato, è vero e non dico che tu non lo abbia fatto. Ma la reazione di Fried è stata come la tua, dettata dalla tristezza e dal dolore. Fried è un coglione, non sa affrontare le sue emozioni, pensa che rinchiuderle sia molto meglio che affrontarle e questa è colpa sua. Come tu hai sbagliato lo ha fatto anche lui» le disse.
 
«Ma se io non mi fossi messa in mezzo non sarebbe successo» obiettò.
 
«Questa non è una giustificazione per ciò che ha fatto Fried» disse Bickslow convinto. «Baby, so che ti senti in colpa ma fallo solo per il tuo errore, non per quelli degli altri. E ricorda che un errore non ti definisce, siamo una famiglia, guardiamo oltre quelli e sappiamo tutti che sei una brava persona».
 
«Non lo sono» ribatté lei poggiando il mento sulle ginocchia. «Non merito nemmeno di far parte di Fairy Tail, dovrei andarmene» borbottò con nuove lacrime che le si accumulavano agli angoli degli occhi.
 
«Baby, ho fatto cose peggiori e non sono mai stato espulso dalla gilda, figurati se lo sarai tu» fece lui.
 
«Ho fatto una cosa orribile, ho costretto…» non riusciva nemmeno a dirlo, rendendosi conto solo ora di quanto spregevole e stupida era stata. Non voleva essere così. Lei ci teneva davvero a Natsu e agli altri, aveva sbagliato su tutta la linea e mai si era pentita così tanto di una sua azione.
 
«Come ho detto, un errore non ti definisce» le disse dolce Bickslow. Lisanna però non lo pensava, e sapeva che meritava l’odio di tutti e che non sarebbe più riuscita a guardare in faccia Natsu o gli altri suoi compagni di gilda. Abbassò lo sguardo tra le proprie gambe, l’unica consolazione era la mano di Bickslow che le passava lungo la schiena.
 
***
 
Poco distante, Natsu, Laxus e Happy erano seduti vicino al fiume. I due Dragon Slayer da quella distanza riuscivano a sentire la conversazione tra Bickslow e Lisanna, ma rimasero in silenzio senza commentare. Quando non sentirono più le voci dei due ragazzi Natsu poggiò la testa al tronco e alzò lo sguardo al cielo.
 
«Non sapevo che Lisanna mi amasse» disse. Laxus gli lanciò un’occhiata, a dire la verità nemmeno lui sapeva che Mirajane provasse qualcosa per lui, altrimenti non le avrebbe mai chiesto di aiutarla con Fried, cosa che invece aveva fatto. Ed ora sapere che Fried si era messo quelle rune in testa per sfuggire al dolore a vederlo con lei lo faceva star male. Sembrava che qualunque cosa facesse sbagliasse. Sapeva che non era colpa sua se si era fidanzato con Mirajane, ma non poteva fare a meno di pensare che avrebbe dovuto resistere all’incantesimo. Avrebbe dovuto accorgersi che qualcosa non andava, invece era bastato quello a dimenticare l’amore della sua vita. Lo aveva fatto soffrire una seconda volta come se non lo avesse già fatto abbastanza ed ora… era praticamente privo di un cuore. E gli aveva sbattuto in faccia la verità, come avrebbero dovuto farlo i compagni di gilda tempo prima.
«Pensi che Lucy e Fried torneranno normali?».
 
«Le rune di Fried sono assolute» rispose Laxus subito atono.
 
«Levy le ha riscritte» obiettò Natsu.
 
«Questa volta le rune non sono visibili, o lo avrebbe già fatto» ribatté Laxus. «A meno che non vogliano aprire loro il cranio non so come possano fare». Natsu corrugò la fronte.
 
«E come ha fatto Fried a scriverle allora?» domandò.
 
«Ah non ne ho idea, è lui il genio» fece Laxus secco.
 
«Perdonerai Lisanna?».
 
«Sì» disse Laxus subito senza alcun dubbio. Natsu si voltò verso di lui corrugando la fronte. «Ho fatto cose molto peggiori e so cosa significa comportarsi da coglioni ed essere trascinato dalle emozioni» fece. Natsu annuì.
 
«Beh, la perdonerò anche io. Vorrei solo che Lucy tornasse normale e che perdonasse me» disse Natsu. Laxus non ribadì, pensando di nuovo a Fried. Se anche fosse tornato normale le cose non sarebbero cambiate. Non lo meritava, era stato molto chiaro.
«Non sono in sé, non pensare a quello che ha detto» gli disse Natsu. Laxus sbuffò chiedendosi da quando parlasse con quel piccoletto dai capelli rosa. «E sono convinto che si risolverà tutto» aggiunse con un sorriso, ora più calmo. Laxus non obiettò, ma si chiese se quello avrebbe risolto ogni cosa.
 
 
 
 
 
***********
Nota: Ed eccoci alla fine di questo capitolo, il prossimo sarà l’ultimo. Scusate il ritardo ma ho dato la precedenza a un’altra mia storia, vi assicuro però che ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo quindi non dovrete attendere molto per vederlo pubblicato. Un bacio e un grazie a tutti voi che mi seguite.
Angie
   
 
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