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Autore: takitaki    26/05/2021    0 recensioni
“Che cosa abbiamo?” esordì l’ispettrice, riconoscendo accanto al letto una figura familiare.
“Donna giapponese, tra i 25 e i 30 anni, strangolamento. Il corpo sta per essere portato via, se vuoi dargli un’occhiata da vicino fa presto, Michiru.”
Un nuovo caso di omicidio arriva sulla scrivania dell'ispettrice Michiru Kaiou, ma non si tratta di un caso qualunque. In questo caso sono coinvolte donne, tante donne, donne che soffrono, che amano, che sperano, che lottano.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Rei/Rea | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna serie
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"Di cosa volevi parlarmi?" iniziò Michiru, rivolgendosi alla collega mentre teneva saldamente le mani sul volante.

"Ricordi che ti ho detto che è morta per strangolamento?"

"Stai per dirmi che non è così vero?"

"Ti sbagli. È morta davvero per strangolamento, il problema è che non c'è stata nessuna apparente colluttazione."

"Che vuoi dire Ami?" Michiru alzò un sopracciglio visibilmente confusa.

"Non un livido, un graffio, nessun tessuto sotto le unghie. Se qualcuno stesse per strangolarti, proveresti in tutti i modi a difenderti, no? Invece quella ragazza è stata strangolata senza aver opposto alcuna resistenza" rispose davvero perplessa la ragazza dai corti capelli azzurri.

"Forse è stata messa fuori gioco da una qualche sostanza, magari una droga da stupro."

"Questo ce lo dirà l'autopsia" concluse la dottoressa.

"Sai cos'ho trovato io invece?"

"Cosa?"

"Un cioccolatino, vicino alla vasca."

Ami rise leggermente, portandosi una mano alla bocca per coprire quel gesto istintivo.

"Beh perché ridi?"

"Nulla nulla, mi chiedo solo perché fosse lì."

"Era ancora incartato ma la vittima potrebbe averne ingerito uno simile. Pensi potrebbe contenere una qualche sostanza?"

"Vedremo, analizzerò tutto e ti farò sapere."

"Grazie, Ami." rispose l'ispettrice, mentre entrava nel parcheggio della centrale.

Le due donne rimasero in silenzio per qualche minuto, fu Ami a rompere il ghiaccio una volta che anche la collega dai lunghi capelli acquamarina scese dall'auto.

"Tu come stai Michiru?"

L'ispettrice sorrise amaramente a quella domanda. Chiuse lo sportello dell'auto e si voltò verso la dottoressa, rispondendo "cerco di andare avanti. Con te e Rei accanto a me è molto più facile, anche Mamoru mi aiuta molto. A volte mi torna in mente e mi sento in colpa, ma sto meglio."

Il suo tono era determinato, era quello di una donna che con tutte le sue forze stava cercando di sopravvivere. Nonostante dai suoi occhi si potessero percepire facilmente la tristezza e il dolore che la perseguitavano ormai da mesi, c'era comunque un barlume di coraggio.

"Sono contenta di questo, davvero" le rispose l'amica con un sorriso "vieni dentro, ti offro qualcosa per ringraziarti del passaggio".

 

---

 

"Ehm...si...Haruka Tenou, agente" rispose la fioraia, chinandosi, essendo molto più alta, verso la donna che aveva di fronte, continuando "ma si sente bene?".

"Ah si, s-sto bene". Rei tentò di ricomporsi, passando entrambe le mani sul viso e concentrandosi, non era quello il momento di rivangare il passato.

"La ringrazio, mi è stata molto utile, davvero."

La fioraia, girando alla destra del bancone, si avvicinò alla poliziotta, con un sorriso.

"Vuole un bicchiere d'acqua?"

Rei tentennò, ma finì per accettare, appoggiandosi con le braccia al bancone mentre la donna prendeva dell'acqua.

Ma che mi succede? Perché mi fa ancora questo effetto? Sono una stupida.

"Ecco qui" la voce della fioraia interruppe i suoi pensieri. La poliziotta prese il bicchiere, sorseggiando il liquido fresco all'interno.

"Agente, mi perdoni se glielo chiedo di nuovo, ma potrebbe dirmi cos'è successo? Vede, si tratta di un mio amico e-"

"C'è stato un omicidio" disse secca, poggiando il bicchiere vuoto sul bancone "la ringrazio..."

"Makoto, mi chiami pure Makoto."

"Bene, Makoto. La ringrazio, ma ora devo assolutamente tornare in centrale. Arrivederci."

Rei si allontanò così dal negozio, riprendendo tra le mani il cellulare, lasciando la ragazza davvero confusa per la reazione che aveva avuto al solo sentire il nome di Haruka.

 

---

 

"Scusa se ci ho messo un po', c'era traffico."

"Non preoccuparti." rispose la mora mentre saliva in macchina, allacciandosi poi la cintura.

"Hai scoperto qualcosa?" chiese Michiru mentre riponeva nel portabicchiere dell'auto il caffè che poco prima le aveva offerto Ami. Il secondo caffè di quella lunga giornata.

Rei sembrò nuovamente mancare a quella domanda, ma tirò un sospiro e rispose alla partner.

"Ho un nome, Haruka Tenou."

"Perfetto, torniamo in centrale e rintracciamolo, così potremo farci due chiacchiere" aggiunse determinata Michiru, quella notizia l'aveva sollevata, avevano già un nome.

"Hanno scoperto chi è la vittima?" chiese Rei, pur di cambiare argomento.

"Si, poco prima che lasciassi la centrale Noboru mi ha detto che hanno trovato i suoi documenti in un cassetto della stanza. Si chiamava Naomi Ishikawa, 27 anni. Una semplice barista di un locale poco distante."

Rei annuì, volgendo lo sguardo verso l'esterno. I suoi occhi scuri, dalle sfumature violacee, erano piuttosto diversi in quel frangente. Sembravano davvero tristi e fecero preoccupare l'amica.

"Rei, stai bene?"

"S-Si, sono solo stanca, non preoccuparti."

Michiru annuì. Sapeva bene che Rei mentiva, ma non avrebbe insistito.

 

---

 

Puoi andarci da sola? Non mi sento molto bene oggi, credo che non verrò a lavoro.

Le sue parole le tornarono in mente più volte durante il viaggio e anche quando ormai era scesa dall'auto, continuava a chiedersi che cosa avesse Rei.

Il giorno precedente, quando erano tornate insieme in centrale, si erano messe alla ricerca del ragazzo del bouquet, avevano raccolto informazioni insieme, ma Rei sembrava piuttosto assente. Rispondeva a monosillabi e non era determinata e combattiva come al solito.

Quando la mattina successiva l'aveva chiamata, non trovandola a lavoro come sempre, ecco che Rei le aveva detto quella frase, con la voce di chi aveva pianto tutta la notte.

Scosse la testa per scacciare quel pensiero che in quel momento le era d'ostacolo, ricontrollando per l'ultima volta che l'indirizzo fosse giusto.

"Ma sarà davvero qui? Diamine che bella casa."

Sospirò Michiru, osservando la villetta che aveva davanti. Dalle informazioni che aveva raccolto sapeva che era una persona benestante e anche abbastanza famosa lì a Tokyo. 

Percorse il vialetto e, raggiunta la porta, si decise a bussare, preparando il distintivo.

Dopo una ventina di secondi la porta finalmente si aprì. Davanti all'ispettrice una figura molto alta, dai corti capelli biondi arruffati e una faccia assonnata fece la sua comparsa.

"Desidera?" chiese con la voce ancora impastata, sbadigliando subito dopo.

"Sono della polizia" esordì Michiru, mostrando il distintivo con il mento leggermente sollevato, non lasciandosi intimorire dall'altezza dello sconosciuto "vorrei farle alcune domande."

"Polizia? Mi scusi ma non capisc-"

"Lei è il signor Tenou Haruka giusto?"

"Beh si ma-"

"Posso entrare?" insistette Michiru, interrompendolo nuovamente.

"Wow, lei è una di quelle che prende l'iniziativa" disse con un sorriso quasi divertito, spostandosi poi dall'entrata dando modo all'ispettrice di entrare.

"Entri pure."

Michiru si guardò intorno, la casa era davvero grande e ben arredata, con uno stile si moderno ma ancora dal fascino giapponese.

"Posso offrirle qualcosa?"

"La ringrazio ma no, faremo in fretta" il biondo rimase un po' deluso dalla risposta della donna davvero affascinante che aveva davanti, invitandola successivamente a sedersi sul divano del soggiorno.

"Che cosa voleva chiedermi agente? Mi scusi se sono impresentabile ma come può notare dal pigiama non sono una persona mattiniera" iniziò, prendendo posto di fronte a lei e accavallando le gambe, mentre osservava l'ispettrice, rapito dalla sua eleganza e dal suo sguardo glaciale.

Michiru alzò un sopracciglio, l'atteggiamento del ragazzo la stava irritando non poco, sembrava davvero una persona arrogante.

"Conosce questa ragazza?" incalzò Michiru, porgendogli una fotografia della vittima.

Il ragazzo la prese, osservandola bene, e con un'espressione davvero superficiale le rispose.

"Si la conosco, si chiama Naomi. La sta cercando per caso?"

"No. Quando l'ha vista l'ultima volta?"

"Un momento, perché me lo chiede? È scomparsa?" Tenou assunse un'espressione piuttosto preoccupata, sembrava sincero.

"Risponda alla mia domanda."

"No risponda lei alla mia prima."

"Mi ascolti, sono io a fare domande qui, dunque risponda immediatamente o riterrò il suo comportamento sospetto."

"Sospetto? Ma è impazzita?"

"Risponda" la freddezza di Michiru nel porre quelle domande, nel tenere testa agli indiziati senza lasciarsi né intimorire né addolcire era frutto non solo dell'esperienza sul campo, ma anche del modo in cui la vita l'aveva trattata.

Le persone con cui si comportava diversamente erano davvero poche, avrebbe potuto contarle sulle dita di una mano.

"Ieri sera, verso le undici, in un hotel."

Michiru tirò fuori il suo taccuino, iniziando ad appuntarsi le parole del biondo.

"Ricorda il nome dell'hotel?"

"Il Sunrise, lo conosce?"

"Si. Che rapporto aveva con Naomi?"

Il ragazzo assunse un'espressione pensierosa, come se non sapesse esattamente cosa rispondere.

"Noi beh...siamo usciti insieme un paio di volte ma non la conoscevo così bene."

"Avete litigato?"

"Ma perché continua a chiedermi cose del genere? Vuole accusarmi di qualcosa?"

"Risponda e basta, non ho tutto questo tempo" Michiru tornò ad inarcare il sopracciglio, visibilmente innervosita dal suo interlocutore.

"Adesso basta, chiamo Naomi e le chiedo cosa succede" sbottò, alzandosi per prendere il cellulare sul bancone della cucina poco distante da loro, trattandosi di fatto di un open space.

"Non può."

"E perché mai?"

Michiru si alzò dal divano, avvicinandosi al ragazzo dato che immaginava già la reazione che avrebbe avuto, ormai aveva detto così tante volte quella frase che era diventata una frase come tante altre.

"È morta."

 

---

 

Erano anni che non provava un dolore simile. La stanza buia intorno a lei, distesa sul letto con la testa rivolta al soffitto della camera, rispecchiava il suo cuore.

Un fantasma del passato era tornato, bruscamente, nella sua vita. Che cosa avrebbe fatto? Come avrebbe potuto guardarlo in faccia?

"Sorellona, hai fame? Non hai pranzato...dovresti almeno cenare" la voce dolce di Hotaru interruppe i suoi pensieri.

"No, non preoccuparti."

La ragazza decise di entrare nella camera, sedendosi sul letto, accanto alla sorella, orientandosi grazie a quella poca luce che passava dalla porta semichiusa.

"Sono preoccupata per te, che cos'hai sorellona?" 

Rei sospirò. Voleva un bene dell'anima a sua sorella, non voleva proiettare i suoi problemi su di lei, si limitò ad alzarsi leggermente per poterla abbracciare.

Le due finirono per addormentarsi l'una accanto all'altra, quando Rei si svegliò erano le due di notte. Controllò il cellulare, aveva una chiamata persa da Michiru e alcuni messaggi, ma non li lesse. Decise di chiudere gli occhi e provare a dormire ma il suo cuore non voleva saperne e con la mente tornò a quella primavera del '98.

 

Note dell’autore

Ehi, ecco il secondo capitolo. Come avrete notato è più lungo del primo, mi sono impegnato e spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Taki

 
   
 
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