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Autore: edoardo811    27/05/2021    0 recensioni
Quello che sembrava un tranquillo viaggio di ritorno alla propria terra natale si trasformerà in un autentico inferno per i Titans e i loro nuovi acquisti.
Dopo la distruzione del Parco Marktar scopriranno ben presto che non a tutti le loro scorribande nello spazio sono andate giù.
Tra sorprese belle e brutte, litigi, soggiorni poco gradevoli su pianeti per loro inospitali e l’entrata in scena di un nuovo terribile nemico e la sua armata di sgherri, scopriranno presto che tutti i problemi incontrati precedentemente non sono altro che la punta dell’iceberg in un oceano di criminalità e violenza.
Caldamente consigliata la lettura di Hearts of Stars prima di questa.
[RobStar/RedFire/RaeTerra] YURI
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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XXVII

Fine


 

Quel mattino fu diverso dal solito. Forse era il cielo più limpido che mai, forse era la fresca brezza rinvigorente nell’aria, il sole caldo e splendente... o forse era perché stavano finalmente per andarsene da lì.

Amalia sospirò pesantemente. Dopo tanto tempo passato su Quantus, non le sembrava vero di essere in procinto di partire di nuovo, e i suoi compagni sicuramente dovevano pensare lo stesso.

Un esercito di fongoid era venuto a salutarli, capitanati ovviamente da Alpheus e Canoo. Corvina, in testa al gruppo, continuava a snocciolare saluti al popolo venuto a celebrare la propria salvatrice, per l’imbarazzo della stessa maga e per il divertimento di Terra. Anche Amalia doveva ammetterlo, vedere Corvina imbarazzata era una forza.

Stella teneva Robin per mano, e a giudicare dagli sguardi che si lanciavano e dalle loro risatine, quelle di Kori in particolare, era evidente che la notte prima quei due avessero combinato qualcosa di sconveniente, qualcosa che probabilmente avrebbero ripetuto già quella sera stessa.

Finalmente, la mora avrebbe voluto aggiungere. La sua piccola sorellina minore era cresciuta! Forse era perfino il caso di festeggiare.

Per finire, BB, Cyborg e l’aliena, Kelwa, così si chiamava, erano in disparte, vicino a lei e Rosso. Cyborg teneva le braccia conserte, se ne stava eretto, orgoglioso e determinato, BB invece era ingobbito ed assonnato. Al suo ennesimo sbadiglio, il robot non si fece troppi problemi a sferrargli una pacca sulla schiena, ma non una di quelle amichevoli. Il mutaforma si raddrizzò di colpo, mordendosi un labbro per non mettersi a gridare. Incenerì Cyborg con un’occhiataccia e il titan bionico rispose con un’espressione confusa, strappando una risatina silenziosa a Kelwa.

Komi sospirò, appoggiando la testa sulla spalla di Rosso, che le avvolse un braccio attorno alle spalle. I due si scambiarono un rapido sguardo, sorridendosi, prima che Amalia riportasse l’attenzione sui ragazzi attorno a lei.

Sembrava tutto così… tranquillo. Tutti loro si comportavano esattamente come se quella fosse stata una giornata sulla Terra come le altre, come se nulla di tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane fosse davvero successo.

Invece, però, era successo. Ripensare agli avvenimenti passati fece venire un groppo alla gola di Amalia, soprattutto se considerava che, in un certo senso… tutto era partito proprio da lei.

Se lei non fosse tornata sulla Terra in cerca di vendetta, Stella non sarebbe mai stata intossicata e costretta a letto a causa del narcotizzante che aveva dato a Rosso. E con Stella in forma e in grado di combattere, Metalhead ed Edward non si sarebbero trovati di fronte ai Titans divisi e vulnerabili, senza contare il fatto che Red X non li avrebbe nemmeno distratti, quella notte. In poche parole, era stata tutta colpa sua… di nuovo. Anche se lei sembrava essere l’unica a pensarlo, visto che nessuno le aveva detto assolutamente nulla. Forse avevano faticato all’inizio, ma in poco tempo i Titans l’avevano accolta come una di loro, e quella diffidenza con cui l’avevano scrutata per diverso tempo era svanita, rimpiazzata da una cordialità alla quale lei non era quasi più abituata.

Lei sembrava davvero essere l’unica ad incolparsi di quanto successo. E forse avrebbe davvero dovuto smetterla di farlo. Forse… avrebbe dovuto imparare ad accettare quanto accaduto, fare tesoro delle esperienze accumulate, per assicurarsi che queste non si verificassero più. Forse… non tutti i mali venivano davvero per nuocere.

«Ehi.»

La voce di Lucas la riportò alla realtà. Amalia si voltò, sorpresa, incrociando di nuovo lo sguardo del compagno.

«Tutto ok?» le domandò. «Sembri… pensierosa.»

Komand’r lo analizzò con lo sguardo per un istante. Si morse un labbro, ponderando se dirgli o meno la verità, anche se sapeva benissimo cosa lui le avrebbe detto se lei l’avesse fatto. Non doveva preoccuparsi. Il peggio era passato, erano insieme, erano felici, e stavano tutti bene. Aveva fatto pace con Stella, erano di nuovo una famiglia, una famiglia che presto si sarebbe allargata. Il pensiero della sorella che giocava con il nipotino fece nascere un sorriso sul volto della tamaraniana mora, che annuì lentamente. «Va tutto bene, non preoccuparti. È solo che… non mi sembra vero che sia finita.»

«A chi lo dici…» mugugnò Red X, strappandole una risatina, mentre lui la stringeva con più forza.

«Mi mancherà questo posto.»

Lucas ridacchiò. «Questa sì che è bella.»

Amalia fece un’espressione quasi dispiaciuta. «Andiamo, i fongoid avevano bisogno di aiuto, e sono stati gentili con noi. Non essere troppo duro con loro.»

Rosso grugnì. «Non proprio tutti…»

«Ancora pensi a Galvor?» domandò la ragazza, con un sorrisetto. «Accidenti, non pensavo che tra voi fosse scoccata una simile scintilla… avresti potuto dirmelo, avrei ceduto volentieri a lui il mio posto in camera nostra…»

«Ah-ah…» mugugnò il moro, per poi sospirare. «Ok, ho capito… la smetto con questa storia.»

Amalia gli scoccò un bacio sulla guancia. «Bravo il mio ometto!»

Per tutta risposta, Red X fece una smorfietta, strappando un altro risolino alla tamaraniana.

«Sarete sempre i benvenuti, qui» esordì nel frattempo Alpheus, sollevando il tono di voce. «Ormai è come se faceste parte anche voi di questo luogo.»

Corvina chinò il capo. «Ve ne siamo grati. Saremo lieti di tornare a farvi visita, in futuro.»

«Anche no…» borbottò Rosso, facendo ridacchiare sommessamente Amalia ancora una volta. Robin questa volta parve sentirla, perché si voltò verso di loro sollevando un sopracciglio. Non appena lo fece, tuttavia, sia Red X che Komi distolsero lo sguardo da lui, come due bambini colti sul luogo del misfatto dal genitore. Quel gesto, oltre a farla rischiare di ridere ancora, le fece realizzare che il comportamento che Robin aveva appena usato era lo stesso che sicuramente avrebbe riservato a BB, Cyborg, Terra, o addirittura anche a Corvina e Stella, se fossero stati loro quelli a ridacchiare. Quel gesto, per quanto piccolo e fastidioso, per certi versi, significava anche che ormai, loro due, facevano davvero parte in tutto e per tutto della squadra. Amalia non seppe come prendere davvero quella scoperta, ma vedere Stella appoggiare la fronte sulla spalla di Robin, con un sorriso stampato sulle labbra, le fece dimenticare quei pensieri. Sapere di trovarsi a pochi metri di distanza da Kori, consapevole del fatto che ora tra loro fosse di nuovo tutto a posto, era più che sufficiente per lei.

«Arrivederci, allora» salutò nel frattempo Alpheus, con un cenno del capo.

Canoo non fece troppi complimenti, ed abbracciò direttamente Corvina, strappandole uno squittio sorpreso. «Arrivederci…» mugugnò, con uno strano tono di voce. Sembrava quasi che avesse appena pianto, o che stesse per ricominciare di nuovo.

Amalia lo aveva capito che lo sciamano era un po’ sbarellato, ma non così tanto. Non che la cosa lo rendesse antipatico ai suoi occhi, tutt’altro.

«S-Sì… mi mancherai anche tu, Canoo…» mugugnò Corvina, imbarazzata come non mai.

Kelwa strinse le mani e se le appoggio alla guancia, osservandoli deliziata in un gesto volutamente esagerato, atto ad attirare l’attenzione di Cyborg. Osservandola, anche al titan bionico scappò un risolino.

«E arrivederci anche a tutti voi» proseguì Alpheus, rivolgendosi al resto del gruppo. «Anche se abbiamo dedicato più attenzione alla vostra compagna, voglio che sappiate che siamo grati a tutti, dal primo all’ultimo, in egual modo. Dopotutto, siete una famiglia, e dietro il duro lavoro fatto dalla Salvatrice, sappiamo anche che c’è quello di tutti voi. Quando si è in un gruppo, ogni singolo membro di esso è importante. Non si può arrivare ad un livello come il vostro senza un leader carismatico…» Alpheus spostò lo sguardo su Robin, che distese il sorriso. «… senza una mente brillante…» Ora toccò a Cyborg, che parve sorprendersi di trovarsi sotto le luci della ribalta. Kelwa gli diede una pacca sul braccio, costringendolo a massaggiarsi dietro al collo imbarazzato. «… o anche senza… un po’ di maniere forti…» Toccò a Rosso il turno sotto ai riflettori.

Non appena sia il moro che Amalia si resero conto di tutti gli sguardi puntati su di lui, alla tamaraniana dispiacque di non avere una macchina fotografica con cui immortalare l’espressione di Lucas. Sembrava quasi implorare con lo sguardo di essere seppellito vivo, e il terribile sorriso forzato che stava facendo era il punto esclamativo messo al termine di quella richiesta.

«E soprattutto, senza la presenza di qualcuno al nostro fianco che ci sproni e che ci spinga sempre a dare il meglio di tutti noi» non si rivolse a qualcuno di particolare, questa volta, ma era evidente che stesse parlando delle ragazze, Stella, Amalia, perfino Terra e Kelwa. Tutte loro si scambiarono uno sguardo con le persone a cui erano associate, pure la biondina non si fece troppi scrupoli ad osservare Corvina con un’espressione decisamente diversa rispetto a quella che una semplice amica le avrebbe rivolto.

Amalia incrociò lo sguardo di Rosso per l’ennesima volta e gli sorrise, ringraziando sempre per l’ennesima volta di averlo conosciuto. Lui le aveva cambiato la vita, in tutti i sensi, e avrebbe continuato a farlo anche nel futuro che li attendeva. Per quel motivo, lo avrebbe per sempre amato.

«E poi, beh… c’è Beast Boy» concluse Alpheus, dedicando il finale del discorso al membro del gruppo passato più in sordina. Ora gli sguardi caddero tutti sul mutaforma, che spalancò gli occhi. «Ehm…» mugugnò, per poi far schioccare la lingua ed appoggiarsi entrambe le mani dietro al capo con falsa aria di superiorità. «Ovviamente. Cosa farebbe la squadra senza di me, dopotutto?»

Cyborg sghignazzò, regalandogli un’altra pacca sulla schiena, mentre il resto dei presenti ridacchiava a sua volta.

«Vai, BB!» gridò un piccolo fongoid in mezzo alla calca. «Sei il migliore!»

Anche il re sorrise al mutaforma, volgendogli un cenno del capo. «Grazie a tutti voi. La Terra è fortunata ad ospitarvi.»

I ragazzi cominciarono a guardarsi tra loro, colpiti dalle sue parole. Pure Rosso e Amalia vennero considerati dal resto del gruppo, a dimostrazione del fatto che ormai erano davvero un tutt’uno. Facevano parte della squadra, della famiglia. Per una volta, Amalia riuscì a non sentirsi più fuori posto, in mezzo a tutti loro.

«Bene. Vuoi aggiungere altro, Canoo?» continuò Alpheus, riportando l’ordine.

«N-No…» mugugnò lo sciamano, con la voce ancora leggermente incrinata. «Hai già detto tutto tu…»

«Allora credo proprio che sia il caso di smettere di trattenere i nostri ospiti.» Il re chinò il capo in cenno di saluto. «Fate buon viaggio, Teen Titans!»

Corvina sorrise, ricambiando il gesto, imitata dal resto dei propri compagni. Il popolo di fongoid esplose in grida e gesti di saluto, ognuno augurando loro buon ritorno a casa a loro modo.

Il gruppo di ragazzi proseguì verso la navicella nel cortile, ricambiando i saluti, perfino Amalia abbozzò qualche cenno con la mano, rivolto soprattutto verso le fongoid che si erano prese cura di lei.

Quando entrò dentro la navicella, le parve quasi di essere entrata in un’altra dimensione. Una strana sensazione percorse il suo corpo, come spinta nel sangue dal battito cardiaco.

Non si accorse più dei suoi compagni, nemmeno di Lucas, di cosa si stessero dicendo, delle loro espressioni, non si domandò cosa potessero pensare. Mentre Cyborg faceva partire la navicella e sentiva il suolo di Quantus staccarsi da sotto i piedi di tutti loro, strinse la mano di Rosso con più forza, e quella fu l’unica cosa che fece. Osservò lo spettacolo attraverso il parabrezza di fronte a lei, il cielo azzurro decorato da nuvole candide trasformarsi lentamente in quello più scuro ed illuminato dalle stelle nello spazio.

Non si rese conto di essere rimasta con il fiato sospeso fino a quando il bisogno di aria non divenne impellente. Espirò molto più forte di quanto avrebbe voluto, attirando l’attenzione di Rosso su di sé.

«Ti senti bene?»

Con uno sforzo, la ragazza annuì. «Sì, va tutto bene.» Si accarezzò la pancia, ripensando al futuro che la attendeva. Il suo viaggio, la sua avventura lì, nello spazio, in quel pianeta, stava per giungere al termine… ma la sua storia, quella no. La sua storia, quella di Rosso e anche quella della creatura che teneva dentro di sé, tutte e tre sarebbero proseguite e, al pensiero di ciò, un moto di eccitazione si fece largo tra l’angoscia.

Osservò Quantus che si allontanava lentamente dalla loro vista, smarrendosi nei meandri dello spazio, e sorrise. Uno dei sorrisi più grandi e genuini che aveva mai fatto. Quel capitolo era chiuso, ma ora… ora stava per iniziarne un altro, un altro che sicuramente sarebbe stato altrettanto impegnativo, se non di più.

E lei non vedeva l’ora. Baciò il compagno appassionatamente, e le braccia di lui la strinsero con forza, con fare protettivo. Quando le loro labbra si separarono, Amalia lo osservò in quelle iridi profonde come l’oceano, e distese il sorriso. «Va tutto benissimo.»






Ladies and gents, questo capitolo era pronto da un fracco di tempo. Penso di averlo finito un anno fa o giù di lì, ma non ho mai avuto voglia di pubblicarlo, in realtà perché avevo in mente di fare un ritorno a casa più dettagliato, tuttavia... penso che possa andare bene così. Finale aperto, ma non troppo. I nostri eroi sono felici, sono assieme, e TORNERANNO a casa questa volta.

Quindi... sì. Scusate se ci ho messo tanto e scusate se sembro un po' sottotono, ma sarò sincero, scrivere storie sui TT mi ha un po' drenato di ogni energia. Ho iniziato la mia carriera su un'altra sezione e mi sento rinato. Però ero anche stanco di vedere sta storia ferma con un solo capitolo mancante, quindi... niente. Non sarà il finale epico che avreste voluto, penso, e vi chiedo scusa per questo, ma dovevo darci un taglio definitivo, mettere un punto finale, almeno su questa storia. 

Riguardo Infamous 2... gente, sarò onesto con voi, non ho alcun desiderio di riprendere quella storia. Mi dispiace davvero. Potrei cambiare idea, magari tra qualche anno, non lo so, ma al momento Infamous 2 rimane così com'è. Vi chiedo scusa. E di nuovo, chiedo scusa per questo finale un po'... meh. Penso che sia meglio di niente, credo. Non lo so, gente, non lo so. Sono solo felice di aver terminato questa storia.

Quindi... a chiunque leggerà, se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio molto. Grazie a chi mi ha seguito dall'inizio, dal lontano 2014 quando scrissi le prime timide storie (brutte come la fame) grazie a chi mi ha seguito durante Hearts of Stars, grazie a chi ha seguito Infamous e grazie a chi ha letto questa storia qua fino alla fine o la leggerà perché incuriosito dal fatto che è apparsa nella prima pagina dopo eoni. 

Niente, grazie a tutti, siete stati una famiglia fantastica nel periodo in cui ho scritto in questa sezione, ma ora è tempo che io emigri da un'altra parte. Queste storie avranno sempre un posto nel mio cuore, tutti voi lo avrete, ma... sapete com'è, il mondo è bello perché vario e ho deciso di variare. Se vorrete leggere altra roba mia, vi consiglio assolutamente la mia storia sul fandom di Percy Jackson, un altro mattone di 44 capitoli da fare impallidire HoS di cui mi sento molto orgoglioso, ma sta a voi, se volete vedere come me la passo, se volete leggere qualcos'altro di mio perché apprezzate me come scrittore e non solo perché scrivevo sui TT, sapete cosa fare. Sennò non ha importanza, pace e amore a tutti voi, grazie ancora per essere arrivati fino a qui, perdonatemi se ci ho messo così tanto e, di nuovo, perdonatemi se il capitolo è sottotono.

Statemi tutti bene, è stato un vero onore scrivere per voi. Ci vediamo... alla prossima, suppongo. Arrivederci a tutti!


   
 
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