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Autore: Spensieratezza    27/05/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Dean era già partito con il giustificarsi e il cercare di smentire  qualsiasi legame amoroso con Sam.

“Va bene, lo confessiamo! In realtà siamo FRATELLI. Non lo diciamo in giro per confondere le acque..abbiamo un sacco di identità false, documenti falsi…”
“Dean…”

“E siccome ci scambiano tutti per una coppia, abbiamo finito per fingere che lo siamo. Per non dare nell’occhio! A me e Sam non disturba e…”

“Dean, è inutile!”

Dean si era girato verso Sam, che lo guardava addolorato e carico di sensi di colpa.
“Dean, loro lo sanno…”

“Cosa? Di che stai parlando? Che dovrebbero sapere? Loro non..”
“Quel giorno..in piscina..ti hanno attirato fuori..hanno reso inagibile la mia cabina doccia per…” Sam prese un grosso sospiro. “Per lasciarci da soli.

"Cosa?" Dean aveva lo sguardo tremulo, incredulo. Sam chiuse gli occhi, intervenne Alan mettendo una mano sulla spalla di Sam.

“Non prendertela con lui. Abbiamo capito da soli, che c’era qualcosa di irrisolto tra di voi, abbiamo inscenato tutto da soli, lui non c’entra niente, glielo ho svelato solo poco prima che arrivasse da te.”

Dean spalancò appena la bocca continuando a guardare Sam.

Era uno sguardo di difficile interpretazione. Dean aveva uno sguardo tremulo guardando Sam, ma non deluso. Fragile forse, ma pieno d’amore, esposto.

Arrivò anche Matt a mettere una mano sulla spalla di Dean.

“Siamo più simili di quanto tu possa pensare. Anche io e Matt abbiamo avuto bisogno di tempo prima di accettare che ci amavamo. Steve e Alan non hanno fatto altro che prenderci in giro per questo.”

“Non credo tu ti renda conto appieno della differenza che..” disse Dean con gli occhi lucidi.

Non importa. L’amore è amore in qualunque forma, noi non vi giudichiamo, anzi, siamo FIERI di aver fatto da cupidi in un certo senso, a due eroi che hanno salvato il mondo.”
Ora i ragazzi si erano messi in fila ad osservarli.

Sembravano irradiare una luce speciale, luminosa, come dei veri supereroi.

Dean e Sam provavano un senso di amicizia, calore e riconoscenza che li faceva commuovere e riscaldava loro il petto. Non avevano mai provato un sentimento del genere prima d’ora. Certamente amavano tante persone, ma alcune di quelle che amavano, erano morte, come Ellen, come Jo, come Ash che, anche se l’avevano conosciuto pochissimo, avevano imparato a volergli bene, Bobby era come un padre per loro ma la differenza generazionale si sentiva, il loro vero padre non c’era più e Castiel e Gabriel per quanto potessero essere loro amici, erano ANGELI e questo in un certo senso li divideva da loro, tra spazio e cielo. Non avevano mai avuto degli amici che potessero avvicinarsi tanto a loro, come razza, generazione ed età. Delle persone che in un certo senso fossero anche simili a LORO.

“Non sappiamo cosa dire…” disse Dean.

“Beh, potete sempre cominciare, decidendo di raccontarci cosa è successo con Lucifer. Davvero come dice quel libro che avete buttato a terra, avete rinchiuso il DIAVOLO?” chiese Bruce.

“E come fa l’autore del libro a sapere la vostra storia? È un vostro amico?” chiese Steve.

Chuck non è un nostro amico, ma un profeta! Un profeta un po’ troppo curioso a dire la verità, avevamo cercato di dirgli di smetterla, ci toccherà parlarci di nuovo.” Disse Dean ancora arrabbiato al pensiero.

“Un..un PROFETA?” chiese Steve sconcertato.

“Per quanto riguarda Lucifer, è in paradiso adesso, non più nella gabbia.” Disse Sam.
“COOOSA?” chiesero in coro i ragazzi.
Dean si era voltato verso Sam.
“Complimenti Sammy.”
Sam fece spallucce.

“Come ha fatto il DIAVOLO a liberarsi?” chiese Bruce. “Sapevamo che Sam era tornato grazie ai nostri contatti ma non sapevamo del diavolo. È una tragedia.”

“No, non lo è. È buono adesso. Almeno crediamo.” Disse Sam.
I ragazzi sembravano aver ricevuto una cannonata in petto.
“Buono?” chiese Alan.

“Sentite, lasciamo perdere questa storia, dobbiamo concentrarci sui demoni!” disse Dean cercando di cambiare discorso.
“NO!” disse Bruce. “Vi rendete conto che stiamo parlando del DIAVOLO? Non crediamo di poterci concentrare su altro se non capiamo cosa è successo. Voi ce lo dovete. Stiamo parlando di Lucifer.”
Dean e Sam sospirarono.

“Hanno ragione, Dean, mettiti nei loro panni.“ provò a dire Sam.
“Meno male che non abbiamo molti amici perché se avessimo dovuto ogni volta raccontare tutta la storia da capo, mi sarei sparato, ma prima vorrei davvero qualcosa di forte prima di cominciare il lungo racconto.”

I ragazzi andarono in un negozio a procurarsi diverse birre e così Sam e Dean cominciarono quindi a raccontare, da come Sam apparve un giorno davanti alla casa di Dean, da come si rifiutò di stare ancora a casa di Lisa, della pasticceria di Gabriel, dei loro problemi – cercando di evitare i contenuti troppo piccanti che i ragazzi comunque avevano intuito – da Castiel e Crowley e il purgatorio, da quando Sam e Dean si erano riavvicinati, dalla sua fuga per salvare Adam a Dean che gli era corso dietro, alla canzone che aveva un significato speciale per entrambi, e qui cercarono di omettere le parti troppo erotiche tipo cosa era successo nella baita nel bosco, lasciandole comunque intuire, raccontando il necessario – alla febbre di entrambi quando tornarono a casa, alla fatica per guarire, alle lettere dell’Essenzia, ad Adam, fino ad andare a finire anche a Jack e alla connessione tra Gabriel e Sam. Un'ora e parecchie birre dopo, avevano finito.

 
“E così Lucifer sarebbe tornato un ANGELO. Pensate se tutta l’umanità dovesse venire a saperlo.”disse Matt.
“Sarebbe una catastrofe! Non potrà mai accadere!” disse Dean precipitosamente.

“Ma cambierebbe tutto, tutta la storia della religione e dell’umanità, la mentalità generale…” disse Steve.

“Sentite..” disse Sam. “Non lo diciamo solo per noi, per il soprannaturale, ma per l’equilibrio di tutti, di tutte le razze. Il mondo NON è PRONTO. Non riusciamo ad andare neanche d’accordo tra di noi, guardiamo l’immigrato o lo straniero come un nemico da sconfiggere. Cosa potrebbe succedere se il mondo venisse a sapere degli ANGELI? Pretenderebbe di parlare con Dio! E se lui rifiuterebbe di dargli udienza, cosa potrebbe succedere? Non possiamo gettare il mondo nel caos, o permettere che la gente perda la fede completamente. Non possiamo cominciare una guerra tra cielo e terra!”

“Se il mondo venisse a sapere di Lucifer, la loro concezione di bene e male, la concezione di tutto il mondo, verrebbe stravolta di nuovo. Le persone penserebbero che potrebbero compiere TUTTO IL MALE DEL MONDO e verrebbero perdonati, non è giusto. Non possiamo gettare il mondo allo scatafascio.” Disse Dean.

“E gli angeli?? Vanno PROTETTI! Non possiamo gettarli in pasto a una generazione inferocita piena di rabbia e povera di speranze. Non è giusto per loro, hanno diritto anche loro  a vivere in pace!!” gridò Sam.
Basta, basta così, abbiamo capito!!” disse Matt.

Sam e Dean li guardarono. Avevano il fiatone e avevano appena fatto una disgressione degna di un avvocato, in difesa delle stesse creature che meno di un anno fa, li avevano costretti a sottostare al loro volere e a ubbidire, a sottomettere il loro corpo per essere carne da macello, non pensavano avrebbero mai fatto niente di simile.
Ora guardavano quei ragazzi e vedevano nelle loro facce LORO STESSI.

La loro espressione era stravolta, una sorta di stupore misto a riverenza che si riconosceva nella consapevolezza e un po’ anche nello stupore che al mondo esisteva qualcosa di così TANTO GRANDE, la tristezza per non poterlo rivelare, perché il mondo non era pronto. Quel senso di solitudine quando ti trovi davanti al DIVINO e ti senti impotente e non puoi condividerlo, devi nasconderlo, fare un passo indietro, devi farlo diventare un segreto.

Eppure allo stesso tempo sentirti parte di QUALCOSA. Quando conosci qualcosa che nessun altro sa, sei speciale, al di fuori dell’ordinario, la tua mente pensa in maniera diversa e niente dopo questo, sarà più come prima.

“Non diremo nulla. “ disse Steve. “In fondo siamo abituati ai segreti.”

Si strinsero tutti le mani, fu un momento emozionante.
“Quello che avete passato è..WOW..” disse Steve.

“Abbiamo anche notato che, siete molto turbati per quei libri che hanno scritto su di voi, sappiate che se lo desiderate, vi aiuteremo  a farli sparire.” Disse Alan.

“Siete molto gentili, ma adesso dobbiamo pensare ad altro. Il destino ci ha riuniti qui insieme per la seconda volta. Crediamo ci sia un perché. Vogliamo aiutarvi e fare il possibile per liberare questa città dai demoni.” Disse Dean.

“Va bene, ma prima dobbiamo sapere una cosa: tuo fratello sarebbe disposto a fare da esca?” chiese Steve.





















Note dell'autrice:  e abbiamo superato anche lo scoglio delle spiegazioini, cosa che io ho sempre opdiato ma che è indispensabile ahhah da qui in poi le cose dovrebbero essere più divertenti xd

UNA COSA IMPOPRTANTE: ho modificato delle parti del cap 12 perchè mi sono accorta che Dean dice più volte la frase "mio fratello" davanti ai ragazzi, ecco non so come sia potuta capitare una cosa dfel genere, siu tratta di un errore e ho provveduto a sistemare, meno male che hgo riletto! Loro non sapevano assolutamente che fossero fratelli! se qualcun altro si era accorto dell'incongruenza, scusate il disagio çç
   
 
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