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Autore: Kagome    27/05/2021    7 recensioni
La festa della mamma colpisce duramente Adrien. Ma quando Marinette fa del suo meglio per tirargli su il morale, la reazione impulsiva del ragazzo provoca un'escalation di eventi molto inaspettata. Riuscirà Chat Noir a sopravvivere a una sessione di 'Obbligo o Verità' con Marinette e Alya? Senza avere un infarto o mettere a repentaglio la sua identità segreta? Leggete e scopritelo ;) Adrienette/Marichat, angst, fluff e bel reveal!
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 — Come ringrazia un Agreste

"Marinette! Marinette ti prego, svegliati!" La voce di Alya era come una pugnalata per la sua testa imbottita di cotone. "Sono le otto e dieci! Faremo tardi a scuola!"

A quelle parole, Marinette spalancò gli occhi. "LE OTTO E DIECI!!" Saltò giù dal letto, le mani a coppa su entrambi i lati del viso. "Oh mio Dio, è un disastro! Non faremo mai a tempo!" Corse in giro in preda al panico, afferrando la borsa della scuola e indossando metà dei suoi vestiti mentre si lavava i denti e l'altra metà mentre li sciacquava con il collutorio.

La notte scorsa era stata probabilmente una delle notti più movimentate e faticose di sempre. Non solo il gioco di Obbligo e Verità con Chat Noir l'aveva lasciata scossa nel profondo e incapace di chiudere occhio, ma lo snervante inseguimento telefonico che poi aveva iniziato con Chat Noir nei panni di Ladybug aveva esaurito completamente le sue ultime energie. Aveva finito per addormentarsi seduta sul water, e suo padre l'aveva svegliata un po' prima delle 4 di mattina, cercando di aprire la porta del bagno chiusa a chiave. E per fortuna che aveva chiuso a chiave la porta, o avrebbe avuto qualche problemino a spiegare perché Ladybug stesse dormendo seduta sul LORO water. Quindi, se non fosse stato per l'adrenalina che le scorreva attraverso il corpo al momento, dubitava che sarebbe stata in grado di tenere gli occhi aperti.

Si lavò velocemente il viso e mise un po' di mascara e eyeliner. Poi afferrò frettolosamente la sua cartella, notando che Alya invece era già vestita e pronta per andare, e aveva perfino lo zaino sulle spalle.

"Eh?" chiese Alya con un cipiglio sorpreso, sicuramente notando la sua aria sbigottita. "Ho passato un sacco di tempo a cercare di svegliarti. Sono anche andata di sotto e ho fatto colazione. Come dovresti fare anche tu adesso per inciso..."

Marinette guardò l'allarme del telefono. "Non c'è tempo per la colazione, sono le otto e venti!" Questa notizia fece impallidire perfino Alya.

"Ci vogliono solo 5 minuti per arrivare a scuola no?" disse Alya in preda al panico. "Vediamo chi fa prima! Prendimi se ci riesci!" Alya ridacchiò e corse giù per le scale che portavano alla stanza di Marinette, immediatamente seguita dall’altra, che ridacchiava quanto lei. Si precipitarono fuori dall'appartamento e poi scesero le due rampe di scale. Marinette si fiondò nella cucina del panificio e afferrò un paio di croissant appena sfornati, li mise in un sacchetto e poi nello zainetto, pensando che li avrebbe mangiati più tardi.

"Andiamo a scuola, ciao mamma, papà! Ci vediamo dopo!" Non aspettò nemmeno che i genitori rispondessero, ed uscì dalla porta sul retro, correndo dietro ad Alya finché non raggiunsero entrambe il semaforo. Che era rosso, ovviamente.

"8.27. La scuola è laggiù. Ce la faremo?" chiese Alya. "Sei l'esperta in queste cose..." ridacchiò poi.

Marinette sospirò e le afferrò il braccio, riprendendo a correre non appena la luce diventò verde. "Magari solo di striscio!" dichiarò, e con uno sforzo che avrebbe fatto vergognare un atleta, si precipitò verso la scuola, riuscendo a oltrepassare la soglia del cancello nel momento preciso in cui la campanella suonava l'inizio delle lezioni.

"Ragazza mia... sul serio. Niente più pigiama party quando il giorno seguente c'è scuola. Mi farai prendere un infarto!" disse Alya, con voce tremante tra un ansimo e l'altro.

"D'accordo", fu la risposta di Marinette, mentre si sforzava di domare il folle battito del suo cuore. Si asciugò il sudore e si tirò sù, finalmente in grado di guardarsi intorno.

"Buongiorno, Marinette!" disse una voce da dietro di lei. Si voltò e vide Mylene e Ivan che la guardavano sorridenti.

"Uh ... buongiorno! Non dovreste essere in classe?" pensò a voce alta.

"Buongiorno, ragazze!" Quella era la voce di Nino, che le osservava con un sorriso smagliante sulle labbra. Che cavolo era successo a tutti, stamattina?

"Ehi, Marinette!" Alzò lo sguardo e vide Marc e Nathaniel che la salutavano sulle scale, tra un gruppo di studenti che non conosceva bene, e rispose al saluto con un gesto nervoso della mano.

"Ciao, Marinette!" Questo era uno studente che non conosceva affatto. Dovette riflettere prima di rispondere.

"Oh. Ciao ... P-paul ...?" provò a chiedere, ricordando che una volta si era ritrovata con lui davanti all'ufficio del preside, per un ritardo, e si era presentato come Paul. Il ragazzo fece un sorriso a 32 denti, come se fosse al settimo cielo solo perché lei conosceva il suo nome.

Marinette guardò Alya e la sua amica fece spallucce e alzò le mani in un gesto che significava che anche lei non avesse la più pallida idea di cosa stesse succedendo. Le due ragazze iniziarono a camminare verso la stanza degli armadietti, mentre la scena che si sviluppava attorno a loro assumeva un'aria sempre più inverosimile, più le due si addentravano all'interno della scuola.

"E' solo una mia impressione, Alya, o tutta la scuola si è riversata nell'atrio e nei corridoi? Perché ci stanno seguendo tutti?" Marinette iniziava ad avere una brutta sensazione, come un nodo che le contorceva lo stomaco. Era arrivata tardi, o giusto al suono della campana, molte altre volte nel corso degli anni ma non le era mai accaduta una cosa del genere. Mai.

"Compresi gli insegnanti, vuoi dire?" Lo sguardo di Alya si spostò verso sinistra e Marinette notò che anche Mlle. Bustier era fuori della classe e le stava guardando, e non sembrava affatto infastidita dal fatto che la sua lezione iniziasse in ritardo, anzi, sembrava piuttosto divertita. Rose era vicino all'insegnante, col viso tutto rosso e gli occhi scintillanti di eccitazione.

"È così..." iniziò a dire, prontamente smorzata da Juleka, che le mise entrambe le mani sulla bocca e sorrise nervosamente.

"Sì," riuscì a dire Marinette, prima di essere bruscamente afferrata e girata, ritrovandosi in faccia il viso irato di una Chloé molto agitata. Quando le due incrociarono lo sguardo, il volto della figlia del sindaco si contorse in una smorfia che mostrava teatralmente la sua angoscia.

"Dupain-Cheng... è ridicolo. Assolutamente ridicolo." Si portò drammaticamente una mano agli occhi e si allontanò, seguita da una preoccupatissima Sabrina che le lanciò uno sguardo furibondo.

Che diavolo...

Mentre le due proseguivano verso la stanza degli armadietti, ormai Marinette si aspettava che succedesse qualcosa di terribile. Magari un'Akuma aveva colpito la scuola prima del loro arrivo? Ma la sua meraviglia raggiunse livelli mai visti prima quando entrò nella stanza degli armadietti e fu accolta dai furiosi occhi verdi di Lila. Magari tutta questa storia era dovuta a una bugia della ragazza italiana? No, sembrava troppo furiosa perché questa fosse la ragione. Marinette era ancora più perplessa.

"Non finisce quì, Marinette. Non hai ancora vinto!" sibilò Lila, e uscì dalla stanza. Marinette rimase sbigottita a fissare il nulla, poi sospirò e si diresse verso il suo armadietto.

"Ciao, Marinette, posso parlarti un attimo?" disse una voce da dietro di lei. Marinette era così confusa che non lo riconobbe nemmeno, né notò come Alya si irrigidì accanto a lei quando si voltò a vedere chi fosse.

"No, non ora, mi dispiace. Sono in ritardo per la lezione di Mlle. Bustier e non ho intenzione di ritrovarmi di nuovo nell'ufficio del Preside," disse, più a se stessa che a chiunque altro. Poi, senza nemmeno voltarsi, aprì la porta del suo armadietto.

All'improvviso, l'ufficio del Preside divenne l'ultima delle sue preoccupazioni, mentre il suono del sussulto sorpreso di lei e di Alya risuonava nella stanza attorno a loro.

"Oh. Mio. Dio. Dev'ssere costato una fortuna!" Marinette sentì dire Alya.

Nel suo armadietto, posizionato in un modo che sembrava sfidare la fisica, c'era un gigantesco mazzo di rose. Rose blu scuro sul retro, seguite da rose rosa e rosse, tutte squisitamente messe insieme in un mix meravigliosamente equilibrato. Davanti al bouquet c'era un biglietto posizionato con cura in modo da non poter non essere notato... e quando vide le parole che vi erano scritte sopra, Marinette iniziò a tirare su col naso mentre calde lacrime le scorrevano dagli occhi giù per le guance.

"Rose blu come l'oceano che risplende nei tuoi occhi,

Rose rosa come grazie per un regalo coi fiocchi,

Rose rosse come la passione. Ti devo avvertire,

Marinette Dupain-Cheng, ti amo da impazzire!

Non sono molto bravo a scrivere poesie, ma... ti amo davvero, Marinette.

Ps: Non lo firmo, così sai come ci si sente.

Ps2: Sto scherzando. Non ti farei mai una cosa simile.

Tuo ora e per sempre,

A.A.A.A.A.A."

All'improvviso, le lacrime non furono più l'unica cosa ad offuscarle la vista, perché due mani le coprirono gli occhi, facendola sussultare.

"Sono sicuro che sai cosa significhino tutte quelle A!" disse la voce divertita di Adrien da dietro di lei. "Ma posso elencarteli io, se vuoi."

La fece voltare gentilmente e la guardò con quegli splendidi occhi verdi che le avevano rubato il cuore solo pochi mesi prima. Marinette poteva vedere chiaramente i segni neri delle occhiaie, anche se il ragazzo aveva cercato di nasconderli con un po' di fondotinta e correttore. Lo guardò attonita, incapace di respirare, o di muoversi, per paura che tutto finisse per essere un sogno e che si svegliasse nel suo letto con Alya a russarle accanto.

"A-Adrien..." Le ci volle tutta la forza di volontà solo per pronunciare quel nome.

Lui le spostò delicatamente una ciocca di capelli che le era caduta sulla fronte e si stava avvicinando pericolosamente ai suoi occhi. "Sì?" Le fece il suo sorriso più smagliante, che gli illuminò tutto il viso inclusi gli occhi, e le fece diventare le gambe di gelatina e le fermò il cuore. "Arthur, Augustin, Antoine, Athanese, Agreste," finì lui, visto che ovviamente lei non riusciva a parlare. "Che vorrebbe chiedere il tuo permesso, Marinette."

"Con il tuo permesso, Marinette!" Le parole di Chat Noir, che Alya aveva riprodotto fino alla nausea la notte prima, echeggiarono all'improvviso nella sua memoria, ma la ragazza le parcheggiò e le ignorò, sopraffatta com'era da questo nuovo flusso di emozioni. Perché diavolo stava pensando a Chat Noir proprio adesso?

Annuì leggermente, ma il luccichio negli occhi di Adrien le disse che il ragazzo aveva aspettato il suo consenso fin troppo a lungo per i suoi gusti. Con una mossa rapida, Adrien fece sparire ogni distanza tra di loro finché le sue labbra incontrarono quelle di lei, e il fulmine colpì di nuovo Marinette e la bruciò nelle più intime profondità del suo essere.

Una piccola parte del suo cervello percepì che il suo corpo veniva sbattuto contro l'armadietto, che il bouquet gli cadeva in testa, e un paio di mani lo sollevavano e glielo toglievano di dosso; percepì quanto era freddo il metallo degli armadietti dietro la schiena e quanto sembrava forte e caldo il corpo di Adrien contro il suo. Le mani le corsero sulla sua nuca e iniziarono a passargli tra i capelli, e sentì che stava facendo lo stesso anche lui, così tanto che alla fine riuscì a scioglierle i codini e iniziò a passarle le dita liberamente tra i capelli sciolti.

Le farfalle avevano di nuovo preso residenza nel suo stomaco e un brivido febbrile le fece pulsare tutto il corpo mentre le mani di Adrien le lasciavano i capelli e cominciavano a scorrerle sulla schiena, fino alla vita, fino a cercare di intrufolarsi sotto la sua maglietta.

Adrien! Non così in fretta... Non sapeva come fosse riuscita a formulare un pensiero così razionale, ma gli afferrò le mani e lo spinse all'indietro, con un piccolo sorrisetto all'angolo delle labbra mentre capovolgeva la situazione, facendolo girare così che ora fosse la schiena di lui a premere contro gli armadietti.

Non sapeva cosa le stesse dando la forza per un comportamento tanto ardito. Forse la mancanza di sonno aveva rimosso i suoi dubbi ed esitazioni? Forse perché stava provando una fortissima sensazione di déjà vu, non solo nella dinamica del bacio ma anche nelle sensazioni che il bacio stesso stava scolpendo nella sua anima? Forse perché il suo istinto le stava semplicemente dicendo che questa volta fosse il suo turno di prendere il controllo? Ma mentre teneva saldamente le mani di Adrien nelle sue, trovò il coraggio di spingere timidamente la sua lingua sulle sue labbra, e fu ricompensata con un gemito appassionato, quando le labbra di lui si aprirono per accoglierla.

Quella reazione uccise completamente l'ultimo barlume di ragionevolezza che fosse rimasto in Marinette; la ragazza si tirò su e si aggrappò alla vita di Adrien con le gambe, mentre gli lasciava le mani e gliele passava per tutto il torso e la schiena fino ai capelli. Le loro lingue iniziarono a lottare per dominanza, finché lei non lo sentì rabbrividire al suo tocco e aprì gli occhi per guardarlo e accoglierlo completamente. Lo sguardo di adorazione totale che vide nei suoi occhi la lasciò senza fiato e ancora più assetata.

"Ahem!" tossicchiò Alya, che sembrava piuttosto divertita, facendo voltare entrambi. La bruna stava sorridendo e li guardava sorniona, il telefono saldamente tra le mani e puntato nella loro direzione—e questa volta non era l'unica con il telefono in mano... Marinette notò che quasi tutti i ragazzi attorno a loro avevano una specie di telefono, o macchina fotografica, puntato diritto nella loro direzione. Deglutì a vuoto.

"Suppongo sia meglio rimettere questi fiori nel tuo armadietto e che io vada a lezione, a inventarmi una storia per coprire voi due, piccioncini!" Alya procedette a rimettere con cura i fiori dove erano prima, e poi gli lanciò uno sguardo malizioso che fece arrossire Marinette fino alla radice dei capelli, e ridacchiò. "Se c'è bisogno di trovare scuse, vista la reazione di tutta la scuola. Ma... vi lascio un po' di privacy." Ormai Marinette era sicura che il suo viso fosse diventato cremisi. Anche Adrien sembrava piuttosto rosso in volto.

La bruna scambiò un'ultima occhiata con entrambi e poi si girò, afferrando Nino che sorrideva come un idiota accanto a lei. Cacciò via altri studenti che gli si erano radunati attorno, la maggior parte dei quali Marinette non aveva mai visto prima.

"Dai! Lo spettacolo è finito! Lasciateli in pace!" insistette Alya, finché la stanza non rimase vuota; poi si girò nuovamente verso di loro e fece l'occhiolino prima di uscire anche lei e chiudere la porta.

oOo

Sia Marinette che Adrien seguirono Alya con lo sguardo, aspettando che la ragazza uscisse e che la porta si chiudesse. Poi si girarono e si guardarono negli occhi, ancora un pochino imbarazzati.

"Non che tu sia pesante, anzi," disse Adrien dopo un attimo di silenzio. "Ma magari è meglio se scendi. Ho bisogno delle mie mani."

Solo quando lui glielo fece notare, Marinette si rese conto che si era comodamente aggrappata alla vita di lui con le gambe e lui la stava bilanciando sorreggendola con le braccia. Con cautela, mise giù i piedi e lo lasciò andare, ma poi gli lanciò uno sguardo furbo.

"Basta che quelle mani si comportino bene, Monsieur Agreste!"

Adrien abbassò lo sguardo e arrossì, portandosi istintivamente una mano alla nuca.

"Uh, scusa," mormorò, colto alla sprovvista. Poi le fece un sorriso un po' sfacciato e scherzò, "almeno non balbetti più..."

Lei sorrise di rimando, ma poi lo guardò maliziosa. "Non cambiare argomento!"

Finse di essere oltraggiata e fece il broncio, incrociando le braccia sul petto. Questo fece sorridere Adrien, che poi esplose in una risata genuina, come quella che l'aveva fatta innamorare di lui. Pochi secondi, ed erano entrambi a spanciarsi per le risate.

"Sul serio, Marinette," disse Adrien, mentre si asciugava le lacrime e riprendeva fiato. "Volevo davvero ringraziarti. Hai reso la mia giornata molto più sopportabile ieri."

Marinette guardò il mazzo gigante nel suo armadietto e prese il suo biglietto, accarezzando teneramente le parole. "Se avessi saputo che è così che dici grazie, avrei firmato tutti i regali che ti ho fatto in passato, Adrien!" gli sorrise dolcemente, ma il suo sorriso si spense quando vide Adrien che ricambiava con una replica perfetta del ghigno a 32 denti di Chat Noir.

Oh cielo... aveva già visto quegli occhi guardarla con la stessa e identica adorazione. No. Non poteva essere. Cercò di cancellare il pensiero dalla sua mente, ma lui aveva notato il suo cambiamento di umore.

"Cosa c'è che non va?" chiese, con un cipiglio improvviso.

Lei sorrise dolcemente. "Va tutto bene, sto bene. Ho solo... bisogno del bagno." Abbassò lo sguardo, il cuore che le batteva all'impazzata nel petto, mentre l'ombra del dubbio iniziava ad attanagliarla. Quel bacio, le stesse sensazioni, le stesse emozioni...

"Aspetta!" cercò di fermarla Adrien, afferrandole le mani e attirandola a sé, mentre le sollevava il mento con le dita e le posava un delicato bacio sulle nocche. "Vuoi essere la mia ragazza, Marinette?"

Il cuore di Marinette trovò una nuova residenza nella sua gola e iniziò a battere all'impazzata. Il sangue le fluì al viso mentre i suoi occhi si spalancavano.

"Il bagno! Ho detto che ho bisogno del bagno," strillò Marinette, gli diede uno schiaffo sulla mano e corse fuori dalla stanza, diretta al bagno delle ragazze.

oOo

Non appena entrò nel bagno e si chiuse in un cubicolo, Tikki uscì, aggrottando la fronte preoccupata.

"Perché sei scappata così, Marinette?" la rimproverò. "Il povero Adrien deve pensare che improvvisamente lo odi o qualcosa del genere." Ma poi notò le lacrime che le riempivano gli occhi e le diede una carezza sulla guancia. "Suvvia... che c'è che non va?"

"Non lo so!" Marinette si portò le mani al viso e iniziò a singhiozzare in modo incontrollabile. "Ero lì, Tikki, era il momento più bello della mia vita. Il ragazzo che amo mi aveva appena chiesto di essere la sua ragazza! E..."

"E...?" chiese Tikki.

"E..." non riusciva a dirlo, perché dirlo significava ammetterlo, a se stessa e a Tikki, e renderlo reale.

"E…?" Tikki riprovò a chiedere.

Marinette gemette e si mise le mani nei capelli sciolti. "E... tutto quello a cui riuscivo a pensare era che Adrien mi ricordasse Chat Noir!"

Ecco, l'aveva detto, sì. Si mise le mani davanti alla bocca e sussultò, con gli occhi spalancati.

"Oh..." disse Tikki in modo assente.

"No, non hai capito, Tikki. Ieri sera mi hai detto di seguire il mio cuore e di ascoltare quello che mi dice il mio corpo. Adrien mi stava baciando... e ho provato le stesse identiche emozioni che ho provato ieri quando mi baciava Chat Noir." Sospirò tra i singhiozzi. "Sono così confusa!"

La piccola kwami rossa ​​la stava guardando con un'aria triste e quasi... rassegnata?

"Forse... forse dovresti ascoltare il suo messaggio. Intendo di Chat Noir. Ti ha lasciato un messaggio, piuttosto lungo." Tikki la stava guardando con crescente preoccupazione. "Almeno puoi scoprire cosa volesse dirti ieri sera."

Marinette sospirò. "Immagino che tu abbia ragione. Trasformami." Si sedette di nuovo sul water — per qualche motivo sembrava passare molto tempo seduta sul water di questi tempi — e accese il Bugphone. Senza dubbio alcuno, fu accolta dall'icona sorridente del suo Gattino, con accanto la notifica "1 messaggio ricevuto". Sospirò e iniziò ad ascoltare.

"Ehi, Insettina. Volevo parlarti direttamente, ma abbiamo passato tutta la notte a inseguirci al telefono e mi sono proprio stufato." Ci fu un momento di silenzio. "Ho diverse cose da dirti e ci vorrà un po'; faresti meglio a metterti seduta."

Marinette sospirò. Mlle. Bustier non sarebbe stata molto felice del suo ritardo, ma la ragazza non aveva scelta: voleva sapere. Doveva sapere.

"Ho avuto un weekend molto complicato. Non posso essere più preciso con te, ma è qualcosa legato alla mia famiglia, e a mia madre." Sospirò profondamente contro il microfono. "Mi dispiace di essermi lasciato buttare giù così tanto oggi, avrei potuto facilmente essere akumizzato ed è stato molto irresponsabile da parte mia, ne sono consapevole. Però una delle mie amiche ha fatto di tutto per tirarmi su di morale e... mi ha fatto sentire molto meglio. Ma poi ho sbagliato tutto. Mi vergogno un po' per quello che ho fatto, e capirò se mi chiederai indietro il Miraculous perché… ho fatto una cosa davvero stupida e qualcuno ha scoperto che sono Chat Noir."

Marinette sussultò. Che cosa?

"E non una persona a caso. Mi dispiace molto, Milady, ma è la ragazza che gestisce il Ladyblog, Alya, è lei che mi ha scoperto. Ha detto di aver riconosciuto un mio tic nervoso, e non avrei mai pensato che sarebbe stato così facile smascherarmi. Ma… " Di nuovo un lungo silenzio. "Ora il gatto è uscito dal sacco."

ALYA! Ti uccido con le mie stesse mani! Marinette sapeva che la sua amica avesse obiettivi ben precisi quando aveva iniziato quel dannato gioco. Quindi era quello il motivo... ecco perché Chat Noir era così terrorizzato quando avevano finito di giocare.

"Ma sai, chiamami irresponsabile, chiamami un idiota, ma non mi dispiace più di tanto, perché ieri sera ho fatto una scoperta incredibile, e mi domando davvero se valesse la pena rischiare, anche solo per quello che ho scoperto."

"Ieri sera ho passato alcune ore in compagnia di Alya e di una nostra amica comune, la ragazza che aveva cercato di tirarmi sù."

Eh? Il cuore di Marinette iniziò a battere più forte. Ma sì, aveva davvero cercato di tirarlo su di morale no? In fondo lo aveva abbracciato e gli aveva dato un asciugamano...

"È la ragazza più straordinaria che abbia mai incontrato, a parte te Milady. E' creativa, premurosa, dolce, sempre pronta ad aiutare gli altri. Mi ricorda te in tanti aspetti. Ha anche la tua stessa pettinatura. È la mia Ladybug di tutti i giorni."

Il sangue defluì completamente dal viso di Marinette, gli occhi sbarrati a fissare il vuoto davanti a sé.

"Fino ad ora avevo pensato che non le piacessi. Era sempre così strana intorno a me che avevo sempre creduto che mi odiasse. Ma ieri sera... ieri sera ho scoperto che invece avesse quest'enorme cotta per me e ce l'avesse avuta fin dal primo giorno che l'ho conosciuta, quando le ho dato il mio ombrello il mio primo giorno di scuola."

Il 'Bugphone scivolò dalle mani di Marinette e cadde a terra. Le mani le andarono alla bocca, gli occhi spalancati. Ma la ragazza non permise al suo shock di durare troppo a lungo. Sentì il suono della voce di Adrien che continuava a parlare e dovette costringersi a muoversi e a riprendere il Bugphone.

"... è un po' inquietante, l'ammetto, ma molto dolce. Voglio dire, l'ho trovato dolce. Che si fosse interessata così tanto a me. Pensavo fosse una mia fan perché le piaceva la moda, e anch'io sono nel campo della moda, Milady, penso di poterlo dire senza che tu mi scopra. Pensavo davvero poi che pure lei, come te, amasse un altro ragazzo. Ma... invece ho scoperto che mi sbagliavo su tutta la linea e che è perdutamente innamorata di me."

Il sangue tornò istantaneamente a imporporare le guance di Marinette, mentre il cuore sembrava volerle esplodere in petto.

"Comunque... ci ho pensato molto questa sera e mi sono reso conto che sebbene cercassi di convincermi che fosse solo un'amica, in realtà provavo sentimenti molto più forti per questa ragazza. Sono davvero confuso, Insettina. Io… amo te, ma per qualche ragione amo anche questa ragazza. E' possibile amare due ragazze con la stessa intensità? Non capisco... "

Marinette stava singhiozzando. Si era alzata e aveva appoggiato la fronte contro la porta del cubicolo, e stava sbattendo i pugni contro il legno della porta, mentre le lacrime scorrevano libere sulle sue guance. Tikki aveva ragione, doveva ascoltare il suo cuore, doveva ascoltare quello che il suo cuore cercava di dirle, e da parecchio tempo. Che non c'erano due bellissimi ragazzi biondi che baciavano allo stesso modo e che, quando non prestavano attenzione, sorridevano lo stesso sorriso. No, ce n'era solo uno… e ora era davvero nei guai.

"Quindi," continuò la voce di Adrien dal Bugphone, "Volevo solo che tu sapessi che oggi a scuola chiederò a questa mia amica di essere la mia ragazza. Se dice di sì, dovrò cambiare il mio atteggiamento nei tuoi confronti, Insettina. Magari sarai sollevata di saperlo, giuro solennemente di non flirtare più. Mano sul cuore." Lo sentì ridacchiare leggermente. "Però non chiedermi di smetterla con le battute e con i giochi di parole perché questo mi ucciderebbe. Per favore, consenti al tuo zamp-astico purr-tner di divertirsi, di tanto in tanto."

Marinette rise. Oddio… due giochi di parole uno accanto all'altro. E uno peggio dell'altro. Ugh… si sentì rabbrividire.

"Uh... non so nemmeno come ho avuto il coraggio di dirtelo, ma ci sono riuscito e non posso riprendermelo indietro quindi... Mi sento meglio. E Milady, se questo significa che dovrò ridarti il mio Miraculous... così sia. Non ho rimpianti. Se non avessi partecipato a quel gioco di Obbligo e Verità ieri sera non avrei scoperto che M—uh, la verità su quella mia amica. Però non tenermi sulle spine, ok? Aspetto un tuo messaggio, o ci vediamo a pattuglia."

"Ti amo ancora, Insettina. Perdonami, ti prego."

Il messaggio finì e Marinette guardò brevemente l'icona che mostrava il viso del suo partner apparire sullo schermo, sfacciato e sorridente come al solito.

"Sei un idiota, Adrien Agreste, Chat Noir, checché nome preferisci. Ma io amo gli idioti come te, li amo con tutto il cuore!" Abbracciò il Bugphone. "Detrasformazione."

Tikki riapparve in un lampo di luce e guardò la sua portatrice con curiosità. Si fissarono a vicenda per un momento molto lungo.

"Così ora lo sai", disse infine la kwami rossa. Marinette annuì e tirò su col naso mentre cercava di rifarsi i codini.

"Meglio andare in classe, Tikki, o Mlle. Bustier mi ucciderà. E poi... il povero idiota è lì, e pensa che lo odio." Fece un sorriso alla sua piccola amica a pois. "Non possiamo lasciarlo sulle spine no? Non dopo quel meraviglioso mazzo di rose!"

Tikki sorrise e volò nella borsa di Marinette, mordicchiando un pezzo di macaron. "E i baci, non dimenticare i baci!" scherzò la kwami. Marinette sorrise. Sì... i baci. E chi se li scordava, quei baci?

oOo

Adrien aspettò qualche minuto davanti agli armadietti, sperando che Marinette tornasse. Ma i minuti passavano e lei non sembrava avesse intenzione di ritornare. Il ragazzo sospirò: ormai ci avrebbe dovuto aver fatto il callo a questo tipo di reazione da parte di Marinette, ma aveva sperato che le cose sarebbero cambiate quando lei avesse saputo che anche lui l'amava.

Sospirò di nuovo; evidentemente no.

A malincuore iniziò a dirigersi verso la classe di Mlle. Bustier e passò davanti al bagno delle ragazze. Era molto allettante la tentazione di origliare, ma per quanto la situazione lo tentasse, si costrinse a non farlo. Il gioco non valeva la candela. Entrò in classe sentendo tutti gli occhi su di sé, compresi quelli dell'insegnante.

"Uh ... scusi il ritardo, Mlle. Bustier. Marinette è in bagno." La mano gli andò dritta alla nuca per l'imbarazzo, ma Mlle. Bustier sorrise soltanto. Quando il ragazzo andò a sedersi accanto a Nino, era sicuro che il suo viso avesse raggiunto un colore simile alla tuta di Ladybug.

"Ehi, che succede amico? "chiese Nino sottovoce.

Adrien sospirò. "Non lo so. Marinette è scappata."

"Oh... "La sorpresa di Nino fece eco a quella di Alya dietro di lui. La ragazza aveva sussultato così forte che Mlle. Bustier la sentì e le chiese di rispondere a una domanda alla lavagna. Adrien sospirò di nuovo e prese il tablet dalla borsa, facendo del suo meglio per concentrarsi sulla lezione. Ma col passare dei minuti, diventava sempre più nervoso, perché Marinette non tornava.

Aveva iniziato a preoccuparsi per lei, quando finalmente la porta si aprì ed entrò Marinette, piuttosto pallida. Borbottò le sue scuse nei confronti di Mlle. Bustier e si avvicinò nervosamente al suo posto, facendo del suo meglio per evitare di guardarlo negli occhi. Adrien si voltò, cercando di ottenere la sua attenzione, ma lei, ostinata, prese il tablet e iniziò a digitarci sopra, ignorandolo completamente.

O... okay... pensò lui e si voltò per cercare di seguire quello che stava dicendo Mlle. Bustier. Non sapeva cosa le fosse preso, ma le avrebbe parlato a fine lezione .

oOo

[Tutto bene, Marinette?] Alya aveva scritto queste parole su un pezzo di carta che aveva passato a Marinette, la quale si limitò ad annuire e a passarle in bibletto indietro senza aggiungere nulla.

[Cosa c'è che non va? Qualcosa che ha fatto Splendore?] scrisse di nuovo Alya.

[No, va tutto bene. Più che bene. Ti dico a fine lezione] le rispose Marinette. Questo sembrò calmare un po' Alya, ma dal modo in cui si comportava Adrien dopo che Nino gli aveva passato il messaggio di Marinette ad Alya, avresti potuto pensare che il suo sedile scottasse. Povero Gattino, pensò Marinette. Forse avrei dovuto guardarlo. Sorrise dolcemente.

[Povero Splendore, ce l'ha davvero messa tutta. Ecco, guarda!] disse un nuovo messaggio di Alya. La bruna le passò il telefono e le fece vedere la pagina Instagram di Adrien, precisamente un post delle 7.45 di quella mattina.

Adrien: Dove posso trovare delle rose blu? Ne ho bisogno urgentemente!

C'erano circa 235 risposte. Wow! Quella sì che era una ricerca.

Wayhem: A cosa ti servono?

Adrien: Per ringraziare una persona.

Wayhem: Wow... Un ringraziamento coi fiocchi! Fammi fare un paio di telefonate.

Nelle risposte seguenti, almeno venti o trenta dei suoi fan dicevano che si sarebbero informati.

Josephine: Scusa, lo devo chiedere. Rose vere o false?

Adrien: Vere ovviamente!

Altri messaggi di persone che dicevano avrebbero fatto alcune telefonate.

La Boutique des Saint-Pères: Signor Agreste, abbiamo diverse rose blu in negozio, una ventina. Le bastano?

Adrien: Può farne un bouquet misto, con rose rosa e rosse?

La Boutique del Saint-Pères: Bien sûr. E' una donna fortunata, questa persona che deve ringraziare. Il bouquet sarà pronto tra cinque minuti.

Erano le 8:00. Wow ... il potere del fan club di Adrien. Ma i commenti continuavano e seguirono Adrien mentre usciva dalla macchina con quel bouquet gigantesco, si incamminava nei corridoi della scuola… c'erano scommesse su chi sarebbe stata la fortunata a ricevere il bouquet, Mlle. Rossi? Mlle. Bourgeois? Marinette sentì il sangue al viso quando si resero conto che il ragazzo aveva aperto il suo armadietto (Marinette Dupain-Cheng? E chi è? Ah, la rappresentante della classe di Adrien? Ma chi, quella coi codini? Oh…), e ancor di più quando in uno dei commenti apparve una foto del suo bacio con Adrien, inviata da un certo Paul.

Paul: La ragazza fortunata sembra aver apprezzato il regalo! E conosce il mio nome! Posso morire felice!

Oh, QUEL Paul.

Josephine: OMG!!! Fortunata davvero!

Janine: Che putt….

Nino: Ehi, ragazza! Linguaggio...

Seguirono alcuni commenti non molto simpatici nei confronti di Marinette e Adrien aveva immediatamente disattivato i commenti. Buon Dio... ecco cosa voleva dire ottenere l'interesse di una persona famosa... Marinette fece una smorfia e restituì il telefono ad Alya, sforzandosi di concentrarsi sulla lezione. Ma il suo viso era davvero caldo e dovette sventolarsi il collo con le mani diverse volte nel corso della giornata, al solo pensiero di quanto avesse letto in quei commenti.

Dopo quelle che sembravano le ore più lunghe della sua vita, finalmente suonò la campanella e finì la lezione di Mlle. Bustier. In base alla rapidità con cui Adrien si voltò al suono, avresti potuto pensare che ci fosse un'akuma proprio dietro il viso di Marinette.

"Tutto bene, Marinette?" chiese il biondo, mentre i suoi bellissimi occhi verdi erano attraversati da un lampo di… dolore? Il suo cipiglio mostrava tutta la sua preoccupazione. "Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?"

Non poteva lasciarlo in queste condizioni, non era giusto nei suoi confronti, no. Doveva prendere il coraggio a quattro mani. Marinette sospirò, il cuore in gola. "No, non preoccuparti. Sono la ragazza più felice e fortunata della Terra, e sarò onorata di essere la tua ragazza... Gattino." Gli fece l'occhiolino e sorrise quando vide il suo sguardo felice rabbuiarsi per il panico.

Adrien lanciò un'occhiataccia ad Alya, che lo guardò perplessa e scrollò le spalle, indicò se stessa e fece il gesto che significava "no!" Adrien impallidì, ma non poté dire nulla, perché tutti i compagni gli si radunarono attorno, alcuni gli davano una pacca sulla spalla, altri gli piazzavano una gomitata nel fianco e facevano battute, le ragazze abbracciavano Marinette e chiedevano se potevano vedere il bouquet. Marinette rispose a tutti con un sorriso smagliante e attese che tutti i compagni uscissero dall'aula, finché non rimasero solo lei, Alya, Adrien e Nino.

Poi guardò Adrien e sorrise dolcemente. "Quante volte devo dirti che sei insostituibile, mon minou?" Mantenne contatto visivo con Adrien, osservandolo molto seriamente per un attimo molto lungo e notando con divertimento come lo sguardo del ragazzo passasse dal dubbio alla sorpresa, allo shock, finché tutto il viso gli si illuminò della gioia più pura che avesse mai visto risplendere nei suoi occhi.

"Insettina! Sei tu!" esclamò e le prese le mani. Marinette gli sorrise e si guardò intorno, contenta di aver aspettato che se ne fossero andati tutti.

Nino li stava guardando con un'espressione sbalordita; Alya aveva la bocca aperta a forma di "o", e gli occhi strabuzzati.

"Stai scherzando… vero?" Marinette sentì dire Alya. Voleva rispondere qualcosa, ma Adrien balzò sulla scrivania di Marinette e la avvolse in un enorme abbraccio. Quindi, le mise una mano sulla guancia e la baciò sulle labbra, e il resto del mondo scomparve per Marinette. Non sapeva né quando né come, ma finì per sedersi sulle ginocchia di Adrien a coprirlo di baci.

"Questo significa che posso tenere il mio Miraculous, Insettina?" Sorrise con il suo sorriso a 32 denti.

"Certo, Gattino. Non vorrei che nessun altro fosse il mio gatto nero," riuscì a malapena a dire prima che lui la baciasse di nuovo.


Nota dell'autrice


Ecco quì, che ve ne è parso del finale? Non preoccupatevi, c'è ancora un epilogo, mica scappo... ma questo è il finale ufficiale! Spero vi sia piaciuta la mia opinione su come ringrazi un Agreste. Magari un po' over the top ma… considerando che è pure Chat Noir, ne siamo meravigliati? No vero? Spero vi sia anche piaciuto il messaggio di Chat Noir alla segreteria di Ladybug. Lo so, sono stata un pochino crudele, vi ho lasciati lì in sospeso per diversi giorni con il messaggio a metà, ma spero che ne sia valsa la pena di aspettare. Se vi è piaciuta la storia, per piacere lasciatemi un commento. I commenti fanno bene al cuore (mio) e mi ridanno l'ispirazione! :)

Ancora una volta, grazie a tutti per i vostri commenti! Vi voglio bene! ^ __ ^

Ultimo ma non meno importante, un grande ringraziamento ai miei meravigliosi beta, Sherry e Genxha! :)

Il prossimo capitolo (epilogo) sarà online domenica e (sigh) chiuderà la storia. ma non perdetelo perché è importante e divertente e contiene il famigerato articolo di Alya per il Ladyblog!

Fino ad allora,

Bug out!

PS: prima che me lo chieda qualcuno, i nomi di Adrien me li sono inventati io. A parte Athanese, ovviamente, quello è canon! Ma ho questo headcanon che abbia tutti nomi che iniziano con la A (e anche per quel motivo il suo dire ad Alya che poteva scegliere che iniziale volesse sapere l'ho trovata una cosa divertente. Beh, divertente per me che lo sapevo XD), quindi ho cercato i nome con la A più popolari in Francia e questo è il risultato. Un bacio e ci leggiamo domenica!

   
 
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