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Autore: Salice    29/08/2009    2 recensioni
(tratta dal primo capitolo)
La donna si voltò di scatto verso la finestra, e a causa delle lacrime a stento mise a fuoco la figura scura dai capelli argentei accucciata sul davanzale.
- Kakashi, cosa ci fai qui? – La voce le uscì orribilmente nasale e strascicata, ma l’uomo non diede cenno di aver notato qualcosa di strano e saltò dentro la stanza.
- Non posso venire a trovare una compagna in difficoltà, ma soprattutto un’amica? – Le domandò a sua volta, facendo ancora un passo.
- Non è orario di visite, gli amici si presentano di giorno. - gli rispose, ignorando la domanda e mettendosi a sedere sul letto, mentre Kakashi si avvicinava. Lei lo fissò ancora.
- Sei in ritardo come al solito, non sei cambiato. -
4° Classificato al concorso "La Strana Coppia"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Note dell'autrice :
La Fan
fiction è basata fondamentalmente sui fatti narrati nel fumetto, fino al numero 43 serie nera. Qualche ulteriore informazione è stata reperita su Wikipedia inerente al cartone animato, al fine di caratterizzare meglio il personaggio di Kurenai, poco presente nella serie manga. Tutti i fatti raccontati sono storicamente collocati alcuni mesi dopo il numero 43.
Ho dedicato un fiore il cui significato mi sembrava adatto a ciascun capitolo, eccetto l’epilogo, dove, se vogliamo, sono contenuti due fiori, uno dei quali fa riferimento al titolo della Fan fiction. In fondo ho messo il giudizio, le votazioni e il bannerino del concorso "La strana coppia" indetto sul forum da Sasusakuxxx. Ovviamente sono graditssime le opinioni e i commenti!
Buon divertimento!

Papavero - Il fiore dei caduti


La giovane donna dai capelli scuri si svegliò dolcemente, e ci mise qualche attimo per rendersi conto di dove fosse. Realizzò di essere all’ospedale di Konoha e sorrise. Da quando era diventata Genin in poi c’era stata diverse volte, ma mai per un motivo così bello. Un motivo che le dava forza nonostante tutto. Spostò lo sguardo sulla culla che aveva accanto al letto. Il suo bambino riposava tranquillo e le vennero le lacrime agli occhi al pensiero che suo figlio sarebbe cresciuto senza un padre. Distolse lo sguardo in fretta, mordendosi il labbro inferiore e si accorse che sul suo comodino c’era un papavero. Chi poteva averlo portato? Non fece comunque in tempo a elaborare congetture, perché un paio di colpi battuti sulla porta indicarono la presenza di un visitatore.
- Avanti. – La donna si ricompose, passandosi velocemente una mano sulle guance, per eliminare ogni traccia di lacrime. Sulla soglia apparve un ragazzo dai capelli scuri, legati in una corta coda, con indosso l' uniforme da Chunin impolverata.
- Shikamaru! Che piacere vederti. – Gli sorrise di cuore. Quel ragazzo, nonostante la giovane età, alla morte del suo Maestro si era offerto di essere il punto di riferimento di suo figlio, così come il padre del bambino lo era stato per lui.
- Kurenai, ti trovo in forma! Tuo figlio come sta? – Domandò Shikamaru, posando un cestino di frutta sul comodino, proprio accanto al Papavero.
- Dorme molto, è un bambino tranquillo. – Kurenai sorrise, indicandogli con un cenno del capo la culla. – Chissà, forse in questo ha preso da te!- Scherzò ancora, mentre il ragazzo si voltava a guardarla con espressione indecifrabile.
- Speriamo di no. Lo rimprovereranno in continuazione se così fosse. – Sospirò lui, lasciandosi cadere sulla sedia per i visitatori, e fissando ora il bambino, serenamente addormentato con un ditino in bocca, ora la madre
-Ah! Non ti ho ringraziato per il fiore Shikamaru, l’ho visto solo ora. - Il sorriso le morì sulle labbra, quando scorse l’espressione perplessa del giovane.
- Ti ho portato solo la frutta, sono tornato ora da una missione e quando ho saputo che era nato il bambino mi sono precipitato. - Lo sguardo di entrambi scivolò verso il fiore, e rimasero a fissarlo in silenzio per alcuni istanti, finché Kurenai non udì Shikamaru bisbigliare:
- Il Papavero, il fiore della consolazione, del sacrificio che non è stato vano… -
- Come hai detto? – Lo interruppe la donna, fissando ora il volto concentrato di Shikamaru. Asuma le aveva insegnato a riconoscere quell’espressione sul volto del ragazzo. Era segno che il suo ingegnoso cervello si era messo in moto e probabilmente, quali che fossero state le conclusioni che avrebbe raggiunto, non sarebbero state troppo distanti dal vero. Sotto lo sguardo della Jonin, Shikamaru assunse un’aria imbarazzata, e abbassò lo sguardo.
- E’ il fiore che più spesso viene dedicato ai caduti in battaglia. -
- Capisco, anche se a questo punto non ho idea di chi possa averlo portato. -
- forse è stata Ino. - provò Shikamaru con voce dubbiosa – I suoi hanno un negozio di fiori. - Kurenai sorrise appena. Non credeva neanche lui in quello che diceva, ma non se la sentiva di insistere. Se Shikamaru avesse intuito un pericolo, la avrebbe sicuramente avvisata. Dopo aver scrutato nuovamente il ragazzo, il sorriso si fece più ampio.
- Shikamaru, se vuoi che quel povero fiore che porti in tasca arrivi integro a destinazione, dovresti andare a consegnarlo subito.- Il ragazzo, colto alla sprovvista, arrossì, spostando la mano a coprire il piccolo fiorellino celeste che teneva in una tasca del giubbotto, all’altezza del cuore.
- Ma no, ho solo una riunione con i Ninja della sabbia, non devo darlo a nessuno… Mi piaceva. - Biascicò un altro paio di scuse improbabili grattandosi dietro la nuca mentre si alzava. – Comunque tornerò a trovarti domani, i medici hanno detto che ti dimetteranno in un paio di giorni. – Si avvicinò a lei e le sfiorò la fronte con le labbra, per poi avvicinarsi al bambino e ripetendo lo stesso gesto con grande naturalezza, avviandosi poi alla porta.
- Poi mi dirai come hai deciso di chiamarlo. – Le sorrise, le fece un cenno e la lasciò nuovamente sola.


A sera inoltrata Kurenai era tutt’altro che pronta a dormire. Dopo tutta la giornata passata senza svolgere alcuna attività, circondata a tratti da premurose infermiere e a tratti dai suoi allievi del team 8, la giovane bramava qualcosa che le tenesse impegnata almeno la mente, se non il corpo. Scoccò un’occhiata alla culla, ma dopo l’ultima poppata della sera il suo bambino dormiva placidamente, i pugnetti leggermente stretti, pronti ad afferrare con determinazione qualsiasi oggetto delle dimensioni adeguate. Chiuse gli occhi e si concentrò, cercando di allenare almeno la mente, ma in breve venne sopraffatta dai ricordi di Asuma, e finalmente dopo tante ore in cui si era trattenuta, si mise a piangere. Mentre piangeva, un petalo del papavero si staccò dallo stelo e cadde silenziosamente sul comodino. Singhiozzò per qualche minuto, quando una voce sorniona le giunse all’orecchio.
- Un ninja non deve mostrare le proprie emozioni in nessuna circostanza, Kurenai. E’ la venticinquesima dottrina dei Ninja, non è da Jonin dimenticarla - La donna si voltò di scatto verso la finestra, e a causa delle lacrime e a stento mise a fuoco la figura scura dai capelli argentei accucciata sul davanzale.
- Kakashi, cosa ci fai qui? – La voce le uscì orribilmente nasale e strascicata, ma l’uomo non diede cenno di aver notato qualcosa di strano e saltò dentro la stanza.
- Non posso venire a trovare una compagna in difficoltà, ma soprattutto un’amica? – Le domandò a sua volta, facendo ancora un passo.
- Non è orario di visite, gli amici si presentano di giorno. - gli rispose, ignorando la domanda e mettendosi a sedere sul letto, mentre Kakashi si avvicinava. Lei lo fissò ancora.
- Sei in ritardo come al solito, non sei cambiato. -
- Ho incontrato una gentile vecchietta e le ho portato la spesa. - Fu l’imperscrutabile risposta dell’uomo, mentre appoggiava una spalla al muro. Nonostante l’occhio coperto e la maschera che nascondeva la parte inferiore del volgo cospirassero per dargli un’aria inquietante, Kurenai dovette ammettete con se stessa che Kakashi irradiava una sensazione di sicurezza intorno a se. Sospirò e scosse la testa.
- Fino a notte fonda? -
Lui non le rispose, ma fissò il papavero privo di un petalo, ancora sul comodino.
- Se perde i petali è segno che va sostituito. - Sebbene la stesse fissando con un solo occhio, lo sguardo intenso del Ninja la sorprese. Era abituata a vederlo con una espressione un po’ spenta e assonnata al di fuori delle missioni, mentre ora non sapeva interpretare quello sguardo vigile.
In quel preciso istante, il bambino si mise a piangere, ma prima che Kurenai potesse alzarsi e prenderlo in braccio, Kakashi l’aveva preceduta.
- Ah! Il piccolo Sarutobi vuole attirare l’attenzione! – La voce del Ninja dai capelli argentei era allegra. La donna gli si avvicinò, tendendo le braccia in un movimento istintivo, ma Kakashi parve ignorare il suo gesto. Dopo un primo istante di smarrimento Kurenai abbassò le braccia, rassicurata dal fatto che il piccolo aveva smesso di piangere e si era aggrappato con interesse ai capelli di Kakashi.
- Non si chiama Sarutobi, ho deciso di chiamarlo Daisuke, con i Kanji di “grande” e “aiuto” - in piedi davanti a Kakashi, la donna lo fissava con i suoi occhi rossi.
- Daisuke è un bel nome, “Grande aiuto” Sono sicuro che diventerai un ottimo ninja – L’uomo davanti a lei continuava a parlare allegramente, rivolgendosi direttamente al bambino, che sembrava soddisfatto della sue posizione, in braccio al ninja.
- Kurenai, parliamo della tua vita. Anzi della vostra. – La voce ora era diversa da prima, e la donna spostò lo sguardo verso l’unico occhio visibile di Kakashi, stringendo gli occhi.
- Della mia vita…? -
- Si. Non prendere alla leggera quello che sto per dirti, ma… E’ nelle mie intenzioni essere come un padre per Daisuke. - Il tono era serio, e Kurenai si ricordò improvvisamente di quando Kakashi aveva proposto il suo Team per la selezione dei Chunin. Non stava scherzando.
- C’è già Shikamaru in questo ruolo – Gli rispose, un po’ troppo velocemente e freddamente. Si pentì quasi subito, ma proseguì imperterrita. – Ridammi mio figlio - Senza dire nulla Kakashi le porse il bambino, che lei afferrò quasi convulsamente.
- Shikamaru è un bravo ragazzo. Ero con lui, quando ha vendicato Asuma. – Questa frase la inchiodò sul posto, ed ignorò le manine di Daisuke che le tiravano i lunghi capelli scuri, mentre il ninja davanti a lei seguitava a parlare. – Ma è giovane, e non ho intenzione di sostituirlo nel suo ruolo di padrino e Mentore per Daisuke. Solo non voglio che il figlio tuo e di Asuma, debba passare ciò per cui tanti Ninja della foglia sono passati. – Davanti agli occhi di Kurenai passarono molti volti. Naruto, isolato dal villaggio e senza genitori a cui chiedere conforto, Sasuke, fuggiasco e in cerca di una vendetta per una famiglia che non c’era più, Hinata, la sua allieva, ignorata dal padre che la credeva priva di talento… Lo stesso Kakashi, a cui era stato tolto un genitore a causa delle dure leggi ninja. La voce calma di Kakashi in ogni caso la riportò alla realtà, stava ancora parlando:
- Non voglio sostituire Asuma o altro, ma c’è un dolore che nessun bambino dovrebbe provare. -
Kurenai strinse al petto Daisuke, improvvisamente colta da vertigini e con un filo di voce riuscì a dire solo un paio di parole.
- Perché lo fai? – Lo sguardo era perplesso, implorante su Kakashi. Lui le sorrise, in quel suo modo caratteristico, socchiudendo l’occhio e sollevando gli zigomi in un movimento della bocca che era impossibile scorgere a causa della maschera.
- Perché proteggere e rendere felici gli abitanti di Konoha fa parte del mio credo Ninja -





Narrativa: 7,9/10
Trama: 8/10

Una buona storia anche la tua, davvero. Soprattutto perché pur essendo lunga ti invoglia ad arrivare fino in fondo: e questo trovo sia un pregio non indifferente, in una long-fiction. Allora…la narrativa. Il tuo stile è buono, sicuramente, ma trovo che potresti “limarlo” ancora un poco, cercando di “scremare” e togliere il superfluo, per evitare cadute di tono e passaggi lenti nella storia; non ti preoccupare, comunque: il fatto che non ti abbia dato il punteggio pieno non toglie nulla alla tua fic, né al tuo stile; semplicemente penso che tu la possa ancora migliorare. La trama è interessante, e ho apprezzato particolarmente la scelta di “dedicare” ogni capitolo ad un fiore particolare, sempre attinente allo svolgimento della fic. Brava!


Personaggi (alias IC): 7,8/10
Questo voto intermedio è dato da più fattori: innanzitutto dalla buona caratterizzazione di Kurenai e Shikamaru, che mi sembrano decisamente IC, e dalla caratterizzazione di Kakashi, che sì mi è piaciuta, ma che non è particolarmente quella originale.
Premettendo che Kakashi è uno dei personaggi più complessi da gestire e da “rappresentare”, hai fatto un lavoro discreto che in alcune parti sì, mostra i lati del carattere del “vero” Kakashi, ma che in molte altre lo appiattisce un poco, addolcendolo forse un po’ troppo. In conclusione il lavoro svolto sull’IC complessivamente è buono, ma potrebbe migliorare…anche se su questo piano, e su questo personaggio non mi sento in grado di darti consigli: non ho mai provato a scrivere su Kakashi, e temo di non esserne capace. ^^”
Originalità: 8,5/10
Le situazioni che crei sono originali, lo ammetto: non avrei mai pensato di vedere Kakashi alle prese, per esempio, con pannolini e bambini piagnucolanti! E ho adorato l’ultima battuta, quella riferita ad Asuma: non credo di averne mai lette di questo tipo, pur essendoci miriadi di fic incentrate sulla sua morte.
Competenza lessicale e morfo-sintattica: 8,5/10
Anche per te solo virgole fuori posto e poche ripetizioni.
Impressioni personali: 3,5/5
Mi è piaciuta, nonostante il leggero OOC di Kakashi; solo un piccolo appunto: magari, quando la pubblicherai, dividi i capitoli in paragrafi più brevi: potrebbero aiutare la lettura, facendo apprezzare di più la storia.
Totale: 44,2/55



   
 
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