Anime & Manga > Altro - anime/manga mecha/su robots
Segui la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    28/05/2021    8 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina della prova i ragazzi si svegliarono diversamente dal solito. La loro quotidianità fu la stessa, ma erano tutti condizionati da un'emozione difficile da descrivere che gli teneva chiuso lo stomaco e gli seccava la gola. Fu forse la prima volta che tutti quanti si prepararono celermente per uscire dalla tenuta, in modo da non fare attendere Nana e Hachi che li aspettavano a scuola; quel giorno, tuttavia, non sarebbero andati a fare lezione in classe.
I due adulti erano all’esterno dell’edificio ed erano raggianti. Quando furono tutti riuniti sul ponte che portava all'edificio scolastico e quartier generale di Mistilteinn, Nana e Hachi li condussero all'interno e presero un ascensore che nessuno aveva notato prima: era abbastanza spazioso per trasportare tutti quanti e quando le porte si chiusero, per un po' i ragazzi non videro nient'altro che le fredde pareti di metallo, così in contrasto con l'ambiente di quel posto. Facevano andare in tutte le direzioni i loro occhi, cercando conforto dai propri compagni di squadra per affrontare quella tensione incontenibile, che ormai aveva smesso di celarsi e cominciava veramente ad avere effetto sui ragazzi.
Dopo un periodo che sembrò infinito, i ragazzi si accorsero che le pareti dell'ascensore erano in realtà trasparenti e quelli che avevano osservato fino ad ora erano i muri della tromba dell'ascensore. Tutto a un tratto però, di fronte ai loro occhi si aprì un enorme spazio sotterraneo, un grande hangar con una serie di postazioni numerate a cui erano assegnate delle enormi macchine grigie. Da ogni postazione si estendeva una rampa che permetteva di avvicinarsi alle macchine custodite al loro interno, e già da quella distanza era possibile vedere un numero limitato di persone andare avanti e indietro su di esse.
 I giovani piloti si schiacciarono contro i vetri dell'ascensore per guardare meglio quando si resero conto che di fronte a i loro occhi c'erano i loro Stridiosauri: erano tutti di dimensioni e forme diverse, quello che colpì di più l’attenzione generale era un gigante tentacolato con in cima quella che sembrava una testa gonfia e deforme. Quegli esseri potevano davvero avere un aspetto orrendo, stravagante, intimidatorio e allo stesso tempo meraviglioso.
Fu questo almeno il pensiero di Momo quando la sua attenzione fu attratta da un maestoso Stridiosauro con un paio di ali che nello spazio angusto della sua postazione rimanevano chiuse; avrebbe tanto voluto vederle aprirsi per volare via. Aveva gli occhi posizionati in un incavo nero nella testa, contornati da venature blu luminose che gli conferivano un cipiglio sprezzante, mentre quelle che somigliavano alle zampe della bestia mettevano in mostra grandi artigli lucenti.
Lo Stridiosauro con la rampa di accesso più bassa era un grande serpente che se ne stava beatamente acciambellato per terra; le sue scaglie nere brillavano di un tenue azzurro alla punta e sulla testa aveva un corno nero che culminava con uno strato blu somigliante a vetro. Nonostante occupasse poco spazio in verticale, era veramente mastodontico se osservato in lunghezza.
Gli altri tre Stridiosauri presenti erano i più piccoli, ma ugualmente maestosi; i ragazzi non riuscivano a staccarvi gli occhi di dosso, mentre passavano con lo sguardo da uno all'altro. Quello più bizzarro era anche il più minuto, che assumeva una forma per metà umanoide, con il busto sottile e coronato dalla testa sfilata e appuntita e le braccia prive di mani, mozze, mentre al posto delle gambe c'era una spessa mezzaluna metallica che si congiungeva a un anello che attraversava la schiena dello Stridiosauro.
Un altro Stridiosauro se ne stava a quattro zampe, l'unico a farlo e tuttavia uno di quelli dall'aspetto più normale, vista la sua somiglianza con un animale selvaggio; la sua estetica, tuttavia, era più geometrica e sfilata; la testa quasi triangolare somigliava a uno scudo leggermente ricurvo e a chiudere il suo strano corpo c'era una coda rigida e inerte.
Infine, l’ultimo Stridiosauro, che era anche il più grande dei tre di piccole dimensioni, aveva forma umana. Il corpo agile e snello dalle fattezze femminili, una corona blu e nera da cui emergeva un corno spuntato cingeva la sua testa priva di volto, e nelle mani coperte da un'armatura fino agli avambracci era stretta una lancia enorme. Fu su quello che si fissò Kya, quasi come se ci avesse visto qualcosa che le dicesse “questo è tuo!
<< Quelli sono i vostri Stridiosauri, come avrete già capito. >> Disse Hachi sorridendo; gli erano mancati quei visi pieni di meraviglia alla vista di quegli enormi macchinari. Lasciò che i ragazzi si sporgessero a guardare e si fece un po' da parte. L'emozione dei ragazzini era in netto contrasto con il perfetto autocontrollo dei loro coordinatori, abituati a quella vista.
I ragazzi si voltarono tutti quanti verso di loro. Gli occhi sgranati, dopo avere avuto la conferma di ciò che tutti avevano pensato. << Hachi… >> Mormorò Rin ancora esterrefatta. << Sono enormi… Come faremo a pilotare quei cosi? >>
La ragazza sembrava quasi contrariata; Hachi non si scompose e rispose con calma. << La loro stazza non deve intimidirvi. Ricordate come funziona la connessione? >>
Rin si ricompose e cercò di ricordare velocemente la definizione scritta sul proprio libro di testo. << L’unione dello Stamen e della Pistil innescano l’energia che fa avviare la macchina. >> Borbottò quasi automaticamente. Le veniva facile ricordare quella parte perché ogni volta che ci ripensava, le tornava in mente un fiore che aveva disegnato in un angolo della pagina dopo aver letto i termini stamen e pistil.
<< Giusto, e poi? >> Rispose Hachi annuendo.
Rin fece un'altra pausa prima di continuare con la sua risposta, questa volta andando più a fondo con la spiegazione:<< E’ l’assimilazione del corpo originale alla macchina! >> Una volta afferrato il concetto, riuscì a raccontarlo in modo più spedito. << La coscienza della Pistil entra all’interno dello Stridiosauro mentre la volontà dello Stamen permette di comandarlo. >> Avrebbe potuto continuare, ma Hachi la interruppe.
<< Esatto! Nessuna fatica nel farlo, perché tutto quello che serve per muovere quei bestioni è dentro di voi. >> Alzò un dito e rivolse uno sguardo difficile da decifrare ai ragazzi. << Dentro a tutti voi. >>
I giovani piloti si lanciarono occhiate confuse per qualche istante dopo che Hachi ebbe detto quella cosa, poi la conversazione tornò sugli Stridiosauri quando Nana prese la parola. << Ovviamente, visto che la vostra coscienza sarà incanalata nel corpo dello Stridiosauro, significa che sentirete tutto quello che gli accadrà; il compito degli Stamen sarà quello di pilotare nel modo più pulito possibile perché non avvengano incidenti. Ma ciò non significa che voi non avrete alcun controllo sul vostro corpo; la coscienza di Pistil e Stamen dovrà restare in equilibrio per mantenere la connessione stabile. >>
Ryo deglutì con fatica e si voltò a guardare Kya, che per qualche ragione non sembrava assolutamente preoccupata dall'idea di essere totalmente in balia del proprio partner. Lei si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso spensierato prima che l’ascensore si fermasse, facendo sobbalzare tutti i ragazzi al suo interno.
<< Adesso seguiteci. Per pilotare gli Stridiosauri dovete prima indossare le vostre tute. >> Disse Nana incamminandosi verso l'uscita. Erano arrivati in un corridoio completamente bianco, con luci alle pareti disposte in maniera ordinata che risultavano quasi abbaglianti.
<< Che cosa? Non andiamo di là? >> Chiese Kaoru puntando il pollice verso l’hangar dove erano posteggiati gli Stridiosauri; dall'ascensore era ancora possibile vederli, ma dentro al corridoio non vi erano più finestre.
Lui era impaziente di provare a pilotare, come tutti, ma non lo avrebbero mai lasciato salire a bordo in quelle condizioni.
<< Rilassati. >> Gli disse Hachi con un sorriso divertito. << Non ci vorrà molto. >>
<< Le tute da Parasite sono progettate per proteggervi dagli urti, sono di un materiale resistente ed elastico che non vi intralcerà i movimenti e renderà più agevole la respirazione, in modo da permettere una connessione più facile tra partner. >> Spiegò Nana mentre il gruppo avanzava nel corridoio vuoto. << Le tute delle ragazze, inoltre, sono dotate di uno schermo che traccia la sintonia dei singoli Parasite, così da tenere sempre sotto controllo i valori della connessione. >>
I due adulti si fermarono di fronte a un paio di porte simmetriche poste sullo stesso lato del corridoio; due porte automatiche, dalla superficie liscia e omogenea, presentavano dei simboli su di esse: uno significava "Stamen" e l'altro "Pistil".
<< Prego. Le ragazze da questa parte, i maschi di qua. >> Li indirizzò Nana indicando le porte con i rispettivi simboli.
Le porte si aprivano istantaneamente scorrendo all'interno della parete. Ryo quasi si spaventò quando la vide sfrecciare di fronte a propri occhi ed esitò ad entrare; si voltò a guardare per un momento Kya, che invece stava entrando tranquillamente all'interno dello spogliatoio e fece in tempo a cogliere un suo saluto della mano prima che sparisse all'interno del muro. Alla fine il ragazzo prese un bel respiro e si convinse a entrare al seguito di tutti gli altri.
All'interno dello spogliatoio c'era una fila di sportelli che somigliavano tanto a delle docce; tuttavia al loro interno vi erano delle braccia meccaniche inattive, e al posto del soffione per l'acqua c'era un piccolo punzone di vetro che puntava verso il basso. Dall'altro lato dello spogliatoio c'erano delle comunissime panche e degli armadietti dove poter posare i vestiti, dentro ai quali ognuno dei ragazzi trovò delle fasce di tessuto elastico da indossare all'altezza dei fianchi e del petto.
<< Queste ce le dobbiamo mettere? >> Mormorò Kaoru sollevando il busto che aveva trovato nel suo armadietto e testandone l'elasticità. << Sembra una cosa da donne… >>
<< Serve a rilevare la nostra taglia, e poi non vorrai andare in giro con una tuta attillata che ti sfrega sui gioielli di famiglia, vero? >> Gli rispose Yoshiki mentre si toglieva la giacca da una spalla.
Kaoru fu sorpreso di sentire quelle cose e gettò il busto sulla panca chiedendosi ancora come funzionasse, quindi cominciò a spogliarsi. Se le tute erano elastiche come raccontava Hachi, temeva che senza quella roba addosso si potesse vedere qualcosa attraverso il tessuto, e l'idea di fare figuracce di fronte alla sua partner lo convinse a seguire tutto quello che faceva Ojizaki, che sembrava sapere il fatto suo.
<< Dobbiamo entrare qua dentro? >> Chiese Tetsuya dopo essersi infilato boxer e busto bianchi. Era di fronte a uno degli sportelli delle "docce". Fu di nuovo Yoshiki a rispondere, confermando l'ipotesi di Kaoru.
<< Sì. Una volta dentro resta immobile e lascia che lo scanner finisca il suo giro, dopo potrai uscire. >> Si fermò accanto al box di Tetsuya e rimase con una mano sullo sportello per un momento, poi lo aprì e vi si infilò dentro rapidamente richiudendolo con cura.
Dal punzone in alto venne fuori una luce blu che rimbalzò sulle braccia meccaniche e prese a tracciare il suo corpo mentre queste cominciavano ad attivarsi; le braccia girarono attorno a lui andando dall'alto verso il basso con un leggero ronzio a fargli compagnia, poi una volta finito di esaminare la sua corporatura, la luce puntò di nuovo verso l'alto. Dove passava la luce, sulla pelle del ragazzo compariva del tessuto, seguendo con precisione le forme del suo corpo. Quando la luce si spense, Yoshiki era completamente vestito di una tuta aderente, completa di una leggera armatura sulle spalle.
Tetsuya osservò il risultato finale e fischiò intrigato prima di infilarsi a sua volta nel box per provare quella macchina. Mentre gli altri ragazzi finivano di indossare i busti elastici, Ryo si ricordò di aver già visto un macchinario come quello molto tempo addietro, in un grande negozio di elettrodomestici e accessori per la casa; non si trattava di un oggetto indispensabile, ma era molto diffuso nelle abitazioni da diversi anni e, a giudicare dal suo comportamento, Yoshiki sembrava esservi molto familiare. Questo si accorse dello sguardo imbambolato del suo compagno di squadra e rispose stringendo le spalle.
<< I miei genitori usano questa tecnologia praticamente sempre. Si possono confezionare abiti su misura e personalizzarli in pochissimo tempo. >> Spiegò strofinandosi un polso; la tuta aderiva talmente tanto che entrava nelle pieghe del corpo a ogni minimo movimento. Ci voleva un po' ad abituarsi.
Ryo si voltò a guardare Hoshi, che senza dire niente si era infilato nel suo box e si era sottoposto allo stesso trattamento della luce blu; quando uscì non sembrò per niente sorpreso, forse anche lui aveva familiarità con quella macchina.
Kaoru, Rin e Ryo si mandarono degli sguardi spaesati, poi siccome restare mezzi nudi a quel modo nello spogliatoio gli stava facendo venire freddo decisero di sbrigarsi a vestirsi e imitarono i loro compagni. La tuta da pilota era comoda, Ryo non se la sentiva nemmeno addosso, ma proprio quella caratteristica lo metteva leggermente a disagio; se non fosse stato proprio per il fatto che era in grado di vedere il proprio riflesso in uno specchio, avrebbe pensato di essere nudo.
Provò a tirare il tessuto all'altezza di una gamba, stringendolo tra pollice e indice e vide che questo si allargava senza alcuna resistenza, per poi tornare alla sua forma originale senza lasciare crespe. Sorrise, stranamente soddisfatto a vedere il tessuto espandersi e tornare al proprio posto in quel modo.
Mentre uscivano dallo spogliatoio, i ragazzi continuavano a toccare le proprie tute con occhi pieni di stupore e a camminare in modo strano. I loro supervisori li stavano ancora aspettando nel corridoio. Kaoru notò Hachi sporgersi verso Nana e bisbigliarle qualcosa che le fece sfuggire una risatina; allora anche lui aveva un senso dell'umorismo!
Le ragazze non erano ancora uscite, il che era strano perché di solito erano loro a sbrigarsi prima in qualunque cosa, tanto che alcune di loro avevano cominciato a prendere in giro i ragazzi per la loro lentezza. Proprio mentre Aki faceva notare quel fatto ai suoi compagni di squadra, la porta dell'altro spogliatoio si aprì facendo venire fuori le Pistil, una dietro l'altra, con indosso delle tute di fattura simile a quelle dei ragazzi.
Il colore principale delle tute delle Pistil era un blu elettrico segnato da alcune linee dello stesso colore delle tute dei ragazzi; le ragazze sembravano in imbarazzo a indossare delle tute così attillate che mettevano in risalto le forme anche delle più minute fra loro. Al posto dell'armatura sulle spalle dei ragazzi, le Pistil avevano uno strano casco abbassato dietro la testa e il tessuto delle loro tute sembrava essere più spesso rispetto alle altre. Alcuni degli Stamen non riuscivano a togliergli gli occhi di dosso, tanto che alla fine Rin e Suzuko si fissarono di fronte al resto del gruppo ed esclamarono:<< Ehi, piantatela di fissare! >>
La maggior parte dei ragazzi distolse lo sguardo con imbarazzo; solo Yoshiki si prese il suo tempo per obbedire, non particolarmente colpito dallo scatto delle sue compagne, e Ryo rimase a guardare confuso la propria partner, che invece di tentare di nascondersi come le altre ragazze gli lanciava sorrisetti smaliziati. Rimasero a fissarsi finché Suzuko non li interruppe, spuntando all'improvviso di fronte al ragazzo e dicendo:<< Anche tu, Sato! Chiudi gli occhi o guarda dall'altra parte! >>
La bolla che aveva inglobato i pensieri di Ryo scoppiò e il ragazzo si scusò freneticamente mentre cercava di far andare lo sguardo da un'altra parte. Vedendolo perdere le staffe in quel modo, Kya rise di gusto e raggiunse i suoi due compagni di squadra.
<< Dai, Suzu! Non pensi di esagerare adesso? >> Disse posandole una mano sulla spalla, trattenendo ancora a stento le risate. La Sentakami si voltò incredula.
<< Suzu…? >>
<< Nakamura ha ragione. >> Disse Yoshiki divertito da quella situazione. << Non ha molto senso preoccuparsi di simili dettagli, quando questa diventerà una abitudine per noi. >>
Suzuko indietreggiò e assieme a Rin andò a coprire Aiko, che continuava a tenersi le braccia di fronte al ventre, evidentemente a disagio.
<< In ogni caso, ci sono persone sensibili tra noi, quindi farete meglio a non farvi strane idee, o ve la vedrete con la sottoscritta! E' chiaro, Matsumoto? >>
Improvvisamente, Kaoru si sentì chiamare in causa e spalancò gli occhi con sorpresa. << Che c'è? >> Disse.
La ragazzina gli lanciò un'occhiataccia e spinse lontano la partner del suo compagno di squadra, che le mandò uno sguardo completamente perso. La voce di Nana attirò nuovamente l'attenzione del gruppo e i ragazzi si riunirono attorno agli adulti, pur restando divisi in due gruppi, con l'eccezione di Kya che se ne stava accanto a Ryo come se nulla fosse.
<< Ci siamo tutti? >> Unì le mani di fronte al petto e rivolse un grande sorriso incoraggiante alle Pistil alla sua sinistra. << Come vi sentite? >>
<< Come se dovessi vomitare la colazione di questa mattina e anche quella di ieri. >> Rispose prontamente Naho, forse con un po' troppo sarcasmo per essere presa sul serio.
Dal gruppo delle ragazze si sollevarono delle risatine sommesse, ma non bastarono a distendere la tensione: era vero, le ragazze adesso cominciavano ad avere paura dell'imminente prova che avrebbero affrontato, mentre i ragazzi sembravano non sentire quasi per niente quell'ansia. Era evidentemente a causa dei diversi ruoli che avrebbero avuto durante il test: agli Stamen spettava quello di guidare e basta, mentre le Pistil avrebbero dovuto sostenere una prova fisica che, dalle testimonianze, sembrava essere molto dolorosa.
<< Se volete, abbiamo pronto qualche rimedio per la nausea, ma immagino che si tratti della tensione. >> Intervenne Nana rivolgendosi a Naho. << Forse niente di ciò che potrò dire vi aiuterà a tranquillizzarvi, ma prendete la mia esperienza da ex Parasite: tutto quello che proverete una volta entrati in quei macchinari sarà qualcosa di mai provato prima. All'inizio penserete che sia spiacevole oppure che si tratti di qualcosa troppo difficile da comprendere, ma poco a poco la cosa diventerà sempre più naturale per voi, finché quell'ansia non sarà sparita del tutto. >>
Quasi nessuno fece caso ai consigli della donna, i piloti erano più interessati sul passato di Nana. << Anche lei è stata una Pistil, signorina Nana? >> Chiese Momo alzando una mano.
Nana fu sorpresa di sentirsi rivolgere quella domanda e sorrise pazientemente. << Sì. Io e Hachi eravamo nella stessa squadra. >>
Gli sguardi conversero su di lui e l'uomo sorrise, poi tornò serio un attimo dopo. << L'esperienza della connessione con il proprio partner è qualcosa di intimo, oltre che una sensazione soggettiva. Potete basarvi sulle esperienze passate fino a un certo punto, perché ognuno reagisce in base alla propria costituzione e al legame costituito con il proprio partner. >>
I volti delle ragazze si rabbuiarono improvvisamente, ma non per il motivo che pensò Hachi. Dopo un attimo, Aiko alzò la mano e con naturalezza chiese:<< Signorina Nana, anche da giovane Hachi era così serioso? >>
L'intervento di Mori fece scoppiare a ridere l'intera squadra, persino Nana non nascose il proprio sorriso sotto gli occhi torvi di Hachi. Alla fine questo distolse lo sguardo e col tono di chi non aveva altro da aggiungere, disse alla squadra di seguirlo mentre si incamminava per il corridoio.
Mentre il gruppo avanzava verso la propria destinazione e i suoi membri cominciavano a rimescolarsi per trovare i propri partner, Ryo guardò Kya cercando di leggere attraverso la sua maschera di confidenza, ma non riuscì a capire a cosa stesse pensando mentre avanzava a testa alta con le mani unite dietro la nuca.
<< Allora hai cominciato a dare soprannomi alla gente? >> Disse lui ridendo, pensando al modo in cui aveva chiamato la loro compagna di squadra poco prima.
Kya sbuffò. << Dai, quella là ti stava facendo il quarto grado! E poi… >> Girò lo sguardo verso di lui. << Non è che abbia molto da vergognarmi di te. >>
Ryo ripensò a tutte le volte che lui e Kya avevano fatto il bagno assieme da bambini, i momenti passati a giocare sulla spiaggia e anche tutte le volte che si erano accapigliati rotolandosi per terra, litigando per un gioco che uno o l'altra non voleva condividere o qualche altra leggerezza da bambini. Era vero che fossero estremamente vicini, però pensava che crescendo Kya avrebbe sviluppato un minimo di senso del pudore.
<< Sì, è vero. >> Rispose arrossendo un poco. Poi ripensò al modo in cui aveva reagito Sentakami quando la compagna di squadra l'aveva chiamata "Suzu" e disse:<< Comunque non farti prendere la mano; non a tutti piace essere chiamati con un nomignolo… >>
Lei lo guardò di sottecchi e ghignò. << Ah, davvero, darling? >>
Ryo provò una strana sensazione quando la ragazza gli rispose in quel modo; non avrebbe detto di detestarlo, ma lo mise seriamente in imbarazzo. Tuttavia non disse niente e dopo un po' si ricompose facilmente.
Però Kya era strana; continuava a comportarsi come se quello che stavano per fare fosse paragonabile a una passeggiata al supermercato. Era vero che era solitamente questo l'atteggiamento della sua amica, pimpante e deciso, ma proprio perché la conosceva bene Ryo sapeva anche quanto fosse facile per lei demoralizzarsi nei momenti difficili.
<< Va tutto bene? >>
<< Che vuoi dire? >> Borbottò lei girando la testa verso di lui.
Ryo indugiò studiando l'espressione di Kya ancora un po'. << Tu non sei preoccupata di effettuare la connessione? >>
<< Na-ah. >> Rispose subito lei scuotendo la testa. << Sto alla grande, non vedo l'ora di salire su quello Stridiosauro! >>
<< Ma non sai nemmeno quale sia. >> Le fece eco lui ghignando. Stavano entrando di nuovo in ascensore; questa volta i Parasite si tennero a una distanza maggiore gli uni dagli altri, a causa delle tute che stavano indossando e che li facevano sentire molto più scoperti. Le loro voci non si sentivano nemmeno, visto che più o meno tutti stavano borbottando come facevano loro; alcuni cercavano di far andare via la tensione, altri chiacchieravano riguardo gli Stridiosauri, cercando di rammentare alcune nozioni delle lezioni di fondamenti di pilotaggio.
L'ascensore cominciò a muoversi e da lì i ragazzi poterono tornare ad osservare gli Stridiosauri mentre ci si avvicinavano.
<< Sì che lo so! >> Riprese Kya girandosi verso il vetro e poggiando una mano su di esso. << E' quello dalla forma umana. L'ho sentito. >>
Ryo inarcò un sopracciglio con diffidenza. << "Sentito?" Che vuol dire che l'hai sentito? >> Cercò con lo sguardo lo Stridiosauro che aveva nominato Kya e si chiese che cosa avesse di tanto speciale da incantare a quel modo la sua amica.
Kya strinse le spalle, non sapendo come spiegarlo. << L'ho sentito e basta. Non appena l'ho visto, ho sentito che quel gigante apparteneva a me, in qualche modo. A noi, Ryo! >> Si girò a guardare negli occhi il suo amico e sorrise. Poi il suo sguardo divagò da un lato e lei sospirò. << E che io appartenevo a lui. >>
Ryo guardò Kya come se fosse un alieno; non credeva di averla mai vista in quello stato, come ipnotizzata.
<< Mentre l'ascensore ci conduce sul ponte di comando, passeremo in rassegna i vostri Stridiosauri e le loro caratteristiche. >> Disse Nana attirando l'attenzione su di sé per un attimo e poi indicando verso il vetro dove si potevano ammirare gli Stridiosauri. I box dove erano custoditi erano numerati, e fu dal numero uno che partì. << Quello con le ali è l'Aros, uno Stridiosauro di classe Gutenberg capace di volare ed espellere magma dalle fauci. Possiede una grande forza fisica e ha un enorme potenziale vista la sua capacità di sorvolare il campo di battaglia senza essere attaccato da terra, ma non è molto agile e quando si trova a terra è importante evitare che venga circondato. >>
Tutti quanti ricordavano le diverse classificazioni di Stridiosauri studiate a lezione: i classe Gutenberg erano dei modelli di Stridiosauro molto grandi che variavano nelle dimensioni, ma esistevano dei tipi di Stridiosauro ancora più mastodontici denominati classe Lehmann; le classi restanti erano riservate per gli Stridiosauri di medie e piccole dimensioni, denominati rispettivamente Mohorovičić e Conrad. Venivano chiamati così a seconda della profondità della crosta terrestre in cui si erano venuti a formare; una volta conosciute le dimensioni di uno Stridiosauro, se ne poteva delineare anche l'età in quanto gli Stridiosauri di più piccole dimensioni si formavano negli strati più alti della crosta terrestre e nel tempo andavano sempre più in profondità raccogliendo attorno a sé materiali fossili che ne facevano aumentare la stazza.
<< Chi sono i suoi piloti? >> Domandò Momo alzando la mano, trattenendo a stento l'ansia di conoscere al più presto quell'informazione.
Nana sorrise. << Vedo che non avete più pazienza. >>
La ragazza si scusò per la sua impertinenza, ma lei le disse di rilassarsi, poi diede una rapida occhiata ai documenti che portava con sé e mormorò:<< E' buffo che sia stata proprio tu a chiederlo, perché si tratta proprio del tuo Stridiosauro, Sakei. >>
Momo si sentì gli sguardi di tutti addosso; era vero che ne era rimasta intrigata alla prima occhiata, ma era veramente adatta a controllare una bestia del genere? Sarebbe stata veramente lei a volare con quel gigante, questo la rincuorava, ma nonostante ciò non fu in grado di mostrare il proprio sollievo: sul suo volto si formò un'espressione di grande sorpresa e poi come se non avesse ascoltato la spiegazione di prima, esternò i suoi dubbi.
<< Vuol dire che dovrò pilotarlo io? E' sicuro che possa farcela? >>
Nana sorrise per tutta risposta. << Prenderemo le cose un passo alla volta. Non vi manderemo certo sul campo alla prima uscita. >> Spiegò con voce rilassante. << Non c'è bisogno di farsi questo tipo di problemi, sarete seguiti dall'inizio alla fine. >>
Momo guardò Nana con un'espressione turbata, ma annuì rincuorata. Dopo aver osservato per un'ultima volta l'Aros, immobile e con le ali ancora piegate, si girò verso Hoshi che era ancora fermo a fissare lo Stridiosauro da lontano, e disse:<< Allora… Io e il mio partner faremo tutto il possibile per non deludervi! Giusto, Kondō? >>
Il ragazzo si voltò distratto e sembrò non capire cosa volesse Momo. Poi sembrò finalmente accorgersi della situazione e annuì distrattamente. La ragazza non sembrò fare caso al suo tono distratto e sorrise con ingenuità. Anche gli adulti sorrisero, ma era palpabile che in quel momento qualcosa non stesse funzionando tra i due partner.
<< Il secondo Stridiosauro è un altro classe Gutenberg. L'Anthurium è il più lungo degli Stridiosauri nella squadra, è capace di muoversi liberamente sotto terra, ma è nell'acqua che riesce a sfruttare tutto il suo potenziale; la sua forma a serpente permette una manovrabilità ottima ed è capace di liberare scariche elettriche ad altissima potenza, ma è carente sul lato difensivo. >> Nana alzò lo sguardo per vedere se qualcun altro avrebbe alzato la mano per chiedere a chi fosse stato assegnato, ma questa vota tutti i ragazzi rimasero ad aspettare educatamente che fosse lei a soddisfare la loro curiosità. Sospirando, abbassò di nuovo lo sguardo e disse:<< E' stato assegnato alla coppia Fukuda e Ojizaki. >>
I due ragazzi alzarono lo sguardo all'unisono: si erano entrambi distratti a guardare gli Stridiosauri quando Nana pronunciò i loro nomi. Fu Naho a chiederle di ripetere, e Yoshiki annuì con fare rispettoso.
<< Non stavate ascoltando? >> Chiese la donna inarcando un sopracciglio.
I due ragazzi la fissarono per un momento intontiti, sbatterono anche le palpebre all'unisono come perfettamente sincronizzati e alla fine cominciarono a borbottare nel tentativo di scusarsi.
<< No, cioè sì…! E' che stavo osservando lo Stridiosauro… >>
<< Anche io, non volevo mancare di rispetto! >> Si fecero eco l'un l'altra, causando delle risatine tra i loro compagni.
Nana sospirò con molta pazienza e li tranquillizzò. << Bé, immagino che sia normale per voi essere emozionati… Avete di fronte una grande responsabilità e sembra tutto quanto ancora un sogno, ma cercate di rimanere concentrati, okay? >>
<< Sissignora! >> Rispose prontamente Yoshiki recuperando la sua compostezza. << Siamo veramente onorati di sapere che l'Anthurium sarà il nostro Stridiosauro! Eravamo solo sorpresi. >>
Naho annuì più volte spalleggiando il suo partner e lo imitò quando si mise sull'attenti.
Nana incrociò le braccia e alzò una mano per portarsela alla guancia; rimase ad osservare i due ragazzi come se non riuscisse a capire a cosa stessero pensando; non appena distolse lo sguardo, Tetsuya notò con la coda dell'occhio che i suoi due compagni di squadra si stavano sussurrando qualcosa di nascosto e sorridevano come se fosse proibito. Gli sembrò strano; si era fatto un'idea leggermente diversa del tipo di persona che fosse Yoshiki, così come anche la sua partner, e invece mostravano dei lati della loro personalità inaspettati che sembravano avere addirittura in comune.
<< Andiamo avanti. >> Disse Nana voltandosi di nuovo verso il vetro. << Il terzo Stridiosauro è il più grande della squadra, il suo nome è Gaia. >>
I ragazzi si soffermarono ad osservare il gigante deforme; somigliava a una enorme medusa raggrinzita. Nonostante la presentazione di Nana, però, le sue dimensioni non sembravano tanto superiori rispetto agli altri due appena presentati; fu lei stessa a spiegare che il Gaia era capace di gonfiare la membrana che ricopriva la sua testa, arrivando fino a decuplicare la propria taglia. << Questo accade perché la parte superiore del suo corpo è piena di gas esplosivo. Il gas, espandendosi, fa allargare la membrana che lo trattiene finché non viene rilasciato. >>
Lo Stridiosauro era dotato di una mezza dozzina di tentacoli che scendevano dalla sua testa mentre la parte inferiore del suo corpo era inaspettatamente sottile; non era veramente piacevole da guardare, molto meno maestoso dei suoi simili.
<< A pilotarlo saranno Sentakami e Maruyama. >> Aggiunse la donna dopo la sua spiegazione. << Gaia è uno Stridiosauro molto potente, ma è anche molto lento e i suoi attacchi lo espongono molto, tuttavia grazie ai suoi tentacoli sarete capaci di tenere sotto controllo l'intera area circostante. >>
Suzuko rivolse un'occhiata di disappunto al suo Stridiosauro e rimase in silenzio. Solo Tetsuya notò quella sua espressione, ma preferì rimanere in silenzio e attendere l'occasione giusta per capire che cosa turbasse la sua partner.
<< Aggiungo che anche questo Stridiosauro è capace di volare, ma di solito si muove spingendosi con i tentacoli e strisciando con i suoi arti inferiori. >> Intervenne Hachi. << Non è molto maneggevole, quindi dovrete sviluppare una guida cauta e riflessiva, ma non lasciatevi intimorire dalle apparenze. >>
Dopo che l'adulto ebbe dato quel consiglio, la ragazzina sembrò cambiare drasticamente atteggiamento e con sguardo risoluto si mise sull’attenti dicendo:<< Signorsì! >> Vedendola in quel modo, Tetsuya non seppe se seguire il suo esempio e mettersi in posa a sua volta, quindi finì per fare un'imitazione scomposta del saluto della sua partner.
Anche se delusa di qualcosa, Suzuko non sembrò affatto scoraggiata. << Faremo del nostro meglio! >> Disse alla fine con tono deciso.
<< Bene. >> Rispose Nana sorridendo. << I prossimi Stridiosauri sono tutti di classe Mohorovičić. Il primo di loro è l’Animus, un tipo di Stridiosauro che invece di reggersi su degli arti possiede una ciclistica che gli permette dei movimenti rapidi come un veicolo su ruote. E' equipaggiato con due fucili magmatici al posto delle braccia che possono regolare la densità dei proiettili da utilizzare. >>
Il quarto Stridiosauro, quello con la base a forma di mezzaluna, non era più un mistero: la base corrispondeva alla ruota motrice mentre le braccia, che sembravano essere prive delle mani, erano in realtà le sue armi da fuoco. Nana spiegò che l'Animus era il più veloce degli Stridiosauri della squadra: i test avevano dimostrato che la sua struttura poteva sopportare qualsiasi tipo di accelerazione e raggiungere le velocità più elevate in pochissimo tempo; la sua forma aerodinamica permetteva un controllo affilato dei suoi movimenti, oltre a renderlo più difficile da colpire, tuttavia era poco potente e solo collaborando con gli altri Stridiosauri poteva sfruttare al meglio la sua forza.
<< A pilotarlo saranno Kawakami e Mizuru. >> Annunciò Nana dopo la sua spiegazione.
I due fratelli alzarono lo sguardo e fissarono con stupore la coordinatrice, come se non credessero ancora di avere uno Stridiosauro assegnato a loro, poi annuirono entrambi senza dire niente e quasi contemporaneamente si misero a fissare l’Animus che a mano a mano si faceva sempre più vicino. Quello era il luogo dove avrebbero potuto restare veramente soli e parlare dei loro problemi insieme.
Mentre Rin tornava a seguire Nana, Aki rimase a fissare lo Stridiosauro con fare turbato e si estraniò completamente dalla lezione.
<< Il prossimo Stridiosauro è un modello a quattro zampe, lo abbiamo chiamato Xenomorphus. >> Disse Nana portando le mani al petto; non era necessario che indicasse a quale dei due rimasti si stesse riferendo, i ragazzi lo avevano già adocchiato. Tra tutti quelli presentati fino ad ora lo Xenomorphus era forse il più banale, eppure i ragazzi rimasero comunque abbagliati mentre Nana ne descriveva le caratteristiche. << E’ uno Stridiosauro molto versatile. E’ veloce e molto agile, anche se non possiede la potenza distruttiva dei modelli più grandi, ma ha un'ottima difesa e può resistere più a lungo degli altri Stridiosauri se danneggiato. E' probabilmente l'unità che si adatta meglio a ogni tipo di condizioni esterne. >>
<< Chi sono i piloti? >> Chiese Kaoru eccitato all’idea che quello potesse essere il suo Stridiosauro. Gli altri non ne erano stati colpiti molto, ma a lui già solo dalla descrizione aveva fatto venire la pelle d’oca.
Nana sorrise divertita. << E siamo a due… Tu e Sakei sapete leggere nella mente o cosa? >>
Ci furono delle risatine mentre Kaoru spalancava la bocca emozionato e si girava verso la sua partner con l'aria di chi non riusciva più a trattenere la propria felicità.
<< Hai sentito, Mori? >> Disse rivolgendole un enorme sorriso. << Piloteremo lo Xenomorphus! >>
Aiko osservò la reazione del suo Partner con un po' di perplessità, ma le fu impossibile non sorridere di fronte a tutta quell'eccitazione. Annuì con trasporto, ammiccando a quel volto radioso.
<< Questo vuol dire che l’ultimo… >> Mormorò Kya tra sé e sé mentre Kaoru provocava altro trambusto nell'ascensore. Il suo sguardo andò all’ultimo Stridiosauro dell’hangar, il numero sei, e sorrise con soddisfazione.
<< L’ultimo Stridiosauro della squadra è quello che ci ha sorpreso più di tutti; infatti non eravamo mai entrati in contatto con uno Stridiosauro che avesse assunto una forma umana. >> Nana assunse un tono orgoglioso quando arrivò a presentare l’ultimo Stridiosauro. Ormai l’ascensore era quasi arrivato alle rampe di accesso e i ragazzi potevano osservare ancora meglio quei giganti. << Questo Stridiosauro somiglia molto a un FranXX, è armato con una lancia estensibile che consente di sfondare le difese nemiche. Benché ben bilanciato, la sua armatura è leggera per permettere dei movimenti più liberi, e i retrorazzi aumentano la mobilità e rendono possibile il volo per brevi distanze. Le dimensioni ridotte gli permettono di essere molto agile senza sacrificare la forza. Si tratta di uno Stridiosauro di tipo offensivo, e anche se non è veloce come lo Xenomorphus o l’Animus, può riuscire a mettere in crisi gli avversari con le sue manovre precise e letali. Come avrete già capito, è stato assegnato a voi… >>
Nana alzò lo sguardo e cercò la coppia di piloti a cui era stato assegnato quello Stridiosauro, ma vide che erano stati entrambi già rapiti dal loro nuovo mezzo. Kya in particolare, sembrava talmente assorta nei suoi pensieri che forse non aveva ascoltato niente di quello che aveva spiegato lei.
<< Come si chiama? >> Mormorò dopo un momento senza staccare gli occhi da quel gigante.
Nana sorrise. Fu un sorriso dolce, materno, pieno di nostalgia, ma né Kya e né Ryo lo videro e così non poterono interrogarsi sul motivo di quell'espressione.
<< Il suo nome è Iustitia. >>
Kya alzò una mano e sfiorò il vetro mentre l’ascensore approdava alle rampe di accesso. << Iustitia… >> Sussurrò. Avvertì un brivido una volta pronunciato quel nome. Quello strano torpore che l’aveva invasa scomparve dopo qualche istante e Kya si voltò verso i coordinatori sorridendo. << Mi piace! >>
Nana e Hachi si scambiarono uno sguardo di intesa, quindi cominciarono a uscire dall’ascensore indicando ai ragazzi di seguirli. Il gruppo avanzò lungo la banchina mentre da un lato gli Stridiosauri scorrevano lentamente nel loro campo visivo. Nana cominciò a spiegare quello che avrebbero dovuto fare.
<< L’esercitazione di oggi si concentrerà solamente sul farvi effettuare la connessione e rilevare le vostre reazioni. In base ai risultati che otterremo, vi faremo fare qualche prova alla guida. >>
<< Ricordatevi delle lezioni sul funzionamento della connessione! E’ importante che liberiate la mente prima di iniziare la procedura. >> Intervenne Hachi. << Dovete essere rilassati e affidarvi a vicenda ai vostri Partner. Non esiste individualità quando pilotate, si diventa una cosa sola! >>
Il tono di comando assunto da Hachi inquietò i ragazzi, che pensarono che da quelle indicazioni dipendesse il resto del loro percorso da Parasite, ma poi con la sua voce rassicurante Nana riuscì a calmare la situazione mentre affidava le coppie ai tecnici che li avrebbero condotti ai loro Stridiosauri.
<< Non serve spaventarli. >> Sussurrò Nana quando lei e il suo partner furono rimasti soli, facendo sparire il sorriso con cui aveva lasciato i ragazzi. << Loro ce la faranno anche senza tutta questa pressione. >>
<< Non intendevo spaventarli. >> Rispose atono Hachi. << Gli stavo solo dando qualche dritta per poter evitare difficoltà con la prima connessione; sai che può essere traumatico se affrontato nel modo sbagliato… >>
<< Il modo in cui lo hai detto lasciava intendere implicitamente che se avessero fallito sarebbe successo qualcosa di terribile! >> Ribatté Nana con un sorrisetto a metà.
<< Non era mia intenzione. >> Ripeté lui tenendo le mani dietro la schiena, rimanendo impassibile.
<< Lo so, ma è divertente vedere come il vecchio Hachi stia tornando a galla grazie a questa storia. >> Fece lei avvicinandosi al viso dell’uomo e guardandolo con uno strano sorriso. La maschera di indifferenza dell'uomo andò in pezzi quando sentì quelle cose e le rispose come se fosse stato insultato.
<< Ma quale vecchio Hachi? >> Protestò facendo un passo indietro. Prima che Nana potesse rispondergli, fuggì verso la sala di comando a passo svelto.
 
*
 
La cabina di pilotaggio dell'Animus era abbastanza spaziosa per contenere un piccolo gruppo di persone, ma era ovvio che non fosse stata progettata per quello; piuttosto, lo spazio in eccesso doveva servire ai piloti per potersi muovere liberamente in battaglia. Era buio, c'erano alcune luci sommesse a illuminare quelle che sembravano delle console dei comandi, ma Aki pensava che una volta effettuata la connessione ci sarebbe stata più luce.
La postazione di comando era composta da due parti: il sedile superiore dello Stamen e quello inferiore della Pistil, riverso a pancia in giù.
<< E io dovrei infilarmi là sotto? >> Commentò Rin disgustata una volta che il portellone si fu chiuso alle loro spalle.
<< Uh… >> Aki non fece molto caso alla domanda della partner e si voltò a controllare che la porta fosse effettivamente chiusa e nessuno potesse entrare. Gettò un’occhiata anche alle luci e agli strani caratteri che comparivano su degli ologrammi a scorrimento tutto attorno alla loro postazione; erano incomprensibili, come gli era stato detto, ma tirando a indovinare avrebbe pensato che quei simboli significassero che tutti i sistemi dello Stridiosauro erano disattivati.
<< E va bene, proverò ad entrare… Tu non guardarmi il sedere però, okay? >> Borbottò Rin avanzando a passi rapidi. Aki si voltò interamente verso sua sorella e la vide che cercava di posizionarsi alla sua postazione di comando infilando le braccia dentro a un incavo nella strumentazione e poggiando le ginocchia su delle fessure appositamente studiate per la sua comodità. Lei lo notò che la fissava come imbambolato e gli lanciò un’occhiata confusa. << Che c’è? >>
Ora o mai più! Si disse Aki, e gonfiato il petto si preparò a parlare a cuore aperto con la sorella.
<< Rin, c’è una cosa importante che devo dirti. >> Cominciò lui. Il suo tono e le parole che scelse fecero preoccupare istantaneamente la ragazza, che si mise a sedere e gli rivolse tutta la sua attenzione. Adesso non stavano più recitando, lui le stava parlando in vesti di fratello.
<< Aki, non credo che sia il momento adatto questo… >> Sussurrò la ragazza continuando a guardarsi intorno, timorosa che qualcuno potesse star ascoltando la loro conversazione. Aveva ancora in testa gli incoraggiamenti di Aiko e Suzuko ad approfittare di quel momento di solitudine per risolvere le cose con suo fratello, ma ora che si ritrovava lì pensava che ci fosse ancora qualche pericolo. Aki invece era convinto che quella fosse l'unica occasione per poter parlare liberamente e ora che aveva iniziato non poteva più fermarsi.
<< E invece deve esserlo, perché continuare a tenere nascosta la nostra identità non potrà fare del bene alla nostra situazione! >> Reagì lui alzando la voce. << I nostri compagni di squadra si fidano di noi, e se scoprono che gli abbiamo mentito potrebbe crearsi una situazione davvero spiacevole. >>
Rin si morse un labbro con aria colpevole. << Forse potrebbero averlo già scoperto… >> Mormorò diventando rossa in viso.
<< Che cosa? >>
Rin indugiò sulla risposta, guardandosi le mani che affondavano nella plancia di comando. << E’ stata una decisione che ho preso di impulso, quando io e le altre ragazze ci siamo ritrovate nella sala comune, il primo giorno. Non so perché l'ho fatto, ma ho pensato di dirgli che io e te… Sì, che noi due siamo fratelli. >> Si vergognava profondamente di quella cosa, non riuscì a guardare il fratello negli occhi. << Ho pensato che dicendolo da subito avrei potuto portarle dalla mia parte ed evitare situazioni spiacevoli nel caso avessero dovuto scoprirlo, ma poi non ho pensato a quello che avresti voluto tu e mi sono resa conto che avrei potuto combinare un guaio e… >>
<< Divertente… >> Mormorò Aki incapace di trattenere un sorrisetto ironico.
Rin alzò lo sguardo contrariata. Che cosa trovava di divertente nel suo racconto? Lui si scusò e le spiegò.
<< Sai che è la stessa cosa che è successa a me? >>
<< Eh? >> Fece allibita Rin. << Vuol dire che anche tu lo hai detto a ragazzi? >>
<< Solo ai miei compagni di stanza. >> Rispose lui. << In realtà sono stati loro a chiedermelo per primi. A quanto pare la nostra somiglianza non passa per niente inosservata… >> E detto questo soffocò una risatina nervosa. Nonostante fosse una situazione delicata, entrambi sentivano già la tensione diminuire.
Rin fissò il fratello per un bel po’, poi abbassò lo sguardo e iniziò a tremare come se da un momento all’altro dovesse esplodere. << In pratica… Mi sono fatta tanti problemi per niente? >>
<< Io… Temo che sia la stessa cosa per me. >> Disse Aki cercando di rassicurare la sorella. Erano stati entrambi molto ingenui: avevano tentato di prevedere le mosse dell'altro senza immaginare l'ovvio.
Rin sorrise. Sul suo volto sembrava che stessero per formarsi delle lacrime, ma si trattenne e si passò una mano sopra agli occhi. Poi rimase ferma per qualche istante con il braccio davanti al volto finché non si ritrovò a ridere sommessamente.
<< E adesso che c’è? >> Chiese confuso Aki.
La ragazza riprese fiato e sembrò non riuscire a trovare un modo per rispondere al fratello. << Il fatto è che le mie compagne di stanza hanno cercato di aiutarmi a parlarti in tutti questi giorni, lasciandoci soli il tempo necessario a parlare e controllando che non si intromettesse nessuno, ma ogni volta arrivavano i tuoi amici a rovinare tutti i loro piani! >>
Aki fu sorpreso, poi capì perché Rin stesse ridendo e rise a sua volta. << Credo che stessero cercando di aiutare. >> Rispose imbarazzato. Era una situazione veramente paradossale, ma proprio per questo era così divertente.
I due fratelli condivisero quelle risate per qualche istante, liberandosi della tensione che li aveva accompagnati negli ultimi giorni e potendo finalmente apprezzare la compagnia l'uno dell'altra. Poi quando si furono rilassati e le risate si furono spente, Aki tornò serio.
<< Quindi… Che cosa facciamo? >>
<< Riguardo a cosa? >>
Il ragazzo si dondolò da un lato all'altro restando fermo dove era. << Dovremmo dirlo anche agli altri? >>
Rin ci pensò un attimo: il suo cuore le diceva di smettere di mandare avanti quella sceneggiata, voleva essere libera di comportarsi come una persona normale di fronte ai suoi compagni di squadra, ma la testa le diceva di ragionare e aspettare di poter conoscere meglio il resto della squadra, prima di prendere decisioni rischiose. Che sarebbe successo se qualcuno avesse raccontato la verità agli adulti? Tuttavia, c'era da considerare anche che quasi tutti conoscevano il suo segreto; continuare a fingere sarebbe stato ingiusto nei confronti dei pochi che non erano stati coinvolti. Aveva senso perseverare, quando già la maggioranza della squadra era a conoscenza del loro segreto e lo accettava senza problemi?
Rin aprì la bocca per parlare, ma venne interrotta dall'improvviso rimbombare della voce della signorina Nana che risuonò stranamente vicina a loro.
<< E’ arrivato il momento di cominciare la procedura di attivazione. Prendete posto ai comandi, se non lo avete ancora fatto. >> Disse la voce risuonando artificialmente attraverso degli altoparlanti che nessuno dei due aveva notato fino a quel momento; erano posizionati in alto sopra le teste dei piloti, ai due lati della cabina.
Aki si irrigidì e sentì nuovamente una forte ansia. Come lui, anche la sorella pensò che qualcuno avesse potuto sentirli senza che se ne accorgessero.
<< Ne parleremo dopo, per ora cerchiamo di dare il meglio in questa prova! >> Concluse il ragazzo, ignorando quel dubbio e concentrandosi a rallegrare la sorella.
Rin annuì anche se con un po’ di incertezza, poi rimase a testa bassa e attese che suo fratello si sistemasse alla postazione dietro di lei. Mentre provava la presa sui comandi, lo chiamò.
<< Ehi. >> Disse. << Mi sento meglio, ora che abbiamo parlato. >>
La ragazza si girò per cercare il fratello e gli sorrise. Anche Aki sorrise con trasporto: sentirsi quelle parole dalla sorella gli fece provare una calda sensazione nel petto. <>
Era una cosa talmente semplice da sembrare superflua, ma Aki e Rin erano sempre stati uniti sin dall'infanzia: passare una settimana facendo finta di essere completi sconosciuti era stato veramente difficile.
Rin tirò fuori le mani dal vano dei comandi e si schiaffeggiò leggermente le guance. << Okay! Adesso diamoci da fare! >>
Aki annuì e si posizionò meglio sul proprio sedile; la postazione dello Stamen era comoda e permetteva di muoversi facilmente per poter manovrare lo Stridiosauro con naturalezza, ma aveva qualche dubbio sulla postazione della Pistil, costretta a mantenere l'equilibrio sulle ginocchia e restare piegata in avanti. Si chiese anche come sarebbe stato quando avrebbero effettuato qualche manovra particolarmente brusca.
La voce di Nana tornò negli altoparlanti. << Siete tutti in posizione? >> Chiese la donna. << Potete attivare i microfoni quando volete. >>
I due coordinatori si erano diretti alla sala di comando posta dal lato opposto dei box degli Stridiosauri; erano circondati da tecnici che avevano già cominciato ad analizzare i parametri vitali dei ragazzi connessi alle macchine, mentre altri di loro davano il via alla procedura di sgancio dei colossi perché potessero muoversi liberamente. A pochi minuti dall’avvio del test, c’era calma nella sala di comando.
<< Iustizia pronto! >> Fece chiara e forte la voce di Kya, pochi secondi dopo l'invito di Nana.
<< Qui Anthurium, Fukuda ed io siamo in posizione. >> Seguì la voce di Yoshiki. << Abbiamo avuto qualche problema a posizionarci nella cabina, ma è tutto sistemato ora. >>
<< Io e Mori siamo pronti! >> Disse Kaoru con entusiasmo.
<< Gaia pronto al lancio! >> Si fece sentire Suzuko un attimo dopo.
<< Piloti Mizuru e Kawakami, pronti a partire! >> Esordirono assieme i due fratelli, usando ancora i loro falsi nomi. L'entusiasmo dei due ragazzi arrivò fino alla sala di controllo, prendendo alla sprovvista Nana e Hachi, che si rivolsero un'occhiata sconcertata; un comportamento antitetico a quello mostrato fino ad ora quando erano insieme.
<< Molto bene. >> Sospirò Nana osservando distrattamente i dati che arrivavano alla sala di comando. << Com’è la situazione dell’Aros? >>
Ci fu un attimo di silenzio, poi la voce di Momo uscì dagli altoparlanti, leggermente a disagio:<< Tutto a posto… La postazione di pilotaggio è un po'… Scomoda, ma ora siamo in posizione, pronti a partire al segnale. >>
Questa volta Nana e Hachi si guardarono con un'ombra di dubbio negli occhi, ma non vollero esternare i propri pensieri. La voce di Momo aveva qualcosa di strano, ma non potevano sapere per certo cosa avesse causato quella cosa, né che fosse qualcosa di cui preoccuparsi.
<< Adesso, quando vi daremo il segnale, dovrete attivare la connessione. >> Iniziò Hachi lanciando alla donna al suo fianco uno sguardo che diceva che, qualunque cosa fosse, avrebbero potuto occuparsene una volta visto se interferiva con il loro rendimento. << Cominciate con il tenere un basso livello di coscienza e cercate di avvertire la presenza del vostro Partner, prima di tutto. Una volta che avete definito per bene le vostre coscienze, cercate un equilibrio e aumentate gradualmente l'intensità. >>
<< Detto così sembra molto vago, signore… >> Commentò Yoshiki senza avere paura di sembrare irrispettoso.
Hachi sospirò e notò con la coda dell’occhio Nana che sopprimeva una risatina, e come lei probabilmente una gran parte dei presenti in sala. << Lo so. Per questo la teoria è tutta un’altra cosa rispetto alla pratica. >> Disse sorridendo a sua volta. << Purtroppo non posso darvi indicazioni più precise perché una volta entrati nella connessione tutto ciò che avviene è estremamente intuitivo, e ognuno di voi lo avvertirà in modo diverso. Posso solo darvi qualche consiglio su come muovervi una volta presa coscienza di voi… >>
Ci fu silenzio per un attimo, poi dall'Anthurium arrivò un debole:<< Ricevuto. >>
Hachi riacquisì la sua compostezza e riprese con le indicazioni:<< Concentratevi esclusivamente sul raggiungere una connessione stabile. L'obiettivo di questo test sta nel determinare fino a dove potete spingervi durante una connessione, in modo da delineare un programma per il vostro addestramento; spingetevi più in là che potete, ma non superate mai il limite fisico che siete in grado di sopportare, e assicuratevi di avanzare di pari passo con il vostro partner! >>
<< Il primo contatto potrebbe darvi una sensazione strana: vi sentirete leggeri, intorpiditi o potrete anche provare dolore. >> Intervenne Nana. << Forse vi sentirete invincibili, ma ricordate che la connessione tra partner è un'unione molto delicata, specialmente in questa situazione, e sbalzi d'umore improvvisi potrebbero reciderla da un momento all'altro. L’importante è che non superiate mai il limite delle vostre capacità. >>
<< Non vi preoccupate di dover pilotare; per il momento registreremo tutti i dati e osserveremo come reagiscono i vostri organismi all'unione con gli Stridiosauri. Per imparare i comandi avrete tempo in seguito. >> Concluse Hachi, riprendendo alla perfezione da dove aveva lasciato Nana.
A sentire quelle parole, Suzuko si infiammò di determinazione. Lei non si sarebbe limitata alla mediocrità: avrebbe dato il massimo sin da subito!
Al segnale, le coppie cominciarono a impegnarsi al massimo per avviare la connessione: mentre i ragazzi cercavano di avviare i comandi tramite le cloche che avevano tra le mani e rilassavano i sensi, le ragazze si concentravano sulle proprie coscienze per prepararsi ad entrare in contatto con la parte più intima di sé. Qualcuno chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, altri si focalizzarono sulla propria respirazione; ognuno cercava il modo migliore per trovare la tranquillità necessaria ad affrontare quella cosa. Per dare inizio alla connessione, le Pistil dovevano prima dare il comando che inizializzava l’inserimento del valore negativo nelle macchine, e quando la loro coscienza cominciava a scivolare all'interno degli Stridiosauri i ragazzi potevano immettersi per controbilanciare i valori. Quasi tutti avvertirono un forte formicolio attraversargli il corpo, passando dalle mani fino alle spalle e diffondendosi poi agli arti inferiori, mentre le ragazze sentirono un intorpidimento generale.
Dietro al casco delle Pistil si accesero degli schermi dove veniva mostrato l'andamento della connessione: il valore positivo e quello negativo si incrociavano e sembravano quasi cercare di sovrastarsi l'un l'altro. Visto che gli Stamen potevano controllare la percentuale di energia impiegata dalle loro partner era loro compito adeguare i propri valori in base a quelli delle ragazze.
Le barre schizzarono verso l’alto a velocità differenti; in ogni Stridiosauro la scena fu la stessa, ma i valori registrati furono molto diversi fra loro mentre tentavano di stabilizzarsi nervosamente. Inizialmente rimanevano bassi, lontani dalla soglia minima per mantenere attiva una connessione; venti, trenta percento erano i valori più comuni e tutti quanti rimasero cauti in attesa di avvertire il proprio partner. Poi, gradualmente, alcuni dei valori iniziarono ad aumentare; ce n'erano alcuni che avanzavano all'unisono, ma altri si intensificavano lasciando indietro i propri partner, che arrancavano per mantenere l'equilibrio. Poi ci fu il momento in cui ogni Parasite raggiunse una certa soglia nella connessione in cui avvertì chiaramente un suono, o per meglio dire, un colpo.
Perché tutti avrebbero potuto affermare di aver sentito qualcosa, ma nessuno avrebbe ammesso con sicurezza che fosse realmente accaduto. Fu come se si fossero sintonizzati tutti sullo stesso canale e qualcuno avesse schioccato le dita, ragazzi e ragazze avvertirono uno stimolo che partiva dalla radice del cervello e riverberava in tutto il loro corpo attraverso il sistema nervoso. Sembrava che qualcuno fosse andato a bussare alla loro mente e che quella stessa persona avesse sfondato con forza la porta; le loro teste si fecero più leggere, come se gli si fossero riempite di aria e più di un pilota pensò di svenire sul momento, e un attimo dopo qualcos’altro riempì i loro pensieri, rendendo nuovamente pesanti le loro teste.
Ci furono degli istanti di confusione in cui i ragazzi e le ragazze non avvertirono più i loro corpi, credendo di fluttuare in un grande mare nero e vuoto; era una sensazione che poteva essere paragonata al tuffarsi in acqua lasciandosi dietro tutti i vestiti di colpo. I pensieri dei ragazzi si mescolarono e li avvolsero; mentre si addentravano sempre di più in quel turbinio di pensieri, ricordi e sensazioni, le due entità che si cercavano riuscirono a sintonizzarsi, a trovarsi e ad aggrapparsi l'una all'altra, fondendosi in quel fiume di emozioni, per poi disperdersi in esso. E quando le loro menti furono connesse, un secondo colpo, una scossa le punse assieme ai loro corpi, e i Parasite tornarono improvvisamente vigili.
Quando sulla testa dello Iustitia si proiettò il viso di Kya, Hachi e Nana capirono che la connessione aveva avuto successo. Contemporaneamente, anche l'Animus si avviò e le venature dello Stridiosauro si accesero improvvisamente di un blu intenso; all'altezza del busto dello Stridiosauro, proprio sopra alla cabina dei due piloti, si aprirono degli occhi azzurri minacciosi.
<< Iustitia e Animus operativi. >> Dichiarò uno dei tecnici nella sala di controllo. Hachi  si sporse leggermente in avanti per osservare il pannello dei comandi del tecnico, osservando come i valori raggiunti dai quattro piloti fossero quasi completamente uguali, stabili attorno al sessanta percento. Tornò indietro e annuì soddisfatto.
Il terzo Stridiosauro ad attivarsi fu Gaia: l'interno della sua cupola cominciò a brillare di una tenue luce dorata mentre le sue sacche si gonfiavano e sgonfiavano rapidamente, come se un bambino appena nato avesse cominciato a respirare.
<< Gaia operativo. >> Disse un altro tecnico. << Leggero squilibrio tra il valore positivo e quello negativo. >>
<< Anthurium e Xenomorphus operativi. >> Aggiunse una voce femminile dall'altro lato della sala. A quella notizia Nana sorrise e si voltò ad osservare gli ultimi due Stridiosauri attivati. I monitor mostravano un rapporto del cinquanta percento al quarantacinque percento per l'Anthurium e uno del quaranta percento al quarantatre per lo Xenomorphus.
<< Le cose stanno andando abbastanza bene. >> Mormorò ad Hachi. Lui però preferì non sbilanciarsi.
<< Aspettiamo di vedere come vanno. >> Disse. La sua preoccupazione era per l'Aros, che ancora non si era attivato.
Lo Stridiosauro sembrava tardare ad animarsi, quando all'improvviso i sensori della sala di controllo avvertirono un picco di energia provenire dai suoi piloti; l'Aros si mosse per un istante e si arrestò subito dopo. Simultaneamente, nella sala si sentì uno strillo smorzato che fece allarmare i coordinatori.
<< Aros! >> Chiamò Hachi dopo essersi impossessato di un microfono per comunicare. << Che cosa succede? >>
Ci fu un attimo di silenzio, poi la voce provata di Hoshi raggiunse gli altoparlanti della sala. << Non lo so… Sakei ha fatto un urlo e mi sono spaventato, poi tutto si è fatto buio… >> Sembrava in difficoltà.
Hachi attese un secondo prima di rispondere; era sicuro che l'urlo che avevano sentito appartenesse ad Hoshi e non alla sua partner, e oltre a quello non si era sentito niente. Forse Hoshi se lo era immaginato, lo shock della connessione poteva averlo preso alla sprovvista e dato delle allucinazioni, interrompendo il collegamento. Quello, oppure il ragazzo si vergognava ad ammettere di essersi spaventato.
<< E’ colpa mia, mi dispiace! >> Intervenne Momo con un tono che lasciava trasparire un certo disagio. << Ora però è tutto a posto. Possiamo riprendere. >> Aggiunse ansimando.
Hachi esitò un momento prima di premere nuovamente il pulsante che lo metteva in collegamento con lo Stridiosauro. << Riprovate ad effettuare la connessione, se potete. Fate con calma. >>
<< Ricevuto! >> Rispose la ragazza assumendo nuovamente un tono sicuro di sé. Quando la connessione con la sala di controllo fu interrotta, Momo si riposizionò alla sua postazione e fece schioccare le nocche prima di poggiare le mani negli scomparti; si ondeggiò in avanti un paio di volte per assicurarsi di essere ben salda agli appoggi all’interno della cabina e respirò a fondo. Adesso la tensione sembrava essere svanita dal suo volto.
<< Sei pronto, Hoshi? >> Disse guardando davanti a sé con occhi infuocati.
Hoshi inarcò un sopracciglio e mormorò:<< Sì… >> Da quando lo chiamava per nome? Si ritrovò a distogliere lo sguardo all'istante, come se si fosse appena ricordato di qualcosa; era già una tortura dover tenere su quella recita per far credere alla sua partner di essere contento di quella situazione e mantenere in equilibrio quella “connessione” di cui parlavano gli adulti era difficile senza che si aggiungessero altre "distrazioni…"
Accidenti a chi ha progettato questi cosi… Pensò, sforzandosi di concentrarsi. La postazione di pilotaggio della Pistil era terribile, e in più quella tuta aderente lasciava intravedere quasi tutto. Non che fosse interessato al corpo di Momo, ma riusciva a malapena a mantenere l'attenzione quando la guardava negli occhi, figurarsi quando era costretto a fissarle il di dietro!
In ogni caso, era colpa della ragazza se la connessione era fallita; lo aveva ammesso lei stessa. Mentre metteva le mani sulle cloche di comando, Hoshi pensò che sarebbe stato più facile partire ora che avevano avuto un primo assaggio di quella cosa. Adesso avrebbero potuto aggrapparsi con più forza a quel debole appiglio della “connessione”.
<< Andiamo! >> Lo incitò Momo. Hoshi seguì il suo comando senza dire nulla e chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.
Si sentì come se una mano arrivasse ad afferrare la sua anima e lo risucchiasse in un imbuto sempre più stretto e affollato; pensieri, paure, sentimenti lo stringevano tra loro. Non riuscì a capire quali di questi appartenessero a sé e quali alla sua partner. Tutto era sfocato e amalgamato come in una tavolozza sporca, irriconoscibile.
La sua testa era piena e vuota allo stesso tempo, come in stand-by e per un attimo temette di aver fallito la connessione di nuovo; ma qualcosa era diverso questa volta, il suo corpo sembrava distante. Poi ci fu una scossa, la avvertì chiaramente all’interno della sua testa: fu come se gli scoppiasse un petardo nel cervello, e anche Momo sembrò avvertire la stessa cosa perché reagì con un tremito, gemendo debolmente. La ragazza riuscì a contenersi rispetto a prima, mantenendo la concentrazione sulla connessione; dopo un attimo di buio, nella visione di entrambi le figure cominciarono a prendere forma, prima come se dietro a un vetro appannato, poi sempre più nitide.
Hoshi sbatté le palpebre con stupore. Ci vedeva doppio: aveva davanti a sé uno spazio chiuso e ampio, pieno di luci, all’interno del quale c’erano gli altri Stridiosauri che si muovevano goffamente; allo stesso tempo vedeva davanti a sé la schiena di Momo e lo schermo contenuto nel suo casco con i valori della connessione che stazionavano su delle percentuali piuttosto basse. Provò a muovere le mani, ma vide degli strani artigli neri comparirgli nel campo visivo.
<< Eh? >> Sbottò confuso, e assieme a lui udì la voce di Momo rimbombare all’esterno e imitarlo.
La voce di Hachi li raggiunse attraverso degli altoparlanti, ma Momo e Hoshi non capirono bene da dove arrivasse. << Molto bene, Aros! Vi sentirete un po' intontiti dopo la prima connessione, ma non è niente di cui preoccuparsi. >>
I ragazzi ancora non capivano cosa stesse succedendo, quando il loro coordinatore suggerì di iniziare con alcuni semplici test. Hoshi non riusciva a sentire le sue parole, troppo preso dal guardarsi attorno; era come dentro a una bolla che rendeva tutto più tondo ed estraneo, gli oggetti gli apparivano lontani e distorti. Era una sensazione fastidiosa, ed ebbe l'impressione che anche gli altri stessero provando il suo stupore in quel momento.
Hachi osservò gli Stridiosauri per un secondo. Non lo stava ascoltando nessuno: l’Aros continuava a guardare con il naso per aria, lo Iustitia e lo Xenomorphus nei box accanto al suo sembravano cercare di muoversi limitatamente all'interno delle loro postazioni, Gaia reagiva debolmente muovendo i suoi tentacoli e ancora faticava a regolare la sua "respirazione", persino l'Anthurium, che avrebbe dovuto essere pilotato dalla coppia di ragazzi più coscienziosi, sembrava completamente assorto in chissà quale pensiero; l'unico a restare sull'attenti in attesa di indicazioni era l'Animus.
<< D'accordo… Fate con calma e prendete confidenza con i vostri Stridiosauri, nel frattempo se l'Animus è d'accordo, possiamo cominciare con voi per fare qualche prova… >> Borbottò Hachi, sapendo che nessuno lo stesse ascoltando. << A voi va bene, Animus? >>
L'Animus sobbalzò e si girò debolmente verso la sala operativa. << Ah… Sì! >> Rispose la voce di Aki. Era difficile controllare quel coso, soprattutto mantenere l'equilibrio sulla sua mezzaluna era la cosa più complicata.
<< Allora provate a muovervi in avanti e a fare un giro… >>
Hachi stava per dare altre indicazioni ai ragazzi, ma nella sala cominciò a suonare un allarme e un tecnico esclamò:<< Anomalia nella connessione dello Iustitia! >> I valori dello Stridiosauro erano nella norma fino a un attimo fa, ma all'improvviso il valore negativo nella connessione era schizzato al cento percento, mentre quello positivo aveva cominciato a scendere.
Prima lo Stridiosauro si stava solo fissando i palmi con aria incantata, ma poi qualcosa sembrò impossessarsi della sua Pistil e questa cominciò a dare di matto; la sua espressione si accese come in estasi e Kya parlò direttamente attraverso lo Stridiosauro prendendo il controllo dello Iustitia.
<< Non ci posso credere, sono una cosa sola con Ryo! Ehi, Ryo, lo senti? Siamo uniti insieme! >> Strillò facendo voltare tutti verso di sé. Lo Iustitia cominciò ad agitarsi come se stesse cercando di salutare qualcuno in lontananza, poi spiccò un salto e venne fuori dalla propria postazione atterrando a testa in giù ed eseguendo qualche piroetta azzardata. Dagli altoparlanti giunsero le suppliche del suo partner di smettere di muoversi così tanto, ma Kya sembrava in trance. Iustitia stava agitando la propria lancia in aria, quando fu attraversato da una scossa elettrica e smise di muoversi; ci fu un rumore statico nell'aria e il collegamento con la coppia si chiuse.
Kya fu strappata via dalla connessione e prese un gran respiro, come se fosse rimasta in apnea per tutto il tempo. Anche Ryo si sentì come se fosse stato scaraventato fuori dalla cabina di comando e si accasciò sul sedile.
<< Che hai combinato?! >> Esclamò il ragazzo ansimando. La ragazza trasalì e si voltò a guardare il suo partner; il suo volto aveva un'aria inquietante, la sua espressione trasmetteva esaltazione, ma anche una sorta di spavento.
Kya non rispose; aveva le mani sul viso, come se non riconoscesse più il proprio volto. Ryo vide i suoi occhi inumidirsi e cercò di raggiungerla per tranquillizzarla, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa a sinistra della postazione di comando si materializzò un ologramma che segnalò un collegamento audio con la sala di controllo, seguito dalla voce di Hachi:<< Iustita! Che sta succedendo? >>
Kya rimase in silenzio ed evitò lo sguardo del suo amico; sembrava in stato di shock. Non avrebbe mai aperto bocca in quello stato.
<< Abbiamo avuto un contrattempo… Adesso risolviamo e ristabiliamo la connessione. >> Disse Ryo cercando di suonare rassicurante.
Hachi sembrò voler dire qualcosa, ma la voce di Nana irruppe nella conversazione interrompendo qualsiasi cosa volesse dire l'altro. << State tutti e due bene, vero? Avete avvertito qualche anomalia durante il collegamento? >>
Ryo notò nuovamente Kya che abbassava lo sguardo con vergogna. Non sapeva bene cosa dire, quindi si ritrovò a blaterare qualcosa senza senso. << E’ stato solo… La connessione, ci ha… Colto alla sprovvista… >>
Il ragazzo si affrettò a chiudere quella conversazione così che potesse concentrarsi completamente sulla sua amica e quando si fu assicurato che nessuno stesse più ascoltando, si fiondò da lei.
<< Che diamine ti ha preso? >> Disse con tono di rimprovero. Si pentì subito di aver usato quelle parole; Kya ora stava tremando e sembrava parecchio scossa.
La ragazza teneva lo sguardo basso e respirava velocemente mentre le lacrime che le sue palpebre non riuscivano più a contenere le scendevano lungo le guance, bagnando la strumentazione sotto di lei. Continuava a muovere le braccia e le mani come se avesse le convulsioni, toccandosi la testa e il volto.
Ryo si imbronciò e assunse un tono più calmo. << Ti sei fatta male? >>
Kya scosse la testa e continuò ad ansimare.
<< E allora che cosa è successo? >> Chiese lui confuso. Kya però non parlava e quella conversazione sembrava sempre più inutile; allora cambiò approccio e le si sedette accanto.
<< Ehi. >> Disse schioccando le dita e facendole girare lo sguardo verso di lui. Il ragazzo le prese le mani e gliele strinse forte; Kya le guardò e poi alzò gli occhi, incrociando lo sguardo incoraggiante del suo amico, e arrossì un poco.
Un brivido le fece allontanare le mani da quelle di Ryo e si strinse intirizzita. << E’ strano… >> Mormorò. << Quando ci siamo connessi ho sentito un'euforia incontrollabile. >>
Ryo notò come stesse evitando di proposito il suo sguardo, ma fu sollevato nel sentirla finalmente parlare.
Kya abbassò lo sguardo e rimase a pensare in silenzio. Non era sicura di quello che avesse provato, ma sapeva di aver sentito delle emozioni molto forti, ed era sicura che fossero le sue.
<< Ehm… >> Mormorò unendo le mani e agitandole. << E' stato come… Come se, moltissimo tempo fa, avessi già provato quella sensazione… >>
Ryo la guardò confuso. Ora che Kya si era tranquillizzata poteva essere più schietto con lei, ma preferì non fare nessun commento su quanto quella cosa sembrasse bizzarra. La ragazza notò il modo in cui la guardava e cercò di trovare qualche altra spiegazione che rendesse quella situazione più credibile, ma non riuscì ad essere chiara.
<< Ho sentito… Sì, sono stata contenta di tornare all'interno della connessione. Così contenta da voler ballare, gridare… >> Il suo viso si infiammò tutto un tratto mentre ricordava quello che aveva fatto. << Riguardo alle cose strane che ho detto… >>
Ryo sospirò esasperato. << Ti sei eccitata troppo e hai dato i numeri! Ho capito… >> Le posò una mano sulla spalla e sorrise rassicurante. << Il tuo sbalzo di umore deve aver scombussolato la connessione e lo Stridiosauro si è fermato. >>
Kya abbassò lo sguardo, delusa. << Già… >>
I due Partner rimasero in silenzio per qualche istante. C’era qualcosa che avrebbero voluto dire, ma non avevano il coraggio di tirare fuori. Poi la ragazza decise di ignorarlo e si concentrò su altro:<< Quando abbiamo interrotto la connessione… E’ stata una brutta sensazione… Come se venissi svegliata violentemente da un sonno profondo. Sto ancora tremando… >> E detto questo si strinse di nuovo nelle braccia per darsi un minimo di contegno.
Ryo guardò le sue spalle e scese giù seguendo i contorni della sua tuta fino alle ginocchia, poi alzò una mano e fissò il proprio palmo; effettivamente, da quando erano usciti dalla connessione, sia lui che Kya non avevano smesso di tremare. Gli formicolavano le gambe e le braccia e non si sentiva alla grande… Il distacco era stato troppo violento, per essere la prima volta.
<< Il mio corpo era quello dello Stridiosauro… Ma dopo aver interrotto la connessione, è stato come se non avessi più un corpo dove stare. >> Mormorò tristemente la ragazza. << Non sentivo più niente e quel che è peggio è che la testa non smetteva di pulsare, come se il mio cervello stesse sbattendo da una parte all’altra del mio cranio. >>
Sembrava una sensazione orribile! Ryo aveva avuto un distacco molto più leggero rispetto alla sua amica, il che aveva senso visto il ruolo della Pistil nella connessione. << Devi avere avuto paura. >> Mormorò avvicinandosi a lei e offrendole appoggio. Kya abbassò lo sguardo con vergogna e annuì. << Non eravamo ancora del tutto connessi, ma tu hai cominciato a muoverti avanti e indietro; siamo a malapena in grado di stabilire una connessione capace di attivare lo Stridiosauro e quando hai dato tutti quei comandi allo Iustitia, hai preso il sopravvento nell'equilibrio e la connessione è saltata, o qualcosa del genere… >> La sua spiegazione somigliò tanto a un rimprovero, anche se Ryo non aveva quell'intenzione. Kya era già abbastanza scossa senza doversi sentire quelle cose, ma pensava che razionalizzando ciò che era successo l'avrebbe aiutata a sentirsi un po' meglio.
<< Vieni qua… >> Le disse offrendole un abbraccio.
Kya si avvicinò e lasciò che le braccia del ragazzo la stringessero, poi le saltò in testa una domanda e si tirò indietro piegando la testa da un lato.
<< Ma non è lo Stamen che guida lo Stridiosauro? >> Chiese confusa.
Ryo sembrò avere difficoltà nel ricordare tutte le informazioni studiate riguardo alla connessione e ci mise un po' a formulare la sua risposta. << Credo che in realtà si tratti di una combinazione dei comandi dei due piloti… Ehm… In pratica, se la volontà della Pistil è più forte, questa può anche imporla allo Stamen, e viceversa. E' per questo che ci hanno sempre detto di mantenere un equilibrio durante la connessione. >>
All’improvviso Kya sembrò farsi pensierosa: la sua testa calò lentamente verso il basso e con sguardo fisso disse:<< Oh… Quindi ti ho dominato… >> Proprio mentre Ryo si chiedeva perché avesse scelto quelle parole, sul volto di Kya affiorò un sorrisetto e questa disse:<< Eh… Patetico! >>
Il ragazzo strizzò le palpebre lanciandole un'occhiataccia. << Mi hai solo preso alla sprovvista! >> Anche se lo stava prendendo in giro, era felice che fosse tornata al suo solito umore.
Kya rise e gli batté le mani sul petto. << Andiamo, lo so che non aspettavi altro per lasciarmi prendere il controllo! >>
Ryo alzò un braccio per difendersi e ghignò. << Sì, come no! >> Si allontanò rapidamente dalla postazione della Pistil e fece il giro attorno ai comandi. << Tu piuttosto, vedi di darti una regolata! Anche lo Iustitia si è spaventato della tua esuberanza. >>
Kya gli rivolse uno dei suoi sorrisi smaglianti, ma riuscì comunque a sentire come se ci fosse qualcosa che la tratteneva dall'esprimersi appieno. Era come se, nonostante si fosse tranquillizzata, la ragazza non riuscisse a dimenticare quella strana sensazione di prima.
<< D'accordo, adesso che abbiamo risolto il problema asciugati il volto e mettiamoci al lavoro! >> Esclamò Ryo tornando a sedersi al proprio posto, alle spalle di Kya.
<< Dici che possiamo farcela? >> Chiese lei strofinandosi le maniche della tuta contro le palpebre per cacciare via le lacrime.
Il ragazzo alzò un pollice. << Se non potessimo, per quale motivo saremmo qui? >> Poi le sorrise.
Eccolo, quel sorriso: era con quello sguardo che le faceva sapere che sarebbe andato tutto bene. Era a causa di quel sorriso così dolce che Kya non si era mai separata da Ryo sin da quando erano bambini; la ragazza non resisteva più quando lui finiva per prendere in mano la situazione ed era pronta a fidarsi ciecamente anche quando le cose sembravano impossibili. Ogni timore svaniva, frantumato dal sorriso rassicurante del suo grande amico.
Kya sentì gli occhi inumidirsi di nuovo, ma questa volta si trattenne. Che senso aveva piangere ora? Non sapeva neanche perché si fosse commossa tanto… Si rimproverò, sentendosi proprio una bambina. << D’accordo! >> Disse sorridendo a sua volta. << Vediamo di far muovere questo coso, allora! >>
Nella sala di comando, per ordine di Hachi e Nana, i tecnici si erano concentrati sui test degli altri Stridiosauri, ma i due coordinatori non potevano fare a meno di guardare con ansia lo Iustitia che ancora si rifiutava di avviarsi. Non era possibile che proprio quei due non riuscissero a stabilire una connessione.
<< Ci stanno mettendo troppo tempo… >> Mormorò Nana portandosi una mano sul mento e cominciando a tormentarsi le labbra con le unghie. Anche Hachi era nervoso, nonostante il suo viso di pietra; lo lasciava intravedere dai piedi che sembravano non trovare pace, andando avanti e indietro. << Quale pensi che sia il problema? >>
Lui osservò ancora lo Iustitia con il suo volto vuoto. << Potrebbe essere qualsiasi cosa… Ricordiamoci che si tratta pur sempre di ragazzini, è una situazione totalmente nuova per loro. Dobbiamo solo credere nelle loro capacità… E dargli tempo. >> E nelle loro capacità ci credeva eccome; aveva visto con quanta semplicità Kya aveva mosso lo Iustitia, prima di perdere la connessione con il partner. Magari si era trattato solo di un caso, ma il potenziale mostrato era enorme.
Il suo sguardo scivolò per un attimo verso gli altri Stridiosauri: Animus stava eseguendo dei giri a velocità sostenuta lungo il perimetro dell'hangar, passando di tanto in tanto accanto agli altri compagni di squadra; Xenomorphus e Anthurium si muovevano lentamente, i loro piloti stavano cercando di adattarsi alle forme tanto diverse da quella umana e probabilmente non avrebbero fatto molti progressi in giornata; l'Aros sbatteva le ali, come gli era stato chiesto di fare, e di tanto in tanto cercava di fare dei passi fuori dal proprio box, ma tornava sempre indietro; Gaia era quello che mostrava meno segni vitali di tutti quanti, la sua respirazione non si era ancora stabilizzata e gli unici movimenti che riusciva ad eseguire erano quelli dei suoi tentacoli, troppo deboli ancora per poter pensare a fare qualche test più complesso. Complessivamente, gli altri ragazzi erano riusciti a stabilire delle connessioni abbastanza stabili rispetto alla coppia dello Iustitia, però era anche vero che nessuno di loro aveva ancora mostrato niente di simile a quello che aveva fatto Kya nei suoi pochi secondi di connessione. E nonostante ciò, avere degli ottimi risultati senza resistere a lungo alla connessione sarebbe stato un raggiungimento inutile. Nonostante i dubbi, Hachi sapeva che Kya e Ryo sarebbero riusciti a stabilire una connessione efficace; era semplicemente destino che andasse così.
A un certo punto, mentre tutti i tecnici erano al lavoro per monitorare i segnali vitali delle coppie, la console dei comandi assegnata allo Iustitia si accese finalmente.
<< I piloti dello Iustitia stanno effettuando la connessione. >> Disse un'operatrice leggendo i dati in arrivo dallo Stridiosauro.
Nana poté tirare un sospiro di sollievo e si voltò a guardare Hachi; anche lui era sollevato, ma sembrava che non avesse mai avuto alcun dubbio su quei ragazzi. Le mandò un sorriso sicuro di sé prima di tornare a osservare lo Stridiosauro, in attesa che si accendesse.
Nella cabina di pilotaggio dello Iustitia i due piloti erano in totale silenzio, concentrati a ristabilire una connessione soddisfacente. Non comunicavano attraverso le parole perché non ce n’era bisogno: una volta aperta “la porta” i pensieri dell’altro si riversavano nelle loro menti come una cascata, inarrestabili e senza fine. Ognuno sapeva cosa sentiva l’altro e agiva di conseguenza per rendere l’effetto ancora più forte; Ryo provò una leggera euforia arrivare dal lato di Kya, ma notò come questa volta la ragazza stesse facendo di tutto per trattenersi, e da parte sua le mandò la fiducia che le serviva per restare concentrata.
Nello schermo dietro al casco di Kya i valori positivo e negativo crescevano lentamente, a sinistra la barra blu si muoveva in modo più frenetico della barra rossa sulla destra, ma sembrava che questa volta Kya si stesse lasciando guidare da Ryo più docilmente, risultando in una crescita equilibrata di entrambi i valori. Alla fine il valore positivo di stabilizzò al quarantotto percento, mentre quello negativo si fermò al cinquanta; quando furono abbastanza stabili, l'energia cominciò a fluire all'interno dello Iustitia e il volto di Kya si materializzò nuovamente su quello dello Stridiosauro.
Ci erano riusciti. I valori di compatibilità erano più bassi rispetto a prima, ma questa volta la connessione era abbastanza stabile da poterla mantenere a lungo.
Lo Iustitia alzò le braccia con cautela e ruotò la testa guardandosi le mani. << Ce l’abbiamo fatta, Ryo! >> Disse emozionata la voce di Kya, che rimbombò nella testa del ragazzo e dentro all’hangar.
<< Quasi… >> Rispose lui un po’ in difficoltà. La sensazione di vederci doppio era tornata, gli faceva girare la testa e nonostante stesse cercando di concentrarsi su una sola delle immagini che gli arrivavano, era impossibile ignorare tutti quegli impulsi.
<< Che ti succede? >> Chiese Kya, avvertendo direttamente nella propria connessione il modo in cui il valore negativo dello Stamen vacillava per la sua condizione. Adesso era lui ad avere problemi; vide la barra rossa cominciare a calare mentre la percentuale diminuiva sempre più rapidamente.
Ryo strinse i denti e chiuse gli occhi. << Non riesco a isolare la mia visione da quella dello Stridiosauro… >>
Questa volta toccò a Kya mantenere la calma e fare da supporto al proprio partner. << Ci avevano detto che sarebbe potuto accadere le prime volte. Devi rilassarti e concentrarti su quello che vuoi vedere. >> Disse con tono inaspettatamente sicuro di sé. Ryo annuì e rimase in silenzio per potersi concentrare meglio. << Hai già chiuso gli occhi, vero? Rimani così tutto il tempo che ti serve. Una volta trovato il controllo, dovresti riuscire a “disattivare” la tua vista e guardare attraverso gli occhi dello Iustitia. >>
<< Sì, ma poi come faccio a premere i comandi giusti senza vedere? >> Chiese lui.
<< Devi affidarti ai tuoi sensi. >> Rispose la ragazza. << All’inizio sarà difficile, ma dopo più guide dovresti cominciare a sviluppare un sesto senso per questa cosa… >>
Ryo sorrise nonostante avesse ancora le vertigini. << Sembra che tu sappia il fatto tuo… >> La prese in giro.
Lei gli rispose a tono:<< E’ quello che hanno detto a lezione! Se tu ascoltassi, invece di dormire tutto il tempo… >>
<< Mi sembrava che dormissi anche tu sul banco… >> La punzecchiò lui. Parlare con Kya in quel modo lo aiutava a distrarsi dal fastidio della sua doppia visione; si stava divertendo un mondo.
Kya sbuffò in segno di resa e lasciò che il ragazzo si concentrasse sulle proprie sensazioni. Ryo cominciò subito con lo stabilizzare la respirazione e cercò di visualizzare nella propria mente l'hangar all'esterno dello Iustitia. Cercò di ricordare più particolari possibile e lasciare da parte l'interno della cabina di pilotaggio per evitare che questa tornasse a interferire; quando avrebbe aperto gli occhi, avrebbe dovuto vedere solo quello che voleva lui!
Sentì come se il suo corpo si stesse sciogliendo poco a poco e per un attimo ebbe l’impulso di aprire gli occhi e dimenarsi, ma rimase concentrato stringendo le mani attorno alle cloche dei comandi.
Si diede un conto alla rovescia prima di aprire gli occhi; in questo modo sarebbe stato sicuro di quando sarebbe tornato a vedere e poteva concentrarsi meglio su quando indirizzare le proprie energie verso la sua vista. Quando ebbe finito di contare, fu sollevato nel vedere che il suo problema si era risolto; avvertiva ancora una piccola traccia di nausea e delle immagini sfuocate sembravano continuare ad entrare nel suo campo visivo, come se fosse rimasto a fissare la luce per troppo tempo, ma davanti a sé vedeva chiaramente l'hangar esterno e gli Stridiosauri attorno a sé. Poi Ryo fu distratto da una risatina della sua partner e si chiese che cosa ci trovasse di tanto divertente.
<< “Uno, due, tre?” Dici sul serio? >> Commentò sbuffando lei. << Sei troppo divertente! >>
<< Ehi, che diavolo c’è da ridere? >> Chiese Ryo irritato. << Ero davvero in difficoltà, sai? E smettila di leggere nei miei pensieri! >>
Una trasmissione audio interruppe il battibecco dei due amici e la voce di Hachi rimbombò dalla sala comando:<< Iustitia, ottimo lavoro! Avete risolto i problemi? >>
<< Affermativo, capo! >> Esclamò Kya ottimista. << Ryo ha avuto qualche problema di adattamento, ma è tutto risolto ora. >>
Il ragazzo per un attimo pensò di rinfacciarle il fatto che prima avessero perso la connessione proprio a causa sua, ma sentirla nuovamente così serena gli fece cambiare idea, non volendo rovinarle l'umore. Era contento di vedere che la sua amica era tornata la solita ragazza piena di vita.
<< Molto bene. >> Disse Hachi. << Prendetevi un minuto per acclimatarvi alla connessione, nel frattempo noi monitoreremo la situazione e decideremo se è il caso di fare qualche test. >>
<< Sissignore! >> Rispose la ragazza prima che la connessione con la sala comando si interrompesse di nuovo, quindi si rivolse a Ryo bisbigliando con un tono divertito. << A cosa stavi pensando? >>
<< Eh? >>
<< Poco fa mi è saltato in mente un pensiero che sentivo non fosse mio, e mi ha leggermente distratto dalla conversazione con Hachi. >> Spiegò la ragazza. << Stai pensando a qualcosa di sconcio, vero? Non mi starai mica guardando il sedere?! >>
Ryo arrossì e per un attimo fu felice che Kya fosse girata di spalle per non poterlo vedere in faccia. << Ma che dici? Certo che no! >> Cominciò a giustificarsi, ma quando sentì Kya sghignazzare si rese conto rapidamente che niente la avrebbe fatta desistere dal prenderlo in giro. Quella ragazza adorava metterlo in imbarazzo in situazioni cruciali.
Ryo preferì concentrarsi su altro. << Piuttosto, mi spieghi come fai a leggermi nella mente? E' inquietante! >>
<< Bé, non ti sto leggendo nella mente… >> Mormorò lei distratta. << Più che altro, sono frammenti di pensieri che condividiamo. Ho sentito chiaramente che stavi pensando a me, anche solo per un istante, ma non so esattamente che cosa fosse. >>
Questo andava di pari passo con la spiegazione di Nana e Hachi riguardo alla connessione, e approfondiva la questione del funzionamento di essa; la connessione era qualcosa di molto più profondo di una semplice chiave di avviamento per quelle macchine enormi: dentro allo Iustitia, Ryo e Kya versavano il proprio animo, la propria mente, tutti sé stessi. Era come se diventassero a tutti gli effetti la macchina, e per questo potevano avvertire le stesse sensazioni sulla pelle e riuscivano anche a sentire quello che pensava l’altro come se lo stessero pensando loro. Due menti racchiuse in un solo corpo, ecco perché interrompere la connessione di colpo li aveva scossi tanto.
Si chiesero per un momento quanto potesse andare a fondo quella cosa; le percentuali mostrate sul display dietro a Kya erano ancora basse, probabilmente accrescendo quei valori sarebbero riusciti ad essere ancora più connessi e a coordinarsi meglio.
<< Stai pensando che dovrai imparare a non pensare a niente di sconcio quando sei con me? >> Lo canzonò ancora Kya.
<< Smettila! >>
<< Molto bene, Parasite. >> La voce di Hachi tornò a suonare all’interno degli Stridiosauri. << Ora che siete tutti in azione, cominceremo uno per volta a fare qualche semplice test per verificare i vostri tempi di reazione, la vostra coordinazione e, in conclusione, l’equilibrio delle vostre connessioni. >>
Alcuni avevano già cominciato; oltre all'Animus, che continuava a girare in tondo all'interno dell'hangar, anche l'Aros si era unito a fare i primi passi all'interno di uno spazio più ristretto. Tutti gli altri piloti erano impazienti di iniziare, nonostante alcuni di loro non fossero ancora in grado di controllare del tutto i loro Stridiosauri. Già dopo aver stabilito una connessione stabile, avevano cominciato a sentire crescere in loro il desiderio di passare all’azione, quasi come se fossero gli stessi Stridiosauri a trasmettergli quel sentimento. Era quello il momento che avevano aspettato da quando si erano arruolati, era quello per cui avevano deciso di mettersi in gioco e avrebbero dato il massimo.
 
*
 
Suzuko calò la testa di colpo quando tornò a sentire il peso del proprio corpo e non riuscì più a reggerlo. Non appena avevano interrotto la connessione, aveva avvertito una stanchezza immane prendere il sopravvento su di lei e ora riusciva a malapena a respirare.
Tetsuya si allarmò nel vederla in quello stato, ma lei lo rassicurò con fare vago non appena la ebbe raggiunta per aiutarla a reggersi; la sua partner era persa nei suoi pensieri, continuava a chiedersi se avesse fatto un buon lavoro, se ciò che aveva mostrato fosse sufficiente.
No. Aveva dato tutta sé stessa per far muovere il Gaia, ma aveva fatto una fatica immensa e aveva ottenuto così poco… Nakamura era riuscita a fare quelle capriole e piroette in un istante, e anche dopo aver perso la connessione con il suo partner aveva ripreso a muoversi con naturalezza con lo Iustitia. Un confronto impietoso con lei e il suo Gaia. Come dovrei fare a imparare a pilotare così?
Da quando aveva stabilito la connessione con Maruyama aveva avuto una marea di difficoltà, più di quante ne aveva previste: non era riuscita a mantenere la concentrazione, aveva fatto fatica ad eseguire gli ordini, e adesso il suo corpo aveva perso tutte le forze… Era stata meno che mediocre, soprattutto se messa a confronto con i risultati degli altri: lo Iustitia e l’Animus avevano dato una prova eccezionale, e anche l’Anthurium e lo Xenomorphus erano riusciti a superare le difficoltà di adattamento iniziali; persino l’Aros aveva avuto delle prestazioni migliori delle sue, eppure all'inizio era sembrato lo Stridiosauro più in difficoltà di tutti!
Che cosa mi manca? Che cosa sto sbagliando?
<< Suzuko! >>
La voce di Tetsuya finalmente la raggiunse e la ragazza alzò lo sguardo verso la propria sinistra, per trovarsi il volto del suo partner che la guardava preoccupato. In quel momento le arrivò la risposta: pilotare gli Stridiosaruri era un lavoro di coppia, non poteva concentrarsi solo su di sé quando apriva la connessione; doveva lasciare che lo Stamen fosse a suo agio e potesse pilotare senza restrizioni, eppure non aveva sentito minimamente la presenza di Tetsuya durante la connessione. Che si stesse trattenendo?
<< Scusa… >> Borbottò lui dopo averla chiamata per nome. << Stai bene? Sei andata giù all’improvviso e mi è sembrato… >> Si avvicinò un poco per aiutarla, ma non sapeva se effettivamente lei volesse essere aiutata. La ragazza lo stava fissando imbambolata, come se avesse notato qualcosa di strano nel suo volto. Si sentì a disagio vedendo che non rispondeva e distolse lo sguardo, ma proprio quando ebbe fatto un passo indietro, Suzuko gli sorrise.
<< No, io… Sì, sto bene. Sono solo un po’ affaticata. >> Rispose cominciando ad alzarsi. Si aggrappò alla strumentazione di fronte a sé per tirarsi su, ma le sue gambe cedettero e fu in quel momento che Tetsuya si sporse per evitarle la caduta, afferrandola prontamente e offrendole appoggio.
<< Grazie… >> Mormorò lei mentre il ragazzo diventava rosso per l'imbarazzo. Rise. << Le mie gambe sono proprio andate… Posso… Appoggiarmi a te per un po'? >>
Si sostenne un po' di più a Tetsuya e lui dovette spostare l'equilibrio del suo corpo per permettere a entrambi di restare in piedi. << Certamente! >> Rispose imbarazzato. << Sono forte, non mi dà nessun fastidio farti da appoggio. >>
<< Grazie. >> Disse di nuovo Suzuko con voce sognante, come se stesse per addormentarsi. Era una interazione molto strana, sembrava però che il loro rapporto fosse già abbastanza saldo da permetterle di fare quel tipo di cose. Tuttavia c'era dell'esitazione in entrambi, e Suzuko aveva capito che era quella la caratteristica che avrebbe dovuto estirpare, se voleva migliorare il proprio rendimento. Il successo del Gaia dipendeva dal legame che sarebbe riuscita a creare con Maruyama; più sarebbe stato forte questo legame, più sarebbero stati efficienti.
Tetsuya offrì il braccio alla ragazza e lei si resse a lui per rimettersi in piedi, poi cercò di passargli un braccio dietro la schiena ma non ci riuscì per la differenza in altezza tra di loro e allora decise di aggrapparsi alla spalla più vicina mentre lui le passava delicatamente una mano attorno al busto, stringendole il braccio dalla parte opposta per aiutarla a stargli vicino.
Suzuko fu un po' delusa del fatto che Tetsuya avesse evitato di proposito i suoi fianchi, ma fu contenta lo stesso del risultato; un passo alla volta si sarebbero avvicinati l'uno all'altra.
Alzò lo sguardo sorridendo e disse:<< Andiamo? >>
<< Ok! >>
I due ragazzi cominciarono a camminare verso l’uscita della cabina di pilotaggio, passi lenti e sicuri in modo che Suzuko non rischiasse di inciampare con le poche forze che le erano rimaste.
<< Ti va un gelato, quando torniamo a Mistilteinn? >> Disse dal nulla la ragazza.
<< Un gelato? >> Le fece eco lui, confuso.
Suzuko annuì. << Penso che ci meritiamo un piccolo premio dopo questa giornata… >>
Tetsuya alzò lo sguardo pensieroso, poi tornò a guardare la ragazza e rispose con un sorriso:<< Ci sto! >>
Suzuko gli ammiccò con trasporto. << Oh, e non mi dispiace se mi chiami per nome. >> Aggiunse mentre lo sportello di fronte a loro si apriva.
<< Davvero? >> Chiese lui dubbioso.
<< Sempre che a te non dia fastidio che io usi il tuo, di nome! >>
Tetsuya guardò all'esterno della cabina, dove li attendevano i loro compagni di squadra, e sembrò pensarci un attimo. Alla fine si girò di nuovo verso di lei e disse:<< Non mi dispiace. >> E sorrise come aveva fatto lei un attimo prima, facendola ridere.
I due ragazzi uscirono dalla cabina e per un attimo furono accecati dalle luci nell'hangar. Entrambi distolsero lo sguardo per cercare di adattare la vista a tutta quella luminosità e l'attenzione di Suzuko si posò sul box alla fine del molo, dove vide Nakamura che saltellava con euforia rivolgendosi al suo partner.
<< Ce l’abbiamo fatta, Ryo! >> Ripeteva muovendosi come una bambina iperattiva. Sato stava uscendo lentamente dallo Stridiosauro e le rivolgeva uno sguardo stanco, ma felice. Suzuko si fece improvvisamente cupa, notando come anche gli effetti sul fisico conseguiti dalla connessione fossero più evidenti in lei rispetto alla compagna di squadra.
Però non volle abbattersi. Aveva già capito che c’erano persone più predisposte di lei a sopportare la guida di uno Stridiosauro, ma con il duro lavoro sarebbe riuscita a colmare il distacco tra sé e loro. E poi, guardandosi attorno, la sua condizione sembrava essere molto più comune di quanto pensasse: anche Aki e suo fratello erano usciti dall’Animus stringendosi l’uno all’altra, sembravano esausti dopo tutti i giri che avevano dovuto fare all'interno dell'hangar, e a guardarli meglio avrebbe detto che erano euforici. Poté rilassarsi quando capì che finalmente erano riusciti a risolvere i problemi tra loro.
Tuttavia, se da una parte una delle sue compagne di stanza sembrava sollevata dopo quello che era successo, l'altra ragazza con cui condivideva la camera sembrava essere in maggiore difficoltà; Aiko sembrava reggersi in piedi per un soffio e nonostante tutto cercava di andare avanti da sola mentre il suo partner Matsumoto la seguiva con ansia, pronto a scattare al minimo segno di cedimento della ragazza.
<< Andiamo da loro, Tetsuya! >> Disse lei indicando con debolezza in direzione della coppia dello Xenomorphus. Il ragazzo annuì e la aiutò ad avanzare.
Mentre si avvicinavano, Aiko crollò improvvisamente a terra. Suzuko ebbe l'impulso di lanciarsi verso di lei, pur sapendo di non poter fare nulla di prevenire la sua caduta, ma poi vide Matsumoto stendersi con prontezza verso la ragazza per afferrarla e offrirle appoggio in modo simile a come aveva fatto Tetsuya prima con lei.
<< Stai bene? >> Chiese lui tenendole una mano. Sembrava che Aiko fosse dolorante, ma in realtà quando alzò la testa stava ridendo.
<< E' stato incredibile! >> Esclamò con le lacrime agli occhi. << Mi fa tutto malissimo, però sono grata di averlo provato! >>
Fu un sollievo vedere Aiko sorridere, nonostante fosse in quello stato così deplorevole. La ragazza sorrise e lasciò andare la tensione di un attimo prima, pensando che in fondo Matsumoto non era poi così male; sembrava un ragazzo molto premuroso.
Mentre i due piloti si rialzavano e questa volta Aiko affidava il proprio equilibrio a Kaoru, dall’ascensore da dove erano arrivati uscirono i due coordinatori, seguiti da una coppia di operatori che reggevano dei taccuini e delle matite e alcune persone che spingevano delle sedie a rotelle. Si avvicinarono alle coppie che sembravano più in difficoltà e fecero segno agli altri di raggiungerli; quando furono di nuovo tutti assieme, Hachi e Nana cominciarono a parlare ai Parasite mentre le persone con le sedie a rotelle invitavano le ragazze a sedersi.
<< Siete stati molto bravi. I test di oggi ci aiuteranno a tracciare un piano di lavoro per il futuro, ma non dovete restare a pensare troppo ai vostri risultati e agli effetti che questi hanno avuto sui vostri corpi. Si tratta solo di valori indicativi, grezzi, utili ai nostri tecnici per migliorare la vostra esperienza a bordo degli Stridiosauri e impostare il lavoro da fare. >> Fece un giro con lo sguardo per osservare tutti quanti e si soffermò più a lungo sulle persone che sembravano avere avuto più difficoltà. << Quindi non vi preoccupate se pensate di non essere andati bene. I vostri risultati miglioreranno molto in futuro; per adesso dovete solo concentrarvi nello studio e prendervi cura gli uni degli altri. >>
<< Abbiamo visto che alcuni di voi erano alquanto provati fisicamente dopo lo sforzo eseguito. >> Intervenne Nana. << Per questo abbiamo fatto scendere questi signori; tra poco vi accompagneranno in una sala per eseguire dei test e assicurarsi che non abbiate subito traumi di alcun genere. >>
Nana si girò per indicare i due operatori con in mano matite e taccuini: un uomo e una donna in camice bianco, dall’aspetto professionale ma accogliente. Fecero entrambi un cenno cordiale ai ragazzi, poi l'uomo fece un passo verso il gruppo degli Stamen e indicò l’ascensore che aveva condotto i Parasite lì sulla rampa. << Cominciamo a muoverci; i maschi vengano con me. Se avete difficoltà a camminare, i nostri collaboratori vi accompagneranno sulla sedia a rotelle. Non vergognatevi di mostrare stanchezza dopo quello che avete fatto. >>
Mentre diceva questo, Aki ringraziò uno degli operatori che gli si era avvicinato e si sedette per lasciarsi trasportare; un altro uomo andò verso Hoshi, ma il ragazzo rifiutò il suo aiuto e andò avanti nonostante fosse chiaro che fosse molto affaticato.
<< Le ragazze invece vengano con me. Vi faremo qualche domanda e testeremo i vostri riflessi e capacità fisiche, confrontandoli con i dati che abbiamo raccolto con la vostra prima visita medica. >> Spiegò la donna alzando un braccio per fari avvicinare tutte le Pistil. << E ovviamente, se doveste lamentare qualche fastidio o dolore non esitate a farcelo sapere! >> Aggiunse con un sorriso verso le ragazze che mostravano di avere meno energie.
Suzuko sorrise in risposta alla donna mentre lasciava andare la presa del proprio partner e si abbandonava alla sedia a rotelle spinta da una collaboratrice in camice bianco. Poi, quando fu seduta, volse lo sguardo verso il trio di Sakei, Nakamura e Fukuda. Quelle là sembravano stare perfettamente, mentre lei e le sue amiche erano esauste; sembrava che fossero state divise in gruppi a seconda della loro resistenza fisica: le “deboli” e le “forti”. Ma lei non sarebbe stata debole, gli avrebbe dimostrato di poter fare molto, molto di più, a cominciare da quel primissimo istante!
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga mecha/su robots / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio