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Autore: ChrisAndreini    28/05/2021    1 recensioni
Una figlia di papà rigida e viziata
Un insicuro amante dei film d'autore
Una ragazza abile a non farsi notare
Un caotico fervido sostenitore di diritti LGBT+
Una entusiasta e goffa artista
Un musicista appena arrivato in città
Un laboratorio al quale sono costretti a fare gruppo nonostante le marcate differenze
E una tempesta inaspettata che li colpisce donando loro mistici poteri
Il caos è inevitabile, così come i sentimenti
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La sostituta

 

Queenie non sapeva cosa aspettarsi dalle prove teatrali di quel pomeriggio.

Stava battendo nervosamente le dita contro il fianco nell’attesa che ci fossero novità, ma l’atmosfera era ghiacciata, e solo in parte a causa della sua presenza.

Non che lei credesse di avere dei poteri. Tsk, che assurdità! 

…sì, okay, lei aveva dei poteri, ma non era a causa di tali poteri incomprensibili e incontrollabili che lì dentro faceva freddo.

-Per caso qualcuno ha acceso l’aria condizionata?!- chiese uno dei ragazzi, cercando di riscaldarsi con un abbraccio.

-Deve esserci un malfunzionamento. Questo posto sta crollando a pezzi- commentò un’altra ragazza, una delle persone che più stavano antipatiche a Queenie in quel gruppo: Donna Prime.

Queenie strinse i denti cercando di ignorare il commento rivolto particolarmente a lei, dato che il teatro era di proprietà dei suoi genitori, e cercò di controllare il suo nervosismo e la sua tensione per regolare il freddo.

…che però aumentò.

-S_su, D_D_Donna… n_no_n fa c_cos_così f_fr_freddo!- Aria provò a difendere Queenie, ma tremava visibilmente e aveva il naso rosso. Era quella vestita più leggera e la più vicina a Queenie, che si sentì davvero in colpa.

Avrebbe voluto riscaldarla in qualche modo, ma temeva che avvicinandosi a lei avrebbe finito per peggiorare la situazione, quindi optò per allontanarsi il più possibile.

-Piuttosto, qualcuno ha notizie dell’insegnante, è in ritardo- un altro ragazzo cambiò argomento, indicando l’orologio e lanciando occhiate a Queenie, sempre la più informata riguardo a quelle faccende.

La ragazza sospirò, a dire il vero la situazione era confusa anche per lei.

La regista, infatti, aveva avuto parecchi problemi ultimamente, e Queenie aveva provato ad aiutarla, ma era stata prontamente allontanata dalla situazione dai suoi genitori.

I signori Neige, infatti, erano tempestivamente intervenuti, senza dire assolutamente nulla alla figlia, ma assicurandole che quel giorno le prove si sarebbero svolte come da programma.

-L’insegnante sarà in ritardo per un bel po’. Buon pomeriggio, ragazzi- alla domanda del giovane rispose una voce completamente sconosciuta, appartenente ad una donna che entrò in quel momento con un pacco di fogli e una grandissima energia.

-E lei chi sarebbe?- chiese Queenie, subito sull’attenti, pronta ad assumere il proprio ruolo di capo.

-Sono la sostituta, chiamatemi Miss Jeller. La vostra ex insegnante è stata licenziata- spiegò la nuova venuta. Sembrava giovane e piena di idee, ma lanciò a Queenie un’occhiata carica di disprezzo, pertanto la ragazza la prese immediatamente in antipatia.

-Non mi è stato riferito niente del genere. Ha un contratto che certifichi la cosa?- chiese, pratica, avvicinandosi con le braccia incrociate e squadrando la “sostituta” con sospetto.

-Puoi chiedere ai tuoi genitori, se vuoi, non devo rendere conto a te, ragazzina- la donna non rimase per niente impressionata, e lasciò subito perdere Queenie per rivolgersi al resto del gruppo -Allora, ragazzi. Per lo spettacolo invernale sarò io a prendere le redini. Ho sentito che non avete ancora un copione. Di solito gli spettacoli invernali sono più semplici, è corretto?- 

-Gli spettacoli in lizza erano l’Antigone, il musical Tutti insieme appassionatamente e una rielaborazione di Canto di Natale di Dickens- spiegò Queenie, cercando di catturare l’attenzione della sicura impostora e nel frattempo scrivendo un messaggio ai suoi genitori per informarli dell’accaduto.

-Semplici un corno- commentò la sostituta, storcendo il naso -Beh, siccome ora ho preso io le redini dello show, ho già stampato i copioni del musical che andremo a fare. Sono sicura che tutti voi lo conoscono, ma pochi sanno le differenze della versione di Broadway. Ho avuto i permessi di replicarlo qui, quindi le audizioni per l’assegnazione dei ruoli saranno oggi, dato che non abbiamo tempo da perdere. Ecco, distribuisci i copioni- ignorando Queenie come se fosse invisibile, la sostituta iniziò a distribuire i fogli in giro per il gruppo.

Queenie fu l’ultima a ricevere il copione.

-Frozen?- chiese, storcendo il naso -Il film Disney, Frozen?- si rivolse poi alla sostituta, incredula.

-La versione di Broadway di Frozen, cara mia- le rispose lei, trattandola con condiscendenza.

-Wow! Adoro Frozen! Queenie, tu saresti la Elsa migliore del mondo!- l’entusiasmo di Aria, che corse immediatamente verso l’amica per mostrare i personaggi e il copione, fermarono la replica di Queenie, che le fece un piccolo sorriso.

Dopotutto era piuttosto ovvio che sarebbe stata lei Elsa. Oltre alla somiglianza fisica, Queenie era anche il membro più anziano del gruppo, e ci voleva una certa esperienza per portare sul palco un protagonista in così poco tempo.

-Vi do un’ora per prepararvi, e poi procediamo con le audizioni, che ne dite? Ognuno di voi scelga un personaggio principale da provare, mi raccomando- chiese Miss Jeller, avviandosi verso le quinte per sistemare il necessario a procedere con le audizioni.

Queenie avrebbe avuto tanto da obiettare, ma proprio in quel momento le arrivò un messaggio di suo padre.

“Non disturbarci per futili motivi, la signora Jeller è stata raccomandata da ottime fonti”

Quindi era davvero la sostituta.

Tsk, non sembrava affatto professionale, ma Queenie non poteva disobbedire ai suoi genitori, quindi tenne a freno la lingua e cominciò a controllare il copione.

Effettivamente Elsa era il personaggio che più le si addiceva, sia come caratterizzazione che come aspetto, anche se la questione dei poteri la metteva molto a disagio.

-Sembri turbata, reginetta. Paura che ora che non sei più raccomandata non ti verrà dato il ruolo principale?- chiese Donna, avvicinandosi a lei e iniziando a sbeffeggiarla con sguardo malefico.

Queenie non la degnò di un’occhiata.

-Non è raccomandata! È solo molto brava ed esperta! E merita tutti i ruoli che le sono stati affidati!- ci pensò Aria a difenderla, e Queenie si sentì inondare da un piacevole calore nel petto.

Sorrise grata all’amica, che le diede un’amichevole pacca sulla spalla.

-Beh, Aria, vedi di non fare l’audizione nel ruolo di Anna, perché potrebbe istigare all’incesto!- la provocò Donna, lanciando alle due un’occhiata disgustata.

Il calore appena provato si dissipò immediatamente, e Queenie per poco non ghiacciò la sala mentre si allontanava violentemente da Aria e impallidiva.

-Che stai insinuando, Donna?!- chiese, punta sul vivo.

-Che c’è? Toccato un tasto dolente?- continuò Donna, rigirando il coltello nella piaga.

-Mi sa che hai frainteso, cara mia. Probabilmente la nozione ti è sfuggita, dato che non hai amiche, ma due donne, sai, tipo me e Queenie, possono anche essere amiche, tra di loro, non solo rivali o amanti- le fece presente Aria, parlandole come se fosse una bambina, e non perdendo neanche per un attimo il sorriso.

-Tsk, certo, come no!- Donna roteò gli occhi, ma non insistette.

-E comunque non voglio fare Anna. Credo che proverò per la parte di Olaf, è in assoluto il mio personaggio preferito! È poi è anche più nelle mie corde!- Aria lasciò stare la discussione e iniziò a controllare le battute di Olaf.

-E poi se cadi in scena l’effetto comico aumenta- osservò Queenie, un po’ turbata ma cercando di stemperare la tensione.

Aria scoppiò a ridere.

-Stavo pensando la stessa identica cosa!- esclamò, rilassata -Pensi che alle audizioni dovremmo anche cantare oltre che recitare le battute? So la canzone di Olaf a memoria, ma non so se sono così brava a cantare- aggiunse poi, sedendosi a terra e iniziando a leggere ciò che le sarebbe piaciuto portare.

-Ti ho sentita cantare, hai molto talento- la incoraggiò Queenie, che obiettivamente adorava la sua voce. Non l’aveva sentita cantare tantissime volte, ma le poche volte che si erano esercitate insieme, l’aveva trovata davvero di talento.

-Awww, Queenie!- Aria le sorrise rasserenata. Queenie si sentiva già un po’ più sicura e a suo agio.

Era felice di avere un’amica come Aria. Così gentile, dolce, incoraggiante e serena. Senza una sola preoccupazione al mondo e che in questo modo sembrava eliminare anche le centinaia di preoccupazioni di Queenie.

-Ragazze, posso ripetere con voi?- l’arrivo di una ragazza, un novellina che però già mostrava grande talento, interruppe il momento di intimità, e Aria rivolse il suo splendido sorriso verso di lei, facendole cenno di sedersi al suo fianco.

-Certo, Harriett! Che ruolo vuoi provare?- chiese, mentre Harriett si sedeva a terra.

-Beh, il mio personaggio preferito è Elsa, quindi vorrei provare lei, ma so già che sicuramente finirò nel supporto. Sono troppo poco esperta- rispose lei, imbarazzata, rigirandosi una treccina tra le dita.

-I ruoli di supporto sono molto importanti. Sono fondamentali perché lo spettacolo esca davvero bello, soprattutto quando si parla di musical- la incoraggiò Queenie, professionale.

Harriett le sorrise.

-Infatti! E poi io non somiglio affatto ad Elsa. Tu invece sarai perfetta! Sembra un musical scritto apposta per te. Anche se riusciresti a fare qualsiasi cosa con il tuo talento- Harriett si complimentò, e Queenie arrossì appena.

-Oh, beh, faccio teatro da molti anni, è normale diventare poliedrici- Queenie cercò di tagliar corto, sebbene molto soddisfatta dai complimenti.

Solo che non aveva ancora imparato a riceverli senza risultare piena di sé, e si imbarazzava sempre molto quando le arrivavano così di scatto, senza preavviso.

Tranne quelli da parte di Aria. 

Con Aria era facile ricambiare.

Perché Aria era davvero incredibile.

Non che Harriett non lo fosse a sua volta, ma Queenie non la conosceva abbastanza bene da farle qualche complimento sincero.

Per fortuna venne salvata dal ritorno dell’insegnante impostora, che cominciò i primi provini.

Per Queenie non era difficile.

Era una grande performer, anche con il minimo preavviso, e conosceva molto bene Frozen, sia la sua versione cinematografica, che il musical di Broadway, perché Queenie ha tanti difetti, ma non scredita un’opera mediale solo per il target a cui è riferita o alle critiche ad essa fatte.

E apprezzava parecchio tutti i prodotti della Disney, oltre ai musical più impegnati e alle opere teatrali classiche.

Era versatile, e molto professionale e aperta a qualsiasi ruolo.

Tenete a mente questa frase, ci servirà tra qualche pagina.

-Allora, cominciamo da chi si propone per il ruolo di Anna, la protagonista- l’insegnante si mise in prima fila tra il pubblico, con un blocco per appunti, pronta a giudicarli.

-Mi scusi, come sono strutturati i provini? Bisogna cantare, recitare o mostrare qualche ballo improvvisato?- chiese Queenie, notando la confusione di tutti. Era un’audizione molto poco professionale.

-Ognuno di voi faccia quello che si sente. Provi ad entrare nel personaggio, e cerchi di fare il provino che mostri maggiormente il personaggio che vuole rappresentare. Vi lascio briglia sciolta. Non voglio perfezione, voglio il talento, e la capacità di improvvisare anche un po’- spiegò l’insegnante, con un brillio negli occhi.

Queenie roteò i propri.

Ecco qui una di quelle che credeva nel teatro come semplice dimostrazione artistica. Era un ambiente sacro! Bisognava fare le cose del modo più professionale e serio possibile! Almeno in quel contesto. Non era un gruppo scolastico. Sì, erano giovani, e c’erano molti novellini, ma era comunque serio! Era il teatro Neige, perdiana!

Gli altri ragazzi sembrarono molto soddisfatti dal nuovo regime, e le audizioni per il ruolo di Anna andarono piuttosto bene, bisogna dirlo. Donna, in particolare, spiccò particolarmente su tutti, a causa della sua voce abbastanza parecchio straordinaria, bisognava ammetterlo.

E poi aveva esperienza, bisognava riconoscerglielo.

Non tanta quanto Queenie, ma esperienza, in ogni caso.

Queenie pensò che probabilmente essere una persona falsa di natura aiutava le sue doti recitative.

Buona questa! 

-Ottimo lavoro, ragazzi. Ora è il turno della sorella di Anna, la cara, amata, difficile Elsa- con grandissima aspettativa, l’insegnante incoraggiò il secondo gruppo a presentarsi.

Un gruppo che fu decisamente molto meno consistente.

Infatti comprendeva solo Queenie e Harriett.

Qualcuno (Donna) avrebbe sicuramente iniziato a spargere rumor che Queenie aveva minacciato la concorrenza o qualcosa del genere.

-Queenie, il tuo talento ha spaventato tutti- ridacchiò Aria al suo orecchio, prima che la ragazza salisse sul palco.

Probabilmente c’era un fondo di verità al commento, ma Queenie non poteva farci niente se era la reginetta del corso di teatro. Dopotutto se lo meritava, si impegnava tantissimo!

-Sarà una grandissima sfida- commentò l’insegnante con sarcasmo, estremamente delusa dalla poca competizione in quel turno.

Queenie fu la prima ad esibirsi.

Si era preparata a cantare Let it go. Un classico, forse un po’ banale, ma anche il momento più importante per esprimere il personaggio al meglio, sia recitativamente, che nel ballo e nel canto. Il pacchetto completo in pochi minuti.

C’era sola una cosa che non aveva calcolato.

Quei maledetti, indesiderati, disturbanti poteri.

Queenie era brava a cadere nel personaggio, in qualsiasi personaggio. Poteva recitare la cattiva (e adorava recitare la cattiva), poteva fare il ragazzo, un mostro, un vecchio o un bambino. Poteva essere deplorevole, gentile, potente e debole.

Ma aveva un tallone d’Achille.

Ovvero i ruoli che si avvicinavano un po’ troppo ai suoi problemi personali, quelli molto sepolti in fondo al suo animo. Quelli che una canzone come Let it go, che incoraggia ad aprirsi al mondo, e mostrarsi per come uno era… beh, tendeva a far uscire fuori.

L’inizio non fu difficile, per Queenie, e probabilmente non lo sarebbe stata neanche la fine, se non avesse avuto esattamente lo stesso identico potere della protagonista che voleva provare ad interpretare.

Infatti, arrivata al momento del primo ritornello, quando la regina di ghiaccio iniziava a liberare i propri poteri, le mani della ragazza si ricoprirono di un sottile e quasi impercettibile strato di ghiaccio.

E nel momento in cui la ragazza se ne accorse, la sua voce si spezzò appena.

Continuò a cantare, perfettamente, ma strinse i pugni, e si strinse inconsciamente su sé stessa.

Aveva intenzione di improvvisare un balletto, ma sotto i suoi piedi rischiavano di formarsi piccoli strati di ghiaccio.

Non doveva provare emozioni intense. Doveva cantare e basta, e… cavolo! Quella audizione stava diventando la peggiore dell’intero universo!

Ma era sola contro una super novellina, quindi probabilmente il talento canoro sarebbe bastato, giusto?

O almeno la sua esperienza, decisamente maggiore di quella di tutti gli altri.

Certo, la sicurezza assoluta che avrebbe ottenuto il ruolo in ogni caso non cancellava la scottante delusione che provò per sé stessa, ma cercò di non pensarci.

Ringraziò educatamente, e scese dal palco.

Una volta tornata dietro le quinte, dal gruppo, fu accolta da Donna che scoppiò a ridere, sguaiatamente, e trascinando con sé qualcuno dei suoi scagnozzi.

Queenie strinse i denti, ma non commentò.

Aria lanciò a Donna un’occhiataccia, e si affrettò ad avvicinarsi all’amica per assicurarsi che stesse bene.

-Che ti è successo, reginetta? Sai già che non otterrai la parte e hai deciso di non provarci nemmeno?- anche Donna si avvicinò, prendendola in giro e asciugandosi le lacrime uscite per le risate.

Queenie provò a regolare il respiro. 

Iniziava a sentire un freddo agghiacciante, ed era convinta che avrebbe ghiacciato qualcosa (o qualcuno) se fosse rimasta lì ancora a lungo.

-Tutto bene? È a causa di… quella cosa?- le chiese Aria, molto preoccupata, riscaldandola con la sua sola presenza, e una leggera aria calda che sembrava portare con sé.

Queenie non sapeva se il controllo del suo potere le venisse naturale, o se si stesse esercitando, ma era davvero brava a controllarlo, a differenza di Queenie, che ogni giorno si sentiva sepolta dalle proprie emozioni e dal gelo che portavano con sé.

Annuì appena in direzione di Aria, per far capire almeno a lei che il suo smacco era dovuto a cause di forza maggiore.

-Hai le tue cose?- chiese un ragazzo che aveva male interpretato la domanda di Aria, facendo arrossire di scatto Queenie.

Donna scoppiò nuovamente a ridere.

Con i primi fiocchi di neve che iniziavano a cadere dal soffitto, Queenie rinunciò a rispondere o a difendersi e scappò in bagno, per cercare di calmarsi meglio, e perdendosi la seconda audizione che, comunque, sapeva non sarebbe stata all’altezza per batterla, nonostante non avesse dato il meglio.

Doveva calmarsi, doveva respirare.

Celare, domare, non mostrare.

Cavolo, era davvero diventata Elsa.

 

-C’era davvero bisogno di scoppiare a ridere?- una volta che Queenie fu fuori dalla situazione, Aria affrontò Donna, esasperata dal suo continuo bullismo nei confronti dell’amica.

Donna la guardò storto.

-Che ti cambia, scusa? Me la prendo con Queenie, non con te. E lei merita che qualcuno la metta in riga, ogni tanto. Credo che ne abbia bisogno- si difese, agitando i lunghi capelli rossi.

-Nessuno merita di essere bullizzato, e di certo non lo merita Queenie dopo tutto quello che fa per il gruppo!- Aria incrociò le braccia, per niente disposta ad abbandonare la battaglia.

-Perché ti ostini a difenderla? Non ti può sentire dal bagno- la provocò Donna, cambiando argomento e indirizzando ad Aria i suoi insulti.

-La difendo perché è mia amica, non c’è niente di troppo complicato da capire- obiettò Aria, con sicurezza e tranquillità.

Poteva capire chi considerava Queenie solo una figlia di papà viziata, cattiva e intrattabile, ma non condivideva il loro punto di vista pieno di pregiudizio. Queenie era rigida, sì, ma non cattiva, né viziata, né intrattabile. Era incompresa, e si impegnava tantissimo. Giudicava gli altri, forse, ma mai quanto giudicava se stessa.

E Donna le andava contro senza motivo.

-Aria, tu mi sei simpatica, ma i tuoi tentativi di fare la lecchina con lei, aspettandoti di ricevere chissà cosa, sono ridicoli. Puoi fare molto meglio di così- insistette Donna, avvicinandosi con aria solidale.

Aria strinse i denti, per un attimo sembrò quasi che le parole avessero centrato l’obiettivo.

Una leggerissima brezza spostò i capelli colorati della ragazza.

Che subito dopo sorrise, rilassata, pienamente padrona delle proprie emozioni e per niente colpita dalle parole della bulletta davanti a sé.

-Pensa pure che io sia solo un’opportunista. Tanto io so di avere la coscienza a posto- concluse solo, scuotendo la testa, prima di prepararsi per il proprio provino, che sarebbe stato di lì a breve.

Erano solo in tre a provare per il ruolo di Olaf, ma uno dei suoi avversari era un ragazzo, quindi era avvantaggiato. Doveva fare del suo meglio! 

Andò dietro le quinte e cercò qualche materiale che di solito utilizzavano per le improvvisazioni di esercitazione. Costumi strani, oggetti di scena vari ed eventuali.

Il sogno di Aria era quello di diventare una costumista, in realtà, più che un’attrice, e sebbene il suo senso dello stile fosse spesso messo in discussione, sapeva arrangiarsi e sembrare chic con abiti usati dalle sue sorelle e cugine maggiori. O presi a pochissimi dollari dai mercatini. 

Creare un costume da Olaf fai da te non era affatto difficile, per le sue abilità, nonostante il poco tempo.

Finì di vestirsi pochi minuti prima che toccasse a lei, e nella fretta di correre sul palco, quando l’insegnante chiamò quelli che volevano fare l’audizione nel ruolo di Olaf, per poco non cadde sfracellandosi con la faccia al suolo, ma per fortuna venne salvata dal suo caro amico vento, che le diede anche una spinta per farla arrivare in tempo.

Aria non aveva la più pallida idea di come controllare i suoi poteri, a differenza di quanto pensasse Queenie, ma non le davano alcun problema. Forse anche a causa della loro natura discreta e tranquilla, ma per il momento la stavano solo aiutando, e sembravano capire perfettamente quando Aria aveva bisogno di qualcosa… solitamente quel qualcosa era “non cadere di faccia”.

-Oh, originale!- commentò l’insegnante appena notò il costume di Aria.

-Volevo entrare di più nel personaggio!- scherzò Aria, per niente a disagio nell’essere l’unica ad aver pensato ad un costume, e ad essere pertanto anche la più buffa e inappropriata sul palco.

-Bene, cominciamo- 

Aria fu la prima ad esibirsi, con la canzone di Olaf, anche se non era del tutto sicura di farla bene.

Solo che anche lei, come Queenie, pensava fosse meglio dare prova anche delle abilità canore, per fare un provino completo.

A proposito di Queenie, non era ancora tornata dal bagno. Aria sperò che stesse bene, e si concentrò sull’audizione.

Steccò qualche nota, la vocina le uscì un po’ strana, ma improvvisò un balletto molto divertente (che la fece inciampare due volte) e alla fine fu parecchio soddisfatta della performance.

Perché si era davvero divertita un sacco!

E si era divertita anche l’insegnante, evidentemente, perché aveva quasi le lacrime agli occhi.

-Stupendo. Il prossimo- incoraggiò i successivi, e Aria rimase in costume e si mise tra il pubblico, per osservare le audizioni di tutti quanti.

Non rimanevano molti ruoli da provare.

Quando Queenie tornò nella sala, e si sedette accanto a lei, mancava solo una persona, che si esibiva nel ruolo di Sven.

Era l’unica ad aver optato per Sven.

Si mise a quattro zampe e fece un verso che tutto sembrava fuorché una renna.

-Affascinante- commentò Queenie, impassibile, facendo rendere conto ad Aria della sua presenza.

Batteva nervosamente le dita contro il bracciale della poltrona, e lasciava delle piccole tracce biancastre dove le sue dita si fermavano.

Il suo potere le stava davvero dando dei problemi.

-Perlomeno è originale- le rispose, a bassa voce, cercando di ignorare la crisi agghiacciante per metterla più a suo agio.

Queenie accennò un sorrisino.

-Di certo non sarà stato più originale di te. Mi dispiace essermi persa il tuo provino- guardò Aria mortificata, e indicò il suo costume casalingo.

-Figurati! È stato un mezzo disastro. Ho steccato un paio di note e ho rischiato di cadere due o tre volte- Aria ridacchiò al pensiero, Queenie assunse un’espressione estremamente dispiaciuta.

-È tremendo. Non è la nostra giornata, a quanto pare- il ghiaccio sul bracciale aumentò appena.

Aria si affrettò a rassicurarla.

-Oh, no! È stato divertente. Non me la sono presa per niente. E poi ho fatto del mio meglio- sorrise, radiosa.

Queenie si risollevò appena.

-Beh, sono felice per te- 

-Allora, ragazzi, so perfettamente a chi assegnare i ruoli, quindi vi chiamerò in ordine da quelli più marginali ai protagonisti. Oltre a Elsa, Anna, Kristoff, Hans e Olaf, tutti gli altri ruoli sono anche parte dell’ensemble, in maggiore o minore forma- spiegò l’insegnante, incoraggiando tutti a scendere sugli spalti e prendere posto, mentre lei saliva sul palco per annunciare i risultati.

Con ensemble, si intende l’insieme di attori che formano i personaggi nello sfondo, che cantano insieme, e ballano elaborate coreografia di gruppo, senza avere un ruolo principale.

Si poteva dire, in modo semplice, che fossero solo comparse senza nome.

(Non sapevo in che modo tradurlo in italiano)

-I nomi che non chiamerò sono direttamente nell’ensemble e basta, ve lo dico per evitare che ci siano persone che mi chiedano “Mi scusi, e io?” Non ci sono molti ruoli, e l’ensemble è una parte fondamentale dello spettacolo- prima di cominciare ad enunciare i nomi, Miss Jeller fece una piccola premessa.

E sembrò guardare Queenie dritta negli occhi mentre la faceva.

Sicuramente era solo un’impressione di Aria, e non significava nulla.

Queenie però iniziò a battere sul bracciolo con più forza e velocità.

-Bene, la madre di Elsa e Anna verrà interpretata da…- Miss Jeller cominciò l’enunciazione. Aria era super agitata, e un leggero e fresco venticello si alzò intorno a lei, non abbastanza forte da creare fastidio, ma che i più vicini notarono. Ma non sembrarono attribuirlo a lei, e si limitarono a guardarsi le spalle o lanciare occhiatacce verso i condizionatori.

-Spero davvero di essere Olaf… mi andrebbe bene qualsiasi ruolo, ma adoro Olaf! E Frozen!- commentò Aria con la vicina di posto, cercando di stemperare la tensione.

-Sono sicura che la tua audizione sia stata abbastanza. Ma se così non fosse, ricorda che non ci sono piccole parti, ma…-

-…piccoli attori! Lo so! E lo condivido! Ma la speranza è l’ultima a morire, giusto?- Aria ridacchiò imbarazzata, con un orecchio attento verso l’enunciazione.

Un nome attirò la sua attenzione, e tornò a rivolgersi a Queenie.

-Il mio unico avversario maschio per Olaf ha ottenuto il ruolo del Duca di Weselton! Magari ho speranza!- iniziò ad agitare il braccio di Queenie.

-Direi proprio di sì!- la incoraggiò l’amica, a bassa voce.

Ora, voi lettori potreste pensare che sia un po’ egocentrico da parte di Aria pensare solo al proprio ruolo, e non preoccuparsi neanche un secondo di rassicurare Queenie che sicuramente aveva ottenuto la parte di Elsa.

Ma la verità era che entrambe le ragazze, Aria di più, Queenie leggermente di meno, erano fermamente convinte, con sicurezza assoluta, che Queenie avrebbe ottenuto la parte.

Perché Queenie otteneva sempre la parte, era Queenie!

-Olaf verrà interpretato da Aria Park- Miss Jeller annunciò il nome, e Aria saltò sul posto, entusiasta.

-Complimenti. È un ruolo importante- Queenie le diede qualche pacca sulla spalla.

-Dovrò impegnarmi un sacco! Mi puoi aiutare, vero? Tu che hai esperienza!- Aria le fece gli occhi da cucciolo.

Queenie arrossì appena, e sorrise soddisfatta.

-Certo, quando vuoi, proviamo le battute insieme- le assicurò, incoraggiante.

Aria era davvero, davvero, contenta del risultato.

-Siamo arrivate alle due sorelle. Anna verrà interpretata da Donna Prime, come immagino tutti avevate già intuito- dopo aver chiamato praticamente tutti quanti nella sala, anche in ruoli minuscoli, tranne Donna e Queenie, Miss Jeller arrivò anche a loro.

Donna esultò, e ringraziò i vicini di posto e l’insegnante neanche le avesse appena consegnato l’oscar. Aria roteò gli occhi, ma Donna si meritava il ruolo. Era stata brava all’audizione, e aveva esperienza.

-Mentre per il ruolo di Elsa, ho optato per… Harriett Ulrich- concluse Miss Jeller, facendo piombare il gelo nella sala.

Gelo soprattutto causato dalla presenza di Queenie, che sgranò gli occhi, sorpresa.

Aria rifece mentalmente il conto delle persone chiamate a recitare in qualsiasi ruolo, e si rese conto che effettivamente, oltre a Queenie, neanche Harriett era stata chiamata fino a quel momento.

E Queenie era a tutti gli effetti l’unica a non avere un ruolo, e ad essere esclusivamente parte dell’ensemble.

Aria portò una mano alla bocca, sconvolta, e sebbene Harriett stesse per svenire dall’emozione e snocciolava ringraziamenti e incredulità, tutte le persone della sala erano girate verso Queenie, aspettando la sua reazione, pronti a fare video, entusiasti all’idea di assistere alla caduta della regina di ghiaccio, considerata per anni intoccabile.

Ma Queenie era troppo controllata per cedere alla rabbia che sicuramente provava in quel momento.

Era troppo elegante per sollevare un polverone come avrebbe sicuramente fatto Donna nel caso non avesse ricevuto il ruolo che voleva.

Ma i suoi poteri parlavano per lei.

Aria per poco non rimase attaccata sul posto dal trasparente ghiaccio che iniziava a dipanarsi per i sedili.

Era l’unica alleata di Queenie, doveva rassicurarla.

-Queenie, mi dispiace tantissimo, è un’ingiustizia!- le mise le mani sulle spalle, ma la ragazza si scansò immediatamente, e sembrò svegliarsi da una trance.

Si alzò in piedi, prese le sue cose, e si avviò all’uscita del teatro, discretamente ma attirando comunque l’attenzione di tutti.

Anche Aria si alzò, per provare a seguirla, ma prima che potesse fare un qualsiasi passo venne fermata dalla voce dell’insegnante.

-Signorina Neige, non ho finito la lezione- le fece notare, in tono fermo.

Queenie si voltò lentamente, con espressione impassibile.

-Ha un ruolo da assegnarmi?- chiese, cortese.

-No, lei è nell’ensemble, sto dando indicazioni per la prossima lezione- rispose Miss Jeller, ovvia, e confermando ciò che tutti avevano già intuito, ma volevano sentire uscire dalla bocca dell’insegnante.

Queenie strinse i pugni, ma non disse altro, diede le spalle all’insegnante, e uscì con la massima dignità possibile dal teatro dei suoi genitori.

Aria si affrettò a seguirla, dopo essersi scusata velocemente con l’insegnante, che nel suo caso non disse nulla, e si limitò a continuare a spiegare come si sarebbero svolte le lezioni.

Aria si segnò mentalmente di chiedere a Harriett di aggiornarla più tardi, ma al momento aveva altre priorità.

-Queenie, stai bene?- chiese una domanda dall’ovvia e negativa risposta, avvicinandosi alla ragazza, che camminava a passo svelto e stava scrivendo un messaggio al telefono, forse ai suoi genitori per lamentarsi, o al ragazzo per farsi venire a prendere.

La domanda era così ovvia che Queenie non le rispose nemmeno, e anzi affrettò il passo.

Aria era ancora vestita da Olaf, quindi era parecchio rallentata, e rischiava di cadere ad ogni passo. Sarebbe stato difficile raggiungerla, ma voleva davvero raggiungerla.

Cercò di concentrarsi, e un forte ma controllato vento l’alzò a pochi centimetri da terra e la spinse verso la ragazza, che affiancò in pochi istanti, e rischiò di essere sbalzata via a sua volta.

-Scusa, non lo controllo bene. Queenie, posso fare qualcosa per aiutarti?- offrì il proprio appoggio, come una brava amica.

Queenie sospirò.

-Senti, Aria, sono orgogliosa di te e ti voglio bene, ma preferisco restare sola- cercò di levarsela di torno, ma Aria non era tipa da abbandonare così facilmente.

-Capisco che tu sia delusa. Sarei delusissima anche io. È stata una vera ingiustizia! Sei andata bene all’audizione, e hai esperienza! Magari posso rivedermi Frozen per l’ennesima volta e trovare un ruolo figo da aggiungere e farti fare- provò a venirle incontro, e a mettersi nella sua stessa barca.

Queenie però sembrava irragionevole.

-Un ruolo figo da farmi fare?- chiese, assumendo un’espressione che le si addiceva poco, e si addiceva molto di più a Donna. O alla reginetta viziata che tutti credevano fosse -Il mio ruolo era quello di Elsa. La protagonista. Non un ruolo “figo” da aggiungere a caso solo per darmi il contentino- si lamentò, iniziando ad irritarsi.

Il freddo che emanava sembrò placarsi appena.

La neve però iniziò a scendere.

Aria non capì se fosse un buon segno o no.

Ma continuò a provare a calmarla.

-Sì, è giusto. Con il tuo talento meriti quel ruolo, ed è normalissimo essere delusa, lo sarei anche io. Ma anche l’ensemble è un bel ruolo. Non esistono piccole parti, ma…- provò a rigirare la sua filosofia su di lei, ma Queenie la interruppe.

-Per voi, non per me!- sbottò, facendo sobbalzare Aria, che non si aspettava tale veemenza.

-Noi?- chiese, iniziando ad offendersi.

Capiva benissimo la delusione di Queenie, ma si aspettava che fosse un tantino più coerente con ciò che diceva sempre agli altri. Che non si considerasse una categoria a sé.

Queenie sembrò rendersi conto di aver fatto una gaffe, perché fece un metaforico passo indietro.

Ma non perse l’irritazione palese nel suo sguardo.

-Non tu, ma… insomma, dai! Harriett non merita quel ruolo, non ha mai fatto niente del genere. E l’insegnante ha chiaramente dato ruoli importanti a persone inesperte solo per dare fastidio a me- iniziò a sparare teorie complottiste.

Beh, era un po’ vero che l’insegnante era chiaramente di parte, ma Queenie non aveva visto nessuna audizione, non sapeva come fosse andata Harriett, che aveva sbagliato qualche nota, aveva dovuto ricominciare una volta perché aveva sbagliato l’attacco per l’ansia, ma che alla fine aveva recitato con una passione e un’emozione che obiettivamente avevano superato la performance mediocre di Queenie. 

Aria non sapeva bene cosa fare in quel momento.

Ma siccome non era una che nascondeva quello che provava, e non cercava affatto di accontentare tutti, decise di fare la scelta giusta e dire ciò che sentiva davvero.

E poi… ruoli importanti a persone inesperte comprendeva perfettamente quello che era successo ad Aria. Era inesperta, ma aveva ottenuto il ruolo di Olaf, e voleva pensare che se lo fosse meritato. Come Harriett si era meritata un’opportunità.

-Queenie, è giusto sfogarsi, ma non prendertela con Harriett solo perché è stata scelta al posto tuo- cercò di mantenere un tono mite, ma era parecchio delusa da come Queenie stava reagendo alla notizia -E poi l’ensemble sta in scena più di tutti gli altri, praticamente. Sarai lì per quasi tutte le canzoni!- cercò di farle notare poi, più incoraggiante.

-Non mi interessa! Io merito di meglio che essere un misero  e insignificante personaggio senza nome!- esclamò Queenie, ormai fuori di sé.

Ricordate la frase che vi avevo detto di ricordare, prima. Ecco, ci serviva per adesso. Perché a Queenie andavano bene tutti i tipi di personaggi… ma non i non-personaggi. Lei era troppo superiore per non ottenere alcun ruolo.

Aria, che aveva recitato tale personaggio senza nome in un’opera precedente, indurì lo sguardo.

All’epoca Queenie non aveva fatto altro che elogiare il ruolo dell’ensemble, importante per rendere il musical bellissimo, eccetera eccetera, menzogne menzogne a cui non credeva.

-E allora vai a lamentarti con i tuoi genitori. Sono sicura che ti daranno il ruolo che tanto brami!- sbottò infine, delusa, dandole le spalle e rientrando nel teatro.

Aria non si girò indietro, ma sentì davvero un freddo bestiale provenire dalla zona in cui Queenie era rimasta.

E anche il vento, con il loro litigio, si era fatto piuttosto forte.

La ragazza scosse la testa, cercando di non pensarci.

Aveva altro di cui occuparsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ugh, i punti di vista di Queenie sono difficili.

Devo cercare di non renderla odiosa ma far comunque capire che un po’ odiosa lo è.

Insomma, si vede che questo capitolo è stato difficile da scrivere. Poi ho tipo mille altre storie da scrivere perché non mi regolo, quindi è andata così per questo.

Ma il prossimo capitolo non vedo l’ora di scriverlo, quindi dovrebbe arrivare più in fretta… spero.

Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto. 

Vi ringrazio per leggere questa storia, vi mando un grande bacione e alla prossima.

 

 

 

Nel prossimo episodio: Sono tutti irritati durante la nuova lezione di Laboratorio di Filmmaking. I tre ragazzi del gruppo organizzano un pigiama party 

   
 
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