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Autore: Maggiechan_75    28/05/2021    1 recensioni
Questa storia è molto particolare e delicata.
Questa storia, racconta della trasformazione di un rapporto tra un uomo e una donna.
Questa storia racconta di quanto un uomo possa amare una donna
Questa storia racconta di quanto una donna possa amare un uomo
Questa storia racconta anche di un amore diverso. Quello tra madre e figlia. Quello tra figlia e madre.
Questa storia mette a risalto i rapporti tra tutti loro.
Questa storia narra come l’amore non basta solo riceverlo ma deve essere interpretato tra le righe, anche quando un gesto sembra indicare esattamente il contrario.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Questo abbraccio è così caldo, così diverso da quello di Ryo e così…

- Scusami! -

I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile.
Il timbro è molto simile al mio, ma allo stesso tempo è così diverso.

- Scusami! -

La voce trema.
Sono seduta sulle rive di quel lago dalle acque immobili, credevo di essere sola.
Sento una presenza dietro di me, in piedi.
Mi spaventa.
Ho capito chi sei!

Là tra quelle montagne, dove io sono solo Kaori.
Là dove mi sento in pace con me stessa.
Là mi sembra quasi di essere in paradiso.
Ecco forse perché proprio là, nei miei sogni, riesco a ritrovarti… mamma!

- Scusami! -

Mi dici mormorando e lo ripeti come se fossi un disco rotto.
Come se non riuscissi a dire altro.

Vorrei voltarmi, ma sono pietrificata dalla paura.
Dal senso di colpa per tutto il rancore provato nei tuoi confronti in tutti questi anni.

- Scusami! -

me lo ripeti con un tono di commozione, di rabbia e di rassegnazione.

Ti siedi dietro di me, appoggi la tua schiena alla mia.
Siamo sedute in modo tale che se una di noi volesse girarsi per vedere l’altra non lo potrebbe fare.
O meglio lo potrebbe fare solo se ci girassimo contemporaneamente.
Solo se entrambe lo volessimo.

- Scusami per non essere stata la mamma che avresti voluto!
Scusami per non essere riuscita a lottare per te.
Scusami! -

Sono tutte parole che avrei sempre voluto sentirti pronunciare, non sai da quanto tempo l’ho desiderato!

Conoscevo i tuoi sentimenti, attraverso i racconti di mia sorella Sayuri.
Quella che hai visto crescere fino a diventare donna!
Ma è la prima volta che li ascolto attraverso le tue labbra.

Il mio corpo si irrigidisce e la tua ferita nel mio cuore reagisce.
Faccio fatica ad accettare il fatto che tu per tutti questi anni, anche se mi hai tanto cercato, non sia riuscita a trovarmi.
Non riesco a perdonarti mamma!

Perchè non mi hai trovato mamma perché?!
Mi sono sentita abbandonata mamma!

Sento la tua voce pronunciare una frase.
Una verità che nel mio cuore è sempre presente, ma là era rimasta fino ad ora.

- Scusami!
Non avrei mai voluto farti soffrire così.
Scusami!-

Ti giri.

Tu lo fai.
Ti giri verso di me.

Ma io rimango immobile ad osservare il lago.

Mi abbracci.

Lo fai con un tale intensità che mi sento soffocare.
Vorrei chiederti di lasciarmi ma non riesco a muovere un muscolo, nemmeno quelli che mi servono per parlare.

E’ caldo questo abbraccio, ma è così diverso da quello in cui mi avvolge spesso Ryo!
E’ questo l’abbraccio amorevole che una mamma ha per i figli?
E’ questo quello che dovrei sentire abbracciando a Milagros e Hideyuki?

Mi rendo conto che ancora oggi non sono ancora in grado di amare in questo modo i miei figli.
Li temo ancora molto!
Ma ricevere questo abbraccio mi da la speranza che anche io un giorno potrei provare qualcosa di così profondo per loro.
Come vorrei riuscire ad abbracciare così!
Come fai tu!
Come fa Ryo!
Perchè lui ci riesce ed io no?!

Ohh! Se solo non ne avessi così paura… se solo...

Altre lacrime escono dal mio corpo e mi rigano il volto.

Sopra di noi una bellissima aurora boreale si forma tra le stelle.
Si rispecchia sul lago, facendomi sentire leggera, così leggera che il mio corpo si alza.

Il tuo abbraccio non riesce a trattenermi.
Apri le braccia lasciandomi libera di andare.
Mi sento così leggera, così libera.

Il tuo abbraccio mi imprigionava Mamma!

Un brivido mi scorre lungo la schiena.

Sto fluttuando a qualche metro di altezza dal centro del lago quando capisco il perché tu non riesci a raggiungermi.

E’ il tuo cuore appesantito, da tanti sassolini che devono essere pesanti come macigni.
E’ il tuo corpo che non ti fa alzare da terra.

Mi rendo conto che sono le tue braccia che si sono aperte per permettermi di arrivare fino a qui.
Sono le tue braccia che mi hanno lasciata andare!

Sei tu che mi hai voluto rendere libera di percorrere una strada che speravi migliore di quella che tu mi potevi offrire!

Vorrei dirti una parola che mi esce proprio dal cuore.

G…”

Non ne ho il tempo.
Il mio corpo cade e la mia anima con esso. Si tuffano nel lago.

In quell’istante, quando vengo sommersa dalle sue acque, mi sveglio di soprassalto.
Non riesco più a sentire la tua presenza.
Ho paura di averti lasciata là sulle sponde di quel lago.

Mamma….

Sento il mio cuore battere velocissimo e la tua cicatrice pulsare, ma non è come le altre volte.
La fitta provocata da quella ferita mi scuote, ma per la prima volta sento uscire sensazioni positive.
La sento calda e viva.

- Stai bene? -

Tu non ci sei mamma, ma c’è lui.
Dopo avermi lasciata sola così a lungo adesso è sempre presente nei momenti difficili

Il suo tono è così teso e preoccupato per causa mia, proprio come quel giorno in cui ho rischiato di morire.

Sono passati sette anni.

Non mi sono mai pentita di aver preso quell’aereo per andare in Honduras.
Ho lavorato così tanto per quel progetto, quando il presidente della mia azienda mi ha chiesto di partire non ci volevo credere.

Qualcuno stava credendo ciecamente nelle mie capacità!
Qualcuno si fidava di me al 100%!

Ora anche Ryo lo fa, ma prima di lasciarlo credevo che non lo facesse, ma mi andava bene così.

Lo amavo così tanto da accettare il fatto che non riuscisse a fidarsi completamente di me.
Avrei fatto di tutto per lui.

Lui che aveva sofferto così tanto.
Lui che non aveva nessuno se non me.
Lui che aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui.

Mi rendeva felice anche solo preparargli la cena.
Mi rendeva felice fare qualsiasi cosa per lui, anche se lui non lo apprezzava!
O almeno era quello che credevo...

Chissà com’era la tua vita con quell’uomo mamma!
Lo amavi così tanto mamma?!
Tanto da sacrificarti per lui?
Da amarlo anche se ti trattava male?

Rabbrividisco al solo pensiero.

Lo avrei fatto anche io?!
Avrei amato Ryo anche se non avessi sentito in lui nessun amore nei miei confronti?
Lo avrei fatto?

Io non lo so. Io non lo so davvero!
Io lo amo così tanto che forse ….

Di una cosa sono sicura però mamma, e su questo non riesco proprio a capirti!

Me ne sarei andata se lui avesse alzato le mani su di me, o peggio sui miei figli!
Se non mi fossi sentita rispettata io me ne sarei andata!
Se mi fossi sentita prigioniera io me ne sarei andata!
E… l’ho fatto mamma!
Io L’ho fatto!

Ma io non sono te vero mamma?
E Ryo non è quell’uomo, quello che io non riesco a chiamare padre.

Quell’uomo ti ha mai amato mamma?!
Lo ha mai fatto?!
Me lo sono sempre chiesta mamma!
Come hai fatto ad amare un uomo che non ti ha mai amato mamma come hai potuto?!

Ryo invece mi ama così tanto.
E mi amava anche quando l’ho lasciato!
All’epoca non lo avevo capito.
Non avevo capito che anche lui stava combattendo i suoi fantasmi del passato per riuscire ad amarmi!

Credevo non mi capisse che fossi un peso per lui!
Credevo non si fidasse di me!

Ho provato molto rancore quando ho capito che aveva manomesso la pistola di mio fratello.
Per molti anni mi sono spesso domandata perché non avesse voluto insegnarmi a sparare.
Per molti anni mi sono spesso domandata perché non si fidassi di me, perché non mi avesse mai permesso di coprirgli le spalle.

Solo ora ho capito che quella era una delle sue tante dimostrazioni di affetto e amore nei miei confronti.
Mi stava proteggendo mamma!
Mi stava proteggendo dal dolore di dover sparare e magari ammazzare qualcuno!
Mi stava proteggendo da quella sofferenza che forse io ancora adesso non sono pronta a provare!

Ma io lo amo mamma lo amo e per lui sono pronta ad uccidere!
Per salvarlo ucciderei chiunque volesse fargli del male!
E lui lo sa!
Lo ha sempre saputo, per questo ha cercato per anni di salvarmi!

A quei ricordi il mio cuore vibra lasciando che il mio corpo esprima il ricordo di quella rabbia che provavo nei suoi confronti.

Non riesco ancora a percepirti mamma, forse è meglio così.
I ricordi mi hanno riportato alla mente i rancori e i timori che avevo nei suoi riguardi.
Questo aspetto dell’amore non voglio ricordartelo.
Chissà quanto ne hai avuto tu nei confronti di quell’uomo.

Percepisco una vibrazione diversa provenire da lui.

Lo sento reagire a tutto questo.
Si sente respinto e il suo abbraccio nei miei confronti si sta sciogliendo.
Si allontana per cercare di capire cosa possa aver provocato questo conflitto dentro di me.

Silenziosamente si dirige verso il bagno , sento l’acqua della doccia aprirsi.

Come è difficile interpretare l’amore!
Come non avevo capito lui, non avevo capito te mamma!
Non avevo capito perché mi avessi lasciato andare.

Non lo avevo capito nove anni fa quando ancora ti odiavo per avermi abbandonata!
Non lo avevo capito otto anni fa quando ho pianto abbracciando il mio “nulla”.

Otto anni fa ho capito cosa hai provato in quella camera.
Sola!
Quando urlante stavo partorendo il mio “nulla”.
Quattro anni fa ho rivissuto tutto quanto, ma tra le braccia avevo Hideyuki e in quell’istante ho capito cosa avevi provato per me.

Ci sono voluti quasi cinque anni per capire quanto tu mi abbia amato, mamma!.

Cerco di reagire ai ricordi e alle emozioni che mi stanno trascinando via da quel periodo.
Cerco con lo sguardo la tua foto, ma è ancora nascosta.
Mi alzo e tremante la sistemo in modo che io possa rivedere il tuo volto.

Solo ora mi rendo conto mamma quanto io e te in realtà siamo diverse.
Io sola, davvero sola non mi sono mai sentita mamma!

Anche in quei due anni cinque mesi e tre giorni in cui eravamo distanti, nonostante tutto, sapevo che lui mi stava pensando.
Nel bene e nel male lo stava facendo.
Era tormentato quanto lo ero io!
Forse ancora di più perché non conosceva la mia sofferenza.

Quella sofferenza che avrei tanto voluto raccontargli nove anni fa!

- Perchè mi hai detto “no” Ryo perché!? -

mormoro a bassa voce non accorgendomi che lui è dietro di me ancora con i capelli bagnati.
Ha solo un asciugamano che gli avvolge il bacino.

- Perchè avevo paura! -

Tremo nel sentire queste parole.
Lo avevo sempre sospettato ma sentirmelo dire mi provoca fortissime emozioni.

- Avevo paura di cosa volessi chiedermi! Scusami per non averti ascoltata -

Sono così stanca di piangere!
Spero che queste lacrime che in questi giorni continuano ad uscire siano le ultime.

Provo ad accennare un sorriso ma è ancora troppo presto.
Ci sono ancora dei sassolini che non sono usciti.

Mi volto verso di lui sapendo che voltandomi troverò i suoi occhi.
Lui è sempre lì che mi aspetta.

Lo ha sempre fatto!
Lo amo così tanto mamma!

Ci abbracciamo mentre ancora in casa c’è silenzio.
E’ ancora presto.
Stanno ancora dormendo tutti.
Possiamo concederci ancora qualche ora per noi.

Solo io e lui.

Solo Ryo e Kaori.

   
 
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