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Autore: vanessie    28/05/2021    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 44

“In grande stile”

 

 

POV Matt

Arrivai casa di Holly alle 15, come lei mi aveva chiesto. Visto che dovevo aiutarla in giardino, avevo indossato una t-shirt e dei pantaloni lunghi leggeri. Portandomi dietro un ricambio, qualora dopo Katelyn fosse voluta uscire. “Ciao tesoro, entra” mi salutò Holly aprendo la porta “Ciao” salutai sia lei sia Kate, seduta su uno degli sgabelli di cucina. Avevo pensato a lei tutta la notte a dire il vero, ai baci del giorno prima e al fatto che non volevo sprecare l’ennesima possibilità che mi stava dando di essere di più. Speravo che la felicità che sentivo in quel momento fosse ricambiata anche da Katelyn. “Oggi finalmente lavori!” esclamò Kate per prendermi in giro “Tu invece ti riposi come tutti i giorni della tua vita” le risposi per provocarla “Ora che siamo ad agosto e sono in ferie sì, mi riposo. Tu lo fai 365 giorni all’anno!” proseguì, mentre Holly ci osservava divertita “Non direi. Che stai scrivendo? Le tue memorie?” le chiesi “Sto copiando delle ricette che ho sperimentato nell’ultimo periodo e che mi sono piaciute. Voglio conservarle nel mio ricettario, sai…per quando avrò un marito da avvelenare” rispose. “Bene, adesso direi di iniziare” intervenne Holly, annuii e la seguii nel giardino sul retro. Mi spiegò che voleva che trasportassi i tre sacchi di terra nuova dall’altra parte del giardino, aiutandola poi a rovesciarli. La seguii per vedere dove voleva che li mettessi.

 

POV Kate

La trascrizione delle mie ricette poteva benissimo aspettare. Insomma ero impegnata in altro. Dallo sgabello della cucina sul quale ero seduta, infatti, avevo un’ottima visuale sul giardino. Matt stava facendo esattamente il lavoro che mamma gli aveva chiesto e per di più era un bel vedere, mentre si piegava e sollevava roba pesante.

 

giphy

 

Aveva proprio un bel fondoschiena! Non ero tipa da commenti insistenti sul corpo di un ragazzo, ma dovevo ammettere che Matthew aveva un gran bel fisico. Continuai a rimirare i suoi bicipiti mentre spostava i sacchi.

 

giphy

 

Chiusi il libro che usavo come ricettario, avrei proseguito in un altro momento. Quando i sacchi furono al posto giusto, aiutò mamma a rovesciarli e poi si chinarono per piantare alcune piccole piantine che lei aveva acquistato, per rinverdire quella zona del giardino. A mamma il giardinaggio piaceva moltissimo, non solo perché la rilassava, anche perché rendeva la casa più colorata, più allegra e vivace. Si faceva sempre aiutare da papà nei lavori più pesanti, mentre si occupava da sola di quelli più leggeri. Ad un certo punto notai che smisero di armeggiare con fiori e terra, parlavano faccia a faccia e vidi che lui la abbracciò. Stava piangendo? Cos’era successo?

 

giphy

 

Non li raggiunsi, restai a guardarli, chiedendomi come mai quell’improvviso cambio d’umore. Lui le aveva detto qualcosa che l’aveva fatta piangere? Era stata lei a tirar fuori qualche vecchio ricordo che l’aveva resa malinconica? Ero curiosa, vedere mamma piangere mi feriva sempre, decisi però che non avrei chiesto nulla al loro rientro in casa, forse poteva essere l’occasione per stabilire se Matt volesse dirmelo da solo ed essere sincero, guadagnandosi qualche altro punto della mia fiducia. Quando lei si staccò dal suo petto e dal suo abbraccio scambiarono delle parole.

 

giphy

 

Mi spostai sul divano, accesi un canale qualsiasi della televisione, giusto per rendere credibile il fatto che non avessi visto quella scena. Dopo qualche minuto lui rientrò “Avete finito?” domandai “Sì, ti dispiace se uso il bagno? Devo lavarmi le mani e poi avevo portato un ricambio poiché immaginavo che mi sarei sporcato o che avrei sudato” “Fai pure” risposi con un sorriso. Mamma rimase fuori. Tornò da me e si mise sul divano “Sei stato carino ad aiutarla” dissi riferendomi al giardinaggio “Per me è un piccolo sforzo, per lei è un grande aiuto, volevo farlo” “Beh grazie” “Sai Kate…quando eravamo fuori, tua madre ha avuto un momento di sconforto” affermò. Lo guardai con una faccia fintamente stupita, felice del fatto che lui avesse deciso di parlarmene, lei era mia mamma ed era giusto che lo sapessi. “Mentre la aiutavo a sistemare le nuove piantine, lei distrattamente mi ha detto: potresti passarmi quella con i fiori bianchi, Ben?” “Ti ha chiamato come se fossi mio padre” “È stato un lapsus, si è scusata dicendo che lui l’aiutava sempre e ricordando tutto ciò si è messa a piangere. Ho cercato di consolarla, quando poi si è calmata abbiamo parlato un pochino. Mi ha assicurato di stare bene, ma di essere crollata quando aveva pronunciato a voce alta il nome di suo marito” spiegò. Annuii e abbassai lo sguardo, quando mia mamma era triste, automaticamente lo ero anch’io. Lui mi accarezzò la mano “Stai bene? Te l’ho detto perché pensavo fosse giusto” “Sto bene, tranquillo. Sono contenta che tu lo abbia fatto” risposi accostandomi per un abbraccio “Questa cosa che forse per te è insignificante, per me ha un valore. Dirmelo mi fa sentire che posso fidarmi di te, forse la tua percentuale è salita di almeno tre punti, sei al 93%” affermai concludendo con un sorriso. “Wow, tre punti in un colpo solo! Seriamente Kate, voglio sapere se stai bene” “Sì” “Sai che puoi dirmelo” “Sto bene” “Ok” si arrese.

Mamma era ancora in giardino, ci scambiammo un bacio veloce, un bacio vero, nel quale oltre ai sentimenti che nutrivamo, avvertivo anche un senso di vicinanza e comprensione. Mi alzai per andare a verificare che mamma stesse bene. Mi accolse con un sorriso ed io finsi di non sapere “Che belle le piante nuove” affermai “Quando cresceranno un po’ saranno ancor più belle” “Che farai oggi?” “Tra poco mi preparo e vado a prendere un thè freddo da una collega” mi informò, annuii “Sto per uscire con Matt” “Ok andate pure, ringrazialo ancora per l’aiuto che mi ha dato” “Lo farò, ciao mamma, a dopo” conclusi. Tornai da lui e gli dissi che lei stava bene adesso, che sarebbe uscita a breve e che di nuovo voleva che lo ringraziassi. “Usciamo adesso?” proposi “Sì, dove andiamo?” “Facciamo un giro al centro commerciale? Dovrei comprare delle cose” “D’accordo” risposi. Andammo con la mia auto, facemmo un bel giro finalizzato soprattutto all’acquisito di ciò che gli serviva, ma entrammo anche in qualche negozio per me. Comprai solo un eyeliner e un mascara, perché li stavo finendo. Era così carino camminare mano nella mano. Non lo avevamo mai fatto, perché fino a quel momento non avevamo mai desiderato uscire allo scoperto, per così dire. Talvolta quando avevo bisogno di avere le mani libere per guardare dei vestiti appesi alle grucce, lui mi cingeva i fianchi, come se gli pesasse interrompere il contatto con me. Gli rispondevo rivolgendogli un sorriso. Durante quel pomeriggio ci furono anche dei baci in pubblico, insomma quella era un’uscita allo scoperto in grande stile! Sperai seriamente che qualche persona che conoscevamo fosse al centro commerciale, che ci avesse visti, che si diffondesse la voce che tra noi c’era qualcosa. Mi piaceva pensare che entrambi eravamo liberi di mostrare i nostri sentimenti, ma ancor più adoravo pensare al fatto che stavo dicendo all’intera città che lui mi apparteneva almeno un pochino. “Perché stai sorridendo?” chiese quando il mio ultimo pensiero diede esito ad un sorriso. Eravamo seduti a bere un thè al limone e lui mi teneva sulle sue ginocchia. Scrollai le spalle “Così” risposi “Senza motivo?” chiese “Non lo so…forse è perché sono felice” “Scommetto che è perché hai trovato l’eyeliner giusto” mi prese in giro, dato che avevo impiegato un po’ a trovarlo, risi “No” “Non pensavo esistessero milioni di eyeliner, a me sembrano tutti uguali” “Non è per l’eyeliner” precisai “No?” “Stavo solo pensando al fatto che…stiamo avendo degli atteggiamenti particolari in pubblico” confessai “Particolari che vuol dire?” “Tenerci per mano, baciarci…” “Pensavo che fosse ciò che volevi” rispose. Incrociai lo sguardo al suo “Tu non lo volevi?” “Sì, certo. Ma ho intuito che probabilmente tu avessi bisogno che io fossi spontaneo nei tuoi confronti, mostrando che sono innamorato di te. Non sto dicendo che è solo un tuo desiderio, lo voglio anch’io, però mi era parso di capire che in questo momento tu ne sentissi maggiormente l’esigenza” spiegò. “Volevo solo che la smettessimo di nasconderci, è da un anno che ci affanniamo a tenerlo riservato” ribattei. Lui mi accarezzò il viso “Lo so, anch’io volevo che accadesse” “Se pensi che stiamo facendo tutto in fretta, devi dirmelo. Sai le ragazze pensano diversamente” “Non sto pensando niente, se non avessi voluto non ti avrei presa per mano e poi in fretta…l’hai detto tu che è da un anno e se fosse stato per me tutto questo sarebbe successo già da ragazzini” chiarì. Gli sorrisi e mi avvicinai per un bacio, restando però qualche istante nella contemplazione delle sue iridi azzurre. Poggiai le labbra sulle sue e le assaporai con lentezza, il bacio cambiò ed io cercai la sua lingua. Perché mi ero privata di tutto ciò per tutti quegli anni? Mi ero accorta di essere innamorata a 17 anni, ma avevo represso quel sentimento per paura di perdere la sua amicizia, rovinando le cose tra le nostre mamme qualora non avesse funzionato tra noi. La scusa del fatto che lui avesse un anno in meno di me, in realtà, era solo una giustificazione stupida che dicevo a lui, ma a me non era mai interessato granchè. A 16 anni lui era immaturo esattamente come i miei coetanei di 17, non c’era molta differenza e per me il suo carattere, il suo modo di pensare e di fare erano perfetti, non poteva essere altrimenti, visto che lo consideravo il mio migliore amico. Stavamo continuando a cercare all’infinito il contatto tra le nostre lingue, avevo i brividi sulla pelle per quanto fosse piacevole quel gesto e sebbene avessi 27 anni, mi sentivo esattamente come una ragazzina in quel momento. “No Matthew!” sentimmo urlare da qualcuno. Ci staccammo, guardandoci intorno. Ci rendemmo conto che era solo una mamma che si rivolgeva al figlio piccolo, il quale aveva appena fatto cadere alcuni oggetti esposti in un cesto vicino alla vetrina di un negozio. Sorrisi, per fortuna non era nessuna voce che si riferiva a lui o in generale al fatto che ci stessimo baciando.   

 

cap-45

 

Si alzò in piedi, prendendo le buste con gli oggetti che aveva comprato, mi tese la mano per invitarmi a prendergliela e a camminare. Gliela strinsi e finimmo il giro, poi prendemmo la mia auto e lo accompagnai a casa dei suoi genitori. “Mi dispiace, ma stasera ho un impegno di famiglia, sai che adesso che sono in vacanza avrei preferito restare con te!” esclamai “Non preoccuparti, ci vediamo domani” “Sì” “Cosa ti piacerebbe fare?” mi chiese “Non saprei…” “Potremo andare in piscina! Se sei libera già dalla mattina, altrimenti…” “La piscina va bene” risposi “Vuoi che venga a piedi da te e poi prendiamo la metropolitana?” propose “Come preferisci, se vuoi posso venire io” “No, passo io” affermò prima di darmi un bacio davanti a casa sua. Ok, ero felice di uscire allo scoperto, però…davanti a casa sua…e se i suoi erano alla finestra? Ricambiai il bacio, ma mi staccai velocemente “Ci portiamo il pranzo o lo compriamo lì?” chiesi per giustificare il fatto che avessi interrotto un bacio “Compriamolo lì” “Va bene” risposi. Capii dal suo sguardo dritto nel mio che forse il mio tentativo di dissuasione non era andato a buon fine, aveva capito che ero imbarazzata. “A domani, allora, buona cena di famiglia” “Grazie Matty, a domani” conclusi. Gli fui grata per il fatto che non riprovò a baciarmi, magari il giorno dopo potevo offrirgli una spiegazione. Scese dalla macchina e si chinò leggermente per farmi ciao con la mano, risposi al saluto e partii.

 

NOTE:

Buonasera! Come promesso Matthew aiuta Holly, la madre di Kate, con il giardinaggio. Ho pensato che sarebbe stato carino riservare loro un momento da soli: Holly aveva bisogno materialmente di forza fisica, perdendo il marito si è rivolta a Matt che considera un po' come un figlio, dato che lo ha visto crescere. Ha un momento di crollo emotivo, naturalmente suo marito è morto da poco e il percorso per riprendersi non è facile. Matt decide di confidarlo a Katelyn, crede sia giusto che lo sappia e inconsapevolmente fa qualcosa che gli fa guadagnare qualche altro punto di fiducia. Al centro commerciale i due si lasciano andare, comportandosi proprio come una vera coppia. Ormai non hanno nessun motivo di nascondersi, la spontaneità in pubblico rivela da parte di entrambi la voglia di abbandonarsi ai reciproci sentimenti, senza temere il giudizio di nessuno e senza aver paura di mostrare l'uno all'altra quello che sentono. Spero che questa nuova versione di loro vi piaccia, a venerdì,

Vanessie

 

 

 

   
 
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