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Autore: Rosmary    29/05/2021    5 recensioni
{Missing Moments della long Paradiso perduto | Spoiler Alert se non si è arrivati al Capitolo Ventuno della longfic}
La biblioteca di Madama Flighty è sempre un ambiente interessante, ma se i due Scamander confabulano tra loro lo è ancora di più.
“Vuoi parlare piano?”
“Ma perché?”
“Vuoi diventare il nuovo zimbello di Hogwarts o cosa? Questa cosa che vuoi fare è ridicola.”
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Louis Weasley, Lysander Scamandro, Rose Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Paradiso perduto'
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Spoiler Alert: il racconto contiene spoiler per chi non ha letto sino al Capitolo Ventuno di Paradiso perduto.


N E L  B L U  D I P I N T O  D I   B L U


Dicembre 2021
 
Che Madama Sally Flighty sia una gran pettegola è noto a chiunque, ma il fatto che abbia trascorso l’ultima ora a tentare di leggere il labiale dei fratelli Scamander ha scatenato più curiosità del necessario negli studenti che girovagano per la biblioteca, con la conseguenza che Lorcan ha dovuto rifilare occhiatacce ai ficcanaso e intimare a Lysander di abbassare quanto più possibile la voce.
“Vuoi parlare piano?” ringhia Lorcan per l’ennesima volta.
“Ma perché?”
“Vuoi diventare il nuovo zimbello di Hogwarts o cosa?” replica indelicato. “Questa cosa che vuoi fare è ridicola.”
Lysander corruccia la fronte e, un po’ a disagio, si guarda attorno, cogliendo sguardi avidi e incuriositi – se non fosse troppo impegnato a capire come fare quello che vuole fare, riderebbe di gusto di questo insensato interesse: se solo sapessero che non sono indaffarati in chissà quale ricerca utile a Lorcan e al Fight club, è sicuro che a nessuno importerebbe di spiarli.
“Ma perché?” chiede di nuovo. “Cosa c’è di ridicolo?”
“Tutto,” risponde Lorcan. “Non lo farei nemmeno io che ho la faccia tosta.”
“Non serve avere la faccia tosta.”
“Certo che no, ti guarderanno solo tutti,” lo schernisce. “Non puoi allungarli e basta? È la stessa cosa.”
“Mi aiuti o no?”
Lorcan assottiglia lo sguardo spazientito, ma consapevole che lui e il fratello abbiano la stessa testa dura si convince ad annuire, guadagnandosi un sorriso grato.
“Però sei una testa di cazzo,” precisa.
“Allora siamo in due,” ribatte allegro Lysander.
Lorcan, le labbra mosse nella sua espressione sbilenca, passa in rassegna il materiale che hanno raccolto in quelle ore di ricerca: almeno sei o sette libri, nota, il proprio quaderno con gli appunti di Pozioni e alcune pergamene con altri titoli da consultare – si gratta la testa pensoso: Lysander ha deciso di complicarsi la vita in ogni modo possibile.
“Non possiamo comprarla?”
“A Hogsmeade nessuno vende cose così.”
“E allora non puoi aspettare che torniamo a casa?”
“Preferisco farlo qui.”
“Per forza, hai paura che mamma e papà ti dicano che è un’idea del cazzo.”
“A loro piacerà, sarà una sorpresa,” controbatte poco convinto. “E smettila di dire che è una brutta idea, ho capito.”
“Ho detto del cazzo, non brutta, c’è differenza,” puntualizza sarcastico.
Lysander gli pesta dispettoso il piede, ridacchiando quando Lorcan reagisce tentando di rifilargli una gomitata.
“Ho i riflessi migliori dei tuoi,” si vanta giocoso.
“Certo,” ghigna Lorcan. “Proviamo con la bacchetta.”
“Non fare lo spaccone.”
“Intanto è questo spaccone che deve ingegnarsi per la tua idea del cazzo,” replica secco, consultando l’indice di uno dei libri. “Come se fosse facile, poi.”
“Dici che è troppo difficile?”
Lorcan, colto il disagio colpevole nella voce del fratello, alza gli occhi al cielo e gli indirizza un sorriso obliquo, riuscendo nell’intento di rilassarlo.
“In qualche modo ci riesco,” risponde allora. “Devo solo capire come fare.”
“Cosa cerchi nell’indice?”
“Non ditemi che la Hulton ha già iniziato il giro di interrogazioni.”
Il tono afflitto di Ariana, avvicinatasi silenziosa e curiosa al tavolo dei due ragazzi, obbliga gli Scamander a sollevare gli sguardi dai vari libri per concederle attenzione.
“Magari,” dice seccato Lorcan, dimentico della domanda di Lysander. “Questo svitato vuole farsi i capelli blu,” rivela spiccio, deciso ad approfittare dell’occasione per mettere il fratello di fronte al fatto compiuto – vuoi fare questa cazzata? Inizia a vedere come reagisce la gente pensa.
E Lysander, colto alla sprovvista, reagisce proprio come ipotizzato da Lorcan: si stringe nelle spalle in imbarazzo, mentre il viso si chiazza di rosso.
“Oh, beh,” farfuglia stranita, “è...”
“Una cazzata?”
“Inaspettato?”
Ariana aggrotta le sopracciglia, ma malgrado la perplessità sceglie di annuire all’inaspettato di Lysander, scacciando il rapido istante in cui ha quasi ceduto alla voglia di concordare con Lorcan.
“Quest’anno è di gran moda il blu,” concede incerta.
“Sei più svitata di lui,” borbotta Lorcan.
Lysander si apre invece in un gran sorriso, ritemprato dall’assenso dell’amica, e senza indugi la invita a sedersi assieme a loro e alle tante scartoffie.
“Mi aiuti?”
Ariana sospira un e aggirato il tavolo si premura di sedersi accanto a Lysander, scoccando un’occhiata intimidita a Lorcan che la scruta con un’espressione che sembra urlarle quanto il suo contributo non possa che essere inutile.
“Ma perché vuoi farli blu?”
“Perché è un coglione,” risponde annoiato Lorcan. “Te lo immagini in giro per Hogwarts con la testa blu?” chiede retorico a voce bassa. “Prima vuole fare la tappezzeria e poi pensa di andare in giro con un Lumos in testa.”
“Ma sono solo capelli,” si difende Lysander. “Nessuno li noterà.”
“Ne parleranno per un po’, ma poi si abitueranno,” dice Ariana, decisa a non infierire come Lorcan. “Ma perché vuoi tingerli?” chiede di nuovo.
Lysander sospira e fugge lo sguardo inquisitore del fratello, preferendo abbozzare un sorriso all’indirizzo dell’altra.
“Sono stanco di essere confuso con lui e accusato di qualsiasi cosa, per non parlare delle…” s’interrompe, ingoiando quel ragazze premuto sulla lingua prima che Lorcan ne approfitti per fare qualche allusione maliziosa. “Insomma, se tingo i capelli nessuno potrà più confonderci.”
E se Ariana sbarra gli occhi ancora più perplessa e Lysander china lo sguardo sui libri, Lorcan scuote la testa, sempre più convinto che la motivazione del fratello faccia acqua da tutte le parti e che alle prime occhiate insistenti e battutine acri si pentirà della sua follia – e dire che lo ha costretto a bisbigliare nella speranza, vana, di farlo desistere senza far trapelare quest’idea infelice.
“E se cambiassi solo pettinatura?”
Il pigolio di Ariana, corredato da un sorriso conciliante, fa storcere le labbra a Lorcan e abbozzare un diniego a Lysander.
“Meglio tingerli, e poi mi sono già affezionato all’idea di averli blu Corvonero!”
“Perché non marrone cacca? Visto che è palese che hai la merda in testa,” suggerisce sarcastico Lorcan.
“Non essere sempre così volgare,” rimprovera Ariana.
“Ah già, certe cose non si possono dire se c’è santa Ariana,” sghignazza. “Te la fai col Frate Grasso, scommetto.”
“Lor, e dai.”
Lorcan, il ghigno ancora sulle labbra, mima un e va bene verso il fratello e ingoia la risata impudente che preme per venire fuori alla vista delle guance gonfie di offesa di Ariana.
“Riprendiamo da dove siamo stati interrotti.”
“Posso anche andare via...”
“No, Ari, resta, mi fa piacere,” dice svelto Lysander. “Lor adesso ci dà un taglio. Vero, Lor?”
“Come ti pare,” liquida Lorcan. “Aiutatemi a cercare Fleamont Potter, controllate l’indice dei libri.”
“Che c’entra un Potter?” s’informa Lysander.
“Ha inventato la Tricopozione lisciariccio, è tutto quello che so di pozioni per capelli, quindi iniziamo da lui e vediamo se ricaviamo qualcosa.”
“Non lo sapevo, mia madre la usa!” trilla Ariana.
“Eccitante,” commenta atono Lorcan, reprimendo un lamento quando Lysander gli pesta di nuovo il piede. “A me l’ha raccontato Harry, una delle volte che ero da James.”
“Sono parenti?”
“Sì, è il nonno o il bisnonno di Harry… o di James… Non mi ricordo, è un parente però.”
Lysander non riesce a camuffare del tutto una smorfia irritata – James è sempre tra i piedi, una cosa che lo infastidisce da quando hanno messo piede a Hogwarts e ha capito di dover dividere Lorcan con una persona che non gli piace e che non lo convince per niente –, tuttavia evita di commentare, conscio che anche il fratello abbia finto di non notare il fastidio.
È mentre sono tutti e tre impegnati nella ricerca del noto cognome che una ragazza si china a sorpresa alle spalle di Lorcan e gli scocca un bacio sulla guancia – Lorcan si apre in un sorriso prima ancora che Lysander e Ariana si accorgano della nuova arrivata.
“Ciao, dolcezza.”
Rose in risposta gli scompiglia i capelli e si siede accanto a lui, che ridacchia scompigliandosi a propria volta i ricci.
“Così ti piacciono?” scherza.
“Sono ancora troppo ordinati,” ironizza in risposta lei. “Ma non noti niente?”
Lorcan, che solo a questa domanda si sforza di distogliere lo sguardo dal viso di lei, la osserva dalla testa ai piedi, piegando le labbra in un sorriso compiaciuto nell’accorgersi che indossa la giacca che le ha regalato solo il giorno prima, a qualche tavolo di distanza.
“Ho sempre avuto ragione,” dice senza smettere di guardarla, “saresti stata perfetta a Corvonero.”
“Devo ammettere che è bella,” replica Rose, stringendosi in quella porzione di divisa che è appartenuta a Lorcan. “Dovresti regalarmi anche il resto.”
“Per te mi spoglio volentieri,” ghigna in risposta. “Magari in camera mia.”
“Dove ti spogli per tutte,” insinua Rose.
“No, lì non entra nessuna,” ribatte Lorcan. “Solo tu!”
“Cretino.”
“Appunto, cretino,” s’inserisce Lysander. “Ecco dov’era la tua divisa,” aggiunge poi, sbirciando la giaccia troppo grande che indossa Rose. “Sai che sei l’unica ragazza a cui regala qualcosa?”
“Certo che lo so, ci mancherebbe altro,” esclama svelta lei. “Sono la sua migliore amica, deve preferirmi a tutte!”
Lorcan, l’espressione sbilenca in viso, cala un braccio sulle spalle di Rose e fa cozzare le loro sedie.
“Adoro la tua dolcezza, dolcezza,” ironizza, ridendo assieme a lei.
“Continuiamo?” incalza Lysander.
Ariana, in silenzio accanto a lui, è la prima ad annuire, anche se preferirebbe di gran lunga essere sola con l’amico – mal sopporta Lorcan e non è mai riuscita a inquadrare Rose, cosa che la induce a sentirsi un po’ a disagio in sua presenza.
“Studiate?” s’informa Rose.
“No, è per i suoi capelli.”
“Non hai cambiato idea?”
Lysander, colto alla sprovvista dalla domanda della Grifondoro, scocca un’occhiataccia al fratello.
“Ma non avevi detto di non dirlo in giro?” chiede retorico a Lorcan.
“L’ho detto solo a lei, infatti, non in giro,” replica. “E no,” aggiunge rivolto a Rose. “Ha deciso, ormai.”
“Saranno di certo originali,” interviene Ariana, notando il viso di nuovo chiazzato di rosso di Lysander. “E belli, anche.”
“Grazie, Ari.”
“Ma sì, dai, sarai carino lo stesso,” concede incoraggiante Rose. “Un po’ strano, forse.”
Un po’,” sghignazza Lorcan. “Ma quindi se lui è carino lo sono anche io?”
“Dici che vi somigliate? Non l’ho mai notato,” scherza in risposta.
Lorcan le pizzica giocoso la guancia e Lysander ha l’improvvisa sensazione che lui e Ariana siano decisamente di troppo – a distrarre tutti è Mike, che svegliatosi e saltato giù dal taschino di Lysander si affretta a scrutare sospettoso i tanti libri sul tavolo e si apre in un sorriso entusiasta quando scorge Ariana.
“Ciao!” saluta sorridente lei, porgendogli il pollice cui l’Asticello si aggrappa subito.
“Credo sia innamorato di te,” dice allegro Lysander.
“Tra poco allora ti chiederà di scopare,” ironizza Lorcan.
E se Ariana si imporpora e Lysander scuote la testa, Rose sghignazza assieme a lui, stringendogli i ricci tra le dita solo per invogliarlo a non esagerare.
“Allora, che cosa cercate?” incalza Rose.
“Fleamont Potter,” risponde Ariana, felice di cambiare argomento. “Lorcan dice che ha inventato una pozione per capelli, utilissima davvero.”
“Non capisco, lui non vuole tingerli?”
“Sì, ma da qualche parte devo iniziare.”
“E inizi dal bisnonno di James?! Sei proprio un idiota, Scamander, fossi la Hulton ti rifilerei una D.
“Scema, cos’è che sai?” chiede ridacchiando Lorcan.
Rose, consapevole di avere tre paia d’occhi su di sé, sorride furba e ammicca in direzione di Lorcan per poi guardarsi in giro e adocchiare un tavolo in particolare.
“Forse cerca qualche libro,” ipotizza Ariana.
Lysander annuisce, ma Lorcan si limita a osservarla mentre dice qualcosa a uno degli amici di Albus – il nome gli sfugge, ma è sicuro che sia quello iscritto al Club di Scacchi – e lo convince a cedergli un quaderno o qualcosa di simile.
“Ecco qui,” dice trionfante Rose non appena si riavvicina, sventolando una copia patinata di Glamour, la rivista di moda più letta da adolescenti e giovani adulti.
“Dolcezza, sul serio? Che fai con quella merda?”
“A me piace tantissimo,” trilla invece Ariana. “Ma questo mese non l’ho comprata.”
“Questa è il tuo scacco matto, scemo,” risponde Rose a Lorcan, sedendosi di nuovo accanto a lui e sorridendo a Lysander. “Nelle ultime pagine ci sono solo cose da comprare, si acquista per corrispondenza, non devi neanche avere diciassette anni, basta pagare in anticipo. Io e Ally abbiamo comprato dei rossetti bellissimi, è molto facile.”
“E ci sono anche le tinte per capelli?” s’informa Lysander.
“Eccole qui, di tutti i colori! Guarda, c’è anche la Tutticolori+1, questa l’ha usata Fred un paio di estati fa, ha fatto ammattire la nonna!”
“Mi ricordo,” ridacchia Lorcan. “Ogni paio d’ore i capelli cambiavano colore.”
“Beh, ma io non voglio quella,” pigola Lysander.
“Ma certo che no,” interviene Ariana. “Quella sarebbe davvero troppo appariscente, Lys. Troppissimo.
A Lysander sfugge un sorriso e accetta con un grazie la rivista che gli cede Rose.
“Attento a non stropicciarla o dovrò pietrificare Zabini per non sentire le sue lamentele.”
“Certo, non ti preoccupare.”
“Ma com’è che sai cosa legge quello lì?” chiede un po’ irritato Lorcan, scoccando un’occhiata astiosa all’ignaro Basile.
Rose muove le labbra in un sorrisetto malizioso, simile a quello affiorato il giorno precedente, quando Lorcan ha sfoggiato un certo fastidio nel vederla in compagnia di un altro ragazzo.
“Prima Matthew, ora Zabini, non è che sei geloso?”
Lorcan, lo sguardo ora fisso sul viso di Rose, si accorge di dover ingoiare un e si sforza di curvare la bocca nella sua espressione sbilenca, arrotolando una ciocca di capelli ramati tra le dita.
“Sono il tuo migliore amico, sono attento,” risponde. “Poi il Grifondoro l’hai lasciato, quindi avevo ragione, era una rottura di cazzo. Allora, che ne sai di quello?”
“Lo sa Ally,” risponde lei, trattenendo un sospiro deluso. “La perseguita, le dice anche quello che non le interessa, e lei si sfoga con me. Quindi so che legge Glamour, gli interessano i trafiletti pettegoli, poco ma sicuro.”
Lorcan non riesce a trattenere una risata che contagia anche Rose. A far sbiadire la loro ilarità è una figura femminile che improvvisa si cala alle spalle del ragazzo, gli afferra il mento per invogliarlo a sollevare la testa e lo coinvolge in un bacio breve e sfacciato, che riesce a imbarazzare Lysander e Ariana e a far accigliare Rose.
“Stasera ti aspetto in camera mia,” mormora la ragazza, che a giudicare dalla divisa e dalle parole è a sua volta una Corvonero.
Lorcan si limita a un sorriso malizioso e distoglie l’attenzione dalla compagna di Casa prima ancora che lei abbia girato i tacchi per allontanarsi.
“È la tua nuova fidanzata?” chiede perplessa Ariana.
“Fidanzata?” replica sarcastico Lorcan. “Ci scopo, sai che significa?”
“Lo sappiamo,” interviene svelto Lysander. “Non fare sempre l’imbecille.”
Ariana, le labbra strette nel fastidio, preferisce scuotere la testa e dedicare l’attenzione a Mike, che intanto continua a trotterellare tra la sua mano e quella di Lysander, indeciso su quale sedersi comodo.
“Scusalo,” mormora Lysander, sporgendosi verso di lei. “È il suo modo di scherzare.”
“Non giustificarlo sempre, non lo merita.”
“Non dire così, ha solo scherzato, sul serio.”
“Non importa,” liquida conciliante lei, conscia di quanto l’amico sia protettivo – a suo parere senza motivo – nei confronti del fratello. “Appunta l’indirizzo, dai, così puoi spedire l’ordine!”
Rose, che dall’altro lato del tavolo ha seguito in silenzio lo scambio tra Lorcan e Ariana, si ritrova ora a guardare il primo di sbieco mentre si allunga per baciarle la guancia e circondarle di nuovo le spalle con il braccio.
“Che hai?”
Rose risponde con una smorfia che sembra dire niente, ma le braccia che porta conserte e la coda dell’occhio che seguita a fissare Lorcan con irritazione suggeriscono altro.
“Non è che sei gelosa?” le fa il verso, stringendole la spalla tra le dita e baciandole di nuovo la guancia.
“Sono la tua migliore amica, sono attenta,” replica allora lei, cedendo a un piccolo sorriso quando lui sogghigna. “Dovrei iniziare anch’io ad andare con tutti, così capisco che ci trovi.”
“Non ci pensare neanche, li affatturo uno dopo l’altro,” ribatte tra il serio e il faceto. “Io faccio solo ginnastica.”
“Ma che stronzo,” ghigna Rose.
Lorcan ride e, complice la vicinanza, ne approfitta per scoccarle un altro bacio, mentre le dita dalla spalla salgono sino al collo e arrivano al viso, su cui pressano con gentilezza per invogliare Rose a voltarsi verso di lui e a incrociarne lo sguardo.
“Vuoi baciare anche me?” scherza lei, vogliosa di spezzare una tensione che rischia di farla arrossire.
“Mi rifiuteresti?”
“Certo che sì.”
“Ma che stronza!”
“Louis!”
Il saluto entusiasta e improvviso di Ariana fa chinare per una frazione di secondi lo sguardo di Lysander e sussultare di sorpresa Lorcan e Rose, costretti ad abbandonare la piacevole bolla che li ha avvolti sino a un istante prima per rivolgere l’attenzione al Capitano Grifondoro.
“Ecco dov’eri,” esordisce Louis con un gran sorriso.
“Sono sempre qui o in Sala Comune,” replica mesta lei. “Ma da quando porti gli occhiali?”
“Da mai,” s’inserisce Rose, che con un sopracciglio sollevato scruta la montatura rettangolare calata sul naso del cugino. “Stai scimmiottando qualcuno?”
“Louis non lo farebbe mai!”
E se Lysander serra le labbra irritato, Lorcan sbotta in una risata di scherno quando Louis annuisce alle parole di Ariana.
“Infatti, non vado in giro a scimmiottare la gente,” replica. “Non io,” aggiunge, scoccando un’occhiata a Lorcan.
“Se parli di me fa’ meno giri di parole,” ribatte pungente il Corvonero. “O hai paura di beccarti una fattura?”
“Non vedo perché dovrei avere paura di un vermicolo,” rilancia provocatorio. “Ma se vuoi sfogare i tuoi istinti violenti, fa’ pure, mi impegnerò a non farti troppo male.”
“Nel caso dovresti impegnarti a sopravvivere, invece.”
“Lorcan!” prorompe agghiacciata Ariana, rivolgendo uno sguardo preoccupato a Louis. “Non ascoltarlo, si diverte a provocare.”
“E Louis cosa sta facendo, scusa?” sbotta Rose, fissando torva la Tassorosso. “Non è neanche arrivato e ha infastidito Lorcan.”
“Ma non è affatto vero!”
“Grazie, Ari, mia cugina purtroppo è prevenuta e ha i paraocchi.”
“Qui invece qualcuno ha paraocchi e paraorecchie,” ribatte Rose. “E tu lo sai.”
Louis maschera a fatica un ghigno alle parole della cugina, mentre Ariana non nasconde una smorfia di disappunto rivolta alla ragazza e a Lorcan – è quando cerca complicità in Lysander, voltandosi verso di lui, che si accorge sorpresa che sia impegnato a scrivere la missiva da inviare al negozio sbirciato sulla rivista.
“Lys?”
“Eh?” replica fintamente distratto. “Scusa, ero impegnato a scrivere, dicevi?”
“Non hai sentito tuo fratello?”
“No,” mente. “Ma sicuramente scherzava.”
La mascella di Louis si serra, mentre Lorcan e Rose sogghignano, ma prima che qualcuno possa aggiungere altro a fare il suo ingresso in biblioteca è James, che Lorcan si affretta a chiamare per attirarne l’attenzione.
“Tutti insieme appassionatamente?” scherza James non appena raggiunge il tavolo. “E quelli dove li hai presi?” aggiunge subito guardando Louis, che in piedi accanto a lui cede a un sorriso divertito.
“Sono di Brandon, però ho incantato le lenti, altrimenti non vedo niente.”
“Certo che non vedi, non ti servono,” replica James.
“Perché prendi per il culo Stuart?”
Louis, un’occhiataccia a Lorcan, sistema meglio gli occhiali sul naso e sogghigna.
“Non vuole metterli, ha vergogna, così gli ho detto che li avrei messi io e lanciato la moda,” spiega vanesio.
“È un gesto molto altruista!” approva Ariana con un gran sorriso. “Brandon è fortunato ad avere un amico come te.”
“Tantissimo,” biascica a denti stretti Lysander, incrociando lo sguardo comprensivo del fratello.
“Quanti piagnistei,” dice James. “Ha detto anche a me questa cosa, gli ho detto di metterli e muto, gli servono solo per studiare. E poi sono occhiali,” aggiunge, “che sarà mai.”
“Gliel’ho detto anch’io, ma ha iniziato a parlare di Roxanne, non ho capito.”
“Ah, quindi ora darà la colpa agli occhiali se non lo considera?” ghigna James.
“Roxi dice che è molto insistente,” commenta Rose. “Non potete dirgli di lasciarla in pace?”
“Se vuoi ricorro a un Imperio, però poi al Wizengamot lo spieghi tu il motivo,” ironizza Louis.
“Accetto, sarà un piacere farti chiudere ad Azkaban!”
“Dolcezza, quel giorno devo essere in prima fila, non dimenticare di avvertirmi!”
“E io accanto a te,” s’inserisce scherzoso James.
“Preferirei mi seguiste, invece,” celia a sua volta Louis. “Sarebbe terribile non avere nessuno da insultare. Ari, tu ricordati di venirmi a trovare, mi raccomando.”
“Ma che scherzo stupidissimo,” replica Ariana con un mezzo sorriso. “Sei stato molto, molto gentile col tuo amico!”
“Grazie, ma è solo una sciocchezza,” minimizza Louis, facendo alzare gli occhi al cielo a tutti a eccezione di Ariana. “Devo ripassare Trasfigurazione per domani, sai dov’è Leonard?”
“Credo sia impegnato con Finch-Fletchley, gli ha chiesto di aiutarlo con il coordinamento dei soggiorni-studio.”
“Smith?” chiede attonito James. “Finch-Fletchley non sa più che fare per allungargli il curriculum,” riflette sprezzante.
“Dici che lo vuole Caposcuola?” chiede curiosa Rose.
“Poco ma sicuro,” s’inserisce Louis. “Sa che la concorrenza è spietata.”
“Se vuoi posso aiutarti io, ti ascolto o ti faccio le domande,” propone Ariana.
“Ti ringrazio, ma tu sei troppo buona,” replica gentile.
“Dai, ti aiuto io,” dice a sorpresa James, sfilando il libro dalle mani del Capitano. “Sarò spietato come la concorrenza,” aggiunge, alludendo scherzoso alle ambizioni dell’altro.
Louis, colto alla sprovvista, non reagisce subito, anzi guarda James con occhi attenti, volti a scovare inganni o scherno – si rilassa in un istante, però, non appena comprende che si sia davvero offerto di aiutarlo.
“D’accordo,” acconsente. “Spietato, bravo, è quello che mi serve per prendere una E.”
“James,” chiama invece Lorcan, scoccando un’occhiata irritata a Louis.
James, cui per un attimo sembra di essere tornato indietro nel tempo – momenti che pagherebbe pur di riavere, malgrado la tensione e lo stress che i due riuscivano a fargli accumulare –, sorride sghembo all’indirizzo dell’amico e si cala a baciare la guancia di Rose.
“Dieci minuti e torno,” dice. “Poi sarò tutto tuo,” ironizza all’indirizzo di Lorcan.
“Ecco, ricorda qual è il tuo posto,” replica sarcastico.
Sopra, sempre e comunque!”
Rose è la prima a scoppiare a ridere, seguita a ruota da James, Lorcan e Louis, mentre Ariana e Lysander si scambiano uno sguardo un po’ confuso – se c’è una cosa che li accomuna è di certo il disagio che li sorprende in presenza del primogenito dei Potter, e se per Ariana si tratta di un disagio imbarazzato, nel caso di Lysander si tratta di una sensazione sporca di insofferenza.
“Fai presto,” incalza Rose. “Oggi ti ho visto solo a pranzo.”
“Dormi con me stanotte, così rimediamo,” propone. “Ma da quando vai in giro con mezza divisa Corvonero?” chiede poi, accorgendosi dei colori sbagliati.
Rose sorride furba e poggia la testa sulla spalla di Lorcan.
“Non è bellissima?”
James inarca le sopracciglia poco convinto, ma le labbra corrono svelte a curvarsi in un ghigno.
“In fondo non è male,” concede. “Amo il blu su di te.”
“E infatti a Corvonero sarebbe stata benissimo,” interviene Lorcan, sfiorandole i capelli.
James non risponde, si limita a incrociare gli occhi chiari di Rose e a scambiare un sorriso con lei, sorriso che scema solo quando lui si apparta con Louis per studiare e lei non riesce più a guardarlo dritto in viso.
Di nuovo in quattro, non trascorrono che pochi minuti prima che Ariana dica di voler raggiungere Louis per ripassare gli argomenti di Trasfigurazione – Lysander si limita a un assenso e a un’espressione cortese, ma quando la Tassorosso gli dà le spalle non riesce a fare a meno di scuotere la testa e passare una mano tra i capelli, catturando l’attenzione del fratello e di Rose.
“Ma un vaffanculo quando glielo dici?”
“È sua amica, non è facile,” interviene conciliante Rose. “Tu a me lo diresti?”
“Ma tu non frequenti un pezzo di merda credendolo un santo,” ribatte schietto Lorcan.
“Non lo fa di proposito, Ariana è così, è buona,” tenta Lysander. “Spero solo che Louis non se ne approfitti.”
“Non credo, se avesse voluto approfittarne l’avrebbe già fatto.”
“Ne sei sicura?” insinua Lorcan. “Quello è un figlio di puttana.”
“Ma a noi che importa?” chiede irriverente lei.
“Niente, in effetti,” ghigna lui. “Lys, allora sei sicuro?”
Lysander, cogliendo l’occhiata alla pergamena su cui ha scritto l’ordine, abbozza un sorriso e annuisce.
“Ormai ho deciso, saranno blu.”
“Se ti prendono per il culo non lamentarti con me.”
“Tanto so già che minaccerai tutti,” replica allegro. “Ma non approvo, lo sai.”
“Certo, come no,” scherza. “Non approvi ma ci speri.”
“Non è per niente vero!”
“Dai, ammettilo,” s’inserisce Rose. “Non vedi l’ora di vederlo in pedana per difendere l’onore dei tuoi capelli!”
“Siete proprio fatti per stare insieme,” dice Lysander, accennando una piccola punta di malizia. “Vado a spedire questa, tu resti qui?”
“Non c’è fretta, ci andiamo domani,” risponde Lorcan, chiudendo tutti i libri e rilassandosi contro lo schienale della sedia. “Tu com’è che non hai impegni?” chiede poi a Rose.
“Ho fatto i compiti mentre Rüf spiegava, almeno quelle tre ore sono servite a qualcosa.”
“In effetti le sue spiegazioni servono a poco, credo ripeta il libro a memoria,” riflette Lysander, mentre gioca con Mike che tenta di fargli chiudere la mano a pugno.
“Le spiegazioni di tutti servono a poco,” rilancia Lorcan, sorridendo quando Rose cala di nuovo la testa sulla sua spalla, dandogli l’occasione di stringerla a sé. “Solo quelle di Teddy sono veramente utili.”
“Questo perché James ti ha convinto a bruciare le tappe.”
“Sai che ho un cervello anch’io? James non decide per me e per lui.”
“Ma ti fai influenzare, però.”
“Detta così sembra una cosa brutta,” nota infastidita Rose. “James ha degli obiettivi e si impegna tanto, e Lorcan altrettanto, cosa c’è di sbagliato in questo?”
Le labbra di Lysander tremano un po’, tuttavia non pronunciano più di un “niente”, consapevoli che qualsiasi altro pensiero darebbe il via a una discussione sia con Rose che con Lorcan.
“Posso chiederti una cosa?”
Lorcan aggrotta la fronte incuriosito, ma Lysander abbozza un assenso un po’ a disagio.
“Perché non dici ad Ariana quello che pensi di Louis?”
“Che intendi?”
“Non sei sincero,” dice spiccia. “Eppure siete amici, non capisco.”
“No, ma non è che non è sincero,” s’inserisce Lorcan, cogliendo l’imbarazzo del fratello. “Sa che è inutile e non vuole litigarci.”
“È proprio così,” conferma l’altro. “Qualche volta ho provato a dirle che non mi piace molto come persona, ma lei dà la colpa a Lorcan, dice che mi faccio influenzare.”
“Quindi tu sei influenzato da Lorcan e Lorcan da James,” provoca Rose. “Bella considerazione.”
“Bella cazzata, vorrai dire,” aggiunge sarcastico Lorcan. “Se solo volessi pensare,” continua guardando il fratello, “che se mi fossi fatto influenzare da James ora sarei il migliore amico di Louis, ci daresti un taglio con questa storia.”
“Ci mancava solo questo,” borbotta Lysander. “Ariana un giorno capirà,” dice rivolto a Rose.
“Ci credi o ci speri?” ghigna lei.
Lysander non risponde, abbozza un sorriso amaro e arrotola la pergamena da inviare l’indomani. Lorcan riprende a parlare di lì a un istante, ma lui non riesce a seguire il discorso del fratello, perché lo sguardo cede alla tentazione di sbirciare alle proprie spalle e guardarsi poi intorno, accorgendosi che non solo l’attenzione di Ariana è stata catturata da Louis, ma che anche quella di gran parte della biblioteca è dedicata al suo tavolo – a iniziare da Madama Flighty, i cui occhi indiscreti seguono ora le labbra piene del Capitano e gli occhi blu di James.
A volte si chiede chi tra i due cugini eserciti più forza attrattiva: Louis sembra esistere al solo scopo di essere notato – e le vede e sente, le tante ragazze ronzargli ora intorno, forse incoraggiate dall’iniziativa di Ariana, che si è avvicinata ai due e non è stata respinta –, ma James possiede un magnetismo particolare, che non fatica a giudicare pericoloso – ha la sensazione che se solo volesse potrebbe giostrare qualsiasi equilibrio.
Sono questi i momenti in cui riflette anche su Lorcan e su quale ruolo interpreti nella pantomima di Hogwarts: per tanti, troppi, è lo Scamander senza scrupoli, quello con le battute taglienti premute sulla lingua e gli occhi sporchi di malizia, ma per lui è il fratello che non lo ha mai lasciato solo. Più crescono e più le loro differenze entrano in collisione, di questo ne è consapevole, ma ripone così tanta fiducia nell’affetto che li lega da essere certo che continueranno a essere scudo reciproco – ed è da anni che vorrebbe essere abbastanza forte, abbastanza scudo, da proteggerlo dalla voragine in cui le sue azioni, parole, scelte lo spingono giorno dopo giorno.
“Ci hai messo più di dieci minuti.”
Il rimprovero scherzoso di Rose riesce a riportarlo alla realtà, s’accorge così di James seduto assieme a loro e di Ariana ancora con Louis – gli è sfuggito persino il Serpeverde che s’è avvicinato per riappropriarsi della rivista.
“Le sta parlando di Capodanno,” dice James a Lysander, intercettandone lo sguardo. “Vuole organizzare una festa a casa sua.”
“L’ha già invitata?”
“Sì,” risponde. “Penso abbia invitato anche me, indirettamente almeno.”
“Allora aspetto anche il mio invito,” celia Lorcan.
James sogghigna, ma anziché rispondergli acciuffa il mento di Rose tra le dita e si avvicina sino a baciarle la punta del naso, sorridendo quando lei ride solleticata.
“Ho pensato a quel fatto, Lor,” dice poi. “Ho analizzato vari incantesimi, è come pensavo: i movimenti del polso e la direzione della bacchetta seguono schemi simili quando gli incantesimi hanno intenzioni simili.”
“Quindi dobbiamo studiare quelli curativi?”
“No, non credo,” risponde. “Ci pensavo anche mentre ripetevo con Louis, la chiave è negli incantesimi di Trasfigurazione.”
“Ma no, che c’entra...”
“Ma sì, invece,” lo interrompe. “Noi non vogliamo curare, ma alterare la percezione, è come se dovessimo trasfigurare qualcosa.”
“Di che parlate?” chiede curiosa Rose.
“Ci siamo accorti che alcuni quando duellano ci vanno giù pesante,” spiega James. “Ci serve qualcosa che camuffi le ferite finché non guariscono.”
“Abbiamo provato con qualche pozione,” aggiunge Lorcan. “Ma non siamo riusciti a capire come svilupparne una con queste proprietà, è più difficile di quello che sembra.”
“Restano gli incantesimi,” completa James. “Sono vicino a capire come fare, me lo sento,” riflette. “È una questione di schemi, devo solo individuare quello giusto.”
“Riesci a non essere creativo nemmeno quando crei,” ironizza Lorcan.
“La magia è una scienza, non un’arte,” replica sicuro James. “E tu prima o poi farai esplodere qualcosa, ricordati quello che ti ha raccontato tua madre.”
“Parli della nonna?” chiede Lysander. “Glielo ripeto anch’io quando lo vedo trafficare.”
“Per forza, è una testa di cazzo, gli va ripetuto.”
“Quando andate d’accordo siete una palla al piede,” dice annoiato Lorcan. “Fortuna che ci sei tu, dolcezza.”
“Non ci provare, hanno ragione, devi fare attenzione.”
E se James e Lysander ridono, Lorcan a sorpresa curva le labbra nel suo sorriso sbilenco e le carezza il viso.
“Mi piace che ti preoccupi per me.”
“Il solito coglione,” scherza James, facendo ridacchiare il Corvonero. “Dolcezza,” dice poi a Rose. “ma questa schifezza quando la togli?”
“Il damerino ti ha contagiato con la sua simpatia?”
“Non è che sei Louis?” si accoda Rose. “O forse l’Imperio l’ha usato su di te!”
“Spiritosi,” concede lui. “Ma tu sei una Grifondoro e non puoi andare in giro con la divisa del nemico,” scherza.
“Quest’anno siete indietro nella Coppa delle Case,” butta lì Lysander, sorridendo quando Lorcan annuisce.
“Solo per ora, ci piace dare l’illusione a voialtri di poter vincere qualcosa.”
“A me sembra una sciocchezza questa gara delle Case,” afferma Rose. “Crea rivalità inutili.”
“Fosse per te non ci sarebbero neanche le Case,” dice James. “Ma io sono un Potter, Rosie, la competizione per la mia Casa ce l’ho nel sangue!”
“E tu?” chiede lei a Lorcan. “Anche tu ce l’hai nel sangue?”
“Solo quando devo rompere il cazzo a James,” ghigna lui.
“Ma com’è che sei il mio migliore amico?” scherza James in risposta.
“Avrai battuto la testa,” rilancia Lorcan.
“Ottima spiegazione, sarà andata così.”
“La vera domanda è come vi sopporto io,” s’inserisce Rose. “Soprattutto quando mi trascurate.”
“Eccola che pretende attenzione,” dice divertito James. “Ma quello che ti ronzava attorno dov’è? Qualcuno l’ha finalmente chiuso nell’Armadio Svanitore?”
“L’ho lasciato ieri,” risponde lei. “Ma ho dimenticato di dirtelo.”
“Comprensibile, le cose inutili si dimenticano sempre,” ribatte James. “Allora dormi con me?”
Rose curva le labbra in un sorriso sghembo e si sporge verso di lui sino a esserne a un palmo dal naso – James le restituisce la stessa espressione mentre gli bacia la guancia e sfiora con le dita l’angolo sinistro delle labbra, dove spicca una piccola cicatrice fresca di duello.
“Ti fa ancora male?”
“Non ha mai fatto male.”
“Bugiardo.”
“Dormi con me?”
“Sì.”
James affonda la mano nei suoi capelli e le sorride prima che si allontani, tuttavia non le dà tempo di inserirsi nel piccolo battibecco di Lorcan e Lysander a tema Fight club, perché le sfiora rapido il collo, inducendola a sussultare sorpresa e a riportare quegli occhi chiari su di lui.
“Non è un po’ spoglio?”
“Come al solito.”
“Non ti piacciono le collane?”
Rose, lo sguardo acceso di curiosità, annuisce.
“Cosa mi hai comprato?”
“Proprio niente.”
“Bugiardo,” ripete lei, e James si apre in un sorriso. “Non me lo dirai, vero?”
“Non ho niente da dirti,” mente, ma l’occhiolino che le indirizza riesce a farla ridere. “Dai, torniamo in dormitorio prima di cena, così ti cambi.”
“Ma che fastidio ti dà? A me piace.”
“Non è la tua divisa,” liquida. “Lor,” chiama poi. “Andiamo?”
“È tardi?”
“Tardissimo, dovevo finire il tema di Cura,” dice atterrito Lysander, sbirciando solo adesso l’orario. “Com’è possibile che sia già sera?”
“Ma che avete fatto tutto il pomeriggio?” chiede stranito James.
“Poi ti spiego,” risponde Lorcan. “Una cosa da pazzi.”
E Lysander, colto anche lo scetticismo che si affaccia sul viso di James, china il capo verso Mike, convincendolo a saltare sulla propria spalla.
Si allontanano insieme dalla biblioteca e procedono in quattro sino a quando le strade non devono dividersi – Lysander cammina silenzioso accanto al fratello, conscio della piacevole sensazione che lo avvolge quando i due Grifondoro procedono verso la loro Torre.
“Ti zittisci quando arriva James.”
“Lo sai.”
“Lo so che lo so.”
Lysander aggrotta la fronte confuso e Lorcan ridacchia impudente, rifilandogli una spallata giocosa – in altre occasioni l’altro avrebbe contraccambiato il gesto, ma ora si limita a un sorriso mesto.
“Gliel’hai fatta tu?”
“Cosa?”
“La cicatrice a James,” risponde. “Quella di cui parlavi prima.”
Lorcan rievoca svelto il piccolo battibecco in biblioteca: è stato sufficiente avere un momento tutto per loro affinché Lysander approfittasse delle ricerche su incantesimi e pozioni per rinfacciargli la pericolosità del club di duelli.
“No, certo che no. È stato uno del settimo anno, uno che ha problemi con James.”
“Perché?”
“Magari lo sapessimo,” commenta infastidito. “Ma non è una novità,” aggiunge. “A molti stiamo sul cazzo a prescindere.”
“James si comporta come il padrone della scuola, e tu con lui.”
Lorcan inarca un sopracciglio e piega le labbra in un ghigno.
“Nessuno obbliga nessuno,” ribatte asciutto. “E né io né James andiamo in giro a fare pubblicità al Fight club.”
“Ma è proprio questo il punto,” insiste Lysander. “È come se vi fosse dovuto.”
“Lys, è tutto molto più semplice: a tutti piace duellare, noi diamo l’opportunità di farlo.”
“Proprio non te ne accorgi, di recitare la parte di quello che giostra le persone.”
“A me delle persone non importa un cazzo,” sentenzia. “Se questo offende le persone di cui parli, è un problema loro.”
Lysander sospira e passa nervoso una mano tra i capelli – ha la sensazione che non riuscirà mai a far capire al fratello perché reputi sbagliato e pericoloso il club fondato l’anno prima, perché tema che i continui duelli e le continue ricerche possano portarlo a esagerare e oltrepassare dei confini sbagliati o anzitempo.
“E com’è andata quando hai duellato con James?”
“Pari,” risponde con un sorriso. “È stato divertente!”
Divertente ripete tra sé e sé Lysander, eppure gli succede sempre più spesso di avvertire una competizione sopita tra James e suo fratello – una complicità che a volte sembra eccessiva, altre estremamente fragile.
“Hai pensato a quello che ti ho detto su Rose?”
Lorcan, colto di sorpresa dal cambio di argomento, storce le labbra e ficca le mani in tasca, preoccupandosi anche di scoccare un’occhiataccia all’altro.
“Sei una rottura di palle, te l’ho già detto.”
“E tu non capisci un tubo,” insiste Lysander. “A te Rose piace,” dice sicuro. “E a lei piaci tu, ma se continui a perdere tempo in giro James farà prima di te.”
“Tu non capisci un cazzo di ragazze,” sbotta Lorcan. “E dacci un taglio con la storia di James, sono cugini, cazzo, ma come ti viene in mente?”
Lysander inarca le sopracciglia e, imitando senza accorgersene il fratello, gli rifila un’occhiata spazientita.
“Sono cugini, ma non si comportano come cugini,” sentenzia. “E di ragazze non capisco niente, ma conosco te e un po’ conosco anche Rose, è più allegra quando ci sei tu e si innervosisce quando sei con altre… Questo che significa, secondo te?”
Lorcan, una strana fitta al petto, tace per alcuni istanti – istanti in cui una parte di lui lotta per rifiutare ogni sillaba del fratello e un’altra insiste affinché rifletta sulle sue parole e le confronti con quello che sente agitarsi dentro.
Non si comportano come cugini dice Lysander e lui deve ammettere di averlo pensato a volte, quando parlano di dormire insieme, quando James le bacia il naso, quando Rose gli mordicchia la guancia, quando ritrovarsi stretti in abbracci è così naturale da creare imbarazzo intorno.
Però.
Li vede comportarsi così da sempre, è un’intimità cresciuta assieme a loro, fa parte dell’amicizia che li lega – e poi gliel’avrebbero detto se ci fosse stato altro, è il loro migliore amico: sono sempre stati in tre, mai in due.
Rose.
Gli capita di vacillare, negli ultimi tempi più che in quelli passati – momenti in cui le certezze si sfaldano e amica gli sembra una parola vuota se associata a lei, non abbastanza per contenere il ventaglio di emozioni che lo sorprende quando sono insieme.
Ma non può piacergli, proprio no, perché rischierebbe di rovinare tutto, non è fatto per le relazioni, non sa neanche cosa sia una relazione, riuscirebbe solo ad allontanarla se tentasse di tramutare l’amicizia in qualcosa di diverso.
E poi a lei non piace.
Di questo ne è certo, Lysander non riuscirà a fargli cambiare idea. È il suo migliore amico, niente di più e niente di meno, e lui non deve farsi illusioni – anzi no si rimprovera: le illusioni non c’entrano, in fondo non spera certo di piacerle, per niente.
“Ti ho proprio zittito,” scherza a sorpresa Lysander, rivolgendogli un sorriso incoraggiante. “Vedi che ho ragione?”
“Non hai ragione,” ripete Lorcan. “Credimi.”
Lysander china lo sguardo, ancora una volta non riesce a convincere il fratello a dargli ascolto – e se fallisce parlandogli di Rose neanche insiste su James e su quella sensazione spiacevole che lo sorprende ogni volta che lui e Lorcan sono insieme e competono senza rendersene conto.
Accantona tutto, oggi come ieri.
Forse, riflette senza convinzione, è l’antipatia per James a parlare – solo suggestione.
“Dici che mi starà bene il blu?”
La domanda inattesa scuote entrambi e in qualche modo li rinfranca, allontanando ombre né viste né comprese.
“Una merda, direi.”
“Grazie, Lor.”
“Sono qui per incoraggiarti, lo sai.”
E se Lysander scuote la testa arrendendosi a una risata, Lorcan sogghigna e gli rifila una seconda spallata, ridendo quando finalmente il fratello contraccambia giocoso.
In fondo va tutto bene – preoccuparsi forse non ha senso.
 
 
 
 

Note dell’Autrice: questo è uno dei missing moments scritti mesi fa, pian piano li sto pubblicando tutti, anche se non sono così sicura che chi segue Paradiso perduto sia ancora interessato a queste finestre sul passato (ormai sono davvero molte, me ne rendo conto – a riguardo, l’ultimo pubblicato lo trovate qui). Questo episodio a livello cronologico si colloca nei giorni che seguono il flashback su Lorcan e Lysander presente nel Capitolo Sedici.
Piccoli rimandi ad altri missing moments: l’episodio della giacca Corvonero regalata da Lorcan a Rose è presente in Passi (Lorcan, povero, in questa fase combatte con confusione, paura e negazione!), mentre i riferimenti a regali e Capodanno trovano risposta in Di caos, luci e ombre e Mai chiedere consiglio allo zio George!.
Spero che soprattutto chi è in pari con la lettura abbia potuto trovare interessanti questi retroscena sugli equilibri e sulle dinamiche che legano Lysander agli altri personaggi.
Il titolo del racconto cita la canzone omonima interpretata da Domenico Modugno. Il rating è giallo per l’eco dei legami conflittuali presenti nel racconto madre.
A chiunque è giunto sin qui dico grazie sia per il tempo dedicato alla lettura che per l’interesse nei confronti del mio piccolo universo narrativo, spero seguiti ad appassionarvi.
Un abbraccio. ❤
   
 
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