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Autore: Animer_otaku    31/05/2021    1 recensioni
Un semplice momento che porta sulla strada per la verità.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Don, Gilda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal corridoio venne un rumore di corsa.
«Smettila!»
«A Jemima piace Lannion, a Jemima piace Lannion...!»
«...non è vero!»
Nel momento in cui Don, Gilda e Nat si lanciavano uno sguardo perplesso, la porta della stanza si spalancò e Jemima corse in lacrime verso di loro.
«Gilda!» La bambina corse dalla ragazza più grande del rifugio e la abbracciò, piangendo a dirotto.
«Jemima...»
«Dominic continua a dire che mi piace Lannion! Ma a me non piace!»
Cinque degli altri bambini sciamarono disordinatamente nella stanza.

«Sei cattivo, Dominic!» Alicia era furente. «A Jemima non piace proprio nessuno!»
«E poi neanche a Lannion piace Jemima!» Al fianco di Lannion spiritato in volto, Thoma sembrava sul punto di scoppiare. «Lui non vuole avere una fidanzata!»
«L’ho detto solo qualche volta!» Dominic perse del tutto la sfumatura divertita al volto e incrociò le braccia al petto, sbuffando. Jemima non osò guardare verso i compagni.

Le venne in mente che spesso i bambini prendono in giro le bambine quando provano qualcosa per loro, ma pensò che non fosse il caso di dirlo. Anna si affiancò a lei e agli altri più grandi, preoccupata, mentre Gilda voltava lo sguardo severo verso Dominic. «Dominic, chiedi scusa a Jemima.»
«Devo proprio farlo?» Il bambino si rabbuiò ulteriormente, l’aria però già più incerta di prima.
«Dominic, non bisogna prendere in giro nessuno.» Don fissò il bambino con cipiglio serio. «Avanti, chiedile scusa e promettile che non la prenderai più in giro.»
«Uffa...» Dominic sbuffò e continuò a tenere le braccia incrociate al petto, ma poi chinò lo sguardo a terra e sembrò capire. Quel poco che restava del divertito scomparve del tutto. «...e va bene. Scusami, Jemima.»
«...d'accordo.» La bambina non lasciò andare la gonna di Gilda, ma staccò di poco il volto e tornò a guardare il compagno, ancora incerta ma sollevata. «Ti scuso.»
Anche Alicia, migliore amica di Jemima e grande amica di Dominic, sembrò rilassarsi. Thoma e Lannion ripresero il loro colorito normale, Anna perse la tensione e tornò la stessa di sempre. Gilda sorrise e, senza farsi vedere, tirò un sospiro di sollievo.

I piccoli litigi c’erano sempre stati, a Grace Field come al bunker, ma se anche Dominic si metteva a prendere in giro qualcuno dei suoi compagni, l’atmosfera del rifugio stava davvero peggiorando. Ormai erano molti giorni che Emma e Ray erano partiti.
Almeno, era finito tutto bene.

«Avanti, ragazzi. Abbiamo lasciato tutti gli altri di là e dobbiamo cominciare a preparare la cena.»
«Va bene!» Thoma, Lannion, Alicia e Dominic obbedirono e seguirono Anna fuori dalla stanza, molto più sereni di prima.
«Io e Don andiamo a cacciare qualcosa per la cena!» Nat andò a prendere gli archi e le frecce per la cena. Nella stanza rimasero solo lei, l’amico e la bambina.
“Ce l’abbiamo fatta.” Gilda si voltò verso Don, ringraziandolo con gli occhi per averla aiutata a sistemare la faccenda. Il ragazzo le sorrise di rimando, forte del grande rapporto di fiducia e amicizia che si era creato tra loro nel corso degli anni.

«Gilda?»
«Sì, Jemima?»
«...tu e Don vi sposerete?»
Don perse il sorriso e sembrò strozzarsi da solo. Gilda ammutolì per un attimo, ma rimase più padrona di se stessa.
«Come mai dici che ci sposeremo?»
«Beh, Dominic diceva che mi piaceva Lannion perché stavo sempre con lui, e voi due state sempre insieme...» La bambina risollevò su di lei uno sguardo che aveva perso le lacrime e la guardava con innocente curiosità. «Allora, vi sposerete?»

Don era ammutolito, ma Gilda rise di gusto. «Va bene, Jemima. Allora da grandi ci sposeremo e tu farai da damigella.»
«Oh, sì!» Jemima la fissò con occhi sinceramente felici. La bambina si staccò dalla ragazza e fece per correre dagli altri, forse portando la "grande notizia", voltandosi verso di loro soltanto sulla porta. «Venite?»
«Adesso arriviamo, tu vai pure.»
Jemima sorrise e tornò dagli altri. Cadde il silenzio.
«Sposarci...» Gilda scoppiò in una risata sinceramente divertita e scosse piano la testa, voltandosi verso l’amico. «...che strane idee che vengono a volte ai bambini, vero, Don?» La ragazza si bloccò, il sorriso improvvisamente gelato sul volto.

Don era diventato rosso in faccia e la fissava in modo strano, a metà tra quasi lo spaventato e l’indecifrabile, come se avesse voluto cercare di avvicinarsi a lei ma non ci stesse riuscendo, troppo impaurito per farcela.
«Don…?»
«Ehm... sì, certo, assolutamente, sposarci…?! A quest’età…? Certo che i bambini hanno proprio una fervida fantasia…!» Il ragazzo scoppiò a ridere di una risata che di convincente non aveva nulla e Gilda lo fissò, attonita.

«Andiamo, Don?» Ignaro di tutto, Nat si affacciò sulla soglia della stanza con archi e frecce in mano. Don distolse lo sguardo da lei e fissò il compagno come un salvatore.
«...ehm, sì, andiamo Nat! A-A dopo Gild...!»
Scattò l’allarme del bunker. Nat trasalì e si voltò verso il corridoio alle sue spalle; sia Don che Gilda dimenticarono il discorso e corsero sulla porta, i volti improvvisamente tesi e concentrati.
Guardarono verso l’entrata del rifugio.

Mentre i più piccoli sfuggivano al controllo di Anna e sciamavano in corridoio, agitati dall'allarme, i tre fissarono attoniti l’uomo del bunker che si calava nel rifugio con Emma sulle spalle.

 

§


Erano state settimane dure. Don si appoggiò alla parete della stanza e rimase immobile, cercando di recuperare.
Da quando Emma e Ray erano tornati, le esigenze e le incombenze erano triplicate. Per quanto fosse felice di aver incontrato nuovi amici e che il piano a Goldy Pond avesse avuto successo, il rifugio era diventato molto più caotico. E poi la minaccia di far saltare in aria il bunker, il risveglio giusto quel pomeriggio di Emma dopo due settimane di paura…
E a tutto quello andava aggiunta la consapevolezza di dover riprendere in mano il discorso, prima o poi. Don deglutì.
Per quanto il pensiero fosse onnipresente, se non altro le nuove esigenze e il pensiero di Emma in pericolo di vita avevano dato loro la scusa perfetta per non dover riprendere subito in mano il discorso. Era già abbastanza difficile vedere Gilda da lontano tra un'incombenza e l'altra, e sapere di dover riaffrontare la questione prima o poi.
"Gilda..." Don sbuffò e si disse di non sospirare, cercando di resistere alla tentazione di prendersi a sberle da solo. “Sono un idiota.”
Dopo aver sognato qualche notte prima i ragazzi di Grace Field improvvisare il matrimonio suo e di Gilda, con Ray a presidiare la cerimonia e Nat a organizzare il banchetto di nozze, cominciava davvero a pensare di avere qualche problema.

Era andato tutto bene prima che Jemima facesse quella domanda. Lui e Gilda erano i due grandi amici che veniva da chiedersi come facessero a esserlo, con l’irruenza di lui e la pacatezza di lei. Fine. Nulla di più, nulla di meno.
Almeno, prima che Jemima gli mettesse quelle strane idee in testa e lui improvvisamente pensasse a lui e a Gilda vestiti da matrimonio… Don trasalì e cercò di allontanare il pensiero.
«Tranquillo, ho capito.»

Don ammutolì e non riuscì più a parlare mentre sentiva la faccia andare in fiamme e lui si voltava di scatto verso la porta. Ferma sulla soglia, Gilda sorrise piano e gli si avvicinò. Don provò l’irrefrenabile tentazione di rimettersi in piedi e scappare via, ma invece di muoversi rimase immobile a guardare mentre la ragazza gli si poneva di fronte.

 

§
 

Era inesperta, ma non stupida. Come ogni volta dal giorno in cui Jemima le aveva fatto quella domanda e lei ripensava a loro, Gilda sentì il cuore riprendere a batterle impercettibilmente più forte e le guance colorarsi di un leggero rosso. Non riuscì a evitare di sorridere mentre si dirigeva verso l'amico immobile.

Per quanto lei e Don ne avessero passate tante assieme a Grace Field, loro due soli, non aveva mai pensato a nessuno come a qualcosa di più di un amico. Ma il momento di quelle due settimane prima le aveva fatto capire qualcosa.
Anche senza il suo proverbiale intuito fare due più due non era stato difficile, quando la notte aveva cominciato a interrogarsi su loro due, e aveva iniziato a sentire un leggero batticuore al pensiero.
Gli fu davanti e gli sorrise ancora un po' timidamente un'ultima volta. Poi Gilda si sporse verso di lui e gli diede un veloce bacio sulla guancia. Don perse ogni contatto con la realtà ed ebbe la sensazione di volare, sorridendo estasiato mentre la ragazza di cui si era innamorato lo abbracciava, e lui capiva di essere ricambiato.













Angolo autrice:
(Ennesima) FF su Don e Gilda^^
Ha avuto una storia PARECCHIO travagliata, ma alla fine ce l’ho fatta purtroppo per voi, muahaha (anche perché in effetti non mi convince del tutto, spero non sia stata troppo tediosa o orribile da leggere…“^^) Pur scegliendo di farla Canon, ho un po’ alterato la continuity della storia, portate pazienza “^^
Dopo attente e ponderate riflessioni (vi giuro, non potete sapere quanto sia difficile a volte trovare titoli decenti), ho deciso di intitolarla Futari no Kimochi, cioè “i sentimenti dei due", come una delle tracce più famose della colonna sonora di Inuyasha (che idolatro leggermente O:)), e di cui devo dire sono piuttosto contenta come scelta... Ascoltatela, quella traccia è davvero meravigliosa^^
Che altro dire… Spero vi sia piaciuta, ciao! ;)

Animer
   
 
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