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Autore: lone_wolf_08    31/05/2021    1 recensioni
Una New York distopica divisa a metà: una zona ricca e una povera. Due realtà opposte destinate ad incontrarsi come due rette perpendicolari.
Una barriera tra due mondi completamente diversi. Due cuori che battono all'unisono.
Storie d'amore ed amicizia in stile Steampunk.
(Stony)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, James ’Bucky’ Barnes, James ’Rhodey’ Rhodes/War Machine, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo V


POV: Città Bassa



Le cose andavano meglio da quando Steve e Sarah si erano trasferiti dai Barnes. Almeno ora sua madre non si sforzava più come prima, quando al lavoro in fabbrica aggiungeva quello in casa. Bucky, quando aveva saputo dall’amico che lui e sua madre avevano infine preso quella decisione, era fuori di sé dalla gioia. Il tempo passato insieme, però, era diventato poco da quando Bucky, compiendo 12 anni era passato a fare il turno da adulto che si componeva di 12 ore. Inoltre, altre due le perdeva tornando a casa in quanto la sua fabbrica distava non poco da casa sua. Il nuovo lavoro lo demoliva a tal punto che, appena tornava a casa, si lanciava nel letto esausto per poi svegliarsi qualche ora dopo, mangiare e tornare a letto subito. Steve non aveva ricordi di aver fatto un giro per i vicoli col suo migliore amico, come ai vecchi tempi. Se riuscivano a fare qualcosa erano comunque attività tranquille, come guardare fotografie, disegnare o leggere in camera.

“Sai Bucky…”

“Cosa?”

“Dopo lavoro sono passato a vedere se c’erano ancora le nostre bici”

Bucky alzò lo sguardo dal suo disegno guardando l’amico incuriosito “E?.”

Steve gli sorrise “Sono ancora lì ad aspettarci”

Bucky posò la matita sul foglio, non se la sentiva di nascondere al suo migliore amico una cosa così grande. Non era giusto e comunque sapeva che avrebbe capito la sua decisione. “Steve… devo dirti una cosa”

Steve lo guardò con attenzione, aspettando che parlasse.

“So che ora non c’entra ma… pensavo di arruolarmi”

Il biondo lo guardò stupido per qualche secondo, parlava seriamente? Rise “Buck ma se hai 12 anni”.

Bucky però non rise, continuò a guardarlo con un'espressione grave e fu allora che l’amico capì che non stava scherzando.

“Ho parlato con un uomo in fabbrica, mi ha detto che potrebbe falsificare i documenti e dire che ho 15 anni, potrebbe funzionare, in fondo sembro più grande della mia età”.

Steve non sapeva davvero cosa dire, quindi fu ancora il moro a parlare.

“Capisco quello che stai provando, ma capiscimi Steve, non c’è niente per me qua, la vita in fabbrica non fa per me”.

Stavolta il biondo non tacque “Ma potresti morire!”.

“Preferirei morire con una pallottola in corpo che schiacciato da una trave di metallo. Anche oggi ho visto un uomo sfracellarsi davanti ai miei occhi”.

Steve tentò invano di dissuaderlo “Licenziati, ci sarà sicuramente qualche altro lavoro che potresti fare”.

“Io mi licenzio e il governo mi toglie dall’albo degli operai. Come minimo finirei a mendicare per strada. Devi fare quello che ti assegnano, lo sai bene”.

Ci fu una pausa di silenzio, poi il più grande continuò. “E poi volevo cercare mio padre. È da tanto che io e la mamma non abbiamo sue notizie”.

Gli occhi di Steve bruciavano insopportabilmente, da quando sua madre gli aveva parlato era stato bene, grazie soprattutto alla presenza costante di Bucky che lo distraeva dai cattivi pensieri. Pensare che da lì a poco se ne sarebbe andato fece sprofondare il biondo in un vortice di malinconia. Bucky si accorse che qualcosa non andava. Si odiò per essere stato così diretto e non aver considerato la reazione del minore. Però prima o poi avrebbe dovuto dirglielo, perché di una cosa era certo, Steve più di tutti meritava di sapere la verità e lui non gliel'avrebbe nascosta nemmeno per denaro. Erano troppo legati per farlo. Bucky scosse il biondo dalle spalle. "Ma non preoccuparti, è solo un'idea... non so nemmeno se ci riuscirò".

Steve continuò a disegnare a testa bassa ignorandolo.

"Davvero Steve, non voglio pensarci ora, solo volevo dirlo al mio migliore amico"

Steve sentiva lo sguardo dell'amico puntato su di sé e nel frattempo muoveva senza attenzione la matita sul foglio, fingendo di concentrarsi sul disegno, quando invece i sui pensieri erano da tutt'altra parte. Lui poteva anche essere il suo migliore amico, suo fratello, eppure non aveva nessun diritto ad impedirgli di seguire la sua strada, anche se quella fosse stata lanciarsi sotto il fuoco nemico. Eppure non poteva negare che questo gli avrebbe dato un'enorme sofferenza. Alzò gli occhi celesti intrecciando finalmente lo sguardo con il maggiore. “Qualunque cosa deciderai di fare, io sarò con te, fino alla fine”.

Bucky scacciò indietro le lacrime e sorrise malinconico. I due si scambiarono la stretta di mano segreta che condividevano con Sam e Clint e che un tempo avevano condiviso anche con Peggy. “Amici per sempre” dissero all’unisono.

***

Il giorno dopo, finito il lavoro, Steve tornò al muro e notò che la crepa era più danneggiata dall’ultima volta in cui l'aveva vista. Qualcun altro doveva avervi letto una possibilità di fuga e aver dato un contributo. Decise quindi che avrebbe trovato il responsabile, perciò lo disse anche a Bucky, Sam e Clint, ed insieme cominciarono l’operazione “Break the Wall”: ognuno, alle ore del giorno che poteva, andava a dare in servizio della causa la sua manodopera e, nel frattempo, cercava di scoprire chi mai stesse lavorando allo stesso obiettivo. Fortunatamente quel lato del muro era in un posto così isolato che nemmeno le giacche blu frequentavano; non c’era motivo per loro di controllare quella zona, anche se più di una volta erano arrivati davvero vicini al trovare la breccia per caso, dopo aver inseguito i ragazzi nei vicoli bui per un bel po'. Fortunatamente non era mai successo e i giovani si ritrovarono a pensare più di una volta che, magari, c'era davvero qualche buona stella a vegliare su di loro.

***

Bucky e Steve una sera stavano giocando a carte in camera, discutendo del lavoro, quando sentirono bussare tre colpi alla finestra. Bucky andò a vedere e subito dopo aprì, facendo entrare un Clint veramente agitato. “Ho scoperto chi è che rompe il muro come noi!”.

“Respira e dicci tutto” lo calmò Bucky.

Il giovane circense prese fiato, doveva aver corso molto. “Finita l’esibizione sono andato come al solito al muro per continuare il lavoro, solo che lì trovai già qualcuno intento a picchettare. Era chiaramente la sagoma di un bambino ma era incappucciato, quindi mi sono avvicinato cauto e, per evitare che scappasse, l’ho acchiappato da dietro stringendogli le spalle. Ho sentito un gridolino di sorpresa e poi questo mi ha calciato sugli stinchi con forza. Ho lasciato la presa ma prima che potesse scappare gli ho tirato giù il cappuccio e indovinate? Era una bambina! Molto carina, capelli rossi e lo sguardo di una che può tranquillamente metterti a tappeto in pochi secondi”.

“Ed è ciò che ha fatto mi pare” rise Bucky.

Il biondo gli fece una boccaccia, poi continuò “Poi ho sentito la sirena della pattuglia serale e quindi dovevo squagliarmela in fretta, però prima di tornare ai carrozzoni mi sentivo in dovere di aggiornarvi”.

Steve intervenne “Grazie Clint, domani dobbiamo dirlo anche a Sam, poi vedremo cosa fare”.

Clint annuì, poi li salutò e se ne andò, come era entrato, dalla finestra.

Passò qualche minuto di silenzio, riempito solo dai pensieri rumorosi dei due amici. Bucky guardò Steve “Tu sei ottimista?”.

“Perché non dovrei? Io credo che potremmo farcela”.

“Non lo so Steve, che faresti una volta passato il muro? Se non ti scoprono prima le giacche blu dall’altra parte non sarebbe meglio, in fondo saresti un clandestino, un fuggitivo. In guerra i fuggitivi vengono giustiziati senza processo”.

“Non credi che valga la pena tentare?”.

“Come fai ad essere ancora ottimista Steve?”.

“Semplice… peggio di così non mi può andare”.




Nota dell'autrice:


Ehila! Come state?
Io sto preparando la sessione d’esami quindi sono un po' presa da cose da fare e studiare. È difficile stare dietro pure alle FF però farò del mio meglio per aggiornare più in fretta possibile.
Spero che la storia continui a piacervi, un abbraccio

Alla prossima!

Kia

   
 
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