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Autore: Angie_Dreyar    01/06/2021    3 recensioni
Mirajane si sta per sposare con Laxus, mentre Natsu ha appena proposto a Lisanna. Questo è il motivo per cui Fried ha chiuso i suoi sentimenti attorno a rune magiche diventando insensibile a ogni emozione. Quando Lucy lo scoprirà dovrà decidere se aiutarlo o se farsi trascinare dalle sue idee.
«Tu… non provi più affetto né amicizia per nessuno della gilda?» domandò lei un po’ incerta.
«Esatto» fece Fried.

[OOC, Mini-long, Nalu, Fraxus]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Lucy Heartphilia, Luxus Dreher, Natsu/Lucy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Perdonami

 
 
Levy era giunta a una conclusione: non poteva riscrivere la runa di Fried perché non poteva vederla. L’unico modo che avevano era convincere il mago delle rune a farlo, il che però pareva impossibile. Avevano provato davvero di tutto. Bickslow aveva cercato di prenderlo per l’esasperazione -cosa in cui era abbastanza bravo- Evergreen lo aveva pregato puntando sul senso di colpa -ma Fried non provava più senso di colpa- Erza lo aveva minacciato di ferirlo -ma Fried non provava più paura- e tutti in un modo o nell’altro avevano provato in più e più modi. Anche Lisanna aveva provato a parlargli, ma non c’era modo di convincerlo.
 
«Potremmo provare a chiedere a Laxus, magari lo ascolterà» propose Juvia. Levy scosse la testa.
 
«Ne dubito, non prova più emozioni».
 
«Forse con un bacio si renderà conto che lo ama» insistette Juvia. Levy scosse la testa.
 
«Non funzionerà e il rischio è che Laxus ci rimanga doppiamente male» disse. Juvia annuì, non voleva essere il motivo di altro dolore del ragazzo.
 
«Non possiamo convincerlo a togliere quella su Lucy intanto?» domandò Lisanna. Gray si voltò verso di lei fissandola con astio, ma l’albina non si tirò indietro. Sapeva di non essere la benvoluta ma come minimo voleva aiutare dopo tutto ciò che aveva causato.
«Non vuole togliere la propria perché dice che non vuole diventare di nuovo succube delle emozioni, ma non dovrebbe importargli nulla di Lucy, no? Se gli promettiamo qualcosa in cambio di cancellare la sua runa, dovrebbe funzionare» ragionò. Levy si fece pensierosa.
 
«Hai ragione» le disse.
 
«E cosa dovremmo promettergli?» domandò Gray scettico.
 
«Libri» disse Levy.
 
Qualche minuto dopo la maga dello Script entrò nell’infermeria dove stava solo Fried, dicendogli che se avrebbe liberato Lucy dalla runa gli avrebbe dato un libro da studiare. Non fu difficile convincerlo e dopo poco Lucy gli venne portata accanto e Levy osservò come le stava togliendo la runa in modo da capire se potesse farlo anche lei. Si rese ben presto conto che non sarebbe stato possibile, Fried era troppo veloce e le rune gli uscivano direttamente dalle mani per entrare nel cervello della biondina. Quando il mago finì di annullare le rune Lucy crollò a terra svenuta.
 
«Cos’ha?» chiese Gray preoccupato alzando lo sguardo furioso verso Fried, mentre Erza prendeva la ragazza sollevandola da terra.
 
«Non posso dirlo con certezza, penso sia sopraffatta dalle emozioni e questo ha causato un crollo nel suo sistema» disse Fried atono. «Ora vorrei avere i miei libri».
 
***
 
Quando Lucy si svegliò sentì tutto quanto riversarsi addosso a lei. Ricordava tutto, purtroppo, e quello inevitabilmente la portò a sentirsi troppo piena di emozioni che non riusciva più a controllare, era arrabbiata per ciò che Lisanna aveva fatto, triste per ciò che aveva dimenticato, delusa per ciò che Natsu aveva fatto, delusa da sé stessa per ciò che aveva fatto, piena di sensi di colpa per ciò che aveva detto a Happy e a Natsu. Sentiva solo emozioni girare vorticosamente per la sua mente e il suo petto, ed erano incontrollabili e le facevano male, così male che avrebbe voluto chiudersi di nuovo nel suo angolo di insensibilità e fingere che nulla fosse successo e che nulla la toccasse. Ma ora si rendeva conto di quanto era stata stupida ed egoista e di quanto aveva fatto preoccupare i suoi compagni. Le serviva aria, un appoggio, un rifugio in cui stare ma erano tutti attorno a lei e l’unica persona che avrebbe voluto vedere non c’era. Fu sorpresa quando vide Lisanna avvicinarsi a lei e prenderle una mano.
 
«Mi dispiace» le sussurrò. Lucy alzò lo sguardo su di lei.
«Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare» ripeté con gli occhi lucidi. Lucy scosse la testa. Provava ancora rabbia verso di lei, ma… ma il dolore era peggio. «Come ti senti?».
 
«Ho bisogno… spazio… datemi un attimo» biascicò la bionda. Lisanna annuì e si alzò non volendole causare altri danni e i ragazzi uscirono dall’infermeria. Solo Levy rimase lì dentro, in silenzio mentre Lucy si riprendeva e mentre il suo respiro le si normalizzava. Dopo lunghi minuti passati a non dirsi nulla Lucy si decise a parlare. «Ho fatto un’enorme cazzata» disse. Levy alzò lo sguardo su di lei e sorrise leggermente.
 
«Sei tornata, non è importante. Vuoi dirmi com’è successo?» domandò, nonostante si fosse già fatta un’idea. Lucy annuì, anche se in realtà non voleva parlarne aveva bisogno di farlo con qualcuno. Così le raccontò del giorno in cui aveva parlato con Fried e in cui aveva deciso di farsi fare l’incantesimo. Levy ascoltò in silenzio mentre Lucy le raccontava come si era sentita quando le erano stati ingabbiati i sentimenti, come si era sentita vuota. Priva di qualunque emozione e come più era passato il tempo e più si era sentita privata di tutto. Come la razionalità e il disinteresse avevano preso il sopravvento su tutto. Lucy si portò le mani sul volto.
 
«Sono stata una stupida e mi sono comportata come… come se non mi interessasse nulla» singhiozzò. Levy le si avvicinò e le posò una mano sul volto.
 
«Va bene, non importa, eri sotto l’effetto di un incantesimo» le disse.
 
«Sì ma… ho scelto io di farmelo fare» disse Lucy. «Pur sapendo le conseguenze, ho scelto di dimenticare le mie emozioni verso tutti».
 
«Lucy, va tutto bene, abbiamo tutti fatto cose stupide, non biasimarti» le disse. Lucy si voltò verso di lei, grata di avere un’amica che la capisse anche dopo come l’aveva trattata.
«Gray e gli altri vogliono parlarti ma… prima vorrei che mi aiutassi a trovare un modo per convincere Fried a togliersi la runa. Purtroppo io non posso farlo e tu sei l’unica a sapere cosa sta provando e quali sono i tasti su cui spingere» fece Levy. Lucy annuì e chiuse gli occhi un attimo. Il minimo che poteva fare era aiutare un suo compagno di gilda.
 
«Non prova niente, perciò non funzionerà premere sulle emozioni. Dovremmo dargli un motivo valido» ragionò. Levy annuì.
 
«Però lui dice che le emozioni sono inutili e che lo hanno distratto per troppo tempo, che perciò non accetterà mai di togliere le rune su sé stesso» le spiegò la maga Script. Lucy annuì, lo sapeva, era la stessa cosa che aveva pensato anche lei. Si mise seduta sul letto.
 
«Proverò a parlargli io» decise.
 
***
 
Fried era seduto sul letto a leggere un libro quando Lucy decise di entrare, il mago non alzò nemmeno lo sguardo su di lei, completamente disinteressato dai compagni di gilda. La bionda sapeva che non valeva nemmeno la pena provare ad essere emotivi, non avrebbe funzionato. Si sedette così accanto a lui e ripensò al discorso che voleva fargli.
 
«Sai, da quando mi hai tolto le rune ho capito una cosa fondamentale» gli disse. Fried alzò lo sguardo, segno che la stava ascoltando, il che era già buono. «Ci sono cose importanti che mi sono sempre sfuggite quando non potevo provare emozioni».
 
«Posso immaginarlo, cose inutili e distraenti di cui è meglio non sapere nulla» fece il mago delle rune impassibile. Lucy lo guardò amareggiata al pensiero di essere stata anche lei come lui, così priva di qualunque cosa. Doveva essere stato orribile per i suoi amici. Allontanò quei pensieri, era lì per aiutare, non per autocommiserarsi.
 
«No» rispose secca. «Mi sono sfuggite delle cose molto più importanti, la magia più potente ha origine dalle emozioni. In effetti, mi ero indebolita parecchio quando ho deciso di privarmene» spiegò. Fried stava per dire qualcosa ma Lucy più veloce non glielo permise.
«Un incantesimo guidato dalla forza del cuore sarà sempre più potente di un incantesimo lanciato senza alcun tipo di sentimento. Tutte le persone più sagge lo sanno. Quando si ha un motivo per combattere la potenza aumenta». Era vero, era tutto ciò che aveva imparato in quei anni in cui si era unita alla gilda. C’era un motivo se Natsu era riuscito a sconfiggere maghi molto potenti, c’era un motivo se erano sopravvissuti ad Acnologia quando li aveva attaccati all’isola di Tenrou.
 
«Stai cercando di convincermi a togliere la runa?» chiese lui.
 
«Non importa quello che sto cercando di fare. Sto dicendo la verità e tu lo sai» disse la bionda e si alzò dalla sedia, pensando che quello sarebbe bastato a farlo pensare. E in effetti, bastò. Quando Lucy uscì dalla stanza passarono solo pochi minuti prima che Fried decise di togliersi la runa, e quando lo fece svenne nella stanza e Lucy e gli altri ne furono più sollevati. Ora dovevano solo aspettare che si riprendesse.
 
***
 
Dopo che si fu scusata con tutti Lucy voleva trovare Natsu e Happy. Era con loro che doveva scusarsi più di tutti, per le parole crudeli che aveva detto e per come aveva reagito, per essersi rifiutata di amarli solo per non soffrire. Non fu difficile trovarli perché fu lo stesso Gray a dirle dove andare e poco dopo li trovò entrambi seduti a pescare vicino al laghetto dove stavano spesso. Natsu ovviamente l’aveva già sentita dall’odore e si voltò verso di lei, scrutandola. Ancora non sapeva che era tornata normale. Lucy però voleva dirglielo subito, nonostante sentisse un magone in gola e nonostante sapesse di meritare le peggio cose.
 
«Mi dispiace» disse con voce spezzata. Natsu ed Happy sgranarono gli occhi a quella frase, mentre Lucy abbassò lo sguardo fissando l’erba sotto di sé e torcendosi le mani.
«Non avrei mai dovuto dirvi quelle cose, mi dispiace sul serio, non le penso, io non penso a nulla del genere, so che non ci sono parole per scusarmi ma… vi voglio un bene dell’anima, a tutti e due» rivelò a un singhiozzo le sfuggì dalle labbra. Happy le volò diretto tra le braccia scoppiando in un pianto e lei lo strinse a sé dispiaciuta come non mai. Lo accarezzò dolcemente, voleva fargli capire in ogni modo che le parole che aveva detto erano false, che lo amava.
 
«Lo sapevo che non eri in te, lo sapevo» le disse l’Exceed aggrappandosi alla sua maglietta e Lucy lo strinse ancora di più. Un attimo dopo due braccia calde e muscolose la avvolsero e lei si ritrovò schiacciata addosso al corpo di Natsu.
 
«Sono così contento che sei tornata in te» le disse all’orecchio. Lucy sentì le lacrime sgorgare dagli occhi. Quanto era stata stupida? Cosa aveva pensato quando aveva deciso di chiudere le emozioni in un cassetto nella sua mente? Non aveva più provato quella calda sensazione viscerale allo stomaco a riunirsi alle braccia del ragazzo che amava. Lo aveva allontanato quando Natsu l’aveva trovata dopo che era scappata dalla gilda, lo aveva attaccato, lo aveva insultato. Non meritava di stare con lui ma lo voleva così tanto.
 
«Mi dispiace» ripeté.
 
«Non hai nulla di cui dispiacerti, non eri in te» la rassicurò Natsu passandole una mano lungo la schiena. Lucy alzò lo sguardo e i due sciolsero l’abbraccio guardandosi intensamente negli occhi.
«Non avrei mai dovuto dimenticarti, dimenticare tutto quello che abbiamo passato assieme» le disse lui passandole una mano sul volto. Lucy chiuse gli occhi godendosi la sensazione, dopo che per fin troppe settimane era stata privata di ogni contatto amorevole tutto ciò che voleva era sentire che erano di nuovo insieme. Voleva sentirsi di nuovo amata da Natsu, sapere che era lei la ragazza nel suo cuore.
 
«Non è colpa tua» sussurrò. Natsu sorrise leggermente e si chinò verso di lei unendo le loro fronti, contento di riaverla finalmente e di vedere finalmente qualcosa di vivo nei suoi occhi. Il solo fatto che tremasse tra le sue braccia lo riempiva di gioia, non perché godesse nel vederla triste e spaventata, ma perché significava che ora era lì con lui. Che era tornata.
 
«Lucy… non andartene più da me, ti voglio, ti amo, ti amo così tanto che non riesco a credere di essere stato manipolato e di averti dimenticato. Ti amo così tanto che farei qualunque cosa per riportarti sempre da me. Non importa cosa dovrò affrontare» le disse fissandola intensamente negli occhi. Lucy ammorbidì lo sguardo e finalmente un sorriso comparve sul suo bellissimo volto e i suoi occhi si illuminarono di quella luce che Natsu amava.
 
«Ti amo anche io» gli disse e, nonostante glielo avesse già detto molte volte prima, sentiva che questa volta era più importante, dopo ciò che avevano passato.
 
«E… vorrei mi perdonassi per essere stato con Lisanna, per tutto questo tempo… io…».
 
«Lo so» lo interruppe Lucy. Non negava che le facesse male sapere che aveva baciato Lisanna e sapere che si sarebbe sposato con lei, ma ora sapeva il motivo e sapeva che lui non aveva alcuna colpa e che realmente amava lei. Solo lei. Le dispiaceva per Lisanna ma in quel momento voleva essere egoista e pensare a sé stessa, stare felice tra le sue braccia e godersi quel momento.
«Lo so, non scusarti. In fin dei conti anche io avevo dimenticato ogni cosa». Anche quello le faceva male, perché per così tanto tempo si era dimenticata la loro relazione, si era dimenticata di tutti quei momenti che avevano passato assieme, del loro primo bacio, del loro primo appuntamento. Era colpevole quanto lui.
 
«Lucy» la chiamò il ragazzo e la bionda lo guardò in attesa. «Torneresti a essere la mia ragazza?» le chiese. Lucy sorrise con le lacrime che le correvano lungo le guance e Natsu amò quella visione davanti a lui, così traboccante di emozioni da farlo sentire finalmente vivo.
 
«Certo» fu la risposta, senza alcuna esitazione. Natsu l’avvolse tra le sue braccia.
 
«Giuro, non mi dimenticherò mai più di te» le disse. Lucy nascose il proprio volto nel suo petto, ripromettendosi la stessa cosa. E non solo, si ripromise anche che non avrebbe mai più smesso di amarlo, non era importante quanto potesse fare male. I due ragazzi si sedettero vicino al lago, e mentre Happy veniva accarezzato dalle dolci mani della maga, Natsu la avvolse tra le sue braccia, posandole baci sulle sue labbra e sul suo collo, sentendosi scoppiare il cuore di gioia a sapere di averla di nuovo con sé.
 
***
 
Laxus lo sentì arrivare ancora prima che Fried dicesse una parola. Sapeva che Lucy e Fried erano tornati normali, ma questo non lo faceva comunque sentire bene. Il mago delle rune si sedette accanto a lui.
 
«Mi dispiace» disse Fried.
 
«Non iniziare» fece secco Laxus. Fried sobbalzò a quel tono ma il biondo non voleva comunque sentire nulla da lui. Dopo quello che gli aveva detto sapeva che tutto ciò che doveva fare era lasciarlo andare. Lasciarlo con una persona migliore.
 
«Laxus, quello che ho detto non è vero e lo sai. Ti amo da morire e non avrei mai dovuto dirti nulla del genere. Non avrei mai dovuto incolparti di qualcosa di cui sono responsabile quanto te. Lo sappiamo entrambi che io stesso ho scelto di seguirti e che non mi hai obbligato a fare nulla» continuò imperterrito Fried. Laxus non voleva ascoltarlo, perché sapeva quanto il mago lo amasse, sapeva quanto si fosse sempre spinto a fare pazzie per lui e non voleva che lo facesse di nuovo, non voleva che lo perdonasse come sempre.
 
«Ti ho tradito» disse secco.
 
«No» ribatté Fried.
 
«Sì, l’ho fatto. Stavo… stavo per sposare Mirajane» mormorò Laxus. La sola idea lo faceva star male, la sola idea di aver ferito la persona che amava ancora una volta gli spezzava il cuore. Meritava tutto quel dolore, meritava di stare da solo. Fried scosse la testa.
 
«No, ti sono stati impiantati dei ricordi, non è colpa tua» fece convinto.
 
«Smettila, non merito il tuo perdono. Dopo come ti ho fatto soffrire ancora, quando avevo promesso di non farlo più…» Laxus si interruppe quando Fried gli prese il volto tra le mani costringendolo a fissarlo negli occhi. Occhi che finalmente mostravano dei sentimenti, occhi che mostravano tutte le emozioni e tutto l’amore che Fried era disposto a dargli. Tutto l’amore che Laxus non meritava per come si era comportato.
 
«Ascoltami bene. Sono io a scegliere se perdonarti o meno, e ti perdono, per tutto quello che hai fatto. E sai benissimo che non è colpa tua, che non sei stato tu a tradirmi volontariamente, che è stato un incantesimo esterno. E non voglio parlare di ciò che è successo anni fa, perché sai benissimo che è stata una scelta nostra di seguirti quanto tua» gli disse.
«So che mi ami, lo so. E io ti amo, perciò, per favore, se sei disposto a perdonarmi per le cose che ti ho detto, non lasciamo che questo incantesimo rovini la nostra relazione» lo pregò. Laxus lo fissò e il suo sguardo si ammorbidì.
 
«Non hai fatto nulla per dover essere perdonato» mormorò.
 
«Sì. Ho reagito come uno stupido, ho chiuso i miei sentimenti attorno a una runa e ho voluto dimenticare di amarti solo per non dover soffrire. Ho fatto lo stesso a Lucy e ho ferito i tuoi sentimenti» ribatté Fried. «Ti ho detto delle cose orribili, ho riversato tutta la colpa su di te quando sono stato io a scegliere di seguirti a quel tempo. E mi dispiace, mi dispiace davvero averti fatto stare così male, ma ti giuro che sono disposto a fare qualunque cosa per farmi perdonare, posso aspettare quanto vuoi, e se pensi che non merito il tuo perdono lo accetterò, ma fammi almeno provare a…». Le parole gli morirono in gola quando Laxus gli prese il volto tra le mani.
 
«Lo sai che non ce l’ho con te» disse il biondo avvicinandosi a lui e facendo toccare le loro fronti. Fried fece un minuscolo sorriso.
 
«Allora per favore, non roviniamo tutto proprio adesso. Voglio ancora sposarti» gli disse. Laxus unì le loro labbra in un bacio. Bacio di cui aveva bisogno, voleva sapere che Fried era ancora lì, che nonostante tutto lo amasse ancora. Che non era il ragazzo freddo che aveva detto che era stupido amarlo. Che provava ancora qualcosa per lui, perché nonostante Laxus fosse forte si era sentito così debole e sofferente quando si era ritrovato senza Fried, quando aveva temuto di averlo perso. Si staccò dalle sue labbra e si sentì decisamente meglio.
 
«Anche io» sussurrò. Anche lui voleva unirsi all’uomo che amava per il resto della sua vita.
 
***Qualche mese dopo***
 
Fried lo sapeva che stava impazzendo senza motivo. Era il giorno del suo matrimonio, il giorno più felice della sua vita, si sarebbe sposato con l’uomo che amava, quindi perché doveva essere così nervoso? Ma non importava quante volte se lo ripetesse nella mente, il nervosismo non passava. Temeva… non sapeva nemmeno cosa temeva. E non importava quanto Bickslow gli ripetesse che sarebbe andato tutto bene, che il loro matrimonio sarebbe stato perfetto, Fried non riusciva a uscire da quei pensieri che lo stavano facendo impazzire. E gli veniva da piangere, ma sapeva che non aveva senso. Avevano organizzato per mesi quel giorno, avevano mobilitato la principessa in persona, e ora lui si sentiva in ansia?
“E se qualcuno lo interrompesse? E se Laxus cambiasse idea? E se qualcuno ci insultasse?” una marea di pensieri negativi lo stavano colpendo più duramente che mai, quando sentì una voce da fuori il corridoio: Evergreen.
 
«Questo è contro le tradizioni!» stava esclamando.
 
«Al diavolo le tradizioni, non c’è niente di tradizionale in questo matrimonio» sbottò la voce inconfondibile di Laxus, e subito dopo la porta si aprì e Fried rimase senza fiato a vedere il proprio fidanzato. Santo cielo, era bellissimo. Non ebbe nemmeno tempo di soffermarsi sull’abito blu scuro che metteva in risalto il suo corpo che si ritrovò stretto tra le sue braccia e immediatamente Fried si rilassò.
 
«Non dovreste vedervi! E così gli rovinerai i capelli!» strillò Evergreen, ma non riuscì a separarli perché Bickslow la fermò.
 
«Lasciamoli da soli» propose e la trascinò fuori dalla stanza mentre la ragazza si lamentava. Fried affondò il volto contro il petto del biondo, sentendosi più rilassato con lui accanto. Prese un profondo respiro per poi staccarsi da lui e osservarlo negli occhi. I capelli del biondo erano pettinati all’indietro e lisciati, lo smoking era blu scuro e aveva un papillon che completava il suo abito.
 
«Sei bellissimo» gli disse Laxus e Fried si ritrovò ad arrossire, chiedendosi se si sarebbe mai abituato ai suoi complimenti.
 
«Bickslow… ti ha detto quanto ero nervoso?» domandò.
 
«Nah, lo immaginavo da solo» fece Laxus con una mezza risata e passò una mano sulla sua frangia sistemandogliela dietro l’orecchio, aumentando il rossore sulle guance di Fried. Era contento che Laxus fosse lì e abbandonò il volto contro alla mano del proprio ragazzo, chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime che sapeva che altrimenti sarebbero uscite.
«Ti amo, lo sai?».
 
«Sì» sussurrò Fried. «So che non ha senso, ma… ho avuto paura» ammise aprendo di nuovo gli occhi e vedendo che Laxus gli stava sorridendo amorevolmente.
 
«Siamo insieme, sai?» gli chiese. Fried sorrise e annuì.
 
«Sì».
Sempre insieme.
 
«Entriamo assieme» decise Laxus. Fried sgranò gli occhi.
 
«Ma… avevamo deciso…».
 
«Non mi interessa. Voglio averti accanto, e questo matrimonio non ha mai avuto niente di tradizionale. Entriamo assieme» spiegò Laxus. Fried si ritrovò ad annuire.
 
«Va bene» sussurrò e fece un sorrisetto divertito. «Evergreen non sarà d’accordo» gli fece notare.
 
«Se ne farà una ragione» replicò Laxus.
 
Ed effettivamente così fu. La ragazza si arrese non appena i due le dissero la loro decisione, e quando i due uscirono dalla loro stanza per avviarsi verso il prato e verso l’altare, Fried si sentì infinitamente meglio ad avere accanto Laxus. Il prato era ampio, erano state sistemate sedie bianche in cui i loro compagni di gilda, per una volta silenziosi, erano seduti. Fried poteva sentire un formicolio e una sensazione di elettricità lungo tutto il corpo, non sapeva se era lui o se era effettivamente il potere di Laxus, sapeva solo che sentiva di poter impazzire. Il nervosismo si placava sempre di più man mano che si avvicinava all’altare, sistemato in mezzo al giardino, sotto a due tendine bianche. Più avanzava e più un sorriso gli si allargava sul volto, consapevole che quello sarebbe stato il giorno in cui si sarebbe unito per l’eternità all’uomo che amava. Il silenzio era palpabile, si sentivano solo i cinguetti dei passerotti e l’aria primaverile che passava tra le foglie. Non appena fu davanti all’altare fissò l’ufficiale che avrebbe tenuto la cerimonia e emise un breve sospiro. L’ufficiale cominciò a parlare.
 
«Buongiorno a tutti, siamo qui riuniti oggi per celebrare l'unione di Fried Justine e Laxus Dreyar» cominciò l’uomo. Non appena cominciò a parlare Fried spostò lo sguardo su Laxus, trovando un’espressione dolce sul suo volto, che mai si sarebbe aspettato di vedere davanti a così tante persone. Sentì un sorriso riempirgli il volto, e rimase attento alle parole dell’uomo, che parlava del matrimonio e degli impegni. Non si perse una parola, sentendo il cuore ricolmo di gioia e sperando allo stesso tempo che quel momento durasse per sempre, e che finisse presto in modo da poter baciare suo marito. Solo la parola marito gli faceva brillare gli occhi.
 
Quando arrivò il momento dei voti nuziali, Fried sentì di nuovo una punta di nervosismo risalire. Laxus aveva detto che lo avrebbe fatto per primo, e quando Fried vide Evergreen passare l’anello al biondo, sentì un brivido percorrergli il corpo. Fissò lo sguardo su Laxus, che prese un profondo respiro e alzò gli occhi su di lui, prima di cominciare a parlare.
 
«Fried Justine» iniziò con tono deciso e dolce allo stesso tempo, e già quello bastò a rendere molli le gambe del ragazzo.
«Sappiamo entrambi che non sono mai stato bravo a esprimere i miei sentimenti» iniziò e se fosse stato un altro momento Fried ne avrebbe ridacchiato, ma in quell’istante sentiva solo la pelle bruciare.
«Ancora oggi, dopo anni che ti amo, non so dirtelo come vorrei. Non so dirti come mi sento ora, né come mi sono sentito quando abbiamo scelto di sposarci, o quando mi sono inginocchiato davanti a te anche se sapevamo già entrambi che sarebbe successo» sorrise dolcemente.
«Non so esprimere il mio amore come vorrei, perciò ti giuro, ti prometto, che per tutto il resto della mia vita, ti dimostrerò quanto ti amo».
 
Fried lo fissò sentendo già le lacrime agli occhi. Quella era la miglior promessa che Laxus potesse fargli, sentiva le mani tremare e il corpo pieno di brividi.
 
«Fried, è ora di pronunciare i tuoi voti» gli disse l’ufficiale. Fried annuì e sbatté per qualche attimo le palpebre, per poi voltarsi verso Bickslow, che gli sorrideva apertamente e gli porgeva l’anello. Fried incrociò lo sguardo dell’amico e si calmò leggermente, per poi voltarsi verso il suo sposo.
 
«Laxus» iniziò ma la voce gli uscì roca e bassa. Tossicchiò leggermente e vide il volto del biondo aprirsi in un sorriso dolce e incoraggiante. Quello bastò a togliergli tutta l’ansia.
«Laxus Dreyar» iniziò a voce più alta e sorrise più sicuro.
«Dal momento in cui ti ho conosciuto la mia vita è cambiata. Nell’istante stesso in cui ti ho incontrato ho capito che persona incredibile eri e quanto saresti stato importante per me. E la cosa bella, è che sei diventato sempre più importante in tutti questi anni, più di quanto io potessi mai immaginare» disse, cercando di far passare tutto il suo amore per lui.
«Perché mi hai cambiato, mi hai insegnato a sorridere, mi hai insegnato l’amicizia, mi hai insegnato ad amare. Mi hai dato così tanto e nemmeno te ne rendi conto. Tutti i sentimenti che provo, da quelli più piccoli a quelli più intensi, li provo grazie a te, grazie all’uomo spettacolare che sei, e non vorrei nessun’altro che te per tutto il resto della mia vita» fece una piccola pausa mentre vedeva gli occhi di Laxus luccicare.
«Ti amo, e ti amerò per sempre» concluse.
 
Prese la mano di Laxus e gli infilò l’anello al dito, mentre lui faceva lo stesso. Fried non poteva fare a meno di sorridere a vedere le loro mani brillare.
 
«Ora vi dichiaro come una coppia sposata. Potete baciarvi».
 
E quando i due si avvicinarono per unire le loro labbra, niente ebbe più importanza. Fried si sentiva la persona più felice al mondo.
 
***
 
Gli applausi stavano riempiendo il giardino e Lucy con un sorriso raggiante e gli occhi lucidi osservava i due ragazzi persi nella loro bolla, applaudendo forte accanto a Natsu, che aveva cominciato a urlare di gioia. Juvia accanto a lei era ormai in una pozza di lacrime commossa da tutto quel romanticismo, anche se a dire la verità aveva cominciato a piangere da quando Laxus e Fried avevano cominciato a percorrere assieme il tappeto bianco che portava all’altare.
 
«È il matrimonio più bello a cui Juvia abbia mai partecipato» singhiozzò piano la ragazza, e Gajeel le scoccò un’occhiata perplessa.
 
«È anche l’unico» le fece notare, ma subito Levy gli tirò una gomitata zittendolo.
«Perché hanno invitato la banda? Potevo suonare io» fece Gajeel e stava già per tirare fuori la sua chitarra, ma Erza lo afferrò per il braccio minacciosa.
 
«Nessuno rovinerà questo matrimonio, chiaro?» gli ringhiò addosso e Gajeel impallidì leggermente annuendo. Natsu fece per far partire dei fuochi per aria, ma prima che potesse farlo Erza fu su di lui prevedendo le sue mosse.
«Questo vale anche per te» sbottò. Natsu annuì vigorosamente ed Erza si voltò verso Gray che alzò le mani in segno di pace.
 
«Non ho fatto niente» si affrettò a dire.
 
«Appunto, vedi di consolare la tua ragazza» gli intimò la rossa e Gray si affrettò a stringere Juvia in un abbraccio, che era fin troppo commossa da tutto quel romanticismo. Lucy ridacchiò e si chiese per quanto Erza sarebbe riuscita a tenere a freno tutti i compagni di gilda.
Non molto, scoprì qualche minuto dopo, perché tra Bickslow che aveva cominciato a urlare di festeggiare, Kana che aveva alzato due bottiglie per aria e gli altri compagni che si affrettavano a unirsi al divertimento, Erza non poté fare altro che lasciarli fare, sperando solo che non distruggessero niente. Lucy ridacchiò avvicinandosi alla rossa.
 
«È un bel matrimonio» le disse.
 
«Sì, Laxus e Fried mi avevano chiesto se potevo tenere Natsu e Gray buoni durante la cerimonia, immagino che sapessero già che la festa non sarebbe stata elegante» fece scoccando un’occhiataccia ai due ragazzi che ora avevano preso a discutere su qualcosa di stupido.
«Ma meglio se vado a fermarli prima che comincino a litigare» fece allontanandosi. Lucy sorrise divertita e la lasciò andare, mentre si avvicinava al buffet cominciando a prendere qualcosa da mangiare e osservando i due mariti che si sorridevano apertamente. Non pensava di aver mai visto nessuno dei due così contento, in realtà non pensava di aver mai visto Laxus sorridere così apertamente, né Fried così raggiante. Era bello vederli da fuori, perché non serviva che i due dicessero nulla, solo dagli sguardi si vedeva quanto si amavano.
 
Lucy si ritrovò a evitare Kana non volendo ubriacarsi, a parlare con Levy e ad andare da Fried e Laxus per dire loro quanto fossero belli e congratularsi. Dopo un po’ tutti si stavano divertendo e Juvia aveva smesso di piangere, sedendosi accanto alle due ragazze.
 
«Juvia pensava che i matrimoni fossero più eleganti» disse dopo un po’ la maga dell’acqua osservando Natsu e Gray che si stavano sfidando a braccio di ferro. Lucy ridacchiò.
 
«Beh, penso che a Fairy Tail non possiamo aspettarci qualcosa di diverso» disse ridendo. Kana a un certo punto si alzò in piedi su un tavolo e Lucy si portò una mano sulla fronte.
«Oh dio… non voglio sapere cosa abbia in mente» fece con una vena di preoccupazione nella voce.
 
«Ragazzi! Silenzio, ho bisogno di dire qualcosa a tutti!» urlò la bruna attirando l’attenzione dei compagni di gilda. Laxus la fissò accigliato.
 
«Qualcuno la fermi» ringhiò. Era stato abbastanza chiaro: non voleva che nessuno rovinasse quel giorno o non si sarebbe fermato dal lanciare un fulmine addosso a qualcuno.
 
«Tranquillo» ribatté la castana con un singhiozzo per il troppo alcol bevuto. Gildarts la guardò preoccupato, ma Kana andò avanti.
«A un matrimonio è tradizione che la sposa lanci il bouquet, perché nessuno di voi due lo ha lanciato? Voglio sposarmi!» urlò. Gildarts sbiancò borbottando qualcosa sul fatto che Kana sarebbe stata sempre solo sua, mentre Laxus si accigliò.
 
«Vedi qualche sposa? No. Perciò niente stronzate» chiarì Laxus subito. Juvia però si era illuminata in volto.
 
«Anche Juvia vuole vedere il lancio del bouquet!» trillò allegramente. «E Juvia lo prenderà sicuramente, sarà un segno del destino! Lei e Gray insieme all’altare» fece e si perse nelle sue fantasie.
 
«In effetti sarebbe qualcosa di carino» intervenne Levy.
 
«Nessuno lancerà nessun bouquet, anche perché non c’è un bouquet» chiarì Laxus e per lui il discorso era chiuso. Ma non per le ragazze della gilda, che cominciarono a incitarli sotto lo sguardo divertito del Master che se la rideva apertamente.
 
«Beh, ci sono tanti mazzi di fiori» disse Evergreen a un tratto prendendone uno e tendendolo alla coppia. I due la guardarono scettici, mentre Bickslow ghignava chiedendole se anche lei volesse sposarsi, per riceversi un’occhiataccia che quasi lo trasformò in pietra.
 
Fried a un certo punto prese la mano di Laxus.
«Vabbè dai, lanciamolo assieme e facciamoli contenti» propose. Laxus sbuffò.
 
«Tanto sappiamo chi riceverà la prossima proposta» grugnì seccato. Il silenzio cadde improvvisamente in giardino.
 
«Che cosa? Chi riceverà la prossima proposta?» domandò Juvia e corse verso di loro, mentre Fried lanciava un’occhiataccia al biondo, come a dirgli che non avrebbe dovuto parlarne.
«Sarà Juvia? Juvia riceverà la prossima proposta? Gray ti ha detto che proporrà a Juvia?» chiese esagitata al Dragon Slayer, mentre Fried si alzava lasciando il proprio marito da solo a occuparsi di lei, che ormai si era aggrappata al suo braccio e pretendeva una risposta.
 
«Ehi… Fried, non dovresti stare con me anche nei momenti peggiori?» sbottò il biondo che cominciava a trovarsi in difficoltà. Fried ridacchiò.
 
«Non mi pare che tu sia in pericolo» ribatté e Bickslow scoppiò a ridere. Lucy in effetti lo trovava abbastanza divertente, il grande e grosso Laxus ormai era stato preso da una Juvia che insisteva a sapere di Gray, di come fosse l’anello e di dirle tutto. Lucy si voltò verso Gray, che se ne stava in parte con lo sguardo torvo.
 
«Le hai preso l’anello?» gli chiese a bassa voce curiosa.
 
«No» borbottò lui arrossendo, Lucy corrugò la fronte sentendo che c’era dell’altro e difatti dopo un po’ il moro sbuffò e disse: «Lo sto ancora cercando». Lucy si illuminò in volto.
 
«Oh mio dio, è fantastico. Perché non mi hai detto niente?».
 
«Lascia stare e basta. Laxus ha rovinato tutto» borbottò Gray imbronciato e Lucy ridacchiò. Non si accorse che mentre parlava con lui, Juvia, Kana ed Evergreen avevano obbligato Laxus e Fried a prendere il bouquet e i due ragazzi insieme furono costretti a lanciare il mazzo di fiori dietro di loro. Inevitabilmente cadde addosso alla testa di Lucy, nonostante tutti gli sforzi di Juvia di prenderlo prima di chiunque altro. E quando la biondina lo raccolse da terra confusa, arrossì rendendosi conto che tutti la stavano guardando.
 
«Noooooooo!» urlò Juvia disperata, mentre Kana scoppiava a ridere e urlava qualcosa a Natsu, dicendogli di muoversi a prendere l’anello perché quello era un segno del destino.
 
Lucy ridacchiò imbarazzata e posò il mazzo sul tavolo. Non si accorse dello sguardo d’intesa che si lanciarono Fried e Laxus, del sussurro di Erza che borbottava qualcosa a proposito del destino, né di Levy e Gajeel che stavano parlando di quanto fosse scontato, men che meno del fatto che Natsu le si stava avvicinando. Quando il rosato le posò una mano sulla spalla e lei si voltò, gli sorrise ma si sorprese a vederlo più serio del solito.
 
«Ehi Lu, il destino è davvero strano, vero?» le chiese. Lei corrugò la fronte non capendo, mentre i compagni di gilda calmavano le loro voci riducendole a soli sussurri.
«Sai che da quando stiamo assieme mi sento come se il cuore potesse sempre esplodere di felicità? Non voglio dire che mi sento un fuoco ogni volta che ti guardo ma…» fece un sorrisetto divertito. «Ma è vero, mi sento vivo come non mi sono mai sentito prima».
 
Lucy non capiva cosa stava succedendo. Perché le stava dicendo quelle cose? Perché ora davanti a tutti? Non riusciva a ragionare, sentiva però che era qualcosa di importante e che il cuore le stava battendo all’impazzata nel petto.
 
«E ogni volta che stiamo assieme, vorrei solo fermare il momento e viverlo all’infinito, ma allo stesso tempo vorrei andare avanti e vedere cosa possiamo diventare noi due assieme». Natsu si inginocchiò davanti a lei e Lucy trattenne il respiro, mentre guardava ad occhi sgranati il ragazzo che stava prendendo qualcosa dalla tasca. Una piccola scatoletta che Lucy non poté far altro che fissare senza parole, con il cuore che le martellava nel petto e la gola secca. Natsu aprì la scatola mostrando l’anello.
 
«Lucy Heartphilia, vuoi sposarmi?».
 
Lucy poteva sentire gli occhi lucidi, il corpo in fiamme, una marea di emozioni incasinarle lo stomaco e un sorriso riempirle il volto.
 
«Sì» rispose con voce spezzata. Natsu le prese la mano e le infilò l’anello al dito, mentre Lucy cominciava a piangere e ridere, buttandosi addosso a lui per baciarlo e stringerlo forte. Caddero sul prato stretti in un abbraccio.
«Sì» ripeté tra un bacio e l’altro, perdendosi nella sua bolla di felicità con il suo fidanzato mentre attorno a loro i compagni di gilda li guardavano sorridenti.
 
 
 
 
Non dobbiamo pretendere di capire il mondo solo con l’intelligenza: lo conosciamo, nella stessa misura, attraverso il sentimento. Quindi, il giudizio dell’intelligenza è, nel migliore dei casi, soltanto metà della verità.
Carl Gustav Jung

 
 
 
 
 
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Nota: eccoci all’ultimo capitolo, spero che la storia vi sia piaciuta anche se molto breve. Ci ho messo più del previsto a scriverla, ma sono abbastanza soddisfatta. Grazie di cuore a tutti voi che avete aggiunto la storia tra le seguite o le preferite, a chi ha letto in silenzio, e soprattutto a chi ha commentato spronandomi ad andare avanti.
Un bacio a tutti voi <3
Angie
   
 
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