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Autore: Hilla_    02/06/2021    0 recensioni
Cos'era il destino?
Era per caso stato il destino a condurla in quel posto, in quel mondo così diverso dal suo?
Era stato il destino a spingerla in quel viaggio?
Si, probabilmente era destino che finisse in quella situazione, un destino vecchio di secoli e che si intrecciava con altri, formando un complesso dipinto che avrebbero visto solo alla fine, quando ormai sarebbe stato troppo tardi per cambiarlo.
Quindi che fare? arrendersi a quello che sarebbe accaduto? Di certo fuggire non era un opzione, anche volendo non ne sarebbe stata capace. C'era una sola possibilità: andare avanti.
aggiornamenti ogni martedì
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ultima revisione 26/09/2021


 

Dopo essere stato pagato, Ryan incaricò un suo dipendente di guidare le ragazze attraverso i corridoi fino a quattro camere, consegnando alle ragazze le chiavi. Una volta che ebbe augurato alle ragazze una buona permanenza si allontanò, lasciando le Ímisy libere di riposare.
Adeen e Maka si chiusero subito nelle loro camere, la prima senza dire una parola, la seconda affermando di essere stanca a causa del viaggio.
《Scusatemi ragazze, ma l'aria non è proprio il mio elemento》 si giustificò.

Rimasta sola con Talise, Niav non sapeva bene cosa dire. Stava per proporle di tornare ognuna nella propria stanza quando Talise tossì, come per prendere coraggio prima di dire qualcosa.
《Scusa Niav, tu hai... hai per caso trovato una foto in casa tua, al villaggio?》 Chiese, cogliendo del tutto alla sprovvista la castana. Dopo qualche istante annuì, decisa a farsi spiegare qualcosa.
《Ci siete tu, Adeen, Maka, un ragazzo ed una ragazza》 elencò mentre iniziava a prepararsi un breve discorso per convincere Talise ad essere onesta. Questo però si rivelò inutile, dato che la corvina iniziò subito a parlare.
《La ragazza è Aura, il ragazzo invece è suo fratello minore - spiegò Talise - Adeen ci aveva fatto giurare di non dirti nulla, ma è un tuo diritto sapere certe cose. Aura è stata uccisa dai cacciatori, non è stata la prima Ímisy morta per mano loro, ma per lei è stato... diverso...》 spiegò Talise con voce tremante. Aveva le mani unite e si stava torcendo le dita, un segno di nervosismo che Niav non si sarebbe mai aspettata di vedere in lei
《Adeen è quella che ha sofferto di più per la morte Aura》 aggiunse.
Niav annuì, ripensando all'immagine.
《In effetti alla foto sembrano buone amiche》 commentò.
Talise scosse la testa, guardando verso la stanza di Adeen.
《Erano molto più che amiche... Adeen è sempre stata impulsiva ed un po' irascibile, ma con Aura era diversa. La amava, moltissimo. Si voleva prendere cura di lei, anche se in in realtà era Aura a prendersi cura di Adeen. Da quando è morta, sei mesi fa, lei è del tutto cambiata... ho paura che non tornerà più come prima》

* * *

Anche nella sua stanza, avvolta dal buio, Niav continuava a pensare alle parole di Talise. In parte l'avevano aiutata a comprendere Adeen, anche se ancora sentiva che mancava ancora un pezzo del racconto. Un pezzo importante che per qualche motivo le stava venendo nascosto. Ancora non sapeva quale fosse, ma a quel punto era ovvio che riguardasse Aura.
La ragazza si rigirò nel letto. Non era disposta a passare un'altra notte insonne, soprattutto se doveva ripartire.
Pochi istanti dopo, però, fu costretta a ricredersi, ringraziando di essere rimasta sveglia.
A farle cambiare idea furono alcune voci, proprio sotto la sua finestra. Avrebbe potuto essere chiunque, ma il loro tono concitato mise in allarme Niav che si alzò dal letto.
In quel momento la sua curiosità, che l'aveva sempre fatta finire nei guai, si rivelò finalmente utile.
Si avvicinò alla finestra, ma non riuscì a vedere nulla. Sentì, però, tre voci che non avrebbe mai scordato. La sua mente volò al giorno del suo sgradevole incontro con i cacciatori, riconoscendo le voci dei due giovani e del loro maestro fuse con quelle di molti altri.

La maggior parte stava sussurrando, ma i cacciatori erano abbastanza da creare un mormorio udibile dalla finestra. Niav rimase paralizzata per quelle che le sembrarono ore - anche se furono solo pochi secondi - prima di riuscire a muoversi. Uscì dalla sua stanza e, sfruttando la morbida moquette che attuativa il suono dei suoi passi, bussò il più silenziosamente possibile alle porte delle tre ragazze.

La prima ad aprire fu Adeen, che lanciò uno sguardo fulminante alla corvina e provò a richiudere la porta.
Niav riuscì a bloccarla, incurante dello sguardo omicida che la rossa le lanciò.
《Cacciatori》 disse, mentre lottava per tenere la porta aperta. Al suono di quella parola Adeen smise di spingere la porta nel tentativo di chiuderla, assumendo un'espressione fredda. I suoi occhi, al contrario, sembrarono riempirsi di fiamme. Niav si rese conto di non aver mai visto davvero la rabbia di Adeen fino a quel momento e pregò di non doverne vedere oltre. Sembrava ad un passo dal perdere il controllo delle sue azioni e la capacità di pensare razionalmente.
《Dove sono?》 Domandò in un tono che le mise i brividi. Non era solo arrabbiata, era anche terribilmente decisa. Ricordò le parole di Talise riguardo ad Aura e rabbrividì, spaventata all'idea di quello che avrebbe potuto fare di lì a poco Adeen.
Anche Maka, che si era appena affacciata alla porta, corse subito accanto all'ímisy di Shu e bloccò il passaggio alla rossa con il suo corpo.

《Che sta succedendo?》 Chiese invece Talise aprendo la porta della sua stanza.
《Sono qui fuori. Alla nostra portata. Potremmo finalmente fare giustizia》 rispose Adeen in una voce quasi irriconoscibile, che nel frattempo continuava a tentare di liberarsi di Maka per uscire dalla stanza.
《Ti prego, ragiona, non è il momento. Andiamo via》 supplicò Maka nel tentativo di calmarla, purtroppo però nemmeno la stana abilità della castana era in grado di mettere un freno all'odio che le bruciava dentro. Smise di opporsi a Maka e di tentare di uscire, cambiando strategia.

《Seth》 sussurrò. Non era la prima volta che la sentiva dirlo in questo modo, sentendolo di nuovo realizzò che era quello che aveva sussurrato quando aveva chiamato il drago. Come era accaduto la volta precedente, un ruggito assordante riempì l'aria.
《Ora è il nostro momento. Lasciateci fare》 sentenziò uscendo dalla stanza, incurante delle giovani Ímisy davanti a lei che distratte dal ruggito di Seth vennero facilmente sposte con una spallata. Nel frattempo, il drago infuocato atterrò con un pensante tonfo.
Adeen si avviò verso l'uscita, seguita dalle tre ragazze che lottavano per fermarla.
Nonostante i loro sforzi, però, non furono loro a bloccarla. Fu invece Seth a impedirle di uscire dall'edificio: al suo arrivo alcune sterpaglie avevano preso fuoco e le fiamme avevano raggiunto l'edificio, bloccando il passaggio.

Il calore del fuoco scottava la pelle mentre il fumo toglieva l'aria dai polmoni.
Talise, riuscendo a rimanere lucida anche in quel momento, prese saldamente il polso di Adeen e la costrinse a voltarsi.
《Dobbiamo andare via. Così non la renderai felice e di certo non la riporterai indietro》 le disse - o meglio la supplicò - la corvina. Adeen esitò per alcuni secondi, osservando quel muro di fiamme come ipnotizzata. Infine, dopo un tempo che alle tre parve infinito, la rossa mormorò un "basta così" e si udì il suono di qualcosa che colpiva l'aria mentre Seth si rialzava in volo, mentre le fiamme ancora lo proteggevano dagli spari.

All'esterno si fecero sentire le urla dei cacciatori e dei cittadini alla ricerca di qualcosa con cui dare una mano in attesa dei soccorsi.
《Non possiamo uscire dalla porta, anche se riuscissimo a passare ci prenderebbero subito》 mormorò Maka mentre muoveva gli occhi in tutte le direzioni in cerca di una via di fuga. Niav si guardò attorno,  l'idea di essere in trappola, senza alcuna via di fuga, l'aveva sempre spaventata ma non voleva semplicemente abbandonarsi alla paura. Doveva rimanere lucida.

《La finestra. In camera mia. Possiamo uscire da lì, non sarà difficile》 propose all'improvviso la castana mentre ancora lottava per mantenere la calma.
Talise, Maka e persino Adeen annuirono a quello che sembrava l'unico piano che avessero a disposizione. Le quattro annuirono e, come per tacito accordo, tutte loro si fiondarono nelle loro camere, raccogliendo gli oggetti essenziali.

Fu una questione di pochi istanti, una piccola - anche se rischiosa - deviazione prima di raggiungere la finestra che Niav spalancò.
Adeen andò per prima, saltò dalla finestra e corse sul tetto, riuscendo a mantenere l'equilibrio senza molta difficoltà. Dopo di lei andò Talise che camminò sulle tegole con una grazia straordinaria, come se fosse sul morbido sentiero che, al suo villaggio, dalla cupola portava sull'altopiano.
Quando arrivò il turno di Niav la ragazza si guardò alle spalle, tossendo a causa del fumo.
Dietro di lei restava ancora Maka, che la incoraggiava con lo sguardo.
Trattenendo il respiro assieme alla tensione, la castana scivolò fuori dalla finestra.
Tenendo una mano sul davanzale, Niav tentò di mantenere l'equilibrio. Una tegola scivolò da sotto il suo piede e cadde a terra, infrangendosi sul terreno. Lasciando finalmente presa, la ragazza iniziò a camminare. Percorse un paio di metri prima di lasciarsi scivolare verso il basso, raggiungendo una seconda sezione di tetto a qualche metro dal terreno.

Talise ed Adeen si muovevano di gran lunga più veloci di lei, quindi la castana accelerò il passo per non ostacolare Maka, ancora dietro di lei e probabilmente rapida quanto le altre due Ímisy.
Ripensò a quando, da piccola, si arrampicava sul tetto di casa sua. Arrivava in cima e poi, quando sua madre la richiamava, si lasciava scivolare fino ad una botola aperta da dove raggiungeva direttamente il soppalco.
A quel pensiero, le gambe di Niav si fecero più salde ed i suoi muscoli meno tesi. Smise di tremare, aveva finalmente travato quel pizzico di fiducia in sé stessa che le mancava da quando la sua vita si era trovata del tutto sottosopra.

Quello era il suo piano, la sua idea. Aveva il controllo, stava funzionando. Perché avere paura? Era perfettamente in grado di farcela.
Accelerò il passo, lasciandosi scivolare sulle tegole senza più la tensione che l'aveva bloccata fino ad un attimo prima.
Eliminò la distanza fra sé e le altre due ragazze, raggiungendo il punto più basso del tetto in poco tempo. Da lì, aiutandosi con un tubo metallico che usò come scala, arrivò finalmente a terra.
Le tre vennero subito raggiunte da Maka che barcollò accanto a loro, tossendo a causa del fumo che aveva inalato rimanendo fino all'ultimo in casa.

Le quattro non ebbero tempo di riprendersi prima di venir avvistare da una donna con un guanto solo, che chiamò i compagni. I cacciatori che si erano riuniti davanti al Gavestorn's hotel era poco più di una decina, ma erano armati e decisamente pericolosi, nonché in superiorità numerica.
《Separiamoci, dovranno farlo anche loro e la cosa li mette sempre in difficoltà》 ordinó Talise, correndo via e privando chiunque dell'opportunità di ribattere.
Anche Niav iniziò a correre. Aveva nuovamente perso quella sensazione di sicurezza provata pochi istanti prima, sul tetto. Si sentiva indifesa, e per di più era anche sola. Senza nessuno da seguire, non aveva idea di dove andare o un modo per sfuggire ai cacciatori.

Nonostante cercasse di muoversi più rapidamente poteva sentire i passi alle sue spalle farsi sempre più vicini. Quanto poteva sperare di resistere prima che la prendessero. Due, forse tre minuti? di certo non molto di più. Sopra di lei vide l'ombra di Seth, Geb e Teti, mentre nella sua mente risuonava il rimprovero di Adeen. A malincuore dovette darle ragione, sarebbe morta per non essere riusa chiamare Shu? Non era ancora disposta ad accettarlo. Non così, non in quel modo.

Adeen aveva sussurrato il nome di Seth per chiamarlo, ma dubitava che fosse solo quello. La sua situazione non era la migliore per riflettere, ma aveva forse alternative? Ripensò a Shu, alla sicurezza e alla calma che le infondeva.
Con quelle sensazioni in mente, Niav urlò il nome di Shu, in una disperata richiesta di aiuto. La sua ultima speranza, probabilmente destinata a rivelarsi un tentativo disperato e inutile.
Il suono di passi alle sue spalle si bloccò, lasciando posto ad un suono ancor più spaventoso, che fino a quel momento aveva sentito solo un'altra volta: il suono delle armi che venivano preparate per fare fuoco.
Si guardò attorno, non trovando alcun punto per ripararsi mentre una crescente sensazione di panico si impossessava di lei. Tutto si faceva confuso e opprimente, rendendole impossibile anche solo vedere cosa aveva attorno.

Un proiettile colpì l'asfalto accanto a lei. Forse era una cosa voluta o forse un errore, ma fu sufficiente a far cadere Niav, colta di sorpresa, e a farla ruzzolare a terra.
Venne rapidamente accerchiata dagli stessi cacciatori che aveva già incontrato, i due giovani ed il loro mentore.
Il biondo - Ancel - le si avvicinò, mettendole un piede sul petto per tenerla a terra.
《Con questo colpo immagino che mia sorella si sia fatta perdonare per averti lasciata scappare, ma ha perso il privilegio di ucciderti. Vero, signor Howard?》Domandò, anche se dal tono era chiaro che conoscesse già la risposta.

Il più anziano dei tre si avvicinò alla ragazza, sorridendo soddisfatto.
《Si. Sei stato bravo Ancel, uccidendo un Ímisy avrai di sicuro una promozione. Vieni qui Agatha. Anche il tuo è stato un ottimo lavoro》 disse il cacciatore, facendo un cenno anche alla rossa.
Prima che questa potesse fare un solo passo nella direzione dei due sgranò gli occhi, indicando il cielo.
《Ancel! Kevin!》 Urlò, indietreggiando di qualche passo con le gambe che le tremavano.
Niav non poteva vedere cosa spaventasse tanto i tre cacciatori, ma il loro mentore prese in mano il suo fucile ed iniziò a sparare verso l'altro.
Solo quando ciò che stava terrorizzando i tre atterrò alle spalle di Niav, colpendo con un'enorme zampa bianca Ancel, la ragazza capì.
《Shu!》 Esclamò incredula e grata allo stesso tempo. Aveva funzionato, l'aveva sentita.
Agatha corse accanto al fratello, mentre Niav cercava di alzarsi in piedi. Vedendola, il cacciatore rimasto le puntò contro il fucile.
《Non ti salverai. Quella cosa ci ucciderà, ma ti porteremo con noi》 la minacciò. Prima che il cacciatore potesse fare qualunque altra cosa, però, le fauci di Shu si chiusero sull'uomo che scomparve nella gola del drago sotto lo sguardo terrorizzato dei suoi due apprendisti.
Niav - altrettanto scossa - si alzò in piedi e corse accanto a Shu, la sua unica fonte di sicurezza. Nonostante quello che aveva appena visto infatti non era in grado di provare alcun tipo di empatia per i cacciatori.
Ancel era troppo stordito dal colpo per potersi muovere, ma sua sorella prese la sua arma e la puntò contro Niav.
Prima che la ragazza o il drago potessero fare qualcosa fu una terza persona a fermare Agatha, sparandole.
La prese in piena fronte, facendola immediatamente crollare a terra senza vita. Guardandosi attorno, Niav vide la sagoma un giovane uomo dall'aria scossa ma decisa, che teneva una pistola fra le mani.

Avrebbe voluto urlare, chiedergli chi fosse, ma nessun suono uscì dalla sua bocca. Prima che riuscisse a riscuotersi quello stava già correndo via.
Non aveva tempo per indagare, percepiva il senso di urgenza di Shu e il suo desiderio di allontanarsi da quel posto ed ovviamente non poteva non condividerlo.
Si arrampicò rapidamente sul dorso del drago e si strinse a lui.
《Grazie》 mormorò mentre il drago si alzava in volo, diretto verso i suoi fratelli.

Non riuscì però ad evitare di pensare alla scia di distruzione che si stava lasciando alle spalle: c'era forse qualche altro ospite in quell'Hotel? Come stava Ryan, in ragazzo che le aveva accolte? Probabilmente, anzi, certamente quella sera delle vite erano state rovinate, distrutte o addirittura spezzate. Poteva anche dare tutta colpa ai cacciatori, ma questo non alleviava il peso sul petto della ragazza: la colpa ricadeva anche su di loro, che le quattro ímisy ne parlassero o meno tutte avevano questa certezza.

   
 
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