02/06/2021
4 recensioniAl tramonto, quando la luce tocca i rami dei salici piangenti immersi nell’acqua, mi sembra di entrare in un mondo nuovo: il mondo della pura sensazione.
(Fabrizio Caramagna)
Draco fece perdere il suo sguardo grigio all’orizzonte. Gli ultimi raggi di sole della giornata gli scaldavano timidamente il viso pallido, costringendolo a strizzare gli occhi di tanto in tanto. La brezza leggera gli scompigliava la chioma biondissima ed ogni raffica gli causava la pelle d’oca. Eppure, lui da lì non se ne voleva andare.
Si distese in maniera scomposta sul manto d’erba verde e sospirò affranto. Lei non sarebbe venuta. Erano passate ore dall’appuntamento ed era ancora lì, solo, in quel parco della Londra babbana.
Guardò l’orologio di pregiata fattura elfica e si impose di non attenderla oltre, ma proprio quando si alzò, un soffio di vento quasi impercepibile gli portò un profumo famigliare.
Vaniglia.
Sorrise estasiato, ma non ebbe il coraggio di voltarsi. Non voleva illudersi.
“Draco”
Un sussurro, una voce calda e dolce lo chiamò. E lui non poté non rispondere a quel richiamo.
Era la padrona indiscussa del suo cuore e l’avrebbe attesa per sempre.