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Autore: Lita_85    03/06/2021    3 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Fui svegliata di soprassalto dalla bussata frenetica di Claudia contro la mia porta. Molte cose nella vita mi lasciavano i dubbi, ma il bussare incessante di Claudia lo riconoscevo tra mille e voleva dire solo una cosa, guai in vista. Mi precipitai verso la porta aprendola ancora con gli occhi chiusi. 

< Alla buon'ora! Come mai sei ancora in pigiama? > 

< Claudia sono le sette del mattino, cosa vuoi che faccia a quest'ora? >

< Vestirti per esempio?! > 

< Cla, cosa c'è che non va? È successo qualcosa? > Chiesi sedendomi sul letto abbracciando uno dei miei cuscini

< Ginevra non è in camera sua... >

< Sarà scesa a fare colazione... oppure sarà in bagno...sicura che non fosse in bagno? >

< Oppure ha passato la notte da Saverio...>

< E allora? Lo sai che quelli copulano come se non ci fosse un domani... > Affermai sdraiandomi sul materasso

< Non va affatto bene! Lui le spezzerà il cuore, e poi toccherà a noi raccogliere i cocci! >

< Non sei troppo drammatica? Ginevra non mi sembra il tipo da fazzoletti e mega coppe di gelato... > 

< Ani, andresti a chiamarla?>

 < Cosa? io? Ma non ci penso nemmeno! > 

< E dai! Fallo per me! Io tra un mese mi sposo...non vorrai rovinarmi il matrimonio?! > 

< Adesso sarebbe colpa mia? >

< Se non vai a chiamarla si! >

< Allora preferisco sentirmi in colpa stavolta! Non mi presenterò nella stanza di Saverio, senza sapere se Ginevra si trova davvero lì! >

< Ok, fai come vuoi! Mi avrai sulla coscienza! > 

< Cla smettila! Non attacca! > Affermai mettendomi il cuscino in faccia. Questa volta non avrebbe vinto lei, anche perché non ero dell'umore giusto.

La sentii sbuffare mentre si allontanava verso la porta. L'aprì nervosamente sentendo la maniglia schioccare

< Ah dimenticavo, Mirko ha organizzato una gita in barca prima di andare via, quindi ti aspetto subito giù! > Così dicendo uscì quasi sbattendo la porta

La detestavo quando faceva così, si credeva la regina incontrastata, ed io ne avevo fin sopra i capelli di quel weekend ad alta tensione. Questa volta lasciai correre, anche perché io avevo già i miei problemi. Grossi problemi di nome Dario. Non ero riuscita a dormire molto  la notte appena trascorsa, ma ero sempre più convinta che fosse la cosa giusta da fare. Mi alzai dal letto poggiando il cuscino che avevo stretto fino a qualche minuto prima, spogliandomi del pigiama quando sentii  bussare di nuovo alla porta. L' aprii  senza neanche pensarci convinta che fosse nuovamente Claudia, quanto mi sbagliavo. Mi ritrovai in intimo davanti ad un Dario più che stupito.
Lui mi guardò dalla testa ai piedi, e con quel suo solito sorriso beffardo disse.

< Mi aspettavi? >

< Oh cazzo! Pensavo fossi Claudia! - gridai avvicinandomi nuovamente al letto dove avevo appoggiato il pigiama cercando di coprirmi maldestramente

< Beh, per mia fortuna non lo sono...> Affermò chiudendo la porta dietro di lui  continuando a sorridere divertito

< Invece di ridere come un idiota puoi dirmi perché sei qui? > Incalzai tenendo con tutte e due le mani il pigiama sul mio seno

< Ero giù in terrazza a fumare una sigaretta, quando mi sono accorto che ieri sera durante la tua corsa frenetica ti è caduto questo... > Avvicinò a me il fermaglio di Swarovski che indossavo la sera prima e che probabilmente mi era scivolato dai capelli < Sarebbe davvero un peccato se non potessi più indossarlo, ti stava d'incanto...> 

< G...grazie > Sibilai prendendolo tra le mani facendo scivolare il pigiama che avevo tra le mani

Lui guardò il pigiama a terra aggrottando la fronte divertito, per poi chinarsi a raccoglierlo
I suoi occhi sapevano incantarmi, sapevano bloccare ogni mia funzione vitale.

< Credo che questo ti serva, anche se io penso che tu stia meglio senza... >

< G...grazie...anzi no, cioè grazie per averlo raccolto! Adesso perché non vai via? Io dovrei vestirmi! > Dissi camminando come un granchio verso il bagno sotto il suo sguardo sardonico

Era davvero stupendo. Maglione a v grigio chiaro con maglia bianca sotto tirato su fino ai gomiti, jeans e sneakers bianchi. 
Infilò le mani in tasca e lanciandomi un ultimo sguardo andò via lasciandomi come una scema davanti alla porta del bagno. In realtà ci mancava poco per ritrovarmi a sbavare. Veramente molto poco. Appena entrai in bagno il mio cervello si ritrovò a ripensarlo incessantemente. Pensai alle sue labbra sulle mie, le sue mani sul mio corpo e a tutto il resto...
Lui mi faceva questo effetto. Solo Lui.
                       

Uscì dalla Camera di Anita indeciso se andarmene subito o tornare dentro e baciarla. Tutto quel siparietto aveva riacceso in me quella scintilla che avevo cercato di spegnere la notte passata tra tormento e ragione. Alla fine decisi che dovevo starmene buono e scesi giù nella reception. 
Mi trovai davanti Mirko e Claudia che stavano dando i loro documenti per la gita in barca organizzata dal santo uomo. Più lo guardavo e più pensavo veramente che fosse un santo sotto mentite spoglie. 

All'improvviso la vidi arrivare insieme a Ginevra e Saverio, e nella mi testa parti subito "Solo tu - Matia Bazar". Quella musica così familiare, così nostalgica partì senza che io potessi pensarci troppo. Tante volte durante la mia vita avevo ascoltato quella canzone insieme a nonna, una delle sue preferite. Ma adesso la mia mente l'aveva accostata a lei. Era meravigliosa. Aveva indossato nuovamente quei Skinny Jeans che la fasciavano perfettamente e mettendo in bella vista il suo favoloso sedere, abbinato ad una camicia fiorata rosa trasparente con dei volant sul decolte prosperoso. I suoi capelli raccolti come sempre in uno chignon facevano cadere qualche ciocca lateralmente dandole quell'aria sexy. Ebbi subito la salivazione azzerata. Il suo sorriso era contagioso anche se un po' rumoroso, mi faceva impazzire. Quelle labbra carnose le immaginavo già sulle mie mentre la baciavo a perdifiato, mentre le mordicchiavo e le facevo mie prigioniere. E quegli occhi, quegli occhi da gatta erano dannatamente belli, avrei perso giornate intere a guardarli. Per non parlare della sua pelle, così bianca quanto morbida mi faceva sbrocchare, mai avevo visto una pelle così candita quasi d'alabastro. E ne avevo viste di donne, ma lei, lei era diversa in tutto. 

< Base chiama Dario!  > Disse Mirko avvicinandosi a me passando il palmo della sua mano davanti gli occhi. Mi girai verso di lui ancora rincoglionito, togliendo la musica di sottofondo nel mio cervello. 

 < Si...?! >

< Ti ho chiesto i documenti Da...> 

< Ah sì, sì! > Tirai fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei miei jeans cercando di riprendermi

Nel frattempo Anita, Saverio e Ginevra ci avevano raggiunti davanti al bancone della reception.

< Ginevra, mi dici doveri? > chiese indispettita Claudia portando le mani sui suoi fianchi.

< Che domande! Da Saverio no?! Ti serviva qualcosa? > 

< Si, mi serve uno psichiatra!  >

< Amore, cerca di rilassarti ok? Adesso andiamo a farci un bel giretto in barca così ti rilassi...> Disse Mirko il santo cercando di calmare la sua futura consorte facendola uscire velocemente. Povero martire. 

Anita si avvicinò alla receptionist che prontamente le chiese documenti. Con la stessa velocità glieli porse avvicinandoli con un sorriso

< Velletri Anita Beatrice? > Disse la signorina usando un tono un po' alto

< Ti chiami Beatrice? Come suor Beatrice? > Esclamai sorridendo intrecciando le braccia al petto. Anche se questo mi intrigava da morire.

< Suor Beatrice?  Ma che...?!  > Disse guardandomi interrogativa quasi scioccata

< Non è un titolo di demerito, è la protagonista di una soap opera che guardavo con mia nonna...ma che alla fine non era per niente una suora... >

< Sei un idiota!  >  Esclamò fuori di se recuperarando i documenti e dirigendosi verso l'uscita seguita da Ginevra

< Però era bella come battuta...peccato lei non abbia gradito! > Disse Saverio avvicinandosi a me con le mani in tasca 

< Sto rincoglionendo Sa...>

< Devo dirtelo...sei proprio un caso disperato...> Affermò dandomi l'ennesima pacca sulla spalla prima di allontanarsi anch'essi.

Ero davvero un caso disperato? Stavo perdendo davvero la bussola?

                      

Con l'aiuto di Mirko salì anche io sull'imbarcazione. Era davvero molto bella e spaziosa, e guarda caso si chiamava " La Santa" . Cercai di fare l'indifferente con lui, mentre si accingeva a salire scrutando la scritta che fronteggiava sul lato posteriore. Appena ebbe letto, mi guardò subito negli occhi divertito come non mai.

< Non permetterti a dire qualcosa Juan! > Esclamai fuori di me facendogli capire che anche io conoscevo la soap opera in questione.

< Ma chi io? Io non ho proprio niente da dire...>

< Ecco... >

Ero fuori di me. Chi si credeva di essere questo pallone gonfiato. Io una suora. In realtà le mie cugine mi avevano dato sempre questo appellativo, ma sentirlo dire a lui mi fece uscire dai gangheri. Si. Ero un caso disperato. Solo lui mi faceva questo effetto.

La barca iniziò a prendere velocità, mentre io, con mia somma sorpresa, realizzai di soffrire il mal di mare. Mi avvicinai all'estremità dell'imbarcazione cercando di rilassarmi, non potevo rovinare la giornata ancora una volta a Claudia. 

< Ani, tutto bene? > 

< Si Cla, ho solo bisogno di starmene un po' seduta qui...> In realtà volevo morire sul colpo. Avevo lo stomaco sottosopra e avevo voglia di vomitare anche l'anima. 

Tutto questo sotto gli occhi di Dario che sembrò a tratti anche dispiaciuto per me. Mi sorrise un paio di volte dolcemente, facendomi dimenticare il discorso suora. Mi alzai convinta che il peggio fosse passato quando un capogiro mi fece perdere l'equilibrio cadendo dritta nel lago. 



< Cazzo! > Gridai buttandomi anch'io in acqua senza neanche pensarci nelle acqua gelide del lago 

Lei si dimenava e boccheggiava,  ed io avevo una paura fottuta che perdesse i sensi e che non fossi riuscito a raggiungerla. Nuotai con tutta la forza che avevo in corpo fino quando finalmente non l'ha raggiunsi stringendola tra le mie braccia

< Dario! Non so nuotare!! > Mi disse in balia della paura più pura, con il cuore in gola.

< Hey, Hey, tranquilla, ti tengo io...hai capito? Non ti lascio... > Lei annuì guardandomi negli occhi arricciando le labbra bagnate. Dio era ancora più bella.

< Dario...i tuoi occhiali... > Disse accarezzandomi il sopracciglio destro per poi spostarsi sul mio zigomo. Quel tocco così inaspettato mi provocò un brivido. Solo lei aveva questo potere.

< Non è un problema...gli occhiali
 si ricomprano...tu no...-  Affermai sorridendole ricambiando la carezza sulla guancia

I suoi occhi illuminati dalla luce solare cambiarono ulteriormente, rendendoli ancora più belli di quelli che erano già. La voglia irrefrenabile di baciarla si impadronì del mio corpo, pur essendo in quella situazione assurda volevo ardentemente farlo. Mi avvicinai a lei, abbozzando un mezzo sorriso riaccendendo la musica di prima nel mio cervello. Sfiorai le sue labbra con le mie guardando i suoi occhi blu-verdi cercando la sua approvazione.

< Eccoci Dario! Anita stai bene?!  > Chiese Mirko  avvicinandosi con le sue braccia verso di noi interrompendo il momento idilliaco insieme alla musica.

Aiutai a fare salire prima Anita per poi salire anche io a bordo. Anita fu subito coperta con un lenzuolo di fortuna trovato nella piccola cabina, ed io lasciato al mio destino.

< Anita stai bene?! > Si avvicinò Claudia abbracciandola e non considerandomi

< Grazie, sto bene Claudia!  Il tuo l'interessamento mi commuove! > Le risposi senza che lei mi avesse detto niente

< Lo sai che ti voglio bene! > Rispose lei con una smorfia ritornando su Anita

< Da, dove sono i tuoi occhiali? > Domandò Saverio porgendomi una asciugamano di fortuna 

< Credo che siano in fondo al Lago.. .>
 
< Pagherò tutto io! > Esclamò Anita interrompendoci

< Non c'è bisogno Anita...>

< Insito! > 

< Ok,ok...se insisti...> Dissi regalandole un dei miei soliti sorrisi 

Lei mi diede uno sguardo di riconoscenza, prima di sparire sotto coperta con Claudia. 
In realtà non mi  interessava veramente degli occhiali. Io odiavo portarli, ma quella poteva essere un'occasione valida per poterla vedere una volta finito questo weekend  rocambolesco. Certamente non era quello che mi ero ripromesso la notte prima tra testate date al muro e seghe mentali varie. Ma quel contatto nel lago mi aveva fatto capire tante cose.
Non ero pronto a separarmi da lei, pur avendo sempre quella fottuta paura d'amare. Non ero ancora pronto a rinunciare a lei pur non potendola amare come lei avrebbe voluto. E forse cosa più importante, non ero pronto a non sentire più la sua voce mentre pronuncia il mio nome. No a quello non potevo rinunciare, e avrei dato tutto per sentirglielo dire ancora  volta, magari mentre il mio corpo si stringeva con il suo. Si, avrei lottato, lei non poteva uscire dalla mia vita così. 
Solo lei era riuscita a farmi rincretinire così. Solo lei.

Note: Capitolo Nove. Buongiorno miei cari/e ed eccoci in questo nuovo capitolo. Come potete vedere tra le tante cose successe, Dario e Anita stanno mandando nuovamente all'aria tutti i buoni propositi fatto la sera prima. Dario non vuole rinunciare a lei, pur essendo consapevole non saperla amare come lei vorrebbe. Anita d'altro canto non riesce a non pensare a lui. Come pensate che andrà finire? 🤣 Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ❤️
   
 
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