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Autore: Shannara_810    18/05/2005    16 recensioni
So per certo cosa l'amore non è, Weasel!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love isn't

Disclaimer: qualcuno mi ha detto che le mie versioni di Draco Malfoy somigliano tanto a quelle di un moderno principe azzurro, così ho cercato di darne un ritratto un po’ più fedele all'originale. Stavolta ho provato con i nomi inglesi. Dedicato a chiunque odi Ron Weasley. Come al solito, i personaggi non sono miei. Bye.

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Fu quell’assurdo ed ostinato fracasso proveniente dalla porta d'ingresso a far risvegliare Draco Malfoy dal sonno più profondo e appagante che avesse sperimentato negli ultimi tempi. Seccato, tentò in tutti i modi di ignorarlo.

Tuttavia quando quel continuo bussare, una vera profanazione al suo stato di appagamento dei sensi - il Nirvana assoluto - parve non voler proprio decidersi a smettere, fu costretto ad alzarsi. Con l'attenzione e tutta la delicatezza di cui era capace, cercò di liberarsi dall'abbraccio dell'altro occupante del suo letto a quattro posti. Quell’angelo dai folti riccioli castani dormiva raggomitolato sul suo petto con l'espressione più dolce che avesse mai visto.

Sorrise nel vederlo borbottare assonnato. Anche a lui detestava il dover abbandonare quel loro caldo rifugio ma, se volevano riposare in pace, doveva farlo assolutamente.

Dopo averle sussurrato che non ci avrebbe messo molto, lei sembrò tranquillizzarsi. Si voltò dall'altro lato tornando a dormire, il cuscino del ragazzo stretto a sé.

Ignorando almeno per un istante l'incessante bussare, Draco le rimboccò con tenerezza le verdi lenzuola di seta, prima di infilarsi un fresco accappatoio dello stesso colore e materiale - un regalo che la sua ragazza gli aveva fatto la settimana passata per il suo compleanno -. Si passò una mano tra i capelli e lasciò cadere lo sguardo sullo specchio che rifletteva con precisione la sua espressione accigliata.

Afferrò la bacchetta e la ripose nella tasca, sgusciando silenziosamente dalla sua stanza di caposcuola, piano piano per non svegliare la sua dea, attraversando ad ampie falciate la sala comune. Voleva tornare a letto il prima possibile. 

Non aveva la minima idea di chi potesse disturbarlo a quell'ora del mattino, ma aprì ugualmente il ritratto e preparò uno sguardo torvo e minaccioso per l'idiota che osava disturbarlo. Sicuramente l'ultima persona che immaginava di vedere era un furioso Ronald Weasley. Il suo cipiglio si trasformò in un ghigno divertito. L'ex della sua ragazza, bene, bene, bene...

Ron lo spinse da parte, senza troppi convenevoli, piombando nella sala comune che divideva le stanze dei due caposcuola. All'inizio, tutto ciò che il rosso fece, fu scrutare la stanza lanciando sguardi velenosi allo Slytherin.

Draco sospirò. "Che cosa vuoi, Weasel?".

Weasley borbottò qualcosa, ma tutto quello che Draco riuscì a cogliere fu. “È miheiny".

Il biondo decise, quindi, di adottare quella sua gentilezza chiaramente e totalmente falsa che sapeva dare alla testa all'altro. "Ti chiedo scusa, cosa hai detto Weasley?".

Il rosso sbuffò con scherno. "Non avrei mai pensato che i Malfoy si sarebbero mai abbassati a chiedere scusa". Scandì le parole lentamente quasi stesse dialogando con qualcuno ritardato. "Dove. È. La. Mia. Hermione?"

Draco lo fissò incredulo per un momento, domandandosi se quell'uomo non fosse stato colpito troppe volte dai bolidi sulla sua zucca vuota. Increspò le labbra, per tutta risposta, nel suo ghigno più altero.

Ora aveva capito! Weasley era venuto a disturbarli per scaricare tutta la sua giusta indignazione sulla persona che riteneva colpevole della brutta piega che la sua vita aveva preso. Se lo aspettava, dopotutto, ma nemmeno lui riteneva il portiere talmente imbecille da venirlo a svegliare a quell'ora assurda. "La tua Hermione? Che strano, avevo tanto l'impressione che voi due aveste rotto. Ops… mi sono sbagliato, che lei avesse rotto con te". Si era portato una mano alle labbra, fingendo di coprire imbarazzato il suo errore… voluto, e annuì con convinzione. Che Weasley fosse così idiota da averlo dimenticato?

E ora quell'angelo dorme nel mio letto, aggiunse silenziosamente.

Ron colse bene le implicazioni che seguivano le parole di Malfoy, ma decise di ignorarle. Beata innocenza, dicono i saggi. "Oh, tornerà, alla fine. Sono la cosa migliore che le sia mai capitata. Non che questo debba importarti". Aggiunse, senza riflettere.

Anche se all'esterno mostrava una calma ammirabile, dentro di sé il rossino stava insultando Malfoy con tutta la sua forza e con tutti i peggiori epiteti che conosceva.

“È così? Davvero molto strano…io ero certo che la vostra rottura fosse una diretta conseguenza della tua, come si dice, condotta decisamente infedele con... la Brown, giusto? O una delle gemelle Patil?". Il biondo studiava il Gryffondor, interessato. Dopotutto, una bella risata non gli avrebbe fatto male, anche se avrebbe sicuramente preferito che a farlo ridere fosse la sua ragazza e per ben altri motivi.

Un sorrisetto compiaciuto comparve sul viso di Ron. Erano state tutte e tre, in effetti, ma quell’espressione appagata fu velocemente sostituita da una più accigliata. "Questo è il passato". Replicò, duro. "Ho appagato le mie esigenze e ora sono pronto a impegnarmi in una relazione seria. Con Hermione. Che amo profondamente".

Gli occhi di Draco divennero di ghiaccio a quelle parole. "Davvero". Aggrottò la fronte come solo un Malfoy poteva fare. "Magari avresti dovuto pensarci prima di uscire con la ragazza più intelligente della scuola. Da quello che ne so anche lei ti voleva bene sebbene, come abbia potuto fare una cosa del genere, è un mistero per me. Ma, onestamente, come hai potuto pensare che lei avrebbe tollerato un simile comportamento?”. Il suo tono cordiale si tramutò di colpo in uno autoritario. “Ti consiglio di portare la tua disgustosa presenza fuori di qui prima che prenda seriamente in considerazione di dare un miglioramento alla tua orrida faccia, Weasel". Non era un invito, era un avvertimento.

“È un mondo libero, Ferret. Ho delle faccende da sbrigare con la mia ragazza”. Ron insistette, provocatorio. Era irritante dover ricevere un predicozzo sul comportamento da avere con la propria ragazza proprio da quel bastardo di Malfoy. "So che mi ama ancora, e chi lo sa? Magari, pomiceremo anche un po’!"

"Io non finirei quella frase, Weasley! E comunque è ex-ragazza!". Se fosse stato possibile, lo sguardo di Draco si fece anche più glaciale. Ron sobbalzò a quella vista. Lui voleva una rissa, sicuro, ma non si era proprio aspettato tanta veemenza dal bastardo.

Così, spinto dalla stupidità e dall’orgoglio maschile, il caro Ron Ron fece la cosa più stupida che potesse fare: pensò di andare avanti per scoprire fino a che punto poteva spingersi, prima che lo Slytherin decidesse di reagire.

"Oh, davvero. Che cosa t'importa? E non fare il fidanzato protettivo con me, so benissimo che è una recita. Hermione ha solo bisogno di far uscire questa misera cosa dal suo sistema e poi tornerà da me. È sempre stata un po’ ribelle, ma alla fine capirà il suo sbaglio".

"In realtà, Weasley credo che sia tu quello che sta commettendo un errore. O sei disperato o completamente idiota. La tua chance l'hai avuta e sprecata. Ora Hermione ama me e farò di tutto perché le cose restino così. Vedi, stai solo sprecando il tuo tempo. Quindi vattene". Tentava in tutti i modi di mantenere la calma, ma se Pel di Carota non si decideva ad andarsene, nemmeno tutto il bene che voleva ad Hermione gli avrebbe impedito di eliminare quell'espressione arrogante a suon di pugni.

Ron rimase lì, pietrificato. Tuttavia, lo shock fu subito sostituito dalla furia. Se aveva perso Hermione era colpa di Malfoy.

I guai in paradiso erano cominciati un mese prima. Beh, questo è un eufemismo. Più propriamente, erano esplosi con proporzioni catastrofiche un mese prima.

In qualche modo, le voci sulla sua infedeltà - voci comunque fondate - avevano raggiunto il loro obiettivo. All'inizio, Hermione le aveva ignorate, credendole delle falsità. Probabilmente innescate da Malfoy o qualcuno della sua banda.

Il fottuto bastardo probabilmente aveva contribuito alla cosa.

 E Ron era stato immensamente grato della lealtà della sua ragazza.

Poi, però, si era abbattuto il disastro. Lavander Brown, una delle ragazze con la quale se l'era spassata, si era stancata di dover sempre essere l'altra così aveva chiaramente detto ad Hermione che le voci erano tutte vere.

A causa di quest'affermazione, Hermione non aveva più potuto ignorare la cosa. Aveva affrontato Ron nella sala comune dei Gryffondor, con almeno due dozzine di spettatori davanti. All'inizio, lui aveva completamente negato ma sotto il peso del suo sguardo ferito ma determinato ad avere la verità una volta per tutte, aveva capitolato. Le aveva raccontato ogni cosa, credendo di poter risolvere la situazione a suo favore.

Si sbagliava. Dopo la confessione lei gli aveva chiesto con tono piatto ma in qualche modo curioso "Perché?". Dicendolo, come se avesse chiesto del tempo.

Ron, che ci era rimasto come un idiota, le aveva risposto candidamente:

"Beh, perché sono un ragazzo. E, come tutti i ragazzi, ho bisogno di certe cose... certe cose che tu non eri pronta a darmi".

"Oh, capito". Aveva affermato lei calma ma Ron, che la conosceva bene, aveva colto i segnali di pericolo. "Solo perché sei un Homo Sapiens e appartieni al genere maschile, ti senti il diritto di essere infedele solo perché non pensavi che fossi pronta per un rapporto fisico. A parte il fatto che io non ne sapevo niente di queste tue supposizioni, che potevano essere anche false. Giusto?".  

Il tono della ragazza era stato molto simile a quello che si rivolge a qualcuno da compatire. In qualche senso il rosso lo era... per la sua idiozia.

Non avendo proprio capito quello che li aveva detto, Ron si era limitato ad annuire.

A questo gesto, Hermione si era morsa il labbro, pensierosa. "Giusto. Se è cosi, come appartenente al genere femminile credo di avere un piccolo diritto. Vuoi sapere quale, mio caro Ronald Weasley?".

Ron aveva scosso la testa, in una risposta negativa, terrificato dallo sguardo omicida in quelli che erano stati gioiosi occhi d'oro. "Davvero. Io credo di avere il diritto di lanciare qualsiasi oggetto abbia a disposizione, usando la tua testa come bersaglio fino a quando non sarò o io esausta o tu non lascerai la stanza!? ".

Questa frase fu seguita da una serie di enormi volumi che presero a volare per la stanza, con una rapidità impressionante. Gli spettatori, che avevano assistito alla sfuriata, si erano subito precipitati a trovare un riparo. Il rosso aveva tentato di scansarli fino a quando non si era trovato con le spalle al muro. Un'ora più tardi, Hermione lo aveva tranquillamente informato che la loro storia era finita, ma che era disponibile a restare amici in un futuro molto, molto remoto...

Strano ma vero lei e Lavander erano rimaste amiche.

Subito dopo tali fatti, Ron aveva pensato di lasciarla un po’ tranquilla, rincuorandosi che tutto si sarebbe sistemato da solo. Si sarebbero perdonati a vicenda e tutto sarebbe tornato alla normalità.

Questo fino a due settimane prima quando lui, insieme al resto di Hogwarts, era rimasto sbigottito alla vista della caposcuola che era entrava nella sala grande mano nella mano con la sua controparte maschile. Avevano fatto il loro ingresso come se quello spettacolo fosse la cosa più naturale del mondo, per poi scambiarsi sotto gli occhi scioccati di tutti un bacio pubblico notevolmente appassionato, prima di separarsi per mangiare ognuno al proprio tavolo.

La fortuna di Ron Weasley era indiscutibilmente finita.

Nonostante o magari a causa di chi loro fossero, la nuova coppia era sicuramente aperta nelle sue dimostrazioni di affetto. Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere Draco Malfoy camminare mano nella mano con qualcuno, o Hermione Granger sedere tra le braccia di ragazzo, per giunta Slytherin… o per meglio dire, lo Slytherin per eccellenza. Nessuno poteva credere ai propri occhi nel vederle appoggiare tranquillamente la testa sul petto di lui, mentre il ragazzo le sussurrava dolci tenerezze all'orecchio strappandole risolini divertiti e un lieve rossore.

Così il risentimento era cresciuto e cresciuto dentro Ron culminando in un mix di rabbia, malizia, gelosia e odio che l'aveva portato lì, a quell'ora della notte. Era troppo.

In realtà, cosa lo aveva davvero spinto era il desiderio di pestare Draco Malfoy. Non solo aveva perso la sua ragazza, ma l'aveva persa per colpa del suo peggiore nemico… per giunta prossimo a diventare un Mangiamorte. No, si corresse, era solo una fase quella di Hermione. Per ora voleva solo sfogarsi. Peggio per chi si fosse messo sul suo cammino.

"Oh, andiamo Malfoy". Ron cercò di intimidire l'altro con la propria stazza alta e grossa. "Da mago a mago... puoi ammettere che ti sei portato a letto la caposcuola solo per un capriccio. Solo per curiosità, hai capito, no? Probabilmente un tuo qualche desiderio perverso di veder com'è una mezzosangue prima di iniziare ad ucciderle come Mangiamorte."

Ron sembrava sorprendentemente fiero di quello che aveva detto. Almeno, giudicando dal silenzio monumentale dello Slytherin.

Malfoy fu così veloce che il rosso non realizzò nemmeno che l'altro si era mosso, fino a quando non se lo vide piombare addosso ed essere sbattuto contro la parete. Una mano bianca che gli stringeva la gola.

Quei dannati riflessi da Seeker, maledizione.

"Che cosa hai detto, fottuto bastardo?" Chiese, retorico, il biondo con una luce assatanata negli occhi di ghiaccio, scandendo con violenza le parole. Non era nemmeno sudato mentre Ron cercava con tutto se stesso di liberarsi da quella presa d'acciaio.

Draco allentò la presa giusto per farlo parlare, ma teneva comunque la mano stretta intorno alla giugulare dell'altro. Il piccolo stronzo non se la sarebbe cavata con quello che aveva detto, nonostante quella strana nuova tolleranza che Draco sembrava aver raggiunto.

"Che diavolo ti prende Malfoy?"

"Non rivolgerti mai e poi mai alla mia donna in questo modo!". Sibilò, gli occhi che iniettati di sangue. Nessuno aveva mai visto Draco Lucius Malfoy così fuori controllo. O, meglio, niente gli aveva mai fatto perdere il controllo fino a questo punto.

"Tu lo hai fatto per sei anni!"

"Si, Weasley. L'ho fatto in passato ma certamente non la consideravo mia amica all'epoca, anche se ora sto facendo di tutto per rimettere le cose a posto. Tu, invece, non hai scuse. Hai rovinato quello che avevi con lei. Per cosa non riesco proprio a capacitarmi, vista la fortuna che avevi nell'averla al tuo fianco". Il suo respiro era tornato a farsi più calmo ma le lame di ghiaccio che la sua voce scagliava si erano fatte più affilate. Sembrava una belva pronta ad avventarsi sulla sua preda, avida di sangue. "Non che mi stia lamentando, sia chiaro. Come si dice: mors tua, vita mea". Nuovamente la sua celebre smorfia sarcastica, ma il sangue non aveva smesso di ribollirgli nelle vene. Nessuno poteva osare parlare così di lei. Non lo permetteva nemmeno ai suoi seguaci Slytherin. Lui era il loro re, quindi lei la loro regina, senza alcuna discussione. "E un'altra cosa, non sarò mai un Mangiamorte, come quel bastardo di mio padre. Hai capito, Weasel?". Ron non poté fare altro che annuire davanti ad una tale esplosione di furia.

Draco lo lasciò andare e si voltò disgustato. "Se non fosse che lei ne sarebbe estremamente scontenta, ti avrei già maledetto e non ci sarebbe più un Ronald Weasley su questa terra".  Poi aggiunse in un tono così serio, serio come quella verità che aveva afferrato. "Tu non ami Hermione, o lo hai mai fatto. Ami solo l'idea di averla".

"Per tua informazione io l'amo! E, dimmi, cosa ne sa un Malfoy dell'amore? Sai almeno che cos'è?". Ron sputò. Boccheggiava ancora.

Draco non si voltò. "Può darsi che io non sappia esattamente cosa sia l'amore. È una cosa nuova per me, giacché è la prima volta che ne provo per qualcuno. Ma so cosa l'amore non è. Non è menzogna. E soprattutto non è egoismo. Magari le vuoi bene ma, almeno a te stesso, ammetti che non l'hai mai amata veramente. Perché, altrimenti, ti saresti portato a letto le tre oche peggiori di tutta Hogwarts? Sapevi che Hermione ti avrebbe scoperto e, senza nemmeno che te ne rendessi conto, era quello che volevi. No, non sei mai stato innamorato di lei, odi soltanto il fatto che lei possa amare me. E per questo, mio caro amico color carota, che sei l'idiota più egoista che abbia mai avuto il dispiacere di conoscere". Draco sospirò. Si era probabilmente condannato da solo dicendo quelle tre piccole parole all'altro ragazzo. "Ora, per piacere, va al diavolo. Sto velocemente perdendo la mia già fin troppo ammirevole pazienza per la tua nauseabonda presenza. E no, questa non è una gara di forza, ma sono davvero seccato dall'essere stato svegliato dal sonno più piacevole che ho fatto di recente e costretto ad ascoltare i tuoi farneticamenti alle due del mattino. Tanto per informarti e restare nello spirito giusto, domani farò rapporto per questa tua mancanza di tatto. Sono un caposcuola e, per assolvere bene ai miei doveri, ho bisogno di dormire, io".

Draco sbatté il rosso fuori dalla porta nel corridoio deserto. "Buona notte e mi raccomando di ciao ciao a Filch per me, ti va?".

La porta si richiuse davanti ad un Ron fumante. Per essere più sicuro, Draco fece un incantesimo insonorizzante, casomai Weasel volesse nuovamente attaccar briga.

Con uno sbadiglio, ritornò nella sua stanza, si tolse l'accappatoio e, nudo, si rimise a letto accanto a Hermione. Immediatamente lei tornò a raggomitolarsi sul suo petto e Draco le passò un braccio intorno alla vita, stringendola a sé.

"Dove sei andato?". Gli chiese, assonnata.

Draco ci pensò un momento. "Ho solo fatto quattro chiacchiere con un noioso roditore".

"Hmm, 'kay". Una pausa, poi. "Draco?"

"Cosa?". Lui si stava già piacevolmente riaddormentando.

"Grazie per non averlo ucciso".

Con gli occhi ancora chiusi, le labbra di Draco si curvarono in un piacevole sorriso e si domandò come lei non avesse potuto non sentirli con tutto il baccano che avevano fatto. "Lascia stare. La mia reputazione ormai non potrebbe cadere più in basso".

"Mn, bastardo". Gli colpì il petto scherzosamente, per poi scusarsi baciando quello stesso punto.

"Dalla testa ai piedi". Concordò.

Iniziò a massaggiargli il petto scolpito, mordicchiandosi un po’ le labbra. "Draco... quello che hai detto, cioè l'essere innamorato di me, è vero o era solo un altro modo per tormentare Ron?" Sembrava che trattenesse il fiato mentre attendeva una sua risposta.

"Granger, senza alcun dubbio, questo è la cosa più cattiva che tu mi abbia mai detto. Pensavo che la strega più intelligente della nostra epoca avesse già capito una cosa tanto ovvia".

Hermione si rilassò, soddisfatta. Gli occhi le si chiusero, lentamente.

"Hermione, io ti amo".

Purtroppo sembrava che lei fosse già addormentata. Draco sorrise e le posò un tenero bacio sul capo, prima di stringerla ancora di più. E, mentre iniziava anche lui a lasciarsi andare all'abbraccio di Morfeo, quelle parole a cui così disperatamente anelava lo raggiunsero.

"Ti amo anch'io, Draco".

Il sonno lo accolse e tutti i suoi sogni quella notte furono davvero piacevoli.

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Note:  vi siete mai trovati in una situazione del genere? Una volta la mia migliore amica mi ha chiesto di accompagnarla a fare spese. Dopo lo shopping, ci siamo fermate a prendere un gelato fino a quando siamo state raggiunte dal suo ragazzo, ex. A quel punto, lei è esplosa scaraventandogli addossi di tutto e inveendo come una forsennata. Io ci sono rimasta di sasso. È stato in  quel momento che lui ha fatto il famoso discorsetto di Ron sulle esigenze dei ragazzi. Roba da mettersi le mani nei capelli per l’idiozia!

Ma sapete cosa ha fatto lei? Prima gli ha dato una borsettata poi, quando si è ripreso, un calcio all'inguine. Io l'ho finito con un gancio al naso, giusto come appoggio alla mia amica, anche se non ci avevo capito molto di quello che era successo. E meno male, altrimenti altro che pugno che gli avrei dato. Ne sono rimasta tanto colpita che ne ho fatto una fic.

Quando, alla fine, le ho chiesto se sapeva che lo avremmo incontrato, mi ha risposto di sì e che mi aveva portato con sé perché aveva bisogno di un secondo per il suo incontro di pugilato, un sostegno fisico e morale. Una forza, vero?

  
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