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Autore: _SbuffodiNuvola_    05/06/2021    0 recensioni
SPOILER VOLUME 6 DEL MANGA
“Ritsuka Uenoyama non aveva mai creduto ai fantasmi. Non aveva il terrore di entrare nelle case dell’orrore dei luna park, non si spaventava quando Itaya raccontava storie di mostri durante le gite scolastiche e nemmeno se i suoi amici gli facevano scherzi cercando di far sembrare tutto opera di una presenza sovrannaturale. Insomma, non aveva paura di cose del genere, anzi, non riusciva a capacitarsi di come la gente andasse nel panico per qualcosa di così stupido e che per giunta non era reale.
Peccato che dovette ricredersi durante una sera come le altre, mentre cercava di terminare la canzone che Hiiragi e Shizusumi gli avevano affidato, la canzone incompleta scritta da Yuki Yoshida.”
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mafuyu Satō, Ritsuka Uenoyama, Yūki Yoshida
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Quella volta in cui Uenoyama incontrò un fantasma


Ritsuka Uenoyama non aveva mai creduto ai fantasmi. Non aveva il terrore di entrare nelle case dell’orrore dei luna park, non si spaventava quando Itaya raccontava storie di mostri durante le gite scolastiche e nemmeno se i suoi amici gli facevano scherzi cercando di far sembrare tutto opera di una presenza sovrannaturale. Insomma, non aveva paura di cose del genere, anzi, non riusciva a capacitarsi di come la gente andasse nel panico per qualcosa di così stupido e che per giunta non era reale.

Peccato che dovette ricredersi durante una sera come le altre, mentre cercava di terminare la canzone che Hiiragi e Shizusumi gli avevano affidato, la canzone incompleta scritta da Yuki Yoshida.

Lavorare alla canzone d’amore dell’ex del suo ragazzo non era esattamente ciò che gli sarebbe piaciuto fare, però c’era qualcosa che lo aveva affascinato. Era una musica diversa da quella di Hiiragi e Mafuyu, aveva un potere... quasi ammaliante. Per quanto lo volesse, non riusciva a smettere di provare nuovi accordi per finire quella sottospecie di magia. Cercare di capire cosa volesse esprimere Yuki era diventata una sfida a cui non avrebbe rinunciato facilmente, testardo com’era. 

Stava per scrivere su un foglio la sequenza di accordi che aveva appena provato quando lo vide. Seduta sulla scrivania, davanti a lui, c’era la figura argentea di un ragazzo che lo osservava con un sorrisetto. 

Uenoyama sobbalzò, sbattè la testa contro il muro che aveva alle sue spalle e per poco non fece cadere la sua amata chitarra. 

-Ma porc... -iniziò a dire massaggiandosi il punto dove aveva sbattuto. Poi guardò di nuovo la figura davanti a lui e mormorò: -Che cazzo...

-Ah, quindi riesci a vedermi! Sono qui da ore, sai... -disse quella. Il ragazzo sembrava all’incirca della sua età, indossava la divisa scolastica e aveva dei piercing all’orecchio. 

-Chi sei? -chiese il chitarrista. -Come sei entrato?

-Mafuyu non ti ha parlato di me? -fece l’altro per tutta risposta.

Uenoyama alzò un sopracciglio: ok che Mafuyu era capace di essere amico di tipi strani come Hiiragi, ma così sembrava anche eccessivo.

-Avrebbe dovuto? -tentò. Il ragazzo sospirò e la sua figura divenne per un attimo trasparente, facendo confondere Ritsuka ancora di più. Ok, stava sicuramente sognando. 

-Non ti sei mai chiesto dove abbia preso la sua chitarra? 

-Era del suo ex che è... -Uenoyama si bloccò a metà della frase. No, impossibile. Quello che aveva davanti non poteva essere Yuki Yoshida. Era... beh, passato a miglior vita ormai da due anni. 

-Già, del suo ex che è morto suicidandosi. -il ragazzo aprì le braccia. -Ossia del sottoscritto.

Ritsuka spalancò gli occhi e sbattè le palpebre, incredulo. Poi si guardò attorno, sicuro che fosse uno scherzo di pessimo gusto probabilmente (anzi, sicuramente) da parte di Hiiragi.

-Ahah, sì, divertente, certo. -disse ridacchiando nervosamente. Poi alzò la voce e si guardò attorno: -Kashima, so che è tutta opera tua! Dove ti nascondi?

Yuki lo osservò aggrottando le sopracciglia, poi rise: -Non è uno scherzo. Io sono Yuki Yoshida.

-C’è anche Mafuyu, vero? Avete costretto Shizusumi a seguirvi in questo scherzo di pessimo gusto immagino. -continuò Uenoyama alzandosi dal letto e mettendosi a cercare qualsiasi cosa che potesse portarlo a trovare Mafuyu, Hiiragi e Shizusumi, tipo una telecamera nascosta o chissà che altro.

-Mi spiace fare il guastafeste, Ritsuka, ma non è uno scherzo. -disse Yuki, continuando a guardarlo mentre camminava per la stanza.

-Su, venite fuori! -fece Ritsuka per tutta risposta.

Dopo una buona mezz’ora, però, il chitarrista dei Given fu costretto ad arrendersi. Sempre sotto lo sguardo di Yuki, si sedette sul letto e si grattò il collo.

-Com’è possibile che tu sia qui se sei... morto? -chiese senza troppi complimenti.

-Mai sentito parlare di fantasmi? -rispose l’altro osservando la chitarra che il ragazzo aveva appoggiato delicatamente sul suo supporto. -Quelli che i bambini cercano di diventare con un lenzuolo bianco. Hai presente?

Ritsuka si sentiva preso in giro. Era ovvio che sapesse cosa fossero i fantasmi! Semplicemente era stupito dal fatto che esistessero davvero! 

O forse, si disse, stava solo sognando. Aveva cercato di entrare nella mente di Yuki per tutto il pomeriggio, quindi era probabile che quel ragazzo gli fosse apparso in sogno... 

Cercò di mantenere la calma e chiese: -E perché un fantasma dovrebbe venire nella mia stanza alle undici e trenta di sera di un qualsiasi giorno feriale?

Yuki alzò gli angoli della bocca in un sorrisetto che gli fece saltare i nervi.

-Solo per vedere che tipo è il nuovo ragazzo di Mafuyu. -rispose alzando le spalle. Uenoyama alzò un sopracciglio. Era serio o...?

-E poi per sentire cosa farai con la mia canzone. -aggiunse il fantasma avvicinandosi al chitarrista con le mani in tasca. Quando fu a pochi centimetri dal suo naso, aggiunse: -Ma soprattutto per il primo motivo.

Ritsuka si allontanò d’istinto, toccando la parete dietro di sé con la schiena. A che gioco stava giocando quel fantasma?

-Sai com’è, Ritsuka... ero curioso. -continuò quest’ultimo senza spostarsi di un millimetro. Il suo tono lo fece preoccupare. Non sapeva perché, ma si sentiva come quelle ragazze protagoniste di manga shojo nelle cosiddette scene “kabe-don” con il ragazzo attraente.

-Curioso? -ripeté. La sua voce sembrò uno squittìo spaventato, ma non ebbe tempo per dire altro, perché quel maledetto fantasma si mise a ridere, allontanandosi da lui.

-E ora che ho fatto di così divertente?! -esclamò Ritsuka più che confuso. Per un attimo si chiese cosa ci avesse trovato Mafuyu in quel ragazzo. Era veramente un mistero.

-Pensavi davvero che volessi provarci con te? -fece Yuki tra una risata e l’altra. 

Uenoyama arrossì: -Hai idea di che razza di espressione avevi?

-Ma sono morto, come potrei? -gli fece notare l’altro. Si asciugò le lacrime che gli erano scese per le risate. -Era da tantissimo che non mi divertivo così!

Il chitarrista dei Given cercò di nascondere l’imbarazzo. Si sentiva uno stupido: come sempre era andato in panico senza pensare.

Si alzò dal letto e prese dei vestiti puliti, poi, senza neanche guardare Yuki, annunciò che si sarebbe fatto una doccia.

-E non seguirmi. -aggiunse vedendo l’espressione furba che si era dipinta sul volto dell’altro. 

Mentre si allontanava lungo il corridoio, udì le risate del fantasma dietro di sé e ancora una volta si chiese che cosa avesse fatto interessare Mafuyu a lui.

 

 

Naturalmente Yuki non solo lo aveva seguito, ma era anche entrato nella doccia e lo aveva fatto spaventare. Ritsuka aveva fatto un salto, rischiando di scivolare. Per fortuna era rimasto in piedi e aveva cacciato il fantasma, mentre quest’ultimo rideva come un pazzo.

Tornato in camera, Uenoyama si era rimesso a suonare la chitarra, mentre Yuki fluttuava in giro. Quando era sicuro di non essere visto, Ritsuka alzava lo sguardo dal foglio dove scriveva gli accordi e lo osservava. Era un tipo particolare, doveva ammetterlo. Nonostante il sorrisetto beffardo e gli scherzi che gli aveva fatto, gli faceva un’impressione strana, quasi malinconica. D’altronde, si disse, si era suicidato mandando in frantumi i sogni e le speranze che aveva per il futuro. Al contrario di Uenoyama, non sarebbe cresciuto, non avrebbe più riso con gli amici, non avrebbe più suonato la chitarra, non avrebbe fatto esperienze d’amore... tutto era finito per lui. 

Il chitarrista dei Given provava un po’ di pietà, in effetti, però non disse niente fino a che non terminò la canzone, poi si tolse le cuffie e lasciò la chitarra sul letto.

-Ho finito. -annunciò. Yuki, che se stava fluttuando sopra la scrivania, si avvicinò per leggere quello che aveva scritto sui fogli.

-Sai, è esattamente quello che avevo in mente. -disse mettendosi a girare per la stanza. -Come hai fatto?

Uenoyama fece un sorrisetto furbo: -Segreto professionale.

Il fantasma sbuffò, facendolo ridere. Poi il chitarrista si alzò dal materasso, raccattò i fogli scarabocchiati, il telefono e le cuffie e mise la chitarra nella custodia. Il giorno seguente aveva le prove in studio, perciò se la sarebbe portata a scuola.

Quando si voltò fece un salto indietro, trovandosi Yuki a un centimetro dal naso. 

-Ma che...

-Devi promettermi una cosa, Uenoyama. -disse il fantasma prima che potesse finire la frase. Aveva un tono talmente serio che Ritsuka ammutolì, stupito. 

Yuki aspettò qualche secondo prima di parlare. Si allontanò da lui e si mise a guardare qualcosa fuori dalla finestra.

-Non so se l’hai notato, ma da quando Mafuyu ti conosce è cambiato. In meglio.

Uenoyama annuì. Certo che lo aveva notato... anzi, lo aveva pure fatto presente al diretto interessato.

-Io non voglio che torni ad avere la stessa espressione di qualche mese fa. È felice con te e non serve un genio per capirlo. -Yuki si voltò a guardarlo. -Devi promettermi che non lo lascerai solo, come... beh, come ho fatto io. 

Concluse la frase con un sorriso amaro.

-Non fargli del male. Non se lo merita. -disse poi.

Ritsuka annuì, serio: -Non avevo intenzione di fargli nulla. Puoi stare tranquillo. -gli sorrise. -Manterrò la promessa.

Il fantasma lo osservò. Ora il sorriso era più... malinconico. Uenoyama decise di rimanere in silenzio e non dire cose come “mi dispiace che tu sia morto”. Non era proprio il caso.

-Beh. È stato bello conoscerti, Ritsuka. -fece Yuki avvicinandosi con le mani in tasca.

-La prossima volta avverti un po’ prima, sarebbe meglio. -rispose Uenoyama. 

-Me ne ricorderò. -il fantasma fece spallucce, poi lo salutò con la mano e scomparve.

 

 

Mafuyu aveva il sonno pesante, ma quando un raggio del sole del mattino gli finiva dritto in faccia era inevitabile che si svegliasse. 

Anche quella mattina finì così. Il cantante dei Given aprì gli occhi e si portò una mano davanti al viso per non rischiare di rimanere accecato. Si maledì per non aver abbassato le tapparelle, la sera prima. E maledì anche Uenoyama che ora lo teneva stretto a sé per non averglielo ricordato.

Beh, forse, forse erano stati un attimo distratti. I vestiti sparsi a terra glielo provavano.

Ok, era disposto a perdonare il suo ragazzo per questa volta.

E poi, Mafuyu lo vide. 

All’inizio credette di essere semplicemente ancora nel dormiveglia. Era impossibile che Yuki fosse lì. Ma poi, quando si strofinò gli occhi e il ragazzo non scomparve, dovette ricredersi.

-Ehi. -disse Yuki. Aveva addosso la divisa scolastica e teneva le mani in tasca, standosene appoggiato alla scrivania. 

-Ehi. -rispose Mafuyu a bassa voce. 

Yuki indicò Uenoyama con la testa e il cantante gli sorrise, poi annuì una volta. Ora andava tutto bene, non era più da solo. Aveva la musica, le pause pranzo divertenti, nuovi amici... e un nuovo amore.
Il fantasma gli fece un piccolo sorriso a sua volta, poi divenne sempre più trasparente fino a scomparire del tutto.

Da quel giorno, nessuno rivide più Yuki Yoshida.




*angolo autrice*
Questa one shot è nata da una semplice domanda che mi sono posta: e se Uenoyama incontrasse Yuki?
Avevo intenzione di finirla diversamente, ma poi ho optato per fare così. Mi sembrava più carino. 🥺❤️
Spero vi sia piaciuta!

   
 
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