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Autore: BeaBia92    09/06/2021    1 recensioni
Un giorno iniziato come tanti altri e che poteva certamente concludersi come tutti gli altri, se non fosse che la storia è ambientata in un periodo in cui persone dotate di poteri e denominati Grisha, non possono considerarsi al sicuro in nessun luogo, neanche in quella che loro chiamano casa.
Questa è la storia prequel di una giovane ragazza Grisha che riesce a penetrare inesorabilmente la corazza e il cuore di un altro Grisha, che apparentemente potrebbe risultare distante, incapace di provare emozioni, insomma un Grisha che ispira reverenza e timore. Sì, avete capito bene, mi sto riferendo al noto Oscuro, o meglio a Kiril, come si faceva chiamare a quel tempo.
Altri però lo avrebbero in futuro conosciuto anche come Eretico Nero.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darkling, Sorpresa
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Crollo

Erano passati tre mesi da quella famosa prova, Luda era arrivata al rifugio, aveva avuto modo di conoscere Baghra e tutti gli altri Grisha presenti.

Con la madre dell’oscuro non era scattata subito quella sintonia che lei aveva sperato, nonostante la ragazza non avesse mai avuto grosse difficoltà ad approcciarsi al prossimo.

Era anche per questo che la sua famiglia la mandava al mercato, sapeva essere cordiale quando serviva, ma al tempo stesso sfuggente in modo da non creare inutili sospetti.

Le lezioni con Baghra a volte erano davvero intense e pesanti, c’era sempre qualcosa che doveva essere fatto meglio.

Luda però questo non lo riferì mai a Kiril, malgrado lui probabilmente sospettasse qualcosa, d’altronde conosceva il carattere della madre meglio di chiunque altro.

Il gruppo ora si era stanziato presso un antico santuario, tanto antico che nemmeno Baghra aveva idea di chi lo avesse costruito.

Kiril non era sempre lì presente, a volte compiva dei viaggi di qualche giorno e spesso riusciva a portare con sé altri Grisha.

Non aveva ancora trovato nessun altro guaritore. Luda, quindi, era l’unica del gruppo con quell’abilità.

Ogni volta che lui ritornava al santuario la cercava con lo sguardo, non poteva farne a meno.

La ragazza era intenta a sistemare delle provviste quando sentì un enorme boato. Corse fuori dalla stanza in cui si trovava e vide che dal corridoio alla sua destra si alzava una cappa di polvere e pietra sbriciolata.

Era crollata un’intera zona del nascondiglio e quella apparteneva a una delle parti comuni, era perciò piena di Grisha.

Si iniziarono a udire dei lamenti provenire da sotto le macerie e subito Luda si adopererò per andare a cercare i superstiti.

Una mano sulla spalla la bloccò, era Kiril che proferì in tono deciso:

“Tu non andrai lì, sei l’unica guaritrice e non possiamo rischiare che tu ti ferisca in caso di un altro cedimento..”

Luda dovette ammettere che lui aveva ragione.

“Sarò nell’altra sala comune e mi farò aiutare ad allestire quante più brandine possibili per i superstiti..”

Si divisero, ognuno con il proprio compito da svolgere.

 

I sopravvissuti continuavano ad arrivare con ferite più o meno gravi, si andava dalle contusioni, ai tagli alla testa o in altre parti del corpo, per non parlare delle ossa rotte.

Luda assieme a Nastia, l’unica plasmaforme presente nel gruppo e con la quale aveva instaurato un buon rapporto, aveva concordato un sistema per procedere: dei Grisha facevano avanti e indietro dalla zona del crollo, portavano i feriti da loro e dovevano dividerli in due file.

I meno gravi sarebbero stati curati da Nastia, più che capace di occuparsi di piccole abrasioni o di contusioni, a lei invece sarebbero toccate le situazioni più gravi. Si erano divise la sala comune in due parti.

Aveva perso il conto dei minuti che trascorrevano inesorabili, non aveva tempo di pensarci, la sua unica preoccupazione era quella di curare quanti più Grisha possibile prima di arrivare al limite.

Aveva appena finito di curare un fabrikator con la gamba fratturata, l’osso bianco che era fuoriuscito dalla sua posizione. Era stato difficile sistemare quella lesione.

Sarebbe dovuta passare al Grisha successivo che era steso nella branda affianco e che era privo di sensi, non era un buon segno.

Dovette però appoggiarsi un momento alla colonna sulla sua sinistra e riprendere fiato.

Aveva chiuso gli occhi per andare a cercare dentro sé stessa quegli ultimi brandelli di forza che le servivano per continuare.

Non le mancava tanto, altri cinque Grisha e avrebbe portato a termine il suo compito.

Sapeva che avevano finito di estrarre tutti dalle macerie e che purtroppo tre di loro non erano scampati alla morte.

Quando riaprì gli occhi si trovò davanti Kiril, non lo aveva neanche sentito arrivare.

“Ammiro la tua dedizione..” esordì “Stai facendo un ottimo lavoro, tuttavia hai bisogno di prendere una pausa..” le suggerì.

“Ce la faccio..” lo rassicurò guardandolo con occhi stanchi.

Per dimostrarglielo si staccò dalla colonna e andò dallo spaccacuore svenuto sulla brandina.

Aveva appena iniziato a compiere il gesto familiare con una mano per individuare il problema del Grisha, quando si sentì afferrare il polso.

Le arrivò immediatamente una forte ondata di potere, che si espanse in tutto il suo corpo con incredibile velocità. Si sentì subito rinvigorita e piena di energia come quando aveva appena iniziato a curare.

Guardò verso il basso, verso la mano di Kiril avvolta al suo polso e in seguito guardò lui stupita.

Forse solo in quel momento il Grisha oscuro si rese pienamente conto del gesto che aveva compiuto.

Era venuto meno a una promessa fatta a sé stesso e alla madre: non rivelare mai di essere un amplificatore vivente. Per quel motivo in un lontano passato aveva già rischiato la vita.

I minimi contatti come lo stringere una mano o toccare qualcuno non erano un problema, doveva esserci comunque una minima intenzione da parte sua. In ogni caso gli era stato inculcato che la prudenza non fosse mai troppa.

Senza dire niente lasciò il polso di Luda e si dileguò.

Lei avrebbe voluto seguirlo, ma doveva prima finire di curare gli ultimi cinque Grisha che le rimanevano.

Nessuno sembrava aver fortunatamente assistito all’accaduto.

Nastia era intenta con le sue cure e si trovava dall’altra parte della sala.

I feriti che le rimanevano tenevano gli occhi chiusi o non stavano guardando in quella direzione.

La sua mente cercava di spiegarsi cosa era successo e finalmente giunse alla soluzione: Kiril le aveva ampliato momentaneamente il suo potere.

 

Luda aveva portato a termine il suo compito e dopo essersi assicurata che fosse tutto in ordine andò a cercare Kiril.

Mentre completava il suo incarico, la sua mente aveva avuto modo di riflettere e ora sapeva esattamente cosa dirgli. Glielo stava suggerendo il suo cuore.

Lo trovò nel posto che lui amava di più, ovvero una fontana di pietra ricavata in parte da una parete dello stesso santuario. Era circondata dagli alberi e da alcuni rampicanti.

Le mani di lui appoggiate al bordo di pietra bianca, come se stesse cercando di attingervi la forza direttamente dalla roccia, quella che sentiva venirgli meno.

Le dava le spalle, ma sentì comunque la sua presenza.

“Kiril..” lo chiamò lei fermandosi a qualche passo di distanza.

Lui non le rispose, se lo avesse fatto avrebbe completamente ceduto, avrebbe subito un crollo anche lui, ma dei muri che aveva eretto con scrupolosa metodicità.

“Kiril..” provò lei di nuovo.

“Aleksander..” si lasciò sfuggire sospirando “Il mio vero nome è Aleksander..”

La guardò per un attimo prima di distogliere velocemente lo sguardo.

Luda a quella ulteriore confessione rimase spiazzata, le ci volle qualche istante per riprendersi e decidere che per lei non cambiava assolutamente nulla.

“Ki..” iniziò a dire per la forza dell’abitudine, si corresse “Aleksander..”

Sentire il suo nome pronunciato dalla voce di lei era come musica per le sue orecchie.

“Solo i Santi sanno tutti i reali motivi per cui tu abbia dovuto celare la tua vera identità e il tuo altro dono. Me ne vengono sinceramente in mente un paio..” sottintese, chiaramente riferendosi a Baghra, la madre di lui.

Aleksander, ancora voltato, sorrise. Luda aveva la straordinaria capacità di comprendere gli altri, anche lui.

“Non rivelerò mai a nessuno i tuoi segreti, rimarranno per sempre al sicuro con me, perché..” dovette fare una pausa, l’intensità delle parole che stava per pronunciare le faceva tremare la voce “Perché non potrei mai essere l’artefice della tua sofferenza..”

E lì avvenne, il crollo definitivo dei muri. Il Grisha oscuro li sentì perfettamente mentre si abbattevano e si sbriciolavano. Non c’era più nessun ostacolo e il suo cuore fu finalmente libero di vivere quell’emozione che aveva così a lungo osteggiato. Aveva semplicemente preso il sopravvento.

Vedendo che lui era rimasto fermo e senza la minima intenzione di risponderle, la ragazza si girò per andarsene.

“Luda..” la chiamò lui.

Il tempo di voltarsi nuovamente e lui l’aveva facilmente raggiunta, riducendo con poche falcate la distanza che li separava.

Le afferrò il viso fra le mani e accostò le sue labbra a quelle di lei lasciandosi guidare dal suo cuore.

Dopo un primo attimo di smarrimento e stupore per il gesto, anche Luda cedette e gli donò tutto quello che provava.

Lei dischiuse le labbra, gli consentì di entrare e di concedere al bacio di diventare più profondo e deciso.

Si fermarono per la mancanza di ossigeno.

Con dolcezza appoggiarono fronte contro fronte, erano occhi negli occhi, ossidiana penetrante e ghiaccio fuso si guardavano complici e consapevoli di quanto avevano appena vissuto: un intenso momento di condivisione di due anime.

  
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