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Autore: GipsyK    10/06/2021    0 recensioni
Il verificarsi di una singolare anomalia astronomica obbliga lo SHIELD ad indagarne la causa, che si rivela essere un semidio di loro conoscenza, trovato privo di sensi al centro di un cratere nel ghiaccio. Ben presto però, si rendono conto che qualcosa non quadra: Loki è debole, non ha più la sua magia, ma soprattutto non possiede più l'Allspeak ed è in grado di parlare solamente la sua aliena e incomprensibile lingua madre, che nessuno ovviamente conosce.
Perché è tornato? Qual'è il suo scopo sulla Terra?
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Attenzione!! Trigger Warning: Nel capitolo sono presenti descrizioni abbastanza esplicite di scene di tortura. Nulla di sessuale o sanguinolento, ma questo comunque non le rende più facili da digerire. Se per qualche motivo preferite non leggerle lo capisco, perciò ho inserito tre asterischi all'inizio e alla fine della sezione corrispondente. 




 

Capitolo 2

 

 

Le ore divennero giorni, i giorni settimane. Ogni giorno Tony e Bruce scendevano nella stanza più remota del livello più basso del sotterraneo della base, raccoglievano quanti più dati possibili da Loki comunicando istruzioni elementari in un singolare mix del gioco del mimo e pictionary, senza punti o vincitori e vinti. A volte scendevano insieme alla dottoressa Fairbank, spesso lo facevano da soli.

Loki mutava i suoi stati d’animo con la stessa frequenza con la quale una persona sbatte le palpebre. Lo avevano trovato arrabbiato, infastidito, allegro, annoiato, entusiasta, curioso, irritato, esausto, pieno di energia, a volte da un giorno all’altro, altre volte da un momento al successivo. La maggior parte del tempo però, Tony lo trovava semplicemente deluso, amareggiato, apatico, demotivato, arreso. Piegato.

Ma nonostante gli sbalzi d’umore e un paio di episodi in cui non riuscirono a convincerlo nemmeno a tirare fuori la testa da sotto il suo lenzuolo, era incredibilmente collaborativo e ben presto Tony pensò che fosse arrivato il momento di testare la prima versione beta del loro software.

Avevano deciso di chiamarlo AXEL, in onore del nipote di Otto Lidenbrock, che nella famosa opera di Jules Verne decifra il messaggio in caratteri runici scritto sulla pergamena ritrovata dallo zio. Tony sperava sinceramente che il frutto del loro lavoro di traduzione non li portasse a dover scendere nel cratere Yökull dello Snæffels alle calende di luglio. Ne aveva avuto abbastanza di caverne nella vita.

“Avanti AXEL, è il tuo momento, non deludere papà” disse Tony mentre configurava gli ultimi parametri sul portatile. Decise di iniziare da qualcosa di elementare, scrivendo ‘Bruce cammina’. AXEL gli restituì la traduzione runica in asgardiano che trasmise al grande schermo LCD rivolto verso Loki. Egli guardò i simboli comparsi sullo schermo con la fronte aggrottata. Tony indicò Bruce, che prese a passeggiare in cerchio lungo la stanza guardando Loki in attesa di conferma, ma la confusione sul suo viso non fece che aumentare. Quando Bruce fermò la sua marcia senza meta, Loki scosse la testa, indicò prima lo schermo, poi Banner, e infine prese a saltellare sul posto. Tony e Bruce si guardarono, un po' confusi e un po' delusi.

I tentativi successivi non furono gran che più promettenti, era chiaro che AXEL era destinato a fraintendere di continuo, sia dall’inglese all’asgardiano che viceversa. Quando infine Bruce scrisse ‘Tony mangia’ e le rune comparvero sullo schermo Loki non riuscì nemmeno ad aspettare che Tony iniziasse a mimare l’azione prima di scoppiare in una risata autentica ed esagerata, come se quello che aveva appena letto fosse la cosa più esilarante del mondo.

Tony, rabbuiato, lo osservò mentre si piegava in due tentando di riprendere il controllo di sé senza tanto successo, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi.

“Ok, basta così, cattivo AXEL, non si prende in giro papà davanti al nemico” disse mentre si preparava a raccogliere tutta l’attrezzatura. Loki non riuscì a smettere di ridere nemmeno una volta che i due furono usciti dalla stanza.

“A volte non pensi anche tu che ci stia prendendo in giro fin dall’inizio solo per il gusto di vederci impazzire?” disse Bruce camminando lungo il corridoio di fianco a Tony verso il loro laboratorio. Lui fece un verso di assenso.

“Certo. Per questo ho detto a Jarvis di dare un occhiata ai file che Fury e lo SHIELD non vogliono mostrarci” rispose abbassando la voce quando incrociarono un paio di persone che si dirigevano nella direzione opposta alla loro.

“Hai detto a-, Tony, hai hackerato il data center dello SHIELD?” sibilò Bruce prendendo l’uomo per un braccio per costringerlo a smettere di camminare e voltarsi verso di lui. Tony alzò gli occhi al cielo e guardandosi intorno aprì la prima porta che trovò sulla destra. Infilò la testa nella fessura per assicurarsi che la stanza fosse vuota, poi ci spinse dentro Bruce e chiuse la porta alle loro spalle.

“Non ho hackerato il data center dello SHIELD. Jarvis lo ha fatto. E poi non ha nemmeno toccato quello dello SHIELD, mi ha permesso l’accesso a quello della CIA” mormorò Tony.

“Quello della-” strillò Bruce mettendosi le mani fra i capelli, ma fu prontamente zittito da un sibilo di Tony che lo prese per un braccio e per buona misura lo allontanò di qualche altro passo dalla porta della stanza.

“Quello della CIA?! Perchè?! Tony, sei impazzito, c’è gente che è dovuta sparire dal paese per molto meno, vuoi essere costretto ad andare a vivere in Russia? Io non voglio vivere in Russia, fa freddo”

“Smettila, non è la prima volta che lo faccio. Non sei curioso? Non mi chiedi perché ho deciso di scavare un po' più a fondo riguardo tutta questa situazione?” Tony lo guardò con le sopracciglia alzate e le braccia incrociate. Bruce gli restituì lo sguardo, in attesa. Ma Tony si limitò a guardarlo negli occhi.

“Oh, non era una domanda retorica, vuoi che te lo chieda davvero?”

“Beh dovresti volermelo chiedere, voglio dire, sei uno scienziato, la curiosità-”

“Sei impossibile, va bene: perché hai deciso di ficcare il naso nei documenti segretati della CIA, Tony?” chiese Bruce, alzando le braccia, esasperato. Tony gli regalò un sorrisetto compiaciuto.

“Perché, Bruce, mi sono presto reso conto di due cose: in questa base è pieno zeppo di agenti della CIA, più di quanti ce ne siano dello SHIELD; e Loki non è arrivato qui tre mesi fa, ma cinque”

“Cinque?”

“Già. Hai presente la primissima foto che ci hanno fatto vedere, quella in cui Reindeer Games si trova svenuto nel cratere, probabilmente a valutare le scelte della vita che l’hanno portato a ritrovarsi con la faccia spiaccicata nella neve sul pianeta che ha tentato di conquistare? Bene. Sulla superficie del ghiaccio sono chiaramente visibili delle strane striature. Inizialmente pensavo fossero semplicemente delle ombre sul ghiaccio, ma confrontando lo scatto con altre fotografie del cratere successive, mi sono accorto che le striature non ci sono più. Sparite. Puff. Allora ho capito di che cosa si tratta veramente: il riflesso dell’aurora australe sul bianco della neve. Indovina quando si è manifestata l’aurora australe l’ultima volta in questa zona?”

“Cinque mesi fa, non tre” rispose Bruce con aria pensierosa

“Esattamente. Perciò le domande che mi sono sorte successivamente sono state queste: perché ci hanno mentito e che cosa hanno fatto a Rock of Ages in questi due mesi di buco?”

“In che senso ‘che cosa hanno fatto’?”

“Andiamo, non dirmi che non hai notato anche tu alcune sue esagerate reazioni a suoni o parole del tutto innocue. In più sono tutti così sicuri che non abbia più alcuna abilità sovrumana o che non capisca più una parola d’inglese. Fury che ci dice che è considerato un terrorista. Non ci vuole una mente geniale per fare due più due” disse Tony distogliendo lo sguardo

“Quindi pensi che sia stato-”

“Ehm… scusate, mi dispiace interrompere, ma questo è il bagno delle donne”

Tony e Bruce si voltarono contemporaneamente verso la porta della stanza, il bagno delle donne secondo quanto avevano appena appreso, per fissare con occhi sgranati la dottoressa Fairbank.

“Uhm… certo. Stavamo giusto uscendo, che sbadati, ci dispiace” rispose Bruce ridacchiando e prendendo Tony per un braccio trascinandolo verso la porta per uscire dal bagno, superando un attonita Nicole Fairbank.

 

 

 

― ♦ ―

 

 

 

“Tanto valeva provare ad usare Google traduttore” sospirò Nicole all’ennesima scossa del capo da parte di Loki. Tony inspirò rumorosamente sgranando gli occhi e poggiandosi una mano sul cuore

“Non c’è bisogno di passare agli insulti, dottoressa. Mi ritengo personalmente offeso”

“Da una parte ha ragione, Tony” disse Bruce togliendosi gli occhiali da vista e stropicciandosi gli occhi “così non arriviamo da nessuna parte”

Tony era intento a riflettere sul problema mentre osservava distrattamente Loki che giocherellava con il pennarello della lavagna, quando lo vide assottigliare lo sguardo in direzione della copertina del libro che la dottoressa Fairbank sfogliava pigramente e lo vide letteralmente avere un illuminazione: si bloccò all’improvviso, con gli occhi sgranati e le sopracciglia leggermente aggrottate, sembrò riflettere per qualche secondo, poi prese a scrivere freneticamente sulla lavagnetta bianca.

“Dottoressa, penso che questo non voglia perderselo” mormorò Tony poggiando una mano sulle pagine del libro a coprire il testo che Nicole teneva in mano per attirare la sua attenzione, poi indicò Loki.

“E adesso quello che roba è?” chiese Bruce incuriosito, avvicinandosi agli altri due e al vetro della cella.

Anche Loki si avvicinò maggiormente per permettere a tutti e tre di osservare bene il suo operato: aveva scritto delle rune, indubbiamente, ma questa volta invece di essere tutte in fila a formare parole e frasi le aveva intrecciate fra loro connettendole con linee e punti più o meno spessi, a formare una sorta di disegno circolare.

“Uhm, il suo prossimo tatuaggio?” disse Tony grattandosi distrattamente la barba, pensieroso.

Loki indicò prima il suo disegno, poi il libro che Nicole teneva ancora aperto fra le mani. Bruce prese fra le dita la prima metà delle pagine chiudendo il volume, tutti e tre osservarono per qualche secondo la copertina, sulla quale era stampato un disegno non così diverso da quello prodotto da Loki.

“Ma certo!” disse Nicole, con un esclamazione di realizzazione mista a entusiasmo

“Mah, personalmente preferisco qualcosa di meno ‘tribale’, quella roba te la devi tenere addosso per il resto della vita”

Nicole lanciò un occhiataccia esasperata all’ingegnere. “No, Stark, voglio dire che forse Loki è arrivato a una soluzione! Questo è il Vegvisir, un antico simbolo noto anche come ‘bussola vichinga’, veniva disegnato sulle navi prima che salpassero come buon auspicio perché aveva un significato di guida per le persone che smarriscono la strada” disse la dottoressa indicando il simbolo stampato sulla copertina del libro

“Evidentemente l’asgardiano ha più di un sistema di scrittura, non solo quello alfabetico lineare che Loki ha tentato di insegnarci fino ad ora. Questo sembra essere un sistema semasiografico, un metodo di comunicazione scritta che non corrisponde alla fonetica della lingua parlata, non è legato a regole grammaticali o di sintassi per la costruzione di una frase, esprime semplicemente i concetti tramite delle immagini! Le popolazioni vichinghe devono averla vista e preso spunto da essa per i loro simboli!” concluse con una scintilla di entusiasmo negli occhi

“Significa che questo tipo di scrittura potrebbe essere più semplice e intuitiva da imparare per AXEL?” chiese Bruce con una nota speranzosa nella voce

“Penso proprio di si. Loki sei un genio!” esclamò Nicole con un sorriso mentre prendeva la fotocamera per scattare delle foto alla lavagna che Loki ancora teneva bene in vista di fronte a sé

“Evviva, dobbiamo ricominciare da capo!” esclamò Tony con falso entusiasmo, sospirando.

Ed è esattamente quello che fecero, ricominciarono da capo. Loki riempì innumerevoli volte la lavagna di simboli e disegni, loro riempirono diversi hard disk con nuove fotografie e le diedero in pasto ad ALEX, adattando di volta in volta la configurazione del software. Dopo 72 ore di lavoro, interrotte solamente da brevi pause per i bisogni primari e qualche pisolino veloce, tentarono l'ennesimo test. Bruce scrisse 'Tony mangia una mela' e dopo qualche secondo, ALEX produsse un intreccio circolare di rune e linee che venne proiettato sullo schermo LCD.

Loki, che stava combattendo il bisogno di vincere il sonno in una posizione semi sdraiata sul pavimento, raddrizzò improvvisamente la schiena e guardò prima lo schermo della TV, poi Tony. E finalmente annuì, inizialmente titubante, quasi incredulo, poi con più veemenza, alzandosi in piedi e avvicinandosi al vetro della cella quasi correndo.

Bruce e la dottoressa Fairbanks si guardarono per un momento, increduli anche loro, poi eruppero in contemporanea in strilli eccitati.

"Che succede? Che mi sono perso?" Chiese Tony alzandosi di colpo dalla sedia su cui si era accasciato e abbandonando sul pavimento la mela che stava sgranocchiando distrattamente.

"Funziona! Tony, funziona, guarda!" ripeté Bruce indicando lo schermo del computer. Tony osservò prima lo schermo, poi la mela abbandonata e poi Loki, che aveva premuto le mani sul vetro della cella per avvicinarsi il più possibile al gruppo e continuava ad annuire con un sorriso sghembo stampato sul volto.

"ALEX, bravissimo bello di papà, così si fa!" Esclamò poi con un sorriso, accarezzando il monitor del portatile

"Devo assolutamente aggiornare il mio team, portargli tutto il materiale, questo è qualcosa di rivoluzionario" disse Nicole raccogliendo rapidamente tutti i suoi effetti personali, pronta a precipitarsi nel suo laboratorio.

"Noi dobbiamo ricontrollare i parametri di ALEX e continuare a caricare nella sua memoria il resto dei simboli che abbiamo raccolto, in più penso di parlare a nome di tutti quando dico di aver bisogno di una lunga nottata di riposo e una doccia ancora più lunga" disse Bruce chiudendo l'ultima valigia con il computer e avviandosi anche lui verso la porta

"Allora ci rivediamo qui fra, uhm, 48 ore?" Chiese Tony mentre faceva cenno al soldato di guardia di aprire la porta e dava un occhiata al suo orologio

Un forte tonfo sordo li fece fermare tutti e tre sul posto e voltare rapidamente verso il cubo di vetro. Loki aveva un pugno premuto sulla superficie trasparente e un espressione ferita e esitante sul viso. Nessuno si mosse e lui batté di nuovo il pugno sul vetro con forza, il viso deformato da un ghigno di rabbia.

"Che diavolo vuole?" Chiese Bruce

"Tu che vorresti fare dopo cinque mesi di incomunicabilità con qualcun altro oltre a te stesso?" Rispose Tony in un sussurro, con un espressione cupa

"Comunicare" rispose Nicole, risoluta.

 

 

― ♦ ―




"Bruce, hai presente il lavoretto secondario che avevo assegnato a Jarvis? Ha trovato una serie di video che secondo lui dovremmo vedere" disse Tony osservando lo scienziato da sopra il monitor del portatile

Bruce posò il bicchiere d'acqua che stava bevendo sopra il tavolo del laboratorio e prese posto su uno sgabello vicino a quello occupato da Tony per poter avere una visuale migliore dello schermo del computer.

Tony scelse il primo video in ordine cronologico.

***

Mostrava un uomo inginocchiato sul pavimento, con un cappuccio nero in testa e le braccia legate dietro la schiena. Un soldato dal volto coperto con un passamontagna nero gli si avvicinò e gli tolse il cappuccio, lunghi capelli corvini gli ricaddero sulle spalle in onde disordinate, celando parzialmente i tratti del viso, ma nonostante ciò riconobbero Loki senza ombra di dubbio.

L'uomo lo osservò in silenzio per un momento, poi chiese: "Perché sei tornato?"

Loki gli restituì lo sguardo alzando la testa, ma rimase in silenzio, anche quando ricevette uno schiaffo sulla guancia sinistra. La domanda gli venne ripetuta, a quel punto Loki sibilò una frase in asgardiano, con un tono arrabbiato che venne chiaramente registrato dal soldato, perché lo afferrò tirando in su con entrambe le mani dal colletto della maglia arancione che indossava per costringerlo ad alzarsi. Una volta in piedi il soldato mollò la presa, solo per regalargli un secondo schiaffo di rovescio, sull'addome stavolta. Dopo qualche secondo lo sentirono porre un'altra domanda: "Qual è il tuo scopo sulla Terra?" Loki ancora una volta si limitò a fissare l'uomo con un espressione dura e il respiro lievemente affannato. Quando il soldato capì che non avrebbe ricevuto altro in risposta, diede semplicemente le spalle a Loki e si allontanò fuori dal campo visivo della telecamera. Per qualche secondo non sembrò succedere nient'altro, poi udirono un acuto e potente 'bip', e videro avvicinarsi a Loki due soldati, anch'essi a volto coperto, che trasportavano con loro una specie di grande contenitore rettangolare di metallo, lo posarono a terra e lo aprirono da un lato. Uno dei due prese Loki per un braccio, lo fece inginocchiare di nuovo e gli rimise il cappuccio nero, gli tolse le manette e poi entrambi lo spinsero a forza all'interno del contenitore, evidentemente troppo piccolo per contenere il suo corpo in una qualsiasi altra posizione che non fosse quella fetale, e chiusero lo sportello assicurandolo con un lucchetto.

Tony mandò avanti il video appena i due soldati sparirono dalla vista della telecamera, ma non accadde nient'altro.

"Hai notato l'orario nell'angolo in basso a destra? L'hanno lasciato lì dentro per almeno due ore" mormorò Bruce

Tony deglutì, poi passò ai filmati successivi. La situazione non fece che peggiorare: videro Loki venire ripetutamente schiaffeggiato, afferrato per le spalle e sbattuto violentemente contro un muro con un asciugamano arrotolato intorno al collo per proteggere la cervicale ed evitare che si spezzasse, venire spogliato e affogato d'acqua gelida con un idrante, lo videro tentare di trattenere versi di protesta e dolore, ma non sempre riuscire nell’impresa. Ogni volta gli venivano rivolte sempre e solo le stesse parole, le stesse due richieste: perché sei tornato? Qual è il tuo scopo sulla Terra?

Non importa in che modo Loki tentasse di comunicare ai due carcerieri la sua incapacità a comprendere le loro domande: parlando in asgardiano, tramite gesti delle mani in quei rari momenti in cui le aveva libere da costrizioni, scuotendo freneticamente la testa. Non stava dando loro le uniche due risposte alle quali erano interessati; perciò le torture, perché solo così potevano essere definite le azioni alle quali i due scienziati stavano assistendo, continuarono. Ogni volta, immediatamente prima che arrivasse il momento di usare una tecnica che avrebbe richiesto dei tempi lunghi di attesa, il 'bip' acuto suonava nella stanza e ogni volta osservarono Loki, che aveva evidentemente imparato a riconoscere il maledetto suono, diventare sempre più terrorizzato di quello che avrebbe dovuto sopportare. Venne posizionato in piedi a circa un metro e mezzo di fronte a un muro e gli venne imposto di inclinarsi e toccare la superficie della parete solamente con le dita, fu obbligato a mantenere la posizione per quasi un'ora, con i muscoli delle gambe e delle braccia attraversati da spasmi incontrollati derivati dallo sforzo. Venne ammanettato al muro con le braccia tese sopra la testa ad un'altezza tale che non gli permetteva né di restare in piedi, né di sedersi a terra e fu lasciato così per quasi 56 ore consecutive, costretto ad ascoltare a ripetizione ‘Rawhide’ nella versione dei Blues Brothers ad un volume assordante. Raggiunta la 50esima ora aveva preso a canticchiare anche lui, mormorando “rolling, rolling, rolling” e ridendo istericamente. Dopo altre due ore lo osservarono singhiozzare disperatamente, mugugnando in asgardiano.

"Io-... non posso, devo… uscire un momento" balbettò Bruce, facendo una serie di respiri profondi e controllando il suo orologio, prima di precipitarsi fuori dalla stanza.

Tony andò avanti per un altro po', ma quando arrivò il momento del waterboarding fu costretto a smettere anche lui. Osservò il suo nemico venire legato in posizione supina ad una tavola inclinata con i piedi più in alto della testa, lo vide affogare lentamente, mentre gli veniva versata dell'acqua su naso e bocca coperti da un panno, lo vide tossire e sputacchiare e tentare di muovere la testa da un lato o dall'altro senza successo, visto che uno dei soldati la teneva ferma con le mani posate su entrambi i lati all'altezza delle orecchie. Tony chiuse con forza il laptop quasi scaraventandolo a terra per la foga di alzarsi e uscire all'aperto, con la speranza che un po' del freddo insostenibile dell'Antartide lo distraesse dall’ansia che sentiva crescere nel petto.

***

Prese il suo giubbotto termico da neve che gli avevano fornito all'arrivo alla base e si diresse verso il tetto, salendo di corsa i gradini a due a due. Una volta salita l'ultima rampa di scale si rese conto che la porta antipanico era già spalancata, la attraversò e vide Bruce poco lontano, con il viso rivolto verso il cielo e le braccia aperte

"Heimdall! Heimdall! HEIMDALL" continuava a strillare verso la distesa scura di stelle

"L'ingegnere capo dell' Enterprise non si chiamava Scotty?" disse Tony avvicinandosi

Bruce lo guardò sospirando "Mi sono ricordato che Thor urla questo nome quando è il momento di tornare ad Asgard, dovrebbe essere una specie di guardiano con il potere dell'onniveggenza. Ho pensato… non so cosa stavo pensando" disse coprendosi il viso con una mano coperta dal pesante guanto da neve e aggiustandosi meglio il cappuccio sulla testa per proteggersi dal freddo con l’altra.

Tony lo osservò per un momento, poi alzò il viso verso il cielo e mise entrambe le mani a coppetta intorno alla bocca: "HEIMDALL! EHI, HEIMDALL CI SENTI?"

Bruce lo guardò inizialmente sorpreso, poi iniziò ad imitarlo, urlando a gran voce.

"Heimdall… dí a Thor di venire a riprendersi il suo fratellino" sussurrò infine Tony, con voce roca.





Note: per i simboli del nuovo sistema di scrittura circolare di Loki mi sono ovviamente ispirata ai simboli vichinghi, qui ne trovate alcuni con i loro significati, se siete interessati: 
https://simbolisignificato.it/blog-simboli-significato/297-significato-simboli-vichinghi

Importante parentesi sulle scene di tortura: che ci crediate o meno, tutte le tecniche descritte sono state veramente impiegate dalla CIA su prigionieri ritenuti dei terroristi dopo l'11 settembre. Le chiamavano 'Enhanced Interrogation Techniques' (Tecniche di interrogatorio avanzate), e si, perfino la scelta della canzone 'Rawhide' (https://www.youtube.com/watch?v=rtP7yH7l87w) non è mia, ma loro. Se volete approfondire l'argomento, e vi consiglio davvero di farlo, oltre ai seguenti link che vi lascio qui sotto potete vedervi il film "The report" del 2019, lo trovate anche su Amazon Prime Video.

https://www.businessinsider.com/the-13-enhanced-interrogation-techniques-the-cia-used-on-detainees-2014-12?r=US&IR=T
https://www.vox.com/2014/12/11/7375961/cia-torture-music
 

Al prossimo capitolo!
GipsyK

 

 

  
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