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Autore: Altair13Sirio    11/06/2021    7 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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Mitsuru si svegliò di soprassalto e si ritrovò di fronte il soffitto grigio della camera da letto, immerso nella penombra. Cercò di stabilizzare il proprio respiro mentre accanto a sé trovava la sicurezza che gli serviva per calmarsi del tutto: Kokoro, sdraiata su un fianco sul materasso, con la chioma dorata che le nascondeva parte del volto, spargendosi sul cuscino, mandava flebili sospiri ogni volta che il suo petto si sgonfiava. L’espressione di beatitudine che aveva sul volto la faceva sembrare un angelo, anche se lei avrebbe probabilmente riso se lui gliel’avesse descritta, dicendo che fosse la più sgraziata delle smorfie; anche se lo fosse stato, lui l’avrebbe sempre trovata bellissima.
Guardò verso la finestra e vide che la luce del mattino era ancora tenue di fuori. Si mise a sedere avvicinando la schiena alla parete, sapendo che non sarebbe riuscito a riprendere sonno.
Un debole lamento interruppe i sospiri di Kokoro. Mitsuru girò la testa e scoprì che sua moglie aveva aperto gli occhi e se li stava stropicciando con una mano.
<< Che succede? >> Mormorò trattenendo un gemito, contorcendosi tra le coperte per mettersi un po' più comoda in modo da vederlo in faccia.
<< Niente. >> Fece lui. << Mi spiace, non volevo svegliarti. >>
Lei fece un movimento della testa per dire che non era un problema e i suoi capelli svolazzarono ovunque attorno a lei.
<< Perché sei già sveglio? >>
<< Non sto uscendo, tranquilla. >> Disse in fretta lui accarezzandole una guancia con un dito. Kokoro ammiccò e mosse la testa per chiedere altre carezze; Mitsuru rimase a guardarla un momento, sorridendo rassicurante mentre la accarezzava dolcemente, ma poi si incupì.
La sua frase era rimasta in sospeso nell’aria, c'era qualcos'altro che voleva dire e Kokoro se ne accorse. Riaprì gli occhi di scatto, lo sguardo vigile e gli mandò un’occhiata interrogativa. Bastava un indizio minuscolo per farle capire che c’era qualcosa che non andava, il suo intuito era infallibile.
<< L’ho sognato di nuovo. >> Vuotò il sacco Mitsuru, crollando come se avesse appena ammesso un crimine terribile. La sua mano smise di muoversi, le carezze si fermarono.
La donna si scurì in volto. << Hiro? >> Chiese debolmente. Sapeva cosa voleva dire quella cosa, sapeva quanto suo marito fosse stressato, tormentato dai vecchi ricordi e i sensi di colpa.
Mitsuru si portò le mani ai capelli e incurvò la schiena in avanti. << Hiro. >> Ripeté. << Mi chiamava… Diceva il mio nome. Io non so come sia possibile, è come se…! >>
Kokoro lo interruppe subito per non far volare troppo la sua fantasia ed evitare che Mitsuru dicesse qualcosa di cui potesse pentirsi. << Sei solo stressato! E preoccupato… >> Abbassò lo sguardo e prese un respiro profondo. << Sappiamo cosa è successo a Hiro e non abbiamo motivo per piangerlo. Un sogno di lui non dovrebbe farti stare così male, dovrebbe portarti gioia… >>
Mitsuru lo sapeva, sua moglie aveva ragione. Ma da quando avevano visto la statua di Zero Two sgretolarsi di fronte ai loro occhi non aveva potuto reprimere completamente un insistente dubbio:<< E se fossero ancora là? >>
Kokoro corrugò la fronte e tirò la schiena in su.
<< Che vuoi dire? >> Mitsuru abbassò lo sguardo un’altra volta, combattuto.
<< Insomma, non è che noi abbiamo visto cosa sia successo. Nessuno lo ha visto, le nostre sono state solo supposizioni… Hiro potrebbe essere ancora là fuori, disperso, con Zero Two, e potrebbe star cercando un modo per tornare da noi. >> Allungò un braccio in avanti senza volerlo; i suoi occhi guardavano lontano, persi nel vuoto della stanza avvolta nella penombra. << E se così fosse, io lo avrei abbandonato. Non ho potuto impedirgli di andare via quando ha deciso di andare fino in fondo, e non sono andato a cercarlo nemmeno dopo che tutto è finito. Avevo fatto una promessa, ma me la sono data a gambe, ripetendo i miei stessi errori… >>
Kokoro lo guardò contrariata, alzando la voce un po' oltraggiata. << Tu sei rimasto qua per un motivo preciso! >> Gli ricordò.
Lui si girò e la fissò come se volesse chiederle scusa. Alla fine le sue spalle si abbassarono di colpo e il tono di Mitsuru si fece più remissivo. << Lo so. >> Mormorò. Abbassò lo sguardo, poi lo alzò nuovamente e passò un dito sul volto di Kokoro per spostarle una ciocca di capelli, quindi scese sulla sua guancia e la accarezzò di nuovo, perdendosi nei suoi occhi di zaffiro. << Scusami. >> Sussurrò. Non avrebbe mai voluto intendere che ci fosse qualcosa di più importante di lei per lui.
Kokoro sorrise tristemente mentre lui la accarezzava e chiuse gli occhi per qualche istante, poi si liberò dalla sua stretta gentile e strisciò verso di lui per abbracciarlo. << Tu non hai tradito nessuno. >> Mormorò prima di poggiare le labbra sulla sua schiena, lasciandogli un tenero bacio.
Lui alzò una mano e la poggiò su quelle di lei, unite davanti al suo ventre. << E’ solo che mi sento così inutile… >> Sussurrò stancamente.
Kokoro avrebbe avuto tante cose da dirgli, come in realtà sarebbe stato incredibilmente difficile vivere senza di lui, ma alla fine rimase in silenzio e continuò ad abbracciarlo. Sapeva che quando si sentiva così, Mitsuru non ascoltava la voce della ragione; il suo senso di colpa verso il modo in cui si era comportato in passato gli impediva di pensare lucidamente. Da un po’ di tempo ormai Mitsuru aveva dei sogni ricorrenti, angosciosi nonostante all'apparenza potessero essere semplici casualità; sognava il suo vecchio amico, che per tanto tempo aveva ammirato e poi odiato, chiamarlo, facendolo sentire incompleto.
Forse la monotonia di una vita tranquilla aveva riportato a galla i ricordi di un tempo molto diverso, oppure un dolore che suo marito aveva nascosto per tanto tempo era diventato troppo grande da sopportare. Mitsuru amava la sua famiglia, era grato per tutto l’amore che i suoi figli e sua moglie gli donavano, ma certe volte sentiva che gli mancasse qualcosa, come se non facesse abbastanza e non poteva fare a meno di interrogarsi. E più domande si poneva, più ne nascevano.
Mitsuru sospirò. Prese una mano della donna e se la portò alle labbra, baciandone delicatamente il dorso.
<< Va bene ora. >> Mormorò. << Mi sento meglio. >>
Kokoro si sporse da dietro la sua spalla e gli rivolse uno sguardo preoccupato, continuando a stringerlo con l'altro braccio. << Sei sicuro? >>
<< Sì. >> Rispose lui con un cenno. << Lo so perché ci sei tu a stringermi così forte. >> Kokoro sorrise, poi lasciò andare la presa e si spostò per andare a sedersi al suo fianco.
Con delicatezza, poggiò la testa alla spalla di Mitsuru e lasciò andare un sospiro leggero, poi fu Mitsuru a reclinare la testa di lato verso di lei. I due innamorati rimasero così per un po’, assaporando il silenzio e la compagnia l’uno dell’altra. Nonostante tutto, il loro amore era ancora forte e giovane anche dopo tutti quegli anni; bastava uno sguardo per capirsi e si cercavano sempre come due adolescenti alla prima cotta. E dopo un momento di sconforto come quello appena passato, avrebbero voluto rimanere in quello stato per sempre.
Ma non era possibile. Presto Mitsuru sarebbe dovuto andare a scuola, quindi diede un bacio sulla fronte a Kokoro e le disse di rimettersi a letto per riposare ancora un po’. Lei non voleva lasciarlo andare, provò a dire che era ancora presto e che poteva prendersi un altro po' di tempo, nella speranza di tentarlo a rimanere lì con lei, ma sapeva anche lei che non avrebbe funzionato. Se c'era una cosa su cui Mitsuru non transigeva mai era il suo dovere verso la scuola.
Lui le rimboccò le coperte e lasciò la stanza per andare a lavarsi. Kokoro sorrise quando il marito le mostrò quel piccolo gesto di affetto, ma non poté non intristirsi nel vederlo uscire dalla porta; ogni giorno doveva vederlo andare via e attendere il suo ritorno, e ogni giorno non faceva che maledirsi per la sua condizione deplorevole che le precludeva di stare accanto all’uomo che amava in ogni singolo momento della giornata.
   
 
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